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Autore: ilenia23    04/07/2009    2 recensioni
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E se Albus Silente avesse una figlia? E se Sirius Black  se ne innamorasse? E se la storia fosse andata tutto in un altro modo o quasi?
Un intenso sguardo, durato un solo istante.
Pieno di dolcissima tensione.
Complicità.
E paura.
E ansia.
E passione.
E felicità straziante.
Gioia pura, autentica.
In un brevissimo sguardo  tutto questo.
Eravamo tutto questo io e Sirius.
E quel poco d’amore che c’era.
Genere: Drammatico, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Sirius Black
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Prima di iniziare un altro chap, vorrei ringraziare chi mi ha messo tra i preferiti e tra le fic seguite però sarei contenta anche se qualcuno di passaggio mi lasciasse una recensione anche strimizita va bene..tanto per sapere se sto facendo una completa schifezza o no..
Ci tengo a precisare che per ora la storia è un pò lenta perchè devo soffermarmi sulla parte descrittiva per spiegare un pò la situazione ma vi assicuro che si evolverà e diventerà più fluida e, mi auguro, avvincente.
Per adesso sto aggiornando ogni giorno perchè ho qualche capitolo già pronto ma non vi abituate perchè non sarà così per sempre. Dopo avervi annoiato a morte, vi lascio al prossimo capitolo, sperando che abbia un pò più successo degli altri. Mi raccomando, recensite e se avete dei dubbi non esitate a chiedere..



Hogwarts - Settembre 1975

Aryana Silente

Ripresi fiato quando vidi il professor Lumacorno sorridermi rassicurante. Misi le mani nelle ampie tasche del mantello per celare il mio tremore. Non avevo guardato verso i miei compagni neanche per un secondo, tenevo lo sguardo fisso sul faccione sudaticcio del pozionista.
La mia espressione era quella di sempre: stoica e inflessibile,almeno fino a quando mi concentravo su Lumacorno. A lui ero preparata, lo conoscevo, potevo facilmente controllarmi.
Sentivo i sussurri strisciare da un orecchio all’altro, anche se non potevo afferrarne il significato per fortuna o purtroppo…Cercai di carpire qualche parola con il mio udito incredibilmente sviluppato ma me ne pentii all’istante. Non doveva importarmi niente di quello che pensavano.
“Aryana..ti stavamo aspettando tutti con grandissima ansia. Allora, come è andato lo smistamento stamattina?”esclamò gioviale.
Fortunatamente riuscii ad evitare lo smistamento insieme ai mocciosi del primo anno ,avvenuto la sera prima, rimandandolo alla mattina, di fronte ai soli insegnanti e ai capiscuola, nell’ufficio di mio padre. Prima che potessi aprir bocca per rispondere a Lumacorno, quest’ultimo mi interruppe, come era suo solito fare.
“No,no aspetta. Fammi indovinare..”disse entusiasta con l’aria di chi sa il fatto suo.
“Dunque,dunque..Possiedi sia pazienza che saggezza ma non sono le tue doti migliori, sbaglio?”mi domandò facendomi l’occhiolino. Io negai con la testa mentre il brusio di sottofondo cresceva sempre di più.
“Quindi direi che Tassorosso non faccia proprio al caso tuo. Vediamo un po’..astuzia, intuito, curiosità, intelligenza, grande spirito d’osservazione,acume, estrema abilità nelle arti magiche.. Corvonero sembrerebbe fare apposta per te..ma anche Serpeverde..sono un po’ indeciso. Ah no, no..lo vedo nel tuo sguardo, l’ambizione,la fierezza, la furbizia,la determinazione, il talento. Su di te incombe un grande destino..sarai stata sicuramente assegnata a Serpeverde”.
Sorrisi provocatoria e per tutta risposta mi sfilai il mantello, rivelando il cravattino rosso-oro appuntato sulla mia divisa.
No, io ero una Grifondoro, proprio come mio padre. Devo dire però che non mi faceva né caldo né freddo. In fondo, le tradizioni magiche alle quali ero abituata io, erano ben altre che una ridicola contesa tra case..
“Signorina Aryana, ogni volta che ci incontriamo lei riesce sempre a sconvolgermi. Dunque esiste un animo indomabile,audace e coraggioso nascosto da quella inflessibile e  impenetrabile mente?”esclamò Lumacorno, non perdendo un briciolo del suo entusiasmo.
Non gli risposi perché effettivamente non sapevo cosa dirgli. Era la stessa identica domanda che mi ponevo anch’io..
Possibile che tutti quegli anni a Shantaram non avessero temprato il mio carattere, rendendolo più prudente o forse quella era solo una facciata che nascondeva la mia vera natura?
“Adesso basta con le chiacchiere. Signorina Silente, prego si sieda vicino alla signorina Evans, sua compagna di stanza. Sono sicura che Lily risponderà a tutte le sue domande..”disse risoluta la McGrannit, interrompendo lo show del vecchio Lumacorno.
“Oh, si..la signorina Evans è senz’altro un’ottima scelta..due elementi così promettenti e brillanti insieme..faranno sicuramente scintille..”esclamò eccitato, Lumacorno.

