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Autore: Miryel e Kurecchi    26/05/2018    0 recensioni
Guidato dal consiglio della sua migliore amica Aranea, Prompto Argentum, bisognoso di denaro, decide di iniziare a fare il Cam Boy in un sito per adulti, ben sapendo che quell'avventura non avrà un futuro, a causa della sua timidezza.
Noctis, invece, ha un migliore amico sempre pronto a punzecchiarlo che, per imbarazzarlo, lo invita a frequentare qualche sito per adulti in modo che possa comprendere quanto è importante avere qualcuno vicino e sfogare le proprie frustrazioni.
A dimostrazione che non è così, Noctis decide di entrare nel sito dove Prompto ha appena iniziato una live e i due iniziano semplicemente a parlarsi, grazie anche alle molteplici cose che scoprono di avere in comune. Questo attiverà una sorta di feeling, portando i due a sentirsi ogni sera, col solo intento di passare dei momenti in compagnia a chiacchierare mentre, nel frattempo, la vita fuori dalla chat inizia a mostrare i suoi primi disagi.
[Promptis - AU - fanfiction scritta a quattro mani da Princess Kurenai e Miryel]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Noctis Lucis Caelum, Prompto Argentum, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Fandom: Final Fantasy XV
Character(s): Noctis Lucis Caelum, Prompto Argentum, Gladiolus Amicitia, Ignis Scientia, Aranea Highwind, Un po' tutti
Relationship(s): M/M
Pairing: Promptis
Rating: SAFE
Warnings: Alternative Universe (AU), Modern!AU
Genere: Introspettivo, Fluff
Conteggio Parole: 4330
high.I.cabbage,gaatt0t: 4 su ?
Note Generali:
1. La fic è ambientata in una Eos Moderna dove non esiste la magia!
2. Noctis in questa fic NON è un Principe, ma è il figlio dell'uomo più ricco di Lucis. Regis, infatti, è il presidente della società elettrica che illumina tutta Lucis. Prompto, invece, non è frutto di esperimenti ma è un semplice ragazzo che studia fotografia e che ha parecchi problemi finanziari.
3. Per i nomi di alcuni siti/imprese/app/ecc ecc ci siamo ispirate a cose esistenti nel nostro mondo unite all'universo di Final Fantasy.
4. La fic verrà aggiornata settimanalmente. Quindi aspettatevi un nuovo capitolo ogni sabato!
5. I titoli dei capitoli sono dei clickbate. L'idea geniale è stata partorita da Kurecchi e se in un primo momento l'abbiamo presa come un gioco, alla fine è diventata una cosa superseria su cui ci siamo anche impegnate! Spero possiate apprezzare!

 

Capitolo 4 - Incredibile! Due Ragazzi Si Incontrano Ancora In Chat.

 

“Scusate il ritardo! Ho dovuto risolvere dei problemi al lavoro ma ce l’ho fatta, ne sono uscito vincitore”, dichiarò Regis, facendo l’occhiolino ai due ragazzi lì presenti, e Prompto per istinto si alzò in piedi e lo raggiunse per salutarlo, di nuovo tesissimo.

“Oh, nessun problema signor Caelum! I-io sono Prompto Argentum, il vostro fotografo”, si presentò, emozionato, poi aggiunse: “Volevo anche ringraziarla personalmente per aver reso possibile l’apertura del laboratorio informatico. Sembrava un progetto impossibile da realizzare e invece lei ha fatto il miracolo”, e gli occhi gli brillarono come lampadine.

Noctis sospirò, un po' dispiaciuto per quell'improvvisa interruzione.

"Dai, facciamo questa cosa, papà", mugugnò, sentendosi però anche curioso all'idea di vedere le foto che avrebbe fatto Prompto.

L’uomo, che stava stringendo la mano del biondino e lo stava squadrando con una certa tenerezza negli occhi, gli si rivolse: “Ciao anche a te, Noct”, lo salutò, poi si rivolse ancora a Prompto: “Scusalo, a volte mio figlio dimentica le buone maniere. Spero non ti abbia trattato male, mentre mi aspettavate”.

Il biondino parve a disagio di fronte a quella osservazione e, con un sorrisetto gentile ma palesemente di circostanza, rispose: “Assolutamente no, anzi”.

Regis Caelum si voltò verso suo figlio visibilmente stupito e, quando incrociò il suo sguardo gli indicò Prompto con la testa, alzando le sopracciglia in un gesto di approvazione. Noctis sentì un brivido percorrergli la schiena per quello sguardo, conosceva suo padre e sapeva benissimo che cosa stava pensando.

