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Autore: la luna nera    17/05/2018    8 recensioni
In molti si chiedono se siamo soli nell'universo e molti sono quelli che si interrogano sull'origine dei cerchi nel grano. Melissa ed il gruppo dei suoi amici non fanno certo eccezione e quando un cerchio nel grano appare proprio in un terreno alla periferia della città, non possono farsi certo sfuggire l'occasione. A loro si unirà Orion, il nuovo fidanzato di Aurora, ragazzo alquanto strano e taciturno, a tal punto che sembra provenire da un altro mondo.
Chi c'è dietro a quel misterioso pittogramma? Qualcuno sta lanciando messaggi dal cielo?
Genere: Fantasy, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Erano trascorsi alcuni giorni da quando Orion aveva scoperto il suo destino e ancora non aveva preso una decisione definitiva. Nella sua testa risuonavano continuamente le parole di suo padre, secondo le quali nessuno è libero di scegliere la propria strada, se il destino ha già scelto per noi. Eppure non si era ancora capacitato del fatto che le stelle avessero scelto proprio lui fra tanti, lui che neanche era un Hiloniano puro, per risollevare le sorti del pianeta e dell’universo intero. Desiderava solo un’esistenza pacifica e tranquilla, nonostante nella sua giovane vita avesse solo combattuto: gli si stava chiedendo ancora di combattere e questa volta contro un nemico forte, grande e misterioso, portare avanti una battaglia il cui esito era tutt’altro che scontato. Aveva trascorso molto tempo con suo padre, ricostruendo quel rapporto profondo che dovrebbe esistere fra padre e figlio, ma che non era mai decollato a causa delle regole gerarchiche dell’esercito di Hilon. Tutto questo era sicuramente positivo e costruttivo per entrambi, tuttavia Orion sentiva il desiderio di rapportarsi con gli amici come era solito fare prima dell’arrivo del padre sulla Terra. Melissa gli mancava in modo incredibile, aveva voglia di trascorrere un po’ di tempo assieme a lei, parlarle, raccontarle del suo destino e magari ricevere una parola di conforto e di incoraggiamento per quello che poteva essere il suo cammino futuro.

Quel pomeriggio al bar dell’Archer’s c’erano solo Melissa, Noemi, Simone e Giulio. Nico era al lavoro nella piccola falegnameria di famiglia, Cierre aveva ripreso ad allenare i bambini della locale scuola di calcio, Eva doveva terminare di preparare alcuni documenti per l’iscrizione all’università e Teresa avrebbe raggiunto gli amici più tardi, dopo aver aiutato la madre a ripulire la cucina dopo la ristrutturazione.
Manuel trascorreva le sue giornate dividendosi fra la palestra presso la quale lavorava part time come contabile e la sua mansarda-santuario. E proprio girovagando nella sua stanzetta, fra una canzone di Vasco e l’altra, sfiorando il telescopio, gli tornò alla mente quella serata trascorsa tra quelle mura assieme alla sorella, Orion e Teresa. Aveva mostrato a quest’ultima le meraviglie dell’universo, le aveva esposto le sue idee sugli alieni e lei lo aveva ascoltato assorta, senza sfotterlo e ridicolizzarlo. Che momenti piacevoli! Che serenità aveva provato in sua compagnia! Poi la tempesta si era abbattuta su di lui e solo il viaggio in Islanda gli aveva fatto riaccendere il sorriso sulle labbra. E pure da lassù il suo pensiero andava prima di ogni altro a Teresa, a quell’amica sempre presente su cui fare affidamento, quell’amica che in silenzio aveva sofferto quando Aurora lo aveva preso a pesci in faccia. Lui si era reso conto di quanto le avesse fatto male. Si era reso conto anche di quanto Teresa era triste: il suo sguardo non nascondeva affatto l’amarezza del suo cuore, la luce dei suoi occhi era stata offuscata dalle lacrime e tutta la sua energia pareva essersi esaurita lentamente ed inesorabilmente. Più volte i suoi amici avevano tentato di fargli notare che la ragazza nutriva interesse per lui, ma era accecato da Aurora, dalla sua falsa bellezza, superficialità e presunta perfezione. Non si era comportato bene né con Teresa, né con gli altri, ma nonostante tutto i suoi amici non gli avevano sbattuto la porta in faccia, poiché in fondo aveva scelto loro scartando lei.
E Teresa?
Sarebbe stato ancora in tempo per riallacciare un rapporto di amicizia con lei, un rapporto che col tempo potesse diventare più solido e profondo?
Guardò il telescopio che gli ricordava tanti bei momenti passati con lei, poi guardò il cellulare, sorrise, lo afferrò e digitò quel numero.
Mentre attendeva l’arrivo della ragazza, casualmente, la sua attenzione cadde sulla foto degli alieni di Villa Celeste.
E vide.