“Ho paura che si metta a sbavare da un momento all’ altro sul pentolone..”sussurrai tra me e me, mentre prendevo posto accanto a Lily Evans, una ragazza dai capelli rosso fuoco e con due occhi verde intenso, vispi e curiosi. Assomigliavano per certi versi ai miei. Oltre che sveglia era anche una bellissima ragazza, dalla pelle candida quasi come la mia e dalle labbra rosse e carnose. 
La sentii ridere sommessamente della mia battuta mentre mi guardava sinceramente interessata con la mente sgombra da inutili pregiudizi. Non era male come debutto nel mondo degli adolescenti.
“Io sono Lily..divertente la battuta su Luma..”disse, tendendomi la mano.
“Io sono Aryana, molto piacere di conoscerti”ricambiai il saluto, stringendole a mia volta la mano.
“Credevo che fossi una di quelle serpi che muoiono dalla voglia di essere i cocchi dei professori..altezzosi e ruffiani, dall’ego spropositato”.
“Ah allora è questo che si dice sul mio conto....pensavo di peggio. La verità è che io e Lumacorno ci conosciamo da tanto tempo, per via di mio padre, ma penso che già questo lo sai,no?”.
“Diciamo che sono girate tante voci su di te ma io preferisco constatare di persona con chi ho a che fare. Non mi sono mai interessati i pettegolezzi”.
No, la ragazza non era affatto male, anzi, era proprio un bel tipo.
Mi guardai intorno mentre il professore parlottava con la McGrannit. Molti mi fissavano di sottecchi,altri mi sorridevano,altri ancora confabulavano in gruppetti da tre o più.
Tuttavia la mia attenzione fu catturata subito da due ragazzi in fondo alla Sala che mi fissavano con aria provocatoria.
Mi sbagliavo: uno di loro non fissava me, dopo pochi secondi aveva distolto lo sguardo per fermarlo sulla Evans. Invece l’altro continuava a guardarmi fisso, prima dalla testa ai piedi, poi viceversa e infine fissò il suo sguardo nel mio: due magnetici occhi grigi mi intrappolarono nella loro morsa. Qualche ciocca dei lucenti capelli corvini gli ricadeva sul viso con aria ribelle. Aveva un bell’aspetto e , non poteri negarlo, una certa eleganza. Si dondolava con la sedia, tipico atteggiamento strafottente ,e non la finiva di darsi arie.
Lo osservai bene, come era mio vezzo: proveniva sicuramente da una ricca e raffinata famiglia, lo si evinceva dalla sua cartella e dai libri di ottima fattura. Possedeva grazia nei movimenti, nonostante facesse di tutto per sembrare un gran maleducato, capii subito che era un nobile purosangue..la razza peggiore.
In quel ragazzo arroganza, boria e superbia andavano di pari passo con accortezza per il proprio aspetto (tutto, dai capelli alle scarpe, era in ordine),sguardo enigmatico e bellezza fuori dal comune.
Si, quello era certamente un tronfio proveniente da una tra le più antiche e potenti famiglie purosangue d’ Inghilterra. Mi era stato insegnato molto bene quali erano i gusti e  le priorità di quel tipo di famiglia e non coincidevano per nulla con i miei. 

