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Autore: terryoscar    22/05/2018    14 recensioni
Questo racconto è cominciato come un one shot, ma poi gli ho dato un proseguo. Il primo capitolo in realtà è: "Semplicemente ti amo." seguito da "Primi tormenti" e "Disperazione". Sono tutti ispirati dalle puntate dell'anime; di mio ho aggiunto i pensieri e gli stati d'animo dei nostri beniamini, dando voce così a ciò che non abbiamo visto e magari avremmo voluto vedere. Grazie a tutti voi che leggerete la mia storia e buona lettura!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: André Grandier, Marron Glacé, Oscar François de Jarjayes, Rosalie Lamorlière
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Adesso nessuno potrà separarci
 
 
Sono passati più di sei mesi da quella maledettissima notte. Mi sembra ancora di vedere il suo sguardo spaventato quando  le ho urlato tutto il mio amore disperato e poi ... quel bacio che le ho rubato e la camicia strappata. D'allora non ho più pace, la mia è una sofferenza indicibile! ... Molte cose sono cambiate.
Dopo quella sera, Oscar ha chiesto e ottenuto il congedo dalla Guardia Reale, ha lasciato palazzo Jarjayes per trascorrere un lungo periodo in Normandia per stare lontana da Fersen, lontana da corte e soprattutto lontana da me …
Adesso sono qui, sdraiato su questa branda con addosso la divisa della Guardia Metropolitana, l'ho fatto per starle accanto, per proteggerla, visto che presta servizio in questa dannatissima caserma: Oscar è il Comandante delle Guardia Metropolitana.
 Invero mi sono arruolato per amor suo, anche se quella scellerata notte mi ha urlato in faccia che non aveva più bisogno di me, io non le ho dato ascoltato.
Come potevo abbandonarla al suo destino in questo lurido posto  in mezzo a dei  soldati  pronti a ribellarsi e Dio sa  cos’altro! ... Sanno che Oscar è una donna. Adesso mi chiedo: cosa sarà di me e di lei?
Certo non ha fatto salti di gioia quando mi ha visto qui. Ora sono ai suoi ordini, sono uno dei suoi soldati e stavolta non posso disobbedire o ribellarmi, visto che ho deciso di arruolarmi per seguirla in questa pazzesca avventura.
Da quella notte i nostri rapporti sono freddi e distaccati, come poteva essere diversamente!? E’ accaduto qualcosa che ha ferito entrambi.
Mi tormento ancora per quel gesto sconsiderato, ho sbagliato. Non era mia intenzione confessarle il mio amore ma ho perso il controllo. L’impeto  e la collera hanno preso il sopravvento,  ho tirato fuori tutto il mio amore soffocato da un’intera esistenza, ammetto che desideravo baciarla e stringerla tra le mie braccia ma non avrei dovuto gridarle tutto il mio amore in quel modo e poi quel gesto … la camicia strappata, il petto scoperto … se ci ripenso impazzisco,  sto male.
Un tempo era tutto così diverso.
 
