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Autore: Adhafera    23/05/2018    1 recensioni
Essere amici non è sempre cosa facile, essere amici di un Black non è mai cosa facile, lo sanno bene James Potter e Ryesen MacFusty, legati rispettivamente a Sirius e Regulus Black. Essere fratelli maggiori non è sempre cosa facile, essere fratelli maggiori di un Black e di un MacFusty non è mai cosa facile, lo sanno bene Sirius e Ross che cercano disperatamente di salvare i propri fratelli minori da un destino oscuro e imminente. Essere amanti non è mai cosa facile, essere amanti nel caso di un Grifondoro e un Serpeverde poi è praticamente impossibile, lo sanno bene Evan ed Emmeline che tirano fuori il peggio di sé solo in presenza dell'altro...e lo sa anche Dorian Greengrass lacerato da sentimenti malsani e troppo difficili da gestire e il dovere verso la sua famiglia e la sua casa. Essere purosangue e mangiamorte non è sempre cosa facile, essere purosangue e mangiamorte ma desiderare di salvare un legame profondo è massacrante per Rabastan Lestrange che viene accolto da un abisso di solitudine, tenuto a galla solo dall' affetto di Ross che rifiuta di lasciarlo andare. Odiare James Potter è facilissimo soprattutto se sei Lily Evans, diventa difficile solo quando si mette in mezzo la meschinità dell'affetto
Genere: Guerra, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Emmeline Vance, Evan Rosier, I Malandrini, Nuovo personaggio, Regulus Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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Isola di Taransay, Ebridi Esterne, Scozia. Settembre 1976


“Fermo Ruadh...fermo”

Sigrid Thorburn era una donna anziana e saggia, aveva già superato la soglia dei centodieci anni e in vita sua era sicura di aver assistito a tutti gli eventi straordinari, catastrofici o edificanti, che il genere umano potesse riservarle, ma la vita, purtroppo, non smette mai di stupirti.

Stupita, ecco com'era la mattina d'estate dell'ultima settima settimana di Agosto, stupita prima e inorridita poi, perché ne era certa la vecchia Sigrid, nessuno al mondo avrebbe mai potuto ridurre il suo Ross in quel modo, non c'era riuscito un Gallese verde quando aveva quattordici anni, non c'era di certo modo che ci sarebbe riuscito un uomo trovandolo provvisto di bacchetta e privo di incoscienza adolescenziale, eppure qualcuno lo aveva fatto altrimenti lei non lo avrebbe avuto lì, in casa sua, malandato, con strati di pelle che cadevano a pezzi dalla sua schiena e il resto del corpo coperto di sangue.

“Sig come va stamattina il ragazzo?”
“Si lamenta Eskil, come al solito... incosciente scavezzacollo, cosa mai ti sarà capitato”

Lei e suo marito Eskil avevano tenuto il giovane nascosto in casa loro per diverse settimane ormai e sebbene la maggiorparte delle sue ferite fossero guarite il ragazzo si ostinava a non parlare con loro, la sua bocca non aveva pronunciato neanche una parola per tutto il corso del soggiorno e Kenwyn, pace all'anima sua, non aveva di certo avuto il coraggio di dare spiegazioni al posto suo, anche lei se ne stava lì, zitta come una sardina e con le ginocchia tirate fino al naso, ad aspettare che Sigrid finisse con le medicazioni, sbirciava ogni tanto cercando di non farsi notare, allungava il collo e lo tirava indietro, allungava il collo e lo tirava indietro, allungava il collo e...

“Per amor di Frygga mocciosa!”

sobbalzò sentendo la voce del nonno alzarsi perentoria e rimproverarla, gli occhi nerissimi di Eskil Thornburn la fissavano senza nascondere l'evidente irritazione per l'atteggiamento stupido della ragazza.

“Sei una strega non uno struzzo, piantala di agitarti così”

“Scusa nonno”

“Non ti scusare, mai...non con me e non con terzi, sei una Thornburn maledizione...accidentaccio a me”

“Scus- ehm, va bene nonno, mi chiedevo solo se Ross potesse provare ad alzarsi oggi...son già diversi giorni che non-”

“MacFusty qua si alzerà quando io dirò che può alzarsi, e uscirà da qui quando io dirò che potrà uscire...le due cose coincideranno nel momento in cui Ruadh mi dirà cosa è successo, a meno che non lo voglia fare tu Kenwyn, fuori tutti e due”
Kenwyn scattò in piedi e si dileguò senza aspettare il vecchio nonno, resisteva come poteva a quell'attacco psicologico che i suoi nonni avevano deciso di infliggerle, ma non avrebbe parlato, non avrebbe detto a nessuno quello che aveva visto, se lo avesse fatto non solo sarebbe scoppiata una guerra ma Ross non le avrebbe mai più rivolto la parola, a quel pensiero sentì le guance colorarsi di rosso come quelle di un'adolescente.

Stupida, stupida Ken... devi lasciarlo perdere.

Quell' affetto incondizionato e a senso unico che provava per l'erede dei MacFusty era inappropriato e fuori luogo, soprattutto in quel momento, eppure quando lo aveva visto battersi con Rabastan Lestrange e quando successivamente li aveva visti entrambi essere inghiottiti da un ardemonio un pezzo di lei era morto con loro, perché era consapevole la giovane strega che nessuno dei due si sarebbe mai ripreso da quello scontro, così come era certa lei che non si sarebbe mai ripresa da quello spettacolo agghiacciante.