"No", tagliò subito corto, come se Regis avesse parlato.

“Uffa, come vuoi”, si lamentò l’uomo, sotto lo sguardo confuso di Prompto, che esitava gli occhi da lui a Noctis non capendo cosa stesse succedendo e probabilmente troppo timido per chiedere spiegazioni, difatti tossì e fece cenno all’uomo di accomodarsi dietro la sedia di legno che poco prima aveva occupato Noctis.

“Prego”, disse, poi fece cenno a Noctis di sedersi di nuovo e, un po’ nervoso, continuò: “Allora, l’idea è questa: lei, signor Caelum, sarà in piedi e guarderà dritto alla camera e terrà una mano sulla spalla di suo figlio. Noctis, nel frattempo guarderà alla sua destra. È un modo per, come dire, dividere due generazioni diverse destinate a grandi cose. Come se suo figlio stesse guardando un futuro imminente che arriva da quella direzione. Sì, lo so sembra stupido ma è quello a cui ho pensato e mi sembrava un’idea carina e mi rendo conto che, spiegata così, sembra un’idiozia”, commentò, facendo tutto da solo senza aspettare nemmeno una risposta da parte loro, prima di criticarsi a quel modo.

Regis guardò Noctis, stordito da tutte quelle parole.

Il ragazzo poté solo annuire, fingendo di aver capito e concludendo con un: "Sono certo che andrà bene", perché dopo aver visto quel ritratto e le foto era più che convinto di potersi fidare del biondino.

Prompto, che ora aveva il viso nascosto dalla fotocamera, sospirò tesò: “Lo spero”, poi fece cenno con una mano a Regis di avvicinarsi di più alla sedia e a Noctis di mettersi più dritto e cominciò a scattare.

Ne fece altre in pose diverse, una dove sta volta era Regis a guardare dall’altra parte e Noctis dritto in camera e poi un dove si guardavano, finché non ne fece un paio anche quando erano distratti.

Giocò un po’ con le luci, con le ombre e infine fece sedere Regis sulla sedia e Noctis sul bracciolo, facendo una battuta stupida per farli sorridere e scattò. Con quegli ultimi scatti, dichiarò concluso il set, alzando un pollice nella loro direzione.

Era stato un photoset strano, diverso da quelli che Noctis aveva già fatto con altri fotografi e aveva quasi sempre lanciato occhiate verso Prompto come per studiarlo, per capire se stavano facendo un buon lavoro e se era per davvero soddisfatto del suo lavoro.

Era curioso e sperava che suo padre non si facesse strane idee... cosa che, ovviamente, era già accaduta dagli sguardi che Regis continuava a lanciargli.

Prompto, stranamente silenzioso, guardava scorrere le foto sul piccolo monitor digitale della sua fotocamera. Storse la bocca un paio di volte, forse non del tutto soddisfatto del risultato e, sospirando, attaccò l’oggetto ad un cavo e prese un telecomando mentre andava a srotolare un telo per proiettori appeso al muro.

“Vorrei che foste critici, per favore”, disse, prima di premere un pulsante sul telecomando e far comparire la prima foto, che mostrava i due nella posa che aveva detto loro di fare.

I colori non erano particolarmente vivi, per via delle tonalità scure dei loro abiti, dei capelli e della sedia di legno, ma erano gli occhi di entrambi la cosa che veniva accentuata proprio da tutto quello scuro che li contornava.

Quel blu acceso sembrava quasi innaturale, quasi diverso da quello che i due potevano vedere ogni giorni guardandosi allo specchio. Era come vedere, in quel colore, un universo o un mare infinitamente cristallino e le altre foto non furono da meno.

Alcune erano anche in bianco e nero, fortemente di impatto con quelle pose così solenni, fino alle ultime, più vive, specie quella dove sorridevano in modo naturale, guardandosi.

Regis, a quella vista, quasi si commosse.

“È una foto molto sentimentale, Prompto”, commentò, senza riuscire a staccare gli occhi.

Suo padre era stato gentile e sincero, ma Noctis non era certo che quella potesse essere la parola giusta per descriverle. Erano regali. Avevano un aspetto nobile e ricco, quasi di altri tempi. Non sapeva in che altro modo definire quegli scatti, perché lui stesso non sembrava neanche più il ragazzo scazzato e asociale che vedeva sempre allo specchio.

