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Autore: Lovy91    04/07/2009    7 recensioni
La storia è ambientata nel 2009, a Los Angeles. Alisha Moore aveva una vita normale come tutte le adolescenti: un ragazzo, un'amica che considera come una sorella, andava bene a scuola e una famiglia al di sopra della media. Fino a una mattina in cui le hanno fatto notare che era pallida... Da quel momento, una terribile verità la sommerge. Sta cambiando... Sta per diventare una Different... Una persona dotata di capacità al di fuori della norma. Così, viene mandata al Collegio, una scuola dove adolescenti come lei vengono aiutati a gestire le proprie capacità. Però, lei ha qualcosa di diverso... perfino per la sua nuova razza...
Genere: Romantico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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6. Ancora problemi e un po' di tranquillità

Hanja mi spinse avanti, visto che io non avevo il coraggio di fare altro. Mi guidò per uno stretto corridoio con pannelli di legno e niente finestre, illuminato solo da luce dorata. Alla fine del corridoio c'era una porta marroncina, con un pomello d'oro. Con un gran sospiro, Hanja bussò tre volte.
<< Avanti >> disse una voce profonda e la ragazza aprì e la seguii meccanicamente. Entrammo dentro un ufficio lungo e largo, con vetri al posto delle mura nella parete in fondo. Alla mia destra c'erano librerie scure, in mogano, con libri di tutti i tipi mentre alla mia sinistra una serie di divani azzurri che si coordinavano perfettamente con la moquette blu e le pareti bianche come il latte. Dietro la scrivania bianca stava un uomo sulla cinquantina, con folti capelli neri e ribelli e occhi color nocciola leggermente allungati. Sorrise ad Hanja che rispose nello stesso mondo.
<< Alisha, lui è il preside Jonathan Sullivan. È stato lui ha fondare la scuola dieci anni fa con sua moglie Charline, una delle insegnanti di lettere >> mi spiegò Hanja e io sorrisi timidamente.
<< Piacere di conoscerti, Alisha. Mi hanno parlato della tua situazione. Sedetevi tutte e due >> ci invitò il preside. Io mi sedetti come aveva ordinato e anche la ragazza. Non sapevo cosa dire così rimasi in silenzio come una perfetta idiota.
<< Alisha, il fatto che tu abbia due capacità per noi è un problema. Vuol dire che sei... un pò più speciale di tutti noi >> cominciò lui e io aggrottai le sopracciglia con fare perplesso. << So che per una ragazzina di neanche sedici anni può essere difficile, però... con il tempo accetterai tutto >>.
Si, certo... E intanto tutti mi guarderanno come il tipico fenomeno da baraccone...
<< Io non sarei così sicuro. Qui tutti siamo diversi, Alisha >>.
Sgranai gli occhi e guardai Hanja che ridacchiò. << Però così non vale. Potevate anche avvertirmi che il preside leggeva nel pensiero >>.
I due risero e io sbuffai.
<< Senti, Alisha. Per il potere come il tuo non abbiamo insegnanti. Il tuo non rientra in nessuna categoria. A quanto abbiamo capito come potere tuo hai la criocinesi e hai assorbito quello di un telecinetico... giusto? >> chiese Hanja.
Io mi morsi il labbro. << Be', non proprio... Ho toccato anche una mia compagna... Kristen Wilson >>.
<< È una veggente. Questo vuol dire... che tra un pò avrai anche quel potere... >> disse il preside, visibilmente preoccupato.
<< Si, ma io ho anche toccato la professoressa Wegner... Durante la terza fase... >>.
Lei ridacchiò. << Non preoccuparti. Impossibile che anche lì tu abbia assorbito i miei poteri. Almeno quello non ce l'hai ancora >>.
Sospirai. Un problema in meno. << Ma non posso vivere tutta la vita evitando i tremila Different che ci sono al mondo! >>.
<< Per quello avremo una soluzione però non so se ti piacerà >> cominciò il preside, guardandomi e io guardai Hanja.
<< Che vuol dire? >>.
<< Potresti portare dei guanti. Devi toccare la persona con la pelle per prendere il suo potere >> rispose Hanja e io rimasi a bocca aperta.
<< Ma... come faccio ad andare in giro tutta la vita con dei guanti? >>.
<< Userai quello che ti diamo noi. Non preoccuparti. Alisha, andrà tutto bene. Davvero >> mi assicurò Hanja. Io volevo solo piangere ma mi trattenni, almeno non davanti a loro.
