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Autore: ellydarklight    03/05/2018    5 recensioni
storia scritta in collaborazione con LadyEloredane ( http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=119189 )
Walburga Black prende una decisione che cambierà tutto: si prenderà lei cura di Harry e Ninfodora.
tratto dal prologo:
È proprio in quel momento, mentre guardavo il punto in cui avrebbe dovuto esserci il nome della mia nipote Mezzosangue, presi una decisione.
Avrei adempiuto ai doveri di mio figlio, Sirius, nei riguardi del piccolo Potter. Avrei dovuto sborsare un’ingente somma di denaro per ottenere la sua custodia, corrompere diversi membri del Wizgamont e fare leva su vecchie leggi quasi in disuso per contrastare il potere di Dumbledore, che avrebbe fatto di tutto per impedirmi di prendere con me il bambino dovevo agire con cautela e valutare bene le mie mosse future.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Famiglia Black, Harry Potter, Nimphadora Tonks, Walburga Black | Coppie: Nimphadora/Sirius
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Storia scritta in collaborazione con LadyEloredane http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=119189

 

La scelta di Walburga Black

 

decimo capitolo

 



Pov Lucius

Ancora non riesco a crederci a ciò che era successo solamente qualche giorno prima.
Mio padre era stato un folle a lanciare quella maledizione sulla famiglia Black: ogni persona che aveva il titolo di signore o signora Black sarebbe morto in circostante che sarebbero apparse del tutto normali e non frutto di un incantesimo tanto oscuro quanto quello.
Walburga era ancora viva solo grazie a Ninfadora e al giovane Potter, e se la maledizione non fosse stata rimossa sicuramente anche Ninfadora sarebbe stata vittima di tale maledizione, così come i suoi figli.
La maledizione si sarebbe fermata solo quando Draco avrebbe ereditato la fortuna e il titolo dei Black o quando i Goblin avessero rimosso la maledizione lanciata.
Mia moglie non mi rivolge parola da quando è venuta a galla questa faccenda ed era stata evitata la faida con i Black per puro miracolo.
Secondo il Wizengamot per ciò che mio padre, membro della famiglia Malfoy, aveva fatto avrei dovuto pagare un debito altissimo alla famiglia Black, equivalente a ¼ della fortuna totale dei Malfoy.
Walburga aveva richiesto la pena minima i nostri soldi non le avrebbero mai ridato indietro i membri della sua famiglia, ma come aveva detto lei sarebbero serviti per migliorare le vite di altre persone.
La famiglia Black è una delle più importanti e ricche del mondo magico se avessero chiesto la pena completa sarei già morto e tutta la mia fortuna sarebbe passata a loro.
Walburga però ha anche detto che vuole prendere decisioni sulla vita di Draco, ho accettato in fondo questo è il minimo che può fare.
Mancano pochi giorni a Samhain e come tutti gli anni dalla morte di mio padre passerò il giorno con la famiglia Black, ho la sensazione che sarà molto imbarazzante quest'anno e non solo.
-Cissy -.
Mi alzò di scatto dalla poltrona quando vedo entrare mia moglie in soggiorno.
La colpa di tutte quelle morti è solo mia, così come per i suoi genitori, anche se non direttamente.
-Giuramelo, Lucius -, dice con gli occhi arrossati e le occhiaie. -Giurami che tu non sapevi nulla di tutto ciò -.
So cosa mi sta chiedendo e senza nessun tentennamento prendo la mia bacchetta e pronunciò le parole che mia moglie vuole sentirsi dire, le uniche che ora come ora la convinceranno che io non sapevo nulla.
-Io, Lucius Abraxas Malfoy, giuro sulla mia vita e sulla mia magia che non ero a conoscenza della maledizione posta sull’antica e nobile famiglia Black -, un giuramento fatto sulla magia era qualcosa di vincolante, di assoluto.
Chi lo pronunciava doveva essere sicuro al cento per cento di non essere colpevole o la magia lo avrebbe ucciso nella maniera più atroce e orribile.
Quando Narcissa vede che non mi sarebbe accaduto nulla corse verso di me e mi abbracciò con forza, piangendo disperata.
La stringo a me e in questo momento faccio un altro giuramento. 
Giuro che non permetterò mai e poi mai a nessun altro di far del male a mia moglie o a mio figlio.
Walburga.
Quella vecchia strega aveva capito cosa fosse importante ad un passo dal perdere tutto quanto e aveva fatto di tutto per riavere attorno a sé i pochi membri della famiglia rimasti ancora in vita.
Dovevo parlare con lei e non vi era occasione migliore se non la festa al Samhain.
Walburga l’avrebbe aiutato, si.