All’improvviso, non pago di fissarmi insolentemente ormai da più tempo del dovuto, prese la bacchetta e disegnò in aria quello che immaginai essere il suo nome che la diceva già lunga di suo..…Sirius, la stella più luminosa del cielo. Non era difficile notare che lui stimava se stesso esattamente allo stesso modo.
Dopodiché mi regalò un sorriso, che col tempo imparai a conoscere fin troppo bene, e che non sapevi mai se volesse spalancarti le porte del Paradiso o dell’ Inferno. Un ghigno malandrino tra l’angelico e il diabolico, un mix tra faccia tosta, impertinenza o semplicemente fascino.
Mi voltai di scatto, irritata da quello sguardo troppo ingombrante e invadente, mentre mi raggiunsero dei risolini da parte dei ragazzi attorno a lui. Aveva una risata sguaiata,snervante.
Notai delle ragazze che guardavano con occhi sognanti sia lui che l’altro ragazzo accanto, il quale adesso si era deciso a smettere di fissare la Evans.
Formavano una specie di gruppetto a parte insieme ad altri due ragazzi che sedevano dietro di loro: uno aveva l’ aria un po’ malaticcia ma gli occhi erano profondi e intensi; l’altro ,un po’ grassottello, dall’aria spaurita. Quest’ultimo mi guardava stranito ma ,non appena si accorse del mio sguardo su di lui ,abbassò subito gli occhi. Di certo non era la personificazione del coraggio..

Sirius Black
Da quando Albus Silente aveva annunciato la sera prima l’arrivo di sua figlia ad Hogwarts, avevo, come tutti i miei compagni, immaginato le congetture più stravaganti e contorte che si potessero pensare ma devo ammettere che ,quando Aryana Silente entrò in quella classe, superò le mie aspettative più rosee e fantasiose.
Non era solo più che bellissima, il suo modo di fare così elegante,quasi regale,la rendeva diversa da tutte le altre. La classe non è acqua e io lo sapevo meglio di chiunque altro.
Ad ogni modo quella strega avrebbe potuto mandare fuori di testa solo per i suoi occhi,le forme sinuose servivano solo ad ipnotizzare ancora di più..ma gli occhi..verdi come due gemme,come la speranza,così intensi e allo stesso tempo così sfuggenti. 
Se non stavi attento a staccarti in tempo, ti ci potevi perdere..non sembravano nemmeno umani.
“Pss..James!” sussurrai al mio compagno di banco. “Hai visto chi è appena entrata?”.
“Si, Felpato, l’ ho vista e non è roba per te”controbatté Ramoso, suscitando l’ilarità di Remus e Peter, dietro di noi.
“Che cosa vorresti dire con questo, scusa?”.
“Primo: è la figlia del preside; Secondo: è di un altro pianeta,non è come le oche che ci vengono dietro”.
“Lo so benissimo. Lei è……Wow..Oltre ogni previsione ed è proprio per questo che deve essere mia”.
“Felpato, ha ragione James. Lascia stare ,potresti farti male. Quella non è il tipo che si lascia prendere in giro” esclamò Remus da dietro di noi.
“Tranquillo..non finirò come Ramoso con la Evans, se è questo ciò che intendi.Voglio solo provarci…tentar non nuoce. Sfodererò le mie armi seduttive migliori, vedrete”.
“Non so fino a che punto questo possa essere valido…”.
“Ok,quanto scommettete?”.
“Cosa?”.
“Dieci galeoni che ci riesci”proruppe Peter.
“Oh, finalmente qualcuno che mi da un po’ di fiducia e voi due invece?”.
“Dieci galeoni che ti da un due di picche….”disse Ramoso,ridendo.
“Io mi astengo ovviamente”borbottò Lunastorta con aria severa.
“Sempre il solito rompiballe ovviamente..”lo apostrofai gettandogli un’ occhiata sbieca.

