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Autore: PancakenFrenchToast    10/05/2018    1 recensioni
"Pidge e Hunk sono sempre stati compagni di corso, ma non si sono mai parlati prima d'ora."
Questa è una storia a capitoli scritta a quattro mani, incentrata sulla coppia Hidge/Punk.
E' un Modern/School AU, basato su vari nostri headcanon.
Utilizzeremo solo il nome "Pidge".
I capitoli saranno divisi in base ai vari giorni della settimana, quelli di Pidge sono scritti da Acilegna, mentre quelli di Hunk da Foglio.
Speriamo vi piacerà, buona lettura!
Edit: Scusate per il disguido con il codice html di EFP, abbiamo sistemato tutto
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Garrison Hunk, Gunderson Pidge/Holt Katie, Holt Matt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Giorno 4 -Hunk-


Hunk sta sistemando le ultime cose nello zaino. Ha appena sistemato quello di Lance, per poi occuparsi con calma del proprio.
Deve stare attento a non schiacciare o rovesciare nulla.
Ha dovuto prendere quello da trekking per poter portare tutto ciò di cui aveva bisogno.
Una coperta, tanto cibo e i biscotti fatti apposta per Pidge.
Già. Ha passato tutta la notte sveglio con sua nonna a prepararli.
“Quattro mani sono più veloci di due.” si dicevano sempre per aiutarsi.
Oh, si, ha anche i quaderni lì dentro. Non che li abbia usati molto fino a quel momento. Non ha seguito per niente quella mattina. Come sempre la voce di Lance ha coperto quella dei professori per tutto il tempo. Ma soprattutto era troppo preso a pensare alla conversazione della sera prima con Pidge.
<< Hai preso tutto? I dolci? Sei sistemato bene? Aspetta che i capelli sono in disordine. >>
<< Si. Mamma, non preoccuparti. >> ride.

Lance no. Lo guarda male.
Ma non importa. Lance fa sempre così. Entrambi mettono il muso facilmente, ma poi torna tutto come prima.
Si carica lo zaino in spalla, non pesa così tanto come pensava. O forse è lui che non lo sente.
<< Allora io vado. >> e guarda Lance, sperando in una risposta. Non sa nemmeno lui quale di preciso.
Lance si volta, anche lui con lo zaino in spalla, solo su una. E scuote la testa, ma sorride.
<< Dovevi essere là già da dieci minuti… Vai- >> lo spinge un po’, facendolo ridere.
Così Hunk si lascia spingere e poi lo saluta camminando veloce.
Guarda il telefono che ha appena vibrato. E’ un messaggio di Pidge.
Sorride.
Le risponde che sta arrivando. E aumenta il passo perché ha visto di essere in ritardo.
Lui è sempre in ritardo, ma oggi si sente in colpa. Non vuole farla aspettare. Non vede l’ora di vederla.
Le vetrate che danno sul giardino della scuola si fanno sempre più vicine. Una è aperta, uscirà da quella.
La scavalca e cerca Pidge con lo sguardo. Sembra un bambino che ha perso la mamma al supermercato.
Prova a guardare tra gli alberi, arriccia il naso quando non la trova. Forse ha sbagliato il posto? Però nel messaggio diceva vicino all’uscita. 

Oh. Sul muretto!
Che scemo.
Si picchia mentalmente quando la vede seduta tranquilla, con il suo zainetto a fianco. E’ così carina.
Hunk torna a camminare veloce, schiva un paio di persone e la raggiunge. Sempre sorridendo felice.
<< Pidge! - riprende un attimo fiato. Più che per la corsa, per l’agitazione - Eccomi. >>
Quando lo vede, Pidge scende subito dal muretto salutandolo e gli fa uno sorriso così grande che lui non riesce a non trovarla ancora più carina.
E sta proprio bene vestita così.
Si è vestita bene per lui. O forse no. Magari si è vestita bene per se stessa. E ad Hunk va comunque benissimo.
Ora crede di non essersi impegnato come sperava. Alla fine ha solo su dei pantaloni e una felpa.
