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Autore: GattyP    16/05/2018    2 recensioni
Terza fanfic della saga, con protagonisti Lily Anderson e Peter O’Neil, quest’anno alle prese con l’odiosa professoressa Umbridge… Avventure parallele a quelle di Harry e C (le cui vicende talvolta si incrociano con quelle dei nostri due personaggi, comunque nel pieno rispetto del Canon).
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio, Severus Piton, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Anderson-O'Neil saga'
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Capitolo 7

 

A Durmstrang

 

Appena arrivati fummo subito accolti dalla Preside, Iriza Sushitienka. Era straordinariamente simile alla McGranitt, ma, al contrario della nostra professoressa, estremamente gentile: parlando in un inglese elementare, ci diede il benvenuto e ci fece conoscere subito alcuni insegnanti (c’era anche Katiusha Poliakova: era giovane, forse aveva trent’anni, ma già insegnava Magia Oscura… doveva essere maledettamente in gamba) e un gruppo di alunni del nostro anno. A Durmstrang non c’erano case, ma gli allievi erano divisi per anno: il capoclasse del terzo anno, un certo Ivan Sahilovic, un ragazzo alto e muscoloso (tutti sembravano ben piantati e più in forma di noi… o forse era solo l’impressione perché erano infagottati da grosse pellicce… anche perché nel castello era abbastanza freddo!), ci condusse nelle nostre camere: ci avevano assegnato due camere vicine: le ragazze scelsero quella più accogliente, mentre noi ci sistemammo nell’altra, che aveva due letti (spartani), due tavolini (piccoli e malandati), due armadi (essenziali) e, naturalmente, un bagno (non troppo ben messo, almeno a paragone dei bagni di Hogwarts).

Ivan, che parlava un buon inglese, ci informò che la cena sarebbe stata servita alle otto e che, dal giorno successivo, avremmo partecipato alle lezioni… E che, nel pomeriggio, avremmo incontrato non so quali autorità (sai che divertimento!). Lo ringraziammo e ci demmo una sistemata per la cena… o quasi, dato che il nostro bagno aveva solo acqua appena tiepida…

La sera andammo, accompagnati da Ivan, in sala da pranzo, o meglio nelle sale, dato che erano più stanze, una vicino all’altra, piene di piccoli tavoli. Alcuni insegnanti si aggiravano controllando che tutto fosse regolare, gli altri si trovavano in una stanza attigua, intorno ad una grande tavolata. Ivan ci accompagnò nel tavolo in cui erano già seduti gli alunni del terzo anno: c’erano tre ragazze, Elena (alta, più di me, bionda, occhi chiari, sguardo deciso), Goluba (mora, piccola, minuta, gentile) e Katerina (mora, grassottella) e due altri ragazzi: Antonin e Gavrilo (entrambi alti, biondi e robusti, come Ivan, che aveva i capelli più scuri). Rinunciai subito a ricordare i cognomi, che pure mi furono detti. Per fortuna Ivan parlava bene inglese. Gli altri spiaccicavano qualche parola e così, un po’ a gesti, un po’ con quelle poche parola, molto grazie alla traduzione di Ivan, facemmo un po’ di conversazione. Guardai in giro se c’erano Krum, Sergej o qualche altro ragazzo che era stato ad Hogwarts nell’anno precedente… no, evidentemente avevano frequentato l’ultimo anno e dovevano essere usciti. Non conoscevo nessuno.

Improvvisamente apparvero i cibi nei piatti: un brodo e della carne con patate. Avevo fame e, effettivamente, erano ben cucinati. Il vino e altri liquori (preferii non indagare) riscaldavano l’ambiente: io e i miei amici bevevamo anche acqua… che molto raramente, notai, compariva nei bicchieri dei ragazzi al nostro fianco.

Tutto sommato stava andando tutto bene, quando, verso la fine della cena, un ragazzo del quinto/sesto anno, uno specie di armadio, con uno sguardo duro e cattivo ed un ampia cicatrice sulla guancia destra, venne verso il nostro tavolo e, chiaramente alticcio, cominciò ad inveire contro di noi… in russo. Non capivamo le parole, ma il tono e lo sguardo minaccioso sì. Sembrava in particolare avercela, non capivo perché, con Astoria.

Ivan e Antonin si alzarono subito e cercarono, prima con le buone maniere, poi più energicamente, di mandarlo via, mettendosi in mezzo tra lui e noi e riportandolo al suo tavolo. Ma, prima di andarsene, lui si voltò e, puntando Astoria, pronunciò ancora non so quali minacce.