<< Per le Different lessons, credo che tu per ora, frequenterai quelle di Milen. Poi si vedrà. Ma stai attenta: a quelli lezioni non ci sono solo criocinetici ma anche pirocinetici e modificatori di materia. Quindi devi stare attenta a non toccarli >>.
Annuii, rassegnata. Per ora le cose stavano così e io non potevo fare nulla per cambiarle. Non potevo credere davvero a quello che stava succedendo. Finché non avessero trovato una soluzione, io avrei dovuto convivere con due poteri che nemmeno sapevo usare quindi potevo anche essere un pericolo. Cominciavo a pensare che ciò che Dylan mi aveva detto, che ero un mostro, non era del tutto insensato.
<< A proposito... I tuoi genitori ci hanno chiamato mentre eri addormentata stamattina... Dovresti richiamarli >> disse Hanja.
Mi irritai. Perché cavolo non me lo avevano detto prima, maledizione?
<< Posso andare a chiamarli? >>.
<< Si, usa pure il telefono della scuola >> rispose il preside. << Dai, puoi andare >>.
Io e Hanja ci alzammo e uscimmo dalla stanza. La prof mi guidò fino alla fine del corridoio e poi per l'atrio, accanto al bancone della segreteria. << Chiama pure da qui >>.
Accettai e Hanja si allontanò per lasciarmi un pò di privacy. Dovevo chiamare mamma e papà e anche Janet. Composi il numero di casa e sentii la voce di mia madre dopo il terzo squillo.
<< Pronto? >>.
<< Mamma? Sono io, Alisha >>.
<< Alisha! Tesoro! Come va? Tutto bene? Robert, vieni! E Alisha! >>.
Mia madre doveva aver messo in vivavoce perché sentii chiaramente i passi di mio padre e la voce di mia sorella Serenity. << Alisha, dicci come stai. Dì qualcosa >>.
<< Sto bene, mamma. Domani comincio le lezioni, sia quelle normali che quelle anormali. Sto molto meglio, davvero >>.
<< Dimmi, Alisha. Sai già cosa sai fare? >> chiese mio padre e mi morsi la lingua. Cosa dovevo dire? La verità? Erano i miei genitori. Non volevo e non dovevo mentire.
<< Si. Sono criocinetica >>.
<< Oh! >> esclamò Serenity. << Io lo so cos'è! Sa congelare le cose mamma! >>.
<< È fantastico tesoro! >>.
<< Ma... >> la interruppi e piombò il silenzio.
<< Ma? >>.
<< Posso anche assorbire i poteri degli altri Different >>.
Nessuno dall'altra parte disse nulla. E io mi pentii di aver parlato. Poi sentii la voce di mia sorella:
<< Sei speciale, Ali! >>.
Volevo quasi piangere di commozione. La mia sorellina era unica. Mamma pianse qualche lacrima. << A noi non importa, Alisha. Ti vogliamo sempre bene. Appena possiamo ti veniamo a trovare >>.
<< Si, bambina mia. Promesso >> concordò mio padre.
<< Vengo anche io! >> urlò Serenity, perforandomi un timpano.
<< Si, mi fido. Ora però devo andare. Sto chiamando dal telefono della scuola. Vi voglio bene, tanto >>.
<< Anche noi, Alisha. Ti prego, chiama appena puoi >>.
<< Promesso. Ciao >>.
Chiusi la chiamata dopo un ultimo saluto da parte della mia famiglia. Cavoli, quanto mi mancava. Però doveva passare del tempo, prima che io potessi rivederli. La mia famiglia aveva accettata anche la mia diversità tra i Different... Chissà se anche Janet lo avrebbe fatto. Alzai la cornetta e feci il numero di casa sua. Sapevo che avrebbe risposto in camera e quindi potevamo parlare tranquillamente.
Al prima squillo rispose. << Chi è? >>.
<< Janet, sono io >>.
<< Alisha! Sono così contenta di sentirti! >>.
<< Anche io, amica mia. Come stai? È andato bene il viaggio? >>.
<< Si, certo. Ma tu come stai? >>.
<< Meravigliosamente >>. In effetti non era proprio una bugia. Fisicamente stavo bene.
<< Sono felice. Dimmi, cosa sai fare? Su, sono curiosissima! >>.
<< Sono criocinetica >>.
<< Ma è fantastico! Chissà quante cose magnifiche succedono lì dentro! >> disse entusiasta. Dovevo ammettere che come posto non era male. Dopo il primo impatto, tutte quelle cose era fantastiche. Tutti quei poteri lo erano, quando li vedevi per la prima volta.
