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Autore: Miryel e Kurecchi    19/05/2018    0 recensioni
Guidato dal consiglio della sua migliore amica Aranea, Prompto Argentum, bisognoso di denaro, decide di iniziare a fare il Cam Boy in un sito per adulti, ben sapendo che quell'avventura non avrà un futuro, a causa della sua timidezza.
Noctis, invece, ha un migliore amico sempre pronto a punzecchiarlo che, per imbarazzarlo, lo invita a frequentare qualche sito per adulti in modo che possa comprendere quanto è importante avere qualcuno vicino e sfogare le proprie frustrazioni.
A dimostrazione che non è così, Noctis decide di entrare nel sito dove Prompto ha appena iniziato una live e i due iniziano semplicemente a parlarsi, grazie anche alle molteplici cose che scoprono di avere in comune. Questo attiverà una sorta di feeling, portando i due a sentirsi ogni sera, col solo intento di passare dei momenti in compagnia a chiacchierare mentre, nel frattempo, la vita fuori dalla chat inizia a mostrare i suoi primi disagi.
[Promptis - AU - fanfiction scritta a quattro mani da Princess Kurenai e Miryel]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Noctis Lucis Caelum, Prompto Argentum, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Fandom: Fandom: Final Fantasy XV
Character(s): Noctis Lucis Caelum, Prompto Argentum, Gladiolus Amicitia, Ignis Scientia, Aranea Highwind, Un po' tutti
Relationship(s): M/M
Pairing: Promptis
Rating: SAFE
Warnings: Alternative Universe (AU), Modern!AU
Genere: Introspettivo, Fluff
Conteggio Parole: 4790
Capitoli: 3 su ??
Note Generali:
1. La fic è ambientata in una Eos Moderna dove non esiste la magia!
2. Noctis in questa fic NON è un Principe, ma è il figlio dell'uomo più ricco di Lucis. Regis, infatti, è il presidente della società elettrica che illumina tutta Lucis. Prompto, invece, non è frutto di esperimenti ma è un semplice ragazzo che studia fotografia e che ha parecchi problemi finanziari.
3.Per i nomi di alcuni siti/imprese/app/ecc ecc ci siamo ispirate a cose esistenti nel nostro mondo unite all'universo di Final Fantasy.
4.La fic verrà aggiornata settimanalmente. Quindi aspettatevi un nuovo capitolo ogni sabato!
5.I titoli dei capitoli sono dei clickbate. L'idea geniale è stata partorita da Kurecchi e se in un primo momento l'abbiamo presa come un gioco, alla fine è diventata una cosa superseria su cui ci siamo anche impegnate! Spero possiate apprezzare!
 

 

 

 

Capitolo 3 - Guarda Cosa E' Successo Durante Questo Photoset. Non Crederai Ai Tuoi Occhi.
 

 

 

Malgrado avesse dormito qualcosa come un paio d’ore perché già dormiva poco di suo, in più l'adrenalina gli toglieva il sonno quasi del tutto, Prompto si era svegliato pieno di forze e, soprattutto, di buon umore.

La prima cosa che aveva fatto, non appena aveva aperto vispo gli occhietti dopo il suono della sveglia, fu avviare la app dove controllava i movimenti della sua Insomnia Express, sul cellulare constatando che quello della sera prima non era stato un sogno.

Il versamento di settemila guil era stato fatto e la banca aveva solo bisogno di qualche ora per renderlo effettivo ma c'era.

Trotterellando come un bambino il giorno del Carnevale KupòKuè, scese dal tram la cui fermata si trovava proprio di fronte alla sua università e quando si accinse ad attraversare la strada e mise un piedino sulla carreggiata, quasi venne investito da una grossa automobile nera, lucidissima e lussuosa alla quale rivolse un garbatissimo: “Che il Dio Ramuh ti fulmini, cerebroleso!”, e proseguì scuotendo la testa in un diniego esasperato, mentre con la coda dell’occhio vide la stessa automobile accostare poco lontano e dalla quale scese il figlio del direttore della Lucis spa, l’azienda che dava elettricità praticamente a tutto il paese, sempre assonnato e che dava l’impressione di un perenne distacco da qualsiasi cosa.

Quello settemila guil li prende di paghetta settimanale, pensó con zero invidia e malizia, divertito leggermente da quel fatto che, fino al giorno prima, lo avrebbe invece sconfortato per quanto era povero e ridotto all'osso.

Il ragazzo davanti a lui rivolse qualche parola con le persone all'interno della vettura poi, alzando gli occhi al cielo, chiuse la portiera. Si infilò le mani in tasca e si avviò verso l'interno dell'università.