“Lo pensa davvero, signor Caelum?”, chiese il biondino, emozionato e quando l’uomo annuì entusiasta nella sua direzione, si voltò verso Noctis forse in attesa che dicesse qualcosa anche lui, che gli dicesse cosa ne pensava.

E ciò che il ragazzo si sentì di rivolgergli fu un mezzo sorriso. Non si sentiva in grado di fargli i complimenti che si meritava ma poteva incoraggiarlo in quel modo, perché Prompto era stato bravissimo: non poteva negarlo.

Il fotografo sembrò capire quanto valeva quel gesto e la sua bocca si piegò all'insù, in un sorriso radioso, di quelli difficili da nascondere, e quando Regis gli si avvicinò zoppicando, posandogli una mano sulla spalla, sobbalzò.

“Hai fatto un ottimo lavoro. Hai talento, figliolo. Spero che questo possa aprirti la strada a molteplici possibilità”, gli disse, sincero e l’altro si grattò la testa in imbarazzo, arrossendo visibilmente, “Dimmi una cosa, è possibile averle, queste foto? Insomma, non mi lascio sfuggire l’occasione di metterne qualcuna in bella vista nel mio ufficio. Sembra strano, ma io e mio figlio non vantiamo una grossa quantità di scatti insieme e questi valgono la pena di essere esposti”, disse, lanciando un’occhiata a Noctis.

Questo sbuffò, quasi imbarazzato anche se, ovviamente, suo padre aveva ragione.

“Prompto stai attento o potrebbe farti diventare il suo fotografo ufficiale”, lo avvisò, tentando di dare alla sua voce un tono leggero e ironico.

Il ragazzo rise, visibilmente meno imbarazzato dopo quella battuta: “Beh, sarebbe un vero onore! Comunque ovvio che può avere delle copie, signor Caelum. Nel caso, gliele posso stampare o, meglio ancora, metterle in una pendrive e darla a Noctis qui in facoltà nei prossimi giorni”, annuì e l’uomo parve entusiasta di quella proposta.

“O, magari, Noctis potrebbe invitarti da noi in modo che tu possa portarla, così avrò modo anche di ringraziarti offrendoti un caffè.”, propose l’uomo.

"Papà...".

Certo, gli avrebbe fatto piacere conoscere quel ragazzo - a pelle sentiva che sarebbe riuscito ad andare d'accordo con lui -, ma non voleva farlo solo perché lo stava dicendo Regis.

“D’accordo”, sbuffò l’uomo, storcendo la bocca con disapprovazione, “Lascio a voi la decisione, dopotutto questo anziano padre voleva solo ricambiare un favore. Che ore sono, comunque?”.

Prompto rise a quella sua battuta e, alzando il polso destro per guardare l’orologio, rispose: “Un quarto alle sei”.

“Questa giornata è praticamente volata”, commentò l’uomo, strabuzzando gli occhi, “Hai tempo per un caffé veloce? Vorrei davvero contraccambiare il tuo favore”.

“Non si preoccupi, davvero! Non serve e poi tra poco devo andare, io… devo fare una cosa questa sera, quindi vorrei andare a casa non appena finirò di sistemare tutta l’attrezzatura”.

"Posso... aiutarti?", domandò Noctis. Sapeva che Regis lo avrebbe voluto accompagnare a casa e che, con altrettanta sicurezza, avrebbe cercato di avvicinarlo a Prompto. E non voleva sorbirsi anche quel giorno tutte le proposte di suo padre.

“N-no, non preoccuparti!”, esclamò il fotografo, agitando le mani, nervoso, “Non serve, non è molta roba, ci metterò un attimo a sistemare tutto”.

“C’è Ignis che ci aspetta in macchina, Noctis. Non vorrai fargli fare due viaggi per portare me e poi tornare a prendere te, spero. Quel povero ragazzo non so proprio come faccia a starti dietro, certe volte”, commentò Regis.

Noctis sospirò. Ci aveva provato... ma alla fine gli era andata male.

"D'accordo...", assentì.

“Ti lasciamo lavorare in pace, Prompto”, sorrise Regis, ammiccando, poi fece cenno al figlio di andare, indicando la porta con un gesto della testa, “È stato un vero piacere conoscerti”, disse, e gli strinse la mano con entusiasmo.

“Anche per me, signor Caelum”, rispose l’altro e l’uomo uscì.

“Ci vediamo... in questi giorni allora?", mormorò Noctis, "Per le foto intendo…”.

