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Autore: Servallo Curioso    04/07/2009    3 recensioni
Ham è un dio che vive in un pantheon fatto di ruoli assurdi. Lui, comunque, si sente costretto a quel ruolo fatto di studio e ricerca; privo di azione, fama ed esperienza. Non è capace di accettare la sua natura così impulsiva e sognante, all'opposto del suo ruolo: l'archivista che passa l'eternità nelle sue stanze. Conosce gli dei, conosce la storia, conosce qualsiasi cosa scritta fino a quel momento: ma non conosce il brivido di provare quelle avventure tanto sognate sulla propria pelle. Quando l'occasione finalmente si presenta, Ham, capisce di non essere adatto a quel genere di storie: quelle con l'azione, la paura della morte e il fragore delle armi di sfondo. Questa volta, però, non potrà decidere di ritirarsi: è scoppiata la guerra.
Genere: Drammatico, Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Act.2 –La furiosa guerra degli Dei

Infine eccola: la guerra.
Riesco ancora a rivivere alla perfezione quei momenti. È quasi triste e malinconico intingere questa penna bianca donatami con affetto per descrivere tali eventi”.

Capitolo 11 – Preparativi

Avevo una missione ma non era la mia priorità: pensai dunque che con la scusa della convalescenza avrei potuto perdere tempo tra i libri dell'archivio. Alla fine mi ero appena svegliato dopo quattro giorni di sonno, avevo toccato il limite e fatto una cosa impensabile fino a quel momento: meritavo del riposo.

