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Autore: Sakkaku    21/05/2018    1 recensioni
Qualche tempo fa Kim_Sunshine mi ha lanciato la sfida di pubblicare le storie scritte quando ero piccola, come fa lei nella sua raccolta "Scritti trash di una pseudo-infanzia problematica". Ora, dopo aver riesumato dalla cantina un paio di testi scritti quando ero giovane e semianalfabeta, eccomi qui a pubblicarli. Siete fortunati, perché non ne ho trovati molti... per ora.
Un consiglio: tenetevi alla larga da questa raccolta, perché non solo sarà piena di errori (è il senso della raccolta non correggerli e trascrivere i testi così come sono stati scritti in passato), ma vi porterà in un delirante turbine di demenza. Vi ho avvisato.
Genere: Demenziale, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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21. Parte XI

 

Nel frattempo che noi nuotavamo, Polly raggiunse gli altri, vedendola arrivare da sola Thomas le chiese – E tu che ci fai qui? Non sei con le nostre sorelle? - - Lasciami in pace Thomas! Non è il momento giusto! – ribatté Polly, andando oltre, senza guardare nessuno, alzando le spalle Thomas terminò di dire ciò che si era promesso di dire. – Allora, forse è grazie alle tre pietre che riusciamo a parlare mentalmente – disse con saggezza Chelsy, infatti aveva provato a comunicare con Sally senza risultato. Polly fissava la luna su in cielo – Non credi anche tu che stasera la luna è candida come la neve? – disse una voce alle sue spalle. Lei si girò di scatto e si trovò a faccia a faccia con Mark. – Ti volevo chiedere scusa per quella volta che ti son venuto addosso fuori dal Market, non ero proprio dell’umore giusto – le disse con una voce seriamente pentita. – Non preoccuparti, capita anche a me a volte – gli disse Polly di rimando, in fondo però era contenta che le avesse finalmente chiesto scusa. – Thomas ci ha detto tutto riguardo ciò che avresti dovuto fare con le tue sorelle. Perché non sei andata anche tu? Non sei obbligata a rispondermi ovviamente – disse curioso il ragazzo, mia sorella gli disse con un sogghigno – Ti rispondo se tu mi dici che cosa ci trovi di tanto speciale in Emy – all’inizio Mark esitò, poi le rispose – Assolutamente niente, ma...non so come dirtelo ma ero geloso che tu avevi passato tutto il giorno in compagnia di Puck. In più volevo fare qualcosa che andava a genio a mia sorella, perché lei nutre un odio profondo contro di me, non so per quale motivo. Ti prego credimi non sono mai riuscito a dirtelo, ma ora lo farò io ti amo, Polly! – quelle parole gli sfuggirono di bocca, lasciando mia sorella a bocca aperta. Polly lo abbracciò con il cuore che batteva all’impazzata e Mark fece altrettanto, poi si staccarono dal loro abbraccio. – Bene, ora tocca a me rispondere – disse Polly contenta – Non sono voluta andare con le mie sorelle perché avevo paura che non ci avrebbero fatto tornare a Oxford finché non avremmo sconfitto quella Stella Marina Nera. E che non avrei più potuto rivederti, perché quella Emy ti avrebbe portato via da me! - . A quelle parole Mark la baciò. Polly era al settimo cielo. D’un colpo disse – Forse è meglio che raggiunga le mie sorelle - e corse fino al lago seguita da Mark anche lui al settimo cielo.
