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Autore: Spensieratezza    25/05/2018    1 recensioni
Elijah ha deciso di farsi cancellare i ricordi della sua famiglia e del suo amato fratello Klaus, pur di proteggere tutti loro, ma Klaus non può far a meno di lui e lo va a cercare. Il distacco forzato porta i due fratelli a far sfociare il grande amore che provano da sempre per l'altro, in desiderio!
Ambientato dopo la quarta stagione!
Genere: Erotico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Elijah, Klaus
Note: What if? | Avvertimenti: Incest
Capitoli:
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Il sorriso sexy che gli spunta all’angolo della bocca

La sua eleganza nel porsi, nel camminare…nel muoversi..

“Com’è il pranzo, Klaus?”

Evidentemente l’amnesia non gli ha tolto queste qualità

“Ti piace la mia carne?”

Così come l’arte del suonare gli strumenti…

“Klaus!”
“Io…cosa..?”

Elijah aveva smesso di mangiare la sua carne e aveva posato coltello e forchetta, sempre senza perdere quella sua classe.



“Preferiresti essere con qualcun altro?”

“Io..no! Certo che no. Perdonami, ero sovrappensiero.” Disse Klaus, passandosi una mano sul viso.

“Ti capita spesso ultimamente. “

“La carne è deliziosa, naturalmente. Sei un cuoco eccezionale.” Disse Klaus, riprendendo a mangiare,

Elijah lo guardò per qualche secondo, poi riprese anche lui a mangiare la carne.

“Ti ho invitato a mangiare perché…mi sembra il minimo, per ripagarti della tua devozione per la mia musica..”

“L’hai fatto solo per questo?”
 
Silenzio.
A Elijah sembrò di cogliere un tono ferito in quell’affermazione.

“E anche perché mi sembri malnutrito. Raramente ti ho visto mangiare qualcosa.” aggiunse, sorridendo.

Ora Klaus sembrava davvero arrabbiato. Digrignò i denti.

“Noi vampiri non abbiamo bisogno di mangiare per sopravvivere. Il sangue, è l’unica cosa di cui abbiamo bisogno!!” disse rabbioso.

Elijah ebbe l’accortezza di non rispondere e finirono di mangiare la carne in silenzio.
 
 

 
 
 
Cinque minuti dopo, Elijah stava rincorrendo Klaus nel salotto.

“Klaus, aspetta. Devo fare ancora il caffè!” gli disse.

“Credo che per stavolta salterò il caffè!” disse Klaus con un sorrisino ironico, rimettendosi la giacca.

“Ho detto qualcosa di sbagliato, per caso?”

“Non hai detto niente, di sbagliato.” Disse Klaus, parlando a scatti, con un sorrisino che voleva dire chiaramente che non era così.

“Senti, io..”

“No, guarda, io l’ho capito. Per te sono uno sconosciuto, un po’ tocco, fan della tua musica, a cui dover dare da mangiare come se fosse un barbone. Ora che l’abbiamo chiarito, posso…”

Non sei solo questo!” disse Elijah, alle sue spalle e a questa frase, Klaus si fermò.
 
“Io…è difficile trattare con te. Klaus..” disse.

“Se avessi un penny per tutte le volte che me l’hanno detto..”

“Da quando ti ho visto la prima volta, ci sono volute settimane prima che..che mi rivolgessi la parola, che mi parlassi..e anche quando hai cominciato a farlo, tu non parli, Klaus, non di te, perlomeno o comunque dici ben poco di te, della tua famiglia..io non so niente di te, eppure tu ti preoccupi per me, lo sento, così come sento anche un’altra cosa..”

“E che cosa senti d’altro?” chiese Klaus con voce tremante.

“Che soffri a costringerti a starmi lontano..”

Klaus a queste parole, si voltò e lo guardò a bocca aperta.
 


“Non mentire a me. O a te stesso. Io sento che è così, lo vedo dal modo in cui mi parli, dal modo in cui mi guardi..”

“Non credi di essere un po’..presuntuoso? E arrogante, magari?” disse Klaus con uno scatto sia spaventato sia infuriato.

Elijah si avvicinò di più a lui,costringendolo ad arretrare fino al muro.
 
“Voglio che tu sappia che per me è lo stesso, Klaus.”

“L-lo stesso cosa?”

“Anch’io non voglio starti lontano.”

“Bugiardo!” disse Klaus con uno scatto irato, spingendolo appena indietro, mettendo le mani sul suo petto.

Come poteva dire una cosa del genere, quando lui, LUI, era stato quello che aveva voluto andarsene via da lui!
 
Elijah lo guardò con una nota di rimprovero.

“Sono tante cose, Klaus..ma bugiardo..quello no.”



Klaus alzò di nuovo lo sguardo su di lui. L’espressione più sofferente e dolorosa possibile inimaginnabile, rispecchiava alla perfezione, la sua nostalgia di riavere suo fratello tutto per sé e la sofferenza per averlo perso.
 
Senza pensarci più di tanto, Klaus mise una mano ad aggrapparsi al braccio di suo fratello. Voleva sentirlo, toccarlo, abbracciarlo, stringerlo, non sapeva neanche lui. Elijah guardò il punto in cui Klaus lo stringeva e disse:

“Hai mai provato qualcosa di simile per un uomo?”
 
Fu come una pugnalata al cuore. In quell’istante, Klaus ebbe l’accortezza di capire cosa poteva sembrare. A dire la verità, temeva che suo fratello potesse fraintendere le sue continue, spasmodiche e tenere attenzioni, ma ad un certo punto aveva voluto illudersi che la malizia non entrasse nel campo di un rapporto e in uno stato d’animo – il suo – già così fragile. Lasciò andare la sua spalla, sussultando. Neanche Rebekah, che pure avrebbe avuto molti più diritti di Elijah, di pensare in maniera maliziosa verso di lui, quando era così possessivo e violento con tutti i suoi pretendenti, l’aveva eppure mai pensato.
 
