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Autore: httpjohnlock    04/05/2018    5 recensioni
“Mio caro Watson, come si bacia una donna?" Il mio amico, il signor Sherlock Holmes, pareva tremendamente serio.
"Mi state prendendo in giro, immagino. Non sapete come dare un bacio ad una donna?" I miei occhi erano fissi nei suoi. Mai mi sarei aspettato una simile rivelazione.
“Difficilmente è materia di studio.”

Questa storia non mi appartiene, è una traduzione di "Kissing Sherlock Holmes" di T.D. McKinney.
Genere: Avventura, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Baciare Sherlock Holmes




 
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Questa storia non mi appartiene,
è semplicemente una mia traduzione.
Il racconto in questione è "Kissing Sherlock Holmes" 
di T.D Mckinney e Terry Wylis.
 Qui c'è la loro autorizzazione.




 

"Mio caro Watson, come si bacia una donna?" Il mio amico, il signor Sherlock Holmes, pareva tremendamente serio.
"Mi state prendendo in giro, immagino. Non sapete come dare un bacio ad una donna?" I miei occhi erano fissi nei suoi. Mai mi sarei aspettato una simile rivelazione.
“Difficilmente è materia di studio.” Alzò un sopracciglio, come se avessi dovuto saperlo. Al contrario suo, io non applicavo i suoi metodi di deduzione e ragionamento. Non era la prima volta. Senza dubbio neanche l'ultima.
La primavera del 1896, per il mio amico, fu prospera di casi. La sua fama era cresciuta così tanto che tutto il quartiere chiedeva il suo aiuto, la posta traboccava di lettere dagli stemmi e i sigilli provenienti da tutt'Europa e da tutto l'Impero. La maggior parte venivano cestinate. 
Ricchezza e gradino sociale del cliente non significavano nulla per Holmes. La richiesta del più umile degli spazzacamini era per lui molto più allettante di quella di un re. Spesso pensavo che una persona di basso rango avesse molte più possibilità di venir considerato, perché il mio amico non gradiva molto il vanto della superiorità.
Trovai quindi, con mia grande sorpresa, un invito per recarmi con lui alla tenuta del conte Toddington, appena fossi disponibile. Come al solito, mi aveva telegrafato. 
La mia risposta rimase celata per due giorni, prima che io ritornassi all'appartamento a Baker Street, per tanto tempo condiviso con Holmes, da un lungo viaggio nel Northumberland.
Non ebbi sue notizie per le due settimane successive al mio ritorno.
Prima che lasciassi Baker Street, Holmes era stato profondamente coinvolto in un caso, abbandonando il nostro alloggio in cerca di indizi. Non lo avevo visto spesso, sentendolo rincasare a notte fonda per poi non ritrovarlo al mio risveglio. Nel frattempo, un mio amico dei tempi dell'esercito, mi aveva chiesto di andare a trovarlo nel suo paese e dare una mia opinione riguardo la malattia della sua giovane moglie. Sebbene dubitassi di tornare più utile dell'eccellente medico che avevano già assunto, non potevo ignorare un amico in difficoltà.
Purtroppo, la mia previsione si era dimostrata corretta ed ero stato costretto a concordare col mio collega riguardo la diagnosi di tubercolosi. Non potevo fare molto per il mio amico, ma dovevo restare e aiutare a raccomandare i trattamenti e i consigli per non aggravare la situazione della donna.
Tutto sommato erano passate quasi due settimane da quando avevo lasciato Londra, e quasi un mese dall'ultima conversazione significativa con Holmes. Mi sembrò strano che quel telegramma che chiedeva di recarmi ai confini del Weald, un residuo dell'antica foresta che copriva la nostra bella isola, aveva aspettato due giorni il mio arrivo. Holmes conosceva la mia posizione e avrebbe facilmente potuto inviare il messaggio a Northumberland.
Tuttavia, una chiamata da Holmes era pur sempre una chiamata da Holmes, e indicava il suo bisogno del mio aiuto e della mia compagnia. Raramente rifiutavo. Così, senza preoccuparmi di disfare i bagagli, presi un treno per la valle di Holmesdale, ai piedi dei North Downs di Surrey. La pioggia dissestata di una grigia Londra, tuttavia, non attenuò la brillantezza del verde fiorito della campagna inglese primaverile. 
