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Autore: Uptrand    14/05/2018    8 recensioni
In questa raccolta di one shot si vedrà come la vita è proseguita e cambiata per Olivia Williams Shepard, ora al comando dei reggimenti I.D.G. dal II° al VII°, e per altre vecchie conoscenze della squadra della Normandy SR3. Per quanto sia seguita la pace alla guerra contro i grigi, vi è sempre qualcuno pronto ad approfittatore della debolezza momentanea in cui si trova la comunità galattica.
Sono presenti descrizioni prese dal codex del gioco.
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ashley Williams, Comandante Shepard Uomo, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il palazzo reale di Kahje sembrava davvero un palazzo delle fiabe terrestri, anche la sua storia sembrava tratta da esse sebbene avesse solamente una trentina di anni .
Costruito dal popolo degli Hanar, una razza senziente molto simile a delle meduse terrestri che vivevano in città sottomarine ma capaci di vivere anche al di fuori del loro ambiente acquatico. 
Erano stati capaci di raggiungere lo spazio molto prima degli umani.
Sui fondali dei loro oceani erano visibili i resti dell'antica civiltà Prothean, da loro chiamati Illuminati, venerati come degli dei che avevano fatto dono agli Hanar dell'intelligenza.
In questo palazzo viveva l'ultimo prothean esistente, trattato come un dio, insieme alla sua moglie asari Liara T'Soni e alla loro figlia Asiria.
Soldati Hanar vigilavano la parte immersa del palazzo, mentre la parte emersa e il suo interno erano protetti dalla guardia reale Drell. Una razza che gli Hanar avevano salvato dall'estinzione millenni fa, ospitandoli sul loro mondo dopo che essi avevano distrutto il proprio. 
Tra le due razze si era instaurato un rapporto simbiotico, in cui i drell volgevano a terra tutti quei compiti che Hanar non avrebbe mai potuto fare. 
Da un paio d'anni il pianeta natale dei drell, oggetto di un processo di terraformazione, ospitava già una piccola colonia drell. Questo però non aveva minato il rapporto fra le due razze. 
La Normandy SR3, atterrò sul piazzale nel retro del palazzo.  L'ammiraglio Olivia W. Shepard scese sorridente dalla nave spaziale, contenta di rivedere una vecchia amica di famiglia. 
« Olivia è sempre una gioia vederti. » La salutò calorosamente Liara, l'asari era una delle leggende della SR2. Aveva aiutato suo padre nella guerra contro i razziatori e il suo nome, insieme a  tutti loro, era presente nei libri di storia. 
Vi erano però segreti che non sarebbero mai stati riportati. Il più importante che riguardasse Liara, era che lei era l'Ombra.
L'infallibile mercante d'informazioni, conoscitore di ogni segreto, poteva far scoppiare una guerra in cinque minuti o fermarne una. 
Era a tutti gli effetti considerato uno dei poteri forti della galassia. 
Come in un trucco di magia, Olivia fece apparire tra due dita della mano destra un chip informativo. 
« Ecco le informazioni recuperate dal phantom preferito della galassia. In un giorno, ha fatto quello che a noi avrebbe richiesto una settimana di preparativi. » 
« È bello vedere che anche la pazzia e l'incoscienza di Isabella possono tornare utili. Mandarla in segreto è stata una mossa rischiosa. Appena le avrò analizzate ti farò sapere.»
« Ci sono troppi misteri e fatti strani in questa storia. » 
Raggiunsero lo studio privato di Liara, l'ambiente era quanto mai spartano. L'unica cosa in quell'ambiente era una postazione informatica con un terminale. 
Da quella semplice ma altamente sofisticata postazione l'asari gestiva la rete informativa dell'ombra. 
Si accomodarono su un paio di sedie,
« Vorrei sapere che sta succedendo. Su Erinle, mi avessero permesso d'intervenire avremmo risolto immediatamente la situazione. Invece, quando eravamo in vista del portale, mi viene comunicato questo accordo tra Consiglio e Dominio Yagh. La motivazione è evitare un acuirsi del conflitto, la speranza di aprire un canale diplomatico con gli Yagh e l'instaurarsi di una convivenza con loro. Gran belle motivazioni, di solito le condividerei ma non quando è palese che l'altra parte non ha nessuno desiderio di convivenza. Allora, chi ha fatto pressioni? »
Liara si prese qualche secondo prima di parlare « I Thatora, questo nome ti dice qualcosa? »
La risposta fu un gesto negativo.
« È il nome di una famiglia asari, estremamente influente, ricca e antica. Dalle mie fonti so che hanno fatto pressioni sul Consiglio tramite il consigliere asari per questo risultato. »
Olivia si sentiva confusa « Esattamente quanto sono influenti, per mettere pressione al Consiglio? »
« Non direttamente al Consiglio, ma ai vari governanti. Sono operativi in diversi settori e in qualsiasi altra cosa possa generare denaro. La famiglia è composta da diversi rami genealogici, ma quello principale rimane quello su Thessia che detta ordini agli altri. È difficile dirlo con sicurezza perché sono molto riservati, nemmeno io ho informazioni precise, si ritiene possiedano di gran lunga il più grande patrimonio privato. Oggi le loro ricchezze complessive sono stimate sui duecentomila miliardi di crediti. Sarebbe interessante un confronto con Dasha Weaver per vedere chi è veramente l'individuo più ricco. »
« La famiglia è inoltre veramente antica: la prima traccia storica, affidabile, si ha in quella che le storiche asari chiamano I era. Parliamo di un'epoca veramente antica anche per noi asari che viviamo mille anni. Il suo inizio ufficiale combacia con il termine dell'era della regina delle ossa. Un personaggio della mitologia asari, secondo la tradizione sarebbe origine e madre di tutte le ardat-yakshi. »
« Grazie della lezione di storia, ma credo che i nostri problemi siano un tantino più recenti. Però ho capito la situazione. La vera domanda però rimane, cosa ci guadagnano ad aver interferito?  Sono in affari con il Dominio Yagh o sperano di esserlo in futuro? »
« Non ho risposte, ma entrambe sono possibilità credibili. Cosa pensi di fare? »
Olivia sorrise. 
******