Prompto, che era rimasto voltato a guardare la porta che si chiedeva, si voltò e annuì, sorridendo leggermente: "Sì, preparerò la pen drive questa sera così domani potrai già averla. Comunque, ci vediamo in giro. Insomma, dopotutto frequentiamo la stessa università", disse, grattandosi una guancia, un po' imbarazzato.

Noctis annuì, sentendosi a sua volta un po' a disagio.

"Sì, quindi... a domani", lo salutò. Era stato piacevole parlare con lui, ma era anche certo che non ci sarebbero state altre reali occasioni per parlarci o frequentarlo. Noctis sapeva di essere un po' disagiato socialmente, quindi non poteva di certo pretendere chissà cosa.

"Già, a domani", disse il biondino, per poi rimanere in silenzio a guardarlo, immobile prima di risvegliarsi e, tossendo, aggiunse: "Meglio che mi metto a sistemare, o non tornerò in tempo a casa".

Noctis si allontanò dopo avergli fatto un ultimo cenno e, strisciando quasi i piedi, lasciò la struttura andando fino al parcheggio dove Ignis e suo padre lo stavano attendendo. Si preparò mentalmente a subire le insinuazioni di Regis, simulando ogni tanto di tagliarsi le vene o la gola - cose che gli facevano guadagnare delle occhiatacce da parte di Ignis.

Era inutile spiegargli per l'ennesima volta che non era interessato a uscire con qualcuno con il fine di "starci insieme", ma in qualche modo suo padre aveva ragione nel definire Prompto un ragazzo talentuoso e gentile. Perché era vero e il ritratto che aveva gelosamente nascosto in una tasca della sua giacca ne era la prova.

Ovviamente però, per quanto avesse ragione, quel viaggio si rivelò essere quasi infinito.

Non vedeva l'ora di essere a casa, mangiare la cena che gli avrebbe preparato Ignis e attendere di collegarsi e parlare con RideMyChocobo69. Aveva tanto da raccontargli e sperava di averlo aiutato almeno un po'.

 

...

 

Prompto aprì la porta di casa con una certa fatica, mentre con una mano teneva la borsa dell’università e la fotocamera e aveva il cellulare attaccato all’orecchio tenuto col solo ausilio della spalla.

“Senti, magari domani ti racconto bene com’è andata! Ora sono a casa e non… accidenti, mi casca tutto!”, esclamò, recuperando in tempo le chiavi che stavano per scivolargli dalle mani, poi sbuffò frustrato, “Aranea, decisamente è meglio se parliamo domani, sono in difficoltà. Sì, più del solito. Buonanotte, ti voglio bene!”, disse e attaccando, si infilò con una certa difficoltà il telefono nella tasca dei jeans, poi aprì la porta.

La casa era buia e odorava di chiuso. Si era di nuovo dimenticato di aprire le finestre, prima di uscire e si diede dell’imbecille, ricordandosi più di una volta che forse era arrivato il momento di crescere.

Accese la luce e posò distrattamente le sue cose sulla poltrona del salotto, per poi sfilare da una busta di plastica del supermercato una confezione di Cup Noodles.

Non voleva perder tempo a cucinare, sebbene la cosa gli riuscisse discretamente, ma non era una di quelle cose che amava fare di solito, così mentre l’acqua si scaldava in un pentolino, accese il portatile e lo fece caricare.

Poco dopo decise di mandare il bonifico dell’affitto al proprietario, compilare il modulo per quello della retta universitaria e, infine, decise di usare un po’ di soldi per farsi un regalo su Gramazon, prendendo quel cavalletto nuovo che sognava da tanto che, pur non costando chissà quanto, non aveva potuto permettersi perché un semplice sfizio.

Non era uno spendaccione, semplicemente a volte gli piaceva premiarsi e, dato il successo delle foto fatte quel pomeriggio, si sentì di meritare quel regalo.

“Oh, devo mandare le foto al Professore e mettere quelle per il signor Caelum in una penna”, si disse, schioccando le dita.

Fece l’operazione, infilò la pendrive nella borsa in modo che il giorno dopo avrebbe potuto darla a Noctis e spense l’acqua per preparare i suoi noodles.

Sorrise leggermente mentre girava con delle bacchette di legno gli spaghetti, al pensiero che quel ragazzo, il figlio del proprietario della Lucis Spa, non era affatto come lo aveva immaginato.

Non era famoso per avere amici, in facoltà, anzi tutti lo ritenevano scostante e sulle sue, con la puzza sotto al naso, scontroso e antipatico, e invece con lui si era rivelato tutt’altro che quello.