Noi intanto eravamo giunti a Simsim, una guardia che si trovava davanti al castello ci disse profondamente divertito – Sei venuto fin qua con un delfino che nuota all’indietro e due sirene? Guarda che dovevi trovare i tre guerrieri leggendari Kiry. Vabbé ti faccio lo stesso passare dal Re, avevo ragione io che non eri portato a una missione così importante – con queste parole ci fece passare. Solo allora ci accorgemmo che al posto di Polly c’era Giocherello, che essendo scoperto se ne andò per la sua strada. – Ma dove è Polly? Non posso mica presentarmi dal Re senza di lei, già non crederà che siete voi coloro che hanno i poteri delle pietre leggendarie – disse innervosito Kiry - Non ti preoccupare arriverà – gli dissi per calmarlo e Mery disse – É già qua, guardate sta arrivando! – la guardia la fece passare solo quando lei gli disse – Voglio aiutare il popolo di Simsim – e ci raggiunse tutta sorridente per un motivo che ignoravamo, ci disse velocemente cosa le era successo, sia io sia Mery eravamo contente per lei ma, era arrivato il momento di andare davanti al Re. Kiry parlò prima da solo insieme al sovrano della città acquatica, noi intanto notammo che era grande almeno quanto Oxford, se non di più. Quando sentimmo una voce profonda dire – Avvicinatevi pure – nuotammo dentro la stanza e ci inchinammo davanti al Re che era in compagnia della sua Regina. Una voce delicata e gentile che doveva appartenere a lei ci disse – Non c’è bisogno che vi inchiniate leggendarie guerriere. Riconosco i colori di Ametista, Rubino e Lapislazzuli, caro. Sono loro tre i nostri guerrieri che ci salveranno da Stella Marina Nera - . Il Re rimase un attimo in silenzio poi disse – Sarà, ma per restare qui devono essere accompagnate da dei tritoni, Kiry è uno, gli altri due che vengano subito convocati! E non chiamate i discendenti dei guerrieri mi raccomando! - . L’ordine fu subito eseguito e due tritoni guerrieri arrivarono. – Ora darete i vostri poteri ai tre tritoni che vi trovate di fronte – tuonò il Re, rimanemmo stupite di queste sue parole. Ovviamente Polly si ribellò con tutte le sue forze – Se lo può scordare vecchio pesce barbuto, io i miei poteri non li darò mai a uno stupido pesce gonfiato dal troppo esercizio fisico, da palestra! - Mery ed io cercammo di calmarla, ma senza risultato. – Calmati caro, te la sei proprio meritata una risposta del genere! Come ti permetti di mettere in dubbio le loro potenzialità? Ricordati che sono state le tre pietre leggendarie a trovarle, quindi vorrà dire che hanno dei cuori puri e candidi, e che riporteranno la pace e la primavera nel nostro popolo - . – Va bene, vi chiedo scusa. Ora però si è fatto tardi, sarà meglio che torniate sulla terra ferma, Kiry riaccompagnale indietro. Poi torna qua da me che dobbiamo parlare – disse in modo gentile il Re. Uno dei tritoni ci accompagnò e fece il filo a Polly, dicendole – Hai avuto fegato a rispondere in quel modo al nostro sovrano – ma lei per tutta risposta annuì soltanto ed io e Mery ci trattenemmo dal ridere.
Quando finalmente raggiungemmo la superficie del lago feci una domanda – Ed ora come facciamo a tornare normali? – la risposta mi fu data da Polly – Mi pare ovvio sorella, salta fuori dall’acqua! – e così fece. – Hai veramente un coraggio fuori dal comune Polly guerriera del Lapislazzuli, sono sicuro che sarai la guerriera più accanita e bella tutto i mondi acquatici! – disse il tritone guerriero - Cerca di tenere i tuoi occhi lontani da lei, altrimenti te la dovrai vedere con me. Capito pesciolino? – disse Mark fissandolo, il tritone tenne testa al suo sguardo, poi sparì sotto l’acqua. – Vi chiamerò io, appena il Re reputerà opportuno dire del vostro arrivo al popolo di Simsim e di quando potrete lottare contro Stella Marina Nera. Per intanto vi auguro una buona notte – ci disse Kiry e poi anche lui sparì sotto l’acqua del lago. Quando raggiungemmo gli altri ci tempestarono di domande, ma noi non fummo in grado di rispondere a tutte, anche se a fatica. – E così hai inveito contro il Re? Sei proprio incorreggibile Polly! – disse Puck ma si zittì subito sotto lo sguardo di Mark. “Ma che succede tra te e Mark? Il vostro feeling è riapparso miracolosamente?” disse Sally ma lei la zittì “Fatti gli affari tuoi una volta tanto!”. – Allora è grazie alle tre pietre che noi riusciamo a comunicare mentalmente, giusto? Peccato, speravo di avere qualcosa di speciale, ma fa niente! Almeno abbiamo scoperto come ci riusciamo! Siamo talmente legate che le pietre ci permettono di comunicare – disse Chelsy sospirando, vedendola un po’ giù di morale Thomas le spettinò i capelli in modo fraterno dicendole – Ma tu sei speciale Chelsy! Ogni persona nel suo piccolo è speciale! Mi prometti che non dirai più queste sciocchezze? E poi sei la più brava pianista che io conosca – lei annuì facendo un lieve sorriso. – Noi dovremmo tornare all’AQ, ragazzi. Il Direttore mi ha detto che saremmo dovuti arrivare in orario, altrimenti ci avrebbe fatto pulire l’intera accademia! – disse Nick e incredibilmente tutti i ragazzi ci dissero buona notte mentre iniziavano a correre.
