Capitolo
I
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Red Mage
Era sola nell'immensa città di Holyville;
si guardò intorno e non poté fare a meno di notare vari gruppi di persone che
parlavano tranquillamente, altre che controllavano i registri delle gare e
altre ancora che cercavano una gilda in cui entrare consultando il libro delle
gilde. Lei era nella gilda dei red mages, i Flame of God, nome
scontato, forse per quello molti sceglievano di fare o l'holy
mage o il blue mage o il dark gunner, la sua, in
pratica, era una gilda morta. Si guardò intorno e notò tristemente che in città
non c’era neanche un red mage,
nemmeno un novizio, sospirò sonoramente e si disse per l'ennesima volta che
avrebbe fatto meglio a scegliere il dark gunner come
lavoro, dopotutto aveva una buona mira... Scese dalla staccionata e la gonna
seguì i suoi movimenti rivelando, attraverso lo spacco laterale, le gambe
slanciate della ragazza; si diresse verso il mercato di Eva, doveva comprare il
pranzo, la missione che stava per affrontare era piuttosto lunga. Entrò nel
negozietto, salutò educatamente la proprietaria e andò alla ricerca del
pacchetto del pranzo. Lo trovò facilmente, sempre nel solito scaffale, fece per
prenderlo, ma vide un braccio passarle accanto e prendere le ultime due
confezioni rimaste. Si voltò di scatto e notò un assassin
vicino al bancone pronto per pagare... le serviva quel pranzo, anche se era
stato un assassin a prenderlo non le importava. Si
avvicinò al bancone e con tono umile affermò: "Scusa, ma servirebbe anche
a me un pacchetto del pranzo..."
L'assassin, la squadrò
attentamente, poi si rigirò verso Eva e disse: "Ne prendo solo uno."
Rimase incantata dalla sua voce, era bassa ma dal
tono melodioso... ecco perché gli assassin erano
considerati i piu pericolosi, per il loro modo di ammaliare la loro vittima
prima di ucciderla, loro giocavano con le loro prede e dopo essersi divertiti
le uccidevano. L'assassin uscì dal negozio, mentre
lei pagò ed uscì qualche istante dopo.
"Non dovresti dirmi qualcosa?"
Si voltò di scatto e vide l'assassin
appoggiato al muro del negozio. "Gra-grazie"
balbettò sorpresa dalla sua presenza.
"Di niente" le si avvicinò senza fare il
minimo rumore "Come ti chiami?"
"Amethyst Ore"
Le prese una ciocca dei capelli rosso fuoco
"Bel nome" se la passò fra le dita e ne annusò il profumo "Io
sono Silver Rain. Che missione devi fare?"
"Devo raggiungere il sentiero del tempio e
uccidere dei demoni che sono comparsi da quelle parti." Riuscì a
balbettare nonostante fosse al culmine dell’imbarazzo.
"Capisco... vuoi un aiuto?"
Lo guardò piacevolmente sorpresa, non pensava che
esistessero assassin cosi disponibili verso gli
altri. "D'accordo."
"Bene, allora andiamo."
Le prese la mano libera dal bastone e iniziò a
correre verso la loro meta. La sentì ansimare dopo qualche metro e si ricordò
che le maghe non avevano resistenza, eppure lei non si lamentava, anzi,
continuava a correre stando dietro al suo passo, che anche alcuni assassin non riuscivano a reggere... quella ragazza era
diversa dalle altre, forse per questo...
Scosse il capo e si bloccò di scatto.
"Come mai ci siamo fermati?"
Non rispose, la prese in braccio senza il minimo sforzo
e riprese a correre. Abbassò leggermente gli occhi e la vide al culmine
dell'imbarazzo: guardava da un'altra parte e teneva il bastone stretto al
petto, forse per coprire il seno che il top lasciava leggermente scoperto,
eppure non capiva che così si rendeva ancora piu attraente. Sogghignò e disse:
"Sei troppo lenta e ti stanchi troppo facilmente, preferisco portarti così."
"Potevi chiedere almeno." Affermò lei risentita.
La guardò negli occhi e li notò di un intenso viola
ametista. Era offesa dalla sua affermazione, a quanto pare non era stato il
primo ad averglielo detto. "Offesa?"
"Sì."
Aveva un bel carattere, si sarebbe divertito durante
quella missione.
