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Autore: G RAFFA uwetta    21/05/2018    1 recensioni
Voldemort, stanco degli insuccessi dei suoi Mangiamorte, affida alla sua fedele Nagini un compito: uccidere Harry Potter. Da qui, si intrecceranno le vite di molti e Harry, a sue spese, farà i conti con una realtà ben diversa da come l'aveva vissuta finora.
"L'invidia è il sentimento più radicato in ognuno di noi, trama a nostra insaputa e quando ne veniamo travolti ormai è già troppo tardi per rimediare."
Accenni Drarry e presenza di OOC.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Severus Piton | Coppie: Draco/Harry
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
Capitoli:
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Il morso del diavolo

Cap. 12 – Ti guardo impotente frantumare la mia anima

Sotto la cupola ingrigita e piangente del cielo scozzese, il castello di Hogwarts si ergeva come la vetta più alta del sapere. Le finestre, intente a spiare l’orizzonte, sembravano piccole fiammelle tremolanti per ogni sospiro rubato al vento. Al suo interno, timidi ragazzini, stretti e tremati nei loro mantelli neri della divisa scolastica – perché era risaputo che una gita in barca sul lago di notte non era di certo come crogiolarsi al tepore dei camini accesi – si affacciavano, colmi di aspettativa e timore, per la prima volta sulla maestosa e imponente Sala Grande descritta dai loro genitori. Impacciati, sotto l’occhio curioso degli altri studenti, si sedevano sperduti al tavolo che un logoro Cappello Parlante designava per loro. L’atmosfera, tuttavia, non sembrava delle più felici: tra i quattro tavoli che rappresentavano le quattro Case dei Fondatori serpeggiava il malumore. Alcuni giovani irrequieti alzavano il tono di voce in cerca di risposte che purtroppo nessuno sapeva dare. Sui visi dei professori, seduti rigidi sotto la grande finestra al lato opposto della grande porta d’entrata, non traspariva nessuna espressione; spiccavano però gli insegnanti assenti. Il preside, che si lisciava pensieroso la lunga barba bianca, infine, alzandosi dal suo scranno, prese la parola interrompendo il brusio.

Benvenuti e bentornati. Come ben sapete da tutti i giornali, quest’anno Harry Potter non prenderà parte alla nostra vita scolastica, vi assicuro che stiamo facendo il possibile per rintracciarlo, ogni immaginabile pista è stata vagliata e considerata. La sua voce sembrava stanca e sofferente. Comunque non perdiamoci d’animo, il nostro Harry non lo avrebbe voluto, uno spirito indomito come il suo si sarebbe rimboccato le maniche e avrebbe proseguito verso la Luce. Sorrise incoraggiante, mentre i volti di alcuni ragazzi si fecero più attenti. Un nostro talentuoso studente seguirà lezioni private, che io stesso gli impartirò, per prepararsi all’imminente guerra. Un brusio interrogativo si snodò tra i tavoli Sono più che certo che rappresenterà degnamente il giovane Potter. Il Preside sorrise bonario all’indirizzo delle pagliacciate inscenate al tavolo dei Grifondoro per via degli schiocchi delle manate assestate sulla schiena di un impettito Weasley, che si innalzavano nel silenzio incredulo della Sala Grande; al tavolo dei Serpeverde tutto taceva, i loro volti erano maschere indifferenti, impassibili e per nulla impressionati. Per la prima volta, Proseguì l’anziano preside, all’apertura delle lezioni, non è qui con noi il nostro amatissimo professor Piton. una serie di bassi fischi dispregiativi misti a giubilo riempirono l’aria. Comunque non temete, tornerà tra qualche giorno e insegnerà Difesa contro le Arti Oscure. Il sorriso di trionfo, sfoggiato finora dai Grifoni, si gelò sui loro visi, soprattutto su quello del loro nuovo idolo. A rilevare la Cattedra di Pozioni è una giovane donna appena uscita dall’Accademia, fate un bell’applauso alla nuova Professoressa Jennifer dalla Lungavista1. Proprio in quel momento, da una porticina secondaria, entrò una corpulenta figura avvolta in una veste color vinaccia, il volto, coperto in parte da folti capelli color melanzana, era rubicondo e gioviale, un sorriso simpatico ne illuminava i tratti. Un ultima raccomandazione, riprese a parlare il Preside, come ogni anno è bene ricordare che è vietato e oltremodo pericoloso addentrarsi nella Foresta Proibita. Inoltre, su suggerimento di Gazza, il nostro carissimo custode, devo informarvi che chiunque verrà trovato in possesso degli straordinari prodotti Weasley verrà severamente punito; sappiate che appesa fuori dall’ufficio del custode vi è una lista di cose che è meglio non fare, vi invito a leggerla con attenzione. Bene ora che ho finito di tediarvi passiamo a cose più piacevoli, buon appetito! Con uno svolazzo della mano le tavole si trovarono imbandite dalle appetitose pietanze abilmente cucinate dagli elfi.

