Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: RominaFortunato    15/05/2018    0 recensioni
Kathleen Lucky ha tutto ciò che una ragazza di sedici anni possa desiderare: è ricca, viziata, con delle amiche fidate, una servitù ai suoi piedi in un'immensa villa con ogni comfort e un autista personale che la porta ovunque voglia. L'unica cosa che non può avere è amare in libertà Samuel. Sua madre Elizabeth lo ha fatto sparire con la forza perché povero e inadatto. E quando Alexander, un rampollo di una famiglia importante, si trasferirà di fronte casa sua ed Elizabeth vorrà che si mettano insieme, Kathleen si opporrà determinata.
Tanti misteri si nascondono nell'identità stessa di Kathleen. E quando scoprirà che Samuel è solo la punta dell'iceberg, non potrà più fidarsi di nessuno e si renderà conto che ormai non si può più tornare indietro. (completa su Wattpad)
Genere: Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo Ida
"NON SI PUO' TORNARE INDIETRO"



Capitolo 1 "Nuovi vicini"



Ho sempre odiato le bugie ma sembra che la mia vita non ne possa fare a meno. Sono circondata inconsapevolmente da persone che mentono sempre. Sono a un punto in cui non so più di chi fidarmi. Tutti potrebbero far parte di quell'enorme voragine e tutti potrebbero tradirmi da un momento all'altro.

Tutta la mia stessa esistenza è costruita su una rete infinita di menzogne, così fitta da non riuscire più a distinguere la realtà dalla finzione.
Nessuno si rivela ciò che credo, ma non tutto è ciò che temo.
A motivo di alcuni imprevisti d'amore, anche io inizio a mentire per proteggermi, ritrovandomi così nelle sabbie mobili dove più cerco di uscirne fuori, più queste stesse bugie mi fanno sprofondare.
E solo scandagliando a fondo potrò riportare a galla la verità sommersa in questo mare di bugie.
Mi chiamo Kathleen Lucky e questa è la mia storia.

Questa storia è dedicata a mia madre, che da 9 anni non c'è più, ed è stata lei a spronarmi a scrivere il primo capitolo, iniziando a ideare la storia insieme. 
Se questa storia esiste oggi è grazie a lei. ❤

La puntualità non è mai stata il mio forte, tantomeno quando si tratta di dover andare a scuola.
Purtroppo, il mare, il sole, la spiaggia, il relax sul lettino, sono un sogno da dimenticare. Passerò da giornate felicemente trascorse a giocare e ad abbronzarmi, allo stare tristemente in classe ad ascoltare le lezioni per cinque interminabili ore. Un vero e proprio incubo di nove mesi.
Spengo la sveglia e torno a riposare beatamente come se niente fosse, finchè Alicia, la mia governante, mi fa saltare giù dal letto con le sue urla isteriche e, in preda al panico, inizio a correre da una parte all'altra della stanza cercando di vestirmi il prima possibile.
Sono palesemente in ritardo.
《Danny è già uscito?》chiedo ad Alicia, tra un sorso al cappuccino e un morso alla brioche, cercando di sbrigarmi.
Anche se non ho tempo da perdere, non posso rinunciare alla mia colazione abbondante.
《Mi sembra ovvio. Meno male che Daniel non è come una certa persona che fa continuamente ritardo!》ci tiene a precisare con i pugni sui fianchi.
La guardo provando a fulminarla con gli occhi, ma senza successo, purtroppo.
Mi rendo perfettamente conto che ha ragione, ma può anche non ripeterlo ogni giorno!
Mio fratello, come Alicia, ha sventolato bandiera bianca ormai da anni. Anche lui è convinto che mai e poi mai riuscirò ad essere pronta per tempo, nemmeno il primo giorno di scuola. Così, appena ha finito la sua colazione, è salito in macchina senza nemmeno degnarsi di aspettarmi.
