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Autore: tre 88    18/05/2018    0 recensioni
Due anni, sono passati dalla fine della guerra; Ace si è salvato e a salvarlo, è stato proprio l'uomo che lo aveva colpito, l'ammiraglio Akainu.
TRATTO DAL 2° CAPITOLO:
Era pomeriggio inoltrato e il sole stava per tramontare, Ace se ne stava sdraiato a letto e fissava il soffitto:
-“Incomincio a credere, che Akainu mi abbia mentito su tutto.”-
era da un po’ che aveva questo pensiero fisso ma, non riusciva a convincersi che l’ammiraglio mentisse:
-“Devo smetterla di avere questo dubbio. Come posso dubitare dell’uomo che mi ha salvato la vita?”-
TRATTO DAL 16° CAPITOLO:
Giunti sulla spiaggia, Ace si bloccò di colpo costringendo le due gemelle a fermarsi, davanti a loro c’era una foresta e da lì, uscì l’unica persona che avevano sperato di non incontrare.
Akainu uscì dalla foresta e fissò Ace, dopo settimane di inseguimento era riuscito a trovarlo e non se lo sarebbe fatto sfuggire.
Genere: Avventura, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akainu, Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'In Viaggio verso il Passato'
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3° CAPITOLO:
UN FANTASMA DAL PASSATO



 
Ad un tratto, la finestra si spalancò di colpo, Ace si voltò e rimase senza parole, sul davanzale della finestra se ne stava in piedi una ragazza avvolta da una luce infuocata, la luce rossa del tramonto dava l’idea che la misteriosa ragazza prendesse fuoco; aveva la stessa età di Ace ed era poco più bassa di lui, i capelli erano lunghi di colore rosso legati in una coda alta da un nastro bianco, gli occhi erano anch’essi rossi, indossava un kimono azzurro lungo poco sopra alle ginocchia tenuto chiuso da una fascia bianca, la manica sinistra era molto lunga e copriva la mano mentre quella di destra non c’era e lasciava scoperto il tatuaggio che partiva dalla spalla e scendeva a spirale per tutto il braccio fino al polso di colore azzurro con sfumature blu, portava lunghi pantaloni bianchi molto larghi e ai piedi portava degli stivaletti neri lunghi poco sopra alle caviglie.

La ragazza rimase in piedi sul davanzale, tenendo gli occhi puntati su Ace, il ragazzo la fissò a sua volta:

-“Chi diavolo è? Ho la sensazione che sia molto pericolosa.”-

si guardò intorno in cerca di una via di fuga, il suo istinto gli diceva di allontanarsi da lei però gli diceva anche di fidarsi, era come se conosceva la ragazza a tal punto da sapere che poteva essere un pericolo avere a che fare con lei ma, non ne capiva il motivo:

-“Che strano, mi sembra di averla già incontrata da qualche parte. Mi sento come se rivedessi qualcuno dopo tanto tempo, ma non so il perché.”-

non riusciva a ricordare dove l’avesse vista ma, era certo che lei centrava con il suo passato di cui non ricordava nulla:

-Scusa, ma tu chi sei e come hai fatto a salire fin qua su?-

la stanza dove si trovavano, era all’ultimo piano della torre più alta di Marineford e dava sul mare:

-Non c’è tempo da perdere, quindi muoviti e alzati.-

Ace si irritò, sopportava a fatica gli ordini di Akainu e li sopportava solo perché era il suo superiore, però non sopportava che qualcun altro gli dava ordini soprattutto una sconosciuta:

-Io non prendo ordini da te. E poi non posso fidarmi di chi non conosco.-

la ragazza saltò giù dal davanzale e raggiunse il ragazzo:

-Deduco che il mio sospetto è fondato dato che non mi riconosci. Sono un fantasma del tuo passato.-

poi afferrò Ace per un braccio e lo costrinse ad alzarsi:

-E ti dico, che ti sei fatto ingannare per bene da quell’ammiraglio.-

Pugno di Fuoco si liberò dalla sua presa:

-Che cavolo dici?-

la ragazza gli diede le spalle:

-Hai due possibilità, vieni con me e avrai tutte le risposte che cerchi oppure, resti qua e continui a farti ingannare da quell’uomo che ti sta usando.-

scavalcò il davanzale e sparì fuori dalla finestra, Ace guardò di sotto e la vide scendere sfruttando i mattoni che avanzavano fuori:

-“Forse la devo seguire, sembra che mi conosca e poi penso anch’io che Akainu mi abbia mentito, anche se mi ha salvato la vita.”-

pensò alla decisione da prendere e poi decise di seguirla.

