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Autore: terryoscar    19/05/2018    10 recensioni
Questo racconto è cominciato come un one shot, ma poi gli ho dato un proseguo. Il primo capitolo in realtà è: "Semplicemente ti amo." seguito da "Primi tormenti" e "Disperazione". Sono tutti ispirati dalle puntate dell'anime; di mio ho aggiunto i pensieri e gli stati d'animo dei nostri beniamini, dando voce così a ciò che non abbiamo visto e magari avremmo voluto vedere. Grazie a tutti voi che leggerete la mia storia e buona lettura!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: André Grandier, Marron Glacé, Oscar François de Jarjayes, Rosalie Lamorlière
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Il tempo passa ma il ricordo resta
Sono con Andrè, cavalchiamo fianco a fianco, abbiamo appena lasciato il palazzo del Trianon.  
L'estate è alle porte, comincia a far caldo, meno male che  quest’aria fresca da un poco di sollievo.
Ormai  sono trascorsi quattro anni da quando Fersen è partito, non ho avuto alcuna notizia di lui, eppure la guerra è finita da un pezzo.
Lo penso, sento le lacrime pungere gli occhi ma non posso e non voglio piangere.
 Come vorrei che tornasse …. da me!
La mia vita non ha alcun senso ... già dalle prime luci dell'alba sento un grandissimo vuoto dentro di me. Prima non ci pensavo ma adesso questa solitudine comincia a pesare.
 
La regina non vive più alla reggia, si è trasferita con i suoi figli al Trianon in un angolo di Versailles, si sentiva oppressa  dagli impegni ufficiali ma la verità è un’altra: sente la sua mancanza e ha volutamente isolarsi.
Ogni giorno mi reco a Versailles, mi tocca ascoltare le lamentele dei sudditi. Molti di loro giungono da lontano per avere un colloquio con la regina di Francia ma  lei non c’è. Purtroppo il malcontento già esistente aumenta di giorno in giorno. L’altro giorno ho discusso con  un nobile un duca venuto da lontano, aveva bisogno di una mediazione   per via di una disputata tra due nobili; era furioso perché non ha potuto parlare con sua maestà. Ha portato scompiglio, ha urlato come un ossesso, sono intervenuta con i miei soldati per riportarlo alla calma.
Sono stanca,  molto stanca … sono andata da lei per parlarle, per dirle  di tornare alla reggia ma non ho avuto il coraggio di farlo; l'ho vista così felice con i suoi figli e poi mi ha parlato di lui, mi ha chiesto se avevo notizie.
“Sono passati quattro anni da quando è partito …” Mi ha detto.
Ma no, nemmeno io so nulla  … ne so quanto lei eppure la guerra è finita da un pezzo, i soldati sono tornati a casa … perché lui no? Andrè mi vede pensierosa, chissà cosa vorrebbe dirmi ma tace.
 Continuo a chiedermi: “Che fine ha fatto Fersen?”
 
“Andrè ho voglia di bere, portami  a Parigi!”

Ci rechiamo in una bettola, ci sediamo a un tavolo, riempiamo i boccali, comincio a bere senza ritegno, sento appena la voce di Andrè che mi dice: “Bere fa dimenticare, vero Oscar?”
Non rispondo, penso: vorrei ma non ci riesco, perché?
Lui continua a parlarmi e mi dice: “Sta tranquilla Oscar ho controllato, non è negli elenchi dei morti e nemmeno dei dispersi.”
Non lo guardo, mi arrabbio,alzo la voce, gli dico: “Sta zitto Andrè!”
 Certo, adesso mi arrabbio per un nonnulla, lo metto a tacere come sempre. Povero Andrè, deve sopportare il mio malumore, a volte mi chiedo come fa a sopportarmi?!  Che vergogna, sono una sciocca ho anteposto il mio dolore dimenticando che Andrè mi ama.
Continuo a bere, i miei pensieri corrono al mio amore.
Continuo a bere senza fermarmi voglio affogare il mio dolore nel bicchiere, se mi vedesse mio padre chissà cosa direbbe! Sinceramente poco mi importa dopotutto voleva un figlio ed io mi sto comportando come tale. Sorrido, che pensieri! Forse ho bevuto un po' troppo.
Vedo un avventore avvicinarsi, vuole offrirmi da bere, rifiuto, insiste, Andrè come sempre è pronto a intervenire, cerca di mandarlo via ma insiste, mi tocca il viso, mi dice che non aveva mai visto un soldato così bello in vita sua.
Reagisco, gli do un pugno ne viene fuori una rissa.
 
 
Sono sorretta da Andrè, siamo pieni di lividi. Quanti pugni  abbiamo preso, se non fossero intervenuti i soldati della Guardia, chissà che fine avremmo fatto! ... Quei ubriaconi erano in tanti, sono stati fermati e portati al comando, noi invece, stiamo tornando a casa. Sono sorretta da Andrè non è che lui stia meglio di me, ciò nonostante mi infonda coraggio. Ammetto di essere poco lucida, ho bevuto tanto. Alzo la testa, mi accorgo che i suoi bellissimi occhi verdi mi stanno guardando ma non ce la faccio più, reclino la testa, quasi mi abbandono tra le sue braccia, non riesco più a camminare sento Andrè che mi dice: “E’ meglio che ci fermiamo per un poco sotto a questa  quercia.”
Andrè sicuramente ha bevuto meno di me, è lucido, tira fuori delle coperte che sono allacciate  alla sella, le stende, mi sdraio, sento gli occhi chiudersi, voglio dormire e dimenticare, credo di sussurrare il nome di Fersen prima di addormentarmi.
 
