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Autore: credo_nei_sogni    09/05/2018    1 recensioni
Perché Harry aveva capito cosa fosse accaduto non appena era entrata nella stanza col volto rigato di lacrime. Aveva capito tutto non appena la ragazza gli aveva buttato le braccia al collo e aveva pianto appoggiandosi sul suo petto, come faceva da bambina.
E per un attimo, al Salvatore del mondo magico, parve possibile cancellare gli ultimi mesi. Ma una voce sempre più insistente gli ricordava che per nessun motivo avrebbe riportato indietro il tempo. Nonostante tutto, non avrebbe voluto mai altro. Se non lei.
[...]
Hermione respirava a fatica, mentre tutti i suoni scomparivano e venivano sostituiti dal martellare incessante del suo cuore. Draco era lì, diverso dal giovane ragazzo che aveva conosciuto. Anni prima aveva sognato quella scena, in cui lei lo avrebbe stretto forte. Ma in quel momento, non poteva fare altro che starsene in silenzio, ad osservarlo. I suoi occhi di ghiaccio sembravano lanciare fulmini, tanta la rabbia che provava dentro. E la donna fu quasi presa dai sensi di colpa, prima di scuotere la testa e ritrovare la compostezza. Lei non doveva più nulla a Draco Malfoy. L'uomo che le aveva spezzato il cuore. L'uomo che odiava più di tutti.
Genere: Drammatico, Erotico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Potter, Hermione Granger, Scorpius Malfoy, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Da Epilogo alternativo, Più contesti
Capitoli:
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Back in time - Snake Vs Snake


Erano passate poco più di due ore da quando Draco Malfoy aveva fatto il suo ingresso nella stanza, e l'uomo non sembrava intenzionato ad uscirne nonostante le diverse sollecitazioni. Aveva il volto stanco, segno della notte insonne - l'ennesima - che aveva passato. 
Se ne stava seduto, in quella stanza al San Mungo, con lo sguardo fisso su sua moglie.
I capelli color cenere ricadevano disordinati sul cuscino e le palpebre chiuse non lasciavano intravedere quegli occhi grigi che tanto l'avevano stregato: Astoria Greengrass, bella come lo era sempre stata, dormiva profondamente.
Un sonno da cui non si risvegliava da anni, un sonno da cui probabilmente non si sarebbe mai svegliata.
Ogni medimago, curatore, pozionista con cui aveva parlato, aveva consigliato a Draco di interrompere gli incantesimi che la tenevano in vita, ma lui non desisteva: aveva speranza, speranza che qualunque cosa ci fosse dall'altra parte, l'avrebbe salvata. Il senso di colpa per ciò che le era accaduto, gli attanagliava lo stomaco rendendogli a volte difficile persino respirare, sapeva sarebbe dovuto esserci lui in quel letto. Lo avrebbe meritato per tutto il male che aveva fatto, mentre lei... lei avrebbe meritato semplicemente una vita con un uomo migliore di ciò che era sempre stato.
Nuovamente la porta si aprì, ma non era la solita infermiera che gli intimava di uscire. Erano Blaise e Daphne, entrambi lì per lui.
La prima ad entrare nella stanza fu la bionda che, dopo aver passato una mano affettuosamente sulla spalla del giovane Malfoy, si avvicinò alla sorella minore e le baciò la fronte, prima di sedersi sul bordo del lettino. Anche Blaise si avvicinò, tenendo comunque una certa distanza dagli altri. Aveva avuto modo di conoscere e apprezzare Astoria negli anni in quanto sorella minore di una delle sue più care amiche, ma non aveva mai stretto alcun rapporto con la donna, visti soprattutto i suoi anni di lontananza da Draco e non voleva quindi intromettersi nel dolore dei suoi amici. Quando l'amico - poteva nuovamente definirlo tale? - gli aveva raccontato dell'incidente della moglie era rimasto senza parole, sia per la crudeltà del gesto, sia perchè nè Theo nè Daphne avevano fatto parola dell'accaduto in tutti quegli anni. Sapeva bene che in parte dipendeva anche da lui, dal suo essersi staccato definitivamente dai suoi vecchi compagni quando aveva allonatanato Draco diciassette anni prima.