Voleva delle risposte, voleva sapere chi era e cosa gli era successo e se lei sapeva aiutarlo a trovare il suo passato, allora era giusto seguirla e poi il suo istinto, gli suggeriva di fidarsi di lei.

Diede un’ultima occhiata alla stanza, poi scavalcò la finestra e incominciò a scendere anche lui dalla torre.

La ragazza toccò terra e vedendo che Ace l’aveva quasi raggiunta sospirò, perché se non l’avesse seguita sarebbe tornata su e lo avrebbe buttato giù dalla finestra, cosa che non aveva voglia di fare dato che scalare la torre era molto difficile:

-Muoviti!-

atterrò accanto a lei e sbuffò:

-Almeno dimmi il tuo nome.-

lei non lo ascoltò nemmeno e si mise a corre seguita da lui:

-Dietro agli scogli è nascosta la mia imbarcazione, appena si farà buio salpiamo.-

raggiunsero in poco tempo la piccola nave della ragazza, una volta saliti a bordo lei sparì sottocoperta per poi tornare con un foglio in mano:

-Questo ti convincerà che l’ammiraglio ti ha mentito.-

Ace prese il foglio e si sorprese, era un avviso di taglia un po’ vecchio e nella foto era raffigurato un ragazzo con le lentiggini e un buffo cappello:

-Questo sono io.-

la ragazza annuì e si mise a fare i preparativi per salpare:

-Il sole non c’è più e si sta facendo buio. Preparati tra poco salpiamo.-

lui non l’aveva nemmeno ascoltata troppo preso a farsi domande:

-“Non capisco, se sono un pirata perché Akainu mi ha salvato? E comunque chi è questa ragazza? Dice di essere un fantasma del mio passato e in effetti mi sembra famigliare…”-

i suoi pensieri furono interrotti da una fitta alla testa, si portò una mano sulla fronte e chiuse gli occhi sperando che il dolore passasse in fretta:

-Ehi, tutto a posto?-

Ace annuì:

-Il solito dolore che mi viene ogni volta che mi sforzo di ricordare qualcosa.-

la ragazza gli si avvicinò e per la prima volta sorrise:

-Non sforzarti. Ci penserò io ad aiutarti a ritrovare il tuo passato.-

tornò seria e alzò gli occhi al cielo:

-E’ buio abbastanza e quindi si salpa.-

la piccola nave levò l’ancora e avvolta dal buio si allontanò da Marineford.

 
***
 

Barbabianca se ne stava nella sua cabina a bere sakè, ovviamente di nascosto dato che il medico gli aveva proibito di bere; senza bussare entrò Vista:

-Sta volta sei tu. Marco dove si è cacciato?-

lo spadaccino inciampò in una coperta che era per terra e grazie al suo equilibrio non era caduto:

-Accidenti c’è sempre un bel caos qui e comunque non ho la più pallida idea di dove si sia ficcato quel pennuto.-

il vecchio pirata scoppiò a ridere, si divertiva un mondo a come i suoi figli si davano nomignoli anche se un po’ gli venne un’immensa nostalgia, dato che il primo a chiamare Marco “pennuto” era stato Ace:

-Oh va be, lasciamolo dove è. Dimmi figliolo che succede?-

Vista si era perso nei suoi pensieri, nel momento in cui aveva finito di parlare gli era tornato in mente quella volta che il fratellino, ormai scomparso da due anni, aveva chiamato così il comandante della prima flotta:

-Scusa babbo ma non ho sentito la domanda.-

Barbabianca lasciò cadere per terra la bottiglia vuota e in quel momento entrò Marco:

-Come mai siete ancora qui?-

il vecchio pirata sorrise, chiedendosi se uno dei due si sarebbe deciso a parlare:

-Figlioli, io non so leggere nel pensiero e quindi ditemi che succede.-

i due si resero conto di non aver detto ancora nulla a loro padre, Vista si decise a dirgli il motivo per cui si trovava nella sua cabina:

-Siamo arrivati.-

Newgate si alzò:

-Bene, allora andiamo.-

i tre uscirono dalla cabina e si prepararono a scendere dalla nave.