Veari Skaara era l'ufficiale al comando del IV reggimento I.D.G. costituito da militari asari.
Il viola era la tonalità di pelle più rara tra le asari, nel suo caso la sfumatura della sua pelle era più chiara conferendole un colore più vicino al lillà. 
Era quanto mai felice, poche volte si aveva la fortuna di essere mandati sul proprio pianeta natale a compiere un lavoro. 
Tagliò una fetta di carne dalla bistecca che aveva nel piatto e la masticò felice. 
« Mangia con calma, nessuno ti ruba il cibo. » la rimproverò sua madre Celia, un’asari di cinquecento anni dall'epidermide verde acqua. 
Lei annuì felice, senza però darle ascolto. Era solo contenta di aver avuto l'occasione di cenare a casa dei suoi. 
« Pratichi ancora quello sport umano? » le chiese suo padre, un turian di Herso Lintus. Era il terzo marito di sua madre, avendo le altre specie una vita media che non superava un secolo. 
Le asari vivevano fino a mille anni ed avevano occasioni di sposarsi più volte. 
« Hockey, si dovresti provarlo. È uno sport molto combattivo, penso ti piacerebbe. »
« Grazie ma no, i turian non vanno d'accordo con qualsiasi cosa che sia fredda. » 
« Guarda che ho alcuni compagni di squadra turian. »
« Allora io non vado d'accordo con qualsiasi cosa che sia più fredda di dieci gradi. Penso che su un pianeta come Noveria ci morirei. » borbottò lui, facendo una finta faccia di terrore all'idea di trovarsi a contatto con il glaciale clima locale. 
Sua figlia sorrise e rivolgendosi alla madre « Come stanno Salmed e Deife? » Erano le sue sorellastre maggiori. Per nessuna di loro era un problema avere padri differenti, era cosa comune presso il loro popolo e si consideravano veramente sorelle. 
« Tutto come al solito: Salmed continua con il suo lavoro d'avvocato, Deife a curare gli animali. Sei tu quella che dovrebbe dare notizie eccitanti in famiglia, visto il tuo lavoro. »
« Avremmo dovuto recarci a dare una lezione agli Yagh, a dare manforte al III e V reggimento ma da quello che ho capito la politica si è messa di mezzo. »
« Dannata politica...» borbottò suo padre « Però non mi posso neanche arrabbiare troppo, se questo mi permette di averti qui e non su un campo di battaglia. » 
Lei annuì, non del tutto convinta da quel ragionamento. 
« Per quanto credi ti fermerai? »
« Non lo so papà, l'ammiraglio mi ha dato ordine di controllare tutti i carichi in partenza dal pianeta di società di proprietà della famiglia Thatora. »
« Come dire metà delle navi delle centinaia che salpano ogni giorno dagli spazi porti di Thessia. » 
« Purtroppo hai ragione, è una specie di vendetta per non averci permesso di soccorrere i nostri compagni. Pare siano stati loro a mettersi in mezzo per chissà quale tornaconto. L'ammiraglio ci vuole vedere chiaro, per questo li stiamo mettendo sotto pressione con infiniti e minuziosi controlli. Se quelle navi fanno tardi chi ci perde economicamente sono loro, non noi. »
« Se dà troppo fastidio ai Thatora, non rischia di essere richiamata? »
« Forse, se prima di darmi quest'incarico non si fosse presentata al Consiglio con alcune prove circostanziali che fanno pensare che i Thatora abbiano agito per impedirci di prestare aiuto alla colonia di Erinle. »
« È bastato questo? »
« Questo è la minaccia di dare tutto alla stampa. » 
« Ha minacciato il Consiglio? » chiese Herso stupito. 
« In maniera velata ma...sì!»
Il turian rise di gusto.
« Invece voi, come procede la vita nel quartiere? Ho visto che ha chiuso il negozio di fiori di Bieen, credevo che sua figlia avrebbe continuato l'attività. » 
Si bloccò, notando la strana espressione dei suoi genitori. L'atmosfera si era fatta tesa. Passò lo sguardo da uno all'altro. Fu sua madre a rompere il silenzio.
« La figlia di Bieen, la ricordi? »
« Più o meno, si andava d'accordo anche se forse non la definirei un'amica. »  
« Si è suicidata. »
Quella notizia ammutolì e sconvolse Veari, non si sarebbe mai aspettata una cosa simile. Aveva mille domande in testa, ma non riusciva a formularne nessuna. 
« L'hanno trovata impiccata. » 
A quel punto ebbe solo la forza di dire « Perché? » 
« Era un ardat-yakshi. »
« Non ci credo! » esclamò esterrefatta, ebbe solo la forza di aggiungere « Che brutta storia. » 
Il termine  significava"Demone dei venti notturni" in un antico dialetto asari, era una rara disfunzione genetica nelle asari, che colpiva in particolare il loro sistema nervoso. Sebbene la condizione non danneggiasse l'asari, durante l'accoppiamento il sistema nervoso dell'ardat-yakshi soverchia e domina completamente quello del suo partner, provocando un'emorragia cerebrale nella vittima, e portando alla morte nei casi estremi. Come conseguenza, l'ardat-yakshi diventa più intelligente, più forte, e più letale dopo ogni incontro. Avevano anche l'abilità innata di dominare le menti altrui. 
La condizione non era identificabile finché l'asari non raggiungeva la maturità, quando era ormai troppo tardi per correggere il difetto. Quando veniva diagnosticata, alle asari afflitte veniva data una scelta: vivere in isolamento o essere giustiziate. Le asari facevano questo alle Ardat-Yakshi perché era una condizione di dipendenza; erano spinte ad accoppiarsi, e l'impulso diventa più forte ad ogni successo.
Le ardat-yakshi erano una vergogna per la cultura asari. Si sospettava che questa condizione fosse alla radice del pregiudizio delle asari contro le purosangue, un termine che si riferiva alla figlia di due asari. Tale condizione pare sia vecchia quanto la specie asari stessa.
Quando quella sera lasciò la casa, per tornare ai suoi alloggi, era ancora sconvolta da quello che aveva saputo. Era vero che entrambi i genitori della ragazza erano asari, però non avrebbe mai immaginato qualcosa di simile. 
Pareva che la vergogna per la sua condizione l'avesse spinta al suicidio, piuttosto che optare per la vita in un monastero isolato. 
Il mattino dopo era reduce da una nottata orribile, i troppo pensieri non l'avevano lasciata dormire. Avrebbe voluto essere su Noveria, forse praticare quello sport che l'appassionava avrebbe potuto distrarla. Non potendo fare quello decise che si sarebbe concentrata sul lavoro. 

« Signore, chiedono di lei? » le comunicò un soldato.
« Bene, chi? »
« Qualcuno che lavora per i Thatora. » 
« Ancora meglio, conducilo qui. »