Blaise Zabini ricordava le parole piene di rabbia che aveva urlato al giovane Malfoy, di come si fosse pentito non appena aveva notato l'ombra scura impossessarsi dello sguardo di quest'ultimo, di come Daphne lo aveva rimproverato amaramente per poi seguire Draco, e dello sguardo imparziale di Theo che non riusciva però a dissimulare una sorta di delusione verso l'amico.
Avevano fatto una promessa lui, Draco e Daphne, una promessa a cui arrivati ad Hogwarts aveva preso parte anche Theo: esserci sempre, l'uno per l'altro.
Una promessa a cui proprio lui, aveva voltato le spalle.
Per anni poi aveva finto di aver superato quella parte della sua vita, aveva finto di non cercare più il nome di Draco sui quotidiani, di non aspettarsi più l'amico alla porta di casa. Eppure non era così.
Incrociò lo sguardo dell'uomo, fiero come sempre, ma stanco e distrutto da ciò che aveva passato e non potè non sorridergli, come a dirgli che quella volta sarebbe rimasto lì, al suo fianco. E, nascondendo un sorrisetto divertito, non potè far a meno di pensare a come tutto fosse partito da un loro semplice litigio.



1 Settembre 1996 - Hogwarts Express
Il vagone in cui viaggiavano i ragazzi del sesto anno di Serpeverde era carico di un qualcosa che non era ben identificato da tutti i ragazzi dentro seduti.
Daphne ascoltava svogliatamente Pansy chiacchierare su un qualcosa che nemmeno ricordava, troppo presa nei suoi pensieri. I suoi genitori e quelli di Draco avevano deciso: i due ragazzi si sarebbero uniti in matrimonio. Lei e l'amico avevano concordato di mantenere il segreto coi loro compagni e che, soprattutto, il matrimonio non sarebbe avvenuto prima dei 20 anni. Il suo sguardo cadde sulla sua compagna di dormitorio, da sempre innamorata di Draco, e poi, su Theodore Nott: come avrebbe potutuo dichiararsi sapendo di essere destinata ad un altro uomo?
Anche Blaise Zabini era strano, uno sguardo quasi astioso che nascondeva però un velo di preoccupazione gli occupava il volto mentre di sottecchi osservava i suoi amici. Non comprendeva quella che per lui non era nient'altro che codardia, una giustificazione frivola sul prendere la strada più sbagliata che ci fosse.
Draco Malfoy, poi, sembrava un cadavere. Gli occhi vitrei e immobili, il viso più pallido del solito e quella giacca nera a proteggerlo, a nasconderlo dai suoi stessi amici. Solo Daphne sapeva, solo lei poteva capirlo.
E poi c'erano Theo e Pansy, gli unici che apparentemente vedevano in quel tragitto solo l'ordinario inizio di un anno che non aveva nulla di diverso dai precedenti. La Parkinson sembrava quasi infastidita dalla mancanza di attenzione degli amici sul racconto del viaggio estivo in Etiopia e avrebbe probabilmente richiamato l'attenzione su di sè, se dalla porta dello scompartimento non fossero entrati Vincent Tiger e Gregory Goyle.
Quei due, Daphne non li avrebbe mai sopportati: erano due bruti incredibilmente stupidi, idioti all'inverosimile e cafoni oltre l'immaginabile. Nessuno aveva mai stretto un rapporto con quei ragazzi, ad eccezione di Draco. Sia lei che Blaise sapevano che quello era un altro dei desideri di Lucius, tenere il figlio a stretto contatto con la prole dei suoi più stretti collaboratori e, a quanto aveva potuto intendere la ragazza, far in modo che fosse sempre controllato.
Il giovane Malfoy lanciò uno sguardo ai due e si alzò, decidendo che per la conversazione che avrebbero dovuto affrontare dovevano essere soli.