Mi misi a fissare la preda e non fui l’unico a farlo. Era la novità del giorno e lo restò per moltissimo tempo. Era praticamente perfetta, non trovavi un difetto neanche a cercarlo come si deve: la divisa era impeccabile,neanche un filo scucito, una piega di troppo o macchie di qualunque genere, così come l’alta coda che teneva legati i setosi capelli castani,nessuna ciocca ribelle o fermagli messi male; le scarpe erano lustrate a lucido, la cartella immacolata,i libri disposti sul banco con un ordine quasi maniacale, trucco fine e leggero, usato con saggezza.
Apparentemente era un angelo serafino, gelido come un iceberg, irraggiungibile, insensibile, quasi spietato..  
Ma c’era qualcosa nei suoi occhi che mi spiazzava. Poteva fregare gli altri ma non me, un Black capisce sempre con chi ha a che fare, specialmente se si tratta di donne.
Nel profondo dei suoi occhi immensi c’era…..paura e disorientamento. Non sarebbe stata una cosa così aliena,anzi, del tutto comprensibile. Allora perché ci teneva così tanto a fare la sostenuta? Perennemente sulla difensiva. Non sarebbe stato facile conquistarsi la sua fiducia.
Osservandola, mi accorsi che Lumacorno aveva ragione, sarebbe stata una perfetta Serpeverde: abile dissimulatrice, diffidente, stoica ,quasi glaciale..  
Più mi rendevo conto di quanto sarebbe stato difficile, più la volevo..
Superare i limiti era proprio quello che mi faceva sentire vivo, affrontare nuove sfide sempre più difficili, magari impossibili, era aria nei polmoni per me..
D’altronde nessuno riusciva più di me ad essere così dannatamente autolesionista. Avrei potuto lasciare perdere, come avevano detto i miei amici, avrei potuto, ma non lo feci. Così come con la mia famiglia..Avrei potuto arrendermi, soccombere, lasciare che le cose andassero come tutti volevano che andassero..tutti meno me. Ma non lo feci. E ringrazio me stesso ogni giorno per avere avuto il coraggio di dire di No, di non uccidere la mia natura, di non soffocare in una marea di ipocrisia e menzogna. Io avevo scelto di vivere davvero.
Da quel giorno accolsi a braccia aperte ogni cosa che stimolasse il mio spirito, con la ferma convinzione che la vita non consiste nel lasciare sempre perdere…ma nel vincere…per sempre. E io avrei vinto, lo sapevo. 
 
