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Autore: FlyChick    05/05/2018    1 recensioni
"Nat, rispondi sinceramente a quello che sto per chiederti."
"Oh, sentiamo. Cosa c'è questa volta Evelyn?"
"Nat, è stata la cazzata più grande della mia vita innamorarmi di Shannon Leto, buttarmi in una relazione del genere vedendoci quando capita e fare due figli con lui senza neanche pensarci un attimo??" chiese tutto d'un fiato continuando a guidare per le trafficate vie di Los Angeles.
Natalia sospirò. "Eve, mi hai già fatto questa domanda almeno altre cento volte, in cento forme diverse. Ti ho già detto mille volte come la penso, ed è quello che già sai. No, non è stata una cazzata. Perché ogni tanto ti viene in mente una cosa simile?"
"Nat, temo che il coperchio del mio portarimorsi stia per esplodere, liberandoli tutti, per farli fluttuare nella mia testa allo scopo di assillarmi continuamente."
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Shannon Leto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2.Back To You

- Do You Believe You Could Walk On Water? -

Back To You
8 Maggio 2018,
Studio City, L.A.

Goapele - Back To You


Un bacio tanto desiderato quanto atteso. Un abbraccio stretto. Un abbraccio che da settimane sembrava soltanto un ricordo.
La maglietta di Shannon bagnata dai bambini appena usciti dalla piscina.
Un brivido. Un brivido di freddo, un brivido di fervore.
"Ciao bimba."
"Ciao Shan." e lo abbracciò stretto, ancora, "Non sai quanto mi sei mancato amore mio. Come stai?"
Finalmente a contatto, finalmente stretti in un abbraccio, finalmente l'uno insieme all'altra.
"Stanco, ma benone. Accidenti Eve, non posso arrivare qui e trovarti con questo addosso."
La mano di Shannon era già sulla sua nuca per slacciarle il costume.
"Shannon!" lo fermò lei, "Ci sono i bambini!" sussurrò, ma Jeremy e Harper stavano già rincorrendosi per tutto il giardino per la felicità, noncuranti di ciò che stesse succedendo fra loro due.
Evelyn sospirò osservando i due bambini mentre giocavano, e sorridendo disse: "dammi una mezz'ora per fare il bagno a queste due piccole pesti, poi sono tutta per te."
Shannon rise.
"Io scarico le valigie intanto. E magari mi faccio un caffè."
Evelyn gli carezzò il viso.
"Si, ma dovresti anche riposarti un pò. Hai la faccia stravolta. Non so quanto un caffé possa sistemarla. Fatti una doccia. Poi mi racconti tutto." e gli diede un ultimo leggero bacio, "Bimbi, coraggio! A fare il bagno. Avete sguazzato abbastanza per oggi. Jeremy! Harper!"
Jeremy deviò la sua corsa verso la grande porta finestra che dal giardino portava nel soggiorno, proseguendo per il corridoio. Salì le scale senza rallentare nemmeno un secondo e si catapultò dritto in bagno. Harper lo seguiva ridendo come una pazza, divertita dal gioco. Nonostante fosse più piccola, non voleva darla vinta al fratello e correva a più non posso per stare al passo.
Shannon aspettò che Evelyn finisse di sistemare i bambini e si concesse finalmente una doccia rilassante. Ancora non credeva che per un pò di tempo avrebbe avuto i piedi ben saldi a terra, abituato com'era alla frenesia caotica del tour.
Sospirò.
Finalmente un pò di meritato relax. L'acqua scorreva sulla sua pelle, sulle sue spalle, sui suoi tatuaggi. Silenzio. Quella cosa che spesso mancava nella sua vita da musicista. Ogni tanto ci voleva, ogni tanto anche le rockstar avevano bisogno di fare una pausa per ricaricare le batterie. Ogni tanto sentiva il bisogno di dover ritornare a casa.
Casa.
Che cos'era quella casa per loro due? Erano quattro mura. Erano semplicemente questo. Il loro rapporto non aveva radici, non aveva origini, la loro casa era dove il cuore e la follia li portavano. Non importava se quel posto fosse un'isola sperduta, una città affollata, una stanza d'hotel o una casa sulle colline della California.
Shannon.
Evelyn.
Ma anche Jeremy e Harper.
Questa era la loro casa. Questo era il loro tutto.
Infatti a cena i bambini non sembravano voler mollare il loro papà nemmeno per un attimo. Uno, seduto sulla sua gamba destra, simulava un attacco aereo con il suo aeroplanino, utilizzando i tatuaggi sparsi sul corpo del papà come basi aeree; l'altra, seduta sulla gamba sinistra, disegnava ritratti di tutta la famiglia, scrivendo i nomi di tutti con le poche lettere che sapeva scrivere.
"Dai bambini, sedetevi al vostro posto. Avrete tempo tutta la giornata di domani per giocare." cercò di dire Evelyn.