Giorgia, alla mia destra, guardava con occhi sgranati la scena,  Astoria era impallidita. Godric aveva messo mano alla bacchetta. Arrivò anche un insegnante che, con parole decise, apostrofò il tipo, chiamandolo Sasha (evidentemente il suo nome) e rimproverandolo aspramente.

- Cos’è successo? - disse Giorgia ad Ivan, quando questo ritornò al tavolo - Perché ce l’aveva con Astoria?

- Non ho capito bene - rispose Ivan - … era ubriaco, avrà scambiato Astoria con qualcun’altra…

La Greengrass rimase in silenzio. Tornammo a mangiare e alla conversazione precedente, anche se ormai la tensione era palpabile nella stanza. Non era stata una bella accoglienza! Quel bestione di Sasha continuava a inviare sguardi omicidi verso il nostro tavolo, presso cui stazionava un insegnante della scuola, evidentemente per proteggerci ed incutere timore con la sua presenza a quell’energumeno. Il clima non era proprio dei migliori per un gemellaggio!

Più tardi, in camera, Astoria ci chiamò: - Io conosco il russo, dato che mia nonna è russa - disse -  Quel ragazzo ha avuto i suoi genitori  uccisi durante la prima guerra magica, dice per colpa di un Greengrass. Lui pensa che sia un mio parente… e io non so cosa dire…  Purtroppo i miei si erano allora schierati con Voi-sapete-chi e so che mio padre e mio zio sono stati all’estero a cercare alleati per il Signore Oscuro… Ma non ho idea di cosa stia parlando…

- Beh, in ogni caso tu non c’entri niente - dissi, risoluto - Come si permette di trattarti in quel modo?

- Ti staremo sempre vicini, - disse Giorgia, abbracciando Astoria - non preoccuparti. E gli insegnanti ora lo sanno e terranno lontano quel Sasha, o come diavolo si chiama.

Beh, se pensavo ad un tranquillo soggiorno a Durmstrang…

____________________________________

 

I giorni successivi non accadde però niente di allarmante e tutto filò liscio come l’olio: ci furono alcune cerimonie (alcuni maghi della Scuola, o del Ministero Russo fecero noiosi discorsi, generalmente in russo, sull’importanza della cooperazione internazionale e delle politiche di gemellaggio, necessarie a favorire l’integrazione europea); assistemmo a svariate lezioni  (Trasfigurazione, Storia magica russa, Arti Oscure, Volo, Creature magiche, ecc.) in mezzo ad insegnanti pieni di premure e preoccupati che il piccolo incidente del primo giorno venisse subito dimenticato; partecipammo a banchetti sempre più ricchi di cibi russi e di piatti inglesi.

La prof.ssa Sinistra sembrava molto a suo agio, socializzava alla grande con i colleghi russi, ed i miei compagni avevano dimenticato l’incidente del giorno iniziale; io però non ero tranquillo ed  intravvedevo, negli occhi di Sasha, che continuava a guardarci di nascosto ogni tanto durante i banchetti, puro odio nei confronti di Astoria Greengrass, anche se, per paura della reazione degli insegnanti, o di Ivan e compagni, cercava di stare alla larga da noi.

Particolarmente interessanti le lezioni di Arti Oscure. In quella settimana i Russi studiavano l’Incantesimo Imperius e si esercitavano a far compiere svariate azioni ad animali, sempre più complessi (vermi, uccelli, volatili da cortile, cani e gatti e, infine, maiali e cavalli). La professoressa Poliakova (che intervallava spiegazioni in russo e in inglese) era piuttosto brava e fece esercitare anche noi (malgrado nel Regno Unito l’incantesimo Imperius sia una delle “maledizioni senza perdono” per cui si va ad Azkaban): devo dire che, a differenza dei miei compagni, io avevo una vera e propria abilità nell’imporre la mia volontà a quegli animaletti (riuscii a far fare un balletto ad un maialetto… mentre al massimo i miei compagni riuscivano condizionare dei piccoli vermi)… Dovevo preoccuparmi? Erano i geni del mio antenato psicopatico, quell’Onellius che aveva creato il passaggio per il Bosco degli Inferi? Sarei dovuto andare a Serpeverde, come mia sorella, se Lily non avesse chiesto al Cappello Parlante “il favore” di avermi con lei? Il pensiero che non sarei stato con Lily, che non sarebbe stata la mia ragazza, che forse in quel momento mi sarei comportato come quell’idiota di Whyte (e magari quell’idiota sarebbe stato al mio posto!), mi diede molto da pensare… Poi, per fortuna, preso dalle altre occupazioni, smisi di fare quelle inquietanti riflessioni…

