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Autore: DewoftheGalaxy    15/05/2018    1 recensioni
Assisi. Sera della Domenica delle Palme, 1211
Chiara, figlia di uno dei nobili più importanti della città, fugge per andare incontro ad una nuova vita e per seguire Francesco, il fraticello di cui parla tutta Assisi, che ha lasciato tutto per vivere povero e per seguire il Vangelo.
Ecco i pensieri e le vicende di una ragazza mentre compie una scelta che cambierà la sua vita per sempre, i suoi timori, le sue decisioni e le difficoltà che deve affrontare.
Genere: Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Medioevo
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La badessa li aveva accolti a braccia aperte e aveva subito mostrato a Chiara la sua celletta dove avrebbe dimorato durante il tempo della sua presenza in convento.

 

E proprio Chiara aveva insisto affinché Francesco, Elia e Leone sostassero per riposarsi nella sua celletta.

 

<< Il cammino è stato lungo e faticoso ed il ritorno non sarà da meno! >> Aveva risposto a Francesco che insisteva nel voler partire subito.

 

Alla fine i tre avevano accettato e ora dormivano uno accanto all’altro con la schiena appoggiata al muro, le gambe al petto e i cappucci sul capo.

 

Chiara invece se ne stava nel suo letto con tanti pensieri nella mente e nel cuore.

 

Ora è tutto fatto, tutto compiuto. Hai un cammino davanti ora! Un cammino tortuoso certo, ma pensa al Finale! 

 

Un raggio della nascente alba penetrava dalla finestra e illuminava i granelli di polvere nell’aria.
Chiara li guardava pensante.

 

Io sono come uno di quei granelli di polvere…piccolissimo, minuscolo….ma illuminato dalla luce dell’amore di Dio…

 

Sorrise.

 

E poi dovrò fare qualcosa per Francesco…insomma, lui ha fatto così tanto per me!

 

Un rumore la distolse dai suoi pensieri.
Un sussulto.

 

Il sussulto spaventato di Francesco, che si era alzato ed era uscito fuori, nel chiostro.

 

Chiara lo seguì con lo sguardo e poi si mise a sedere sul letto.  
Perché Chicco aveva sussultato spaventato? Perché si era alzato così all’improvviso?

 

Si alzò dal letto ed uscì.
 

<< Chicco?…>>

 

Questa volta era stata lei a farlo sussultare e girare all’improvviso.
Francesco se ne stava seduto fra due colonne nel chiostro, lo sguardo basso ed era ancora più pallido del normale.

 

<< C-Chiara! Mi dispiace tanto di a-averti svegliato! Scusami! Scusami! Scusami…>>

 

Lei gli sedette vicino, mettendogli una mano sulla spalla. << Ehi ehi calmo! >>
Sorrise. << Stai calmo Chicco, tanto non stavo dormendo, ma tu…>>

 

Lui volse lo sguardo verso il terreno. << Non era niente…>>

 

<< Ti ho sentito sussultare…>>

 

<< Ma credimi: non era niente! >>  Cercò di sorriderle.

 

Ma Chiara non ci cascava. << Francesco….hai avuto un incubo? >>

 

 Il sorriso scomparve e lui annuì.

 

<< Ed era molto brutto e spaventoso? >>

 

Altro annuire.

 

La ragazza gli prese la mano. << Dimmelo. >>

 

Francesco sospirò, poi cominciò a raccontare: << Mi trovo in una radura verde e soleggiata con tanti animali ed un laghetto vicino. Poi d’improvviso compare nel cielo una nuvola scura e gli animali cominciano…a tossire e stare male. Tossire capisci! Come noi uomini! E poi… >>

 

<< E poi?…>>

 

<< E poi molti svengono e li raccolgo tra le mie braccia. Ma non è finita qui perché c’è anche l’acqua nera e appiccicosa…>>

 

Acqua nera ed appiccicosa? Come faceva l’acqua ad essere appiccicosa? Era strano per Chiara, ma più sicuramente anche per Francesco, che l’aveva sognata.