<< Però... sono anche assorbire i poteri degli altri mutanti >>.
La conoscevo troppo bene. Ero sicura che in quel momento, stava aggrottando le sopracciglia dritte. << Scusa, ma non potete avere solo un potere? >>.
<< A quanto sembra no >>.
<< Cavoli, amica mia. Fantastico. Che ti frega? Sei speciale! >>.
Speciale, già. Bisognava aspettare che la notizia diventasse di dominio pubblico poi avrei visto quanto sarei stata "speciale".
<< Immagino. Senti... ma si sa che io sono andata al Collegio? >>.
<< Si. Lo sanno tutti, ormai. Dylan ha sparso la voce appena sei partita a quando sono tornata a casa ho trovato tre o quattro compagne di casa alla mia porta che volevano una conferma. Ovviamente non ho mentito. Purtroppo le reazioni sono quelle che tu immagini >>.
<< Si, lo so. Dylan starà parlando male di me >>.
<< Be', più che parlare male di te... non ti nomina propria. Come se tu fossi sparita dalla sua vita. Fregatene. È solo uno stronzo che non ti merita! >>.
Magari era anche vero, ma faceva lo stesso male. Quello sguardo di paura, sarebbe rimasto per sempre dentro di me. Essere guardata come un mostro.
<< Comunque, Alisha, spero di rivederti. Ora però devo andare via. Mi chiamerai presto? >>.
<< Si >> promisi. Dopo qualche secondo chiusi la chiamata, sentendomi un pò peggio di prima. Neanche io sapevo il motivo. Le parole di Janet mi avevano fatto male, dovevo ammetterlo. Sapere che una persona che hai amato per due anni e di colpo smette lui stesso di amarti e come se mi lacerasse dentro. Tutto per colpa di qualcosa che io non avevo chiesto.
Decisi che rimanere lì a soffrire non era il caso, così decisi di tornare in camera mia dalle altre sperando di non toccarle e acquisire i loro poteri. Quando tornai in camera e per fortuna nel corridoio non c'era nessuno, trovai anche Hanja con Liliane e Cassie.
<< Alisha, ti ho portato i guanti >> mi informò mostrandomi due o tre paia di guanti di seta morbidi e leggeri tutti color panna e io sospirai. << Devi portarli per un pò. Mi dispiace >> aggiunse vedendo la mia faccia. << Almeno così facendo potrai toccare qualcuno senza problemi. Però gli altri non devono toccare nessuna superficie della tua pelle o assorbirai anche i loro poteri. Ecco anche la tua scheda >>.
Presi la mia scheda di identità e la vidi completata con una mia foto e i miei poteri: criocinesi e mimica empatica.
<< Mimica empatica? >> chiesi perplessa.
<< Il nome esatto sarebbe quello, non c'è ne sono altri >> rispose Hanja sulla porta. << Ora vado. A domani ragazze >>.
<< A domani >> ripetemmo tutti e tre. Liliane e Cassie mi guardarono preoccupate.
<< Stai bene? >> chiese Cassie.
<< Si >> risposi, quasi una bugia. Mi infilai uno dei guanti e poi l'altro e sospirai. Condannata a portare i guanti per tutta la mia vita. Fantastico.
<< Dai, ti stanno bene >> tentò di consolarmi Liliane. << Il panna va praticamente con tutto! >>.
Ridacchiai. << Grazie, Liliane >>.
Cassie mi sorrise. << Dai, in fondo così potrai anche sceglierti i poteri. No? >>.
<< Fantastico >> borbottai. Si, potevo sceglierli. Però non potevo nemmeno toccare chi volevo. E se in futuro mi fossi innamorata di un Different? Come avrei potuto toccarlo senza prendere il suo potere? Sopratutto se era un potere incontrollabile.
Liliane mi abbracciò. << Vai a farti una doccia. Ti sentirai meglio >>.
Annuii e presi il necessario, chiudendomi dentro. Appena entrai nella doccia, cominciai a piangere. Non potevo trattenermi. Quello che era successo nell'intera giornata stava uscendo con tutte le lacrime che si perdevano nell'acqua della doccia. Rimasi lì finché l'acqua non divenne fredda e ghiacciai per errore metà dell'acqua rimasta sul fondo ma la ignorai. Proprio quando stavo per prendere l'asciugacapelli, mi bloccai. Mi sentii la testa pesante come un macigno. Il cervello risucchiato. Caddi sul pavimento, facendo cadere tutto quello che c'era nel lavabo.