Eravate amici...amici e vi siete quasi ammazzati a vicenda.

Kenwyn non sapeva cosa fosse successo esattamente, non era la prima volta che litigavano, né la prima volta che si ferivano, era quasi una cosa continua tra loro ma ridevano sempre, quella era una loro costante, ridevano quando facevano il bagno nell'oceano o nelle pozze delle fate di Skye, ridevano quando mangiavano, quando duellavano, quando parlavano con il vecchio Brandon, quando lei li implorava di non usare magia pericolosa o di non infastidre Zephyro davanti a lei...ridevano sempre, era stata la mancanza di risate a farle comprendere che c'era qualcosa che non andava, a farla correre da Ness MacFusty, guardiano del castello di Barra e unico MacFusty sull'isola. Quando arrivarono per separarli Rabastan era fuggito e Ross era disteso sul terreno circondato dal fuoco, le chiedevano tutti cosa fosse successo, la verità è che lei non aveva idea di cosa fosse successo, sapeva solo che quel giorno né Ross né Rabastan avevano riso, a significare che, a discapito di ciò che era già successo, qualcosa ancora sarebbe accaduto.

Cosa è successo era semplicemente la domanda sbagliata, cosa succederà invece, suonava come una minaccia.


***


Il bruciore degli unguenti che Sigrid gli stava applicando sulla schiena lo facevano sussultare di tanto in tanto causando nella vecchia una graduale e inevitabile perdita della pazienza. Più lui si muoveva più la delicatezza delle sue mani veniva a mancare, eppure non poteva farci nulla, il dolore era ancora troppo vivido in certi punti e Ross era certo che gli sarebbero rimaste delle cicatrici, se Kenwyn non fosse arrivata in un momento così inaspettatamente opportuno forse avrebbe anche perso l'uso del braccio...sì non c'era che dire, lui e Rabastan quella volta ci erano andati giù davvero pesanti e avevano devastato una zona importante dell'isola di Barra, se suo cugino Ness non fosse stato così affezzionato a lui e così insofferente nei confronti di suo padre sicuramente ci avrebbe pensato il vecchio Brandon a finire il lavoro per il Lastrange.

Nonappena sentì la garza venire applicata su quello che rimaneva della pelle della sua schiena fu certo che Sigrid avesse terminato il lungo processo di medicazione al quale lui veniva sottoposto ormai due volte al giorno.

Allora Ruadh...vuoi dirmelo cosa ti è accaduto oppure devo estorcertelo con una maledizione senza perdono?”

il ragazzò deglutì sonoramente, gli occhietti violacei di Sigrid non si staccavano da lui e gli fecero intendere immediatamente che la donna non scherzava.

Nonostante la sua età Sigrid era una delle streghe più temibili su cui la Scozia potesse fare affidamento, non facevano parte del clan lei e suo marito ma i Thorburn erano amici della sua famiglia sin da quando essa non esisteva ancora, il legame che li univa era nato assieme a Frygga, fondatrice del suo Clan, e Bjornar partito con lei alla volta dell' isola occidentale molti secoli prima, assieme a Salazar stesso, praticavano magia antica e non convenzionale e, per sua fortuna, erano dalla sua parte, roteò gli occhi azzurri e acquosi verso la donna leggendo nel suo sguardo tutta l'apprensione che avrebbe letto in quello di sua madre. Sigrid ed Eskil non avevano figli, non più, gli rimanevano solo Kenwyn, che lui aveva rischiato di mettere in pericolo per una lite con il suo migliore amico e sé stesso, perché era innegabile che quei due burberi anziani vedessero in lui il nipote che non avevano mai avuto.

Ruadh, io sono dalla tua parte, ma devi dirmi cosa diamine è successo, ti rendi conto vero che tuo padre non se ne starà lontano ancora per molto?”

Sigrid prese ad accarezzargli i capelli con una dolcezza che non apperteneva a quella donna erede dei Vichinghi, non poteva dirle quello che era successo, non del tutto almeno, non serebbe potuto essere onesto con nessuno, nemmeno con Wynnie che lo aveva trovato martoriato sul terreno spoglio di Barra, non poteva essere onesto ma sentiva il tremendo bisogno di sfogarsi con qualcuno e in quel momento la vecchia era l'unica della quale si fidasse ciecamente.

è...è stato Rab a ridurmi così...io stesso non...non ci sono andato giù leggero...per Frygga cosa gli ho fatto!”

poteva sentire copiose gocce calde rigargli il volto, nessuno sapeva quanto avesse bisogno di piangere, perché per quanto fosse certo di essere nel giusto, per quanto fosse certo di non aver torto per quanto riguardava quella maerea di orrori di cui si leggeva sui giornali, non riusciva a capacitarsi del fatto di aver attaccato Rabastan per primo e aveva paura ad informarsi per scoprire cosa gli fosse capitato.

Non riesco a spiegarmelo, non riesco a capire come abbiamo fatto a ridurci in quel modo...io sapevo bene che tipo conseguenze avrebbero avuto gli incantesimi che stavo usando...ma non riuscivo a fermarmi, ero...ero come...”
“Assuefatto dal sangue”
Ross trovò il coraggio di guardare la donna negli occhi e ciò che ci lesse era comprensione...miracolosa comprensione, era a conoscenza del fatto che Sigrid in gioventù avesse avuto una lite molto simile con una sua sorella era anche per quel motivo che aveva deciso di confidarsi proprio con lei.