 
E’ sera, sono seduta alla scrivania nel mio nuovo ufficio, sto compilando gli ultimi rapporti, sono pensierosa: do letto gli ultimi  dispacci,  non sono per niente buoni, a Parigi ci sono continuamente disordini, c’è il malcontento generale, la gente è disperata, ruba per un pezzo di pane o per un paio di scarpe e a me tocca pure arrestarli! ... Mi vergogno di quanto sono costretta a fare, mi domando: “Come si può arrestare qualcuno perché ha fame? Il mio è un compito davvero ingrato.
Anche all’interno di questa caserma accadono cose simili, l’altro giorno ho dovuto intercedere per il soldato Lassan, aveva venduto il suo fucile ... che putiferio si è scatenato, Alain e gli altri mi hanno accusata di aver venduto il loro compagno, hanno pensato questo di me perché sono  nobile. Per fortuna sono riuscita a far scarcerare quel povero soldato, anche se ha commesso un reato l'ha fatto per sfamare la sua famiglia! … Mio Dio che situazione assurda  stanno attraversando i parigini! ... Se siamo arrivati a questo punto, è per colpa di  una cattiva politica fatta dai sovrani.
Non riesco più a terminare di catalogare questi dispacci sono deconcentrata, un infinità di pensieri mi opprimono la mente, tutto è cambiato, niente è come prima.
 Penso ad Andrè che si è arruolato nonostante gli avessi detto che non avevo più bisogno di lui, non mi ha ascoltata, mi ha seguita … cosa si fa per amore!?
Anch’io ho commesso un mucchio di stupidaggini per inseguire un amore effimero, mi sono resa ridicola prendendo parte a un ballo vestita da donna, che follia!
C’ è ci ripenso! E' stata la cosa più stupida che abbia  fatto in vita mia. Adesso ne sono convinta, solo per amore si possono commettere errori simili.
Non posso biasimare Andrè se mi ha seguita fin qui.
Dopo quella sera, Andrè e io ci parliamo appena, è così silenzioso,  non scherza più, non sento più la sua risata allegra e spensierata,  vorrei che tornasse quello di un tempo. Possibile che l’amore possa distruggere in questo modo? Si, se non è corrisposto!
Il  suo sguardo è come un macigno, non riesco più a sostenerlo e soprattutto non riesco più a guardarlo come un tempo, mi turba, mi mette a disagio ... mi confonde.
Se ripenso a tutto quello che è successo rabbrividisco. André mi ama, me l'ha gridato in faccia quella sera! E pensare che gli avevo detto di non avere più bisogno di lui! ... Ma non è così, io ho bisogno di lui, soprattutto dopo aver avuto quel contatto così intimo! ... Mi ha abbracciata, mi ha baciata con la forza. In quel bacio ho sentito rabbia,  dolore e … amore.
Un amore disperato, disperato quanto era il mio per Fersen.
Ho percepito tutto questo in pochi istanti ... se all'ora avessi potuto,  l’avrei ucciso adesso invece, mi manca! ... Mi manca la confidenza che avevamo un tempo, le serate passate insieme a parlare, senza sapere che lui mi amava. Ma cosa dico? Andre mi ama, lo sento, lo vedo come mi guarda ... anche se non mi dice più nulla lo percepisco … che tristezza!
 
Sento bussare alla porta.
“Colonnello Jarjayes la carrozza  è appena arrivata.”
“Grazie colonnello D'Auguille! Connello fate avvertire il soldato Grandièr.”
“Sissignore.”
Rimetto a posto i documenti ormai è tardi e io non ho portato a termine il mio lavoro, stasera ho la testa da tutt’altra parte. Mi alzo,  guardo fuori dalla finestra, penso: Andrè ancora una volta hai messo la tua vita nella mie mani, nonostante quanto accaduto, mi hai seguita come sempre, certo da principio ero furiosa, arrabbiata, non volevo vederti per nessuna ragione, però ho capito che non potrei fare a meno della tua presenza.
Devo riconoscere che sei stato di parola, non mi hai detto e rimproverato più nulla da allora ma sei diventato la mia ombra, subisci passivamente tutto ciò che ti dico ma io non voglio che tu sia tanto remissivo, se,  lo sei diventato, riconosco che gran parte della colpa è mia. Ma cosa posso fare? Ormai non si può certo tornare in dietro.
Adesso penso a Fersen in modo diverso, mi è totalmente indifferente.
Sento bussare nuovamente alla porta, è un soldato: “Comandante di sotto c’è Grandièr che vi aspetta!”
“Si, arrivo.”
 
Andrè è in piazza d’armi, mi aspetta, mi vede, mi guarda, lo guardo.
“Buona sera Oscar, perché mi hai fatto venire qui?”
“Devo ringraziare il generale Bouillé, per aver fatto prosciogliere  il soldato Lassalle e tu dovrai venire con me quale rappresentante dei soldati della guardia.
"Come vuoi ... Ai vostri ordini Comandante!"
 
Percorriamo le strade di Parigi, stasera sono così silenziose e tranquille.
 