"Che cosa guardi?", una nuova voce si aggiunse direttamente nel suo orecchio e, come era ovvio, si rivelò essere Aranea giunta alle spalle di Prompto come un ninja pronto all'agguato.

Il biondino si voltò non prima di aver sfiorato l'infarto al miocardio e disse, in falsetto: "Aranea se non la smetti di comparirmi alle spalle in questo modo, ogni santa mattina, finirai per uccidermi!", e si posò una mano sul petto, che tamburellava velocemente.

"Ti ho promesso che ti avrei ucciso, piccolo bastardo!", esclamò lei, "Ti rendi conto di che ore erano?!".

Era infastidita ma non realmente arrabbiata.

"Certo che mi rendo conto! Peccato non potessi aspettare di vederti questa mattina per dirtelo. Dopotutto è grazie a te se è successo!", esclamò, raggiante, avvinghiandosi al collo della sua migliore amica, per coinvolgerla in un abbraccio particolarmente caloroso.

Aranea sospirò ricambiando l'abbraccio, spesso era impossibile rimanere arrabbiati con Prompto.

"Devi raccontarmi ogni cosa per filo e per segno, stanotte non ho capito tutto", commentò.

Il ragazzo si staccò da quel gesto affettuoso, regalandole uno dei suoi sorrisi più smaglianti, di quelli che avrebbero potuto illuminare un salotto e, prendendola sottobraccio ed entrando finalmente nelle mura antiche dell'università, cominciò a raccontare.

"È successo tutto così, senza che potessi nemmeno rendermene conto! Sono stato più di un'ora ad aspettare che entrasse qualcuno in chat e quando stavo per demordere... puff, eccoti spuntare un tipo che mi confida che è la prima volta che entra, che lo sta facendo per dare uno schiaffo morale al suo migliore amico e, quando gli rivelo che è la prima volta anche per me, improvvisamente iniziamo a parlare dei problemi che ci affliggono! Mi dice che gli dispiace per la mia situazione e... mi dona settemila guil, non appena si disconnette dalla chat!".

Aranea lo ascoltò rigorosamente in silenzio.

"Ti sei fatto lo sugar daddy?", ghignò per prenderlo in giro, anche se, dal suo sorriso, era palese che si sentisse sollevata per quello strano ma piacevole capovolgimento.

Prompto, che non aveva pensato minimamente a che età potesse avere il tipo che gli aveva tenuto compagnia quella notte, spense il cervello per un attimo, col solo pensiero nella testa che dietro quel monitor ci poteva essere chiunque, persino un vecchio che si era finto giovanile e comprensivo solo per qualche strano feticismo personale.

Un leggero panico andò a diffondersi nel suo petto, e il cuore cominciò a battergli forte a causa dell’ansia, cercando di scacciare via quella possibilità perché oltretutto quella sera lo avrebbe risentito, durante il loro appuntamento in chat che, non sapeva perché, fino a due minuti prima lo aveva anche reso abbastanza impaziente che tornasse la sera per ripetere quell’esperienza.

Si voltò a guardare Aranea, probabilmente in attesa di una sua reazione a quella battuta che gli aveva fatto e, cominciando a riaccendere il cervello che riprese il normale funzionamento, per sua fortuna, pensò: “Nah! Nessun anziano userebbe Ray Jack in King’s Knight e poi ha detto che va all’università”, e bastò a tranquillizzarlo.

“Non ho bisogno di ripiegare su gli anziani, io”, rispose, alla fine, enfatizzando l’ultima parola ironicamente, cercando di punzecchiarla.

Aranea, tuttavia, non si lasciò andare a quella provocazione anzi: il suo sorriso si allargò ulteriormente.

“Sbaglio o il Professor Dorden voleva parlarti oggi? Non hai fatto altro che ripetermelo i giorni scorsi", gli ricordò, alludendo al fatto che il Docente del Corso di Fotografia avesse un appuntamento con Prompto proprio per quella mattina.

Lui, che dopo quella serie di eventi sfortunati che grazie al cielo si erano risolti aveva completamente dimenticato di avere un appuntamento col Professore, si schiaffò una mano sulla fronte e disse, poco garbatamente: “Merda! L’avevo completamente dimenticato!”, alzò il polso coperto dal suo orologio digitale scoprendo che era già in ritardo di cinque minuti all’appuntamento. “Devo andare! C-ci vediamo dopo!”, esclamò, quando era già partito a razzo verso le scale, rischiando di rompersi l’osso del collo un paio di volte, mentre le saliva e salutandola con la mano.

Aranea sospirò e, rimasta ormai sola, decise a sua volta di avviarsi verso le sue lezioni, lasciando che Prompto raggiungesse in tremendo ritardo ufficio del Docente.