Avrebbe dovuto chiedere a Lance.
<< Ci ho messo un po’ ma il prof non voleva davvero smettere di parlare. >> il che era anche abbastanza vero, l’ha dovuta pregare in ginocchio di smettere al suono della campanella. Ovviamente poi l’ansia di aver fatto tutto bene ha aiutato a fare le cose molto più lentamente del solito.
<< Fa nulla. Mi stavo godendo il sole sulle gambe - sorride e gli si avvicina. Hunk nota subito le scarpe. Non è una persona che bada molto ai vestiti, ma le platform gli sono sempre piaciute - Dove ci mettiamo? >>
<< Io pensavo di metterci sotto un albero - si stringe un po’ nelle spalle e mette le mani in tasca. Gli piace stare tranquillo nella natura - Così stiamo all’ombra. >> mentre non gli piace per niente stare sotto il sole. Troppo caldo. Poi tende a sudare.
Decisamente meglio all’ombra.
Sperando che anche a Pidge vada bene come cosa.
Non vorrebbe sudare ora che è lì con lei.
Ma poi perché sta pensando a quello ora?
Figurati se l’avesse anche detto ad alta voce. Che imbarazzo.
<< Mmh, sisi. Va bene. >>
Ci ha messo un po’ a rispondere. Forse stava pensando se ci fosse un posto più comodo. Hunk spera che non avesse accettato solo per fare piacere.
<< Sicura? >>
Lei si sistema gli occhiali sul naso, e Hunk sorride fra sé e sé. Adorabile.
<< Si, cioè - ridacchia, e così anche lui si rilassa un po’ - Sono un po’ preoccupata di mettermi a starnutire per colpa dei pollini ma non è un problema, cioè, lo è quando starnutisce troppo. Ma per ora non mi sembra ancora il periodo di occhi rossi e naso che cola. >> e poi lei si ferma e sembra quasi un po’ in imbarazzo.
Hunk non capisce perché. Gli piace quando lei si lascia prendere dal discorso.
Sia che parlino di programmi del computer, che di allergie.
Così ride tranquillo << Nel caso ci spostiamo. >>, non vuole che lei stia male.
Lei annuisce subito e la cosa lo fa sorridere tranquillo. Così iniziano a camminare verso gli alberi. Hunk nota che la leggera aria che tira sta muovendo lentamente i capelli di Pidge.
Sembrano davvero morbidi.
E hanno proprio un bel colore.
Poi si rende conto di starla fissando, e allora deve dire qualcosa. Non deve sembrare strano.
<< Come.. Come sono andate le lezioni fino ad ora? >>
<< Bene! - si è voltata a guardarlo per rispondere, sorride - Il lunedì mattina mi piace, c’è molta scienza e poca arte. A te? >>
Anche a lui non piace particolarmente arte, gliel’ha già raccontato la sera prima. Come del fatto che la studia solo perché sua mamma è laureata in arte e se no lo stressa.
Così risponde tranquillo, per non essere ripetitivo, insomma << Bene, si - poi però ripensa a Lance che non è stato zitto un secondo e che l’ha annoiato ancora di più del professore - in realtà è stato molto noioso ed ero anche assonnato… Ma tutto sommato non è stato malissimo, ho avuto Lunedì peggiori.>>
Sono arrivati sotto gli alberi, e Pidge si toglie lo zaino per appoggiarlo a terra.
<< Direi che qui va più che bene. >>
Anche a lui piace il posto che hanno scelto, è tranquillo e isolato. E fresco.
<< Anche secondo me. >> così inizia a preparare il posto. Si sfila lo zaino e lo apre. Stava per scoppiare.
Ride fra sé e sé.
Poi sente che lei sta ridacchiando davvero, e si volta.
<< Quanta roba hai portato? >>
Non vuole rovinare la sorpresa che le ha fatto, così alza appena le spalle e prende la coperta che usa per i picnic in famiglia.
<< Il giusto per un buon pranzo. - la sistema bene a terra - okey, ci siamo. >> così Pidge può sedersi tranquilla.
