Inanzitutto, scusate per il ritardo. Ho avuto problemi di connessione e non riuscivo a postare nulla sul sito, ma adesso ho risolto!
Enjoy ^^
Ero di nuovo con quel ragazzo. Il ragazzo che adesso aveva un nome. Edward.
Non eravamo più nella stessa strada dei due sogni precedenti, adesso eravamo
assieme per le vie del campus. Eravamo sempre mano nella mano.
“Allora? Hai
cambiato idea?” mi disse.
“Forse... Forse l'ho cambiata” risposi,
incerta.
“Ah, bene... E cosa pensi ora?”
“Penso che... Insomma... Adesso
mi piace qualcuno” Lo guardai in volto, e vidi che rise.
“Mi sembra una
buona risposta. E com'è? Carino?”
Nel sogno mi venne subito in mente il
ragazzo della panchina. Forse mi riferivo a lui. Non forse. Mi riferivo proprio
a lui. Ma perchè allora tenevo la mano ad Edward? Che cosa centrava?
Il sogno
finì prima che potessi rispondere. Mi svegliai con i brividi. Quella mattina
faceva davvero freddo.
Come ormai tutte le mattine, da più di due settimane
a quella parte, mi andai a vestire in fretta, ed in fretta uscii dalla stanza
per andare a lezione. Era giovedì. Questo significa che avrei incontrato Edward
in tre lezioni.
Non sapevo perchè quella mattina avrei voluto proprio
evitarlo, ma pensai che era a causa del sogno che avevo fatto. Mi chiedevo
ancora perchè mi tenesse la mano. Era forse un sogno premonitore? Oppure nella
mia mente era proprio quello che desideravo?
Scossi la testa a quel pensiero.
No, non volevo lui. Volevo il ragazzo del parco. O almeno era quello che
credevo. Dovevo pensarci bene.
Entrai nell'aula di Storia dell'America con
passo lento, quasi come se avessi paura che ci fosse qualche mostro che potesse
mangiarmi.
Presi posto da qualche parte, ed iniziai a sfogliare il mio libro
per ingannare il tempo, ma era troppo difficile. Con lo sguardo aspettavo che
entrasse anche Edward nell'aula, ma non mi capacitavo ancora del perchè. Pensavo
che, dopo aver scoperto il suo nome, ormai la sua curiosità verso di lui era
finita.
Quando poi alla fine entrò, il cuore iniziò a battermi ancora più
forte.
Lo seguii con lo sguardo, e vidi che anche lui sembrava cercare
qualcuno... Forse. Poi, per un istante, incontrò i miei occhi. Fu un momento
breve, ma in quei pochi secondi, ci fissavamo in modo strano. Non riuscivamo ad
abbassare lo sguardo per guardare altrove. Fece un cenno con il capo ed io lo
feci con la mano, come per salutarlo. Poi, si sedette al suo posto.
Probabilmente, ero proprio io quella che cercava nella stanza. Il mio cuore
intento continuava a battere velocemente, senza riuscire a rallentare.
Per
tutta la lezione, ed in quelle seguenti con lui, lo fissai molto spesso.
Lui, a volte, vagava con lo sguardo in varie direzioni, e pensai che faceva
così per non far capire che cercava me. Okay, forse mi sentivo troppo
importante, e questo non andava bene. Però, sono sempre delle ipotesi.
Quando arrivò l'ora di pranzo, la mensa era già piena. Cercai con gli occhi
Angela, e vidi che era seduta ad un tavolo con Alice... Ed Emmett. C'era anche
Jasper. Li raggiunsi.
“Ciao, ragazzi”
“Bella, aspettavamo proprio te”
disse Alice, entusiasta.
“Perchè?” dissi, confusa.
“Stasera vorremmo
fare una festa intima in stanza... Ci sei?”
“Cosa intendi per intima?” Non ci
stavo capendo nulla.
“Beh, solo noi quattro ragazze con Jasper, Emmett ed
Edward. Sempre se sei d'accordo”
Edward... Ci sarebbe stato anche Edward...
“Sì, io... Per me va bene”
Alice si illuminò. “Oh ma allora è perfetto! Sarà
meglio che vada a preparare fin da ora” disse, alzandosi improvvisamente,
portandosi Jasper dietro.
Restammo sole con Emmett.
“Allora? Tutto bene
la giornata di oggi?”