Nonostante quel piccolo incidente, il Professor Dorden era una persona paziente e, con buone probabilità, non avrebbe fatto alcuna scenata per il tempo perso.

Difatti, quando Prompto arrivò di fronte alla porta dell'insegnante e bussò, questo lo fece entrare e lo accolse con gentilezza; forse non si era nemmeno accorto che avesse ritardato, così, più tranquillo quando lo vide sorridere, pensò inizialmente che non fosse necessario scusarsi.

“Scusi per il ritardo, Professore”, disse invece, perchè dopotutto era fatto così e si chiese, nella testa, mentre realizzava che a volte aveva zero volontà sulla propria mente: “Sono forse deficiente?”, e intanto si chiuse la porta alle spalle.

"Oh, nessun problema!", rispose subito l'uomo andandogli incontro con la sua corporatura massiccia e l'entusiasmo che lo distingueva quando si parlava di fotografia, "Vieni, accomodati! Devo aggiornarti su alcune novità!".

Sembrava radioso e chiunque nel vederlo in quello stato poteva facilmente intuire che l'argomento di conversazione sarebbe andato a parare sulle sue due passioni: il giornalismo e la fotografia. Non a caso, era stato lo stesso Professor Dorden, quando ancora era uno studente, a far nascere "Il Meteorite Universitario", la piccola testata giornalistica che si rifaceva alla ben più famosa rivista di Eos chiamata "Meteor".

Prompto, incuriosito da quel suo invito, si sedette di fronte all'uomo contagiato dalla sua frizzante allegria; un po' perché era un simpaticone e un po' perché parlare di fotografia esaltava anche lui.

Comunque il Professor Dorden sembrava più euforico del solito e il ragazzo non poté non sentirsi ancor più interessato da quel colloquio.

"Come ben sai il direttore della Lucis Spa ha donato all'Università i fondi per aprire un nuovo laboratorio informatico per lo studio faunistico di Eos", esordì il Professore con orgoglio guardando poi Prompto in attesa di un cenno d'assenso.

"Vu-vuole dire che finalmente quel progetto è andato in porto?", chiese infatti il giovane, strabuzzando gli occhi, entusiasta della notizia.

Erano anni che se ne parlava e per colpa delle spese interne dovute agli edifici troppo vecchi, i fondi per aprire il laboratorio informatico erano finiti in riparazioni e un nuovo sistema antisismico di cui la struttura universitaria non era dotata fino a qualche anno prima, ma grazie a quella donazione quel progetto sembrava finalmente aver visto la luce del sole.

"I lavori si sono svolti molto velocemente grazie all'intervento del direttore, ed ha fatto in modo di fornirci gli strumenti migliori", spiegò con una nota di orgoglio, "E nel fine settimana verrà fatta l'inaugurazione ufficiale e per quel giorno... vorrei far uscire un numero speciale de Il Meteorite Universitario".

Il Meteorite Universitario non era solo una rivista per l'appunto scolastica. Veniva spesso citata da altre testate più importanti, famose in tutto Eos, proprio per la professionalità con il quale era gestita e il Professor Dorden era sempre entusiasta nel coinvolgere i suoi studenti migliori nella realizzazione di qualche articolo e Prompto era orgogliosissimo di aver potuto lavorare spesso su quel giornale.

"Ha in mente qualcosa? Serve qualche idea?", si propose, super esaltato come sempre.

Il Professore sorrise altrettanto esaltato per il coinvolgimento di Prompto.

"Farai le foto al Direttore e a suo figlio, nel pomeriggio, dopo le lezioni! Non è fantastico? Avrai le tue foto in copertina!".

Il sorriso del giovane gli taglió in due la faccia, partendo da un orecchio all'altro, mentre gli occhi gli si illuminavano come due fari, rigonfi di orgoglio. Prima i settemila guil e l’appuntamento in chat, ora questo.

Non gli era mai successo di vivere due gioie in un solo giorno, figuriamoci tre e cercò di non pensare al fatto che, sicuramente, la vita gli avrebbe presto ricordato quanto era sfortunato di solito. Così si lasciò prendere dall’entusiasmo, al solo pensiero che, sta volta, le sue foto non sarebbero comparse all’interno, ma addirittura sulla copertina del giornale.

Si spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio, tentando di risultare un minimo modesto e disse, calmo ma urlando interiormente: “I-io? Vuole che scatti le foto per la copertina? Davvero mi ritiene all’altezza di un compito simile, Professore?”.

L'uomo annuì con convinzione.

"Ho scelto te non solo per i tuoi voti, ma anche per le foto! Attirano l'occhio, hanno colori e inquadrature perfette. Hai talento", rispose. Nonostante il tono più serio, gli occhi del Professore erano lo specchio della sua anima: emozionata e orgogliosa.