Pov Harry

-Draco che succede? -.
Mi avvicinò a mio cugino che da giorni si isola dal resto dei nostri compagni di casata e non è da lui, che ama stare al centro dell’attenzione.
Draco alza lo sguardo su di me, -Sembra che sia colpa di mio nonno se ogni membro della famiglia Black sia morto dopo aver preso il titolo di capofamiglia -.
-Cosa? -, domandai confuso.
Draco si limita ad allungarmi una lettera, riconosco la perfetta scrittura di zia Narcissa.
Leggo velocemente la lettera e vengo a scoprire il motivo per cui la famiglia Black è stata sull’orlo di estinguersi per sempre e il motivo è una maledizione sull’eredità lanciata da Abraxas Malfoy.
Dalla lettera di zia Narcissa sembra che Lucius non sapeva nulla di tutta questa storia, venuta a galla dopo quindici anni.
-Tuo nonno era un folle -, dico posando la lettera della zia sul tavolo e guardando mio cugino negli occhi. -Non devi sentirti in colpa per qualcosa di cui non hai colpa. Okay? -.
Draco fa un mezzo sorriso, -Okay -, dice.
-Ora alzati e andiamo in Sala Grande che ci aspetta il banchetto di Halloween -, dico.
Draco si alza dalla poltrona in cui era sprofondato e mi segue sino all’ingresso della Sala Comune dove mi aspetta Theo, che vedendo Draco gli fa un cenno con il capo.
Mentre ci avvicinavamo verso la Sala Grande per la festa di Halloween, sentimmo Parvanti Patil, di Gryffindor, dire alla sua amica Lavander che Hermione Granger stava piangendo nel bagno delle ragazze e voleva essere lasciata in pace.
Sembrava che la colpa fosse del Weasley più piccolo che l’aveva presa in giro dopo la lezione di Incantesimi di quel giorno.
-Sempre detto che Weasley è un idiota -, disse Draco scuotendo il capo.
Un attimo dopo entrammo nella Sala Grande e la Granger sparì dalle loro menti, le decorazioni messe per la sala attirarono la loro attenzione.
Un migliaio di pipistrelli si staccò in volo dalle pareti e dal soffitto, mentre un altro migliaio sorvolò i tavoli in bassi stormi neri, facendo tremolare le fiammelle dentro le zucche. Le pietanze apparvero nei piatti d’oro tutto a un tratto, come era avvenuto per il banchetto di inizio anno.
Mi stavo servendo di una patata farcita, quando il professor Quirell entrò nella sala di corsa, con il turbante di traverso e il terrore dipinto in volo. Tutti gli sguardi erano puntati su di lui mentre si avvicinava alla sedia del professor Dumbledore, si accascia sul tavolo e con un filo di voce diceva: -Un troll…nei sotterranei…pensavo di doverglielo dire -.
E crollò a terra svenuto.
Si scatenò il finimondo. Il professor Dumbledore dovette far esplodere diversi petardi viola dalla sua bacchetta prima di riuscire a ripristinare il silenzio, -Prefetti -, tuonò. -riportate i ragazzi negli alloggi delle rispettive Case, immediatamente! -.
-Cosa ha detto? -, domandò Draco guardandomi con occhi sgranati.
-E’ impazzito? Ha appena detto che dobbiamo tornare nel nostro Dormitorio, nei sotterranei dove gira un Troll! -, Theo a gli occhi sgranati ed è chiaramente scioccato.
-Potter, Malfoy, Nott andiamo -, Cristoff Romanova, Prefetto di Slytherin ci richiama e velocemente raggiungiamo gli altri studenti verde-argento, pronti a tornare nei sotterranei. -State vicini gli studenti degli anni superiori lanceranno incantesimi di protezione attorno a noi, mantenendoli attivi sino a quando non torneremo al sicuro nel nostro Dormitorio -, ci istruisce.