“Bene bene” disse Angela. Io intanto stavo mangiando.
Mentre trangugiavo il mio piatto di pasta calda, arrivò la solita voce che
mi faceva andare in tilt. “Ciao” disse. Era lui.
Mi stava per andare il cibo
di traverso, così iniziai a tossire forte e a bere acqua. Notai che sia lui che
Emmett mi stavano fissando.
“Tutto bene?” chiese Emmett.
“Sì... Emmett...
Stavo solo mangiando... troppo in fretta” dissi, tra una tosse e l'altra. Edward
mi guardava preoccupato. Continuai a mangiare, ed anche gli altri fecero lo
stesso.
Dopo qualche minuto in cui si sentivano solo le nostre forchette che
si muovevano, Emmett iniziò a parlare con suo fratello.
“Stasera sei
libero?”
“Sì” rispose semplicemente.
“Bene. Allora facciamo una
festa”
“Una festa? E perchè?” Sembrava non gli piacesse l'idea. A dire il
vero, nemmeno a me. Io odiavo le feste.
“Così... Idea di Alice, sai com'è
lei”
“Già”
“Allora, verrai?”
“Penso di sì” rispose secco.
“Dai,
Edward, vieni” lo pregò Angela “ti divertirai”
Edward fissò prima Emmett, e
poi me. Per troppo tempo. “Va bene”
“Fantastico!” disse Angela.
Continuammo a mangiare in silenzio. Si sentivano solo i rumori delle
forchette nei piatti.
Emmett ed Angela ogni tanto scambiavano qualche
parola, così, giusto per passare il tempo, mentre io, quasi tutta l'ora, restai
a fissare il mio piatto senza alzare gli occhi. Non volevo di certo incontrare
quelli di Edward. Mi mettevano in soggezione, e non sapevo perchè.
Dopo
qualche minuto, sentii una sedia spostarsi ed alzai gli occhi. Era la sua.
“Ci vediamo stasera,” disse, senza rivolgerci nemmeno uno sguardo. E meno
male. Se avesse continuato a fissarmi senza motivo, forse gli avrei chiesto di
sicuro il perchè. E non volevo di certo saperlo.
I miei compagni di tavolo,
non risposero. Erano troppo occupati a ridere per qualcosa che non avevo capito
bene, ma che dopo tutto, non mi interessava affatto.
Stavo ancora pensando
ad Edward, ed ai suoi sguardi.
Mentre pensavo a lui, era come se l'immagine
del ragazzo del parco si offuscasse all'improvviso, quasi come se i sentimenti
che avevo detto a me stessa di provare, adesso fossero diretti unicamente verso
Edward, quasi come se tra i due ci fosse una stretta relazione.
'Ti sbagli,
è sicuro. Ci sono così tanti studenti nel campus...'
Eppure, com'era
possibile che ogni volta che lo sentivo parlare mi batteva così forte il
cuore?
Tornai in stanza, da sola, e lasciai Angela ed Emmett alle loro
risate. Non si accorsero quasi che me n'ero andata.
Appena entrai nel
soggiorno, vidi che tutto era pulito e lucido. Alice era ancora con lo
spazzolone e il secchio, e Jasper spolverava qua e là.
Quando mi videro, mi
sorrisero.
“Dovevamo pur pulire, prima o poi” fece Alice.
“Hai ragione,
ma penso che si sporcherà di nuovo” le risposi ridendo.
“Pazienza. Puliremo
di nuovo”
Passai davanti ai due ragazzi e raggiunsi la mia stanza.
Mi
tolsi le scarpe e mi stesi sul letto. Fissavo il soffitto senza desiderarlo,
giusto perchè non avevo tanta voglia di chiudere gli occhi per farmi un riposino
pomeridiano prima dell'incontro di questa sera. Già, questa sera. Sperai che non
ci fossero troppi giochi di sguardi, tra me e Edward, perchè altrimenti avrebbe
potuto chiedere spiegazioni. Non solo lui, ma anche gli altri. Non erano di
certo stupidi... O no?
Stasera, pensai. Oh. Dovevo anche incontrarmi con il
ragazzo del parco! Tirai un sospiro di sollievo. Avrei fatto finta di dover
uscire, come facevo ogni sera, ormai, e mi sarei dileguata. Ecco fatto. Niente
più Edward e niente più coppiette per il resto della serata. Almeno finchè non
sarei tornata.