Si siede comodo, appoggiandosi a un albero, e  inizia a tirare fuori tutti i vari contenitori. Sua mamma va pazza per quelle cose, ne hanno tantissime.
Lui va pazzo per il cibo, quindi sono tremendamente utili a tutti e due.
Si sente un po’ osservato, così alzalo sguardo.
<< Io penso di aver portato solo la pasta fredda che mi ha preparato ieri mamma… >> la vede togliersi le scarpe.
Non ci aveva pensato, ma lo fa anche lui per educazione.
<< Solo? >>
Lei lo sta guardando un po’ confusa, mentre si sistema al suo fianco. Con le gambe incrociate.
Gli piace averla a fianco. Così sorride frugando nello zaino, e vedendo l’espressione di lei mutare in una più curiosa.
<< Fortunatamente ho deciso di protare qualcosa in più. >>
Hunk tiene in mano uno dei contenitori di sua mamma. Ha scelto quello più grande apposta.
Pidge è ancora curiosa, più confusa di nuovo, e infine stupita. Con gli occhi spalancati. Ha dei begli occhi. Gli occhiali non li coprono quasi per nulla.
<< Non dirmi che… >>
<< Biscotti al burro di arachidi. Ma con un tocco di Hunk. >> è molto fiero e contento di averli preparati. Non poteva non farlo, sapeva quanto li adorava e da quanto non ne mangiava qualcuno.
Ma come sempre ha modificato la ricetta. Inizialmente lo faceva a caso, ma da quando ha scoperto che spesso irrita le persone, lo fa quasi apposta.
In questo caso però, no, non l’ha fatto per un dispetto. Ma perché sperava di poter fare dei biscotti che a lei rimanessero impressi. E che gli chiedesse di poterne cucinare altri per lei.
Lei ride e un po’ dondola, aspettando che Hunk apra la confezione << Non ci credo!  Ecco perché eri assonnato, ci avrai messo tutta la notte per prepararli. >>
Apre il contenitore ed è davvero contento di quel pensiero. Vuole far vedere che gli importa davvero tanto di essere usciti assieme.
Le porge la scatola << Dai assaggia, dimmi come sono. >> e sorride quando lei ne afferra subito uno.
Ha fatto centro.
Non deve più chiedere consigli a Lance su come comportarsi. Sta andando bene.
Pidge chiude gli occhi e la si sente respirare. Anche lei sorride << E’ buonissimo. >>
Hunk ci sperava. Cioè, li aveva assaggiati e sapeva che erano venuti bene. Ma sentirlo detto da lei era tutt’altra soddisfazione.
<< Non vorrei vantarmi, ma è vero. >>
Pidge sorride di nuovo, anzi, ridacchia << E’ verissimo! >>
Ad Hunk piace la voce allegra di Pidge.
Gongola ancora un po’ per il complimento, e inizia ad aprire altri due contenitori più piccoli,
<< Cos’altro hai di buono? >> e da un altro morso al biscotto.
Gli viene spontaneo porgerle cosa stava per tagliare << Vuoi assaggiare? >>, ha portato delle lasagne e dell’insalata. Oltre a qualcos’altro che sicuramente gli ha messo nello zaino sua nonna. Di nascosto.
Pidge muove la mano << Oh nono, ho il mio pranzo. Ero solo curiosa. >> e prende velocemente un piccolo bento dallo zaino.
E’ verde, con delle foglioline bianche.
“E’ così carino. E’ un sacco adatto a lei.” pensa, e spera di non arrossire. Però è vero.
Poi scuote la testa << Sono solo alcuni avanzi della cena di ieri. >>
Lei apre il bento e inizia a mangiare piano la pasta << Sembra buono però. Come i biscotti. >>, gli sorride e lui si stringe nelle spalle.