"No," fece Shannon, "lascia che facciano."
Evelyn non disse più nulla, restando a guardare.
Non avrebbe mai pensato che sarebbero arrivati a fare una cosa del genere. Non avrebbe mai pensato, negli anni passati, che un giorno Shannon sarebbe arrivato a scombussolarle la vita come aveva fatto. Non avrebbe mai pensato di riuscire a superare il suo passato e di ricominciare a vivere, a sorridere... proprio con lui. Ma soprattutto, non avrebbe mai immaginato che un giorno sarebbe diventata la madre dei suoi figli. Si, perché Shannon le aveva fatto tantissimi regali nella sua vita, sempre. Le aveva sempre portato qualcosa dai suoi viaggi, dai suoi tour, anche quando non voleva proprio saperne di avere a che fare con lui. E proprio allora mai avrebbe creduto che un giorno sarebbe riuscito a farsi breccia nel suo cuore, nelle sue paure, nella sua mente, nei suoi fantasmi e che le avrebbe regalato qualcosa di così grande come Jeremy e Harper.
Se l'amore aveva occhi, erano quelli azzurri di Harper.
Se aveva voce, era quella di Jeremy tutte le volte che la chiamava "mamma".
Se aveva un profumo, era quello di Shannon.
Evelyn portò Jeremy e Harper a dormire. Li mise a letto un pò prima del solito, quella sera voleva dedicare a Shannon tutto il tempo che poteva dargli. Voleva stare con lui, voleva recuperare tutti quei giorni passati lontani.
Sgattaiolò nella loro camera. Shannon, sul balcone, stava per finire di fumare la sua sigaretta. Fece per dirle qualcosa, ma lei gli fece segno di stare zitto, onde evitare di svegliare i bambini. Si tolse la vestaglia di seta bianca e lo raggiunse camminando in punta di piedi, indossando un completino intimo di pizzo bianco che lasciava intravedere ogni dettaglio del suo corpo e i suoi tatuaggi.
"Shannon quando smetterai di fumare?" gli sussurrò.
Shannon soffiò via l'ultima nuvola di fumo, buttando via il mozzicone.
"Eve quando smetterai di essere così terribilmente sexy?" e la tirò verso di sé, chiudendola fra le sue braccia.
Le loro labbra a pochi centimetri l'una dall'altra.
"Ho una rockstar da tenermi." lo guardò col suo sguardo tanto ingenuo quanto felino.
"Te l'ho detto e te lo ripeto, Evelyn Jones. Non ti libererai facilmente di me."
Lei indietreggiò ritornando in camera, senza mai distogliere lo sguardo da quello di lui.
Shannon non si mosse, osservandola mentre le poche cose che aveva addosso scivolavano al suolo una ad una. I capelli ondulati le coprivano il seno. Quanto aveva atteso quel momento.
"Resti li?" gli chiese, con quel tono apparentemente innocente. Quel tono che sapeva che l'avrebbe fatto cedere all'istinto.
Shannon non se lo fece ripetere due volte. La prese in braccio letteralmente buttandola sul letto, dietro di loro, e si liberò di tutto ciò che aveva ancora addosso.
Quanto l'aveva desiderata. Il pensiero di quel corpo minuto, quei capelli rossi...
Evelyn chiuse gli occhi rilassandosi fra le lenzuola, lasciando a lui il compito di guidare.
Shannon era esattamente ciò di cui cantava Jared.
Un uragano.
Era un uragano che non lasciava scampio. Una tempesta, un vulcano in eruzione. Shannon era esattamente questo, una forza della natura. Un vortice di emozioni e sensazioni, dal quale lei voleva farsi trascinare e sconvolgere per il resto dei suoi giorni.
Sapeva essere dolce e forte allo stesso tempo, sapeva come rendere ogni loro momento indimenticabile.
Evelyn tremò aggrappandosi alle lenzuola, pregando perché Shannon continuasse, più forte, fino a raggiungere l'estremo piacere che solo lui sapeva darle.
Evelyn rabbrividì.
"Freddo?" chiese Shannon.
La portafinestra che dava sulla terrazza era rimasta aperta e le leggere tende di tulle svolazzavano ondeggiando, contornando un meraviglioso cielo stellato di un blu intenso.
"Un pò." rispose lei.
Finalmente poteva dormire fra le sue braccia.... Ma non riuscirono a dormire molto di più di quanto entrambi dormivano di solito.
Rumore di piedini che correvano in corridoio e urla di gioia mista a paura li svegliarono alle 6.25. Jeremy simulava l'attacco di Pearl Harbor lungo le scale, mentre Harper dal piano di sotto rideva divertita e talvolta urlava di spavento quando lui le lanciava dardi di gommapiuma cercando di riprodurre il rumore delle bombe facendo suoni buffi.
Evelyn aprì gli occhi. Shannon la stava guardando divertito.
"Oh oh, c'è un attacco aereo nella sala da pranzo."
  
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