Eravamo appena usciti dalla Sala Grande, superando un gruppo di agitatissimi Hunflepuff e solo in quel momento Harry si è ricordato della Granger nel bagno delle ragazze.
Guardò suo cugino e Theo. Non poteva di certo chiedergli di seguirlo sino al bagno delle ragazze.
Senza dire nulla mi allontano dal gruppo di Slytherin, svicolai in mezzo agli Hunflepuff infilandomi poi in un corridoio laterale deserto e corsi verso il bagno delle ragazze. Avevo appena svoltato l’angolo, quando udii dei passi rapidi dietro di sé.
Mi nascosi dietro un grosso grifone di pietra. Poco dopo Snape attraversò il corridoio e sparì alla vista.
Mi domandai perché fosse lì e non nei sotterrai per eliminare la minaccia, la misi in secondo piano ancora e ripresi il mio cammino lungo il corridoio successivo, seguendo l’eco dei passi di Snape che si andavano ad affievolire.
Si stava dirigendo al terzo piano, ma uno strano odore lo distrasse
Annusai l’aria e un orrendo fetore mi giunse alle narici, un misto di calzini sporchi e di bagni non puliti da tempo.
E poi lo udii: un cupo grugnito e i passi strascicati di piedi giganteschi; in fondo a un passaggio sulla sinistra, qualcosa di enorme avanzava verso di lui. mi nascosi nell’ombra e lo osservavo mentre emergeva da una pozza di luce lunare.
Fu una visione orripilante. Alto più di tre metri, aveva la pelle di un colorito spento, grigia come il granito, il corpo bitorzoluto come un masso, con in cima una testa glabra e piccola, come una noce di cocco. Le gambe erano corte e tozze come tronchi d’albero e i piedi piatti e callosi. L’odore che emanava da quella creatura era incredibile. Aveva in mano un’immensa clava di legno che trascinava a terra per via delle braccia troppo lunghe.
Il troll si fermò vicino a una porta e guardò dentro. Scrollò le lunghe orecchie cercando, con la sua mente limitata, di prendere una decisione; poi, con andatura goffa e lenta, entrò.
Ed era ovviamente entrato nel bagno delle ragazze!
Emisi uno sbuffo infastidito prima di estrarre la mia bacchetta ed entrare nel bagno.
Hermione Granger stava rannicchiata contro la parete opposta e aveva tutta l’aria di essere sul punto di svenire. Il troll avanzava verso di lei e, camminando, faceva saltare via dal muro i lavandini.
Ancor prima che la sua mazza potesse fracassare il cranio della Granger lanciai un incantesimo di taglio contro quel troll.
Il tempo di un battito di ciglia e la testa del troll cadde a terra, mentre il suo sangue ricadeva sulla Granger e il corpo rimase in piedi.
-Po-potter? -, balbettò la Granger ricoperta di sangue di troll.
-Tutto bene Granger? -, domandò avvicinandomi a lei e lanciandole addosso un Gratta e Netta per ripulirla completamente da quello schifo.
-Mi hai salvato la vita -, disse alzandosi in piedi, appoggiando al muro perché sicuramente le tremavano le gambe.
-Così sembra -, dico. -Ora andiamocene da qui prima che i professori ci trovano e ci mettano in punizione -.
La Granger annuisce, mi si avvicina dopo aver lanciato un ultimo sguardo al troll decapitato prima di seguirmi fuori dal bagno.
Facciamo un tratto di strada assieme, in silenzio, una volta raggiunta la scalinata principale ci fermammo.
-Buona notte, Granger -, dico prima d’imboccare le scale che mi avrebbero riportato ai sotterranei.
-Ho un debito di vita con te vero? -.
-Sei davvero una delle streghe più brillanti del nostro anno -, dico sorridendo leggermente.