 
*


Sull’isola degli uomini pesce la festa in onore dei “Mugiwara” si era appena conclusa, gli abitanti dell’isola credevano che erano pericolosi ma, dopo che Rufy e i suoi compagni avevano salvato l’isola da Hody, gli abitanti capirono di essersi sbagliati.

Erano pronti per partire, Franky aveva capito come fare per tornare in superficie, il ministro aveva dato a Nami un nuovo log pose con tre aghi e gli aveva spiegato come funzionava, mentre Rufy stava discutendo con Jimbei:

-Ho deciso che tu ti unisci alla mia ciurma!-

l’uomo pesce sospirò, era da circa mezz’ora che il ragazzo di gomma insisteva con questa storia ma, lui non poteva accettare, c’era già una ciurma a cui era legato:

-Te l’ho già detto, non posso. Devo rimanere sulla mia isola e poi io sto dalla parte di Barbabianca.-

Cappello di paglia sbuffò, Jimbei gli era simpatico e gli doveva molto ed era per questo, che non poteva accettare un suo rifiuto:

-E chi se ne frega del vecchio!-

ad un tratto si sentirono grida di gioia e gli abitanti dell’isola si spostarono per far passare Barbabianca e i suoi tre comandanti.

Usopp, Chopper e Brook vedendo il vecchio pirata si spaventarono e si nascosero dietro a Franky, mentre gli altri erano sorpresi di vedere una leggenda vivente davanti ai loro occhi, Rufy sbuffò e si mise ad urlare:

-Ehi, tu! Sarò io a diventare il Re dei pirati!-

considerava Barbabianca un nemico da battere, per questo voleva ancora una volta, mettere in chiaro il suo obbiettivo.

Nami mollò un pugno in testa al suo capitano, era preoccupata di come il vecchio imperatore poteva reagire a quelle parole di sfida:

-Ma sei idiota! Ti sembra il caso di dire certe cose.-

mentre la navigatrice lo rimproverava, Robin parlò con Kayme:

-Mi spieghi perché siete tutti così felici?-

sapeva che quell’uomo, che faceva parte di un’era lontana, era il protettore di quell’isola e voleva capire qualcosa in più dall’amica; la sirena alla sua domanda annuì:

-Vedi, per noi Barbabianca-san è come un eroe. Grazie al suo nome nessun umano tenta di catturarci e venderci. Prima del suo arrivo, erano in molti gli umani che ci rapivano e ci vendevano ma, poi un giorno è arrivato lui e dall’ora ci protegge.-

l’archeologa sorrise, ora gli era più chiaro quanto quell’uomo era importante per quell’isola:

-Capisco.-

Kayme si fece triste:

-Ci è dispiaciuto molto, quando due anni fa ha perso la guerra a Marineford, però nonostante la sconfitta è rimasto sempre il numero uno.-

mentre le due parlavano, l’imperatore raggiunse il Re e lo salutò:

-E’ da un po’ che non ci si vede.-

il vecchio pirata scoppiò a ridere:

-Non ci si vede da tre anni più o meno, ho avuto da fare. Comunque vedo che l’isola ha subito danni.-

Rufy si arrabbiò, si sentiva ignorato:

-Ehi!-

Jimbei provò a calmarlo:

-Non lo provocare, per favore.

Nettuno sorrise:

-Uno del distretto degli uomini pesce, ha cercato di distruggere il regno per poi distruggere gli umani ma, grazie alla ciurma dei “Mugiwara” tutto si è risolto.-

a quelle parole Barbabianca sembrò accorgersi finalmente di Rufy ma, continuò ad ignorarlo mentre i tre comandanti si avvicinarono a Jimbei.

Marco salutò l’amico e poi si voltò verso il pirata di gomma:

-Vedo che sei ancora tutto intero.-

Cappello di Paglia sbuffò:

-E io vedo che qualcuno si è accorto di me.-

Vista sorrise:

-A dire il vero ci siamo accorti subito di voi.-

i compagni di Rufy si augurarono che il loro capitano non fosse così stupido da mettersi a combattere contro i tre comandanti, Barbabianca si voltò verso di loro:

-Jimbei, vedo che te la passi bene.-

l’uomo pesce annuì mentre Rufy si arrabbiò del tutto, non tollerava essere ignorato da colui che considerava un rivale e si preparò per colpire il vecchio imperatore ma, fu fermato da Marco:

-Ti consiglio di non provarci. Sei il fratellino di Ace e non vogliamo farti del male ma, se attacchi nostro padre ci costringerai a colpirti.-

i pirati di Barbabianca, dopo la morte di Ace avevano giurato di proteggere suo fratello, ma quel giuramento non era importante se Rufy, minacciava la vita di loro padre.