Dimmi Ruadh, il nostro piccolo Lestrange perché è venuto a cercarti fino alle coste di Barra? Cosa voleva da te?”
“Non posso dirtelo Sigrid...non posso davvero mi dispiace”
Non puoi? Sei consapevole di quelle che potrebbero essere le conseguenze per il vostro litigio? Potreste finire ad Azkaban tutti e due! Rodolphus potrebbe venire a cercarti o a cercare Wynnie per averti aiutato, ne verrà fuori una crisi ragazzo! Questo è il momento di smettere di vivere nei tuoi stupidi ricordi adolescenziali e di affrontare la vita, quella vera Ruadh, non quella ovattata dal mare delle Ebridi. Cosa faresti se per ripicca qualcuno dei Lestrange se la prendesse con qualcuno del Clan, con Ryesen magari?”

Non lo farà, nessuno verrà a cercarmi e tanto meno cercheranno Kenwyn o Ryesen, di questo sono sicuro”

la donna iniziò a camminare facendo avanti e indietro nella piccola superficie perimetrale dell'infermeria di casa sua, era frustrata e preoccupata, Sgrid ed Eskil erano di natura due vecchi estremamente diffidenti, diffidenti nei confronti degli Inglesi, degli altri maghi in generale e adesso lui stava loro dando ottimi motivi per esserlo anche nei confronti di quel Clan al quale erano legati da sempre. Si alzò sfidando la pazienza della donna che stava con lui e, cercando di non cadere provò a rimettersi i vestiti addosso.

Dove credi di andare disgraziato!”

Devo andare a fare una cosa, come hai detto tu Sig non posso stare qui per sempre, soprattutto se c'è qualcuno che mi sta dando la caccia”

Ruadh per l'amor del cielo, torna qui!”

l ragazzo si trascinò fuori dalla dall'abitazione e camminò verso il mare incrociando subito lo sguardo stralunato di Kenwyn che alla vista del suo petto ancora scoperto divenne porpora come quei fiori che crescevano sulla riva dove era seduta.

Ross, cosa diavolo ti prende torna dentro...devi riprenderti...e devi vestirti per amor del Cielo!”

Wynnie...grazie per essermi venuta a prendere, ti sarò eternamente debitore, sei l'amica più cara che ho”

Kenwyn cercò di dire qualcosa prima che le labbra del ragazzo le stamparono un bacio sulla guancia smaterializzandosi subito dopo e lasciandola con un'amara consapevolezza in testa.

L'amica più cara...ma certo...vai Ross...vai a farti ammazzare da quell'altro tuo amico.


***


Hogwarts, Scozia, Settembre 1976


La tensione che si respirava nell'aria in quel momento era quasi tangibile, Sirius Black se ne stava con la schiena attaccata al muro dell'infermeria aspettando che il suo migliore amico finisse di essere rimproverato da madama Chips che, per quanto preparata nelle arti mediche, lo era un po' meno in quella che Sirius definiva teoria di causa ed effetto...non era possibile infatti che fosse James quello che era stato rimproverato quando era lui quello che da quattro giorni a quella parte doveva presentarsi puntuale come un orologio dalla suddetta per farsi medicare la faccia, c'era qualcosa che non tornava nel comportamento di quella vecchia arpia, in teoria, dati i suoi studi avrebbe dovuto essere felice di dedicarsi ai malati e agli infermi ma evidentemente per i Malandrini quel discorso non valeva.

Sirius smettila di guardarla in cagnesco, non ti ha fatto niente!”
“Non sono io che la guardo in cagnesco Rem, è lei che ci odia...insomma guarda la lavata di capo che sta facendo a James, dico bene Pete?”

il ragazzino gli fece un cenno d'assenso guadagnandosi un'occhiata torva da parte di Remus che in quel momento, come in tanti altri momenti, era l'unico a mantenere la lucidità, spostava nervosamente lo sguardo da Sirius e Peter che mangiavano a tradimento la cioccolata offerta per i malati e James che teneva il capo chino davanti alla Chips, la quale insisteva parecchio su un punto che anche Remus in tutta onestà riusciva a comprendere: L'infermeria non era il loro secondo dormitorio.

“Lo vedi come fa? Come se James fosse l'esecutore e non la vittima, il carnefice e non l'infermo bisognoso di cure!”

“L'unica infermità di cui James si deve preoccuoare è quella mentale e...scusa quella da dove l'hai presa?”

guardava con sospetto la seconda o terza barretta di cioccolata che Padfoot sgranocchiava tenendo gli occhi puntati fuori dalle finestre, non gli ci volle molto per capire che mentre Sirius lo distraeva con le sue assurde accuse nei confronti della povera Madama, Peter zitto zitto si avvicinava a ogni lettino per afferrare il peccato travestito da barretta al cacao, appena la donna se ne rese conto mollò James per avvicinarsi a loro, avrebbe dovuto rettificare, forse l'unica infermità della quale dovevano preoccuparsi non era quella mentale del loro amico...forse ora la dolce Madama li avrebbe resi tutti infermi permanentemente.