Questa era l’ennesima prova che le apparenze a volte potevano ingannare e aveva reputato quasi piacevole la sua compagnia e non gli dispiaceva rivederlo il giorno dopo, per dargli la penna. Magari, poteva provare a chiedergli di passare la pausa pranzo insieme, se era dell’umore giusto oppure di prendere un caffè durante una pausa tra una lezione e l’altra ma sapeva anche che non ne avrebbe mai avuto il coraggio, così scosse la testa e finì i suoi Cup Noodles.

Si tirò su la mascherina da Chocobo e, facendo un lunghissimo sospiro, aprì il sito e fece il login, per poi entrare online e attese l’arrivo di KingOfFishing che, con grande sollievo, non tardò ad entrare.

Non appena lo vide, non gli diede nemmeno il tempo di scrivere che esclamò, esaltato: “Ehi, ciao! Sei venuto davvero, allora!”.

La persona dall'altra parte dello schermo non esitò a rispondere, come se a sua volta non avesse aspettato altro.

- Potrei dire lo stesso! Quando ti ho visto online è stato un sollievo!-.

Prompto sorrise raggiante: “Non avrei mai potuto mancare l’appuntamento! Soprattutto perché dovevo ringraziarti per la donazione… tu sei pazzo, dico davvero. Donare tutti quei soldi a un signor nessuno come me. Mi hai letteralmente salvato la vita e non so davvero come fare per ringraziarti. Sono in debito con te e non nascondo di sentirmi a disagio per questo ma ti giuro troverò il modo per ricambiare”, ammise, stringendosi nelle spalle.

KingOfFishing riprese subito a scrivere e dopo poco arrivò la sua risposta.

- Figurati... volevo aiutarti. Sei stato gentile con me, hai ascoltato le mie lamentele quando il tuo problema era molto più importante del mio... mi sembrava il minimo.-.

Se settemila guil sono il minimo, non oso immaginare cosa sia il massimo, pensò Prompto.

“Grazie a te ho risolto i problemi più grandi che avevo, ovvero quelli economici che sembravano irrimediabili. Ero davvero disperato. Gli altri problemi, alla fine, sono tutte cose che con un po’ di impegno si possono risolvere. Comunque com’è andata la giornata? Hai controllato l’Albero di Zell, almeno tu? Io sono stato troppo impegnato, per farlo”, sbuffò.

- L'ho controllato solo una volta perché ero impegnato anche io. E diciamo che è andata bene. Ho conosciuto un ragazzo nuovo oggi. Questa è la cosa positiva. Quella negativa: mio padre si è subito fatto certi filmini che non ti dico-.

Scrisse subito l'altro.

Un nuovo ragazzo?, si chiese Prompto.

“Di nuovo? Non vuole proprio darti tregua!”, esclamò, indignato da quella notizia, sapendo perfettamente quanto potesse essere stancante la pressione di qualcuno sul collo, “I filmini erano… su questo ragazzo? Gli piacerebbe vederti uscire con lui?”, gli chiese, quasi titubante.

L'altro sembrò non esitare nel rispondere.

- Vorrebbe vedermi uscire con chiunque pur di non vedermi solo!-.

Scrisse aggiungendo poi un:

- Che poi, mi sono accorto che è un ragazzo talentuoso e gentile, non ho bisogno che me lo faccia notare lui!-.

“Capito, quindi è stato un incontro positivo e tuo padre non ha tutti i torti a vederlo come un potenziale candidato, se dici che è una persona così piacevole”, disse, con un pizzico di malinconia nella voce che per fortuna non fu troppo riconoscibile, “Ovviamente, però, sta sempre a te la scelta e lui dovrebbe limitarsi solo a rispettarla. Mi dispiace che si comporti così, vorrei poterti dare una mano”, ammise, infine.

-Parlare con te mi rilassa, ed è strano... ma magari è perché non ci vediamo di persona. Sicuramente se mi conoscessi di persona non penseresti allo stesso modo-.

Rispose KingOfFishing, forse con un po' di tristezza.

“Anche a me rilassa, parlare con te ma… ti prego, non dire così, io non potrei mai pensare diversamente di qualcuno che, per aiutarmi, mi ha donato dei soldi senza battere ciglio. Non mi interessa se pensi di avere un caratteraccio o magari non sei tanto socievole, hai fatto una cosa bellissima nei confronti di qualcuno in difficoltà, e il tuo vero problema è che non riesci a capire quanto questo ti renda una persona ammirevole. Se ci vedessimo di persona, penserei lo stesso, sapendo di cosa sei capace”, disse, mentre la voce gli sfumava, un po’ imbarazzato nel dire quelle cose.