   
Aryana Silente

“Vedo che hanno già mostrato le loro doti quegli idioti..” sbuffò Lily.
“Chi sono?”.
“Remus Lupin alla sinistra; Peter Minus, anche noto come cuor di Leone; James Potter,  quello con gli occhiali e l’ aria da arrogante e l’altro idiota è Sirius Black,quello che ti faceva le smorfie credendo che gli saresti caduta ai piedi. Si fanno chiamare i Malandrini ergo siamo una banda di infantili, boriose zucche vuote”concluse ironicamente Lily. 
Ricambiai con un sorriso e sprofondai di nuovo nei miei pensieri.
Sirius Black...e così era un rampollo della nobilissima e antichissima casata dei Black. Avevo letto di loro in uno dei tanti libri di mio padre e, anche se non ricordavo esattamente la  storia, sapevo per certo che non brillavano per bontà di cuore. Che diavolo ci faceva un loro componente a Grifondoro? 
“Hai notato lo stuolo di ochette sospiranti che abbiamo qua dietro?”sussurrò Lily, indicandomi qualche banco dietro di noi, un gruppo folto di ragazze che ammiravano i Malandrini con aria sognante. “Sono il Fans Club Potter-Black, praticamente un’istituzione in questo castello ”concluse sarcastica,Lily.
“Devo ammettere che sono di mia natura curiosa, potrei tartassarti di domande sui cosiddetti Malandrini ma la verità è che non me ne importa niente quindi..che cosa ne pensi di ignorarli?”le chiesi serena, mentre sistemavo le mie cose sul banco.
Lei mi guardò sorpresa per un attimo, dopodiché ridacchiando, disse: “Sai, ha ragione Lumacorno, sei incredibile. Ormai avevo perso le speranze di incontrare una ragazza che non abbia come unico scopo nella vita di sbavare dietro un maschio qualsiasi. Allora, sei pronta per ricevere una marea di informazioni su questo castello e sulla gente che vi abita? Mi offro per farti da Cicerone…”.
E fu in quel preciso istante che capii che Lily sarebbe stata l’unica amica vera che mi sarei fatta in quel castello, l’ unica che sarebbe stata in grado di andare davvero al di là della corazza di saccenza e fierezza che mi ero costruita per difendermi,l’unica che avrebbe potuto capire quanto fossi diversa..perché in fondo lei era come me.
Ci sono persone che nascono per brillare,persone a cui pochi riescono a stare dietro, persone che si seguono a fatica…Lily Evans era una di quelle. Aveva l’immenso negli occhi e bruciava come il fuoco, infiammava la mia vita, di entusiasmo, di audacia,di sorrisi, di risate mai banali..
Dio solo sa quanto mi manca la mia migliore amica adesso..
Non so come feci a capirlo che lei sarebbe stata quello che poi sarebbe effettivamente stata per me, lo sapevo e basta e in quel momento mi bastava così.
Ridemmo insieme per un po’, senza un perché, senza chiederci niente..come se nella sua testa vorticassero i miei stessi pensieri..Ci avrei giurato che era così, era sempre stato così tra me e Lily. Quello fu il primo momento di una lunga serie in cui la gente intorno a noi ci guardava chiedendosi se fossimo pazze. Ma noi non eravamo pazze, avevamo solo preso coscienza del fatto che non eravamo più sole.   

