Nero lucido
… della notte dietro al finestrino.
Guardare la notte che scende da dietro il finestrino di un treno, un’auto o un aereo, porta con sé il leggero brivido dell’adrenalina sottopelle. Vuol dire che si è in viaggio, e che il viaggio è abbastanza lungo da richiedere qualche ora notturna.
Per me, il nero lucido è quello del finestrino del pullman che ci porta in GMG, nella notte tra il 24 e il 25 Luglio 2016. Siamo in viaggio dal tardo pomeriggio sui sedili più stretti che io abbia mai provato. Abbiamo superato da un’oretta la frontiera italiana e ci dirigiamo verso Cracovia. Ci aspettano due milioni di ragazzi come noi, numerose famiglie polacche pronte ad accoglierci, treni pieni zeppi di bandiere, canzoni cantate in tre o quattro lingue diverse in contemporanea e lunghissime ore di attesa; per ora, però, non lo sappiamo ancora. Abbiamo passato le nostre ore su questo pullman a suonare, cercare di conoscere i ragazzi degli altri gruppi e ascoltare i racconti dei più grandi, che di GMG ne hanno già fatte due o tre.
Ora è scesa la notte e qualcuno si è già addormentato. Sto raccontando ad Andrea delle mie vacanze al mare quando qualcuno, dalle prime file, dove è stata istituita una piccola dittatura per il monopolio del televisore, propone di mettere un film.
Dopo qualche minuto di consultazioni che neanche il governo italiano, è ufficializzato Harry Potter. Riusciamo a spegnere le luci del pullman e a farlo partire: per fortuna conosco le battute quasi a memoria, perché l’audio è terribile e lo schermo talmente lontano che fatico a mettere a fuoco.
Andri fa apparire dal nulla un sacchetto di patatine che iniziamo a sgranocchiare mentre giochiamo ad anticipare le battute degli attori. Man mano che il film continua, le chiacchiere lungo il pullman scemano a poco a poco.
«Chia» chiama Andri, quando penso ormai di essere rimasta tra gli ultimi svegli «non è fighissimo?» mi chiede con l’aria di un bimbo con le mani nella nutella.
Il mio sguardo interrogativo dev’essere eloquente.
«Be’» riprende, come cercando di esprimere a parole un concetto difficile «Siamo in viaggio per la GMG, stiamo guardando Harry Potter… e mangiamo patatine» lancia un’occhiata alla confezione «patatine al pistacchio.» conclude con aria solenne.
Cerco di ridere senza fare rumore: «Cosa si potrebbe desiderare di meglio?»
Andrea sembra soddisfatto dalla mia risposta e torna a guardare il film. Io cerco di incastrarmi meglio sul sedile e appoggio la fronte al finestrino, cercando di penetrare con lo sguardo oltre il buio, fuori dall’autostrada.
Riesco appena a intravedere le sagome degli alberi e pian piano mi addormento, cullata dal dondolio del pullman, con le mani che formicolano di aspettativa e gli occhi pieni del nero lucido della notte dietro al finestrino.