Pov’s Susan

Con l’inizio di novembre cominciò a fare molto freddo. 
Le montagne intorno alla scuola si tinsero di un grigio glaciale e il lago divenne una lastra di gelido metallo. Tutte le mattine il terreno era coperto di brina. Dalle finestre dei piani superiori si poteva scorgere Hagrid intento a scongelare le scope nel capo di Quidditch, infagottato in un lungo pastrano di fustagno, guanti di pelo di coniglio e enormi stivali foderati di castoro.
Con l’arrivo dell’inverno era iniziata anche la stagione di Quidditch. Quel sabato si sarebbe svolto il primo incontro del campionato, Gryffindor contro Slytherin.
Harry mi aveva invitata ad assistere alla partita nelle tribune dei verde-argento, avevo accettato a patto che Hannah venisse con me.
Harry era fantastico e sapevo che il suo amico Nott era a posto, sebbene non ci avessi mai parlato da quando la scuola era iniziata, ma non potevo dire lo stesso delle altre serpi e mi sarei sentita molto più a mio agio con la mia migliore amica al mio fianco.
Recentemente poi Malfoy passava molto più tempo con Harry e dovevo ammettere, almeno con me stessa, che quel ragazzo mi metteva in soggezione e mi faceva sentire a disagio.
-Tutto bene, Susan? -, Hannah posò una mano sul mio braccio strappandomi dai miei pensieri.
La Sala Grande era piena del profumo delizioso delle salsicce fritte e dell’allegro chiacchiericcio dei ragazzi che non vedevano l’ora di assistere a una bella partita di Quidditch.
-Si, si, tranquilla -, sorrisi alla mia amica prima di prendere del pane tostato e spalmarci sopra della marmellata di more per poi addentarla.
Lo sguardo mi cadde come ad ogni pasto sul tavolo verde-argento, trovai facilmente Harry.
Sedeva sempre al solito posto, quasi a metà della lunga tavolata con le spalle rivolte al muro. Nott sedeva di fronte a lui, come d’abitudine, mentre Malfoy sedeva alla sua destra, attorno a loro vi erano gli altri studenti del primo anno con cui Harry aveva più confidenza.
Stava parlando con la Greengrass e a giudicare dal suo sguardo contrario stavano sicuramente discutendo sull’unico argomento che li trovava in disaccordo, Pozioni.
Harry era molto istintivo quando si trattava di tramare una Pozione, seguiva poco o niente il libro di testo, mentre la Greengrass era molto meticolosa e precisa dava molta più importanza alle istruzioni, ma non come la Granger che le prendeva come oro colato.
Questi loro modi di approcciarsi alle pozioni li portava sempre a discutere.
Quando gli studenti iniziarono ad uscire dalla Sala Grande, diretti verso il campo di Quidditch sia io che Hannah ci alzammo unendoci agli altri studenti, eravamo quasi fuori dal castello quando sentii la mia mano venire afferrata da un’altra.
Voltandomi mi ritrovai a scontrarmi con lo sguardo verde smeraldo di Harry, che mi sorrise, -Pronta per lo scontro? -, chiese prima di fare un cenno di saluto ad Hannah.
Annuii. Non amavo particolarmente il Quidditch e se Harry non mi avesse chiesto di assistere alla partita probabilmente sarei rimasta in Sala Comune a leggere un po’ piuttosto che starmene al freddo sugli spalti.
Alle undici in punto gli spalti del campo di Quidditch erano affollati di studenti, molti armati di binocoli per poter vedere ogni azione.
Ad arbitrare la partita sarebbe stata Madame Hooch che, ritta in mezzo al campo, aspettava le due squadre brandendo in mano la sua scopa.
-In sella alle scope, prego! -.
I giocatori salirono sulle loro scope.
Madame Hooch soffiò forte nel suo fischietto d’argento.
Quindici scope si levarono in volto, in alto, sempre più in alto. 
-..e la Pluffa è stata intercettata immediatamente da Angelina Johnson di Gryffindor…che brava Cacciatrice è questa ragazza, anche piuttosto carina… -.