Ti guardo: sei bellissima, mi fai impazzire, quanto sei bella! Sei stata fortunata Oscar nessuno ha capito che sei una donna. Chissà cosa sarebbe successo se solo si fossero accorti che sei una donna! ... Io invece me ne accorgo sempre che sei una donna anche se indossi l’uniforme … e sei una bellissima donna Oscar …
E' notte comincia a gelare. Ti vedo dormire profondamente, prendo un’ altra coperta,  ti copro, non resisto, ancora una volta ti sfioro appena le labbra con le mie … le guardo, mi perdo guardandole sono così belle e sensuali, come potrei non accorgermi di te!?
Sussurro appena: “ Amore mio …”
Che pazzo che sono, se solo sapessi che ti ho baciata, mi infilzeresti con la spada o chissà cos’altro ... ma  morirei felice amore! ...  Non resisto, ti bacio e ancora.
Mi sdraio accanto a te, poso  appena la mano  sulla tua, come vorrei svegliarmi  con te al mio fianco ogni giorno della mia vita ma tu continui a pensarlo.
Lui non ti amerà mai! ... Prima o poi dovrai dimenticarlo ed io ti aspetterò. Se poi non ti accorgessi di me? Vuol dire che rimarrò per sempre il tuo amico e come mi hai detto tanto tempo fa,  tuo fratello … tuo fratello, maledizione! Quanto dolore mi causa questa parola …
Mi addormento guardandoti … vita mia …
 
 
 
Sento dei brividi, ho freddo, ho dolori dappertutto, ho un gran mal di testa apro gli occhi, mi rendo conto che non sono nella mia stanza ma sotto un cielo di stelle, mi chiedo: ma dove sono? Che ci faccio qui? Ora ricordo tutto! … Maledizione che brutta serata, avrò i lividi sul viso e non solo!
Mi volto sul fianco  vedo Andrè dormire, è accanto a me sul suo volto  è contuso, è stata tutta colpa mia, se non gli avessi chiesto di andare a bere, ora non saremmo in queste condizioni! … Andrè mi segue ovunque, è la mia ombra … se non avessi lui che vita sarebbe la mia!?
Devo ammetterlo, mi protegge e si preoccupa per me da tutta una vita, e io? Cosa faccio per lui? Gli do solo pensieri! Magari fossero solo quelli! ... Per colpa mia, è un’anima in pena … proprio come me...
Il freddo mi assale voglio tornare a casa, pronuncio il suo nome: “Andrè, Andrè svegliati … Andrè …”
Niente, dorme profondamente, gli tocco un braccio, lo scuoto come quando eravamo bambini.
Apre gli occhi, mi chiede: “Cosa c’è Oscar?”
“Andrè svegliati voglio tornare a casa, non voglio rimanere ancora qui!”
“Oscar sei sicura di sentirtela?”
“Ma che domanda Andrè, certo che si, su alzati!”
Non l’aspetto, monto a cavallo e parto al galoppo.
 
 
Non è ancora l’alba quando entriamo nelle scuderie, non lo guardo neanche, gli dico solo: “Buona notte Andrè!”
“Sicura di riuscire a dormire? Non ti senti indolenzita?”
Mi fermo lo guardo,  lo stuzzico involontariamente: “Non sono questo genere di ferite che fanno male Andrè …”
Mi rendo conto di aver parlato a sproposito, vorrei rimangiarmi le parole ma non posso ormai le ho dette. Povero André l'ho ferito.
“Se ti riferisci alle ferite de cuore sono d’accordo con te, sono le più dolorose, te lo assicuro.”
Temo che Andrè possa dire altro, mi affretto ad uscire per  scappare ma ormai è troppo tardi, mi sbarra la strada, mi dice: “Stai buttando la tua via come io sto buttando la mia …”
“Ma cosa dici Andrè?! Sei per caso diventato matto?”
Mi pento ancora una volta, cerco di andare via prima che questa conversazione degeneri.
“Preferisci scappare Oscar? Tanto a te piace fuggire! E'l’unica cosa che sai fare!”
Non ci posso credere, cosa vorrà dirmi? No, non può dirlo, non può dichiararsi, sarebbe la fine di tutto.”
Vado verso l’uscita.
“Dove vai Oscar?”
“Non voglio ascoltarti, stai dicendo un mucchio di sciocchezze. Comunque mi dispiace  averti trascinato in quello squallido posto e poi è successo quello che è successo per difendermi.”
“Come sempre Oscar …”
Nelle sue parole avverto rammarico, voglio andare via, continuo a camminare ma Andrè mi sbarra nuovamente la strada, i suoi occhi sono nei miei, lo gelo con lo sguardo, so che vuol dirmi altro ma non voglio, gli passo avanti, lo lascio nelle scuderie, lui si rassegna e non dice più nulla.
Meglio così, sento il cuore battere forte, corro in casa e mi chiudo nella mia stanza, mi ripeto ancora una volta: sono una sciocca, mi dispiace Andrè, ma amo Fersen.
   
 
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