Tornato nelle mie stanze pregai Maonis di andarmi a chiamare Katyana. Lui sbuffò e protestò con forza. “Io sono un dio! Mica posso fare questi lavori! La prossima volta che farai? Mi chiederai di pulirti le unghie?” era discorsi da gatto e mentre li faceva, dondolando, andava a svolgere la mansione che gli avevo assegnato.
Protestava sempre ma alla fine era un amico gentile e disponibile.
Katyana mi raggiunse velocemente. Entrò sorridendo, mentre finiva di legarsi i capelli in due trecce che cadevano ai lati del viso. Aveva un completo molto grazioso, simile a quelli di Chube. La gonna era abbastanza corta e ondulata mentre sopra c'era una camicetta con enormi bottoni e maniche corte. Tutto di un delizioso color crema e vaniglia.
Mi venne fame solo a vederla.
Così devi già ripartire” commentò lei dopo che le dissi della mia missione. “Ultimamente non ci sei mai, sembra che tu abbia cambiato mestiere” scherzò. “Da archivista a... viaggiatore solitario!”
Io scossi la testa ridendo. “Neppure io capisco. Il Grande Padre è molto strano”.
Beh, se vuole riunire tutti penso che abbia le sue ragioni. Forse dichiarerà finalmente guerra a quella strega di Elian”.
Forse. Ma nessuno sa nulla di lei? Ha assalito il castello ed è sparita. Possibile che non si possa scovare e annientare definitivamente?” ero confuso. Io avrei agito in questa maniera.
Appunto” rispose lei agitando un dito per aria “... è sparita”. Sospirò, raccontandomi quelle cose che in quattro giorni non avevo potuto vivere.
Venni a sapere che Sakroi aveva dialogato a lungo con il Grande Padre dopo la battaglia. Lei voleva attaccare Knossa, distruggere Elian ma lui la frenava ogni volta. Sapeva che un'azione tanto esplicita avrebbe fatto tremare gli uomini, queste fragili creature. Vedere gli dei in guerra avrebbe sicuramente danneggiato la fiducia che pongono in noi.
Quella dea era forse più ferma e antica dei valori che proteggeva. Le sue prediche mi sembravano obsolete e agiva sempre guidata da qualche 'ragione divina' che però non comprendevo. La convinzione che metteva nelle sue prediche, però, era al pari un'armata imbattibile. Ti travolgeva ricordando i tempi antichi e gloriosi, quelli con la rettitudine, la pace e cose del genere.
Non aveva mandato giù ancora il bisticcio con Arone e riversava la sua ira in proposte folli di battaglie o assedi contro la base della divinità del ciclo. Nei momenti di lucidità, però, quando non si faceva trasportare dalle sue stesse parole, capiva che Elian non era più a Knossa.
Non era così stupida, quella traditrice, da rimanere nella stessa base dopo aver scoperto le sue carte.
Aveva un'altra casa: ma dove?
Ascoltai interessato i discorsi di Katyana e appena ne ebbi la possibilità feci la domanda che mi stava tormentando.
Cosa si può fare per dimostrarsi grato a un fedele?”
Lo sguardo della dea si fermò su di me e attraversò tre fasi: confusione, spavento e quell'aria di chi ha capito tutto.
Sapevo che lei mi avrebbe detto qualcosa di utile, come Chube. Altri mi avrebbero fatto demordere, perché è normale essere adorati, mentre loro due erano stranamente affidabili e in linea con i miei pensieri.
È quella sacerdotessa, vero?” domandò avvicinandosi a me, come se la conversazione fosse diventata segreta “Ho visto il suo Torii, è stata molto gentile”.
Te l'ha detto Maonis” commentai.
Sai...”.Lei mi lanciò un'occhiata astuta e rispose con finta aria da esperta nel settore: “...è solo un gatto: è stato facile farlo parlare”.
Io sorrisi appena alla sua imitazione dell'inquisitore o della spia e continuai. “Sono cosciente che non dovrei farlo...”
Ma che dici?” mi interruppe afferrandomi le mani “Lei ha creato il legame e tu dovresti essere terribilmente gioioso di questo”.
Era vero, lei aveva creato il famoso legame mistico tra dio e uomo. Tutta la storia ricorda molteplici casi di 'legami', soprattutto creati tra uomini e divinità viaggiatrici, ma per me era una rarità. C'erano stati altre due saggi, vecchi e radicati nelle loro posizioni di prestigio, che avevano detto di aver creato con me un legame ma io non me n'ero mai reso conto, né ricordavo di aver fatto loro delle visite. Nima era invece la prima con la quale si era instaurato questo filo invisibile. Si dice che l'essere umano nei sogni riesca a capire la condizione del dio così da poterla esprimere ai fedeli. Tutti coloro che scoprivano di aver acquisito quest'affinità finivano per diventare sacerdoti Dorati, cioè di rango speciale. Erano il diretto portavoce delle divinità o coloro che si occupavano di soddisfare e pregare per i problemi del divino protettore.
Potresti regalarle un Torii che dimostri la tua protezione nei suoi riguardi. Di solito funziona così”. L'usanza comune era veramente quella, ma io non potevo conoscerla essendomi così poco interessato alla cosa.
Ero pensieroso però: non sapevo cosa fabbricare.
Lei mi lasciò le mani. Eravamo stati fino a quel momento seduti sul letto, uno affianco all'altra, ma lei si alzò dirigendosi alla finestra. “Gli dei, soprattutto al primo legame, donano qualcosa di personale”.
Tipo dei panni sporchi?” chiesi scherzando.
Ovvio. Su, dammi la tua maglia che gliela portiamo!” rispose lei già sorridente.
Scoppiammo in una grassa risata che mi fece dimenticare tutta la preoccupazione di quel giorno.
Come nel sonno tutti i problemi sparirono per poi ripresentarsi successivamente.
Seriamente parlando” iniziò avvicinandosi di nuovo a me “Puoi darle un pennellino, un libro o una delle penne che usi da più tempo”.
Annuii convinto.
Prima di salutarci, lasciando che ognuno tornasse ai propri lavori, lei si raccomandò con me di fare attenzione e di non ridurmi come l'ultima volta. Sembrava rilassata, come se quella battaglia non l'avesse colpita profondamente.