Stando stesa sul letto, mi addormentai, e mi svegliai solo
quando il telefono suonò. Angela rispose.
“Pronto?”
Mi sedetti sul
materasso e mi strofinai gli occhi, mentre lei sorrideva, con il cellulare in
mano.
“Non ci credo! Stasera? Sì, va bene. Ti vengo a prendere io”
Spero
solo che non aveva deciso di allargare la festa anche ad altri studenti...
già era troppo difficile stare solo con poca gente...
Mi alzai, noncurante, e
andai a lavarmi in bagno. Mi gettai sotto la doccia fredda, per lavare via le
tracce di sonno. Dovevo anche prepararmi per la 'festa' di questa sera, e non
volevo apparire sporca e trasandata.
Uscii qualche minuto dopo con degli
abiti puliti.
Avevo deciso di indossare un jeans scuro ed una maglia con lo
scollo a V blu. Abiti normali, dopo tutto. Non era mica un gala.
Quando
rientrai in stanza, Angela sorrideva felice. Immaginai che era a causa della
telefonata di poco prima. Non appena mi vide, mi raccontò tutto.
“Bella...
Ben mi ha chiamato poco fa... Sta venendo qui! Capisci? Sta venendo! Che
bello!”
Ben. Andiamo bene...
Ben era il ragazzo di Angela, ormai dai
tempi in cui andavamo alla Forks High School. Ha due anni in più a noi, e quindi
quando Angela si è trasferita ad Hartford, lui l'ha seguita. Non l'ho mai
conosciuto molto bene, ma le poche volte che ci ho parlato, mi è sembrato molto
simpatico.
“Sono contenta per te” dissi, sorridendole a mia volta. Ed era
vero. Meritava di essere felice.
“Dopo devo andarlo a prendere”
“Beh,
così verrà anche alla festa”
“Esatto. E stanotte andiamo a dormire in un
albero qui accanto. Non ti dispiace, no?”
“No, certo che no” le risposi,
anche se un po' la invidiavo. Va bè.
Bussarono alla porta. Vidi l'orologio,
e mi accorsi che erano già le otto. La festa sarebbe iniziata a momenti.
Probabilmente quelli erano gli invitati...
Io ed Angela andammo nel
soggiorno, e notammo con piacere che Alice aveva aggiustato tutto con classe, ed
aveva anche preparato qualcosa da mangiare nel cucinino – che usavamo di rado -.
Stavano entrando proprio in quel momento.
“Prego, accomodatevi” disse Alice,
mentre Edward ed Emmett entravano in stanza. Jasper era rimasto qui tutto il
pomeriggio.
Quando di ci vide, Emmett alzò la mano per salutarci, mentre
Edward si limitò, come sempre, a fare solo un semplice cenno col capo. Sempre
sprecato.
Alice mise un po' di musica da discoteca. Ballare non mi piaceva,
e non osai nemmeno provarci.
Lei, Jasper, Emmett e Rosalie, invece,
ballarono come matti da quando Alice abbassò le luci per rendere l'atmosfera più
intima.
Sotto la musica assordante, riuscii a sentire Angela dirmi “Torno
tra un po', vado a prendere Ben”, e mi lasciò sola con Edward.
Sola
teoricamente, dato che c'erano anche gli altri quattro.
Ma visto che nemmeno
lui ballava, diciamo che ci facevamo compagnia.
Ero seduta sul divano
bianco, mentre lui era su quello nero, proprio davanti a me. Non riuscii a
voltarmi nella sua direzione per vedere cosa faceva, o se mi stava guardando.
Preferii ignorarlo per evitare che mi mettesse in soggezione. Mi ripetei che
dovevo pensare all'incontro con il ragazzo del parco, che avrei dovuto vedere
tra un'oretta.
Alice ed Emmett, mentre ballavano, urlavano di divertimento,
e capii che gli piaceva davvero molto ballare. Rose e Jasper erano più passivi,
ma sembrava comunque che gli piacesse.
“Dai, Bella, vieni!” gridò Alice,
cercando di farsi sentire.
Scossi la testa, e sorrisi. Non avrei mai
ballato.
Passarono a fare questo per una mezz'ora, che tornò anche Angela
con Ben.
Quando li vide, Alice decise di fare qualcosa tutti insieme, dato
che né io, né Edward, avevamo ballato. Abbassò il volume dello stereo.