Sentendo il nome del fratello, Cappello di Paglia si calmò, per un attimo si era scordato quanto quell’uomo fosse stato importante per Ace e si era scordato di come quei pirati, lo avevano aiutato durante la guerra:

-Cappello di Paglia, ti ringrazio per aver aiutato quest’isola.-

i “Mugiwara” non si aspettavano che Barbabianca li avrebbe ringraziati, Rufy sorrise:

-Eravamo qui e mi sembrava giusto aiutarli. E poi, sono io che ringrazio voi, per avermi aiutato due anni fa.-

il vecchio imperatore rise:

-Sei divertente, moccioso. E non serve che ringrazi.-

Jimbei si intromise:

-Avente intenzione di restare per molto?-

voleva capire il motivo per cui erano lì, era raro che il vecchio pirata si faceva vedere da quelle parti; calò il silenzio tra i quattro pirati, poi Barbabianca si fece serio:

-Partiamo subito e tu sai il perché.-

detto ciò si rivolse a Rufy:

-E tu, vedi di stare lontano da Teach, hai capito?-

il pirata di gomma non aveva motivo per discutere, da quelle parole aveva capito quanto quell’uomo voleva fermare Barbanera:

-Ho capito.-

il vecchio imperatore sorrise:

-Bene, se state per partire vi facciamo strada noi per il Nuovo Mondo.-

senza aspettare una risposta salutò tutti i presenti e con i suoi uomini ritornò alla nave.

I “Mugiwara” salutarono i loro nuovi amici, promettendo che un giorno sarebbero tornati poi partirono.

Mentre salivano, videro la “Moby Dick” e la seguirono, in poche ore raggiunsero la superficie.

Rufy osservò la nave dell’imperatore bianco allontanarsi, certo che un giorno lo avrebbe di nuovo incontrato, poi si girò verso la Reverse Mountain e urlò:

-Siamo nel Nuovo Mondo!-

i suoi amici risero soddisfatti per esserci finalmente arrivati; Nami si avvicinò al suo capitano:

-Davvero starai alla larga da Barbanera?-

era strano credere che Rufy non volesse combattere con quell’uomo, dato che era stato lui, la causa principale della morte di Ace:

-Certo! Da ciò che ci disse Ace quella volta, Barbanera ha tradito la sua ciurma uccidendo un suo compagno e mi sembra giusto che ci pensi il vecchio Barbabianca a lui.-

sorrise:

-Ma ora lasciamo perdere e muoviamoci a raggiungere la nostra prima isola.-

i suoi compagni sorrisero, in quei due anni il loro capitano non solo era diventato molto forte ma anche responsabile.

La “Thousand Sunny” partì verso nuove avventure e nuovi nemici da battere.
 
 
***
 

A Marineford era ora di cena ma non tutti si erano concessi una pausa, nel suo ufficio Sengoku stava parlando con Garp:

-Dove sei stato fino adesso?-

il vice ammiraglio osservò la sua scatola di biscotti indeciso se aprirla o aspettare dopo cena:

-Sono appena tornato da Foosha.-

ovviamente era una bugia dato che stava dormendo nel suo ufficio e il superiore lo sapeva ma preferì far finta di niente:

-Comunque mi avevi chiesto di avvertirti se avevo novità su Cappello di Paglia.-

a quelle parole Garp smise di contemplare la scatola di metallo che teneva in mano:

-Come era chiaro, Orso Bartholomew non ha eliminato i “Mugiwara” ma, li ha solo divisi e dopo due anni si sono riuniti all’arcipelago Sabaody.-

il vice ammiraglio sorrise orgoglioso di suo nipote:

-Dopo essersi riuniti ed eliminato due Pacifista, sono partiti per il Nuovo Mondo e con loro c’era Barbabianca.-

Garp si sorprese:

-Che ci facevano insieme?-

Sengoku si pulì gli occhiali:

-Non lo so. So solo che una nave di pattuglia, ha visto le loro navi spuntare insieme nel Nuovo Mondo ma poi hanno preso rotte diverse.-

in quel momento entrò Akainu:

-Mi avete chiamato?-

Sengoku annuì:

-Barbabianca, dopo due anni si è fatto vivo. Appena abbiamo idea di che rotta sta seguendo partirai immediatamente.-