Il pomeriggio stava volgendo al termine e Sakroi tornava nelle sue stanze dall'aspetto elegante e sfarzoso.
Vicino alla soglia però la aspettava il clown, colui che appariva di rado e solo per disturbare.
Non possedeva volto, ma solo una maschera bianca teatrale sulla quale stampava le espressioni. La veste era quella di un giullare, compresi stivali con campanelle e grande cappello. Aveva una tinta rossa e arancione quel giorno.
La dea lo ignorò, ma non appena fu abbastanza vicina, fu lui a farsi avanti.
Brutta battaglia” ghignò.
Fermandosi lei gli lanciò un'occhiata sprezzante. “Una battaglia dove tu non ti sei fatto vedere”.
Ero distratto, me ne scuso”.
Sakroi scosse il capo: si chiedeva come certi individui potessero vivere al Palazzo. Jester, il dio degli scherzi, della finzione e del tradimento eraun tipo poco raccomandabile ma che non aveva mai combinato guai.
C'entri qualcosa?”
Mi offende se sospetta di me, cara divinità” rispose lui con un leggero inchino. Ogni suo gesto era portato al limite, come se volesse sforzare al massimo qualsiasi movimento, esasperandolo.
Rispondimi”.
Ovvio che no, Sakroi. Non potrei mai complottare contro il Palazzo. Mi crede forse un traditore”.
Sai benissimo quel che penso di te”.
Oggi è più scortese del solito”. La maschera era felice, eccitata forse. “Ha controllato bene il suolo sacro? Ci sono forse spie?”
Non ce ne sono, ovviamente. Elian è una pazza e morirà annientata dalla sua stessa sete di potere. Con lei, tutti i suoi aiutanti”.
Il Clown si avvicinò alla dea che però si guardò bene dal lasciarsi toccare.
Mi piace questa sua determinazione, divina Sakroi; ma lei sa bene che non cerca il potere la nostra nemica”.
La dea sgranò gli occhi e fece cenno di tacere. “È solo una pazza” commentò.
E Raffaella? Manius è stata contattata”.
Hanno combattuto a Porcias, anche se non so quale delle due è più indegna del titolo di dea”.
Jester ghignò: quello era pane per i suoi denti. “C'è stata anche una proposta” sospirò, come se gli fosse sfuggito dalle labbra.
Come dici?”
Nulla”. Rise, sapendo che ormai aveva gettato la sua esca. “Era un pensiero”.
Sakroi non fece in tempo a dire nient'altro. Il clown scomparì come era apparso, scivolando dentro la parete con qualche incanto.
L'indomani avrebbe chiarito la cosa.

La notte passò con incredibile rapidità. Avevo bisogno di altri giorni di riposo e lo notai quella sera, quando mi addormentai di colpo lasciandomi alle spalle quelle preoccupazioni.
L'indomani mattina qualcuno bussò alla mia porta. Inizialmente finsi di non sentirlo, arrotolandomi nelle lenzuola candide, ma dovetti cedere infine.
Strabuzzai gli occhi quando aprii la porta.
Nelunis! Che cosa ci fai qui?” mi chiesi per quale assurdo motivo era venuta a trovarmi.
Lei accennò un ghigno con il quale, forse, si scusava di avermi svegliato e mi rispose con voce decisa: “Sono venuta ad avvertirti che appena tu sarai pronto, partiremo per la missione”.
Non indossava la solita corazza ma una veste di un colore smeraldo brillante. Era di una stoffa pregiata, lungo e decorato con ricami di vario genere.
Sei tu il mio accompagnatore?”
Sì” rispose lanciando un'occhiata allo studio nel quale dormivo.
Scossi la testa: ero ancora per metà addormentato, inoltre il giorno prima ero talmente stanco che non mi ero cambiato.
Credevo che tu ti saresti occupata del giardino, finché Revery non fosse ripresa” dissi.
Si voltò verso di me, appoggiando il tomo sulle armi che aveva preso dalla libreria. “No. Il giardino sarà sorvegliato da Lorissy e Maonis. Quel gatto è l'unico con il sonno simile a quello della dea” rispose tornando a scrutare i vari tomi in disordine.
Mi sono stupita anch'io” continuò mentre, afferrando dei vestiti puliti, mi avvicinavo alla stanza da bagno per prepararmi. “Sono due divinità con grande potenziale ma non valgono quanto Revery; io poi sono l'unica presente, invece, a competere con lei in termini di forza. Mi sono dunque insospettita: è come se il Grande Padre pensasse che la protezione del Palazzo sarebbe potuta passare in secondo piano. Reputa forse più importante proteggere te, Ham?” mi chiese.
Rimasi quasi intimorito. “Secondo me: reputa più importante portare a termine questa missione” suggerii uscendo dal bagno. Per la prima volta da quando era arrivata incrociai il suo sguardo. I suoi occhi sembravano pronti a scrutare la mia anima, carichi di un'esperienza inimmaginabile, temprati da infinite battaglie.
Eppure c'è qualcosa che non mi torna” sputò. Non potei fare nient'altro che abbassare lo sguardo tentando di salvare il mio spirito da quella fiamma ardente che stava ora osservando le varie copertine.
Aveva ragione, lo ammisi sbuffando, la cosa non aveva alcun senso. Il Grande Padre aveva forse sospettato che Elian non sarebbe tornata tanto presto ad assediare il Palazzo e che Maonis e Lorissy fossero più che sufficienti, ma inviare me e Nelunis aveva qualcosa di strano.
Io sarei potuto essere di grande aiuto all'interno della struttura e la dea che era con me sarebbe bastata per sostituire, da sola, il gatto e il mezzo dio. Anzi: Maonis e Lorissy sarebbero potuti andare al posto nostro a compiere quella missione; perché no?
Iniziavo a non capirci più nulla.