Parlare con lui a voce, leggendo le sue risposte in chat un po’ lo metteva ancora a disagio, ma era talmente in debito con lui che si sforzava di pensare che quella fosse una situazione normalissima.

- Anche se sto dall'altra parte di uno schermo e sarebbe facile scrivere una qualche frase di ringraziamento... Io non so che scriverti in risposta-.

La risposta era arrivata dopo qualche minuto, come se effettivamente il ragazzo non sapesse come esprimersi, e la dicitura "KingOfFishing sta scrivendo" apparve subito dopo segno che l'altro non aveva ancora finito.

- Sono tendenzialmente asociale, le persone mi evitano per questo e anche per altri motivi legati alla mia famiglia. Mi dipingono in un certo modo e non faccio niente per smentirli, perché alla fin fine mi fa comodo non avere attorno gente non interessata a me come persona... quindi... quello che hai detto è... bello. Non so in che altro modo definirlo ma sono certo di aver aiutato la persona giusta-.

Prompto si sentì poggiare sul petto un peso gigantesco e seppe che era qualcosa che non gli apparteneva. Era come se la malinconia, il disagio e la tristezza di quella persona si fossero catalizzata nel suo cuore; come se gli avesse appena chiesto di credere in lui, di aiutarlo a portare quel fardello per un po’, insieme, almeno finché non avrebbero chiuso quella chat per dividersi ancora.

“La verità è che siamo simili, molto più di quanto tu possa immaginare. Io non ho amici, a parte uno e ogni giorno mi chiedo come faccia a sopportare uno come me. La gente pensa che non sia capace di fare discorsi seri, in realtà è che non essendo bravo a socializzare finisco sempre per essere fuori luogo e fare battute nei momenti meno opportuni e non vengo preso sul serio. Magari non per le stesse ragioni, ma siamo simili e forse è questo che mi fa pensare che ci sia una sorta di sintonia e che questo incontro, magari, non è stato un caso”, disse, grattandosi la testa in imbarazzo, poi aggiunse: “Non prendermi per un sentimentale, ti prego”.

-Non prendere me per un sentimentale se ti dico che lo penso anche io-.

Era una sola frase, semplice ma sincera. Non era facile comprendere il tono di qualcuno attraverso una scritta ma quelle parole sembravano non poter avere nessun'altra descrizione se non quella.

“Stasera manca davvero un violinista che ci faccia la colonna sonora, sai?”, rise Prompto, perché aveva imparato a capire che quel ragazzo dall’altra parte non era uno che si esprimeva con grandi discorsi, ma quello che diceva era sempre detto con una certa convinzione e sincerità.

Preferiva persone come lui, schiette e dirette, piuttosto delle persone ipocrite che aveva incontrato nel corso degli anni, che erano state sempre e solo in grado di spezzargli il cuore.

“A parte l’incontro con quel ragazzo interessante e tuo padre che fa il cupido, è successo altro? Ti va di raccontarmi qualcosa della tua giornata?”, gli chiese, con una dolcezza che spiazzò persino se stesso.

- Solo se prima fai tu lo stesso. Ti ho già detto di mio padre e del ragazzo che ho incontrato, no?-

Rispose prontamente l'altro.

Touchè. Odiava dover parlare di sé, ma a quanto pareva anche l’altro odiava farlo e alla fine si era lasciato andare a quel racconto.

Represse un sospiro di puro disagio e, sorseggiando dell’acqua da un bicchiere per prendere tempo, elaborò qualcosa da raccontargli che non lo annoiasse a morte.

 

Noctis lo osservò per un momento sparire dall'inquadratura forse per bere e solo in quel momento notò per bene il soggetto della maglietta dell'altro ragazzo. Era un moguri, e non poté trovarlo quasi adorabile.

Tutto di quel ragazzo, in realtà, gli ispirava fiducia e tenerezza ed erano sensazioni che non aveva mai provato in vita sua. Si era aperto facilmente e neanche per un momento aveva creduto di poter essere rifiutato o giudicato.

RideMyChocobo69 aveva ragione nel definirsi simile a lui, e Noctis non poté non chiedersi: "Dove sei stato per tutto questo tempo?".

Scosse però la testa aggiungendo un:

- Bella maglietta, comunque-.

Perché, in fondo, era d'obbligo.