 

Lui continuò. << Quest’acqua si attacca alle ali degli uccelli marini e li sporca e fa morire i pesci! Mi fa tanta paura Chiara, perché penso che potrebbe succedere un giorno! >>

 

Era spaventato, lo si capiva dal suo sguardo.

 

Ma Chiara era lì per aiutarlo.

 

<< Ascoltami Chicco. >> 

 

Lui alzò lo sguardo verso di lei.

 

<< Forse, e dico forse, un giorno questo tuo sogno si avvererà ma ti dico una cosa di cui sono convintissima: l’umanità non lascerà che ciò accada, non lascerà la natura e gli animali a morire. E sopratutto il Signore non li lascerà morire, sono Sue creature! >>

 

L’aveva rassicurato ed il fraticello sorrise. << Hai ragione, grazie Chiara. >>

 

Lei rispose al sorriso.

 

Stettero così per un po’, guardandosi l’un l’altra mano della mano, con il trillo frizzante di un’allodola nell’aria e i colori sfumati dell’aurora che illuminavano il chiostro.

 

Occhi marroni come il legno delle foreste in occhi azzurri come il cielo d’estate.
Incrocio di sguardi.

 

E nell’aria vi era un silenzio mistico, quasi sacro, come se non si volesse disturbare l’incontro fra due anime così limpide.

 

Solo l’allodola, araldo del mattino e uccello della luce, esprimeva il suo canto.

 

Anime gemelle, in sincronia, anime che si amano di un amore fraterno e spirituale.
Un avvenimento meraviglioso, un legame unito da un filo invisibile che va fin sopra le nuvole 
 

Chiara sapeva che era così per lei e Francesco, da sempre, fin da quando l’aveva incontrato un giorno in un campo di papaveri ed ulivi bagnato di sole. *
 

O forse anche prima, quando si intravedevano per le vie della città, lui dietro gli amici ed il fratello minore, “ Francesco re della gioventù”, paladino delle feste e figlio del mercante di tessuti….e lei, accompagnata da amiche, dalle sorelle o dalla madre, in giro per fare compere oppure per aiutare segretamente i poveri, cosa che Chiara ama fare allora….

 

Due persone completamente diverse allora, lei e Francesco, avviati su due strade diverse e di estrazione sociale diversa: lui un “minores”, un minore, la nascente borghesia di mercanti e lei una “maiores”, una maggiore, l’antica nobiltà feudale.

 

Eppure il destino li aveva voluti vicini, fratelli, fiamme gemelle nell’amore di Dio.

 

Chiara si ricordava Francesco nella bottega del padre, tutto indaffarato fra stoffe, conti e clienti.

Allora i loro sguardi erano sbrigativi, nessuno badava molto a quali pensieri nascondessero.

 

Ma ora invece sì.

 

Una voce interruppe però il loro mistico legame.

 

<< DOV’É ?!….DOV’É MIA FIGLIA ?! >>

 

Era suo padre: Messer Favarone di Offreduccio degli Scifi.

Non era solo.

Ed era arrabbiato sopratutto.

 

Molto.

 

 

 

 

Nota Autrice:

 

Salve a tutti! Non sono morta ( altrimenti chi vi rompeva le scatole su Chicco e Chia? XD ) ed ho aggiornato!

 

Mi sto riferendo ad una scena di “Fratello Sole Sorella Luna” di Franco Zeffirelli del 1972, il mio film preferito su San Francesco e Santa Chiara.

In questa scena i nostri due cari ragazzi sono appunto in un campo di papaveri ed ulivi e Chiara rivolge a Francesco quella piccola ma stupenda frase ( a parer mio ) di….: “Per me eri matto prima, non ora”.

AMO QUELLA SCENA ed amo quel film, ve lo consiglio vivamente se non ve lo siete ancora visto!
La scena va ai suoi legittimi proprietari, così come il film e la frase e qualunque cosa riguardi esso.

 

Ed oltre stare qui a decantare le lodi di questo film che devo fare? Niente lol.

Arrivederci carissimi!

Dew.

   
 
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