Viene naturale continuare a parlare ancora un po’ dei loro pranzi, e Hunk le racconta che vorrebbe anche lui un bento, ma che mangia troppo per prenderne solo uno. Hunk parla spesso di cibo, così quando la conversazione varia, a lui non da fastidio. Gli piace parlare di tutto, e lei gli racconta com’è andato il suo weekend, con il computer funzionante e i programmi a cui sta lavorando. Le racconta come anche a lui piacerebbe vivere di notte, e anche vedere come lavora lei ai suoi progetti, ma che ha spesso la casa piena di gente che arriva da tutto il mondo perché mamma non sa dire di no ai parenti.
Scopre che da loro è molto più tranquillo, e ogni tanto piacerebbe anche a lui potersi chiudere in stanza e non dover badare ai cugini.
Vorrebbe anche chiedere di lavorare al prossimo progetto di informatica assieme, ma si ferma prima. Ha paura di correre troppo. Anche se quella giornata sta andando così bene.
E lei sembra davvero interessata a quello che lui le sta raccontando. Gli chiede della ventola, se funziona o se deve cambiarla.
<< Sul tardi sono riuscito a controllare che tutto andasse bene - annuisce - e poi mi hai scritto tu. >>
Le sorride, continua a pensare a quanto era contento che lei gli avesse scritto. Che quando la vede abbassare lo sguardo, un po’ si preoccupa.
Lei si sta mordicchiando le labbra <>, torna a guardarlo. Ha le guance un po’ rosse.
Hunk non capisce bene, gli viene spontaneo risponderle subito << Sisi, dimmi. >> e sperare in una risposta positiva.
Va molto in panico per queste cose. Soprattutto quando tutto va molto bene. E la persona è dolce e simpatica come Pidge.
Chiude il bento, facendo un piccolo rumore << Ho pensato un po’ in questi giorni e mi piace davvero tanto la tua compagnia e parlare con te. >>
“Oh.” non sa come reagire, perché non pensava gli avrebbe detto subito una cosa così... bella. Perché lui pensa le stesse cose, ma sentirle dire è diverso.
E’ emozionante.
Non sa se ha finito di parlare, così a fatica aspetta prima di buttarsi a capofitto per dirle cosa sente lui.
Proprio quando lui decide di riprendere il discorso, lei stava per cominciare a parlare.
Si maledice un po’, ma non riesce a fermarsi. Ormai è andata << Anche a me piace parlare con te. E, come ti ho detto per messaggio ieri, mi ha fatto piacere ricevere il tuo invito per mangiare insieme. >>
Ma lei rilassa subito le spalle e sorride. Sembra sollevata. Così lo è anche lui.
E’ abituato ad essere “quello sensibile”, ma non sa mai fino a quanto fa piacere.
<< Quindi… - questa volta Hunk non la interrompe, è troppo preso a guardarla - volevo chiederti se magari possiamo vederci più spesso o anche sentirci più spesso. >> notando che quando finisce la frase si morde le labbra.
Lo fa spesso.
Così come far sorridere Hunk dicendo cose intelligenti e carine. Ascoltandola o impara qualcosa di nuovo, o è felice come un bambino.
<< Mi piace, è una bella idea. >> è una frase così banale, ma non sapeva come esprimersi meglio. Avrebbe voluto abbracciarla, ma forse sarebbe stato troppo.
<< Allora bene. >>
Lui prende un biscotto per calmarsi, quando vede che lei non li sta più mangiando << Sta sera ci ci sentiamo per organizzare la prossima uscita e non sarà a scuola. >>. Magari finalmente riesce a proporle qualcuna delle idee avute fino ad allora. Che continuavano ad aumentare sempre di più.
Pidge si sporge un po’ verso di lui, facendo forza sulle gambe << Ehi! Io pensavo di pranzare insieme anche domani. >> e ad Hunk sembra subito una bella idea.
Tanto è felice che inizia a ridere. E anche lei con lui.
Ha una bella risata, come la sua voce, ma è leggermente più alta. E spesso chiude gli occhi quando lo fa.
Gli viene spontaneo avvicinarsi, quando tornano a parlare sotto gli alberi.
Sembra di conoscerla da sempre e di non smettere mai di scoprire cose nuove di lei. Certo, si conoscono da così poco.
Anche Hunk si morde le labbra.
Non vuole tornare in classe.
No.
   
 
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