Akainu annuì:

-Se incontrerò Cappello di Paglia mi occuperò anche di lui.-

lo disse solo per provocare Garp che a quelle parole si irritò molto:

-Provaci e io sistemo te.-

l’ammiraglio si voltò verso di lui:

-Non è colpa mia se nella tua famiglia sono tutti dei criminali.-

il vice ammiraglio strinse la scatola con forza piegandola leggermente:

-Dipende dai punti di vista. Pirati come mio nipote non fanno male a nessuno.-

Akainu non sopportava il modo di pensare del collega:

-Chi è contro al Governo è un criminale.-

Garp scattò in piedi:

-Ci sono cose che il Governo fa, che sono peggio delle cose che fanno i pirati.-

l’uomo di lava sbuffò:

-I pirati sono solo feccia e meritano solo di morire.-

a quelle parole Garp non ci vide più dalla rabbia e scagliò con forza la sua scatola di biscotti contro ad Akainu che la schivò:

-Non hai il diritto di criticare gli altri solo per ciò che fanno! Anche i pirati sono umani!-

si voltò e uscì sbattendo la porta, Sengoku sospirò:

-Vai pure, ti chiamerò appena saprò di più su Barbabianca e lascia perdere per il momento Cappello di Paglia.-

Akainu annuì e uscì anche lui dall’ufficio.


 
*


l’ammiraglio, camminò lungo i corridori del Quartier Generale parecchio irritato:

-“Prima o poi giuro che faccio fuori quel dannato vecchio, il suo modo di pensare è sbagliato.”-

non aveva mai sopportato Garp e in quegli ultimi due anni lo sopportava ancora di meno:

-“Mi libererò di Barbabianca, poi farò capire ai Cinque Astri di Saggezza che Sengoku non è più adatto come Grand Ammiraglio e prenderò il suo posto, dopo di che mi libererò anche di Garp. Una volta che quei due non saranno più tra i piedi, farò ciò che è giusto fare e quando non mi servirà più mi sbarazzerò anche di Ace e spero di liberane presto, a causa sua spendo troppo per farlo mangiare.”-

il suo piano era perfetto convinto che nessuno potesse fermarlo ma si sbagliava e lo scoprì nel momento in cui entrò nella stanza di Ace.

Akainu una volta dentro alla stanza, vide che Ace non era da nessuna parte, poi notò la finestra aperta:

-“Come è possibile che sia scappato? Non può aver recuperato la memoria.”-

uscì di corsa dalla camera, doveva trovarlo a tutti i costi se non voleva rinunciare al suo piano.
 
 
***
 

Era notte fonda e ormai la piccola barca era molto lontana da Marineford, i due ragazzi erano in cucina uno seduto di fronte all’altra:

-Ora mi puoi dire chi sei e come hai fatto a trovarmi?-

la ragazza appoggiò il boccale di rum e sbuffò:

-D’accordo, quanto sei noioso. Mi chiamo Momo e sono riuscita a trovarti grazie a questa.-

tirò fuori dalla tasca una vivre card:

-Qualche giorno fa, stavo mettendo un po’ d’ordine tra le mie cose e mi è capitata in mano quella. All’inizio non sapevo di chi fosse ma, poi mi sono ricordata che sei stato tu a darmela tempo fa e visto che era intatta ho capito che non eri morto.-

Ace si sorprese:

-Morto? In che senso?-

Momo non era capace di essere paziente ma, lo doveva essere se lo voleva aiutare:

-Nel senso che per tutti sei morto, solo Akainu sa che sei sopravvissuto e ora lo so pure io. E giusto perché tu lo sappia, è stato proprio l’ammiraglio che ti ha quasi ucciso.-

il ragazzo non riusciva a crederci, quell’uomo gli aveva detto di averlo salvato e ora lei, gli diceva che lo aveva quasi ucciso.

Era confuso ma capì, che lei non stava mentendo, il suo sguardo era troppo intenso di rabbia nei confronti di Akainu e questo, poteva significare solo, che stava dicendo la verità:

-E così, è seguendo la vivre card che mi hai trovato?-

preferì per il momento di lasciar perdere Akainu, era già abbastanza confuso senza aver bisogno di cercare di capire, le intenzioni di quell’uomo.

