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Autore: Theironlady    25/05/2018    3 recensioni
Cosa accadrebbe se qualcuno promettesse a Fujiko miliardi di rubini in cambio della testa di Jigen?
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fujiko Mine, Jigen Daisuke
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prima del sorgere del sole, Jigen aveva lasciato quella sorta di costruzione abbandonata e cadente in cui si erano rintanati; Fujiko l’aveva visto allontanarsi fino a sparire oltre l’orizzonte, poi era passata ad analizzare la mappa, pregustando già la gioia che le avrebbe causato la vista di tutte quelle ricchezze e chiedendosi come avrebbe dovuto fare a trasportarle. Lì, come aveva sentito da Morello, avrebbe trovato non soltanto rubini grezzi ma anche quelli che lui aveva già fatto lavorare, alcuni incastonati perfino in gioielli che lei, rubando, avrebbe potuto guadagnare svariate centinaia di miliardi.
Aveva seguito quella mappa fino ad arrivare a un precipizio, e qualche metro sotto di esso, c’era l’entrata di una piccola grotta.
Proprio quando si stava chiedendo come fare per calarsi giù, dietro di lei apparve Morello accompagnato dai suoi uomini.
Fujiko gli si gettò al collo fingendo di essere contenta di vederlo, inscenando immediatamente una spiegazione plausibile.
<< Vedo che hai seguito bene la mia mappa. >> affermò, impassibile, mentre lei lo riempiva di baci e lo stringeva.
<< Sì! Speravo che mi avresti trovata, sono così felice di vederti!  >>  lo disse con un tono insolitamente finto per una brava attrice come lei. Forse, in fondo, aveva capito di essersi messa nei guai e che probabilmente Morello aveva tutt’altro che buone intenzioni nei suoi confronti.
<< Anch’io sono felice di vederti, tesoro. >> le rispose afferrandole il volto per darle un violento bacio con la lingua, più prepotente che appassionato, poi fece un cenno ai suoi uomini e Fujiko avvertì una fortissima botta in testa, che le fece perdere i sensi.
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Si sentiva intontita, stordita, e il buio intorno a lei non aiutava. Lanciò una bestemmia quando capì che non poteva stropicciarsi gli occhi, perché le sue mani erano state bloccate dietro la schiena con delle corde, così anche il suo corpo, legato ad un palo di legno.
La prima cosa che vide chiaramente fu Tony Morello sopra un motoscafo, insieme ai suoi scagnozzi. Con loro c’era lui, Jigen, che si dimenava imprecando contro il Boss, scalciando e gridando. Per quanto fosse furibondo, non riuscì ad essere più forte di loro e a impedirgli di trascinarlo dietro Fujiko per bloccare anche lui, legando sia il suo corpo che le sue mani.
Poi, il Boss saltò agilmente sulla sabbia umida per avvicinarsi lentamente al pistolero, e abbassatosi verso di lui, infilò una mano all'interno della sua giacca, tirò fuori la sua fedele magnum, e prese a osservarla come fosse una sorta di antico e prezioso artefatto.
<< Sarà meglio che questa la prenda io, non possiamo rischiare che tu riesca a liberarti. >> disse, conservando la pistola di Jigen nel suo cappotto di velluto verde.
<< Maledetto bastardo! >> imprecò l'ex sicario, ricevendo immediatamente in risposta un forte calcio allo stomaco, al quale egli reagì soffocando un grido di dolore.
<< Molto bene, ora che ci siamo tutti quanti rilassati un po', possiamo cominciare. Benvenuti al mio giacimento di rubini segreto! >>  esclamò poi, aprendo le braccia con enfasi. << Fujiko cara, sei stata bravissima ad arrivare fin qui da sola. Ci hai perfino risparmiato la fatica di cercarti! >>
Lei non parlava. Si limitava a guardarlo con espressione accigliata, cercando di trattenere dentro di lei la voglia di gridargli la sua rabbia, perché più di qualunque cosa, Fujiko detestava essere messa nel sacco.
Detestava essere lei la vittima, non lo sopportava.
<< Tu invece, mio caro Jigen, hai fatto un lavoro eccellente, sterminando a sangue freddo quello che restava della tua famiglia; tua sorella, suo figlio nato da poco, e perfino tuo padre. Un lavoro impeccabile, davvero. Sapevo che sarebbero arrivati a quell’orario, che sarebbero rimasti oltre la chiusura,  come anche che non avrebbero avuto mezzi di difesa e che il loro trauma sarebbe stato troppo forte per riuscire a reagire, e così è stato; i miei informatori sono sempre eccessivamente precisi, e ciò mi ha permesso di attuare perfettamente questa piccola vendetta. >> disse, godendosi fino all’ultimo l’espressione negli occhi dell’ex sicario che ancora non riusciva a realizzare quello che davvero fosse successo.
<< Perché l’hai fatto? >>  fu l'unica cosa che riuscì a rispondere dopo alcuni istanti di silenzio in cui Fujiko credette che gli si fosse rotto qualcosa dentro, tanto era diventato cupo. Provava una rabbia fortissima, e avrebbe voluto sfogarla disperatamente, picchiando a sangue sia Morello, che in quel momento lo guardava con tanta soddisfazione, che tutti i suoi maledetti tirapiedi.