Con uno sdegno di rabbia trattenuta, si avvicinò all’orecchio di Elijah.

“Io non sono, quello che tu credi.” E dicendo così, cercò di andarsene con furia, ma Elijah, lo trattenne ancora contro il muro.

“Klaus, so che soffri della sindrome dell’abbandono..”

“Cosa..come ti permetti..

“Me l’hai raccontato tu, Hai sofferto perché un tuo fratello se n’è andato, ti ha abbandonato..sei lontano dagli altri tuoi famigliari..”

“E tu vorresti forse sostituirti a LORO?” gli disse arrabbiato.

“No.” disse Elijah tranquillo. “Io voglio essere di più, molto di più.”
 
Questo spiazzò Klaus enormemente. Non sapeva cosa dire.



“Io non ti abbandonerei come hanno fatto gli altri. Non ti abbandonerei come ha fatto lui.” Disse Elijah.

Klaus era furibondo e aveva voglia di piangere insieme. Lottò per non far uscire le lacrime dagli occhi, ma le sentiva proprio lì.
 
“Ma..se tu senti, di non aver bisogno di me, se tutto quello che ho detto, è un film in testa che mi sono fatto solo io..se tu  senti che non hai bisogno di me, esci da quella porta. Adesso.”

Non era una minaccia, era una constatazione.
Klaus era in panico più che mai.

Lo guardò ancora in faccia ed era ancora Elijah. Suo fratello maggiore, quello di cui non aveva mai potuto fare a meno.

“Ora conterò fino a tre. Hai tempo fino al tre per dirmelo, per fermarmi se vuoi, anche se, io spero tanto, che tu non lo faccia.” Disse Elijah, avvicinandosi ancora un po’.

Klaus deglutì. Si sentiva messo all’angolo. Cosa voleva esattamente Elijah? Che gli dicesse che non aveva bisogno di lui?
 


“Uno…due…” Il tempo scorreva e la gola gli si faceva più secca ad ogni secondo. Come poteva trovare il coraggio di..

Tre.”
 
E dopo pochi secondi al tre, Elijah congiunse le labbra a quelle del fratello.

Fu un bacio a fior di labbra per qualche secondo, subito ricambiato, dall’altro, ma non fu a fior di labbra per molto, entro pochi secondi il bacio divenne più appassionato. La bocca di Klaus scomparve in quella di Elijah, le loro lingue si intrecciarono, comunicando insieme, come se entrambe non stessero aspettando altro.

Klaus era assolutamente sconvolto dalle sensazioni che stava provando. In mille anni, l’amore che aveva dato, ricevuto e provato per i suoi fratelli, aveva raggiunto vette di fanatismo, devozione e morbosità altissimi, ma quello era un altro livello, assolutamente.

E poi con Elijah.

Elijah che non era né Rebekah, né Kol, né Freya, lui era diverso da tutti loro. Lui era il suo preferito.
 
Continuò a baciarlo, accarezzando il collo di Elijah, assaporando e godendo tutto di quella inaspettata nuova intimità che era un qualcosa di assolutamente nuovo, delizioso e piacevole.

Elijah lo stava accarezzando. Gli accarezzava i fianchi e la schiena. Klaus ricambiò, accarezzandogli anche lui i fianchi, ma sotto la maglietta, sentendo l’altro gemere di piacere.
 
“Elijah.” Sospirò Klaus, baciandogli il collo e sentendolo fremere sotto di lui, poi entrambi finirono sul letto della stanza di Elijah.

Elijah sotto di lui e Klaus sdraiato sopra. I loro corpi intrecciati, le loro erezioni cozzavano dolorosamente.
Klaus represse a stento un’imprecazione.
Elijah aveva un’erezione per lui. E lui lo stesso.
 


Dal basso, Elijah continuava a guardarlo con devozione, senza smettere di sorridere.

Non potè resistere e gli accarezzò sopra la maglia, quel bel petto tonico fasciato dalla seta.

“Sai come dare piacere con un semplice tocco.” Sospirò Elijah.

“Anche tu..” disse Klaus.
Poi si chinò a baciarlo ancora.
Senza porsi più domande.

Il bacio era se possibile, ancora più famelico e divorante. Un bacio disperato.
 
Ad un certo punto si fermò.
Fu il viso di Elijah a farlo fermare.

La dolcezza del suo viso, la felicità dei suoi occhi.

Capì di amare Elijah, sì, amava davvero suo fratello.

Ed era per questo che non poteva fare una cosa del genere.

Si alzò.
 
“Klaus..che cosa succede?”

“Stiamo andando troppo di fretta.”

“Ok, ok, hai ragione,scusami.” Disse Elijah.
Klaus si voltò, stremato, ma fece finta di sorridere.
“Tu non devi chiedere scusa.” Disse.

Elijah intrecciò la mano con quella di Klaus e quest’ultimo si sentì mancare.

“Non andare via, per favore.”
 
Era finita. Klaus gettò tutte le redini, tutte i freni, tutto.

Suo fratello lo voleva. Aveva bisogno di lui.
E lui aveva bisogno di Elijah.

Lo baciò con passione ancora una volta e ricaddero di nuovo sul letto.

Cominciarono a spogliarsi a vicenda dei vestiti.

“Fallo tu. Voglio che sia tu a farlo.” Gli sussurrò Klaus.






















mamma mia, ho fatto una fatica immensa a scrivere questo capitolo. Abbiate pazienza. Questo che ho scritto è gia tanto xd au revoir
   
 
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