Naturalmente non avevo  dimenticato di avere una missione da compiere per il prof. Silente. Già il secondo giorno, quando vidi la professoressa Katiusha Poliakova, mi presentai ufficialmente e le chiesi di parlarle,

- Puoi fermarti dopo la lezione? - mi disse semplicemente

Andati via tutti, mi fece sedere e, offertomi del the (forse pensava che noi inglesi lo bevessimo ad ogni ora… ma non è vero… e poi io sono irlandese!), che rifiutai, mi spiegò quello che voleva dicessi a Silente (certi argomenti era meglio non scriverli, mi disse, dato che gli Inglesi hanno un nervo scoperto quando si parla di Voldemort e ogni informazione, anche la più innocua, se cadeva nelle mani di quei paranoici del Ministero inglese, poteva essere fraintesa).

- La rete dei portali per il Bosco degli Inferi, che noi qui chiamiamo  подземном мире, è una grande  rete transeuropea, in gran parte smantellata durante l’ultima guerra magica inglese. La utilizzò infatti il vostro Voldemort, e non solo per la “caccia al babbano”… Tu sai in cosa consisteva questa pratica?

- Purtroppo sì - dissi - E’ proprio una barbarie… è orribile.

- Sì, è vero…. In effetto voi Inglesi, avete comportamenti francamente discutibili, a volte! - disse la Poliakova (non me la presi per il giudizio…del resto non sono inglese, come ho già detto, ma irlandese!) - Voldemort, come ti ho detto, la utilizzava anche per spostare i suoi Mangiamorte da una parte all’altra del Regno Unito, e per cercare alleati in altri Stati, che cercava di destabilizzare…

Sì, quella storia l’avevo sentita. Ce l’aveva già raccontata il preside Silente.

-… finché i governi europei decisero di distruggere i portali nel loro territorio, per impedire pericolose intromissioni da parte di voi Inglesi. Io ho intervistato un paio di vecchi maghi che hanno compiuto l’operazione… e ho anche letto tutta la bibliografia sulla materia. Ma parto dall’inizio. Il creatore di Inferorum silva, è un bizzarro mago vissuto nel XV secolo, un certo Abraxas Onellius, che ha individuato, o creato, il “territorio di caccia”: si tratta di un’ampia zona circolare, circondata da montagne inaccessibili, con al centro un Palazzo e, intorno a questa struttura, tutti i portali.  Il Palazzo è sigillato da tempo… forse dai tempi di Onellius stesso, dato che tutti i maghi che vi sono entrati non sono più usciti… Sembrò quindi opportuno impedire che qualsiasi cosa ci fosse dentro uscisse e, viceversa, che nessuno più vi entrasse: pertanto Leonius Bembus, un mago fiorentino molto abile, all’inizio del XVI secolo sigillò con un incantesimo permanente non aggirabile porte e finestre dell’edificio. Vetri e finestre sono stati anche oscurati e resi infrangibili e indistruttibili… Intorno al Palazzo, disposti tutto intorno al colle, ci sono poi i portali: sono semplici colonne di pietra infisse per terra con sopra un elemento orizzontale Su ogni portale, al centro, c’è lo stemma degli Onellius, costituito da un quadrifoglio rovesciato. Se uno guarda attraverso essi, vede sempre un punto di Inferorum Silva. Se però li attraversa, subito esce dove si trova il portale gemello, anche a migliaia di chilometri di distanza.  Nei tempi d’oro c’erano quasi cinquanta portali, ma poi, essendo stati distrutti quelli situati nel Continente Europeo (distruggendone uno in Europa, si distrugge anche il suo gemello situato nel Bosco degli Inferi), sono rimasti, teoricamente funzionanti, solo quelli delle Isole Britanniche… Inglesi e Scozzesi, ma anche Gallesi e Irlandesi, infatti, scioccamente, non hanno mai preso in considerazione l’idea di eliminarli perché “importanti manufatti magici di enorme valore storico”. Così si sono espressi i folli maghi dell’AMAC e dell’AMAB, cioè dell’Associazione Maghi dell’antica Caledonia e Britannia). Hanno pertanto deciso di bloccarli  “dall’esterno” con un incantesimo… Come se Voldemort non potesse farne uno altrettanto potente per sbloccarli! Non so, sono stata finora chiara?

- Sì, professoressa - dissi.

- Dunque - continuò Katiusha Poliakova -  per entrare o uscire da un portale è necessario avere al collo una particolare pietra, che voi inglesi chiamate “Pietra di Luna”, e pronunciare la formula Pilum mutare, non mores, che è poi un proverbio latino. Non è troppo difficile utilizzarli, come puoi vedere.