“Signor Black ha qualcosa di rotto? O di fratturato?”
“N-no”

No a parte l'apparato cognitivo Padfoot...quello se lo dimentica sempre.

“Allora suggerisco a lei ai suoi amici di levare il disturbo”

Con la bocca ancora impastata di cioccolata Sirius afferrò sia Remus che Peter per poi farsi seguire da James, era andata bene del resto, poteva decidere di vivisezionarli per recupare tutta la mercanzia rubata...forse quella non sarebbe stata una giornata così brutta.

“Oh e dieci punti in meno a grifondoro per ogni tavoletta sottratta dal signor Black e dal signor Minus...buona giornata signori”
I quattro si allontanarono di corsa da quella stanza degli orrori andando spediti verso la Sala Grande, non che avesse senso fare ancora colazione con tutto quello che avevano ingurgitato aspettando James ma del resto, avrebbero pur dovuto mostrare al mondo che lo splendido viso del malandrino era tornato in perfette condizioni, vista compresa, così da far sapere che la pacchia era finita per tutti...anche per i nervi di Remus.

“Mi ha lanciato una fattura vi rendete conto?”

“Se tu la lasciassi in pace-”
“Scusa Remus? La stai difendendo? Stai difendendo quella piccola...no...vipera non va bene come insulto, troppo legato a Serpeverde, manco la Evans ne merita uno così grave...vediamo...quella piccola-”

“Quella piccola Gatta?”
“Quello sarebbe un complimento Pad...no no, ci serve qualcosa di meschino ed efficace”

più si avvicinavano al tavolo di Grifondoro più Remus implorava di incontrare la Evans, quattro giorni per rirpendersi da una fattura evidentemente non erano stati abbastanza per James, magari un'altra avrebbe potuto dargli una mano.

“Ha colpito il mio viso, il mio viso per Godric!”
“Lo abbiamo visto tutti James”

“Ha compromesso la mia vista, ritardando gli allenamenti di Quidditch e dando ai Serpeverde ben settantadue ore in più rispetto a noi per prepararsi alla stagione, non è stato solo un crimine contro la mia persona e di conseguenza contro i Malandrini, ma contro il Quidditch! La Evans ha rischiato di distruggere la mia carriera e il mio radioso futuro la deve pagare!”

“Toh guarda! Parli del diavolo-”

Sirius indicò teatralmente la giovane strega intenta a cosnumare la sua colazione accanto a Alice Prewett e a Frank Paciock, fu proprio la vista del giovane Cacciatore che fece diventare James improvvisamente livido.

“James smettila di pugnalare il povero Frank con lo sguardo, potrebbe accorgersene...e poi lui ed Alice hanno una relazione seria, non hai motivo di essere geloso”

Nessun motivo dici Remus?”

Il tono del ragazzo fece gelare il sangue nelle vene a tutti i suoi amici, quando lo videro accelerare il passo verso i posti di Lily ed Alice compresero che qualunque cosa lui avesse in mente gli avrebbe probabilmente procurato un'altra fattura.

“Credi che dovremmo fermarlo Moony?”

“Credo che dovremmo darcela a gambe Peter”


***


“Però dai Lily..poteva andarti peggio, infondo te la sei cavata con poco, pensa se anziché fare ripetizioni a Ryesen la McGranitt di avesse affidato uno di quei troll che se ne vanno in giro con Piton adesso”

il ragionamento di Alice non faceva una piega, era contenta che i suoi amici cercassero di farla sentire meglio e in effetti dare ripetizione alla ragazza più piccola si era rivelato anche un modo molto piacevole di passare il suo tempo, Ryesen aveva molti argomenti di conversazione e se riusciva a concentrarsi non era neanche una vera minaccia con pozioni, l'aveva vista già due volte nei giorni passati e solo in una aveva creato qualcosa che avrebbe potuto nuocere alla salute di qualcuno, era positivo, quello che non era positivo era che lei fosse certa di non meritare quella punizione, Potter non veniva punito per tutte le bravate che combinava con i suoi amici e raramente le sue punizioni duravano più di qualche ora, lei per il semplice fatto di avergli appena appena offuscato la vista si era guadagnata una ragazza a cui fare ripetizione verosimilmente per tutto il prossimo semestre...nel mondo babbano quella si chiamava ingiustizia, mentre rifletteva sui diversi metri di valutazione applicati dalla sua professoressa non riuscì a trattenere uno stranuto e fu colpita dalla consapevolezza come un povero albero da un tuono in mezzo alla tempesta.

“Sta arrivando!”
“Cosa...il raffreddore?”
No Frank, non il raffreddore”

Se c'era un'altra cosa vera di Lily Evans era che lei non si ammalava, semplice e assodato, sin da quando era bambina era stata una persona sanissima, aveva preso l'influenza sì e no quattro volte in sedici anni e non si raffreddava, ma starnutiva spesso, per via della polvere, dei pollini del prurito e di Potter, ormai ogni volta che quel ragazzo provava ad avvicinarlesi il suo stesso corpo le mandava dei segnali, stava sviluppando una vera e propria allergia a quell'individuo.

“Lily chi o cosa sta arrivando?”
Improvviso così come lo starnuto della Grifondoro il giovane cercatore della casa Rosso e Oro si avventò sui tre commensali scrutando Lily e Frank con sguardo poco rassicurante. Frank era impallidito improvvisamente e Lily aveva smesso di mangiare, sapeva per certo che non sarebbe riuscita a mandare giù neanche un boccone.