L'asari che si presentò aveva la pelle del classico colore blu, però osservandola a Veari sembrò strano. Come se fosse la tonalità del colore a essere sbagliata. 
« Com'è lavorare per un alieno? » domandò la nuova arrivata, senza neanche presentarsi. 
« Prego...? » 
« Il suo ammiraglio è un'umana, se non sbaglio. »
« Un buon ufficiale e lei è … ? »
« Ho riferito il nome al suo sottoposto, pensavo bastasse quello...Jeiya Thatora. Ultimamente voi I.D.G. vi state interessando molto agli affari della mia famiglia. Se mi dite cosa cercate, potrei aiutarvi e uscire presto da questa spiacevole situazione. » 
« Perfetto, quali legami avete con il Dominio Yagh? »
« Nessuno, mi sembra evidente. »
La repentina risposta, scocciò Veari rendendola sospettosa. 
« Avete fatto pressione sul governo di Thessia e tramite lui al consigliere asari, perché venisse stabilito un accordo con il Dominio Yagh. Questa prevedeva che, dopo un periodo di quindici giorni dall'inizio dell'invasione di Erinle, entrambe le parti accettassero qualsiasi situazione si fosse venutasi a creare sul pianeta, in più con il divieto di entrambe le parti di mandare i rinforzi. Questa cosa va contro ogni logica: intervenendo subito gli yagh sarebbero stati respinti senza problemi. »
« Non posso certo rispondere a domande così impegnative, sono una umile impiegata. » dichiarò con un ghigno. « Potrei fare delle supposizioni, se si accontenta... »
« Sono curiosa di sentirle. » 
« Non c'è nessun dubbio che con gli Yagh le relazioni sono cominciate fin da subito nel modo sbagliato, la prima ambasceria del Consiglio fu massacrata per quello che potremmo definire “ un errore culturale”. Quando due culture aliene si incontrano delle incomprensioni sono naturali. » 
« Quindi...tutto questo sarebbe un problema di incomprensione? » 
« La guerra non è forse solo questo? »
A mala voglia Veari dovette annuire.
« La prima volta che gli umani sono apparsi alla comunità galattica, è stato nella guerra del primo contatto con i turian. Si è inviata una delegazione e ora sono parte di questa grande comunità. Ora sarebbe il caso di ritentare con gli yagh, le condizioni sono simili dopotutto. » 
« Da piccola mio padre mi dava un ceffone, ogni volta che dicevo una bugia. Con lei non devono averlo fatto, visto tutte quelle che mi ha appena raccontato. »
« Quanto cinismo, ho notato che è molto sviluppato in tutte le asari che hanno frequenti contatti con alieni. » 
« Non le piacciono? »
« Al contrario, sono carini nella loro ingenuità. Difettano di lungimiranza. »
« Conosco abbastanza di loro per poterla smentire. »
« Il più grande problema di convivere con specie con una vita così breve e l'impossibilità di piani a lungo termine. Nelle discussioni con loro, il lungo termine significa mesi o in alcuni casi un paio d'anni. La loro natura gli impedisce di pensare a decenni invece che mesi, non pensano agli sviluppi ottenibili nel giro di qualche secolo. Gli yahg sono un problema adesso, ma fra cent'anni? Potrebbero essere estremamente utili. » 
« A chi? »
« Ma a tutti noi. Se vuole un esempio, pensi alla storia krogan. Erano un problema, sono finiti per essere estremamente utili nelle recenti guerre. »
« Scatenare la genofagia sarebbe stata una prova di lungimiranza? » 
« Affatto, è quello che dico. Se consulterà i libri di storia, scoprirà che il progetto asari per integrare i krogan nella comunità galattica prima della loro rivolta era ben diverso. Ma il Consiglio di allora rifiutò, problemi di fondi. » 
« Interessante, ma questo non centra con noi. »
« Non nota un interessante e ciclico ripetersi degli eventi? Non sarebbe meglio se qualcuno intervenisse con soluzioni diverse? »
« Tipo? »
« Gli Yahg potrebbero essere la forza necessaria e capace di stabilizzare i sistemi terminus. Non sarebbe male se l'ordine prendesse il posto dell'anarchia. »
« Stabilizzare i Sistemi Terminus, come dire una guerra di conquista. Perché non credo che esista altro modo. »
« Per costruire qualcosa di nuovo, a volte bisogna distruggere. Se però si ha la pazienza per aspettare, si potrà vedere nascere qualcosa di bello. »
« Chi lo deciderebbe? »
« Cosa? »
« Che il risultato ottenuto è “bello”. Un massacro rimane sempre tale. Lo sa, i tipi come lei non li ho mai sopportati. » 
« O-oh sono curiosa, che genere di persona sarei? » 
« Di quelli che passano tutto il tempo a guardare gli altri dall'alto. Fanno piani e spostano bandierine sulle mappe. Ma nessun segnalino sanguina, nell'ultima guerra ho visto compagne bruciate vive da ondate di energia oscura. Niente può simulare quell'orrore. »
« Che parole dure, degne di un veterano di guerra come lei, reso miope dal vedere la vita attraverso un mirino. Qualche centinaio di morti offerti alla storia, sono un tributo che non si può rifiutare. A pensarci bene, lei è stata fortunata. È qui a controllare navi, in questo spazio porto su Thessia, invece che a combattere per difendere un'inutile colonia salarian. Dovrebbe ringraziare, non criticare. Dubito che il III e V reggimento I.D.G. potranno reggere all'assalto yagh; a quel punto si verseranno un sacco di lacrime di circostanza e si cercherà di trovare una soluzione diplomatica. Dato che nessuno avrà voglia di immischiarsi per qualcosa che riguarda i Sistemi Terminus, si concederà agli yagh di fare quello che vogliono purché stiano fuori dallo spazio delle sei potenze. »
« Avete puntato sulla sconfitta dei miei compagni? »
« Io questo non l'ho mai detto, ma di sicuro avrebbe ripercussioni da sfruttare. È una questione di lungimiranza. » 
Il cazzotto colpì Jeiya dritto sul mento, lasciandola tramortita a terra « Spero abbia dei buoni avvocati. Le toglierò tutto. »
« Se ne vada! » le urlò rabbiosa. 

Un'ora dopo credeva di vivere in un incubo: le era arrivata una denuncia per aggressioni. Era al telefono con sua sorella Salmed che però non aveva buone notizie « Hanno un esercito di avvocati, si stanno muovendo in maniera incredibilmente veloce. Non vedo molte possibilità, per non dirne nessuna. »
« Mi ha provocato lei per prima! »
« Anche fosse? L'hai colpita, questo è un dato di fatto. Ha una decina di referti, tutti di medici diversi che lo dimostrano. Si parla di mandibola incrinata, trauma cranico, difficoltà a masticare e a nutrirsi in generale. »
« È stato un normale pugno a mano nuda! Si è alzata che stava bene, non può aver subito neanche la meta delle cose che citi! »
« In tribunale conteranno solo i referti medici, questi sono tutti contro di noi. Odio dirlo, ma può davvero toglierti tutto.» 
« Io... » Veari si sedette sconvolta, non sapeva come fare ad affrontare una simile situazione « Grazie, scusa, adesso... ho del lavoro da fare, tecnicamente sarei in servizio. Ti chiamo io. »
« Va bene. » rispose la sorella.
Rimase in silenzio a fissare il nulla. Questa era una situazione al di fuori della sua portata e lo sapeva. Non riusciva ad accettare che per un singolo istante si fosse rovinata tutta la vita. 
Il comunicatore squillò, rispose senza vedere chi fosse.
« Pronto... » disse stancamente.
« Comandante, dovrebbe aver ricevuto le mie denunce oramai. » 
Lei si fece attenta, non si aspettava di risentirla così presto e cos'era quel tono allegro? Le faceva solo venir più voglia di romperle la faccia. 
« Ho deciso che potremmo trovare un accomodamento. » 
« Se vuole delle scuse, ammetto di aver sbagliato. » non lo pensava veramente ma, se non voleva rovinarsi la vita e magari quella dei sui familiari, le avrebbe fatte. 
« Temo che non sarà così semplice. » 
« Cosa vuole? »
« Questa sera, un carico militare della Noveria Corps sarà imbarcato per Noveria. Sulle bolle di carico è materiale militare per voi I.D.G., voglio che ci dia un'occhiata approfondita. Dovrà aprire fisicamente le casse e scoprire cosa contengono. » 
« Perché? » 
« Perché no? Poi lei è un alto ufficiale I.D.G., controllare un carico diretto a voi è tra le sue prerogative. » 
« E dopo...? » 
« Dopo niente, farà quello che dice la legge. Se tutto fosse a posto lo lascia andare, mi sembra chiaro. »
« Se invece non lo fosse? » 
« Quello che si fa con la merce illegale. Non mi sembra una richiesta difficile. Una controllata come si deve, tutto nel rispetto della legge e i suoi guai SPA-RI-RAN-NO! » 
Era troppo facile per essere vero, ma sapeva di non aver scelta. « Accetto. » 
« Anche se è un po' rude, sapevo che era ragionevole. La saluto. » 
Veari dovette trattenersi dal lanciare il comunicatore al suolo, romperlo non sarebbe servito. 