Prompto pensò che forse stava sognando o forse semplicemente qualcosa cominciava ad andare per il verso giusto anche per lui e, senza vergogna, si lasciò andare ad un tenero e poco velatamente emozionato: “Lo pensa davvero? Professore, lei non sa quanto mi riempie di orgoglio, tutto questo! Farò del mio meglio, metterò il massimo ad ogni scatto, glielo prometto! Mi dica solo i dettagli e non la deluderò!”, disse, raggiante, stringendo due pugni all’altezza del petto, già pronto ad impugnare la sua Lokton come una pistola e immortalare la famiglia Lucis.

Il docente, ancora più contagiato dal coinvolgimento di Prompto, si lanciò subito nella spiegazione del progetto e di come aveva in mente di organizzare il photoset.

"Ovviamente ti darò carta bianca! Non devi frenare la tua vena artistica", aggiunse.

Prompto, che era solito impanicarsi quando aveva carta bianca su qualsiasi cosa perché la sua mente non riusciva ad elaborare il concetto di “libertà di espressione” senza farsi mille problemi, sta volta non si fece abbattere perché la fotografia, di solito, non veniva mai suggestionata da quei brutti pensieri, così dopo aver proposto un paio di idee che al Professore piacquero molto, si accinse ad uscire dall’aula, pronto ad incontrare Aranea e raccontarle che cosa lo aspettava da lì a poche ore.

Così raggiunse l’aula di Educazione Visiva e si sedette accanto a lei, che lo accolse stritolandogli una guancia.

"Sei arrivato in tempo?", lo stuzzicò la ragazza, punzecchiandolo ancora un po'.

"Le tue prese in giro non mi scalfiscono, donna di malafede! E modera i termini, stai parlando col fotografo le cui foto compariranno nella prossima copertina de Il Meteorite Universitario!", esclamò, puntandosi un dito sul petto, borioso.

Aranea lo guardò sorpresa, ma con chiaro orgoglio negli occhi. Forse, scherzando, avrebbe potuto dire: "Cerca di non distruggere niente", ma in quella situazione era chiaro che non l'avrebbe mai fatto.

Prompto aveva bisogno di incoraggiamento visto che, finalmente, la sua vita sembrava aver preso una piega positiva.

"Quindi, finalmente, avrai la tua occasione di brillare~".

“Oh, sì! Hai detto bene, è la mia occasione. Speriamo di non combinare guai o, che so, distruggere qualcosa. Mi ci vedo ad entrare nello studio e buttare all’aria tutto solo perché sono delicato e agile come un elefante”, rise, sebbene la propria goffagine lo mettesse sempre un po’ a disagio. Era un vero e proprio pericolo pubblico, certe volte, ma Aranea e il suo sguardo fiero lo tranquillizzavano moltissimo e si sentì un poco più rinfrancato.

La donna si permise di sorridere ancora, andando di nuovo a pizzicargli le guance, dichiarando con orgoglio un: "Sono quasi fiera di te, shortcake".

Prompto si massaggiò la parte ormai dolorante, ammonendola con un: “Finirai per staccarmele, un giorno!”, e prima di ricominciare a seguire la lezione, si punzecchiarono con qualche dispetto, ridacchiando.

 

 

Era stato Ignis, quella mattina, a ricordargli di doversi presentare al photoset per l'inaugurazione del nuovo laboratorio. A dirla tutta, Noctis non aveva ben capito il perché dovesse presentarsi anche lui lì visto che riguardava per lo più suo padre, ma il suo migliore amico era stato abbastanza chiaro: non poteva permettersi di assentarsi. Cosa che, a quanto pareva, non riguardava suo padre che, sempre tramite Ignis, lo aveva avvisato del suo ritardo per un problema a lavoro che voleva risolvere personalmente.

Sospirò e, mani in tasca, si avviò verso il luogo dell'appuntamento conscio che vi avrebbe già trovato i membri del team che dovevano fare delle foto prima a lui e a suo padre e, infine, al nuovo laboratorio - che, a dirla tutta, non vedeva l’ora di sfruttare per i suoi studi.

Sperava di salvarsi con pochi scatti, qualche ringraziamento e poi di tornare a casa... ma quando vide che qualcuno stava già lavorando a luci e set ebbe quasi la certezza che non sarebbe stato poi così semplice.

Difatti il ragazzo che aveva già occupato la stanza, intento a sistemare le attrezzature con gesti abbastanza abituali, si voltò a guardarlo quando lo sentì entrare e, come succedeva ogni volta che incontrava qualcuno che non conosceva ma che questi invece conoscevano lui per via della fama di suo padre, ricevette un sorriso di circostanza e disagio.