“Buon giorno Evans...come va la tua faccia? La mia ha avuto dei problemi ultimamente, ma sarai lieta di sapere che Madama Chips è stata in grado di rimettermi in sesto”
“Non saprei Potter, la tua faccia ha sempre dei problemi per quanto mi riguarda, adesso ad esempio è troppo vicina alla mia”

Bene! Visto che la mia faccia è troppo vicino alla tua credo che dovrei volgerla verso orizzonti meno ostili...dico bene Frank?”

“Io che c'entro adesso?”
“Allenamento, stasera, domani, dopodomani...tutte le sere”

“Cos- non puoi prenotare il campo di gioco tutti i giorni James”
“James non ne avrebbe avuto bisogno se non fosse stato spedito in infermeria da una viscida...mangusta...ma purtroppo la persona in questione di cui non farò il nome mi ha condannato a tre giorni in meno di allenamento con la mia squadra, quindi dobbiamo recuperare chiaro?”

Frank poteva sentire lo sguardo assassino della sua ragazza trafiggerlo da parte a parte ma in quel momento non era sicuro quale, tra quello di Alice e quello di James, gli stesse perforando il cuore rischiando di ucciderlo, quella non era più una battagglia tra James e Lily, ora era la battaglia tra James e Lily ed Alice, era la seconda guerra mondiale versione Grifondoro e lui era l'Europa che, indipendentemente da chi ne sarebbe uscito vincitore, sarebbe stata devastata.

“Non hai intenzione di dirgli niente...tesoro?”

Alice osservava Potter con un sorriso così sadico in volto che per un momento James vacillò e considerò di cambiare idea, poi pensò alla coppa nell'ufficio di Lumacorno e al Black minore circondato dai suoi boccini e decise che il Quidditch valeva ogni rischio, inclusa la fine della relazione tra Frank e la pericolosissima Prewett, del resto mica era stato lui a chiedere a quei due di innamorarsi.

“Prewett ricordati, il Quidditch prima di tutto, e inoltre non saranno ammesse più socializzazioni tra i miei giocatori e i viscidi sabotatori della mia persona e quindi, per estensione, di tutta la squadra di Quidditch”
“è assurdo, non puoi dirgli con chi fare amicizia!”
“Torna al punto uno Evans, nessuno si può mettere tra me e la mia coppa, andiamo Frank! Cosa avete tutti da guardare? Forza Paciock...VINCERE E VINCEREMO!”

Lily ed Alice guardarono i due allontanarsi con lo stesso sguardo stralunato e sconvolto di tutti gli altri membri della casa e non che avevano assistito a quella scena patetica, rirpresasi dallo shock iniziale si era però resa conto di una cosa vitale e fondamentale per la sua giornata, ovvero che una giornata che inizia con Potter che ha l'ultima parola non sarebbe stata una bella giornata, si alzò a sua volta catturando di nuovo l'attenzione dei due Grifondoro.

“Hey Potter, sai che un noto dittatore babbano ha iniziato una guerra proprio usando queste tue esatte parole? Ha finito la sua grande opera appeso per i piedi in pubblica piazza...andiamo Alice”

le due ragazze sorpassarono i compagni per avviarsi soddisfatte verso la loro prima lezione accompagnate dall'ostilitò di Potter e Black e dalla provonda disperazione di Frank e Remus, era ufficiale per davvero, una guerra era iniziata nel seno della casa di Godric, e Lily era sicura di non volerne uscire sconfitta.

“Da quand'è che le tue conversazioni con la Evans finiscono con lei che ha l'ultima parola James? Dovresti vergognarti, che Malandrino sei? E tu Frank perché non hai detto niente?”

“I-io che ho fatto adesso?”

“Sei o non sei nostro fratello Frank? Non sanguini con noi, non soffri con noi, non gioisci con noi? Ora è il momento di combattere con noi”

Frank osservò i due Malandrini allontanarsi assieme decisi e determinati a mettere in azione qualche altro dei loro piani malvagi, ora aveva un'altra certezza, se lui era l'Europa i punti della casa erano i cittadini dell'Europa e sarebbero stati drammaticamente ridotti nel corso di quello scontro titanico.


***


Iniziare la giornata con Storia della Magia non era esattamente quello che Regulus Black considerava un buon inizio, non tanto per la materia in sé che da studiare poteva anche essere ritenuta piacevole, quanto per colui che la insegnava.

Il professor Cuthbert Binns aveva il dono unico in quella scuola di poter contagiare la sua età addosso a coloro che avevano la sfortuna di trovarsi nella stessa stanza in sua compagnia per un tempo superiore ai quindici minuti.

Di minuti per adesso ne erano passati circa quarantasei e lu aveva mentalmente raggiunto la veneranda età di ottantasei anni, aveva problemi di attenzione e teneva la testa china sul libro per evitare di incrociare lo sguardo del professore in maniera tale da cammuffare tutto il suo disinteresse con la lettura, lettura di cosa non era certo visto che nell'invecchiamento precoce causato da quella materia era prevista anche una sensibile perdita della vista.