Lo stupore bloccò Veari, aveva fatto come le era stato chiesto. Aveva pensato che avrebbe trovato merce di contrabbando o cose simili, non delle persone. 
Sette asari erano in piedi tremanti davanti a lei all'interno del grande container. Fugacemente notò come l'interno fosse simile a un piccolo rifugio. C'era anche un bagno chimico, di quelli usati nei cantieri. « Che diavolo significa? » mormorò. 
La Noveria Corps trafficava in persone? Si era imbattuta in quella tragica realtà in passato, ma quelle davanti a lei sembravano stare fin troppo bene. 
« Dobbiamo parlare. » le disse agitata Irixa, era il comandante locale di Divisione N e il suo dovere era garantire la sicurezza dei bene dalla Noveria Corps.
« Sicuro! Voglio delle dannate spiegazioni. » rispose furiosa. Solo allora notò un viso famigliare tra quei sette. 
« Tu non sei la figlia di Bieen? Kaeka? » Non la vedeva da anni, ma avrebbe potuto giurare sulla dea che fosse lei. “Cosa diavolo sta succedendo?”
Il suo pensiero non ebbe modo di ottenere una risposta, una folla mista di giornalisti e agenti della sicurezza si mise in mezzo. A guidarli, in testa a tutti, Jeiya.
A gran voce gridava « Filmate, filmate tutto. Queste sono le prove che la Noveria Corps stava aiutando delle ardat-yakshi a fuggire. Questo è un oltraggio verso il nostro popolo e … »
Veari a quel punto aveva smesso di ascoltarla, quelle parole le avevano fatto ricordare quanto detto da sua madre su Kaeka. Stavano davvero così le cose?
Aveva impedito la fuga di sette ardat-yakshi? Allora perché non si sentiva bene? Guardando le presenti criminali ebbe l'impressione che fosse lei la cattiva. 
Jeiya aveva intanto finito il suo discorso per la stampa « Lasciamo che siano le justicar a provvedere che giustizia sia fatta. »
Un'asari si fece avanti, emanava un forte senso di autorità. Nessun dubbio che fosse una justicar, l'ordine monastico dedito a portare la giustizia secondo il proprio codice. 
Non esisteva figura più rispettata presso le asari. 
Veari fece un passo indietro vedendola avvicinarsi « Sono la justicar Imes. Grazie per il suo lavoro, da adesso ci penserò io. » Si sentì dire, non ebbe tempo di rispondere che la justicar si rivolse alle sette asari nel container con parole calme, misurate ma decise. 
Sembrava esperta in quello che stava facendo. 
Lei era ancora confusa da quanto stava accadendo, su un campo di battaglia avrebbe saputo cosa fare ma non lì. Si sentì strattonare, si voltò trovandosi a pochi centimetri dal volto di Irixa che le mormorò « Le prenda lei in custodia! »
« Cosa? »
« Voi I.D.G., prendete voi in custodia le ardat-yakshi. »
« Se lo sono veramente, perché dovrei farlo? » le rispose a bassa voce.
« Per il bene di tutte noi asari. »
Quella frase sorprese Veari, non le sembrava detta tanto per dire. Irixa pareva convinta di quella affermazione.
« Justicar, queste asari sono per adesso sotto la custodia di noi I.D.G. non posso lasciartele arrestare. »
« Cosa? Posso sapere il motivo di tale scelta? »
« Non ho visto ancora niente che dimostri la natura Ardat-Yakshi di queste asari, inoltre la situazione mi sembra abbastanza strana. Saranno prese in custodia da noi e messe in prigione fino a chiarimenti. Se sarà tutto regolare, saranno consegnate a voi justicar come vuole la legge. » 
Imes la fissò intensamente: per un attimo provò soggezione davanti a quello sguardo che sembrava antico « E sia, il codice mi permette di concederle un giorno. Faccia gli accertamenti che vuole comandante, ma dopo queste ardat-yakshi verranno con me in un tempio o saranno giustiziate. »
« La ringrazio justicar. »
Prese in custodia le presunte ardat-yakshi, ma mentre se ne andava le fu impossibile non notare lo sguardo velenoso che le rivolgeva Jeiya. 