Quanto a noi ci avviammo lentamente nella villa di Chelsy e mi parve strano che nessuno parlò. La porta venne aperta da una cameriera che disse con un sospiro di sollievo – Per fortuna è tornata a casa, signorina Chelsy! Eravamo tutti molto preoccupati per lei! - - Non dovevate preoccuparvi per nulla, con noi c’era il fratello maggiore delle mie amiche, vede quello che si sta allontanando sul marciapiede? – disse la nostra amica per tranquillizzare ancora di più la cameriera. “Io questa l’ho già vista da qualche parte, ne sono certa ma non mi ricordo dove” pensai “Hai ragione sorella, anche io ho la stessa impressione” mi disse di rimando Polly – Vuole dire quello che sta per essere picchiato da quei malviventi con aria minacciosa? – disse di rimando la cameriera confusa. Noi ci girammo verso la finestra e sentimmo un ordine ben preciso. Quel ordine veniva dalla bocca di Chelsy che disse con una voce autoritaria e guai a chi avrebbe osato obiettare – Federico! Fabrizio! Andate subito ad aiutarlo! Vi licenzio se si farà anche un solo graffio, Capito? – due uomini robusti e grossi quanto un armadio vestiti di nero annuirono e uscirono di corsa dalla villa per aiutare Thomas. Poco dopo rientrarono insieme a lui, che era confuso come non lo era mai stato prima d’ora. – Chi sono questi due gorilla? E perché mi hanno portato qui a casa tua Chelsy? – chiese Thomas più confuso che mai, lei gli rispose – Sono le guardie più fidate della mia famiglia e sono due miei amici. Ho visto che eri in difficoltà e allora ho detto loro di venirti a dare una mano - . – Grazie Chelsy. Allora vi chiedo scusa per avervi chiamato gorilla – disse mio fratello rivolto a Federico e a Fabrizio, il primo per tutta risposta gli disse – Non ti devi preoccupare, a volte ci chiamano pure in modo peggiore. E poi siete amico della signorina Chelsy, quindi accettiamo le tue scuse. Ora con permesso – e sia Fabrizio sia Federico sparirono dalla nostra vista, come divenuti invisibili. La nonna di Chelsy si avvicinò chiedendo – Si ferma anche il giovanotto, Chelsy? Se è così gli faccio preparare una camera, qui di certo lo spazio non manca e di solito questa casa è così vuota - . – Accetto molto volentieri la sua offerta signora, sempre che non disturbo – disse Thomas in modo educato e sorridente guardandosi intorno, perché un pò si sentiva a disagio e un pò perché si sentiva osservato. Infatti la cameriera lo continuava a fissare e quando per caso Thomas la guardò il sorriso sparì dal suo volto. – Non pensavo che ti avrei rivista – le disse in tono mortificato ma anche sorpreso. Ma lei per tutta risposta girò la faccia dall’altra parte in modo altezzoso proprio come faceva Silvie. Questo Chelsy non lo poté sopportare e le disse, nonostante sua nonna era lì – Si può sapere che ti succede Rebecca? Thomas ti ha rivolto la parola e tu gli giri la faccia? Non mi sembra molto educato fare ciò da parte tua! Voglio sapere se hai dei validi motivi per aver agito in questo modo - . Lei esitò un attimo poi le rispose – Non vorrei essere scortese con lei signorina, ma sono affari miei! – e se ne stava per andare ma si immobilizzò quando sentì che Thomas dire – Te lo spiego io, mia cara Chelsy. Rebecca è una pazza che crede veramente che un bambino di cinque anni possa mantenere veramente una promessa fatta all’asilo e che se la ricordi – a quelle parole Rebecca esplose urlando – Bhé, è il mimino, visto che la promessa era una promessa seria. Sapete quale era la sua promessa? Mi aveva promesso che mi avrebbe sposato e che avrebbe aspettato il mio ritorno ad Oxford. Io dovevo partire con la mia famiglia per sette anni, ma lui promise ed io gli credetti. Quando tornai, avevo appena compiuto da poco dodici anni e andai a casa sua per dirgli che ero finalmente tornata. Ero contentissima all’idea di rivederlo. Invece lo incontrai per strada a braccetto con un’altra tipa, ebbe la faccia tosta di dirmi «Ciao