Mi sentii chiamare, ma non risposi. Non ci riuscivo. Liliane attraversò la porta, aprendola e poi correndomi incontro. Mi scosse, chiamandomi.
<< Alisha! Alisha! >>.
Di colpo, non mi trovai più nel bagno. Liliane e Cassie erano sparite. Però sentivo che erano lì. Era come se il mio corpo fosse ancora nel piccolo bagno e la mia mente da un'altra parte.
Vedevo buio, ma piano piano si schiariva sempre di più. Una donna bionda era seduta su un letto, malconcio e disfatto. Mi accorsi che era una piccola stanza. La donna canticchiava un motivetto sconosciuto e ridacchiava come se avesse avuto una bella notizia. Poi alzò lo sguardo e quasi come se mi vedesse, il suo volto divenne aggressivo e ciò che vedevo venne risucchiato da un vortice. Io presi fiato come se fossi stata immersa sott'acqua ore e ore. Cassie mi scuoteva ancora e Liliane mi guardava sconvolta.
<< Alisha! >> chiamò ancora Cassie.
<< Si >> rispose sussurrando e alzandomi traballante.
<< Ma cosa ti è successo? >>.
<< Credo... di aver avuto una visione >> risposi, rendendomene conto solo in quel momento.
Le mie due compagne di stanza si guardarono allibite. Però non capivo. Se davvero avevo avuto una visione, perché stupirsi così tanto? Anche Kristen era una veggente e non era certo l'unica dentro la scuola.
<< Ma perché reagite così? >>.
<< Non è normale la reazione che hai avuto, ecco perché >> rispose Cassie. << Al massimo alle veggenti viene un terribile mal di testa o cadono in profonda concentrazione >>.
Quindi come mi ero comportata io non era normale, assolutamente. Non ci potevo credere. Ma cosa c'era di sbagliato in me? Che cosa? Avevo forse un problema fisico?
<< Alisha io comincio a pensare che tu abbia seriamente qualcosa di diverso da noi >> disse Liliane. << Non voglio spaventarti o altro però... Il doppio potere e ora questo... Com'è possibile? >>.
Quello che diceva Liliane non lo pensava solo lei. Io non dissi nulla. Ormai ero convinta anche io di questo. Ma perché? Quale poteva essere il motivo?
<< Cosa hai visto? >> chiese Cassie all'improvviso, spezzando la tensione.
<< Io... c'era buio, un letto e una donna. Bionda. Canticchiava e sorrideva e quando ha alzato il viso sembrava quasi che mi vedesse ed è diventata aggressiva. Mi sono sentiva risucchiare e a quel punto è finita >> spiegai, rendendomi conto che nemmeno io sapevo cosa volesse dire. Ero certa di non aver mai visto quella donna in vita mia.
Le due si guardarono. << Non l'hai mai vista? >>.
<< No >>.
<< Strano. Di solito le veggenti vedono solo chi conoscono o al massimo cose che potrebbero accadergli da vicino >> spiegò Liliane.
<< Appunto. Di solito. Ma a quanto sembra io non sono il solito Different >> feci notare con una punta di tristezza nella voce.
<< Devi dirlo ad Hanja o al preside >> suggerì Cassie.
Strabuzzai gli occhi. << Dico, ma siete matte? Così finisce che davvero non mi fanno più uscire dalla mia stanza! >>.
<< E allora cosa pensi di fare? >>.
<< Per ora non diciamo nulla a nessuno, okay? >>.
<< Va bene >> acconsentirono le due ragazze, per nulla convinte. Alla fine riuscii a convincerle ad andare a letto. In un certo senso, era la prima notte che passavo fuori casa e in una giornata erano successe un sacco di cose. Tutte strane ovviamente. Ripensai ancora alle parole di Liliane: cosa potevo avere di strano? Che avessi un DNA diverso perfino dai Different? Che fossi un nuovo stadio dell'evoluzione? Ma com'era possibile se nemmeno tutti gli umani sono Different? E perché accadesse questo ci sarebbero voluti migliaia e migliaia di secoli.
Pensai che non avrei dormito ma dopo un'ora ci riuscì. Dormì pesantemente, senza sogni, fino al suono trillante di una sveglia. Le 7.30.
Sentii Cassie imprecare e Liliane farle cenno di stare zitta. Poi una botta.