Iniziò così il nuovo anno, stancamente, tra interminabili lezioni, noiosi compiti e passeggiate nel parco approfittando del sorridente sole autunnale.

Ma guarda chi si rivede: il pezzente promosso a supereroe. Evidentemente la fama non paga visto gli stracci che continui ad indossare. Così si rivolse al Traditoredelsuostessosangue un sarcastico Draco qualche mattina dopo mentre si incrociavano fuori dalla Sala Grande; le serpi che erano con lui scoppiarono a ridere crudeli.

Come ti permetti lurido figlio di un Mangiamorte! Ron, sguainata immediatamente la bacchetta, forte del suo nuovo status, urlò inferocito: Stupeficium! Con un’abile mossa Draco allontanò il colpo.

Cento punti in meno a Grifondoro e la requisizione della bacchetta per un mese, signor Weasley. Dalla cima delle scale stava scendendo, in uno svolazzo delle vesti nere, Severus Piton, al suo fianco la Professoressa McGranitt sfoggiava un cipiglio duro.

Signor Weasley, si vergogni, Disse quest’ultima. chieda immediatamente scusa e si consideri in punizione per i prossimi due sabato.

Ma professoressa... Cercò di protestare il Grifondoro.

Preferisce subire la punizione durante gli allenamenti di Quidditch? Offrì falsamente conciliate l’inflessibile donna, le labbra serrate in una linea severa. Non ricevendo risposta continuò: È atteso nell’ufficio del Preside. Detto questo e considerando la questione archiviata, disse: Su, vada. Incitò il ragazzo ad avviarsi.

La bacchetta, prego. Intervenne Severus con la mano tesa, Le verrà riconsegnata in classe ad ogni lezione in cui ne è previsto l’uso. Buona giornata. Noncurante dell’espressione rabbiosa del Grifone, voltò le spalle in segno di concedo e, fatto un cenno ad un felicissimo Draco, insieme si avviarono per il corridoio che portava ai sotterranei.

Qualche minuto dopo, ad un piano imprecisato del castello, una porta sbatté violentemente. Ron Weasley, – pestando i piedi in terra decisamente furioso, borbottando tra sé e sé: Quel figlio di una cagna me la pagherà cara! – entrò nello studio del Preside senza guardarsi in giro, alzò la testa e si rivolse a lui, credendo di essere stato convocato per il piccolo diverbio avuto con quello stronzo di Malfoy, dicendo:

Non è colpa mia, Signore, Malfoy...

Ron…?

Una voce, che apparteneva ad una persona creduta da tutti morta, squittì incredula. Proveniva da una delle poltroncine poste davanti alla scrivania dove stava seduto, con le dita incrociate tra loro appoggiate sul tavolo, il canuto Preside; una scintilla dell’antico fulgore gli illuminavano le iridi, da troppo tempo spente.

E lui che ci fa qui? Miseriaccia, non sarà mica tornato dal mondo dei morti, vero? Domandò balbettante e incredulo, additando Harry con il dito tremante.

Non dica sciocchezze e si accomodi, Signor Weasley. Come vede il nostro caro Harry è tornato, disse gioviale, ignorando le espressioni dei due ragazzi.

Ron, con malagrazia, si accasciò sulla seduta senza più degnare di uno sguardo il vecchio amico, disegnandosi in faccia un’espressione sprezzante. Harry, dal canto suo, era rimasto pietrificato nell’atto di alzarsi per abbracciare finalmente l’amico, ma sconcertato dal comportamento di Ron, ricadde mollemente sulla sedia estraniandosi dai loro discorsi; con il volto rabbuiato continuava a chiedersi perché il ragazzo al suo fianco si fosse comportato così. Intanto il Preside stava aggiornando il Grifone sulle ultime novità che il Professor Piton gli aveva snocciolato sull’incredibile avventura vissuta da Harry.