« Voglio una spiegazione è subito. » disse quasi minacciosa Veari alle due figure nel suo ufficio. 
Una era Irixa e l'altra era Myr Vatis, direttore della Noveria Corps su Thessia. Ogni affare della compagnia sul pianeta dipenda da lei. Una figura di spicco sia all'interno della multiplanetaria che nel panorama economico asari. 
Myr si adagiò comodamente sulla schiena « Credo di non avere altra scelta che raccontarle la verità. In questo momento siamo entrambe isolate, non mi è possibile chiedere al presidente Weaver e credo che lei non riesca a contattare il suo ammiraglio. » 
« Pare sia in riunione. » 
« Di questo sono certa, è in riunione con il presidente Weaver. Come lei, sta chiedendo spiegazioni.  Dubito che i nostri superiori potranno darci un aiuto diretto. » 
« Fantastico, se non ha altre buone notizie ora vorrei delle spiegazioni. »
« La Noveria Corps ha fatto sparire, simulandone la morte, quelle sette asari Ardat-Yakshi. »
« Quindi ammette che stava aiutando delle criminali a fuggire? »
« Ammetto un coinvolgimento diretto da parte mia, ma non di star aiutando delle criminali. Quelle asari non hanno commesso alcun crimine, se non essere quello che sono. » 
Veari storse il viso in una smorfia, quella era una verità che non piaceva a nessuno. Provò anche un senso d'inquietudine, le aveva subito catalogate come criminali senza pensarci. Cercando di scacciare quel pensiero disse « Lo so, ma non è neanche possibile lasciare delle Ardat-Yakshi libere. Se lo facessimo, tutti quelli che le circondano sarebbero in pericolo. Cosa volevate ottenere? Di sicuro non l'avete fatto per bontà d'animo.» 
« Ci sono diversi interessi in gioco, dovrà ascoltarli tutti per farsi un quadro completo della situazione. »
Veari annuì decisa. 
« Bene. Tutto è cominciato a seguito di un incidente su Sur'Kesh che ha coinvolto Trish Weaver. I dettagli mi sfuggono, quello che so è che la figlia della presidentessa Weaver ha affrontato e ucciso delle mercenarie asari Ardat-Yakshi. »
« Cosa? » la notizia era già abbastanza sorprendente di per sè e faceva nascere molte altre domande. 
« Come ho detto non so altro, i dettagli sono nascosti anche alla presidentessa. Pare che sua figlia abbia ammesso di non volerle raccontare tutta la verità, ma nel contempo di non volerle neanche mentire. Mantenendo per sè il segreto e nel contempo ammettendo che esisteva. Il presidente ha deciso di rispettare la decisione della figlia e di non chiedere oltre. »
« Capisco. » non era vero ma al momento non le venne in mente altro da dire. 
« Come lei saprà Trish è uno dei soli quattro biotici a eezo 19. Lo scontro ha dimostrato che le  Ardat-Yakshi presentano una sorta di resistenza al 19, sebbene non ne abbiano in corpo. Le saprà che il suo ammiraglio è contrario a qualsiasi sviluppo di biotici o armamenti con l'isotopo 19. Opinione condivisa dal Consiglio della Cittadella che teme una corsa agli armamenti che può portare a una guerra, ma anche dalla presidentessa Weaver che vede in ogni ricerca sul 19 una minaccia per le sue figlie e sua moglie. »
« Certo. »
« Le nostre intenzioni erano portare quelle sette Ardat-Yakshi in una struttura sicura dove avremmo potuto studiarle. »
« Volevate farne delle cavie? » 
« Non faccia quell'espressione disgustata. Non dico che sarebbe stato piacevole, ma non le avremmo nemmeno trattate male. Per loro sarebbe stato come essere in ospedale, in più sarebbero state pagate. »
« Anche fosse, perché agire così in segreto? » 
« Le posso assicurare che la prima cosa che abbiamo tentato è stato un approccio discreto e legale con il governo e l'ordine justicar. Hanno rifiutato. »
« Per quale motivo? »
« Per un errore commesso da me: temendo di rivelare qualcosa sul 19, ho messo come motivazione il desiderio di trovare una cura per la condizione Ardat-Yakshi. »
« Sarebbe quello il problema? Se esistesse una cura...»
« Sarebbe bello. Questo è quello che penserebbe ogni asari, ma le posso assicurare che la realtà è un'altra. » 
« Temo che non piacerà quello che sta per dirmi. »
« Sono secoli che non il nostro popolo non fa più nessun tentativo serio di trovare una cura a questa condizione. Il governo stesso si oppone a questa possibilità. Se vuole sapere il perché è semplice: denaro. I templi in cui le Ardat-Yakshi sono condotte a vivere non si mantengono da soli, può non sembrare ma ruota molto denaro intorno ad essi. Le justicar invece, come racconta il mito,  sono nate per combattere le Ardat-Yakshi. Sono le loro implacabili inseguitrici da noi asari esaltate come eroine. Ma se le Ardat-Yakshi dovessero sparire, non potrebbe accadere anche alle justicar? Mantenere giustizia e pace non sarebbe una motivazione sufficiente per la loro esistenza, sono tante le forze di sicurezza che se ne occupano. Quest'ordine monastico non è mai stato particolarmente numeroso, se dovesse sparire anche la causa per cui è famoso andrebbe di sicuro incontro al medesimo destino. »
« Avrebbero rifiutato solo per motivare l'esistenza del loro ordine. Mi sta dicendo questo? Nonostante loro vivano seguendo un rigido codice morale? » 
« L'egoismo è un sentimento che si può manifestare in molte forme. Il codice di cui parla risale a un epoca praticamente preistorica, con giusto qualche modifica nel corso dei millenni. Nella loro morale prima vengono gli innocenti, poi l'ordine Justicar. Ma se sei una ardat-yakshi non sei un innocente. Capisce cosa intendo? » 
« Che gli interessi dell'ordine Justicar vengono prima di qualsiasi ardat-yakshi. »
« Questo almeno è il pensiero delle matrone che guidano l'ordine monastico. Per questo non vogliono permettere che sia trovata una cura. »
« Cura che voi non avete mai avuto intenzione di trovare. »
« Qui si sbaglia. »
« Prego? » 
« Sebbene non fosse l'idea iniziale, mentre le trattative erano in corso è stata davvero formulata l'idea di trovare una cura. Un'asari normale non ha nessuna resistenza particolare all'energia del 19, una ardat-yakshi sì. Tale proprietà potrebbe essere conferita dalla condizione stessa, se troviamo una cura a questa mutazione genetica probabilmente anche questa resistenza al 19 scomparirà. Le due cosa combaciano: trovando una cura alla mutazione Ardat-Yakshi, potremmo anche evitare la creazioni di biotici asari con l'eezo 19. » 
Veria era davvero stupita « Sarebbe molto bello. Adesso mi dica, perché avete voluto che le prendessi in custodia io? Il suo responsabile della sicurezza ha borbottato qualcosa in merito “ al bene di tutte le asari”. In più, cosa centrano i Thatora? »
« Elezioni politiche: se una candidata, sostenuta dalla Noveria Corps, si fosse fatta avanti potendo vantare una cura per la sindrome ardat-yakshi, avrebbe avuto quasi la certezza di farsi eleggere. I Thatora invece sostengono l'attuale governo e la sua linea di condotta conservatrice. Ritengo che a tale scopo abbiano interferito nello scontro col Dominio Yagh. »
« Questo mi interessa molto, cosa sa? »
« Preciso che sono solo ipotesi. »
« Lei è abbastanza intelligente per far sì che le sue ipotesi siano vere. »
« Non c'è niente che dia sostegno a un governo come risolvere una crisi. Credo che l'intenzione attuale sia far crescere la crisi Yagh, per poi risolverla con un magistrale accordo politico. »
« Però non possono avere la certezza di riuscirci. »
« A meno che non sia già stato tutto stabilito. »
« Vuole dire... »
« Se esistesse un accordo segreto tra Dominio Yagh e la Repubblica asari? Magari con i Thatora come mediatori. Sono una famiglia con molti rami e numerosa, potrebbero non averci pensato quelli che vivono su Thessia ma qualche loro parente su un altro pianeta. »
« Mi sta dicendo che quanto sta accadendo su Erinle sarebbe una sorta di “recita” da parte degli yagh? Lo sa che nelle prime fasi della battaglia, la flotta yagh si è autodistrutta piuttosto che arrendersi? Non possono star fingendo. »
« Io so che la flotta si è autodistrutta dopo aver sbarcato truppe di terra. Stranamente in gran numero, molto ben equipaggiati e con numerosi mercenari vorcha. Per essere un'invasione non programmata è avvenuta in maniera ben organizzata. Sul fatto che si siano autodistrutti, gli yagh hanno un enorme senso di gruppo e sacrificio. La loro società è divisa per caste, se a essere morti fossero stati solo i loro membri del livello più basso non credo che importerebbe. Ne hanno miliardi di quelli, tra la popolazione, con cui sostituirli. Anche la perdita di qualche nave è trascurabile, se in cambio ottengono l'appoggio di una delle sei potenze.» 
« Quello che dice è... »
« … assurdo? »
« Si, ma così razionale che mette paura. Sul pianeta natale degli yagh non ci sono giacimenti di eezo, anche le miniere di cui sono entrati in possesso colonizzando Thega sono povere. Se però il governo di Thessia dovesse appoggiarli, in segno di amicizia e pace duratura, loro... » 
«...potrebbero risolvere qualsiasi problema a rifornirsi di eezo. In particolare se i Thatora sono in affari con loro. » 
« Ma sono solo ipotesi, senza nessuna prova concreta. Cosa volevate fare con quelle Ardat-Yakshi, dopo averle fatto lasciare il pianeta? »
« La loro destinazione sarebbe stata Rakhana. »
Lei inarcò un sopracciglio a quel nome « Gli amanti delle cospirazioni parlano molto del pianeta natale dei drell, dopo che voi della Noveria avete cominciato a terraformarlo per renderlo nuovamente abitabile e ci avete costruito uno dei più grandi e segreti complessi industriali della galassia. Perché lì? »
« Ignoro il motivo della destinazione, il complesso di Rakhana è sotto il diretto controllo della presidentessa Weaver. Posso confermarle alcune voci, ero presente quando lei e l'ammiraglio Shepard si accordarono alla fine della guerra contro i grigi. Al fine di rompere un accordo tra il governo batarian, che aveva accettato di rendere i sui cittadini schiavi della Noveria Corps proprio in base alle leggi batarian, la multiplanetaria avrebbe conservato il nucleo e il cervello del razziatore noto come leviatano di Dis. Raggiunta l'intesa la presidentessa Weaver non ebbe problema rivelare dove questi due importanti elementi si trovassero. Da allora, il Consiglio ha mandato i suoi migliori agenti a controllare la struttura e prendere copia delle scoperte fatte. »
« Sicura di potermi rivelare queste cose? »
« Sono tutti argomenti che i suoi superiori conosco, che le sappia anche lei non cambia la situazione. Oltre a quanto detto, vengono portati avanti esperimenti sull'eezo 19. Non dobbiamo dimenticare la sua pericolosità. Temendo una catastrofe ambientale su Noveria, un pianeta distrutto dall'inquinato era l'ideale. »
« Giusto. Quindi perché terraformarlo? » 
« Ottima osservazione, il suo ammiraglio pose la stessa domanda quel giorno. »
« E...? »
« Non ebbe risposta, quindi se anche lo sapessi può star certo che non glielo direi. » 
« Fantastico, ma tutto questo cosa centra con noi? » 
« Era solo per farle capire la situazione in cui ci troviamo. Sperando che lei accetti di fare quello che le chiediamo. »
« Ho la sensazione che non mi piacerà. Sarebbe? »
« Permettere la fuga delle Ardat-Yakshi. »
L'espressione di Veari non avrebbe potuto essere più incredula « Perché? » 
« Non c'è la minima possibilità che la Noveria Corps riesca a trovare altre Ardat-Yakshi nel breve periodo. Quelle sette rappresentano ancora la miglior possibilità per ogni asari che si incominci seriamente la ricerca di una cura a questa mutazione genetica che colpisce il nostro popolo. »
« Si rende conto di cosa mi sta chiedendo? »
« Questo è il motivo per cui non riesce a contattare il suo ammiraglio. Non può darle l'ordine di farle evadere, dovrà farlo da sola. » 
« Non posso prendere una simile decisione! »
« Invece dovrà farlo. Ha solo un giorno a disposizione, di cui ha già sprecato un'ora a parlare con me. Se può aiutare a scegliere, ci penseremo noi a far cadere tutte le accuse. » 