“Black...hey Black!”

il ragazzo tornò a prestare attenzione al resto del mondo quando Barty Crouch suo fedele compagno di banco per le ore di storia lo richiamò a sé.

“Senti ma da quand'è che la tua ombra è così amica di Dylan MacLeod?”

“Come scusa?”

“Ma sì guardali! Maledizione non mi avevi detto che aveva un ragazzo!”

Regulus non sapeva se essere più infastidito dal tono deluso di Barty, come se con chi si frequentasse Ryesen fosse un suo problema, dalle sue affermazioni, che riteneva senza nessun fondamento visto che Ryesen si frequentava con Dylan solo durante le ore di storia della magia perché erano tra gli unici abbastanza stupidi da mettersi al primo banco, o dal fatto che in qualche modo le parole di Barty gli provocarono un fastidioso senso di fastidio che gli prese immediatamente lo stomaco, non era sicuro se quel fastidio fosse causato più dalle parole di Barty o dalla presa di consapevolezza che Ryesen, che a lui piacesse o meno, era una ragazza e Dylan era provvisto di quell'intelligenza umile e gentile che ragazze come Ryesen adoravano da morire e vederla qualche fila di banchi più avanti sorridere rapita mentre Dylan le spiegava chissà cosa relativamente alla materia che stavano studiando lo stava facendo letteralmente imbestialire, si ritrovò a chiedersi cosa diamine ci facesse un professore in aula se agli studenti era comunque permesso di farsi i fatti propri e di rubare le amiche altrui.

“...A conclusione di ciò vorrei che qualcuno mi spiegasse nel dettaglio come mai la legge Rappaport del 1790 negli Stati Uniti è stata così significativa e così criticata”

La mano di Regulus scattò in alto pochi secondi prima di quelle di Ryesen e Dylan, doveva distrarsi da quel fastidio che lo stava pervadendo e riempirsi la bocca con qualcosa che lo distraesse da quel neanche troppo velato furto di frequentazioni.

Appena Binns gli diede il via per cominciare a parlare Regulus spiegò nel dettaglio, dal coinvolgimento diretto del MACUSA alla profonda crisi diplomatica che investiva già il mondo magico, come mai quella legge che impediva i matrimoni tra i babbani e i maghi fosse necessaria per la società Americana ma inappropriata per il periodo storico che si trovava a vivere e allo stesso tempo inevitabile, evitò di perdersi in considerazioni personali che lasciassero intendere quanto d'accordo con quella legge lui fosse o quanto un Ministro che avesse almeno la metà della determinazione della presidentessa Rappaport sarebbe stato utile all'Inghilterra, godendosi sia lo sguardo ammirato del suo professor Binns che i ghigni soddisfatti dei Serpeverde consci di quello che sarebbe successo di lì a poco.

“Meraviglioso, meraviglioso davvero signor Brick”

“è Black Professore”

“Bene, bene...venti punti a Sempreverde per la prontezza del signor Blake”

“Serpeverde professore, siamo figli di Salazar non piante”

Regulus diede una piccola gomitata a Barty Crouch sperando vivamente che il professore non avesse sentito, non aveva nessuna intenzione di perdere i punti appena guadagnati, anche se in effetti capiva bene il fastidio dei compagni, le Case infondo erano lì da un migliaio di anni e non era tanto pretendere che almeno quelle le ricordasse come si conveniva.

Ritrovata un po' di serenità si affiancò a Ryesen quando fu il momento di uscire, di Dylan non c'era più traccia e Crouch aveva avuto il buon gusto di levarsi dai piedi, sorrideva compiaciuto cosa che non sfuggì all'amica.

“Reg sei inquietante... che cosa ti succede?”
“Niente, assolutamente niente, prepariamo assieme il compito di storia per la prossima settimana?”
“Credevo avessi il Quidditch...”

Il ragazzo stava per ribattere quando la figura trafelata e inferocita di Tamsy Parkinson li raggiunse mentre stavano per imboccare la strada verso i giardini per la loro lezione di Cura delle creature Magiche, la ragazza si aggrappò ai due che la osservavano confusi da quell'atteggiamento così fuori dal comune che per una ragazza che normalmente se ne stava ordinata, composta e in disparte.

“Dovete venire con me”
“Che succede Tamsy? Riprenditi un attimo”
“Si tratta di Evan lui-”
“Ti prego non dirmi che lui e Avery hanno combinato un altro dei loro casini, questa è la volta buona che lo buttano fuori”

la ragazza scosse la testa ancora viola in volto e col sudore che le scendeva lungo la fronte appiccicandole i ciuffi castani della frangia.

“Non ho capito bene cosa sia successo, ma si sta picchiando con quel Grifondoro, quel Bones...lo sta facendo a pezzi”

I serpeverde permisero a Tamsy di guidarli dritti nel giardino dove tra una folla di tutte le case si distinguevano chiaramente le divise di Evan ed Edgar mentre i due se le davano di santa ragione, Ryesen riconobbe una Grifondoro di nome Emmeline Vance che invano cercava di separarli.


***


La cosa meravigliosa dell'essere al sesto anno era oltre al poter affrontare lo studio in maniera decisamente più rilassata rispetto all'anno prima anche la possibilità di ritagliarsi delle ore pacifiche in mezzo alla giornata conseguenza di una scelta degli orari davvero coscienziosa.

