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Autore: la luna nera    11/05/2018    7 recensioni
In molti si chiedono se siamo soli nell'universo e molti sono quelli che si interrogano sull'origine dei cerchi nel grano. Melissa ed il gruppo dei suoi amici non fanno certo eccezione e quando un cerchio nel grano appare proprio in un terreno alla periferia della città, non possono farsi certo sfuggire l'occasione. A loro si unirà Orion, il nuovo fidanzato di Aurora, ragazzo alquanto strano e taciturno, a tal punto che sembra provenire da un altro mondo.
Chi c'è dietro a quel misterioso pittogramma? Qualcuno sta lanciando messaggi dal cielo?
Genere: Fantasy, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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PIANETA TERRA
UNA DECINA DI GIORNI DOPO


 

“Mamma! Hai visto i miei jeans nuovi?” Melissa era quasi sprofondata nel suo armadio in cerca di quel capo di abbigliamento.
“Non sono questi in fondo al tuo letto?” La donna, si affacciò sulla soglia della camera da letto della figlia indicandoglieli.
Melissa si voltò e li riconobbe. “Che stupida, non li avevo proprio visti.”
“Tesoro…” Le accarezzò il viso. “Capisco tu sia agitata per il test d’ingresso all’università, tuttavia devi cercare di star tranquilla il più possibile. Hai sempre ottenuto voti eccellenti e sarà così anche stavolta, non temere.”
“Grazie mamma.”
Attese l’uscita della madre dalla stanza, prese in mano i jeans e sentì una lacrima scorrerle sul viso. L’esame di ammissione all’università si sarebbe svolto fra quattro settimane e il tempo per iniziare a preoccuparsi c’era. La sua testa pensava a ben altro: Orion non si era fatto più vivo da quella sera. Nessuno l’aveva più visto in giro ed era praticamente impossibile contattarlo perché non aveva mai lasciato alcun recapito, né un numero di telefono, né un indirizzo. Sosteneva di frequentare l’Accademia Militare senza dare altre spiegazioni a riguardo.
Ma poi, questa Accademia, dove si trovava?
Più o meno tutti gli altri componenti della combriccola si erano posti tale domanda, ma nessuno era in grado di dare una risposta, neanche Melissa che, pur essendo al corrente della scottante verità, ignorava totalmente dove potesse vivere Orion sulla Terra.
La ragazza sospirò profondamente, indossò i jeans, terminò di prepararsi ed uscì per raggiungere gli altri all’Archer’s, con in cuore la remota e mai abbandonata speranza di vedere Orion o quanto meno avere sue notizie.
Giunta in prossimità del locale, si guardò attorno assecondando la strana sensazione di sentirsi osservata che improvvisamente l’aveva investita. C’era davvero qualcuno che la seguiva? Qualcuno che la controllava? Qualcuno, e questo la inquietava più di ogni altro pensiero, che la stesse cercando a causa di Orion? Qualche alieno potenzialmente pericoloso? Lei sapeva la verità sul ragazzo, forse sapeva troppo per certi suoi simili? Continuò a guardarsi attorno, ma non vedeva niente di anomalo, solo le solite auto di passaggio, le persone alla fermata del bus, un paio di ragazze a fare jogging, i soliti pensionati a controllare i lavori di manutenzione dell’acquedotto e poi all’improvviso vide un uomo sedersi su di una panchina. La fissava ininterrottamente, sembrava desiderasse parlarle ma senza invitarla direttamente: quel tipo era il padre di Orion, l’avrebbe riconosciuto fra mille. Nutriva un lieve timore, se tutto ciò che il ragazzo le aveva raccontato era vero, quello era un alieno in piena regola, ma era anche l’unico potenzialmente in grado di fornirle quelle notizie che da giorni desiderava ricevere. Si fece coraggio, inspirò profondamente ed attraversò la strada dirigendosi verso l’uomo che continuava a fissarla. Le sue gambe tremavano e faceva grande fatica nel controllare il suo stato emotivo: non aveva la minima idea di come avrebbe potuto reagire qualora avesse ricevuto cattive notizie, Orion poteva essere stato colpito a morte da quel padre che già una volta aveva alzato l’arma contro di lui.