-JORDAN! -.
-Chiedo scusa, professoressa -.
A commentare la partita era Lee Jordan, studente di Gryffindor del terzo anno credo, sorvegliato a vista dalla professoressa McGonagall.
Fu distratta da Harry che sembrava intento a discutere con Malfoy, -Quest’anno voglio solo dedicarmi allo studio… -.
-E alla Bones -, rise Zabini poco distante.
Harry gli lanciò un’occhiataccia, -Pensa agli affari tuoi Blaise -, disse duro prima di voltarsi verso di me, sorridendomi. -Ignoralo -.
-…lassù la ragazza sfreccia come un fulmine. Effettua un passaggio puntuale ad Alicia Spinnet, un’ottima scoperta di Oliver Wood, che l’anno scorso ha giocato soltanto come riserva…indietro alla Johnson e…no, la Pluffa è stata intercettata dal Capitano di Slytherin Marcus Flint, che le la porta via: eccolo che vola alto come un’acquila…sta per se…no, bloccagto da un’ottima azione del Portiere del Gryffindor Wood, e Gryffindor di nuovo in possesso della Pluffa. Ed ecco la Cacciatrice di Gryffindor Katie Bell…bella picchiata intorno a Flint, poi di nuovo su…AHI!...deve averle fatto male quel colpo di Bolide dietro la testa! La Pluffa torna a Slytherin. ecco Adrian Pucey che parte a tutta birra verso le porte, ma è bloccato da un secondo Bolide lanciatogli contro da Fred o George Weasley, non riesco a distinguere chi dei due…bella mossa comunque, Jhonson è in possesso della Pluffa, davanti a lei il campo è sgombro, e si allontana, vola via letteralmente…schiva un micidiale Bolide è davanti alle porte -vai, Angelina! -, il Portiere Bletchley si tuffa…manca il bersaglio…GRYFFINDOR HA SEGNATO! -.
L’aria gelida fu satura dall’applauso dei Gryffindor e dalle urla e dai fischi di Slytherin.
-Bletchley! -, urlava Malfoy in piedi sulla sua seduta. -Per Merlino fatti controllare la vista! Non hai visto quella Pluffa? Se perdiamo te la faccio pagare cara! -. 
Non avevo mai visto Malfoy in queste condizioni. I platinati capelli che ricadevano disordinatamente attorno al volto affilato e le guance pallide chiazzate di rosso.
Trattenni a stento una risata, Harry s’inchinò verso di me, -Draco è un appassionato di Quidditch oltre ad essere un eccellente Cacciatore. È già stato chiamato dalla Lega Junior -.
La Lega Junior era un’associazione sportiva che si occupava di trovare giovani talenti del Quidditch in età pre-scolare e scolare.
Iniziavano ad allenarti da molto giovane e poi con il raggiungimento dei tredici anni, se eri un vero talento ti facevano entrare nella nazionale giovanile di Quidditch per poi iniziare a disputare incontri con altre nazionali giovanili.
Entrare nella Lega Junior non era cosa da tutti e non avrei mai creduto che Malfoy fosse stato convocato.
Fu divertente assistere alla partita sulle tribune degli Slytherin e anche Hannah si divertì talmente tanto che prese a urlare quanto se non più di Malfoy, che era sceso sino alla ringhiera per insultare meglio Bletchley, che l’aveva mandato al diavolo diverse volte.
Il risultato della partita non fu chiaro sino a quando il Cercatore di Slytherin non afferrò il Boccino, aggiudicando la vittoria alla sua squadra.
Fu una mattinata interessante che mi permise di conoscere meglio gli amici di Harry e forse era stato proprio per quel motivo che Harry mi aveva invitata lì tra di loro.
Stavamo tornando verso il castello quando la Granger si avvicinò a noi, afferrò Harry, -Devo dirti una cosa -, sussurrò con urgenza.
Harry emise un sospiro, -D’accordo Granger -, disse allontanandosi con lei di qualche metro.
Tornò qualche istante dopo con aria pensierosa e preoccupata.
-Tutto bene, Harry? -, domandai.
-Si -, annuì prendendomi di nuovo per mano. -Torniamo al castello -.