In effetti, le interruzioni intermittenti tra le nuvole permisero al sole di creare passaggi luminosi tra i fiori brillanti che si mostravano su pascoli e colline.
Mentre il treno attraversava quel paesaggio risvegliatosi, gli sprazzi di luce erano diventati più frequenti, e la tristezza per una dolce giovane con un male incurabile stava liberando la mia anima. La mia precedente inclinazione a rimuginare sulle ingiustizie del destino era svanita, e un vivo desiderio di aiutare Holmes in qualunque cosa lo portasse alla gloria, si fece spazio nel mio cuore.
Questi erano i sentimenti che mi accompagnavano, mentre da Guildford-Redhill Line arrivavo a Shere, un tipico e pittoresco villaggio del Surrey a circa cinque o sei miglia dalla città più grande di Gomshall. Una serie di vecchie case, negozi, una chiesa, una fucina e un paio di pub, lo rendevano il centro della vita locale. Il Tillingborne, un piccolo torrente, scorreva al centro di quel piccolo borgo, rendendo quel luogo affascinante e gradevole.
Scesi dal treno tra la nebbia rischiarata dal sole e il profumo pulito della vegetazione lavata dalla pioggia. Holmes aspettava in stazione, un debole sorriso sul suo viso magro. Mi strinse la mano con un caloroso benvenuto e consegnò le valigie ad un uomo tetro e piuttosto cupo vestito da cocchiere. Holmes disse che quell'individuo avrebbe portato il mio bagaglio a Toddington Oaks in carrozza, mentre noi avremmo approfittato della fine di quel rovescio primaverile per goderci una bella passeggiata. Trovai il suo suggerimento piuttosto allettante. Quel delizioso luogo spazzò via dalla mia anima l'ultimo freddo umido di Northumberland.
Aspettai che quell'uomo taciturno sferragliasse nella sua carrozza nera fuori dalla stazione, prima di rivolgermi a Holmes e chiedergli perché mi volesse in un posto così fuori mano, sebbene pittoresco.
"Mi serve un testimone, Watson." esclamò entrando nel villaggio, il cappotto grigio abbottonato contro l'aria frizzante primaverile. "Mi sposerò tra una settimana."
"Sposarsi!" Lo shock arrestò i miei passi nel bel mezzo della strada. "Holmes, sono stato via solo due settimane." Allora un sospetto mi sfiorò la mente. "Non è un'altra messinscena per un caso, vero? Spero che voi non stiate giocando ancora una volta con il cuore di una povera ragazza, per poi distruggere i suoi sentimenti una volta acciuffato il colpevole. Sul serio, Holmes, non è affatto degno di voi."
"Oh no, assolutamente." Mi afferrò un braccio e riprendemmo a camminare, i gorgoglii del torrente di fronte a noi. "La signora è ben consapevole che io sono il signor Sherlock Holmes del 221B di Baker Sreet. In effetti, è piuttosto affascinata dai racconti delle piccole avventure in chiave romantica che voi pubblicate. Oserei dire che vi chiederà almeno un autografo." 
Le poche case si allontanarono mentre lui mi guidava lungo lo stretto vicolo a ritmo spedito.
"Sono stato corteggiato e conquistato dalla signorina Winnifred Farnham di Toddington Oaks, la nipote più bella di un duca e di un conte, rinomata in tutto il territorio per la sua bellezza e per la sua natura testarda."
Il suo nome mi suonava vagamente familiare, anche se mi ricordava poco più di una solita ragazza giovane e ricca. Anche io ricordavo qualche menzione riguardo la sua bellezza. Niente che poteva avere importanza per Holmes. Dalle qualità che aveva appena elencato, certamente non sembrava il tipo di donna che potesse corteggiarlo e conquistarlo. Non pensavo che esistesse una donna che potesse farlo, neanche l'enigmatica Irene Adler, nonostante tutto il suo coraggio e spiccata sagacia. Non di certo, quindi, un'aristocratica figlia testarda di almeno quindici anni più giovane. Semplicemente non aveva senso.