Si fermò a circa mezzo metro dall’uomo, questo si alzò in piedi continuando a tacere. Fu Melissa a rompere il ghiaccio, con parole che a fatica gli uscivano dalle labbra.
“Lei è il padre di Orion, vero?”
Lui annuì senza proferire parola. Capiva il suo linguaggio, altrimenti non sarebbe stato in grado di risponderle.
“Dov’è Orion?” La sua voce tremava.
Al suono di quella domanda, ebbe un lieve sussulto, poi il suo sguardo impassibile tornò sulla ragazza. “Speravo potessi dirmelo tu.”
“Cosa?! Che significa? Che cosa gli ha fatto?!”
“Gli ho solo parlato, non temere, io non gli ho fatto niente.”
“La prego, mi dica la verità!” Strinse i pugni, mentre i suoi occhi iniziavano a gonfiarsi di lacrime. “Io so che voi non appartenete a questo pianeta, Orion mi ha raccontato ogni cosa, compreso il fatto che lei ha tentato di ucciderlo….” Stava per scoppiare a piangere. “La prego, mi dica dov’è.”
“Da quando l’ho incontrato quella sera e gli ho rivelato alcune cose di cui non devi impicciarti, non l’ho più visto.” Il tono della sua voce era serio, non lasciava trasparire alcuna preoccupazione per la sorte del figlio, ma solo un forte disappunto sul fatto che quella ragazzina terrestre fosse al corrente della sua vera natura.
“Ehi, Melissa! Andiamo!” Manuel, di fronte all’ingresso del bar in compagnia di Giulio, chiamò la sorella, invitandola a raggiungerli.
Lei si voltò verso di loro, poi di nuovo verso il padre di Orion e si allontanò senza dire una sola parola. Tentò di cancellare ogni traccia delle lacrime dal suo viso e si unì gli amici dall’altra parte della strada.
“Ehi, va tutto bene?” Manuel aveva notato qualcosa di strano.
“Sì-sì, sto bene, non ti preoccupare.” Si massaggiò appena la fronte. “Dove… Dov’è che andiamo?”
“Abbiamo organizzato il torneo di calcetto, ricordi?”
“Ah già…. Quello di Cierre per la fine dell’estate… Hai ragione.”
Guardò la sorella, poi i suoi occhi andarono a cercare quel tizio con cui stava parlando poco prima. “Chi era quello?”
“Chi?” La ragazza sussultò.
“Quello con cui stavi parlando.”
“Ah, quello…. E’…. è il padre di Orion.” Sputò fuori la verità senza riflettere più di tanto.
Manuel si ritagliò alcuni secondi per guardare bene quell’uomo. “Il padre di Orion? E tu come lo sai?”
“Me l’ha presentato lui prima di partire.”
“Orion è partito? E dov’è andato?”
Melissa iniziava a capire di aver parlato più del dovuto e soprattutto di aver perso il filo del discorso, coinvolta sin troppo in quella faccenda. “Lui… ehm, sta momentaneamente presso un’altra Accademia Militare per ….per un corso di aggiornamento.”
Manuel non era troppo convinto della veridicità di quanto appreso: Orion effettivamente non si era fatto più vivo da una decina di giorni, senza aver detto niente a nessuno tranne che a Melissa. Perché? Lei forse sapeva qualcosa in più? Restò in silenzio, prendendo comunque per buona la spiegazione ricevuta. “Coraggio, andiamo. Se facciamo tardi, chi lo sente Cierre!” Poi si voltò un’ultima volta verso quel tipo misterioso. “Eppure mi sembra di averlo già visto da qualche parte….”
 

PIANETA HILON



 