Pov’s Sirius

Sono stato ufficialmente reintegrato nel corpo degli Auror da un mese.
Il Capo Auror, Rufus Scrimgeour che ha preso il posto di Malocchio Moody dopo il suo ritiro, ha deciso di affiancarmi a Kingsley Shacklebolt e alla sua squadra trovatasi senza un componente improvvisamente.
Ex-Gryffindor come me, di un paio di anni in meno, lo ricordo all’ultimo anno del suo tirocinio da matricola quando veniva affiancato a squadre più esperte per imparare come si lavorava sul campo.
Ricordo che era finito nella squadra di Frank e Alice. I miei due amici mi avevano parlato piuttosto bene di quel ragazzone di colore e che erano ben intenzionati di richiedere il suo trasferimento effettivo nella loro squadra in seguito al suo Diploma.
Ammetto che non era stato facile tornare a lavorare come Auror. Essendo ancora molto debole a causa della mia prolungata prigionia ero costretto al lavoro d’ufficio e a lunghe ore di fisioterapia nella palestra riservata agli Auror.
Fin quando il Medimago Thomson, responsabile degli Auror Medimaghi, non mi avrebbe firmato un foglio in cui attestava la mia completa idoneità a lavorare sul campo ero costretto a fare il passacarte.
E come se non bastasse Kingsley aveva ben deciso di darmi un intero week-end libero a causa del fatto che non avevo preso un giorno di riposo da quando ero rientrato quindi mi ritrovavo il venerdì mattina a fare colazione con mia madre e con Ninfadora invece che al Ministero.
-…hai bisogno di distrarti Sirius -, la voce di Dora mi distrare dai miei funesti pensieri. -Che ne dici di andare in Danimarca? Alla dimora dei Black? Ci prendiamo una pausa dal lavoro e dallo studio -.
-In Danimarca? -, domandò scettico.
-Si, è un paese bellissimo -, dice con un sorriso radioso. -Vedrai ci divertiremo a meno che tu non voglia accompagnare zia Walburga al galà che daranno i Parkinson domani sera… -.
Rabbrividisco al pensiero di ritrovarmi nella stessa stanza con Adelaide Parkinson. Quella donna non ha alcun pudore o un minimo di decenza.
-E Danimarca sia -, dico.
-Magnifico! -, esclama battendo le mani come una bambina. -Do ordine di preparare i nostri bagagli. Partiamo non appena hai finito di fare colazione -, dice alzandosi dalla sedia e sparendo poco dopo oltre la porta.
-Non fare quella faccia, Sirius -, dice mia madre guardandomi da dietro la sua tazza di tea alle rose. -Hai bisogno di distrarti un poco. Tra il processo, la tua convalescenza e il rientro negli Auror non ti sei fermato nemmeno un momento -.
-Forse hai ragione, madre -, dico con un sospiro, prima di alzarmi per andare a prepararmi
Sicuramente avevo bisogno di distrarmi un po’ e di divertirmi come hai vecchi tempi, magari sarei riuscito anche a rimorchiare qualche bella ragazza della Danimarca con cui passare alcune passionali ore.
Erano anni che non toccavo un corpo di donna…