Melissa dunque si trovava al bar con gli amici, godendosi le ultime piacevoli giornate della bella stagione prima di rituffarsi nello studio e in grigi pomeriggi autunnali. Eppure nell’aria c’era qualcosa di strano, qualcosa che non le permetteva di trascorrere con spensieratezza quei momenti: la mancanza di notizie riguardanti Orion e la sua incolumità le aveva spento completamente il sorriso. Non ne aveva mai parlato con gli amici, neanche con Teresa, perché in tal caso avrebbe dovuto rivelare cose scottanti. Però questo non sapere, le divorava l’anima lentamente.
Orion lo sapeva, poiché seguiva da lontano tutti gli spostamenti degli amici ed aspettava solo il momento opportuno per congedarsi una volta per tutte. Uno dei suoi più grandi desideri riguardava Melissa: prima di andar via voleva parlarle e spiegarle ogni cosa, trascorrere il maggior tempo possibile assieme a lei ed assaporare gli ultimi momenti di serenità con quella ragazza che avrebbe tanto voluto imparare ad amare. Aveva passato molto tempo con suo padre, recuperando quel rapporto genuino che gli era sempre mancato, soprattutto aveva utilizzato quel tempo per metabolizzare le grandi rivelazioni che avrebbero sconvolto l’esistenza di ogni essere vivente. Purtroppo il destino aveva già deciso per lui e non gli restava altro che prenderne atto e comunicarlo alla persona che più di ogni altra gli era stata vicina.

“Nooo!” Giulio si alzò di scatto. “Guarda chi si rivede! Pensavo ti avessero rapito gli alieni!” Si diresse verso Orion che si stava avvicinando con in faccia un sorriso tirato.
Melissa si voltò lentamente, sprofondata nell’incredulità: Orion era davvero lì in carne ed ossa? Era vivo e senza un graffio? Non era uno dei soliti scherzi della sfera onirica che tormentavano le sue notti?
No, quella volta no. Orion era tornato davvero, aveva mantenuto la sua parola! Si alzò tentando di controllare l’emozione e le gambe che, tremanti, la sostenevano a mala pena. Attese che il ragazzo fosse a pochi passi da lei e si trattenne a stento dal lanciarsi fra le sue braccia. “Allora sei tornato…”
“Te l’avevo promesso.” Le sorrise senza quasi curarsi del caloroso bentornato degli altri. Si sentiva terribilmente in colpa, sapeva benissimo quanto l’aveva fatta stare in pensiero e le accarezzò il viso senza smettere di guardarla negli occhi. “Ragazzi, sono davvero felice di rivedervi. Come state?”
“A chi lo dici!” Simone gli diede due pacche sulla spalla. “Come te la passi, amico?”
“Beh, diciamo che ho dovuto lavorare sodo. Sono qui per un paio di giorni, poi devo rientrare in Accademia.”
“No…Di nuovo…” Melissa non ci poteva credere.
“Se non hai da fare, ti spiego tutto. ”Si avvicinò alla ragazza sussurrandole tali parole, non voleva destare troppi sospetti, non era ancora il momento. Lei annuì silenziosamente e si diresse immediatamente in bagno per sciacquarsi il viso, asciugarsi le lacrime e riprendersi un po’ dalla sorpresa, tentando di riacquistare un goccio di tranquillità ed ascoltare ciò che Orion voleva dirle.
Si ricongiunse con gli altri, notando con piacere che Orion era stato accolto col sorriso da tutti quanti. Lo stavano aggiornando sulle ultime novità, come ad esempio il fatto che Aurora non si era più fatta viva da un paio di settimane, dell’amicizia sempre più profonda fra Manuel e Teresa, dei piccoli calciatori allenati da Cierre e del nuovo lavoretto part-time di Eva come commessa in un negozio di musica al Centro Commerciale, grazie al quale lei e Nico avevano iniziato a cercare il modo di andare a convivere, fosse stato anche in un piccolo monolocale.
“Ragazzi, se vi rubo Melissa per qualche ora, mi uccidete?”
“Certo che no.” Giulio aveva intuito il reciproco interesse dei due amici e, assieme agli altri, li salutò con il sorriso mentre si allontanavano assieme.