Le sale interrogatorie da qualsiasi parte erano sempre uguali fra loro. Un tavolo e due sedie in una stanza spoglia. 
« Ciao. » disse Veari salutando Kaeka. Non sapeva come approcciarsi a una persona che era stata quasi un'amica nell'infanzia, che non vedeva da anni e ora arrestata da lei. 
Sopratutto non di spiegava un senso di enorme disgusto e disagio che aveva provato. 
Lei si sedette senza dire niente, dopo che il soldato che l'accompagnava la lasciò chiudendo la porta ma rimanendo di guardia. 
« Ho saputo, brutta situazione. » 
« Per usare un eufemismo. »
« Qualsiasi cosa verrà detta non uscirà da questa stanza. Telecamere e microfoni sono spenti. » 
Kaeka la guardò sospettosa.
« Ho bisogno di saperlo: quando vi ho trovate eravate state rapite o eravate lì di vostra volontà? »
« Cosa cambierebbe saperlo? »
« Forse tutto. » 
« Eravamo lì perché lo volevamo. »
« Vi è stato detto per cercare una cura alla condizione ardat-yakshi? Pensate ci sia una possibilità? »
« Non lo so, semplicemente non avevo niente da perdere. Ho solo cento anni, anche ci volessero altri trecento anni per una cura avrei anche più di metà della vita davanti. Ho sempre pensato che avrei continuato a gestire il negozio di fiori dei miei, invece la mia vita è stata stravolta. »
« Mi era stato detto che ti eri suicidata, per impiccagione. »
« Quelli della Noveria Corps sanno come imbastire uno spettacolo. »
« Non ti viene il sospetto che sia tutto un loro piano? »
« Perché? Non avrebbe senso. » 
« Quindi ti fidi? »
« Io...semplicemente non ho visto alternative. »
Veari soppesò quelle parole, era senza dubbio sincera. Non credeva neanche lei che la Noveria Corps stesse recitando, dato che la multiplanetaria si trovava al centro di uno scandalo enorme per tutta la società asari. La sua reputazione stava crollando, se tutto questo era un piano del direttore Myr per ricavarci qualcosa davvero non capiva cosa. 
« Ho io una domanda, come pensi vi abbia scoperti? Non è stata una cosa casuale, sono stata informata di un carico sospetto ma non mi sarei mai aspettata di trovarci voi. »
« Dovresti chiederlo a quelle di Divisione N. » 
« Dubito che parlerebbero con me e credo stiano già conducendo delle loro indagini interne. Il direttore Myr è sicuramente abbastanza intelligente per averci pensato. Notato niente di strano? »
Lei fece spallucce, l'interrogatorio continuò ancora per poco e la rimandò in cella chiedendole se aveva bisogno di qualcosa in particolare. 
« La mia vita, com'era. » 
Tornando in ufficio non riusciva a pensare che tutta la situazione era orribile. Kaeka non aveva commesso nessun crimine, eppure anche lei l'aveva trattata a priori come una criminale. 
Era tutto ingiusto e non sapeva cosa fare, era solo un soldato dopotutto. 
La vista di Jeiya nel suo ufficio le tolse il poco buon umore rimasto.
« Che vuole? » chiese senza la minima cortesia. 
« Dare solo un avvertimento, se quelle ardat-yakshi non saranno consegnate lei potrà dire addio alla sua carriera. » senza aggiungere altro, lei se ne andò. 
Presa del nervoso Veari fece volare la scrivania in aria usando i suoi poteri, quanto le sarebbe piaciuto buttarla su Jeiya. 

Le successive ore videro la situazione aggravarsi, Myr aveva risposto alle accuse con altrettanta foga. Aveva parlato della possibilità di trovare una cura, del fatto che nessuno s'impegnasse per cercarla e affermando che non vi era sbaglio nel ricercarla. 
L'opinione pubblica asari si spaccò come non mai, molti credevano che non ci fosse una soluzione per le ardat-yakshi. Altri appoggiavano la Noveria Corps per le sue azioni. 
Thessia era un pianeta diviso in repubbliche, unite in un governo centrale ma con ampie autonomie locali. A volte entravano perfino in guerra fra loro, secondo regole ben specifiche. 
Esso era diventato un evento bellico di portata molta ridotta, presso le repubbliche più povere era solo un enorme zuffa tra due squadre. 
Quando un governo locale appoggiò ufficialmente una delle due parti, altri fecero altrettanto e la situazione si aggravò. La formazione di due blocchi contrapposti faceva temere il peggio. 
Per troppo tempo l'argomento ardat-yakshi era stato un tabù che nessuno aveva affrontato pur toccando nel vivo la società asari.

Veari si sentiva sotto pressione come non mai, combattuta fra le due scelte. Odiava ammetterlo ma ammise di temere e odiare le Ardat-Yakshi trattenute nella sua base. 
Non ci aveva mai veramente pensato prima, non ne aveva ma incontrata una. Ma nel contempo, analizzando quel sentimento sapeva che non aveva senso. 
Almeno le sue prigioniere non avevano ancora fatto nulla di sbagliato, non poteva odiarle a priori solo perché esistevano. 
Tuttavia quel sentimento non voleva andarsene.
“Maledette Ardat-Yakshi” mormorò una vocina dentro di lei. 
Si trovò a riflettere sulle proprie idee. Lei era d'accordo col trovare una cura, ma perché?
“Non è per l'idea di curare le asari colpite da questa mutazione, ma perché le ardat-yakshi si estinguano. Voglio che si estinguano, non voglio curarle. Non riesco a considerarle come ammalate, mi viene spontaneo trattarle da nemiche anche se cerco di non farlo. Però, quante altre asari vedono in esse un nemico da abbattere o non un individuo ammalato bisognoso di cure? Dannazione, mi devo decidere.”
Alla scrivania osservò meditabonda il comunicatore, era una follia però forse c'era una terza via. Chiamo l'ufficio militare legislativo, presentandosi e dicendo cosa volesse. 
Ci vollero tre quarti d'ora buoni ma adesso era sicura di poter procedere. 
Stava improvvisando e lo sapeva, procedendo man mano che il piano le si formava in testa. 
Adesso rimaneva un ultimo ordine da dare, indugiò un secondo sapendo di essere sul filo della legalità. 
Azionò il comunicatore interno della base « Sono il comandate Veari Skaara, ordino l'immediato ritiro del IV reggimento I.D.G. da Thessia. Tutti i soldati dovranno essere pronti a partire in due ore. » 
Era fatta, poteva sentire dal suo ufficio la confusione che quell'ordine generava. Stava decidendo arbitrariamente il ritiro della forza d'assalto sotto il suo comando. Solo per questo la corte marziale era garantita. Poteva solo sperare che l'ammiraglio Shepard avrebbe ascoltato le sue ragioni. 
Mentre fuori i soldati si affaccendavano, lei rimase seduta a scrivere un email indirizzata al governo centrale. 
Non sapeva quanto sarebbe stata convincente come argomentazione. Nella lettera elettronica affermava che gli I.D.G. erano una forza al solo comando del Consiglio della Cittadella, su cui il governo centrale asari non aveva nessun tipo di autorità. Tantomeno l'ordine delle Justicar.
Nonostante lei e i sodati sotto al suo comando fossero militari asari, finché non ritornavano a militare nell'esercito repubblicano asari, erano del tutto slegate da quest'ultimo e dai suoi doveri.
Lei era quindi autorizzate a prendere decisioni contrarie a quelle del governo, avrebbe deciso in maniera autonoma e indipendente il destino delle ardat-yakshi. Per questo, come prima cosa, le avrebbe portate via dal pianeta in una sede più sicura dove sarebbe stato possibile discutere il loro destino. Terminando la lettera con “Ritengo sia giusto affidare a una giuria imparziale tale compito, non credo che nessuna asari potrebbe davvero esserlo al riguardo.”
Era giunta a questa conclusione analizzando i propri sentimenti. 
C'era un'ultima cosa fare, come tutti conosceva le avventure dei genitori del suo ammiraglio. Tra le leggende della Normandy SR2, vi era una persona che avrebbe potuto aiutarla molto se avesse voluto. 
Rimaneva il problema su come contattarla. Chiamò Myr, le chiese se sapeva come risolvere questo problema. Sorprendendola, il direttore ammise di aver quel numero nella sua rubrica. 
Cinque minuti dopo le stava parlando, quasi pregandola di ascoltare le sue motivazioni. 