POV Ninfodora 

Che mal di testa!
Ieri devo aver bevuto parecchio ricordo poco e nulla della serata precedente.
Cerco di muovermi ma mi è impossibile, sento un braccio stringermi nel sonno, apro un poco gli occhi per vedere di chi sia quel braccio che mi stringe con tanta possessività.
Con mia grande sorpresa e gioia è Sirius, non riesco a trattenere un sorriso ed i miei capelli diventano rosa dalla felicità, lo amo ed anche se solo per una notte è stato mio!
Ora però devo ricordare cosa è successo ieri...
Quando siamo arrivati in Danimarca ho trascinato Sirius nella Capitale, abbiamo girato per musei tra una mostra e l’altra. 
Nel pomeriggio ci siamo dai all’esplorazione della Capitale Magica della Danimarca ed era stato in un negozio che avevo scopeto di un locale riservato ai maghi piuttosto in voga. Ieri sera ho portato Sirius in quel locale magico fra le isole Fær Øer per festeggiare il suo ritorno fra gli Auror. Ricordo di aver bevuto parecchio ma mai quanto Sirius. Ricordo che mi ha trascinata a ballare, ci stavamo divertendo molto, e ad un certo punto mi ha baciata e prima che me né rendessi conto ci siamo Smaterializzati a casa Black.
Ricordo che mentre cercavamo di raggiungere una delle camere al pian superiore abbiamo passato tutto il tragitto a baciarci e a spogliarci dei nostri vestiti. Le mani di entrambi non riuscivano a stare lontane dal corpo dell’altro come le nostre bocche non potevano fare a meno del contatto con l’altra…e poi…Merlino! 
Le immagini di quella notte invadono la mia mente. Ho ancora le orecchie ricolme dei nostri gemiti, del suo continuo chiamarmi…
Porto le mani al volto, euforica. Non mi pento di nulla.
Guardo Sirius, è così bello, mi avvicino a lui e lo stringo facendo attenzione a non svegliarlo, vorrei che questo momento non finisse mai.
Qualche minuto dopo capisco che Sirius si sta svegliando.
-Morgana che mal di testa -, sbiascica con gli occhi ancora chiusi.
Rimango in silenzio ben sapendo che di lì a poco finiremo per litigare. Forse avrei dovuto scivolare fuori dal letto e andarmene nella mia camera, relegare in un angolo della mia memoria questa notte per evitare inutili discussioni, ma la sola idea di rinnegare quanto accaduto mi fa star male.
Quando il mio sguardo incrocia quello di Sirius un’infinità di emozioni attraversano quelle iridi grigie.
Stupore, felicità, ma soprattutto rabbia e disgusto.
-Dora… -, dice con voce roca e impastata dall’alcool e dal sonno. -Non è successo quello che penso, vero? -.
-Sirius -, dico allungando una mano verso di lui, ma si ritrae come scottato. Scosta le coperte con rabbia e si mette in piedi, lo vedo cercare con foga i suoi vestiti, ma trovare solo i boxer.
Dopo averli infilati si volta verso di me, si passa una mano tra i capelli, -Eravamo ubriachi…è stato un errore… -, dice guardando ovunque tranne che me.
-Stai scherzando? Io non voglio che questa notte sia etichettata come errore -, dico con rabbia. -E’ stata una notte bellissima, Sirius -.
-Non voglio sapere nulla! -, mi blocca quasi urlando. -Sei mia cugina. Questa…questa cosa è sbagliata -.
-Non c’è nulla di sbagliato quando due persone si amano…anche se sono cugini -, ribatto alzandomi a mia volta dal letto e cercando di raggiungerlo, ma lui si allontana andando a sbattere contro la parete. -Sirius… -.
-Stai ferma lì -, dice tenendo le mani davanti a sé. -Dora tutto questo è sbagliato. Noi non possiamo stare assieme, capito? È stato un errore, l’alcool, maledetto lui, ci ha fatto questo. Non pensare che ci siano dei sentimenti perché non è così -.
Mi ritraggo come scottata alle sue parole, senza aggiungere altro esco dalla camera sbattendomi la porta alle spalle e infilandomi in camera mia.
Senza perdere tempo mi rivesto e afferrò la mia valigia, abbandonata la sera prima sul letto e proprio mentre mi sto per Smaterializzare la porta si apre e Sirius entra.
-Dora! -.
Il suo urlo è l’ultima cosa che sento prima di sparire nel vortice della Smaterializzazione e ritrovarmi qualche attimo dopo nell’appartamento di Miranda, che in quel momento è intenta a fare colazione.
-Ninfadora! -, esclama vedendomi.
Senza dire nulla mi getto tra le sue braccia, lasciandomi andare alle lacrime.
Pensavo che Sirius provasse i miei stessi sentimenti ma ora so che mi sbagliavo.