Una volta che il trio fu uscito dallo scompartimento, tutti i rumori cessarono.
Il comportamento di Draco non era normale, non verso di loro. Mai, in sei anni di scuola, il ragazzo aveva dovuto allontanarsi per parlare con quei due celebrolesi.
Lo sguardo di Blaise incontrò quello della sua migliore amica, ed ebbe la conferma a ciò che lo aveva tormentato quell'estate: Draco Lucius Malfoy aveva fatto la sua scelta, aveva deciso la sua fazione. A quel pensiero scattò in piedi, venendo subito afferrato per un braccio da Daphne.       
<< Ti prego... >> lo supplicò l'amica, intuendo le sue intenzioni. Gli stava chiedendo di lasciar perdere, di non intromettersi in qualcosa che era più grande di tutti loro. Ma lui si sottrasse a quel tocco e senza dar spiegazioni andò in cerca di quei tre.
                                                                                           ********
Trovarli non gli risultò difficile, quindi entrò nel nuovo scompartimento lasciando la porta per metà aperta, senza sapere di aver concesso l'ingresso anche ad Harry Potter, nascosto sotto il suo mantello dell'invisibilità. Anche il ragazzo aveva bisogno di confermare i suoi sospetti a quei testoni di Ron ed Hermione, che probabilmente lo stavano prendendo per pazzo.
Draco intimò all'amico di chiudere bene la porta, per evitare che orecchie indiscrete udissero i loro discorsi.
<< Bene Malfoy, come hai detto tu. Vedrai che sarà un lavoretto coi fiocchi! >> ghignò Tiger, pregustando la ricompensa che gli sarebbe spettata.
<< E in cosa consisterebbe questo lavoretto Draco? Anzi, per chi stai svolgendo questo compito? >> chiese beffardo Blaise, incrociando le braccia al petto e guardando il ragazzo con rabbia.
<< Questi non sono affari tuoi, Zabini >> si intromise Goyle con nochalance. 
Draco, dal canto suo, non sembrava esser intenzionato ad alzare lo sguardo. Blaise sapeva, lo aveva intuito, ma non avrebbe mai potuto capire.
<< Stai commettendo un errore Draco, lo sai. Qualunque cosa tu abbia in mente di fare, ripensaci. Non è questa la strada giusta e poi, cosa pensi di fare con Silente a scuola? >> continuò imperterrito il giovane con la pelle olivastra, non smettendo di cercare lo sguardo del compagno.
<< Silente è troppo vecchio e ottuso da accorgersi di noi, pensa a combattere la guerra là fuori e non sospetterebbe mai che dei suoi studenti siano invischiati in qualcosa di tanto losco >> fece il giovane Malfoy, rassicurando più se stesso che Zabini.
<< Silente non è l'unico ad interessarsi delle strane cose che avvengono ad Hogwarts >>
A quelle parole Draco si lasciò andare ad una grassa risata, tutt'altro che divertita.
<< Non dirmi che ti riferisci al Trio dei Miracoli? San Potter, la Mezzosangue e Lenticchia sono l'ultimo dei nostri problemi. Lo Sfregiato è troppo impegnato a salvarsi la pelle dal Signore Oscuro e quegli altri due lo sono a parargli il culo ogni volta... Non ti facevo così codardo, Blaise... >> lo provocò.
<< Ho abbastanza coraggio da scegliere da solo dove schierarmi >> fu la risposta secca del giovane Zabini.
Lo sguardo del biondo si riempì di cattiveria, fulminando il suo interlocutore.
<< Visto che ostenti questa tua dote una volta giunti al castello chiedi al Cappello Parlante di smistarti tra quegli insulsi Grifoni, invece di continuare a disonorare la casa di Salazar con il tuo istinto eroico e suicida >> 
E, mentre Blaise lasciava lo scompartimento con una profonda delusione dipinta in volto, il viso di Draco iniziò a mostrare quel pentimento che non l'aveva mai caratterizzato, ma che gli dimostrava come aveva appena allontanato una delle poche persone amiche che aveva.











