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Autore: Dart Anevon    15/05/2018    0 recensioni
Il racconto si incentra sulla giovane ragazza demone Harramen'l e sul suo obiettivo di evadere dalla prigione a cui è costretta per nascita. Ben presto la sua vicenda si intreccerà con quella del giovane Hoshiko e insieme dovranno affrontare un mondo che non accetterà mai di lasciare un mostro libero di scorrazzare senza provare a rinchiuderlo nella sua gabbia o ucciderlo. Soprattutto se la creatura in questione è un tipo come Harramen'l.
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Nelle intenzioni dovrebbe essere un racconto fantasy un po' atipico, ispirato a un'ambientazione orientale e ""giapponesizzante"". Verrà fuori qualcosa di buono o sarà un pastrocchio? A voi l'ardua sentenza.
Genere: Avventura, Malinconico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un rumore, proveniente dal locale in cui si trovava, le fece distogliere lo sguardo dal suo più profondo desiderio. Prese a fissare l'interno della sala comune del dormitorio: una grande stanza lurida con numerose finestre rotte che davano su un mondo tanto vicino quanto irraggiungibile, imbratta di dolore, disperazione e anche da molta ipocrisia. La stessa che spingeva la sua razza a ostinarsi a celebrare qualcosa che aveva oramai perso completamente senso.

E adesso i suoi simili erano lì, a pulire il disastro che quei maledetti umani avevano causato. Un tentativo patetico di sistemare una stanza dalle pareti rosse che cadevano a pezzi e che mostravano ancora le bruciature sia di ieri che di tutte le volte precedenti. Sul pavimento, sopra le assi di legno marcio, tra i segni lasciati dal fuoco c'era anche qualcosa di ben peggiore, repressosi e rimasto lì per quanto si fossero sforzati di levarlo via.

Patetico. Semplicemente patetico.

Li odiava, li aveva iniziati a odiare tanto tempo fa, anche più degli umani stessi. Perché vivere così? Non aveva più senso cercare di fuggire e morire nel tentativo piuttosto che morire ogni giorno, sperando che la prossima volta i loro aguzzini fossero più misericordiosi?

Ma a loro non importava quello che pensava, anzi non gli importava nulla di lei. Per anni aveva vissuto da sola, emarginata nella sua stanza e uscendo praticamente solo quando fosse stato strettamente necessario. Nessuno era venuto mai a cercarla. Nessuno aveva mai provato a darle una speranza di una vita migliore o a consolarla dopo quanto era accaduto ai genitori. Nessuno. Fino a due giorni prima almeno.

Era successo che stava diventando adulta. Un evento che andava assolutamente festeggiato. Era la tradizione. E così la trascinarono a forza dalla sua stanza, del tutto identica a quella dov'era tranne che per le più ridotte dimensioni e un letto di paglia in un angolo.

Non potendo reggere quello spettacolo si alzò e uscì nel corridoio. Rimase a girovagare per l'edificio, che si ripeteva uguale e sudicio in ogni sua parte. Mancava ancora molto all'imbrunire e in ogni caso doveva aspettare che tutti dormissero prima di dare alle fiamme un'ala abbandonata della costruzione.

Sospirò.

Doveva attendere solo un altro po' e poi avrebbe chiuso con quella vita.

In un modo o nell'altro.
   
 
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