Adesso l'unico che può accompagnarmi è Christopher, che oramai è diventato il mio factotum e il mio autista personale, ma è abituato a guidare come una lumaca.
Arrivare in tempo diventa sempre più un'utopia.
《Non potresti accelerare?》gli chiedo mantenendo la calma, anche se la pazienza sta già per toccare il limite.
《Chi va piano, va sano e va lontano》 risponde con la sua solita tranquillità.
Quando dice così sembra un anziano saggio di novant'anni, quando invece ne deve compiere a breve trentadue.
《Ma io non devo andare lontano. Mi basta che mi porti a scuola》.
Perché dobbiamo discutere già di prima mattina? Non si rende conto che ho fretta e che del giro turistico della zona non me ne importa nulla?
Meno male che, essendo il primo giorno di scuola, il preside sarà fin troppo impegnato a mostrare l'edificio ai nuovi studenti, per poter pensare anche a me e ai miei costanti ritardi. Per di più, non devo nemmeno giustificarmi con l'insegnante di turno della prima ora, perchè ne è fin troppo abituata.
Così entro in classe, saluto la professoressa di lettere con nonchalance e mi sistemo senza fretta al mio posto, salutando qua e là i miei compagni.
Frequento il Rose-Garden Private High School con l'odiata e seriosa divisa scolastica, ma di certo la mia mentalità non è affatto consona a questo tipo di ambiente austero. Nella mia vita tutto è incluso nella lista fuorché l'obbligo di studiare. E, oltre ad essere molto svogliata e professionista nei ritardi, vanto il miglior record di assenze.
Per i professori che devono assegnarmi dei voti è un vero incubo, e durante il periodo delle interrogazioni, mi chiamano immediatamete alla cattedra temendo che poi non ricapiterà più.
Nonostante tutto, comunque, la mia media scolastica non è poi così da buttare. Vengo sempre promossa, - anche se ogni anno per miracolo -, ma questo mi basta.
Fortunatamente per la mia psicosi anti-scolastica, sono capitata in una classe che, benché più amante di me dello studio, riesce sempre a riservare molto tempo allo svago e al divertimento; e grazie a questo sono riuscita ad ambientarmi bene con tutti.
In particolar modo faccio gruppo fisso dal primo anno con le mie amiche e compagne di classe Jennifer, Melissa, Sj e Nicole. Loro rappresentano tutto per me e non saprei come vivere senza.
Jennifer è la ragazza più pettegola e più impicciona che abbia mai conosciuto. Ama essere costantemente al centro dell'attenzione ed è sempre al passo coi tempi. Essendo molto ricca e figlia unigenita, viene viziata dai suoi genitori in ogni modo possibile ed immaginabile, ma non è noiosa, anzi con le sue trovate ci fa divertire sempre, anche se a volte esagera e sabenissimo come fare.
L'opposto di Jennifer è Melissa. Nella sua indole predomina la timidezza e la riservatezza, ma riesce anche a dimostrarsi davvero tanto dolce quando qualcuno la fa sentire a suo agio. È la più coccolata di tutte perché la più tenera ed ingenua, oltre ad essere la più piccola per età. Non ha avuto ancora esperienze sentimentali, né si è mai innamorata veramente, per questo Jennifer cerca
incessantemente di farle conoscere qualcuno. Ma Melissa si vergogna troppo e ogni volta manda in fumo tutti i suoi progetti, non presentandosi agli appuntamenti.
Sj è la ragazza più solare del gruppo. Ha sempre un buon motivo per ridere e per la sua euforia si lascia condizionare fin troppe volte dal carisma di Jennifer. Ha un ragazzo, Ivan, di diciotto anni, ed è il classico tipo benestante che ama giocare a golf e che dà troppa confidenza alle altre, nonostante già sia impegnato. Le sue battute poi sono davvero penose; l'unica a ridere senza controllo è Sj, troppo innamorata per potersi accorgere di chi stia frequentando in realtà.