Il ragazzo parve sussultare a quel complimento e, raggiante, la tirò per fargliela vedere meglio: "Ti piace davvero? L'ho presa su Gramazon, era in super saldo durante il Carnevale KupòKué!", esclamò, a quanto pareva felicissimo che avesse notato la sua t-shirt. "È sempre una soddisfazione quando qualcuno riconosce i soggetti delle mie magliette", aggiunse, gonfiando il petto, orgoglioso.

Noctis non poté non ridacchiare e portò di nuovo le dita sulla tastiera.

-Su Gramazon ho preso ultimamente la felpa dell'Assassin's Festival-.

Rivelò, studiando subito la reazione dell'altro.

RideMyChocobo69 appoggiò i palmi delle mani sulla scrivania, probabilmente sconvolto da quella nuova informazione e, esordendo con qualche frase sconnessa, infine disse: “N-non ci credo! Ti piace anche Assassin’s Creed! mi sa che facciamo prima a dirci cosa non abbiamo in comune. Io adoro quel gioco, ho perso più tempo a completarlo al cento per cento che a studiare per l’università!”, rise il ragazzo nel monitor, “Comunque… mi chiedevi della mia giornata e oggi non è andata poi così male. Tralasciando l’euforia dovuta alla tua donazione, che mi ha fatto camminare ad un metro da terra ho avuto situazioni piacevoli, dopotutto. Mi hanno assegnato un progetto, di cui saprò se è stato svolto bene o no domani mattina e a pensarci bene anche io ho conosciuto qualcuno oggi ed è stato un incontro interessante. Poi sono tornato di corsa a casa, perché avevo paura di arrivare in ritardo per il nostro… appuntamento e ho mangiato dei Cup Noodles che sapevano di scarpa vecchia ma erano buoni lo stesso”, raccontò, con la sua solita parlantina piacevole.

Ovviamente Noctis non poté non sentirsi esaltato per quel racconto. Avevano davvero così tanto in comune da sentire quasi il cuore in gola per l'emozione.

Era felice che il ragazzo avesse affrontato la giornata in modo così positivo grazie a lui. Anche se non erano insieme aveva ugualmente fatto in modo di essere nei suoi pensieri.

"Smettila di dire scemenze", si rimproverò con un borbottio imbarazzato.

-Sono certo che il tuo progetto sarà un successo!-.

Scrisse, cercando di non pensare al fatto che stesse iniziando a sentirsi... legato a lui. Non lo conosceva neanche e si erano parlati solo per due volte contando quella, non poteva già sentirsi così coinvolto. Che problemi aveva?!

“Me lo auguro, potrebbe davvero aprire qualche porta per un futuro lavorativo. Oh, e intanto ho mandato dei curriculum qua e là, così che possa trovare un nuovo lavoro per continuare a pagarmi l’uni e la casa. Sta volta farò di tutto per non farmi licenziare, lo devo anche a te ed è… beh, a volte fare le cose per qualcun altro è molto più stimolante, no? Deludere se stessi è quasi normale, ma gli altri è diverso e visto che grazie a te ho una nuova possibilità ho deciso che ti userò come motivo valido per mettere la testa al posto giusto e metterci più impegno”, ammise il ragazzo, ogni istante sempre più aperto nei suoi confronti.

-Lieto di essere diventato la tua motivazione-.

Scrisse subito Noctis, senza neanche pensarci, lasciandosi guidare dall'emozione e dalle parole sempre troppo veritiere dell'altro.

“Mi fa piacere che la cosa ti lusinghi. Comunque - tossì, forse cercando di cambiare discorso - tra poco vado a dormire, che ho lezione anche domani ma volevo chiederti una cosa prima di andare”, disse, poi si bloccò.

Noctis non poté non irrigidirsi. Il "Devo dirti una cosa" era una delle frasi più brutte della vita di chiunque e quella variante, per lui, aveva lo stesso effetto dell'originale.

-Dimmi pure-.

Scrisse, senza neanche sapere perché si stesse sentendo così nervoso.

“Tu…”, esordì il ragazzo dall’altra parte, poi allungò un braccio per prendere qualcosa e ne emerse con un mezzo busto che mostrò alla telecamera, “Ce l’hai la statuetta di Connor Kenway, dell’edizione limitata del terzo capitolo di Assassin’s Creed?”, chiese, orgoglioso.

Dalle labbra del ragazzo uscì subito un sospiro sollevato, misto all'esaltazione per quella bellezza che era appena apparsa davanti allo schermo. Sentiva il cuore andargli a mille e non sapeva neanche perché, ma era felice di aver scoperto un'altra cosa in comune con quell'altro ragazzo.