“Ehi , ciao!”, salutò il ragazzo biondo, avvicinandosi, raggiante sebbene vistosamente non fosse a suo agio. “Stavo preparando tutto per il set, così da non farvi perdere troppo tempo. Io sono Prompto Argentum comunque, molto piacere. Mi occuperò io degli scatti”, si presentò, allungandogli una mano per stringerla, dando subito prova di una gran bella parlantina.

Noctis esitò per un momento prima di stringergli la mano. Quel ragazzo emanava tantissime energie e... lo aveva visto altre volte lì all'università, di sfuggita. Doveva essere un altro studente come lui.

"Noctis Caelum", si presentò a sua volta, "E temo che tu debba aspettare per iniziare: mio padre arriverà in ritardo. Problemi a lavoro", aggiunse.

No problem”, sorrise quello, poi gli fece cenno di accomodarsi, “Nel frattempo finisco di preparare la luce e magari facciamo qualche primo piano, se per te va bene. Così, giusto per fare qualche prova con i fari che mi hanno dato. Non li ho mai usati, io ho un modello diverso quando lavoro con la mia attrezzatura. Intanto accomodati, se vuoi”, e gli indicò una sedia, di quelle di legno intagliate, maestosa, con i cuscini rifiniti con bottoni d'oro, probabilmente parte del set.

Noctis seguì lo sguardo dell'altro e prese posto sulla sedia che gli era stata indicata. Non era abituato a farsi fare foto e sperava di non rovinare il lavoro di quel ragazzo. Sembrava così entusiasta e gli avrebbe dato fastidio non essere all'altezza delle aspettative.

Sospirò e cercò con gli occhi Prompto.

"Quindi... devo stare solo qui?", domandò incerto.

Il biondino si voltò verso di lui con uno strano dispositivo in mano, che gli puntó improvvisamente vicino ad una guancia, che fece un bip, facendolo sobbalzare.

“Okay, la luce sembra buona per ora”, comunicò Prompto, più a se stesso che a lui, poi si voltò a recuperare la fotocamera, “Sì, sì. Devi stare qui. Faccio un paio di scatti al volo per provare”, disse e, senza aspettare, gli puntò l'obiettivo davanti alla faccia e si sentirono degli scatti multipli.

Lui in risposta non poté non assumere dapprima un'espressione totalmente sorpresa e, infine, un po' nervosa e disagiata. Non si sentiva a suo agio... ma doveva resistere.

Il giovane di fronte a lui fece ancora qualche scatto, poi girò la fotocamera e iniziò a scorrere le foto e, sorridendo, alzò la testa verso di lui e chiese: “Vuoi vederle?”.

Spiazzato da quella proposta inarcò un sopracciglio.

"Posso? Sei sicuro?", domandò. Era curioso, non poteva nasconderlo, ma non era neanche certo di voler vedere il suo disagio ritratto in quelle foto.

Prompto alzò gli occhi, pensieroso: “Mmh, non credo che gli scatti siano segreti. Dopotutto sei tu, il soggetto. Ma sì, ovvio che posso mostrartele!”, esclamò, dando prova di non aver capito quale fosse il vero disagio di Noctis e che non si trattava della paura di infrangere le regole.

Il biondino gli si affiancò, sedendosi sul bracciolo della sedia di legno e cominciò a scorrere le foto.

Nella prima era palese l’imbarazzo di Noctis, aveva gli occhi mezzi chiusi, bocca semiaperta per via dello scatto improvviso e la luce un po’ troppo forte. Tuttavia, a partire dalla seconda, le sue espressioni iniziarono a mutare gradualmente. Il che fu per il moretto una vera e propria sorpresa.

Nell’ultima foto non aveva un sorriso o un’espressione particolare, semplicemente era il tipico scatto fatto nel posto giusto al momento giusto, con una luce che andava ad accentuare le sfumature dei suoi capelli e il colore blu dei suoi occhi, lo sfondo bianco che risaltava il tutto, anche grazie alla maglietta a collo alto nera che stava indossando.

Noctis infatti non poté non restare sorpreso da quella foto. Sapeva di essere lui ma non... sembrava lui. Esitò, trattenendosi da mormorare un: "Okay, qual è il trucco?", che lo avrebbe sicuramente fatto passare per idiota.

La osservò ancora per un po', come alla ricerca di un qualche errore o di una sua smorfia che in un primo momento gli era sfuggita, e poi alzò lo sguardo verso Prompto scoprendolo concentrato sullo schermo della macchina fotografica. Gli avrebbe voluto fare i complimenti, dire un qualsiasi cosa ma preferì invece stare in silenzio - emettendo però un basso verso d'approvazione.