Il Boss si sedette su una roccia, si portò i capelli biondi all’indietro e si sistemò, come se fosse sul punto di recitare la sua parte migliore davanti a una gigantesca platea. In fondo, Tony Morello non vedeva l'ora di rispondere a quella domanda, di spiegare l'origine dell'odio che provava per lui.
<< Guardami bene, Jigen. Non ti ricorda niente il mio volto? >> fece, avvicinandosi a lui in maniera decisamente inquietante. Il pistolero, tuttavia, non si scompose.
<< Certo che no, tu non le guardi neanche in faccia le persone che uccidi, non è vero? Forse ti ricorderai di un lavoro che ti venne assegnato dieci anni fa, quando tu c’eri appena entrato, nel mondo della malavita. Eri un giovane ambizioso, non vedevi l’ora di scalare le vette e diventare il più importante, il più bravo. Ti dissero che dovevi sterminare una famiglia che stava diventando potente, fin troppo in effetti, e questo dava fastidio a coloro che ti avevano ingaggiato. Ho già pensato a tutti loro, ovviamente. Ma tu Jigen, sei stato la mano che ha sparato ai miei genitori. Dovevo pensare a qualcosa in grande per te, non mi bastava farti uccidere da uno dei miei uomini.  Vedi, io mi salvai solo perché non ero con loro, ma quando tornai a casa, li vidi morti sul pavimento. Forse tu non avevi idea di come ci si potesse sentire, nel vedere i propri genitori in quelle condizioni, ed essendo solo un bambino. Ma adesso, Jigen, ho fatto in modo che tu abbia capito, che tu abbia provato lo stesso. Sono stato il karma per te, il destino, la punizione divina!  >> spiegò teatralmente, esaltato al punto da lasciarsi andare subito dopo in una risata isterica, rumorosa e interminabile.
Fujiko vide il pistolero tremare di rabbia, tentare di dimenarsi gridando, probabilmente solo per l’istinto irrefrenabile di uccidere quell’uomo con le proprie mani, e innervosirsi  ancora di più nel constatare che non riusciva a liberarsi in alcun modo, anzi, aveva tirato così tanto le corde da ferirsi i polsi, e Morello, nel vedere quella scena, rise ancora più forte, appositamente per ingigantire la sua rabbia.
Forse lo divertiva davvero, vedere Jigen inerme davanti ai suoi occhi; sofferente e ferito, eppure incapace di reagire, debole, indifeso.
Ma lui non aveva intenzione di sopportare oltre le risa del Boss, e non si trattenne dal lanciargli uno sputo carico d’odio in piena faccia, e lui, non apprezzando particolarmente il gesto, lo ringraziò iniziando a colpirlo al volto con una forza tale da farlo sanguinare copiosamente.
<< Basta, falla finita! >> Fujiko gridava, incapace di reggere la vista di quella scena davanti ai suoi occhi. Non ne era capace, di guardare Jigen soffrire in quel modo, perché, più in particolare, sentiva come se ogni percossa che lui riceveva fosse proprio lei a dargliela, essendo stata lei a trascinarlo in quel guaio.
<< Tranquilla tesoruccio, penseremo anche a te! >> esclamò in risposta Tony, assecondato da un coro di risata dei suoi uomini.
Le andò vicino per accarezzarle il volto con finta dolcezza, come un innamorato che per ragioni superiori è costretto ad abbandonare l’amata.
<< Sappi, mia cara, che il tuo amico qui era tornato indietro appositamente per te. All’inizio si era allontanato, certo, ma poi è tornato sui suoi passi per cercarti. Adesso, voi due piccioncini potrete morire insieme. Non lo trovate romantico? Dovreste sentirvi onorati dal fatto che vi stia riservando una morte tanto poetica. Resterete qui bloccati, ovviamente non potete scappare in alcun modo, perché se cercherete di uscire fuori dalla caverna i miei uomini non esiteranno a spararvi. Tra qualche ora, quando la marea si alzerà, sommergerà completamente questa grotta e voi, miei cari, potrete annegare abbracciandovi e sussurrandovi dolcemente il vostro amore. Ah, quanto vorrei avere anch’io una fine tanto spettacolare! >>
Prese perfino un fazzoletto e finse di asciugarsi le lacrime; poi, tirato fuori il garofano che teneva nel taschino, lo infilò con nonchalance tra i seni di Fujiko, che lo fissava con rabbia furiosa.
<< Spero che non ti offenderai, ma il galateo vuole che i fiori vengano dati alle signore. >> spiegò a Jigen strizzandogli l'occhio, e rialzandosi, chiamò i suoi scagnozzi con un rapido gesto della mano e si avvicinò verso l’entrata della caverna.
<< Bene, la nostra piccola chiacchierata finisce qui. È stato bello, ma adesso amici miei, devo dirvi addio. Cala il sipario! >>
   
 
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