“Allora! Adesso si gioca!” disse, a voce alta.
“Giochiamo? E a cosa?”
chiese Emmett, sempre propenso al gioco.
“Ad un classico. Il gioco della
bottiglia!”
“Va bene, ci sto!” gridò Emmett, seguito da Angela e da Jasper,
che però lo disse con tono molto più basso.
A parte la bottiglia da far
girare, Alice aveva portato con sé quando era venuta qui una specie di rotellina
con una freccetta che girava, su cui c'erano scritti i pegni.
Schiaffo,
bacio, carezza. Che roba. Non osai pensare se mi fosse capitata una delle ultime
due a me. Trasalii, quando vidi l'orologio. Avevo ancora una mezz'ora.
Ci
sedemmo tutti sui divani, e stranamente c'entrammo tutti e otto.
“Bene,
allora inizio io. Tanto sapete tutti come si fa. Non ammetto scuse. Nemmeno per
i baci. Dovranno essere come volete, ma solo sulle labbra” disse.
“Ma...
Alice... E se capitano due uomini?” chiese Jasper.
“Non fa niente. Si fa e
basta. E' un gioco” gli rispose ridendo.
Alice diede un colpetto alla
freccetta, che si fermò su 'carezza'.
Adesso le toccava girare di nuovo la
bottiglia, per vedere a chi doveva farla.
Mise tutta la forza che aveva, e
alla fine uscii Rosalie.
Alice si alzò e andò a dare una carezza all'amica.
Rose le sorrise. La prima volta che la vidi sorridere in trenta giorni.
“vai, Rose, ora tocca a te” le disse Alice.
Rosalie imitò quello che
poco prima aveva fatto Alice, e questa volta capitò su 'bacio'.
“Ohh, voglio
proprio vedere chi le capita!” disse Jasper.
La bottiglia si fermò davanti a
Ben. Cioè, uno sconosciuto per lei.
Emmett rideva, mentre Rose si alzava con
una brutta faccia imbronciata e veloce dava il bacio a Ben. Anche gli altri
risero.
Ben fece uscire di nuovo 'bacio', e gli toccò baciare Emmett, poi
Emmett fece uscire 'schiaffo', e Jasper fu il malcapitato; poi Jasper fece
uscire di nuovo 'carezza' e toccò ad Angela, che fece uscire 'schiaffo', che
toccò a me.
Infine, dopo tanti giri, fu il mio turno.
Non amavo molto
questo gioco, a causa degli esiti e delle cose che imponeva di fare.
'Tutto,
tranne bacio. E tutti, tranne Edward', ripetevo nella mia mente.
Diedi un
colpetto alla freccetta, e feci tutti gli scongiuri possibili per fare in modo
che non uscisse bacio.
Invece, per mia sfortuna, uscì proprio bacio. Oh
merda.
A questo punto pregai sempre che non fosse lui ad uscire, finchè il
fato non mi diede di nuovo una batosta. La bottiglia si era fermata proprio
davanti ad Edward.
“vai, Bella, su!” mi incitava Alice.
Mi alzai in
piedi, pronta a fare in fretta questo martirio.
Tutti gli altri gridavano
“Bacio! Bacio! Bacio!”, ed io sentivo che piano piano le mie guance divenivano
sempre più calde, e sempre, e impercettibilmente più rosse.
Fui grata ad
Alice per aver abbassato le luci, sperando che nessuno dei ragazzi avesse occhi
speciali per intravedere il rossore delle mie gote.
Mentre andavo verso
Edward, lo fissavo negli occhi.
Anche lui faceva lo stesso, ma al contrario
sembrava calmo. Pensai che fosse solo apparenza.
Mi sudavano le mani, e
quando arrivai accanto a lui, si alzò. Era alto più o meno come Emmett. Ma in
ogni caso molto più alto di me. Tutti all'improvviso si zittirono, quando mi
alzai sulle punte per baciarlo.
Chiusi gli occhi, e cercai di pensare ad
altro. Sapevo che forse mi sarebbe molto piaciuto baciarlo, ma non pensavo di
certo che potesse capitare così presto, dopo poco tempo da quando avevo
conosciuto il suo nome, e davanti a tutti, soprattutto. Ma perchè adesso pensavo
a questo? Non avevo detto che ormai la curiosità verso di lui era finita e mi
piaceva solo il ragazzo del parco? Sperai di fare in fretta per raggiungerlo.