C'erano molte divinità che non tornavano sul suolo sacro da anni, avendo trovato dimore nelle terre umane; mentre di altre non si sapeva più nulla. Capito questo: dovetti ammettere che era qualcosa di molto impegnativo richiamarle al Palazzo.
La dea della battaglia se ne era andata dicendomi che dovevo rimettermi il più velocemente possibile per iniziare questo dannato compito e indicandomi il primo nome.
Inizieremo dalla burattinaia; sappiamo qualcosa su dove si trova se non sbaglio” concluse.
Io non l'avevo mai vista e mi ero quasi dimenticato di lei. Kinsis, la dea burattinaia che manipola gli uomini e incrina i loro rapporti: una divinità forse troppo dispettosa ma dall'indole pacifica.
Prima di tutto, però, dovevo fare due cose.

Dopo aver chiesto informazioni a Chube su dove si trovasse, arrivai fino al giardino sul fianco ovest, vedendolo appoggiato al muretto di pietra bianca. Arone aveva i capelli di un rilassante color crema mentre la veste era tinta di arancio e marrone. Non indossava più l'armatura e aveva scoperto la veste che teneva al di sotto.
Scrutava l'orizzonte, forse osservando il mondo degli uomini.
Divino Arone” iniziai.
Si voltò sorpreso del mio arrivo. “Ham! Scusami, ma ero talmente preso dalla mia osservazione che non ti avevo sentito avvicinarti”. Mi sorrise con gentilezza.
Non avevo una gran confidenza con lui, anzi, quella era la prima volta che parlavamo e perciò fui molto rispettoso e formale.
Ti devo ringraziare per i doni che ci hai offerto” dissi facendo un leggero inchino. “Vorrei però farti una domanda”.
Chiedimi quello che vuoi” rispose senza dar peso ai ringraziamenti.
Cosa ci facevi da quelle parti?”
Il suo volto mutò all'improvviso. L'espressione serena si trasformò in un volto pensante e impreparato a quel quesito. “Ero semplicemente da quelle parti. Nulla di programmato” sospirò.
Io però non gli credetti. Amava la quiete delle foreste, non il brusio della via principale delle città.
Perché mai recarsi in una regione così aspra senza un motivo?
Ci scambiammo uno sguardo e lui comprese ciò che pensavo.
Improvvisamente scoppiò in una fragorosa risata, come per voler dimenticare la sua bugia.
Non ti si può nascondere nulla, eh? Sei proprio un piccolo dio sveglio” esclamò tornando tranquillo. Con una mano mi diede alcune leggere pacche sulla spalla, avvicinandosi a me.
Ebbene: diciamo che, forse, avevo interesse a essere da quelle parti”.
Non vorrei sembrarti scortese, ma che tipo di interesse avevi?”
Lui fece una smorfia, indeciso se rispondermi o meno.
Non sei scortese, piccolo Ham, ma non è nulla di così importante. Mettiamola così: avevo da sbrigare una faccenda ma voi l'avete svolta per me”.
Con un ultima pacca gentile si allontanò con l'intenzione di chiudere quel dialogo.
Era un tipo molto strano, pensai.
Chissà a cosa si riferiva. Sicuramente aveva a che fare con Elian e la fortezza, anzi: probabilmente riguardava proprio l'esplorazione del forte; avendo capito qual'era la nostra missione aveva lasciato a noi il compito, dandoci un equipaggiamento più adatto.
Doveva essere proprio così, mi rassicurai.
In realtà, fosse stata un'occasione normale, ci avrei rimuginato sopra a lungo; ma in quel momento avevo fin troppe preoccupazioni per curarmi di lui e dei suoi interessi.