Nel frattempo, Hermione Granger aveva appena compiuto il suo ingresso ai Tre Manici di Scopa assieme a Ginny.
Era stata un'idea di Ron quella di riunirsi tutti insieme ad Hogsmade, cosa che il trio con aggiunta di Ginny non faceva da molto tempo, e gli altri ne erano stati a dir poco entusiasti. Solo Harry e Ginny erano quel giorno silenziosi, impauriti dal dire qualcosa di sbagliato: avevano mantenuto la loro amicizia in teoria, ma ben diverso era metterlo in pratca.
Quando le due donne si sedettero a tavola, sia Hermione che Ron decisero di intavolare la conversazione su argomenti neutri quali il Ministero oppure il Quidditch. 
La donna non potè fare a meno di guardarsi intorno, tornando indietro nel tempo con la mente.
Quante ne aveva passate in quel locale! I pomeriggi con Harry e Ron a scherzare, ridere e a dimenticare solo per un attimo le loro folli missioni, la gelosia di Harry ogni volta che vedeva Dean con Ginny, la sua quando Ron aveva scelto Lavanda Brown... gli anni più belli della sua vita.
Abbassando gli occhi sul tavolino, notò una minuscola incisione: Mione. C'era una sola persona che l'aveva chiamata con quel ridicolo diminutivo: Blaise Zabini.
Ritornò alla nascita di quella loro strana, ma forte amicizia che le aveva dato appoggio in più di un'occasione, pensando a quanto fosse assurdo il modo in cui si era avvicinata lentamente a quella scaltra Serpe.



1 Settembre 1996 - Hogwarts
Hermione non riusciva a credere che Harry fosse riuscito a cacciarsi nei guai ancora prima di giungere al Castello.
Si era fatto pestare da quel furetto platinato sull'Hogwarts Express e stava per rimanerci bloccato se non fosse stato per Luna Lovegood. E tutto perchè voleva dimostrare che Malfoy fosse un Mangiamorte, ridicolo!
Da quando lo avevano beccato confabulare in modo losco nel loro pomeriggio a Diagon Alley, l'amico si era stampato in testa che il biondo si fosse unito alla schiera di Voldemort e quando Neville sul treno si era aggiunto a loro poichè il sospettato lo aveva malamente cacciato da uno scompartimento, non aveva esitato a seguirlo sotto al Mantello dell'Invisibilità. La Granger pensò che Harry lo facesse per distrarre la mente dal pensiero di Sirius, dalla guerra in arrivo e, perchè no, anche dalla relazione di Ginny con Dean Thomas. Ma come gli veniva in mente di essere così sconsiderato! I Malfoy erano una famiglia di Mangiamorte, lo sapeva benissimo, e quello Junior era un viscido, arrogante, crudele e stupido essere, ma era troppo giovane per essere marchiato. O almeno, lo sperava. Non poteva credere che la guerra si stesse infiltrando anche tra le mura di Hogwarts, che nemmeno lì fossero al sicuro dagli avvenimenti del mondo esterno.
Dopo la cena, Draco si era deciso a parlare nuovamente con Blaise. Non si sarebbe scusato per le parole da lui pronunciate, ma non poteva lasciare quella discussione in sospeso. Per quel motivo, una volta lasciata la Sala Grande per raggiungere i sotterranei, afferrò il ragazzo per un braccio e lo trascinò in un aula.
<< Cosa vuoi Draco? >> chiese con fare scocciato, osservando l'altro con freddezza.
<< Ho esagerato prima...ma tu non capisci, è questo il mio destino >> fece il ragazzo, osservando il suo riflesso nella parete a vetro adiacente.
<< Bene, abbiamo finito? Ho di meglio da fare >>
Il sangue salì alla testa del giovane Malfoy. Se c'era una cosa che non sopportava era l'indifferenza con cui Blaise, tra tutti, gli si stava rivolgendo. Come se non fosse importante ciò che stava dicendo.