Pov’s Draco

-La Pietra Filosofale? -.
Harry annuisce, ci ha appena raccontato che ciò che è custodito al terzo piano e ancora non mi sembra vero.
-Perché nascondere qualcosa di così prezioso in una scuola? -, domandò Theo guardandoci.
-Nicolas Flamel è stato il mentore di Dumbledore durante la sua giovinezza. Tutto quello che sa sull’alchimia glielo ha insegnato per l’appunto Flamel -, spiegò Harry, pensieroso. -Vi ricordate di quel furto alla Gringott, poco prima dell’inizio della scuola? -.
-Non hanno rubato nulla -, replicai io ricordando l’articolo della Gazzetta del Profeta.
-Perché la camera blindata in questione era stata svuotata il giorno precedente -, disse Theo. -E se l’obbiettivo fosse proprio la Pietra Filosofale? Insomma è plausibile -.
-Il ladro potrebbe provare ad entrare a scuola per rubarla -, disse Draco. -Che vogliamo fare? -.
-Nulla per ora -, disse Harry tornando a guardare la scacchiera, messa tra di noi. -Non abbiamo nessuna certezza infondo, nemmeno che la Pietra Filosofale sia qui nel castello -.
-Harry ha ragione -, disse Theo passandosi una mano tra i capelli. -Abbiamo ben altri problemi di cui occuparci di un probabile ladro -, guardò in cagnesco la lettera inviatagli da suo padre.
-Cattive notizie? -, chiesi muovendo un pedone.
-Le trattative per il mio contratto matrimoniale si sono concluse -, sbuffa.
-La fortunata futura signora Nott chi sarà? -, domandò Harry lanciandogli un breve sguardo.
Theo sbuffa prima di lanciare un’occhiata di traverso verso Tracy Davis, intenta a chiacchierare allegramente con Daphne, ridacchiai, -Non ci posso credere, la Davis? -, domandai.
-Per favore lasciamo perdere -, afferrò la lettera del padre, accartocciandola e lanciandola nel caminetto accesso. 
-Cos’ha che non va la Davis? -, domandò Harry muovendo il suo cavallo. -Insomma, è una Purosangue, la sua casata non è antica come le nostre ma è altrettanto valida -.
-Non è la casa a cui appartiene è proprio lei -, disse Theo in una smorfia. -È fin troppo pettegola per i miei gusti ed è troppo frivola -.
-Dalle una possibilità Theo -, disse Harry. -Prova a conoscerla magari la trovi almeno simpatica, ricorda che dovrai passare con lei il resto della tua vita -.
Theo rabbrividì, -Mi ammazzo prima o ammazzo lei -, disse tragico come sempre.
   
 
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