E ciò era esattamente quello che aveva fatto Emmeline Vance, mentre i suoi compagni erano bloccati in un'aula a studiare Rune Antiche lei passeggiava serena per i giardini esterni del castello dopo aver fatto una piacevole deviazione alla Guferia ed aver spedito a casa la sua posta, nulla poteva turbare quella giornata, nulla tranne il losco figuro che le si avvicinava con quel ghigno soddisfatto stampato in faccia. Dopo la loro chiacchierata nell'aula di Astronomia Evan non perdeva occasione per farle notare la sua presenza, cercava, intendendo bene i timori della ragazza di non farsi vedere in atteggiamenti troppo amichevoli nei momenti in cui lei era circondata dalle sue amiche o da altri Grifondoro, ma da sembrava ormai essere in grado di trovarla in qualsiasi momento di solitudine che la ragazza era riuscita a ritagliarsi per stare per i fatti propri.

“Buon giorno splendore...spero che questo inizio di anno sia stato generoso con te”
la ragazza sorrise scuotendo leggermente la testa, in quei pochi giorni passati avevano trovato diversi momenti per stare assieme ma purtroppo, aveva constatato, niente sarebbe stato come le vacanze estive, lei aveva troppa paura di farsi vedere con lui dagli altri Grifondoro e lui subiva la pessima influenza degli elementi della sua casa, oppure era lui ad influenzare negativamente gli altri, la cosa non le era chiara, l'unica cosa chiara è che non dovevano farsi vedere in giro assieme, Mary aveva già iniziato a far girare voci che erano già arrivate alle orecchie di Amelia che era nella squadra di Quidditch, entro poco il suo segreto sarebbe stato di dominio pubblico.

“Credevo che avessimo stabilito degli orari per vederci Evan...ti ho detto che non voglio avere problemi”
“E menomale che ero io quello che si comportava da bastardo e che ti ignorava inserito in un contesto pubblico Vance, alla faccia del coraggio Grifondoro”
“Il coraggio Grifondoro non mi impedisce di fare al appello al mio buon senso Rosier”

il ragazzo la tirò a sé sfiorandole la superficie del viso con la punta del naso, solleticandole la guancia e le ciglia.

“Dimmi ti sto dando altri buoni motivi per fare appello al tuo buon senso Emmie?”

la ragazza sorrise ritirando il viso leggermente per guardarlo negli occhi, era una pessima idea, lo sapeva bene, ma durante l'estate quell'incontro casuale con Evan l'aveva come revitalizzata, quando stavano da soli, lui e lei, si sentiva come se non le mancasse niente a parte l'aria per respirare e anche lui sembrava essere più sereno, gli occhi diventavano improvvisamente dolci e leggeri, privati di un peso di cui la ragazza doveva ancora comprendere la natura, gli posò delicatamente le labbra sulla fronte e poi di nuovo sulla palpebra e vicino all'orecchio

“Tanti buoni motivi”

“E questo invece?”
il ragazzo catturò immediatamente quelle stesse labbra nelle sue ed Emmeline cedette finalmente al quel bacio voluttuoso che aveva desiderato dargli giorni fa nella torre di Astronomia, era così felice in quel momento che pregò durasse per sempre.

“Emmie?”

il per sempre fu interrotto da Emmeline che sobbalzava presa alla sprovvista seprandosi dalle labbra del Serpeverde che stava già lanciando un'occhiataccia storta alla persona che aveva odiato interromperli, l'elemento che aveva appena distrutto il suo pacifico scambio di effusioni giornaliero con la Grifondoro era Edgar Bones, settimo anno, Grifondoro, nonché ex fidanzato della suddetta.

“Allora Amelia aveva ragione quando diceva che avevi iniziato a fartela con...” Edgar lanciò uno sguardo disgustato prima in direzione della ragazza e poi in direzione del Serpeverde, Emmeline aveva appena iniziato a muovere le labbra e fu interrotta solo dal suono della voce di Evan.

“Sì e allora, ti crea qualche problema idiota?”
“Cos- come osi schifoso?!”
“Senti Bones fai un favore a tutti e levati dalle palle, qua si stava benissimo prima che arrivassi tu”
il Grifondoro attenuò il disgusto della sua espressione solo per tornare a osservare Emmeline con un'aria di scherno che né alla ragazza né al Serpeverde piacque troppo.

“Ma certo Rosier, non ho di certo tempo da perdere con lei” la guardò un'ultima volta squadrandola dall'alto in basso esaminandone ogni centimetro del corpo e soffermandosi sulla gonna leggermente stropicciata “Una che apre le gambe per te infondo non ne vale la pena...può essere solo una puttan-” prima ancora che potesse finire di parlare di parlare Evan gli era già addosso e dopo avergli assestato un primo pugno in volto molto efficace apporfittò della confusione iniziale del ragazzo per sbatterlo a terra e a nulla valsero le proteste di Emmeline che li implorava di smettere, Evan ora vedeva solo la faccia di Edgar di fronte a lui e finché non fosse stata completamente tumefatta lui non sarebbe stato soddisfatto.


***


“Reg eccoli Guarda!”

Ryesen e Regulus cercavano di crearsi un passaggio in mezzo alla gente che si era accalcata per assistere a uno spettacolo così indecoroso, i due non poterono fare meno di notare lo zigomo di Evan che sembrava particolarmente gonfio e la faccia di Edgar Bones che ormai era solamente un ricordo.