Rebecca, come stai? É stato bello studiare in Egitto? Ci vediamo in giro. Buona giornata» . Non mi disse altro. Vi pare una cosa giusta? - . – Come hai potuto essere così maleducato nei suoi confronti, Thomas? - gli disse Mery. Scuotendo la testa mio fratello disse in sua difesa – Non è affatto andata così mia cara Rebecca. Io è vero che ti ho salutato in quel modo, ma poi il giorno seguente ti cercai per parlare ma tu ti rifiutasti di vedermi. La ragazza che tu avevi visto si trattava della mia cugina Gina, che era venuta a trovarci e voleva che gli facessi da guida turistica per Oxford. Forse questo non lo potevi sapere, ma mi teneva sotto braccio perché è cieca. Questo non te l’ho mai potuto dire, visto che dal quel giorno mi hai sempre evitato, ma ora che te l’ho detto sta a te decidere se è finalmente giunta l’ora di perdonarmi – usò il suo tono teatrale per concludere la frase. Chelsy fissò prima lui e poi lei e disse come se fosse un giudice che doveva decidere la penitenza di un condannato, in questo caso decidere chi aveva ragione e chi torto, lavoro non molto facile – Bene, ora che vi siete chiariti farete la pace ok? - - Lei non è in grado di giudicare questa situazione signorina Chelsy! Dopotutto ho capito benissimo che sei innamorata di questo donnaiolo! Mi dia retta dimenticatelo e farete un bell’affare! – disse con una voce d’odio Rebecca.
A quelle sue parole dapprima la nostra amica arrossì poi corse sulle scale diretta nella sua stanza, noi sapevamo benissimo che stava per scoppiare a piangere, così la raggiungemmo solo Polly rimase lì. Infuriata come quella volta con Fiordaliso urlò – COME HAI OSATO DIRE QUELLO CHE HAI DETTO? LO SAI CHE HAI FERITO CHELSY?? QUESTO NON TE LO POSSO PERMETTERE!! PREPARA I CEROTTI PERCHÉ NE AVRAI BISOGNO! - - Stai ferma Polly. É vero quel che ha detto? – chiese stupito Thomas, prima chiese a Chelsy se glielo poteva confermare poi mia sorella annuì. Nel frattempo che nostro fratello era dentro l’oblio dello stupore, Polly diede un gancio a Rebecca che cadde come un sacco di patate. La nonna di Chelsy che fino a quel momento era rimasta a guardare tutto il tempo in silenzio disse severamente - Adasso basta per favore! Il giovanotto ti ha dato un valido motivo e tu non l’hai perdonato. Per di più hai ferito mia nipote! Questo non posso proprio permettertelo, l’amica di mia nipote ha fatto bene a tirarti quel pugno, te lo sei proprio meritato! Comunque da stasera tu non lavori più in questo posto. Prepara le tue valigie e tornatene a casa tua – poi addolcendosi un attimo – Vai pure a dormire cara. Quanto a te giovanotto, vorrei parlarti un attimo se permetti, in seguito ti farò andare a riposare – entrambi annuirono e Polly ci raggiunse. Ci preparammo per la notte, eravamo riuscite a calmare Chelsy ed ora eravamo pronte per andare a fare la nanna.
La nonna di Chelsy intanto parlava con Thomas – Senti Thomas, giusto? Non pensavo che fossi tu il ragazzo del quale mi parlava sempre Chelsy. Comunque sia non credere alla parole di Rebecca, mia nipote ti considera come un fratello maggiore. Era solo questo che ti volevo dire. Buona notte - - Notte signora. E grazie per tutto quello che mi ha appena detto, ha evitato che si creassero dei problemi - . Pure lui andò a dormire e nella villa calò il silenzio più assoluto.


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Ciao a tutti, rieccomi qui con un altro capitolo di questa "cosa". 
Lisbet è onnisciente, anche se non c'è vede e sente tutto... La scena tra Polly e Mark è veramente oscena, mi vergogno tantissimo, sono tentata di creare un altro account solo per non essere collegata a questo scempio! Veramente mi vorrei sotterrare!!! XD
Dopo questo capitolo mi sento anch'io persa “nell'oblio dello stupore” (?), oltre a non avere altre parole per commentare questo capitolo, lascio a voi questo onore =)

  
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