Re Kipsoron si trovava nella grande Sala del Trono in attesa dell’arrivo del Maestro Iersys. Estrasse da una tasca nascosta sotto le sue eleganti vesti, la Tavoletta Profetica da lui rinvenuta poco più di un anno prima, scartabellando fra gli antichi volumi e manoscritti della Megalos Vivlios, la Grande Biblioteca di Hilon.
Al sorgere del Grande Cacciatore, lo Scorpione deve cedere il passo, poiché per natura i due sono opposti e per natura l’uno non può coesistere al fianco dell’altro.
Lesse mentalmente quanto inciso su quell’antica tavoletta, una frase il cui significato stava ad indicare il suo imminente declino, per mano di colui che le stelle avevano designato quale degno erede del Trono di Hilon. Lui lo aveva conquistato con la forza e con l’inganno, arrivando persino ad inscenare la sua morte per potersi presentare in seguito con una identità fasulla, nata dall’anagramma del suo vero nome, entrare come Prithios, una sorta di Primo Ministro, presso la corte ed avvelenare lentamente Re Aunos, prendendone così il posto dopo aver fornito alla popolazione una profezia fasulla sul nome del successore. La sua sete di potere non gli permetteva di rinunciare alla posizione raggiunta, non aveva esitato di fronte a niente e nessuno, poco gli importava se tanti innocenti avevano perso la vita a causa sua, lui voleva continuare a sedere su quel trono e vi sarebbe restato ad ogni costo. Il Grande Cacciatore, quell’insetto pericoloso, doveva essere eliminato ad ogni costo. Una smorfia di rabbia apparve sul suo volto e scomparve giusto un istante prima che il grande portone della Sala si aprisse e i due cerimonieri annunciassero l’ingresso del Maestro d’Armi Iersys.
Re Kipsoron si voltò, restando in piedi presso il trono e attese che nel salone restasse solo il Maestro. Questi si profuse in un profondo ed ossequioso inchino nei confronti del sovrano.
“Maestro d’Armi….” Il re fece un passo in avanti. “Ho urgente necessità di alcune informazioni da parte vostra.”
“A vostra disposizione, Maestà.”
“Maestro, ricordate il nostro incontro nel Megalos di qualche tempo fa? Vi chiesi informazioni sul prode Capitano, il figlio del Generale Ireon, ricordate?”
Iersys iniziava a preoccuparsi. “Sì, Maestà.”
“Mi informaste della tragica dipartita del ragazzo e del fatto che il suo corpo non ha avuto degna sepoltura.” Si soffermò, poi la sua voce si fece più tagliente. “Ho cercato in lungo e in largo il Generale, ma non sono riuscito a trovarlo per porgergli le mie condoglianze. Sembra sia scomparso anche lui.” Si avvicinò di più al Maestro. “Voi ne sapete qualcosa?”
“Io…. Credo che il Generale si sia ritirato in qualche angolo sperduto del pianeta per metabolizzare il lutto e il fatto di non poter piangere sulla tomba del figlio, Maestà.”
“Maestro, io ho profondo rispetto e grande stima nei vostri confronti. Spero non vogliate perdere questa posizione presso la corte di Hilon.” Assottigliò lo sguardo. “Sapete fin troppo bene cosa accade a chi si prende gioco di me.” Silenzio. “Andatevene.”
Iersys si inchinò ed obbedì.
Re Kipsoron era certo che nascondesse qualcosa, lo teneva d’occhio da tempo ed aspettava solo il momento propizio per colpire lui, il Generale ed il Grande Cacciatore della profezia.

 

 

PIANETA TERRA




 