Il vento pungente di Settembre agitava le foglie del parco di Hogwarts, e sferzava i nostri visi mentre ci dirigevamo verso la serra A per la lezione di erbologia.
L’autunno produceva in me una malinconia quasi struggente che mi rendeva, se possibile, ancor più scontrosa e guardinga. Ma quell’ Autunno sarebbe stato molto diverso..in particolare quella giornata, stava diventando velocemente una delle più felici di tutta la mia vita.  Non ebbi neanche il tempo di tormentarmi di nostalgia perché Lily mi teneva occupata con la sua frizzante, ma non invadente, compagnia.
Per la prima volta nella vita, eccetto con Uriel e pochi altri elfi, non sentivo di dover evitare qualcuno che mi stesse così vicino. Non mi sono mai definita un tipo socievole, certamente abituata a stare al centro dell’ attenzione, ma instaurare dei rapporti non era il mio forte, preferivo scappare alla velocità della luce. Ma con Lily mi sembrava di parlare allo specchio, non mi sentivo forzata a parlare, a cercare una di quelle frasi studiate e di convenienza tanto per riempire i silenzi. Sentivo una sensazione rassicurante, un piacevolissimo calore come stare davanti al camino sulla tua poltrona preferita a leggere un libro in una giornata gelida d’inverno. Ecco, era proprio quello che provavo stando con lei…Lily Evans era casa, la mia prima vera casa. 
L’ attenzione dei miei compagni di classe, nel frattempo, dai bui sotterranei dell’ aula di Pozioni al timido sole del parco,non si era distolta neanche per un secondo da me e Lily.
Non si perdevano una parola della nostra conversazione e man mano intervenivano,alcuni più discretamente, altri più irruentemente ma tutti si rivelarono abbastanza gentili e amabili. Tutti tranne le componenti del fun club di Black e Potter e i Malandrini. Già, perché dopo quel breve scambio di sguardi, nessuno di loro si era avvicinato, al contrario di tutti gli altri..se un po’ avevo capito come erano fatti, stavano aspettando il momento propizio per distinguersi e fare uno show tutto loro. Naturalmente le mie impressioni si rivelarono esatte. 
Quando ormai mancava un breve tratto di sentiero per raggiungere la serra, ebbi il piacere-dispiacere di essere vittima delle loro lusinghe ,neanche troppo velate.
Peter e Remus si accostarono a me e Lily, mentre James e Sirius ci superarono per piazzarcisi dritti di fronte, continuando a camminare all’indietro, in modo da non interrompere il nostro percorso.
Sostenni lo sguardo intenso di entrambi, continuando a camminare. Forse si aspettavano che mi mostrassi lusingata o intimidita da quell’ atteggiamento esibizionista. Si sbagliavano di grosso. Mi guardavano come se fossi sotto esame, non capendo che erano loro quelli sotto esame.
Si passarono quasi contemporaneamente una mano tra i capelli, l’uno scostandoli dal viso con eleganza, l’altro arruffandoli ancor di più. 
“Ciao” esclamò Black con un tono di voce suadente, interrompendo così quel silenzio carico di tensione.
Aveva un’ aria accattivante e devo dire che avrebbe esercitato su di me un certo fascino, se non fosse che avevo una così disistima della sua famiglia e dei suoi modi arroganti. Cercai di non scoppiare a ridere di fronte ai suoi tentativi di farmi cadere ai suoi piedi. Davvero pensava di avere a che fare con una ragazza qualsiasi?!
“Ciao”risposi serafica, distogliendo lo sguardo.
“Ciao, Aryana. Io sono James Potter e lui è Sirius Black,piacere di fare la tua conoscenza”.
Rimasi a guardare le loro mani tese con le sopracciglia inarcate ma poi decisi di stringerle. James mi lasciò subito andare la mano mentre Black la trattenne e anzi usò la stretta per farmi avvicinare a lui e arrestare così il nostro cammino.
“Un vero piacere…Così tu saresti la figlia del preside?Menomale che non hai la barba come lui…”.
Risero in molti ma tra quelli che non lo fecero c’eravamo anche io e Lily.
“Mi lasci andare il braccio o no?”.
“Credo che non lo farò. Mi piace tanto il tuo braccio. A dire il vero, mi piaci tu”.
Presi in mano la bacchetta ,anche se non ne avevo bisogno. Volendo, l’avrei potuto mandare giù per il lago con un movimento impercettibile delle palpebre ma dovevo essere prudente.
“Ehi,calmati,stavo scherzando.Non c’è bisogno di sfoderare la bacchetta.Di solito quello lo fanno quando le scarico. Così stai un po’ bruciando le tappe…dovremmo prima stare insieme” esclamò mollando la presa.
“Ma davvero pensi che questi giochetti possano incantarmi?”risposi sarcastica, non degnandolo di uno sguardo.
“Sei un po’ acida per essere arrivata qui da due secondi,non trovi?”.
“Potrei dire lo stesso riguardo la tua assoluta mancanza di educazione, cafoneria e  arroganza”.
“Ok,abbiamo capito che ti piaccio. Perché dopo le lezioni non vieni con me a farti un giro?”.
“Io credo che sopravvivrai anche senza il mio assenso,sbaglio?”.
In un lampo li superai e mi liberai della sua fastidiosa presenza.
“Però! hai un bel caratterino,eh Silente?”.
“L’ hai detto, Black!”rispose Lily,raggiungendomi pochi metri avanti.
Mi voltai e lanciai l’ultima frecciatina della giornata:
“Io starei attenta a una delle vostre signorine…sembra che stiano per svenire da un momento all’altro..” dichiarai, riferendomi alle loro non troppo modeste ammiratrici in calore.
“Gelosa, per caso?”.
“Avevo previsto la tua battuta ancor prima che il tuo cervellino la elaborasse…se vuoi affrontare una conversazione con me dovresti aggiornare il repertorio”.