Provai a ragionare come mi aveva insegnato. Il problema era che mi mancavano i dati, cosa di cui spesso ne lamentava. 
Lo osservai con la coda dell'occhio. Un lieve sorriso abbellì la sua bocca sottile, una scintilla si nascondeva in profondità sotto le palpebre pesanti dei suoi occhi grigi. Tutto il suo essere emanava un senso di gioia trattenuta. Solo una cosa portava il mio amico a quel tipo di eccitazione. "Ma ha qualcosa a che fare con un caso, no? Nient'altro vi avrebbe portato al Surrey. Voi odiate le vacanze."
"È iniziato con un caso, sì." Continuò a camminare a passo lesto. "Un caso piuttosto delicato e serio, causa di grande preoccupazione per Whitehall. Il crimine, mio ​​caro Watson, è spionaggio. "
Nessuno dovrebbe essere così contento di un terribile crimine. Anche se ero stato a lungo abituato alla gioia piuttosto inappropriata di Holmes in queste cose.
"Spionaggio? Bene, questo spiega un po' di cose. Ma perché siamo qui?" Ci eravamo ormai lasciati il villaggio alle nostre spalle, quando ci ritrovammo in una graziosa carreggiata, delimitata da un lato da una massiccia siepe di agrifoglio e dall'altro da un grande tratto di terreno boschivo.
"Il paese non è immune dagli intrighi oscuri, Watson. Ve l'ho ripetuto spesso." Spazzò via quella visuale rurale con un rapido gesto del braccio. "Quale posto migliore per passarsi informazioni? Puoi chiedere solo quelli che ti servono. Uno sconosciuto verrebbe notato immediatamente, e ci sono molte meno possibilità che la polizia o un agente venga a spiarti. Il Paese ha sempre bisogno del crimine".
"Per l'amor del cielo, e come ha potuto un caso di spionaggio portarvi a venir corteggiato?" Feci del mio meglio per non sembrare troppo sconvolto, perché non avevo nessuna intenzione di ferire i sentimenti di Holmes, qualora fossero stati realmente sinceri. 
"Perdonatemi, vecchio amico, è che non riesco a immaginare che voi vi siate lasciato soggiogare dall'amore di una giovane. Avete detto che non bisogna fidarsi delle donne, neanche della migliore di loro."
"Non ho detto che mi fido di Winnifred."
Anche questo sentimento non mi sorprese, anche se mi rattristò. Non mi sarei mai aspettato che Holmes si sposasse, ma se tale fosse il suo intento, una posizione così cinica e quasi spietata riguardo sua moglie, non era poi sconcertante. Anche se non la conoscevo ancora, provavo già grande simpatia per Winnifred. La vita con Holmes poteva essere enormemente gioiosa — salvo in quelle occasioni in cui era assolutamente infernale.
Svoltammo dalla strada principale verso un sentiero che conduceva al parco. A circondarci maestosi alberi, antichi e muschiosi. I raggi del sole filtravano tra le foglie brillanti, la nebbiolina sui loro grandi tronchi. "Davvero, Holmes, non è proprio l'atteggiamento giusto da prendere verso la persona con cui si intende trascorrere la vita."
Holmes si appoggiò al suo bastone da passeggio con grande enfasi.
"Vi sbagliate. È perfettamente razionale. Io, comunque, mi fido più di lei che del suo fratellastro, Robert Adair Chilton, visconte di Stepney.
Le mie indagini mi hanno portato a questa conclusione. Credo che lui abbia sviluppato una rete di spie che gli forniscono informazioni utili, che, pur insignificanti da sole, messe insieme ad altre possono formare un insieme che sarebbe prezioso per coloro al di fuori dell'Impero. Oh, ci vuole una mente acuta per congiungere tutti i pezzi del puzzle, ma non è impossibile. Mycroft è testimone. Ciò su cui non posso mettere le mani ne è la prova, e di come Lord Kingson comunichi le sue scoperte ai suoi acquirenti."