Durante il tragitto sento il suo sguardo addosso, lo guardo appena, sussurra: “ Perché siamo venuti a Parigi? Non mi pare che il Generale viva qua!”
“Hai ragione  Andrè, ma stasera è andato all’opera.”
 
Nessuno di noi dice più nulla.
 
Percorriamo silenziosamente le strade, siamo a Saint Antonine, sento la carrozza arrestarsi mi chiedo: ma cosa succede non siamo mica arrivati.
 
 
All’improvviso sento gridare, mi rendo conto che una folla impazzita ci sta attaccando, vedo lo sportello aprirsi, un uomo inferocito afferra la mia Oscar per la giacca e la trascina giù.
Urlo, mi dispero: “Lasciatela  stare …”
Non la vedo più, sembra essere inghiottita dalla folla, sento solo la sua voce che mi chiama.
Anch’io vengo insultato e trascinato giù dalla vettura,mi picchiano con ferocia intanto continuo a sentire la sua voce.
“Lasciatelo lui non è un nobile.”
Oscar, la mia Oscar, non pensa nemmeno a cosa le sta succedendo, pensa a me.
La sua voce diventa sempre più lontana, ormai non la vedo più.
Signore ti prego aiutala, non mi importa nulla di me ma lei no, fa che non le succeda nulla ...
Prendo calci e pugni, non sento più nulla, sono stordito, ormai sono in balia di questa gente impazzita.
 
 
 
Andrè, cosa ne sarà di Andrè?
Sono gli ultimi pensieri lucidi che riesco a fare, non capisco più nulla: mi trascinano, mi picchiano, sento i loro calci, i pugni, è la fine...
Sento qualcuno che urla: “Caricaaa …”
“Scappiamo è la cavalleria!”
Mi sento cadere rovinosamente, credo che stiano scappando forse sono arrivati i soldati. Sono stordita ma cosciente, sento qualcuno che mi afferra e mi porta via, mi ritrovo  in un vicolo.
Mi sento stringere tra le braccia, apro lentamente gli occhi, la mia vista che fino a poco fa era annebbiata diventa nitida, vedo uno sguardo a me familiare, un volto che conosco.
“Fersen siete voi?”
“Madamigella Oscar come vi sentite?”
Per un attimo mi tranquillizzo, sento le sue mani stringere la mie braccia,  comincio a urlare e a ripetere: “Andrè, dov’e Andrè? …  Andrè? Devo andare a salvarlo. Lasciatemi il mio Andrè è in pericolo!”
“Cosa?  Avete detto il mio Andre?!”
Vedo lo sguardo di Fersen spalancarsi, è incredulo alle mie parole, anch’io non credo a ciò che ho appena detto, le ginocchia si piegano, mi accascio esausta, sento  il cuore battere all’impazzata per il mio Andrè, sono stordita e confusa più di prima.
“State tranquilla Madamigella, penserò io a salvare il vostro amico.”

Vedo Fersen allontanarsi, è andato a salvare il mio Andrè rimango sola in questa strada, mi rialzo, nella mia testa rimbombano ancora quelle parole venute fuori all’improvviso: “Lasciatemi il mio Andrè è in pericolo... il mio André ...”
 
 
Mi trascinano, ho le mani legate, vedo un  cappio, hanno intenzione di impiccarmi, sono disperato, mi domando: dov’è la mia Oscar? L’avranno uccisa? No, mio Dio, se così fosse allora preferisco morire.
Sento gli zoccoli dei cavalli, uno sparo una voce, è lui il conte di Fersen.
Distoglie l’attenzione della folla con la sua cavalleria, la gente è impazzita, non si curano più di me, sperano di fare giustizia con lui.
Rimango in piazza solo e con le mani legate, vedo una figura corrermi incontro, la vedo arrivare, è lei ... è salva!
Prego ancora ma stavolta per ringraziare.
Sento la sua voce disperata, è qui davanti a me, mi guarda, i suoi occhi sono pieni di lacrime, mi scioglie i polsi dalle corde e mi sussurra: “Andrè che ti hanno fatto?”
Si preoccupa per me ….
 