Nicole è la mia migliore amica in assoluto ed è la più saggia e la più mite. Studia molto e ogni giorno prende diligentemente gli appunti delle spiegazioni. È la mia
salvatrice ogni volta che mi caccio in qualche guaio e sa sempre come farmi tornare razionalmente alla realtà. Si sta frequentando da un anno con Brian, di ventun'anni, che a differenza di Ivan, è un ragazzo maturo, serio e molto professionale, e non si vergogna di mostrare i propri sentimenti nei confronti della sua ragazza. Sono molto innamorati e, semmai riuscirò a trovare
un ragazzo, vorrei un rapporto splendido come quello che unisce loro due.
Il primo giorno di scuola è un lungo sonno di cinque ore, dove le mie sinapsi smettono di mandare segnali tra di loro. Durante le lezioni, trascorro il tempo tra uno sbadiglio e l'altro, attendendo con ansia il momento in cui la campanella annuncerà il richiamo alla libertà.
《Ragazze, ci vediamo da Jack. Vi prometto che questa volta sarò puntuale》dico alle altre a fine lezioni.
Finalmente posso tornarmene a casa felice che l'incubo 'scuola' sia finito.
《Chissà come mai non ci credo!》 si lamenta Jennifer.
《Senti chi parla!》 esclama Sj iniziando a ridere. 《Nemmeno tu sei un orologio svizzero, Jen!》
Questa volta l'ho promesso: devo arrivare in orario, ma per farlo devo anche tornare a casa presto e, per tornare a casa presto, devo trovare mio fratello con la sua macchina, altrimenti sarò costretta a rimanere a scuola, finchè una buon'anima non si proponga di portarmi via da quella prigione.
Il miracolo si avvera e dopo aver rintracciato Daniel per il rotto della cuffia, torniamo a casa.
Sono mesi che non vedo i miei genitori e finalmente oggi pomeriggio torneranno, ma solo perché hanno degli impegni improrogabili, mica per rivedere i loro figli!
Sono stati invitati domenica come ospiti speciali all'asta di beneficienza, e martedì i miei nonni materni festeggeranno al ristorante i 50 anni di matrimonio e tutta la famiglia sarà presente.
Non so quando ripartiranno, ma di solito accade molto presto. Ho la sensazione che quella casa li opprima e che cerchino costantemente di liberarsi da quella sensazione, lasciando me e Daniel irrecuperabilmente da soli. Qualche volta però ne sono sollevata, perché con mia madre non vado molto d'accordo. Anche se mi impegnassi al massimo per comportarmi bene, per lei rimarrei sempre la figlia ribelle che disonora la famiglia.
Vorrebbe che diventassi un'attrice famosa come lei, ma non fa per me. L'impegno e la costanza nello studio sono parole che nel mio vocabolario non esistono, e recitare è troppo faticoso. Voglio essere libera, senza il peso di obblighi e responsabilità, ma questo lei non è mai riuscita a tollerarlo.
Mio padre, invece, non è mai arrabbiato con me. Per lui sono sempre la piccolina di casa e qualunque cosa voglia me la regala senza problemi; però è sempre in viaggio per lavoro e non siamo mai riusciti ad instaurare un rapporto profondo, tale da farmi sentire veramente amata da lui. E poi nelle poche volte che riesco a specchiarmi nei suoi occhi azzurri, percepisco un grande vuoto interiore.
Per gli altri ha tutto, ma per se stesso è come non avere niente e questo mistero mi ha sempre lasciata perplessa. Quel suo conflitto interiore mi fa sentire a disagio tutte le volte e mi impedisce di instaurare quel rapporto stretto che tanto desidero.
Con Daniel, invece, papà è diverso. Sono complici e uniti. Invidio il loro rapporto. Quando papà torna, trascorre molto tempo insieme a lui e gli spiega compiaciuto il suo lavoro, anche perché in futuro mio fratello dovrà rilevare la società di famiglia.