Come per Lily così con Black, intuii subito che ruolo avrebbero giocato nel mio lungo soggiorno ad Hogwarst. Se Lily sarebbe stata la mia inseparabile compagna, nel bene e nel male, quel ragazzo sarebbe diventato velocemente quel che James era ormai da tempo per Lily:una seccatura. Allora non potevo immaginare quanto sarebbe stata insieme veritiera e fasulla quell’ intuizione.  


                                       

Hogwarts, Sala Grande  -   Ottobre 1994


Una mano mi scosse pesantemente la spalla, mi voltai: Hagrid.
“Ehi, gigante! Che bello vederti! Hai ricevuto le mie lettere?”domandai entusiasta di vedere il mio vecchio amico.
“Ma certo. Se vuoi proprio la verità, ho avuto un po’ di difficoltà nella lettura. Hai una calligrafia troppo stretta e scrivi così tanto..”.
“Mi dispiace. È che non ci sentiamo mai e dovevo aggiornarti su tutto il lavoro di cui mi stavo occupando in questi mesi. Allora, da quanto tempo è che non ci vediamo?”.
“Bhe direi da quest’estate a Diagon Alley, giusto?”.
“Ah già,già..vorresti scusarmi Hagrid? Dovrei parlare con Malocchio prima che sgusci via come al solito..”dissi congedando con un cenno Hagrid e avviandomi dal mio vecchio addestratore, Malocchio Moody.
“Malocchio..”esclamai ,sorridendo.
Moody si girò verso di me, vigile e inquieto come al solito. Mi squadrò per un intenso minuto e poi fece una mezza smorfia che per lui equivaleva ad un sorriso raggiante.
“Immagino che ti stessi accertando che non fossi un malfattore, giusto?”esordii sarcastica.
“Ci hai azzeccato, Silente. Lo sai, vigilanza costante è il mio motto”.
“Certo che lo so, il tuo corso di addestramento all’ufficio Auror era basato in gran parte su questo. Naturalmente quelli erano altri tempi..”dissi, incupendomi per un istante.
“Ma non è detto che quei tempi ,per alcuni così nefasti e per altri così gloriosi, non possano ritornare..” sibilò rivolgendosi più a se stesso che a me e strisciò via, guardandosi attorno circospetto.
Rimasi per un attimo interdetta da quella dichiarazione, dopodiché scossi la testa, divertita. Di cosa mi stupivo? Era Malocchio.
All’ingresso c’era un gran baccano: gli studenti stavano ancora sgomberando la sala Grande, elettrizzati per il Torneo e per l’arrivo delle altre due scuole. Stavo per perdermi di nuovo nei miei ricordi quando ,di nuovo, una mano sulla mia spalla mi costrinse a voltarmi: mio padre.
“Temevo che fossi stata risucchiata dalla folla”dichiarò con a fianco la prof McGrannit. Risi insieme a loro mentre ci avviavamo verso le scale.
“I ragazzi hanno reagito bene alla notizia..”esclamò la prof McGrannit.
“Già, un po’ meno al fatto che non possono partecipare tutti”le rispose mio padre sorridendo.
“Io al loro posto avrei protestato in ugual modo, se non maggiormente”asserii risalendo le scale.
“Non avevamo nessun dubbio in proposito, signorina Silente. Me le ricordo ancora le sue sfuriate furibonde su tutto quello che non le andava a genio”rispose la McGrannit in tono affettuoso ma severo.
“E io mi ricordo molto bene le punizioni di Gazza e le sue, professoressa..per non parlare dei sermoni infiniti nell’ufficio di mio padre..”.
“A proposito..prima di ritirarti nel tuo appartamento potresti passare dal mio ufficio per parlare noi due soli?”.
“Certamente ,papà. Andiamo. Buonanotte professoressa, ci vediamo domani a colazione”.
“Buonanotte signorina Aryana, professor Silente”concluse scomparendo nel corridoio del dormitorio di Grifondoro.
Io e mio padre ci avviammo velocemente nel suo ufficio, salutando i numerosi personaggi nei quadri incontrati durante il percorso.