“Generale, mi sentite?”
Ireon estrasse dalla tasca del suo abito un piccolo apparecchio simile ad una ricetrasmittente. “Maestro, vi ascolto.” Disse, una volta avvicinato l’oggetto al volto.
“Il re sospetta qualcosa. Mi ha convocato poco fa e mi ha rivolto domande particolari.” Fece una breve pausa attendendo invano un cenno dall’uomo. “Convincete il ragazzo, vi scongiuro, qui nessuno è più al sicuro e inizio a temere seriamente per l’incolumità di tutti noi.”
“Maestro, io non so dov’è mio figlio. Da quando gli ho rivelato la verità sulla sua nascita, è scappato via e nessuno l’ha più visto, inclusa quella ragazzina terrestre che stava con lui quella sera.”
“Trovatelo, Generale! Ne va del futuro dell’universo intero!”
“Addirittura dell’universo intero?” Orion apparve all’improvviso alle spalle del padre. Aveva udito tutta la conversazione. “Maestro Iersys.” Afferrò la ricetrasmittente dalla mani del genitore la cui faccia mostrava gioia, sorpresa e incredulità, per parlare con l’altro su Hilon. “Voi e il qui presente Generale mi dovete un sacco di spiegazioni: che storia è mai questa? Che significa ciò che avete detto? In che senso l’incolumità dell’intero universo è a rischio?”
“Ragazzo mio, tuo padre ti spiegherà tutto. Credi alle sue parole, te ne prego dal profondo. Nel momento della nostra nascita il destino che ci attende è già scritto e il tuo è immensamente grande: Orione nella mitologia è il Grande Cacciatore, il più bello fra gli uomini, colui che splende di gloria e bellezza fra le stelle del cielo. Tutti, perfino gli dei celesti, sono rimasti affascinati e sopraffatti dalla sua avvenenza e dalla sua potenza impregnata di saggezza e giustizia. Tu sei tutto questo, non è stato un caso se al momento della tua nascita in cielo splendeva la costellazione che ha ispirato il tuo nome ed ora tuo padre terminerà di raccontarti cosa il destino ti ha riservato. Io ti ho visto crescere in forza e saggezza, ragazzo mio, so quanto vali e dove puoi arrivare. Ti prego, non deludermi.” La conversazione si interruppe bruscamente, fu Orion a prendere la drastica decisione. Ancora c’era molto da scoprire e lui ora non voleva perdere altro tempo.
“Avete parlato con Melissa poco fa, vi ho visto.”
“Sì.” Attese che prendesse posto accanto a lui e tirò un sospiro di sollievo nel vederlo di nuovo. “Come stai, figliolo?”
“Oh, sto benissimo.” C’era ironia nel suo tono di voce. “Cosa vi siete detti?” Naturalmente si riferiva alla conversazione con la ragazza alla quale aveva assistito nascosto dietro alcuni cespugli.
“E’ preoccupata per te, aveva paura che ti avessi fatto del male.”
Piegò l’angolo della bocca in un sorriso forzato. “E’ comprensibile, d’altronde avete già tentato di farmi fuori.”
“Perché le hai raccontato tutto? Nessuno deve sapere dell’esistenza di esseri extraterrestri su questo pianeta.”
“Qualcuno lo ha già fatto prima di me, se ben ricordo, una ventina di anni fa.” Si voltò a scrutarlo con attenzione. “Io ne sono la prova tangibile.” Fece una breve pausa. “Melissa è degna della massima fiducia, non temete. Ad ogni modo…” La sua voce divenne ferma. “Credo ci sia qualcosa che mi riguarda di cui ancora dovete dirmi.”
Il Generale abbassò la testa. “Sì, è così.” Riportò l’attenzione sul figlio. “Come sai, la guida suprema del nostro pianeta è indicata da antiche profezie la cui veridicità sta scritta nelle stelle. Nessuno, fino al momento opportuno, sa con esattezza chi sia il predestinato, può essere chiunque, a patto che il suo cuore sia puro e che sia una persona di grande saggezza, coraggio e senso di giustizia. Queste tre prerogative sono racchiuse nel simbolo delle tre stelle allineate, quel simbolo che tu porti impresso sulla pelle.”
Orion portò d’istinto la mano sulla spalla destra, lì c’era quel simbolo di cui, probabilmente, adesso stava per scoprire il significato.








 


Buon venerdì a tutti!
La sorte mi sta sorridendo e fortunatamente riesco ad aggiornare come ai vecchi tempi. Speriamo non mi volti le spalle…
Allora… Qua vengono fuori altri dettagli sul “cattivo” che, come avrete intuito, monitora da vicino il Maestro Iersys per colpire al momento opportuno. Intanto Orion ricompare dopo giorni di assenza, ancora non ha preso una decisione anche perché sembra ci sia dell’altro da scoprire. Come se non bastasse, Manuel inizia a sospettare qualcosa.
 Quello su cui voglio soffermarmi è la Tavoletta Profetica che dà il titolo al capitolo. Lì è rivelata la vera identità del Re: lui tramonterà al sorgere del Grande Cacciatore. Adesso lancio la sfida: chi è Kipsoron? E’ esattamente la costellazione che tramonta ad ovest quando quella del Grande Cacciatore sorge ad est. Un ulteriore aiuto viene dall’anagramma del nome del Re.

Grazie a tutti VOI che seguite la storia, a VOI che commentate regolarmente e pure a VOI lettori silenziosi. Buon fine settimana!

Un abbraccio
La Luna Nera

  
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