E, prima che se ne rendesse conto, tirò fuori la bacchetta puntandola contro l'amico.
<< Vuoi lanciarmi una Maledizione Senza Perdono? Fa pure Draco, Lucius sarebbe così fiero di te. Stai finalmente seguendo le sue orme, ma sai dove ti porteranno? Ad Azkaban >> 
Zabini continuava imperterrito, senza l'ombra di paura o pentimento nel suo sguardo. Aveva toccato il centro, il pensiero che tormentava Draco.
Fu un attimo e, dopo aver urlato Stupeficium, lo schiantesimo mise k.o. Blaise. Il ragazzo crollò a terra, e il giovane Malfoy fu preso dal panico. Il suo cervello parve smettere di funzionare, impedendogli di ricordare il controincantestimo e lacrime di paura, rabbia e frustrazione iniziarono a solcargli il viso.
Mangiamorte. Proprio come tuo padre. Sei un Malfoy. Traditore. Assassino. Azkaban.
Parole che gli offuscavano i pensieri, mentre stremato prendeva a pugni il vetro, non curandosi del dolore alle mani insanguinate.
Fu solo per uno strano caso, o forse per destino, che Hermione Granger stesse passando per il corridoio, decisa a raggiungere la Torre di Astronomia. La ragazza, sentendo dei rumori, entrò di colpo in Aula, non curandosi minimamente di cosa avrebbe potuto trovarsi davanti.
Lei e il suo coraggio da Grifondoro
Aveva affrontato molte cose nei precedenti cinque anni di scuola, ma di certo non era preparata a ritrovarsi davanti un Draco Malfoy insanguinato e Blaise Zabini inerme sul pavimento.
<< Ma che succede qui? >> fece, avvicinandosi al biondo per controllargli le mani ricoperte dal rosso e da schegge di vetro.
<< Allontanati da me, Sporca Mezzosangue >> gli urlò contro, tirando via le braccia.
Lo sguardo di Hermione si indurì, ma se rimase ferita da quell'appellativo non lo diede a vedere. Si limitò a voltargli le spalle e ad accovacciarsi accanto a Blaise Zabini, pronunciando la formula Reinnerva e trasfigurando un pezzo di vetro in un bicchiere d'acqua.
Il moro aprì gli occhi, blu come l'oceano, e si trovò il sorriso gentile della Granger che gli porgeva da bere; per un attimo pensò di essere morto...era una scena troppo surreale.
<< Grazie mille Grang...Hermione >> le disse, tentando di alzarsi ma fermandosi di botto, troppo indebolito dallo schiantesimo.
<< Appoggiati a me Zabini >> sussurrò Hermione, aiutando il ragazzo ad alzarsi e poggiandogli il braccio sulle proprie spalle.
Non aveva mai parlato con Zabini, ma tutti a scuola sapevano che fosse stranamente gentile con tutti, per essere una Serpe. S
i domandò anche che razza di mostro fosse Malfoy per colpire in quel modo un suo amico, ma si disse che il furetto non aveva amici. Solo accompagnatori, era troppo superiore per mischiarsi agli altri studenti. Che essere spregevole!
<< Malfoy, dovresti andare in infermeria per quei tagli >> gli disse, per poi lasciare in silenzio l'aula insieme all'altro.
 E se quello era per lei e Blaise l'inizio di una grande e strana amicizia, Draco rimase da solo, in una stanza distrutta esattamente come lo era lui in quel momento.

Angolo autrice:
Bene rieccomi in tempo record con questo nuovo capitolo. E' un capitolo flashback, il primo di una lunga serie ahah, che spiega come è iniziato tutto. Cosa ne pensate? Nella prima parte abbiamo invece un momento DracoxAstoria, li amo troppo! Non voglio dilungarmi troppo, ma vi chiedo di lasciarmi per favore una piccola piccola recensione. 
Un bacio
Alessia HS Foglia
   
 
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