“Ah, vedo che non è cambiato niente..”asserii, ammirando l’ufficio pieno di apparenti cianfrusaglie di mio padre. L’armadio del pensatoio era aperto:riuscii a scorgere il luccichio argenteo traboccante del calice. “Vedo che neanche i tuoi innumerevoli pensieri sono diminuiti..anzi..”.
“La maggior parte è rivolta a te, naturalmente”.
Accarezzai Funny lentamente, cercando di carpire un po’ di saggezza dai suoi occhi.
“Allora, sei stata a Shantaram dopo la coppa?”.
“Si. Ho fatto avanti e indietro per due volte da Londra”.
“E lui come sta?”.
“Bene, ma vorrebbe stare qui con noi,lo sai”.
“E tu sai che è impossibile farlo stare qui. Deve rimanere a Shantaram, lì è al sicuro”.
“Purtroppo ne sono ben consapevole. Forse è stata una cattiva idea questo torneo e la coppa,forse dovevo continuare a restare nell’anonimato così gli sarei potuta stare vicino..”.
“Aryana..” sospirò mio padre accarezzandomi il viso. “Prima di tutto tu non sei nata per rimanere nell’anonimato ma per brillare come una stella e in secondo luogo i tempi stanno cambiando..Voldemort si fa ogni giorno più forte e il giorno del suo ritorno si fa sempre più vicino se le tue visioni sono esatte. Tu ci servi qui. Mi servi qui. Lui ci raggiungerà presto, vedrai. Il vento sta cambiando, Aryana”.
I miei sogni premonitori si erano risvegliati dopo un sonno di quattordici anni, questo significava solo una cosa: c’era una tempesta all’ orizzonte,la guerra stava per scoppiare di nuovo, forse ancora più violenta della precedente. Rabbrividii pensando a quanto avevo perso in quelle vecchie e tremende battaglie, non osavo immaginare a cosa avrei dovuto rinunciare stavolta. Scacciai dalla mente quegli spaventosi pensieri, fissando lo sguardo in quello rassicurante del mio vecchio.
“Adesso però vado nel mio ufficio. Devo ancora sistemare tutta la mia roba e sono molto stanca”.
“Certamente, mio piccolo elfo. Vai, ma non ti affaticare troppo come al solito tuo”.
A sentire quel nomignolo raggelai, mi chiamava così fin da piccolissima ma non era l’unica persona a farlo..
“Stai tranquillo..Buonanotte. Ti voglio bene” lo rassicurai uscendo.
Mentre camminavo verso il mio ufficio, il bisbigliare degli studenti nei corridoi, il rumore dei loro passi, il frusciare dei mantelli e l’aria magica di Hogwarst non poté far altro che trasportarmi ancora una volta indietro nel tempo. Anche se sapevo che faceva male ricordare,non potei fare altrimenti perché era l’unica cosa che mi aveva mantenuto viva negli ultimi quattordici anni. Adesso le cose erano molto diverse ma la forza dell’abitudine mi trascinava all’indietro..ad un tempo in cui ero felice..


  
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