Le mie labbra toccarono quelle di Edward. Erano bollenti. Stranamente, non
si staccò subito dopo il timbro. Anzi, mi poggiò una mano sulla schiena e mi
strinse ancora di più a sé, ed io, impercettibilmente, feci lo stesso. Non seppi
da cosa fui guidata.
Passò qualche secondo, ed infilò la lingua nella mia
bocca. La trovai in fretta con la mia. Iniziarono a toccarsi come se già si
conoscessero da tempo, e sembrava non finire mai. Il resto, attorno a me, era
buio.
Poi, improvvisamente, si staccò da me. Aprii gli occhi. Mi stava
fissando stranito.
Gli altri attorno a noi battevano le mani e fischiavano.
“Bravi!” diceva Angela, mentre Emmett rideva assieme a Jasper. Che infantile...
Oh Dio. Ma cosa avevo fatto? Adesso cercavo di rielaborare. Avevo baciato
Edward. Ripetei ogni parola nella mia testa come se non credessi che fosse vero.
Io l'avevo baciato. Su sua iniziativa. Arrossii di nuovo, ed Edward non aveva
ancora allentato la presa.
Cercai di allontanarmi dalle sue braccia, che lui
stesso mi lasciò.
Tornai al mio posto a testa bassa. Ero troppo imbarazzata,
ed il cuore mi batteva all'impazzata.
Angela, che era accanto a me, mi diede
una pacca sulla spalla. Ma che avranno capito?
“Bene, bene” cominciò Alice
“Dopo questo bacio passionale, direi di mangiare un po'. Ci state?”
Tutti
fecero in coro 'sì', e ci avviammo verso il grande tavolo del soggiorno dove
Alice aveva messo i piatti con varie pietanze preparate da lei.
Guardai
l'ora. Le dieci. Era tardi. Decisi di sgattaiolare fuori in quel momento, così
che non si sarebbero accorti della mia 'sparizione', per andare dal ragazzo del
parco.
La musica era stata di nuovo accesa, così non si sentì per niente il
rumore della porta che sbatteva.
Avevo una strana sensazione, però. Non
avevo fatto caso ad Edward. Lui sembrava sempre vedere più in là degli altri. E
se mi avesse vista uscire e mi stesse seguendo? Cercai di non pensarci. Già era
troppo dare conto al suo bacio. Ero ancora sotto shock, e non sapevo perchè.
Mi sentii sollevata solo quando raggiunsi il lampione dove mi incontravo di
solito con il ragazzo del parco. Non c'era ancora.
Mi sedetti sulla panchina
e aspettai. Starà facendo qualcosa... Pensai. Erano già le dieci e non si faceva
vedere. Che cosa strana, non lo faceva mai.
Sbuffai per un po' di tempo, ma
lui non si faceva vedere. Mi domandai se stesse male o cose del genere. Intanto
era passato un quarto d'ora. Decisi di aspettare per altri dieci minuti, poi
sarei tornata alla 'festa'. Era già tardi.
Niente. Niente di niente. Forse
avrà qualche impegno, immaginai. Passati i dieci minuti mi alzai dalla panchina,
e senza voltarmi indietro, tornai nella mia stanza.
Quando aprii piano la
porta, la musica era molto alta. Bene, forse non si erano accorti della mia
uscita. O forse no...
“Dove sei stata?” mi chiese Edward, fermo vicino al
muro dell'ingresso. Tra tutti... Mha. Era la prima volta che mi chiedeva
qualcosa. A parte ad Hartford.
Abbassai lo sguardo, cercando di mentire. Non
erano di certo fatti suoi.
“Nulla, sono andata a fare una passeggiata”
“A
quest'ora?” mi chiese, alzando la voce per farsi sentire.
“Volevo
digerire”
“Ma se non hai mangiato nulla?” fece di nuovo, e minò alle mie
bugie. Avevo ragione a dire che ci vedeva troppo bene.
Arrossii, presa in
contropiede, e mi allontanai da lui. Mi andai a sedere sul divano, a vedere i
soliti che ballavano. Notai che Angela non c'era. Pensai che lei e Ben erano
andati via per passare un po' di tempo da soli. Meglio per loro. Ma peggio,
molto peggio, per me.