Mezz'ora dopo, mentre il ritiro procedeva, truppe del governo centrale circondarono la base I.D.G. 
Tra di esse si trovava la justicar Imes « Comandante Skaara, mi ero fidata di lei. La prego di ritornare sulle sue decisioni, mi consegni quelle ardat-yakshi. » 
Amplificata da congegni elettronici la sua voce risuonò forte e chiara.
Veari subito raggiunse il confine della base « Mi spiace justicar, non posso farlo. L'intera questione va discussa da chi è in grado di farlo. Noi asari siamo tutte compromesse. Abbiamo troppi pregiudizi su questo argomento. »  
« Non posso permetterlo! Il primo compito di ogni Justicar è assicurare le ardat-yakshi alla giustizia. » 
« Anche combattere contro soldati innocenti? »
« Si, se si schierano con loro non posso definirli innocenti. Ma se elimino lei, forse non saranno necessarie altre morti. »
« Cos...? » Veari non riuscì a finire la frase che si ritrovò la justicar addosso, dopo che questa aveva eseguito un salto biotico. 
Dolorante a terra, lottava per tenere la pistola lontana dalla sua testa. L'aveva afferrata con entrambe le mani, ma anche così faticava a contrastare la forza della justicar che con una sola mano impugnava l'arma.
Non sapeva cosa la irritasse di più in quel momento, il fatto di essere in netto svantaggio o la calma apparente della sua avversaria e il fatto che non le sembrava che si stesse impegnando veramente. Con l'altro braccio libero non la stava aggredendo, lo lasciava ciondolare liberamente al suo fianco. Quasi non volesse infierire su Veari più del necessario.
Una piccola esplosione biotica le separò, entrambe stordite guardarono chi si era intromessa. 
La riconobbero entrambe, era troppo famosa, davanti a loro vi era la justicar Samara. 
« Sorella justicar, perché sei qui? » chiese Imes.
« Sono venuta su richiesta del comandante Skaara, per evitare morti inutili. » quest'ultima mosse la testa in un gesto di saluto e rispetto, per ringraziarla del suo intervento e appoggio. 
« Niente mi farebbe più felice, ma sarà impossibile fino a quando le ardat-yakshi non mi saranno consegnate. » 
« Stai seguendo il codice com'è giusto, mai i soldati che ci circondano non lo conoscono o comprendono. Il tuo gesto rischia di avere conseguenze disastrose. Consideri i sodati qui presenti nemici? »
Lei ci rifletté un attimo « No, a priori. » 
« Sarò io a prendere in consegna queste ardat-yakshi, spero non ti opporrai? »
« Sei favorevole a trovare una cura? Sei sicura che il tuo giudizio non sia offuscato dai sentimenti? L'ultima figlia che ti rimane in vita è una ardat-yakshi. »
« Mentirei se dicessi di no. Quali sono i tuoi sentimenti al riguardo? Sei davvero convinta che trovare una cura sia sbagliato? » 
« No, ma il codice non lascia scelta. Devono essere prese e consegnate a un monastero o uccise. »
« Il codice da anche un'altra possibilità. Mi faccio garante io, di ogni loro azione. »
« Sorella justicar, non puoi. Se dovessero fuggire o altro, tu saresti ritenuta responsabile e condannata a morte dall'ordine. » 
« Lo so bene, questa è però la mia decisione. Ritengo sia una causa onesta per cui rischiare la vita. Non sarà necessaria la morte di nessuno, se vorrai rispettare la mia scelta. »
« Così sia, solo per il rispetto che ti porto. Pregherò la dea che la tua scelta sia giusta. »
Imes tornò indietro, raggiunse quelli che dovevano essere gli ufficiali al comando delle forze governative asari e si mise a parlare. 
Qualsiasi cosa si fossero detti per il tempo necessario all'evacuazione non successe niente.
Il IV reggimento fu fatto evacuare. 
Le sette Ardat-Yakshi furono condotte davanti al Consiglio della Cittadella, ma con il consigliere asari assente. 
Sulle motivazioni di trovare una cura nessuno ebbe da ridire. A patto che rimanessero in una condizione di non poter nuocere, ma anche dopo aver avuto da parte della multiplanetaria la promessa che avrebbe rispettato i loro diritti, fu concesso che raggiungessero Rakhana.
Tale destinazione rimase segreta, il pubblico venne solo informato della decisione che sarebbe iniziata una ricerca per la condizione ardat-yakshi.
Su Thessia le cose tornarono alla normalità, una volta che le decisione erano state prese la gente si limitò a dire cosa ne pensava.