Tutti sono orgogliosi di lui, anche mia madre, mentre io resto la pecora nera della famiglia.

Quando arriva l'ora di pranzo, il mondo mi appare migliore.
Amo il cibo, il suo profumo invitante, i suoi colori perfetti e il suo sapore così gustoso. Jacqueline è una cuoca provetta, da far invidia agli chef di Masterchef! Ed io, invece, faccio concorrenza a un branco di lupi famelici, tutte le volte che mi siedo a tavola. Sono di buona forchetta, ma non è colpa mia. La colpa è di Jacqueline che cucina fin troppo bene ed abbondante.
《Hai degli impegni per il pomeriggio?》 mi chiede Daniel, iniziando una conversazione a tavola.
《Beh, è venerdì. Vado con Nicole e le altre da Jack. Tu, invece, cosa farai?》 domando mentre mi appresto a finire la mia abbondante porzione di lasagna.
《Credo che studierò》risponde pulendosi gli angoli della bocca con il tovagliolo.
《Scelta interessante!》 esclamo sarcastica.
Di certo non la condivido. È una sofferenza che spero di non dover mai affrontare.
《Lo sai che tornano papà e mamma》 si giustifica vedendo la mia faccia schifata. 《Sono costretto almeno fino a quando non ripartono. Poi potrò cimentarmi nuovamente a sbloccare un'altra pista a Need For Speed!》 esclama non nascondendo il suo entusiasmo. 《E dovresti farlo anche tu qualche volta》 aggiunge tornando serio.
《Fare cosa? Giocare con la tua Play Station?》 chiedo divertendomi a stuzzicarlo.
《Sai bene a cosa mi sto riferendo. Se tu provassi un po' a studiare - non dico che devi proprio farlo, ma almeno fingere - forse avresti di più il favore di mamma e papà》.
《Ma a me non interessa. Ormai è diventata una questione di principio》.
《Di quale principio, Kat?》 chiede alzando il sopracciglio. 《Tu non sai nemmeno quello che stai dicendo》.
《Non è vero. So che non voglio studiare. E neanche l'idea di fingere mi va bene. Preferirei fare uno sciopero della fame piuttosto che abbassarmi a tanto》.
E per me sarebbe un vero e proprio sacrificio rinunciare al cibo!
《Beh, non ti farebbe male》.
《Che cosa vorresti insinuare?》 chiedo offesa per l'affronto.
《Da quando mamma è partita per il suo ultimo film, hai preso su qualche chilo. Non credo ne sarà contenta quando ti vedrà》.
《Per tua informazione entro ancora in una quaranta》mento.
《Bugiarda!》replica squadrandomi.
《Okay, in una quarantaquattro》 mi correggo con un po' di imbarazzo.
《Ora va meglio. Non le sai proprio dire le bugie》ride divertito.
Daniel si diverte delle mie disgrazie, ma gli faccio vedere io. Mi vendicherò per l'umiliazione subita facendolo innervosire un po'.
Comincia il mio gioco preferito: due sfidanti, un solo perdente e un unico vincitore.
《Danny, ti ricordi di quella volta che ho rovesciato la brocca di sangria sul tappeto persiano del salotto perché ero arrabbiata con te e ti ho dato la colpa, e tu hai passato i guai con Alicia?》
《Non farmici pensare. Mi ha messo in punizione per una settimana senza Play》 ha risponde già iniziando a scocciarsi dai ricordi.
《E invece, quella volta che stavo per bruciare il tappeto persiano, perchè volevo accendere da sola il fuoco, ma il fiammifero mi era caduto per terra e il tappeto si era ridotto in una montagna di cenere e Alicia se l'è presa con te perché le avevo detto che eri stato tu? Ci capitava sempre quel povero persiano!》
《Per colpa tua non ho potuto giocare a calcio per un mese!》esclama nervoso.
《E ti ricordi invece di quando...》.
《Kat, ma non dovevi andare da Jack?》 mi chiede con tono scocciato.