Ero di nuovo sola con Edward. Sempre in teoria. E lui
si era seduto sul divano proprio di fronte a me, che, con un bicchiere di Coca –
Cola in mano, mi fissava. Cercai di non fissarlo di mia volta, perchè... Perchè
Bella? Perchè non dovresti fissarlo? Perchè sei confusa? Sì, sono confusa.
Dannato gioco della bottiglia...
Dallo stereo cominciò una musica romantica,
stile 'Il tempo delle mele', e le due coppiette si strinsero ancora di più per
ballare il lento.
Alice, nella sua piccolezza, si appoggiò a Jasper, e
chiuse gli occhi.
Emmett strinse ancora di più Rosalie, che si adagiò sul
suo petto, beata.
Anche se teoricamente pensavo di aver trovato il mio
Romeo, e probabilmente sarei dovuta essere felice perchè potevo dichiararmi in
qualsiasi momento, e stare con lui, li invidiavo molto.
Quando, due o tre
minuti, nel culmine della canzone iniziarono a baciarsi in modo appassionato,
non potei fare a meno di piangere.
Una lacrima mi scese da entrambe gli
occhi, e sperai tanto che la luce fioca della stanza non illuminasse proprio le
mie guance, e svelasse il mio piccolo segreto.
Non riuscii a fermarmi, e
cercai di asciugare le lacrime nel modo migliore possibile. Ma ne scendevano
sempre di più.
Poi, mi ricordai di Edward. Sperai che non avesse visto
tutto.
Mi voltai verso di lui, e notai con rabbia che mi stava guardando.
Aveva un'espressione triste. Non capii se era perchè vedeva me piangere e gli
dispiaceva in qualche modo, oppure perchè era triste per qualcosa di suo. Non
capivo più nulla, nemmeno i miei sentimenti.
Mi alzai dal divano e corsi
quasi nella mia stanza. Adesso le lacrime aumentavano ad ogni minuto, e la
voglia di vivere un amore come il loro, ancora di più.
Mi gettai con la testa
sul cuscino, singhiozzando sempre di più. Tanto non mi avrebbero potuto sentire.
Però, con mia sorpresa, sentii che la musica terminò.
“Ragazzi, sarà meglio
spegnere. Altrimenti qui chiamano la polizia” Edward.
“Uffa! Ma se ci
stavamo divertendo! Sei sempre il solito!” disse Emmett.
“Dai, Emm, tuo
fratello ha ragione. E sarà anche il caso che torniate al vostro dormitorio...”
gli rispose Alice con tono serio.
“Okay... Ma dobbiamo fare un'altra festa a breve. Questa mi è davvero
piaciuta!”
“Sì, Emmett, ma Alice ha ragione. Sarà meglio andare” lo apostrofò
Edward.
“Va bene, Rose, cara, vieni con me?” disse Emmett a Rose.
“Certo,
tesoro. So io dove continua la festa...” gli rispose la ragazza con tono troppo
melenso. Rincominciai a singhiozzare.
Sentii dei passi che si allontanavano.
Forse stavano uscendo.
“Jasper, tu che fai?” sentii dire ad
Edward.
“Penso che resterò qui. Domani non c'è nessun corso...”
“Ho
capito, ho capito. A domani, allora...”
Sospirai, e sentii la porta
chiudersi.
Se n'era andato via. Sospirai, cercando di asciugarmi le lacrime.
Perchè mi dispiaceva così tanto? Ero confusa fin troppo. Pensavo ancora al suo
bacio.
'Sarà un esibizionista, di sicuro. Vedrai che l'ha fatto solo per
farsi vedere dagli altri... Non conta nulla'. Sempre la solita lagna interiore.
Ed intanto, non riuscivo a capire perchè mi sentivo così euforica. E il ragazzo
del parco, allora? Già. Il ragazzo del parco. Quella sera non era venuto, e mi
chiesi perchè. Iniziai a pensare che si fosse stancato, e che tutti i miei
incitamenti per farlo cercare di conoscere ragazze e uscire con loro, anche se
questo mi feriva molto. Mi venne una fitta al petto.
Eppure, ieri sera è
venuto... Non me lo spiego.
“Bella! Non pensarci più!” dissi a voce bassa,
dandomi dei piccoli colpetti sulla testa.
Mi gettai di nuovo sul cuscino, e
in poco tempo mi addormentai nella mia confusione.
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