 
*****

Il IV reggimento era tornato al QG delle truppe I.D.G.,  Fort Hanshan su Noveria. 
Veari era a rapporto davanti al suo ammiraglio « Signore mi dispiace! »
« Di cosa? » chiese puntando i suoi occhi verdi su di lei.
« Non sono stata in grado di gestire la situazione. »
« Nessun morto, crisi rientrata e quelle sette asari sono al sicuro. Non mi lamenterei troppo. Chiamare Samara è stata una bell'idea. Inoltre sono io che dovrei scusarmi, mi è stato impossibile contattarla ma era essenziale che quanto accadesse riguardasse solo voi asari. Ha presente quando si dice “ I panni sporchi si lavano in famiglia”? Mi è stato fatto notare che avrei dovuto attenermi a questa regola.» 
« Tuttavia non ho la sensazione di aver vinto. Le notizie che giungono da Thessia... »
« Vinto? Non abbiamo assolutamente vinto. In questo momento le idee più conservatorie ma anche estreme sulle Ardat-Yakshi sono popolari. Qualcuno stava valutando l'idea di togliere a loro la possibilità di rifugiarsi nei monasteri. »
« Ma questo... »
« Questo lascerebbe solo la pena di morte come soluzione.  » 
« Io... ho solo cercato di fare la cosa giusta. » mormorò sconfortata. 
« Come ha pensato alla possibilità di trovare un giudice esterno? »
« Mentre pensavo alle ardat-yakshi mi sono trovata ad odiarle. Senza un motivo, io le odiavo solo perché fin da piccola ho letto delle cattive ardat-yakshi nelle storie da bambina, nei film quando sono diventata adulta. Non sapevo neanche di odiarle, fino a quando non mi sono trovata coinvolta. Ho pensato che questo poteva essere vero anche per altre asari, ho capito che serviva qualcuno il più imparziale possibile. » 
« Degli alieni, estranei alla cultura asari, di certo erano una possibilità. »
« Adesso? »
« Adesso cerchiamo di rimettere in piedi la situazione e migliorarla. Sappiamo dei Thatora ma al momento non so se questo ci darà dei vantaggi. Ora che la crisi è risolta l'attuale governo centrale sta riconsolidando il proprio potere, sappiamo che i Thatora lo stanno appoggiando completamente. I governi locali si sono calmati, il che è anche un bene. L'opinione pubblica rimane però divisa tra l'idea di trovare una cura e le idee che conosciamo. Tuttavia...non c'è qualcosa di strano in questo? Fosse successo sulla Terra ci sarebbero voluti mesi, qui invece sono bastate poche ore dalla vostra partenza per risolvere la crisi.  »
« Signore, io...sono un soldato...di queste cose non so niente. Immagino che avranno pagato, vista la loro ricchezza non deve essere stato un problema. » 
« Già...mah...sarà così. » affermò Olivia per niente convinta. Conosceva i giochi di potere e ogni tanto ne era coinvolta, era sicuramente successo qualcosa ma cosa? 
Sulla scacchiera degli equilibri di forza era stata fatta una mossa di cui nessuno si era ancora accorto. Poteva solo aspettare, ma una sua conseguenza era già chiara. 
« Jeiya Thatora, cosa mi sa dire? »
« Sgradevole. »
« Dal suo rapporto ho notato che non le piacciono gli alieni, per un asari questo non è molto insolito? »
« Ho pensato la stessa cosa. Perché chiede di lei? »
L'espressione di Olivia si fece molto seria « È un segreto che non conoscerei se non avesse un'amica molto speciale, Jeiya Thatora si presenterà alle prossime elezioni del governo centrale su Thessia. »
Veari avrebbe voluto dire qualcosa, ma riusciva solo a rimanere con la bocca aperta mentre era imbambolata dallo stupore. 
« Rivestiva un ruolo minoritario nell'attuale governo, ma quanto accaduto l'ha messa sotto i riflettori e ora è molto conosciuta. La sua futura linea politica è preoccupante, afferma che le Asari stanno decadendo e prima che sia troppo tardi dovranno tutte fare uno sforzo per recuperare il prestigio perduto a favore degli alieni. Questo è quello che ha raccontato in una discussione privata, mi chiedo come la prenderà l'opinione pubblica.»
« Signore, se era privata lei come fa a conoscerla? »
« Secondo lei? » disse con un accenno di sorriso Olivia. 
« Direi la sua “amica speciale” di cui non voglio sapere proprio niente. »  - Veari sospirò - « Cos'ha intenzione di fare? » 
« Lascerò questo campo di battaglia ad altri, io devo preoccuparmi di recuperare i soldati di ben due reggimenti su Erinle. La Noveria Corps è stata attaccata e non credo lasceranno correre. In compenso ho attenuto dalla cara presidentessa Weaver il permesso per lei per Rakhana. »
« Sul serio? » 
« Credo che vorrà sincerarsi delle condizioni di quelle sette asari. » 
« Grazie signore. » esclamò contenta. « Credo che lo farò, ho una vecchia conoscenza con cui voglio rimettermi in contatto. » affermò sorridente. 

 
*****
 
Su Thessia, Myr partecipava a una delle tante cene politiche ma questa volta la sua persona era leggermente isolata. Aver aiutato delle Ardat-Yakshi, indipendentemente dalle motivazioni, era qualcosa che poche asari erano pronte ad accettare. Il danno per l'immagine della compagnia era stato incalcolabile. 
« Forse lei potrà rivedere la sua posizione. » disse Jeiya avvicinandola. Era l'asari del momento, questo la faceva sorridere arrogantemente. Si sentiva potente. 
« I Thatora potrebbe fare buon uso di una persona come lei. I Vatis sono una famiglia rispettata. »
« Lieto di saperlo, ma la invito a rivolgersi a loro e non a me. Ho chiuso i ponti con loro qualche secolo fa. »
« La Noveria Corps è finita su Thessia, potrebbe salire sul carro dei vincitori. Lei è una persona affascinante. »
Myr ridacchiò amabilmente « Se così fosse Dasha Weaver avrebbe già preso la mia testa. Abbiamo il denaro, gli uomini e i mezzi per resistere. Le assicuro che non andremmo da nessuna parte. Ora mi scusi, ma ho chiesto che una data notizia venisse trasmessa in televisione a quest'ora. » 
Lei la lasciò dirigendosi a uno schermo acceso lì vicino, Jeiya però le andò dietro incuriosita. 
In tutti i canali televisivi non si parlava d'altro, in sale le persone mormoravano incredule. 
Myr Vatis si candidava alle elezioni politiche del governo centrale di Thessia, in aperta opposizione a Jeiya Thatora. 
Quest'ultima aveva un'espressione di puro odio, con un secondo di ritardo si accorse che Myr si era girata verso di lei e la fissava. Sorrideva in maniera arrogante. 
« Un giorno ogni umiliazione subita sarà lavata. » pronunciò quella frase carica d'ira e andò via. 
Myr la guardò stupita, non ne comprendeva il significato e sebbene si aspettasse una reazione simile la rabbia in quelle parole era stata eccessiva. 
« Interessante. » mormorò « Irixa! » 
L'asari della sicurezza era stata discretamente a distanza, mimetizzata nella folla in un elegante abito da sera. 
« Direttore è sicura della sua decisione? » 
« Si. » Myr sapeva due cose: la prima era che non poteva vincere le elezioni contro Jeiya, la secondo era che non avrebbe trovato nessuno meglio di lei per perorare le sue motivazioni. Non mirava alla vittoria, ma semplicemente a non perdere. L'opinione pubblica era divisa, doveva “soffiare” il più possibile sull'idea che una cura fosse possibile. Forse era un promessa che non poteva mantenere, ma non sarebbe stata la sua prima bugia. Su queste basi il risultato a cui mirava era senz'altro raggiungibile. 
« I prossimi mesi saranno terribili, spero sarai pronta. » disse il direttore.
« Mi preoccupa di più la presidentessa Weaver, per adesso ha il suo appoggio perché sa che non può trovare nessuno migliore di lei per sbrigare gli affari su Thessia. Però neanche lei è insostituibile. »
« Dasha Weaver al momento è soddisfatta a dispetto di quanto ci è costato, portare le ardat-yakshi su Rakhana era la sua priorità. Vorrei davvero sapere cosa sta succedendo su quel lontano pianeta senza vita, al punto da giustificare le spese sopportate. Se la Weaver non mi avesse ordinato di fare tutto il possibile per metterle al sicuro, le avrei abbandonate al loro destino. Per il futuro, se dovessi scontentarla ci penserai tu a tagliarmi la testa. »
Lei annuì « Myr Vatis, lei mi è simpatica ma se ricevessi quell'ordine le assicuro che la ucciderei senza problemi. »
A quelle parole rise « Per questo mi piace lavorare per la Noveria Corps, rende tutto più...stimolante. Adesso mischiamoci alla folla, è ora di andar alla caccia di voti.» 
Jeiya non riusciva a staccare gli occhi dalla figura di Myr, era furiosa. Quella notizia l'aveva privata del senso di euforia che provava, proprio mentre era convinta che niente e nessuno avrebbe più potuto ostacolarla. Non si faceva illusioni, Myr era un avversario da non sottovalutare in nessun caso. Contro cui le circostanze le avevano regalato un colpo di fortuna.
A voce troppo bassa perché qualcuno la sentisse « Maledette, non ci estinguerete... sull'onore di nostra madre avremmo la nostra vendetta. » 
   
 
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