Vede, stava raccontando ad un indifferente Ron, all’attacco del serpente Harry è sopravvissuto, non è meraviglioso? chiese a nessuno in particolare e, dopo il suo successivo ricovero in un ospedale Babbano, è stato riconosciuto come il Presceltoallo sguardo oltraggiato di Ron, il Preside si vide costretto a rassicurarlo adducendo che erano parole della strega che aveva ritrovato Harry, non sue – da una strega che lavorava come volontaria in quello stesso nosocomio. Quest’ultima ha preso l’azzardata decisione di portarlo a casa propria e, per proteggere se stessa e Harry, ha Obliato i dottori. Una volta nella sua dimora, l’ha curato pazientemente fino alla totale riabilitazione. Purtroppo lo shock subito da Harry ha ridotto le sue capacità magiche, problema a cui lei non è stata in grado di porre rimedio. Quando finalmente Harry è riuscito a parlare, la strega si è fatta spiegare l’ubicazione della casa dei suoi zii. La sua intenzione iniziale era di prendere gli oggetti appartenuti a Harry, ma poiché si sono rifiutati di collaborare, ha usato su di loro la Legillimanzia, violando almeno dieci Leggi Restrittive. Quello che ha visto nelle loro menti, ha scatenato in lei la furia che ha portato alle conseguenze che già sappiamo. Una volta tornata calma, è uscita dall’abitazione in fiamme sparendo nella notte, portando con sé i beni di Harry.

Mi scusi se l’interrompo, Signore, ma in tutto questo cosa c’entra il professor Piton? chiese Ron agitandosi sulla sedia, cercando di arrivare al dunque. Il Preside sorrise indulgente davanti all’irruenza del giovane Grifondoro.

È una bella età, la vostra, siete sempre impazienti di arrivare alla fine per poi perdervi il meglio di ciò che la vita vi offre. arrise nostalgico; un discreto colpo di tosse, da parte di uno di soggetti dei quadri appesi alle pareti, lo fece ridestare e riprendere il filo del discorso. Dove eravamo rimasti? Ah certo, la strega, mi domando come mai Severus non le abbia mai chiesto il nome, Borbottò perplesso tra sé e sé. Comunque, non potendo più fare molto per il nostro Harry ed essendo il primo settembre ormai alle porte, ritenne giusto affidarlo a un suo vicino, che sapeva essere un mago molto dotato. Così, una settimana fa, ha contattato il mio buon caro e vecchio Severus che, con sua grande meraviglia, una volta giunto nella casa di lei, ha trovato vivo, seppur provato, Harry Potter. Il Preside si interruppe di nuovo davanti all’evidente disappunto del Grifone. Non disperi, Signor Weasley. Caramella al limone? Offrì allungando un piattino colmo di lucenti confetti gialli, Ron scosse la testa grugnendo indispettito. Io le adoro, mi aiutano a calmarmi e a pensare meglio. Strizzò l’occhio con fare sornione. Tornando a noi, il Professor Piton, tenendo segreta a tutti la succulenta notizia, si è prodigato per Harry e, dopo tutta una serie di accertamenti ha scoperto che, per via della sua brutta avventura, il nucleo magico si era momentaneamente, come dire, si fermò un attimo per trovare il vocabolo giusto e nel frattempo guardò Harry con un’espressione compassionevole. ecco ci sono, il nucleo si è “congelato”, rendendolo a tutti gli effetti un Mago.

È un Mago?! lo interruppe Ron con voce scettica ma impregnata di speranza. Harry sobbalzò sulla sedia, per tutto quel tempo si era rintanato in se stesso, deluso dal comportamento dell’amico, Che abbia sempre avuto ragione Draco? pensò amareggiato.

Sembrerebbe proprio di sì. Scosse la testa canuta Ma il Professor Piton ritiene che sia solo una condizione temporanea.

Non m’importa, asserì spavaldo il Grifone, è un essere inutile e io ora pretendo di essere nominato ufficialmente come nuovo prescelto.

Di questo abbiamo già discusso in altra sede e sappiamo entrambi cosa è stato deciso, infatti è per questo che l’ho messa a conoscenza dei fatti. Quello che mi preme, ora, Signor Weasley, è la sua parola che non rivelerà a nessuno che Harry è vivo e ciò che ha sentito qui non uscirà da questa stanza. Il Grifone si vide costretto ad acconsentire.

Con lo sguardo colmo di risentimento Ron si voltò verso Harry, nella propria testa stavano crollando, una dietro l’altra, tutte le speranze di gloria per via della presenza del giovane al suo fianco. Una cocente rabbia prese vita intrecciandosi con le spire rosse del fuoco della gelosia e gli offuscò la mente tanto da fargli ideare un piano diabolico.

Harry, nel proprio angolino, era stupito della fredda furia che percepiva irradiarsi da Ron e rimase annichilito quando avvertì dentro di sé la portata del dolore per la perdita del compagno di tante avventure. Con occhi vitrei prese a fissare inebetito la parete di fronte e fece molta fatica a tornare alla realtà. Da lontano sentiva una voce che lo chiama con insistenza ma tutto dentro di lui era ovattato e confuso. Improvvisamente, una mano, che un tempo considerava amica, si posò con forza sul braccio strattonandolo senza grazia, ridestandolo. Harry alzò gli occhi di un insolito verde cupo e si scontrò con quelli freddi e sprezzanti di Ron; impreparato, cercò di trattenere un brivido di sgomento per la cattiveria ivi contenuta. Nel frattempo il Preside aveva ripreso a parlare.