-Ovviamente! Ho pure la riproduzione della lama celata!-.

Rispose con entusiasmo, sperando che quel suo umore potesse trasmettersi anche all'altro.

“Ehi! Potevi almeno fingere di non averlo e poi cosa ti salta in mente di dirmi che hai anche la lama celata? Vuoi forse farmi morire di invidia?”, chiese RideMyChocobo69, fingendo palesemente un tono scocciato che non gli riuscì molto bene, “Chissà, magari nella mia infinita collezione di cose nerd comprate negli anni c’è qualcosa che non hai? Lo scopriremo nelle prossime puntate”, disse, poi ridacchiò.

-Non vedo l'ora-.

Scrisse subito Noctis, sorridendo quasi senza rendersene conto, come se fosse la cosa più naturale del mondo.

-Ci sentiamo domani alla stessa ora? Ti va bene?-.

Aggiunse poi, sperando di non sembrare troppo... disperato. Ma sapeva di volerlo sentire ancora e non sapeva neanche come definire quegli strani sentimenti che stavano ribollendo all’interno del suo petto.

"Te lo stavo per chiedere io", mormorò RideMyChocobo69, e dal tono della voce sembrava sollevato dal fatto che glielo avesse chiesto lui, per primo. "Sì, domani stessa ora. Buonanotte, allora", alzando una manina per salutarlo.

Per un momento Noctis alzò a sua volta la mano poi, dandosi dello stupido, digitò il suo saluto per poi disconnettersi dalla chat con un sospiro. Nascose il viso tra le mani, sentendolo quasi bruciare sotto i suoi palmi, non sapeva assolutamente che cosa gli stava prendendo, era tutto così assurdo...

 


 
Disagi Finali:

Miryel: Quando io e Kurecchi abbiamo deciso di scrivere questa storia, di comune accordo (ahaha Accordo ahahah… giuro, la smetto), eravamo consapevoli dell’entusiasmo che entrambe ci avremmo messo nel portare avanti questo progetto ma, parlo anche a nome suo sapendo che la pensa come me, non credevamo potesse essere COSÌ tanto entusiasmante. Abbiamo iniziato pensando che questo potesse essere un semplice esperimento, infine abbiamo creato un mondo vero e proprio, con background ben precisi, a volte studiati sul momento che hanno reso questa fic più lunga ed elaborata di quanto potessimo credere persino noi due.
Era il lontano 16 febbraio del 2018, quando fu scritto il primo paragrafo e ad oggi, il 5 maggio, siamo pronte a pubblicare il primo capitolo con immensa gioia e DISAGIO. Sì, disagio. Sentirete questa parola più di quanto possiate credere perché questa fic fonda le sue basi sul disagio e noi ne siamo completamente consapevoli.
Era un esperimento, che ha funzionato, ci ha scoperte affini e questa fusione di stili e di idee così parallele, ha reso possibile questo progetto che noi ci auguriamo possa piacervi. Che dire, augurandomi che questo progetto vi abbia incuriositi, vi rimando al prossimo capitolo! Un baciozzo disagioso *w* *risata con voce doppia satanica*

Kurecchi: Okay! Sono emozionata! Non so esattamente cosa dire se non che spero vivamente che questa fic vi piaccia tanto quando io ho amato scriverla insieme alla mia collega. Iniziare questo progetto è stato... illuminante oltre che interessante! Mi sono divertita dalla prima all'ultima ultima battuta e so, per quanto ho sclerato insieme a Miry, che questi sentimenti sono pienamente ricambiati XD
Quindi niente, Miry ha già detto tutto quello che serve sapere** e vi auguro un buon viaggio con i prossimi capitoli!
A presto *lancia amore e disagio*

Curiosità: La storia è stata scritta interamente su una chat di Telegram e ognuna di noi ha mosso dei personaggi (Nel caso dei protagonisti, Miryel è Prompto e Kurecchi è Noctis, così giusto per buttarvela lì nel caso vi interessi XD). Veniva scritto un paragrafo da una e poi dall’altra; una perfetta catena di montaggio che ha portato, in modo ordinato, questa fic a vedere la luce ed è stato estremamente figo!

 

 
EXTRA DISAGIO!:

Qui verranno raccolte alcune cavolate fatte da Kurecchi e Miryel durante la stesura della fic. Quindi... ecco a voi l'homepage di Chatctuar.eos


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