Ce l'ho in pugno, ma non basta per vincere. Con un'ultima mossa lo farò esasperare, senza rendersi conto che è stato tutto escogitato.
《E' presto. L'appuntamento è tra venti minuti》 rispondo mentendo.
In realtà è tra un'ora e mezza.
《E allora cosa aspetti per andarti a cambiare? Farai come al solito ritardo》 mi rimprovera esasperato dandomi la vittoria su un piatto d'argento.
È stato più facile di quanto mi aspettassi.
Lo accontento alzandomi dal posto più che soddisfatta. Il gioco è finito. Game over. Due sfidanti: un perdente, una sola vincitrice.
E' chiaro come test simili dimostrino scientificamente come le donne possano manipolare a piacimento gli uomini senza che se ne rendano conto.
《Ma non è che per caso volevi sbarazzarti di me?》domando fingendomi una povera ingenua.
《No》risponde mentendo.
《Anche tu non sai dire le bugie, lo sai?》concludo con un bel touchè salendo in camera e lasciandolo lì finalmente in pace.
È giunto, a questo punto, il momento più duro e difficile della giornata; l'impresa a cui nessuna ragazza vuole far fronte per quanto ardua e quasi impossibile: scegliere cosa indossare davanti alla cabina armadio.
Il problema principale che prevale incontrastato è l'indecisione. Nemmeno DressApp con le foto dei miei vestiti e dei vari abbinamenti riesce ad aiutarmi.
Daniel ha ragione: per me non è mai presto per vestirmi.
L'unica soluzione al grande dilemma è trovare l'ispirazione dal clima, così esco sul balcone; ma più che trovare una soluzione, vengo catturata subito da uno strano movimento sotto casa.
C'è un continuo via vai di camion da trasloco e decine di operai che lavorano come formiche portando, dentro la villa in stile vittoriano, scatoloni enormi contenenti oggetti perlopiù fragili. Mi si accende il lampo di genio, non per l'abbigliamento - che ho immediatamente cestinato dal cervello - ma per scendere e andare ad esplorare un po' in giro.
Esco di casa e attraverso la strada che mi divide dai lavori in corso. Avrò dei nuovi vicini di casa ma non riesco a vedere nessuno che non sia un operaio affaccendato.
Gironzolo curiosa un po' di qua e di là come se non avessi nulla di meglio da fare!
Magari la nuova famiglia ha un figlio affascinante, gentile, romantico della mia stessa età o anche più grande di me! Se la fortuna girasse dalla mia parte, la situazione diventerebbe sicuramente molto stile film rosa!
Mentre evito di creare problemi ai lavoratori, il mio sguardo viene catturato da un facchino che a momenti fa cadere il lampadario, ma riesce a salvare tempestivamente quell'oggetto dall'irreversibile collisione e soprattutto, - cosa da non prendere alla leggera - , non dovrà sopportare la paternale della padrona di casa che, non essendole sfuggito niente, lo avrebbe licenziato di punto in bianco per avergli causato danni economici.
Perché poi sicuramente quel lampadario è un patrimonio di famiglia che si tramanda da anni ed anni, e insomma ribadirebbe le classiche cose troppo noiose da poter essere ascoltate! Solitamente le donne ricche pensano soltanto a se stesse, ai loro soldi e ai loro lampadari!
Spero soltanto di non diventare una di loro, che nella vita non trova nulla di entusiasmante e divertente, che vive solo per il denaro e per vantarsi con le amiche di qualche trovata geniale su come investire i propri soldi. Donne di questo genere riescono a far venire a noia tutto ciò che esce dalla loro bocca. Non dicono nulla se non è finalizzato a guadagnare qualcosa di più!
L'idea di poter incontrare un vero glamourman, mi elettrizza ma forse sogno troppo ad occhi aperti.