<< Scusa, ma Cassie riesce sempre a cadere dal letto >> disse Liliane, scostando le coperte dal suo letto e Cassie si alzò dolorante. Io risi e scesi dal mio di letto, senza farmi male. Ci mettemmo circa tre quarti d'ora per essere pronta e io più di tutti. Cosa mai potevo mettermi? E i capelli e il trucco? Decisi per un paio di jeans e una maglia a maniche lunghe azzurra con disegni argentati. Aggiunsi al tutto capelli lisci e un trucco leggero. E ovviamente i guanti che guardai con tristezza.
Ci inoltrammo nel corridoio finché non vedemmo Kristen e Selene venirci incontro.
<< Buongiorno >> salutarono le due ragazze, guardando i miei guanti ma non chiesero nulla. Gli avrei fatto una statua per la loro delicatezza. Percorremmo insieme il corridoio e io mi feci spiegare come funzionavano esattamente le lezioni.
<< Allora, prima di tutto si svolgono tutte nello stesso corridoio. Le quattro aule sono una accanto all'altra. Durano tutte un'ora per un totale di quattro lezioni al giorno, quindi fino all'una >> spiegò Cassie.
<< Il tuo orario è dentro il libro di testo. Infatti noterai che dentro ogni tuo libro c'è l'orario all'interno. Se ne occupano i professori per fare prima >> aggiunse Liliane.
<< Poi alle tre ti rechi nell'aula per la lezione di Different >> disse Selene.
Le lezioni mattiniere non sembravano affatto pesanti. A confronto con quelle della mia che duravano anche tre ore di seguito. La noia mortale. Salutammo Selene e Kristen e andammo nella nostra aula, contrassegnata con un due nero su sfondo bianco affissò alla porta. I banchi erano ordinati e sembravano completamente nuovi. Liliane mi indicò il mio dove c'era il mio nome completo: "Alisha W. Moore".
Cassie mi accompagnò in fondo all'aula dove c'erano diversi armadietti neri e blu.
<< Sono qui perché così solo quelli della seconda possono entrare, visto che abbiamo la chiave di quest'aula. Presto la daranno anche a te >> mi spiegò davanti alla mia faccia perplessa visto che fin'ora io li avevo sempre visti in corridoio. Presi dei quaderni e dei fogli per gli appunti, insieme al libro di spagnolo della prima ora. Mi sedetti appena in tempo per veder entrare l'insegnante che riconobbi come quella che ci aveva aperto la porta la sera prima. Era bassa e rotonda con capelli castani lisci e corti uniti a un paio di occhi azzurri e labbra rosse, anche senza rossetto. Si sedette alla cattedra ed io ero curiosa di sapere quale fosse il suo potere.
Però lei non fece nulla. Io aggrottai le sopracciglia e Liliane, che era al mio fianco, ridacchiò.
<< Ricordi? Non possiamo usare i nostri poteri al di fuori del dormitori. Vale anche per i professori. Comunque lei è elettrocinetica >>.
Annuii, sorpresa. Doveva essere pericolosa quando si arrabbiava.
La donna alzò la testa. << Bene, per la nuova arrivata io sono Carmen Cortès, insegnante di spagnolo qui da dieci anni. Piacere di conoscerti >>.
Feci una cenno con la testa con un sorriso e sperai non troppo da lecchina. Lei mi sorrise e fece l'appello dopo di che prese il libro di spagnolo e chiese a tutti di aprirlo. Spiegava completamente in lingua ma io non ebbi problemi. Ero sempre stava brava nelle lingue.
L'ora passò subito e io feci per alzarmi ma Liliane mi tenne giù.
<< Ma non dobbiamo andare alla lezione successiva? >> chiesi, sorpresa.
<< No. Qui sono i professori che vengono da noi. Noi dobbiamo solo prendere il libro per la lezione successiva >>.
Io rimasi piuttosto sorpresa per una novità del genere, però non protestai minimamente. Mi alzai e vidi che avevo matematica alla seconda ora. Lì mi venne il panico, non era mai stata la mia materia preferita senza contare che non avevo basi ottime. Presi il grosso volume e lo portai al banco. Un uomo entrò dopo meno di un secondo alla velocità della luce.
<< Professore, non vale! >> si lamentò una delle compagne, scherzosamente.
Lui rise. << Si, Eileen, però ero in ritardo! >>.
Tutti risero e io compresi che doveva essere uno di quello a cui piace scherzare. E intuii anche che doveva essere iperveloce. Quel posto mi stava piacendo sempre di più e sarebbe stato perfetto se non fosse stato per quella mia piccola diversità, ovvero la doppia capacità. Avevo decisamente voglia di capire cosa avessi di così diverso dagli altri. Ma come scoprirlo?


   
 
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