Il biondino parve prendere quel gesto come uno dei complimenti più belli che avesse mai ricevuto in vita sua. Difatti si alzò dal bracciolo, gli diede una pacca sulla spalla, sorridendo raggiante, per poi palesare del panico sul viso probabilmente dovuto al gesto azzardato che aveva appena compiuto, così mormorò: “Scusa”, prima di tossire imbarazzato e tornare alla postazione dove teneva alcuni flash e degli obiettivi di varie misure.

Quel gesto, tuttavia, non diede particolarmente fastidio a Noctis. Era la prima volta che qualcuno, al di fuori della sua strettissima cerchia di amici, si comportava in quel modo con lui. Generalmente le persone si tenevano a distanza da lui, un po' per il carattere e un po' per il ceto sociale - era il figlio dell'uomo più ricco di Insomnia, d'altro canto -, e alla fine Noctis si era così abituato a quella situazione che... aveva trovato piacevole quella pacca.

"Nessun problema", commentò per rassicurarlo, trovando impossibile non accennare un piccolo sorriso.

L’altro ragazzo ricambiò, vistosamente più tranquillo dopo che lo aveva rassicurato a quel modo e, sedendosi su una sedia poco lontano, guardò la porta: “Pensi che tuo padre ci raggiungerà presto?”, chiese.

Noctis alzò le spalle e, vedendo che anche il ragazzo si era accomodato, decise di prendere il cellulare - doveva controllare il suo Albero di Zell su King's Knight.

"Lo spero. Immagino che neanche tu voglia perdere qui tutta la giornata", commentò.

Prompto sbuffò divertito: “Il Professor Dorden mi ha dato il pomeriggio libero, quindi ho tutto il tempo che volete, oltre ad essere giustificato da eventuali assenze… sebbene stasera avrei un appuntamento a cui non posso proprio mancare, ma sono fiducioso del fatto che tra poco vedremo tuo padre varcare quella soglia”, disse, poi prese un quadernino da sopra il tavolo e una penna, iniziando a scriverci sopra, con un sorrisetto.

Noctis decise di non rispondere, decidendo invece di concentrarsi sul gioco. Sperava anche lui che suo padre arrivasse presto perché, in fin dei conti, voleva a sua volta tornare a casa presto. Non solo per rilassarsi ma anche perché più tardi avrebbe di nuovo provato ad entrare su Chatctuar per vedere se il ragazzo della notte prima avrebbe rifatto la sua comparsa.

La sua espressione non poté non addolcirsi un poco. Nonostante tutto era stato piacevole e visto che ormai avevano superato l'imbarazzo iniziale magari quel giorno avrebbero potuto parlare di cose più allegre.

Nel frattempo era sceso il silenzio, rotto solo da qualche chiacchiericcio fuori dalla porta e dal rumore forte della penna che cozzava contro il foglio su cui Prompto stava scrivendo - o non si sa a fare cosa - con il viso concentrato, che ricordò la stessa espressione che aveva fatto mentre riguardava gli scatti di poco prima.

Fu impossibile per Noctis non ritrovarsi ad osservarlo di tanto in tanto, chiedendosi se fosse o meno maleducato mettersi a giocare con il cellulare mentre c'era qualcun altro li presente con lui... ma Prompto sembrava così concentrato che quasi gli seccava disturbarlo. Tuttavia, si sentì anche vagamente incuriosito da quell'improvviso silenzio visto che il biondino aveva riempito con chiacchiere e tutto quei brevi minuti passati in compagnia.

Forse, si disse nervoso, poteva avvicinarsi a lui con qualche scusa e provare a socializzare, anche se non era il suo forte. Sospirò e decise ugualmente di alzarsi per sgranchirsi le gambe e non rischiare di addormentarsi lì su quella sedia.

Prompto alzò la testa dal foglio e confuso da quell’improvviso cambio di posto, boccheggiò qualcosa di sconnesso e per istinto si portò il quaderno al petto, come se volesse nascondere quello che stava facendo.

"Non... volevo disturbarti", mormorò subito Noctis, dandosi dello stupido nel rendersi conto di aver attirato su di sé le attenzioni dell'altro, "Volevo solo sgranchirmi le gambe", aggiunse poi per spiegare le sue azioni.

No, si disse, non era per niente adatto a socializzare.

“N-no, io… mi sono sentito spaesato, per un secondo. Ero così concentrato che non ti ho visto, quando ti sei alzato”, disse, poi aggiunse, ridacchiando nervoso: “Scusa, sono la goffagine impersonificata. Il Professor Dorden dice che quando arrivo io se ne accorgono tutti, per quanto chiasso faccio”, poi, visibilmente più rilassato, posò distrattamente il quaderno sulle gambe, rivelando lo schizzo di un disegno fatto con la penna, dal tratto deciso, impossibile da non notare.