...ti accompagnerà nei tuoi nuovi alloggi presso gli appartamenti del Professore Piton che continuerà a provvedere alla tua salute. Harry lo guardò confuso finché non si sentì strattonare di nuovo da Ron. Andate ora e mi raccomando non fatevi vedere da nessuno. Concluse sorridendo incoraggiante a entrambi.

In silenzio uscirono dall’ufficio e con riluttanza si avviarono lungo il corridoio sotto lo sguardo imperturbabile dei due Gargoyle posti a guardia. Harry camminava lento tenendo la testa bassa, scrutando il pavimento in cerca delle parole giuste da rivolgere a Ron; fu per quello che non si avvide subito che, girato l’angolo, il rosso, adducendo a un impegno precedente, lo abbandonò per allontanarsi in tutta fretta.

Trovatosi improvvisamente solo, per Harry fu come diventare all’istante cieco. Essendo poco più di un Babbano, le barriere del castello si attivarono per respingerlo, rimandandogli la visione di un luogo desolato; in men che non si dica si ritrovò inginocchiato con le unghie che grattavano la pietra a lottare contro “l’obbligo” di allontanarsi e la “consapevolezza” di essere all’interno del tanto amato castello. La sensazione della perdita dell’orientamento fu così intensa da lasciarlo senza fiato, un dolore acuto pulsava appena dietro l’orecchio mentre stille lucenti pungevano gli occhi, la gola bruciava dopo il violento sfogo dello stomaco. Disperato, provò a chiudere le palpebre in cerca di sollievo ma fu tutto inutile: luce e nebbia si alternavano in una macabra giostra.

Fu così che lo trovò Draco: inginocchiato, terrorizzato e in lacrime.

Il Serpeverde era stato avvertito da Severus che Harry era nel castello e così, felice di riabbracciarlo, si era appostato in una rientranza del corridoio, in attesa. Quando il pezzentetraditoredelsuostessosangue, palesemente arrabbiato, lo superò, impaziente svoltò l’angolo per andare incontro ad Harry e invece, il sorriso di benvenuto, che gli era sorto spontaneo, si congelò sul bellissimo volto e un’ansia terribile lo investì mentre si chinava verso quel corpo tremante. Con infinita premura se lo strinse addosso donandogli un po’ di conforto; in contemporanea lanciò un messaggio di carta, che spedì alla ricerca del padrino, e disilluse entrambi per sfuggire a eventuali sguardi indiscreti. Quando Severus li raggiunse rimase sconcertato delle condizioni in cui versava Harry e per la prima volta in vita sua si trovò in difficoltà. Sebbene fosse una persona lungimirante non aveva preso assolutamente in considerazione le barriere antiBabbani2 adottate per il castello. “Come aggirale?” Si chiese febbrilmente il Pozionista, mentre aiutava Harry a mettersi sotto le coperte dopo avergli dato un leggero sedativo. “Non posso di certo portarmelo appresso per tutto il giorno sotto il mantello dell’invisibilità, troppi fattori ci rendono vulnerabili e facilmente esposti, in gioco c’è molto di più.” Proprio in quell’istante apparve Kreacher per il resoconto sulle attività di Grimmauld Place; Severus lo guardò contemplativo per interminabili istanti tanto che l’elfo, convinto di esser venuto meno agli ordini, cominciò a prendersi a testate contro gli spigoli dei mobili.

Fermo! intimò con disgusto il Professore. Dimmi quello che devi dire e vattene. Una volta rimasto solo, nella propria testa prese piede una folle idea. Dopo essersi accertato che Harry dormisse, si recò nelle cucine dove gli elfi, pur essendo indaffarati, interruppero le loro attività per accoglierlo festanti. Impaziente, con imperiosa freddezza zittì tutti per informarsi su dove potesse essere una particolare elfa; una volta trovatala, le ordinò di presentarsi al più presto nei propri alloggi. Quando vi fece ritorno, trovò il piccolo esserino rannicchiato in un angolo, le vesti erano sporche e il personale emaciato e malaticcio.

Winky, disse perentorio, ho un compito speciale e delicato da assegnarle.



Note dell’autrice: grazie a chiunque legge e leggerà, a chiunque apprezzi la mia storia e soprattutto a chi commenta. Buona lettura.

1Coi nomi faccio proprio pena.

2Non so come funzionano nello specifico, comunque ho deciso di “riadattare” alcune misure alla storia. I Babbani accedono al castello solo se accompagnati da un mago o creatura magica abilitata allo scopo, ecco per cui Harry reagisce così una volta abbandonato nel corridoio da Ron; infondo è diventato molto meno di un Magonò.

   
 
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