"Quindi avete incontrato la signorina Farnham nel corso dell'investigazione." Sentivo che c'era qualcosa che non mi aveva detto. O non poteva, a causa del caso, o aspettava che ci arrivassi da solo. "E lei... ha attirato la vostra attenzione?"
"Più un forzare, la mia attenzione." Un timido sorriso spuntò sulle sue labbra. "Come mi aspettavo che lei facesse, d'altronde. Indagando su Lord Stepney ho scoperto che, fatto noto a tutti, sua sorella è più che affascinata dai vostri scarabocchi, vecchio amico. Confina con il fanatico. Oserei dire che potreste ricevere una lettera o due in quel sacchetto che il vostro editore invia mensilmente.
"Ho pensato che se mi fossi presentato nello stesso luogo dove poteva esservi la signora, il resto sarebbe andato da sé. E così è stato. Mycroft si è procurato un invito ad un ricevimento, e il resto, come si suol dire, è storia. La signora dopo essersi accorta della mia presenza non si è mai allontanata di un passo da me."
Nell'immaginare la situazione, non riuscii a trattenere un sorriso. "Mi dispiace, Holmes. Non ho intenzione di trattarvi come uno sbruffone. Ma come siete riuscito a passare dalle sue semplici attenzioni al matrimonio?" 
"Winnifred mi considerava una sfida. Vedete, lei è molto determinata e non c'è niente che trova più attraente di qualcosa che non può avere. Ricordo bene le prime parole che mi disse: 'Il dottor Watson dice che non v'importa delle donne. Beh, oserei dire che io potrei essere l'eccezione.' Ammetto che fosse su un livello eccezionale, seppur sfacciato."
Le cose acquistarono un senso. Potevo benissimo immaginare un approccio diretto, quasi maschile, per corteggiare Holmes. Niente finzioni, niente giochetti femminili. Una semplice dichiarazione di intento. Ridacchiai. "Con un tale spirito di caccia, mi sorprende che lei non abbia osato baciarvi per prima."
"Oh, l'ha fatto. Non ho ricambiato. Le ho fatto ricordare il giusto comportamento di una giovane nobildonna inglese ritrovatasi sola con un gentiluomo." Un sorriso increspò le sue labbra. "Winnie, —così insiste che la chiami— mi trova una spina nel fianco, e non così divertente come avrei dovuto, o potuto essere. Ha quindi emesso un ultimatum. Devo dare sfoggio della mia virile prodezza nelle arti dell'amore fisico alla prossima occasione, o lei non ne avrà di me."
"Allora perché la sposate?" Confesso che mi stavo sforzando di non ridere per la sua narrativa così pratica.
"A parte quel traditore di suo fratello, è davvero la creatura più affascinante. Ha una bellezza sorprendente. I più adoratori dei suoi ammiratori scrivono poesie sui suoi capelli color oro pallido e gli occhi fiordaliso, sulla sua pelle lattea e delicata. Eppure c'è tanta delicatezza nel suo corpo quanto poco vi sia nella sua personalità. In effetti, è in vari aspetti molto moderna e si sente all'altezza di qualsiasi impresa che un uomo possa affrontare. Non fa uso di trucchi né sotterfugi, ma piuttosto per raggiungere i suoi scopi conta sulla sua forte personalità. Testimone per il nostro matrimonio. La sua proposta mi aveva piuttosto sorpreso."
"Oh, dite!" Mi fermai sotto l'ombra estesa di un'enorme quercia, la più antica intorno a noi. Una panchina di pietra scolpita si trovava tra le felci e di fronte troneggiavano fiori di un blu intenso. 
Una meritata pausa per una vista della valle.
Grandi distese di colline erbose e di possenti alberi si riversavano su uno specchio d'acqua, scintillando nella fitta luce del sole. Le scie di fumo grigio indicavano le fattorie e le frazioni. "Holmes, non potete semplicemente passeggiare qui intorno e raccontare una storia così interessante omettendo alcuni dettagli."