Sfidando tutti i segnali che il suo cervello gli stava mandando Regulus si avvicinò ai due e tirò via Evan per le spalle frapponendosi tra lui e il Grifondoro che nel frattempo si era tirato su e cercava di tenersi il naso, o quel che ne rimaneva, con la mano sinistra.

“Lasciami Black, o ti riduco come lui”
“Evan calmati che cavolo ti prende?”
“Non mi prende niente voglio solo farlo a pezzi...adesso”
“Dai Evan andiamo dimm-”

si sentì afferrare per le spalle e subito dopo fu spintonato sul terreno, poco dopo Bones fu di nuovo addosso al suo amico, solo che con grande orrore di Regulus i due adesso avevano tirato fuori le bacchette.

“Reg!” Ryesen arrivò immediatamente a cercare di tirarlo accarezzandogli leggermente la fronte sulla quale doveva essere comparso un taglio a giudicare dall'attenzione che metteva nel cercare di sistemarglielo “Dobbiamo fare qualcosa! Dobbiamo-” Ryesen si guardava attorno spaesata, non era possibile che tra tutta la gente che si era accalcata lì attorno non ci fosse neanche un prefetto, Evan e Edgar non accennavano a smettere di duellare e Regulus notò con stupore che Bones con la bacchetta era molto meno negato che coi pugni rendendo difficilissimo per gli attacchi di Evan andare a segno, Ryesen dal canto suo vide Emmeline Vance e Mary McDonald discutere poco distanti da loro e l'espressione della prima tradiva tutta la preoccupazione per quello che stava succedendo, fu quando la McDonald sparì tra la folla che i due serpeverde realizzarono di dover fermare qualunque cosa fosse quel casino scoppiato nei giardini esterni prima che arrivasse davvero un prefetto o un insegnante sbagliato e che Evan, che al contrario di Edgar non era noto per essere uno studente ligio alle regole, si ritrovasse sbattuto fuori dalla scuola per davvero a sole tre settimane dall'inizio dell'anno.

I due Serpeverde si rimisero in piedi pronti a tentare di disarmare gli studenti e appena Bones si rese conto che anche loro avevano le bacchette in mano gli puntò la sua contro sussurrando appena un principio di stupeficium, pochi secondi dopo la sua bacchetta stava volando a mezz'aria per poi cadere nel terreno, poco distanti dal luogo dello scontro stavano i malandrini guidati per una volta da Remus Lupin che teneva la bacchetta in aria e scrutava tutti i presenti con evidente disprezzo, James Potter si avvicinò a Bones intimandogli di non fare niente e Sirius Black aveva un'espressione indecifrabile, eppure le nocche sbiancate della sua mano chiusa a pugno tradivano quella che era evidentemente tensione, Ryesen lo vide per un secondo spostare lo sguardo su Regulus intento a sollevare da terra Evan e per la prima volta nella sua vita vide nello sguardo del Grifondoro ciò che vedeva negli occhi di Ross quando faceva qualche sciocchezza o quando si metteva nei guai...apprensione.

“Cento punti...in meno a Serpeverde e Grifondoro, per aver fatto casino e per esservi fatti a pezzi”

E per aver mandato all'aria la mia ora di riposo...infami.

Remus esortò James e Peter a trascinare via Bones e mentre i cinque si allontanavano anche la folla piano si disperdeva, in breve tempo rimasero solo Evan che cercava di ridarsi un contegno affiancato da Ryesen e Regulus che lo osservavano ansiosi di capire cosa diamine fosse successo e Emmeline Vance che discuteva poco lontano con una ragazza che né Ryesen né Regulus conoscevano, si girò timidamente a guardare il Serpeverde che sorrideva rapito nella sua direzione e appena fu sicura che fosse in buone mani fece per allontanarsi assieme alla compagna.

“Hey Vance! Quando vuoi”

la ragazza ridacchiò leggermente voltandosi di nuovo nella sua direzione

“Non dovevi farlo per forza...me la sarei vista con lui in ogni caso”

“Certo che dovevo farlo” Evan sfoggiò il migliore dei suoi sorrisi lasciando gli altri due Serpeverde ancora più perplessi “è ciò che richiedeva l'onore”

la confusione aumentò quando anche Emmeline prese a sorridere come un'adolescente...cosa che ffettivamente era.

“Grazie allora!”

questa volta Evan la osservò allontanarsi e nonostante Bones gliele avesse suonate di santa ragione fu certo che quella poteva benissimo essere eletta a miglior rissa della sua vita.

“Non ci posso credere”

“Lascialo in pace Regulus”

Rosier iniziò seriamente a preoccuparsi solo quando si rese definitivamente conto di avere gli sguardi degli altri due ancora puntati addosso, Ryesen aveva gli occhi lucidi e le guance leggermente arrossate mentre sfoggiava uno dei suoi meravigliosi sorrisetti sbarazzini mentre Regulus aveva l'aria più schifata che altro.

“Davvero Rosier? Una Grifondoro?”

il ragazzo sorrise facendo preoccupare ancora di più gli altri due, si sentiva improvvisamente leggero e in pace col mondo

“Già”

“Che schifo”

i tre iniziarono a ridere concedendosi qualche altro minuto assieme sull'erba bagnata del giardino.

   
 
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