Ora mi mancava solo una cosa da fare.
Avvertii Nelunis della mia partenza, rassicurandola poiché sarei tornato al più presto.
Differentemente dalla volta precedente, essendo in pieno possesso dei poteri divini, ci misi molto poco a raggiungere il tempio di Markentel.
Arrivai al tempio avvolto da una mantella che coprisse il mio corpo e il mio volto. Silenziosamente la raggiunsi.
La sfiorai, accarezzando la morbida stoffa della sua tunica, e le indicai un luogo tranquillo e isolato del santuario.
Era una piccola cappella priva di idoli e di utilizzo.
Riconobbi nel suo sguardo la stessa espressione stupita della prima volta.
Sacerdotessa Nima: questo è per lei”.
Con un rapido gesto le mostrai un piccolo pennello. Aveva un aspetto logoro e troppo comune per sembrare l'artefatto di un dio, eppure quello era stato il mio miglior pennello per molti anni.
Accetta questo dono!” le ordinai senza voler sembrare minaccioso.
Dopo l'inchino annuì con la testa, lasciando che i lunghi capelli neri le scivolassero sul volto.
Sono lieta che voi mi riteniate degna di un simile dono”.
Troppe frasi inutili, toni formali solo per costrizione. Era una commedia odiosa.
È il mio ringraziamento per la sua premura nei miei confronti”. Continuai. “Adesso se vuole potrà portare la mia parola nel mondo”.
Lei distolse lo sguardo per un secondo, mentre riceveva tra le mani quell'oggetto tanto prezioso quanto potente.
Mi avvicinai di un passo, lasciando cadere la mantella a terra.
C'è qualcosa che la turba?”.
Mi avvicinai ancora, prendendole le mani mentre le consegnavo il dono. Ci volle un istante, un solo attimo per leggere nella sua mente la risposta. Lei però mi sorprese, rispondendomi di sua volontà; anche se già sapevo tutto.
Le persone si sono spaventate. I sacerdoti predicano la caduta del Palazzo; i Dorati, poi, affermano di aver perduto il filo che li legava al dio e lo credono distrutto. Tutti pensano che sia accaduto qualcosa: qualcosa che porterà le divinità alla rovina”.
Lei non voleva assolutamente alzare lo sguardo e io le lasciai le piccole mani affusolate, che ormai stringevano quel prezioso Torii.
Tu lo credi?” chiesi. Non mi accorsi di aver cambiato tono, parlandole in tono informale e confidenziale.
Io avevo temuto per voi, ma adesso so che non vi è accaduto nulla. Dirò nelle mie messe che gli dei non stanno precipitando nel caos”.
Questo è un momento molto difficile: gli dei stanno affrontando una guerra. Prega per la nostra vittoria, prega il Grande Padre o il Servallo!” esclamai.
Dare informazioni di questo tipo a una donna umana era forse una lama che si rivolgeva contro di me e divenni consapevole che presto mi si sarebbe rivoltata contro.
Me ne andai dopo i suoi ringraziamenti, sparendo in un turbine di carta come ero apparso.
Anche gli uomini dovevano capire cosa stava accadendo.

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Per Kanako che ho scoperto anche essere sul forum.
No, non devi invidiarmi più! Sto scrivendo il capitolo dodici ma ho dei problemini con lo sviluppo della storia e probabilmente ci metterò più tempo del previsto xD
La musica? Io l'ascolto sempre ma solo perché mi infastidisce il silenzio. Quando scrivo mi immergo nel racconto e i suoi diventano poi del tutto secondari. Comunque metto sempre delle musiche in lingue straniere (come il giapponese) così che la comprensione del testo non mi distragga xD
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Krost, la dea dei racconti e della letteratura. (Pervin Litteratur)
Lei è la divinità che ispira e giudica le opere degli scrittori. Ama tutte quelle letture porche al limite della decenza e protegge tutti coloro che narrano storie.

Arone, il dio dei colori (Rosbluver)
Arone è la divinità dei colori e della pace. LUi ama i luoghi tranquilli e i prati fioriti. Si dice che sia il più forte e il più spettacolare degli dei nella lotta.

   
 
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