"Ma... quello sono io?", domandò infatti l'altro dopo aver lanciato un'occhiata al blocco. Non ne era certo visto che non era realmente vicino a lui, ma dalla sua posizione gli sembrava un suo ritratto.

Per quel motivo, per fugare ogni dubbio, decise di avvicinarsi a Prompto.

Il biondino, che non aveva ancora realizzato il fatto che il blocco fosse in bella vista, fu vistosamente nel panico finché non sembró cedere al fatto che ogni prova era contro di lui, così rispose, con la voce che gli tremava: “Io… sì, sei tu. Insomma, ci ho provato. Non avevo nulla da fare, così mentre tu eri lì, concentrato al cellulare ho iniziato a farti un ritratto ma giuro che è successo senza che me ne accorgessi. Dopotutto sei l’unico soggetto della stanza- cioè, non nel senso che se ci fosse stato qualcun altro avrei scelto lui perché megl- mi sto incartando”, ammise, infine, lasciando Noctis sbigottito di fronte a tutta quella valanga di parole e scuse insensate.

Ovviamente per lui era stato difficile seguire tutto quel fiume di parole e infatti, in conclusione, riuscì solamente a mormorare un: "È bello...".

Non lo diceva solo perché era lui il soggetto, ma perché lo era davvero. Il tratto, l'espressione e l'angolazione. Non si intendeva d'arte ma non poteva non trovare bello quello schizzo.

Prompto lo guardò per qualche secondo, visibilmente incapace di dire qualcosa di sensato dopo quel complimento, così si limitò a portarsi una ciocca di capelli dietro l’orecchio e mormorare, sorridendo: “Ti ringrazio. Nessuno ti ha mai fatto un ritratto, prima di ora?”, chiese poi, forse anche per cambiare argomento e far cadere l'imbarazzo, “Hai un viso che si presta a certi tipi di arte”.

Noctis rimase spiazzato da quell'affermazione.

"Ne sei certo?".

Nessuno gli aveva mai fatto un ritratto, gli avevano fatto delle foto ma non era mai uscito bene, e quella per lui era sempre stata la dimostrazione più lampante del fatto che non sarebbe mai stato fotogenico.

Prompto però diceva che il suo viso si prestava per l'arte e gli aveva addirittura fatto delle foto bellissime.

“Beh, sì. Ci sono dei visi che non sono poi così adatti. Insomma, hanno lineamenti duri, magari rughe d’espressione difficili da rappresentare o difetti della pelle praticamente impossibili da riprodurre fedelmente. Invece il tuo è un viso pulito, dai tratti delicati”, disse, poi abbassò la testa di nuovo sul foglio, smettendo di guardarlo, forse a disagio per tutto quel discorso, e aggiunse: “Insomma, privo di qualsiasi difetto”.

Noctis rimase in silenzio per qualche momento.

"... sei solo tu a vedermi così mi sa", borbottò.

Il biondino rise leggermente, senza alzare gli occhi dal foglio, e dopo aver aggiunto alcuni dettagli sul disegno insieme alla firma, lo strappò dal blocco e glielo cedette: “Ne dubito. Comunque tieni, te lo regalo, visto che ti piace”, disse.

Noctis non poté non esitare, incerto se accettare o meno quel dono tanto inaspettato. Poi, come se fosse la cosa più naturale del mondo, prese il disegno e si sedette accanto a Prompto, osservandolo con attenzione.

"Nessuno mi ha mai fatto delle foto decenti perché mi trovo a disagio in quelle situazioni", ammise, "Tu invece sei riuscito a farmi sia foto che questo ritratto... penso che sia una cosa che riguardi solo te", aggiunse con un po' di imbarazzo.

“Io invece penso di non essere un gran che né come fotografo né come ritrattista, ma se mi dici così potrei addirittura montarmi la testa”, rise il biondino, guardando prima il disegno e poi alzando lo sguardo verso l’altro, “Mi fa piacere che ti sia piaciuto. Magari in futuro, se non ti mette troppo a disagio, potrei fartene uno decente, tipo su una tela e regalartelo”, propose.

Noctis si voltò verso di lui ancora più sorpreso. Quella situazione era ufficialmente diventata assurda. Prima di tutto lui, Noctis Caelum, stava parlando con una persona che non era neanche un suo amico. Prompto, inoltre, lo stava trattando in modo normale, come se lui non fosse la persona più ricca della città… e per finire gli stava pure proponendo di fargli altri ritratti. Non sembrava una richiesta con un altro fine, non sembrava essere interessato al suo conto corrente, ma era palese che lo stesse facendo con una gentilezza disinteressata.