 
 
Vedo la corda lì in alto, era per lui. Oh mio Dio! Solo all’idea rabbrividisco, piango, le sue mani  sono libere, mi guarda, lo guardo, adesso sono io a cercare il suo sguardo, non fuggo più, penso: voglio guardarti come un tempo Andrè.
Sento che afferri la mia mano e mi dici: “Su presto Oscar, andiamo via da qui, è pericoloso!”
Corriamo mano nella mano come quando eravamo bambini,. Il cuore mi batte forte,ci allontaniamo dalla città, via, via, lontano da tutto ... vorrei fuggire non soltanto da Parigi ma anche da me stessa, dalle mie angosce, dai miei timori.
Siamo in aperta campagna,ormai fuori dall’inferno che si era scatenato intorno a noi. Siamo stanchi e affannati, ci sediamo sotto a un enorme quercia,  Andrè mi guarda, com’è bello il suo sguardo.
“Come ti senti Oscar?”
“Bene.”
“Ho temuto per la tua vita, impazzivo all’idea di perdertino no cosa dico?! Ecco io …. temevo che ti potessero farti del male …”
 
So che voleva dirmi altro. Getto via tutti i miei dubbi, i miei timori, il mio orgoglio e gli dico:
“Anch’io ho temuto di perderti Andrè!”
Vedo i suoi bellissimi occhi spalancarsi, sento la sua voce: “Oscar …”
Mi alzo, sono appoggiata al grande albero, sento le gambe tremare, forse cederanno da un momento all’altro, il cuore batte sempre più forte, ormai non mi importa più nulla, lo guardo intensamente, gli dico: “Andrè, ho temuto di perderti, sarei impazzita se tu … tu …”
Non riesco a dire nient’altro, le lacrime cominciano a scendere, il tuo volto è smarrito, ma i tuoi occhi si perdono nei miei.
Mi avvicino a te, siamo così vicini che sento il tuo respiro, vorrei toccarti ma non ci riesco.
Mi guardi come se leggessi i miei pensieri, lo so, per te non ho segreti, mi conosci, ti conosco ora non ho più dubbi.
“Andrè … un tempo ho amato Fersen contro ogni logica pur sapendo che tu mi amavi in silenzio! … Sono stata indifferente al tuo amore, la mia cecità ci ha portato alla sofferenza … Andrè possibile che tu adesso mi ami ancora?”
 
 
No, non è possibile! La mia Oscar mi ama … mi sembra di impazzire.

“Oscar come potrei non amarti? Tu sei parte di me. Non amarti, significa non amare me stesso, io ho vissuto e vivo per te soltanto …”
Vedo i suoi bellissimi  occhi azzurri spalancarsi e brillare, piango con lei. Senza indugiare si getta tra le mie braccia, mi dice:  “Oh Andrè anch’io, anch’io ti amo … ti amo con tutto il mio cuore!”
 
Mi abbracci, ti abbandoni a me, non riesco a crederci!
Ti bacio ma stavolta il mio non  è un bacio rubato  e disperato perché  finalmente mi doni le tue labbra con la consapevolezza di amarmi e con tutto l’amore   che sentiamo nei  nostri cuori.
“Oscar,  il nostro amore sarà eterno, ora niente e nessuno potrà separarci.”
 
"Andrè, fuggiamo via ... via lontano da tutto questo ..."  
"Oscar, andremo dove tu vorrai ...."
 
 
Sono arrivata alla conclusione di “Amore tormentato”
Questa è una storia triste, struggente  e appassionata. L'importante che i nostri amati beniamini siano giunti alla consapevolezza di non poter vivere l'uno senza l'altro soprattutto dopo avere tanto sofferto. I nostri Andrè e Oscar hanno ancora una volta assaporato la felicità che  spetta a  ciascuno di noi.
Ringrazio tutti coloro che hanno seguito, recensito e lasciato un mi piace a questa piccola ff.
Spero che vi sia piaciuta, grazie ancora. Ciao a tutti!
   
 
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