Poco più di mezz’ora dopo, Manuel e Teresa si unirono al gruppo di amici: giunsero al bar mano nella mano, ma nell’altra mano il ragazzo teneva la busta trasparente contenete la foto degli alieni di Villa Celeste.
“Ehilà, belli!” Giulio li salutò con entusiasmo. “Vi siete persi Orion! E’ tornato dall’Accademia qualche ora fa ed è subito venuto a salutarci.”
Manuel si rese subito conto che non c’era lì con loro. “E dov’è adesso?”
“Non lo so, è andato via con tua sorella. Credo ci sia del tenero fra di loro.” Mimò un cuore con le dita.
“E non sapete dove sono andati?”
“No, posso solo dirti che si sono diretti da quella parte.” Indicò la direzione presa dai due. “Perché ti interessa? Vuoi salutare Orion o sei geloso di tua sorella?”
Per tutta risposta Manuel prese posto accanto a loro e depositò sul tavolino la foto degli alieni. “Ricordate questi individui? Sono gli esseri usciti dalla navicella spaziale atterrata a Villa Celeste.”
“Sì, e dunque?”
“Qualche giorno fa, prima della partita a calcetto, ho visto mia sorella parlare con un tipo ai giardinetti qua di fronte.” Fece una piccola pausa. “Non conoscevo quell’uomo, però avevo la sensazione di averlo già visto da qualche parte pur non ricordando dove. Poi l’ho chiesto Melissa e mi ha risposto che quello era il padre di Orion….” Batté un paio di volte il dito sulla foto. “…ed è questo qua. E’ uno degli alieni di Villa Celeste.”
“Cosa?!”
“Ma ne sei sicuro?!”
“Assolutamente sì.” Era fermo e deciso. “E se questo alieno è il padre di Orion… significa che Orion è un alieno.”
Tutti erano rimasti ammutoliti: il ragionamento di Manuel, per quanto assurdo, filava dritto.
“Io voglio vederci chiaro, voglio sentirmelo dire direttamente da lui, voglio avere la certezza dell’esistenza di vita extraterrestre ed ora che ci sono così vicino, non posso perdere altro tempo dietro a ipotesi e congetture.” Manuel era determinato come non mai. “Spero solo che mia sorella non mi abbia taciuto la verità.”
“Credi che Orion, ammesso che sia davvero come dici tu, possa essere pericoloso?” Simone iniziava a nutrire qualche piccolo timore.
“Non so cosa dirti.” L’altro allargò le braccia. “Adesso vediamo di trovarli, poi cercheremo di capire come stanno davvero le cose.”
Annuirono tutti in silenzio, poi Giulio contattò gli amici assenti perché si unissero a loro nella ricerca di Melissa ed Orion.