Era stranissimo, ma non totalmente spiacevole anzi: era l'esatto contrario. Una piacevole novità.

"Sei davvero sicuro? So essere fastidioso e poco collaborativo", gli fece presente, piegando le labbra un po' verso l'alto.

Prompto scoppiò a ridere, non prima di averlo fissato con un sopracciglio alzato: “Ho una migliore amica intrattabile, scontrosa, manesca e supercritica. Mi sono fatto le ossa, niente può scalfirmi. Non esiste nessuno più scorbutico e acido di Aranea, te lo assicuro”, disse e la tensione parve sciogliersi ancor di più, dopo quella frase e fu quasi tutto naturale.

"Non hai conosciuto Ignis quando non prende il caffè", ribatté Noctis, come se quella fosse una sfida su chi trovava l'amico più acido e scontroso.

La risata che aveva sentito uscire dalle labbra di Prompto lo aveva incoraggiato, buttando giù un altro pezzettino di quel muro di indifferenza che cercava di tenere tra se stesso e gli altri.

“Oh, beh. Andrebbero d’accordo a quanto pare!”, commentò ancora il biondino, “E mi sa che siamo due masochisti, se continuiamo a volere loro così bene”.

Noctis annuì, rilassandosi contro lo schienale.

"Com'era quella frase? Accettiamo l'amore che pensiamo di meritare?", citò con un po' di incertezza, "In questo caso credo che si tratti della nostra amicizia con quei due".

“Già”, sorrise l’altro, visibilmente divertito e decisamente rilassato, poggiando anche lui la schiena alla sedia, poi la porta si aprì e ne emerse un uomo, con una folta barba curata e brizzolata che, con un sorriso imbarazzato, fece capolino nella stanza e alzò la mano libera, quella che non teneva il bastone che a quanto pareva usava per aiutarsi a camminare.

Regis Caelum era appena arrivato e quell’ingresso segnava, suo malgrado, la fine di quella piacevole chiacchierata e l’inizio del vero e proprio set fotografico.


 

 



 
Disagi Finali:

Miryel: Quando io e Kurecchi abbiamo deciso di scrivere questa storia, di comune accordo (ahaha Accordo ahahah… giuro, la smetto), eravamo consapevoli dell’entusiasmo che entrambe ci avremmo messo nel portare avanti questo progetto ma, parlo anche a nome suo sapendo che la pensa come me, non credevamo potesse essere COSÌ tanto entusiasmante. Abbiamo iniziato pensando che questo potesse essere un semplice esperimento, infine abbiamo creato un mondo vero e proprio, con background ben precisi, a volte studiati sul momento che hanno reso questa fic più lunga ed elaborata di quanto potessimo credere persino noi due.
Era il lontano 16 febbraio del 2018, quando fu scritto il primo paragrafo e ad oggi, il 5 maggio, siamo pronte a pubblicare il primo capitolo con immensa gioia e DISAGIO. Sì, disagio. Sentirete questa parola più di quanto possiate credere perché questa fic fonda le sue basi sul disagio e noi ne siamo completamente consapevoli.
Era un esperimento, che ha funzionato, ci ha scoperte affini e questa fusione di stili e di idee così parallele, ha reso possibile questo progetto che noi ci auguriamo possa piacervi. Che dire, augurandomi che questo progetto vi abbia incuriositi, vi rimando al prossimo capitolo! Un baciozzo disagioso *w* *risata con voce doppia satanica*

Kurecchi: Okay! Sono emozionata! Non so esattamente cosa dire se non che spero vivamente che questa fic vi piaccia tanto quando io ho amato scriverla insieme alla mia collega. Iniziare questo progetto è stato... illuminante oltre che interessante! Mi sono divertita dalla prima all'ultima ultima battuta e so, per quanto ho sclerato insieme a Miry, che questi sentimenti sono pienamente ricambiati XD
Quindi niente, Miry ha già detto tutto quello che serve sapere** e vi auguro un buon viaggio con i prossimi capitoli!
A presto *lancia amore e disagio*

Curiosità: La storia è stata scritta interamente su una chat di Telegram e ognuna di noi ha mosso dei personaggi (Nel caso dei protagonisti, Miryel è Prompto e Kurecchi è Noctis, così giusto per buttarvela lì nel caso vi interessi XD). Veniva scritto un paragrafo da una e poi dall’altra; una perfetta catena di montaggio che ha portato, in modo ordinato, questa fic a vedere la luce ed è stato estremamente figo!

 

 
EXTRA DISAGIO!:

Qui verranno raccolte alcune cavolate fatte da Kurecchi e Miryel durante la stesura della fic. Quindi... ecco a voi l'homepage di Chatctuar.eos


(Clicca per Ingrandire)
   
 
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