- Quindi teoricamente qualcuno potrebbe di nuovo utilizzare i passaggi? - chiesi.

- In teoria sì…So che Silente ha cercato inutilmente il portale ad Hogwarts, che è stato bloccato dal preside precedente e che evidentemente è stato ben dissimulato in qualche parte remota del castello…. Il preside Armando Dippet era molto abile ed evidentemente l’ha nascosto molto bene, probabilmente per paura che qualcuno potesse, prima o poi, utilizzarlo… Gedeon Robeloff, un vecchio mago che ho intervistato, mi ha anche detto che il preside alludeva al portale chiamandolo semplicemente decem et novem… che è forse un’indicazione criptica per localizzarlo … E queste sono tutte le informazioni che ho. Non so cosa sappia il professor Silente: in ogni caso tu riferiscigli tutto e così vedrà come utilizzare tutte queste informazioni.

- La ringrazio, professoressa. Dirò tutto quello che mi ha detto al Preside… - dissi, accomiatandomi.

 

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Tutto sommato era stata un bella settimana: l’inizio era stato burrascoso, ma poi tutto era trascorso serenamente, tutto era andato “liscio come l’olio”. Avevo le informazioni che servivano a Silente… e che avrei naturalmente riferito anche a Lily. Riflettevo su quella strana dimensione legata alla mia ragazza… Beh, ne avrei parlato con lei il giorno successivo, al mio rientro ad Hogwarts. Sicuramente Lily era già ad Hogwarts e, per fortuna, il giorno dopo, l’avrei rivista…

Andammo a cena: era un vero e proprio banchetto con decine di portate. Di fianco a noi i nostri amici russi, tra cui Ivan, cercavano di metterci a nostro agio. Notai che Sasha era assente: gli insegnanti avevano prudentemente pensato di allontanarlo. Per questo l’atmosfera era anche più serena, rilassata e amichevole.

Una volta finita la cena cominciarono i brindisi… e non con acqua, ad essere sincero! Insomma, mi accorsi di essere un po’ alterato e, dato che i russi si sarebbero offesi se non avessimo brindato a non so chi o a non so cosa, pensai di far evaporare il liquido nel mio bicchiere (per il quale non provavo una particolare attrazione, a dire il vero: troppo forte per i miei gusti) grazie all’anello: mentalmente ripetei più volte un Evanesco (ero diventato bravo negli incantesimi non verbali) e, per fortuna, potevo far finta di bere solo accostando le labbra al boccale. Non così fortunati i miei compagni, soprattutto le ragazze, che cominciarono ad essere eccessivamente euforiche. La prof.ssa Sinistra pensò quindi bene di mandarci tutti in camera, anzi ci accompagnò lei stessa, insieme ad una paio di professori russi che le stavano sempre intorno: le ragazze erano completamente partite e dovettero trasportarle di peso. Io e Godrig, invece, camminavamo con le nostre gambe. Giungemmo in camera. Gli insegnanti misero le ragazze sul loro letto, ci spedirono nella nostra camera e ci augurarono la buona notte. Poi, insieme alla prof.ssa Sinistra, chiusero la porta con un incantesimo che impediva l’accesso dall’esterno e se ne andarono.

Nella nostra stanza Godric subito si buttò sul letto e si addormentò. Anche le ragazze, nella stanza vicina, avevano fatto lo stesso. Beh, anch’io mi sarei di lì a poco addormentato. Cosa stava facendo Lily in quel momento? Non riuscivo a dormire… Rimasi ancora sveglio, anche se stanco, per non so quanto tempo…. Poi mi addormentai, o meglio, iniziò quello che sembrava un dormiveglia, intervallato da una serie di strani sogni…

All’improvviso sentii un rumore nella camera delle ragazze. Avevo sognato? No, lo sentivo ancora. Forse una delle due si era alzata… Ma… sembrava una voce maschile, che sussurrava… e il tono non mi piaceva…

Mi alzai subito, presi la bacchetta, misi l’anello tra le labbra, diventando completamente invisibile e, con un incantesimo non verbale di spostamento, mi materializzai nella stanza vicina.

 

 

Grazie a voi tutti che leggete e a Barbie_Ettelanie_91 e ad ace 95 che gentilmente recensiscono. Appuntamento a sabato con il successivo capitolo, l’ottavo (Pericolo mortale). L’intera fanfic ha 14 capitoli (compreso l’epilogo): siamo quindi a metà della storia.

Un abbraccio a tutti. GattyP:)

   
 
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