Nel frattempo i due, ignari di quanto scoperto dal fratello della ragazza, si erano seduti sotto un salice piangente non troppo lontano da Villa Celeste. Melissa desiderava solo essere stretta fra le braccia di Orion che dal canto suo assaporava ogni singolo istante che stava vivendo su quel pianeta al quale, ben presto, avrebbe dovuto dire arrivederci. Accarezzava la testa della ragazza, tentando di infonderle serenità e protezione, intervallando tali gesti con baci innocenti sui capelli.
“Vorrei poter fermare il tempo….” Fu Melissa a spezzare il silenzio. “Se davvero te ne devi andare di nuovo, vorrei bloccare tutto in questo istante.”
Lui la strinse ancora più forte, sapeva di doverla ferire ancora e ciò lo divorava lentamente e inesorabilmente. “Credimi, vorrei anche io che tutto restasse così com’è adesso, purtroppo il mio destino è già segnato e non posso oppormi: è a rischio l’incolumità dell’intero universo.” Le baciò di nuovo i capelli. “E’ giunto il momento che tu sappia tutto.”
“Sono tutto orecchi!” Manuel interruppe bruscamente il momento idilliaco fra i due. “Non chiedo altro che sapere la verità, Orion. Chi sei? Da dove vieni?” Era irremovibile.
Si alzarono entrambi in piedi senza aprire bocca.
“Questo qua...” Manuel gli mostrò la foto degli alieni indicando quello con la coda. “Questo qua è davvero tuo padre?” Attendeva una risposta che non arrivava. “Pochi giorni fa Melissa ci stava parlando ed è stata lei a dirmelo: l’ho riconosciuto in questa foto e non venirmi a dire che è solo uno che gli somiglia perché non me la bevo.”
Orion si voltò verso la ragazza il cui labiale sembrava volergli sussurrare Io non volevo, non l’ho fatto apposta… Ti prego, perdonami…
“Melissa….” Manuel si avvicinò di qualche passo alla sorella che stava per scoppiare in pianto. “Tu sapevi tutto?”
“Sono stato io a dirle di tacere! Lasciala stare!” Orion sbottò finalmente, sentendosi con le spalle al muro.
“Allora è vero….”
“Sì, sei contento? Quell’uomo è mio padre ed è un abitante del pianeta Hilon. Sei contento adesso?!”
Ora era Manuel ad aver perso le parole: per anni si era immaginato il suo incontro con gli alieni, aveva fantasticato sul loro aspetto, credendoli totalmente diversi dagli esseri umani, pensandoli come i cosiddetti grigi dagli enormi occhi inespressivi, o i rettiliani, dalla riluttante somiglianza con insetti o rettili. Immaginava di vederli scendere da navicelle spaziali come nei film di fantascienza, scoprire di poter comunicare con loro attraverso prodigiosi ed avanzatissimi apparecchi inventati dalle loro menti superiori, scoprire la loro tecnologia rivoluzionaria e capire come fossero in grado di raggiungere la Terra da chissà dove. E invece aveva davanti un alieno sin troppo simile ad un Terrestre, talmente simile che neanche se ne era reso conto, un alieno praticamente uguale a lui che stava flirtando con sua sorella come un ragazzo qualunque.
“Beh? Non sai che dire?” Orion incrociò le braccia in attesa che l’altro aprisse bocca. “Volevi la certezza dell’esistenza di esseri intelligenti provenienti da altri mondi? Eccomi qua, ora lo sai ed io ne sono la prova tangibile.” Si avvicinò di pochi centimetri aprendo le braccia. “Coraggio, toccami ed analizzami se lo desideri. Vuoi altre informazioni sul mio conto? Avanti, chiedimi pure tutto quello che desideri!”







 

 

Ciao a tutti!
Vorrei innanzitutto ringraziarvi per il supporto che  mi dimostrate e per avermi fatto superare quota 100 recensioni prima della conclusone della storia: è un grandissimo risultato per me e desideravo mostrarvi la mia gratitudine.

Orion è ricomparso, ha oramai deciso di tornare su Hilon, accettando ciò che il destino gli ha riservato. Quello che lo ha convinto è sostanzialmente il pericolo concreto di un’invasione da parte delle milizie del Re Kipsoron, ma ora deve affrontarne uno bello tosto: Manuel ha capito tutto. Ha capito che la sorella lo sapeva ed ha taciuto.
Che succederà?

Grazie di nuovo per il vostro supporto e a presto.

Un abbraccio
La Luna Nera

  
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