Continuò a correre e si bloccò solo all'ora di cena
dietro ai bastioni dei soldati della città di Holyville.
La poggiò a terra con delicatezza e si sedette vicino ad un albero.
"Piaciuto il viaggio?"
"No."
"Sei ancora arrabbiata per il mio commento
sulla tua velocità?"
"Sì."
Amethyst si voltò per parlare con un soldato per
chiedergli il luogo esatto della missione e Silver ne approfittò per alzarsi
senza essere notato. Le fu dietro in un secondo, aspettò che finisse di parlare
e quando si voltò verso di lui l'abbracciò con dolcezza. La testa della ragazza
poggiava sul suo petto, mentre quella di lui era piegata nell'incavo della sua
spalla.
"Mi perdoni?"
Sentì il suo battito accelerare e la strinse ancora
piu a sè.
"Va-va bene... ti
p-perdono."
Sciolse l'abbracciò e la vide completamente rossa in
volto.
"Sai che sei ancora più carina quando
arrossisci?"
Lei alzò di scatto lo sguardo e lui la fissò
intenerito dalla sua reazione. "Perché devo...?"
"Silver!"
Si voltò di scatto lasciando la frase incompleta e
vide il capo della sua gilda venirgli incontro. "Capo che-che ci fa
qui?"
"Stavo tornando in gilda quando ti ho
visto." Guardò la ragazza vicino a lui "Tu, invece, che ci fai
qui?"
"Aiutavo questa ragazza in una missione."
Si avvicinò ad Amethyst e s'inchinò con fare
teatrale. "Sentinel Soul, capo degli Artic Song, piacere."
"Amethyst Ore, sostituto dei Flame of God, il piacere è tutto mio." Anche lei s'inchinò,
ma in maniera molto più impacciata dell'assassin.
"Ha fatto qualcosa di sconvenevole
Silver?"
"No no, assolutamente
no."
"Va bene" il suo sguardo di ghiaccio guardò
il ragazzo "continua a fare il bravo." E scomparve.
Amethyst guardò Silver e notò il suo volto
leggermente rabbuiato, anche se la sciarpa, che gli lasciava scoperto solo
mezzo viso, non permettesse di capire la sua espressione.
"Quella era il mio capo."
"Non pensavo che il capo degli Artic Song fosse una ragazza..."
"Infatti, lei è capo solo da qualche mese, il
nostro vecchio capo è stato battuto da lei quindi ora lui è solo sostituto
della gilda."
"Come mai è cambiato il capo? Insomma anch’io
ho battuto il mio capo a volte, eppure non sono capo della gilda."
"Nella nostra gilda il piu forte è il capo, è
il Consiglio ad averlo stabilito."
"Il Consiglio?"
Spalancò di colpo gli occhi capendo di aver detto
una parola di troppo. "Fa finta che non abbia detto niente."
Voleva ribattere, però dal suo sguardo irrequieto capì
che non le avrebbe rivelato niente. "Mangiamo qualcosa?"
"Tu mangia, io non ho molta fame."
"Va bene." Materializzò il pacchetto del
pranzo sedendosi a terra e iniziò a mangiare con gusto.
Quando ebbe finito di mangiare fece scomparire la
cena schioccando le dita. Fissò Silver rendendosi conto che non si era mosso
neanche di un millimetro. "Tutto bene?"
Lui girò gli occhi verso di lei. "Sì, te?"
"Tutto bene... dove dormiamo?"
"Io devo fare una missione che mi porterà via
tutta la notte, tu puoi dormire nell'alloggio delle guardie."
Lo guardò sorpresa, nonostante avesse una missione
da svolgere si era proposto per aiutarla.
Si girò verso l'alloggio, non era male come idea,
c'era solo un problema: lei era una ragazza e là dentro erano tutti uomini,
anche se venivano da Holyville i soldati erano sempre
desiderosi di provare tutti i piaceri; se n'era accorta mentre parlava con
quella guardia, continuava a guardare insistentemente il suo seno.
"Penso che dormirò all'aperto." Affermò
disgustata al pensiero di cosa le sarebbe potuto accadere se avesse dormito là
dentro.
Silver notò il suo tono e affermò serio. "Se
provano anche solo a toccarti li uccido tutti."
"Preferisco dormire all'aperto." Sorrise e
quel sorriso bastò a convincere il ragazzo.
"D'accordo, quando ti addormenti vado." E così fece.