Momo alla sua domanda, scosse la testa:

-Sapendo che eri vivo, decisi di dare un’occhiata a Marineford perché era scontato che ti aveva salvato un marines e dato che tu mi avevi parlato di tuo nonno, ho pensato che poteva essere stato lui a salvarti.-

Ace la fissò:

-Che c’entra mio nonno?-

Momo sbuffò, era stufa che lui la interrompeva ogni volta, anche se lo poteva capire, infondo era rimasto per due anni, senza la possibilità di ritrovare il suo passato e non si stupiva se ora, che ne aveva la possibilità, faceva domande:

-Centra, perché è un vice ammiraglio anche se poi non è veramente tuo nonno. Comunque una volta arrivata al Quartier Generale, ho scoperto che era stato Akainu a sbarazzarsi del tuo corpo o almeno erano queste le voci che giravano per la base.-

bevve un sorso di rum e poi proseguì:

-Mi sono infilata negli alloggi dell’ammiraglio e ho scoperto, che da due anni nella sua divisione c’era un marines che solo lui sapeva dell’esistenza e capii tutto. Usando la vivre card trovai la tua stanza e quando ho visto che non mi hai riconosciuto, ho avuto la conferma del mio sospetto.-

Ace rimase per un attimo in silenzio, elaborando le parole della ragazza:

-Ora è tutto chiaro. In effetti non ricordando nulla è stato facile farmi credere di essere un marines.-

Momo si scolò l’intera bottiglia di rum e cambiò discorso, stufa di parlare dell’ammiraglio o di come aveva fatto a trovare il ragazzo; voleva parlare con lui come se non avesse perso la memoria o almeno, ci voleva provare:

-Dopo la guerra, ho capito il perché non ti andava di parlare di tuo padre.-

Ace la fissò e lei, capì che era inutile comportarsi come se lui era quello di un tempo:

-Sei il figlio di Gol D. Roger.-

il ragazzo rimase senza parole:

-Il Re dei pirati?-

la ragazza rise e decise di dirgli altro:

-Si e sei anche il comandante della seconda flotta di Barbabianca, sulla tua schiena c’è la conferma di ciò che ho appena detto.-

Pugno di Fuoco si grattò la testa parecchio confuso:

-Sono il figlio di un pirata leggendario e il comandante del suo rivale. C’è altro che mi devi dire per confondermi del tutto.-

Momo scoppiò a ridere:

-Be, hai due fratelli anche se non avete nessun legame di sangue, uno è morto da bambino mentre l’altro è un pirata che si sta facendo conoscere.-

poi aggiunse con un sorriso nostalgico, legato ai tempi lontani:

-Me le hai dette tu queste cose.-

Ace sorrise, ora era più che convinto che lei, un tempo era stata una sua amica e che quindi poteva fidarsi delle sue parole:

-E quando?-

lei si alzò:

-Ne parliamo domani dato che si è fatto tardi.-

poi sorridendo aggiunse:

-Non so cucinare, quindi ci tocca andare a letto a stomaco vuoto.-

uscì dalla cucina seguita da Ace e si fermò davanti ad una porta:

-Questa è la tua cabina.-

il ragazzo la fissò:

-Ma sei sicura che sia prudente andare a dormire?-

in marina, aveva imparato che non bisognava mai abbassare la guardia, soprattutto se si era in mare aperto.

Momo sbuffò:

-Ho ammainato le vele e gettato l’ancora, poi non c’è nessuna bandiera pirata sull’albero maestro, quindi ora dormiamo.-

mentre parlavano la ragazza si era tolta il nastro lasciando liberi i suoi capelli:

-Notte, Baka Hono-chan.-

entrò nella sua cabina e chiuse la porta.

Ace preferì salire sul ponte:

 
-“Momo, mi è così famigliare e sono certo che mi ha detto la verità, con lei troverò il mio passato.”-

osservò il cielo stellato e per la prima volta, dopo tanto tempo, si sentì finalmente libero.
 
  
Continua…
 
 

 

Ciao,

in questo capitolo ho modificato molti dialoghi, soprattutto quelli tra Ace e Momo, spero che vi sia piaciuto.
Ora Ace, con l’aiuto di Momo, potrà trovare il suo passato ma, Akainu è pronto a tutto per ritrovarlo.

Se avete voglia, fatemi sapere con una recensione, il vostro parere.

Ringrazio chi ha visto gli scorsi capitoli e chi ha messo la storia, tra i preferiti.

A mercoledì con il nuovo capitolo della raccolta e a venerdì, per il prossimo capitolo della storia.

A presto.
  
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