Continuo a curiosare in quel giardino finchè non urto qualcuno, ma delude tutte le mie aspettative, perché è il facchino che a causa mia rischia di far cadere uno scatolone con diecimila allegati con scritto 'fragile'. La paura di aver creato una tragedia mi balza in cuore ed è davvero una benedizione che non sia caduto e non si sia rotto. Ma solo perchè è intervenuto un vero eroe sbucato dal nulla.
Adesso sì che si ragionava! È alto, biondo, occhi azzurro mare. Splendido! Le mie amiche moriranno dall'invidia quando glielo racconterò.
Per non far crollare la mia alta reputazione, però, tralascerò l'imbarazzo e la vergogna che una situazione del genere mi sta creando rendendomi una vera scema.
Il suo volto, poi, non è affatto di quelli felici e le sue braccia conserte, purtroppo per me, non dicono nulla di buono.
In fondo non ha tutti i torti. Mi sono infiltrata nel suo giardino, ho curiosato in giro e ho rischiato perfino di essere licenziata dalla madre furibonda, anche se non sono un'operaia!
《Mi-mi dispiace》cerco di farfugliare in completo imbarazzo.
《Non sei un membro dei traslochi》 commenta squadrando il mio abbigliamento.
Non è poi così difficile da intuire, considerato sono scesa in divisa scolastica e che forse avrei fatto meglio a rimanere in camera nel dilemma di scegliere cosa indossare, invece di imbattermi in questo casino.
《Eh, no》 rispondo aspettandomi qualsiasi reazione legittima.
《Chi sei, allora?》.
È arrabbiato o solo curioso di sapere chi sia?
《Kathleen Lucky, la nuova vicina di casa》rispondo imbarazzatissima.
《Alexander Hillman》 ricambia lui presentandosi con un mezzo sogghigno.
Dovevo aspettarmelo: sta ridendo di me. In una situazione simile anche la persona più seria del mondo non riuscirebbe a trattenersi dal trovarmi ridicola!
Così per togliermi dall'imbarazzo il prima possibile, gli dico che devo tornare a casa.
Dopo un cenno con la mano, fuggo di corsa e salgo frettolosamente in camera. Non ho mai vissuto un momento più imbarazzante in vita mia. Chissà cosa pensa adesso di me!
Purtroppo non ho nemmeno il tempo materiale per soffermarmici su. Devo scegliere cosa mettere e subito. Sono come al solito in un tremendo ritardo da record!

Nota ai lettori:
Ciao a tutti,
e grazie che state leggendo "Non si può tornare indietro". Spero la seguirete in tanti e fino alla fine. ❤ Sono novella in EFP ma spero tanto di trovarmi bene,
Nel primo capitolo avete letto un po' l'introduzione della vita di Kat, ma è solo l'inizio. Il romantico e l'intrigo arriva nei prossimi capitoli.
Quando ho scritto questa storia, ero praticamente come lei: una ritardataria cronica a scuola e un asso nelle assenze. Ma con il senno di poi cambierei tutto, e sarei più diligente.
Le amiche di Kat sono veramente speciali e, nonostante gli alti e i bassi che le attendono, rimarranno unite!
Christopher sarà un punto cardine per tutta la storia. Sarà per lei come un padre, un confidente, un amico e il suo factotum, ovviamente! E Kat non ne potrà mai fare a meno!
Daniel invece per me è un personaggio a cui sono molto affezionata. Non ho un fratello ma, se ne avessi avuto uno come Daniel, mi avrebbe reso le giornate più divertenti! 
Che ne dite dell'incontro con il suo nuovo vicino di casa?
Spero che come andranno le cose, renderà la storia più interessante.

Se il capitolo vi è piaciuto lasciate un commento per esprimere cosa ne pensate. Ci terrei davvero tantissimo. Grazie!❤
Se trovate degli errori, segnalateli senza problemi, così li correggo. Grazie.
Ci leggiamo nel prossimo aggiornamento, spero.❤


   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: RominaFortunato