"Cos'altro volete sapere? Ho assicurato il nostro incontro, sapendo che lei mi inseguiva. E così è stato. Tuttavia, si è rivelata un po' più di quanto mi aspettassi." Il suo lieve sorriso ricomparve. “Onestamente, avevo pensato di ottenere l'ingresso nella casa dei suoi genitori e poco più. Da lì, avrei potuto osservare suo fratello più da vicino, conoscere le sue abitudini, sapere chi frequenta. Winnie ha piuttosto alterato quei piani. Ho guadagnato l'ingresso, ma non nel modo in cui l'avevo previsto. Il suo inseguimento era il più furbo e il più diretto che avessi mai sentito. Mi son trovato abbastanza sbigottito."
"Capisco." Non riuscivo ad immaginare una donna del genere che sopportasse gli orari irregolari di Holmes o che mi vedesse a tutte le ore.
Uno strano nodo mi si formò alla bocca dello stomaco e non riuscivo a scioglierlo.
Holmes notò la mia angoscia. Al contrario, io gli diedi una pacca sulla spalla, constringendomi ad abbozzare un sorriso. "Bene, allora le congratulazioni sono d'obbligo. Ben fatto, vecchio mio. Sarei onorato di farvi da testimone."
"Vero come non mai, mio ​​caro amico. Tuttavia, potrebbe rilevarsi non necessario se non riuscissi a raggiungere gli esigenti standard di Winnie nell'arte del baciare. " Un lucido raggio di sole trafisse le foglie sopra di noi, sistemandosi sulla testa e sulle spalle di Holmes e illuminandolo della più gentile luce. Una strana miscela di divertimento e dispiacere mi agguantò.
“Mio caro Watson, come si bacia una donna?" 
"Mi state prendendo in giro, immagino. Non sapete come dare un bacio ad una donna?" Non potevo tollerare una cosa del genere. Nonostante tutta la sua misoginia, a un certo punto della sua vita doveva pur aver avuto un rapporto con una donna, almeno quanto basta per scambiarsi un bacio.
“Difficilmente è materia di studio.” Non lo misi in dubbio. A meno che non sarebbe risultato utile alla sua capacità di deduzione e alle indagini, non avrebbe potuto avere alcun interesse per lui. Restava il fatto che...
"Certamente da qualche parte nella vostra carriera, tra i vostri travestimenti, quelli secondari se non altro, siete stato costretto a... uhm... rapportarvi con donne di una certa classe?" Non suonava come una domanda, ma le sue sopracciglia alzate lo rendevano tale.
"Ho sempre cercato di evitare rapporti intimi con prostitute, Watson. La sporcizia e la malattia non hanno nessuna attrattiva per me." Proibire era il termine più pacato a cui potessi pensare per descrivere il suo tono e la sua espressione. Poi entrambi si illuminarono e svanirono per far posto ad un sorriso. 
"In ogni caso, non si baciano le puttane, vecchio mio. Semplicemente non è una cosa che si fa."
Presi a parlare ripensando a quell'ipotesi, ma poi scossi la testa. Una moltitudine di cose rendevano la vita con Holmes molto più che comunemente interessante.
"Il gentil sesso è di vostra competenza, mio caro amico. Preferisco lasciare tali argomenti saldamente nelle vostre mani esperte. Fioraie o duchesse, tutte rimangono fortemente attratte da voi. Io non ho nessuna delle vostre considerevoli esperienze, però." Sospirò. "Necessito di un insegnante, Watson. E in fretta, perché mi aspetto che Winnie mi costringerà quando tornerò a casa."
Quindi l'essere tornati indietro, piuttosto che aver preso la carrozza, è stato per altri motivi, che semplicemente godersi la giornata e lo splendido panorama. Comprendevo Holmes; non avrei mai voluto ritrovarmi tra le mani di quella donna. "Bene, nell'interesse di salvarvi dall'esilio, suppongo che potrei darti una lezione."
"Una lezione?" L'espressione piuttosto contemplativa di Holmes aggiunse una smorfia di soddisfazione sugli angoli delle sue labbra. "Non credevo v'importasse così tanto della mia felicità, anche se confesso di aver sperato che voi poteste. Vi siete offerto di fare un grande sacrificio, vecchio mio."
"La vostra felicità e il vostro benessere sono sempre stati di mio interesse. Il cielo lo sa, quanti terribili stimolanti vi ho somministrato." Gli posai una mano sulla spalla e presi tutto il mio coraggio per riaprire bocca. "Non chiamerei sacrificio, aiutarvi a conquistare il rispetto della donna che ha catturato la vostra attenzione." Ancora non riuscivo a comprendere quel concetto: Holmes, sposato. Innamorato. Non più bisognoso del mio aiuto o compagnia. Feci a pugni con quel pensiero indegno per scacciarlo via.
"Infatti." Le sue spalle si sollevarono e si incurvarono in un rapido movimento sotto la mia mano. "Mi avete sempre sostenuto, mio caro amico. Ma ditemi come avete intenzione di insegnarmi l'arte del baciare una donna quando non ci sono donne attualmente in giro, e ho seri dubbi che potrei tollerare la cameriera della vostra signora, che sembra avere interesse per me." Il sole gli illuminò gli occhi, scintillando in superficie, gli strati più profondi nascosti.
Mi chiesi se qualcuno, perfino io che lo conoscevo così bene, potesse mai scandagliare tutte le loro profondità. Il divertimento riflesso sulla superficie.
"Ho pochi dubbi che ci butterebbe nella fontana del cortile."
Ignorai quel lieve crampo che mi colpì allo stomaco e mi concentrai sulla richiesta. "È piuttosto semplice, Holmes. Dovremo usare un sostituto."
Trovare un'idea non poteva essere così difficile. Se quella strana mancanza di respiro mi avesse lasciato, non ho dubbi che l'avrei trovata.
“Hmm... bene. Ci sono svariati alberi più piccoli qui intorno. Voi avete il grande dono di vedere oltre ciò che il resto di noi riesce. Quindi, immaginate che un albero sia la vostra pretendente."
Riuscii a pronunciare l'ultima parola con un nodo crescente nello stomaco.
Mi fissò per un lungo momento, poi il suo sopracciglio sinistro si arcuò.
"Un albero." La fronte si rilassò lentamente. Affondò contro la panca di pietra, le mani strette sul pomo d'argento del suo bastone, così da poter guardare sopra di me. "Davvero, Watson."
"Beh, non posso suggerire una delle mucche del quartiere."
Di tutti suoi toni, quello che insisteva sempre sul fatto che ero l'idiota del villaggio, mi irritava più di ogni altro. Nello stato attuale dei miei nervi, mi sitizzì ancor di più. "E visto che vi conosco abbastanza bene da sapere che non lo fareste, vi prego di suggerire anche solo un abbozzo verbale di un'idea, qui nel bel mezzo del nulla."
"Qualunque cosa possa essere, sono certo che sarà più utile di un albero o una mucca." Si raddrizzò, con lo sguardo fisso tra le felci. "Vedo che le visite in paese non sono salubri per i vostri processi mentali. Dovreste rimanere in città dove il frastuono può stimolare il vostro cervello." Mi lanciò un'occhiata di completo disprezzo dalla fessura degli occhi. "Un albero."
"Bene." Per tutti gli uomini più esasperanti, fastidiosi e ostinati di sempre! "Volete una lezione, va bene." Appoggiai un ginocchio sulla panca, lo afferrai per la nuca e schiacciai la bocca sulla sua, la mia esasperazione prevalsa su tutto. 







ANGOLO DEL TRADUTTORE
Ho sempre amato scrivere, ho sempre amato leggere e ho sempre amato tradurre.
Allora ho mescolato queste tre cose alla mia ossessione per i Johnlock, ed è uscito fuori questo.
Ho deciso di tradurre "Kissing Sherlock Holmes" perché è l'unico (o comunque il migliore) racconto non canon
che tratta dell'amore tra Sherlock Holmes e John Watson... e, a parer mio, è davvero fantastico.
Sono molto soddisfatto del risultato e spero che anche voi possiate apprezzare la storia come il mio lavoro. :)
Ah, e per chi legge *palle di fieno rotolanti*: ho preferito dividere il capitolo in due parti essendo molto lungo, ma ditemi voi come preferite.

Have a nice day,
xo

 
  
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