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Autore: _astronaut_    27/05/2018    1 recensioni
||SPOILER AVENGERS:INFINITY WAR||
"Se non uccide, fortifica", dicono.
E' proprio così?
Raccolta di One-Shots tutte tra loro collegate per creare una storia più lunga narrata dal punto di vista di Tony e degli altri personaggi; se non avete ancora visto il film, non leggete (siate saggi, non rovinatevi la visione di uno dei film più emozionanti dell' MCU!). Enjoy!
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bruce Banner/Hulk, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Steve Rogers/Captain America, Thor, Tony Stark/Iron Man
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"Echo"
Canzone consigliata: Jason Walker - Echo

THOR

 
Il silenzio attorno a me è assordante.
Il dolore si può tagliare a fette, mentre la rabbia serpeggia silenziosa tra tutti i presenti ai funerali di Stato.
Shuri è bella e temibile, seria e imponente nella sua nascosta fragilità, mentre termina l’elenco dei deceduti con i nomi di Bucky Barnes – Steve singhiozza al sentire il nome dell’amico - e di suo fratello T’Challa.
E’ proprio l’ultimo nome che pronuncia che fa spezzare la sua maschera di regale tranquillità e compostezza: davanti a me vedo solo una ragazza che vorrebbe portare indietro il tempo, non più la regina che tutti – perfino lei stessa – finge di riuscire a vedere.
E tutto ciò che vorrei fare, se potessi, è abbracciarla: perdere un fratello è un dolore atroce, brucia l’anima nel profondo, prosciuga le energie vitali, fa esaurire le lacrime.
Sono passate solo quarantotto ore da quando quel maledetto ha schioccato le dita, ma bene o male tutti i superstiti hanno trovato un modo per sopportare il dolore che pervade i loro animi.
Ognuno dei presenti ha – non mi capacito ancora di come ciò sia possibile – trovato qualcosa per cui vivere, combattere, andare avanti, sollevare lo sguardo e dire: “Mi avrai anche tolto tutto, ma non hai vinto. Non ancora”
 
E finché ci sarà respiro nei miei polmoni, io troverò un modo di vendicare tutti coloro che hai ucciso
 
Tutti i Wakandiani ora stanno cantando gli inni delle loro tribù, e nella pianura in cui siamo, disperdono al vento le ceneri dei loro caduti.
A vedere l’aria riempirsi di polvere grigia, un sospiro mi esce spontaneo dal petto in uno strenuo tentativo di trattenere le lacrime: Rocket invece non ce la fa, è scosso da forti singhiozzi, mentre Nebula trattiene a stento le lacrime, stringendo i pugni e guardando fisso davanti a sé.
Nessuno di noi ha nulla da poter disperdere, e la cenere nel vento stuzzica – come se non bastasse il nostro dolore a far nascere le lacrime – gli occhi di tutti.
Non sono mai stato un uomo particolarmente sentimentale, ma non riesco a fare a meno di evitare che due grosse lacrime scendano dai miei occhi nel vedere Steve e Tony in ginocchio piangere come bambini, sotto lo sguardo lucido di Rhodes e Bruce, che a sua volta stringe amorevolmente Natasha, la quale trema, preda di un freddo intimo che comincio a sentire pure io.
“YBAMBE!” urla improvvisamente Shuri a pieni polmoni.
“YBAMBE!” rispondono tutti, Steve, Nat, Bruce e Rhodes compresi.
“YBAMBE!” ripete la ragazza con voce graffiante.
“YBAMBE!” partecipo anche io all’urlo collettivo assieme a Tony, Rocket e Nebula.
“YBAMBE!” la voce di Shuri si spezza all’ultima vocale.
“YBAMBE!” la pianura risuona l’urlo dei superstiti.
Ho i brividi.
 
E’ ora di agire, fratello
Strabuzzo gli occhi e mi giro, pronto a mandare a quel paese Loki e dopo stringerlo a me come se il mondo non importasse più, ma dietro di me trovo un albero spezzato, le cui fronde prive di vita si muovono solo per merito del vento, che solleva le ceneri che sono appena state lanciate in aria.
E’ come vedere me: anche io sono spezzato e senza vita, sono un fantasma inerte, preda delle correnti d’aria che mi conducono verso un futuro ignoto senza che io possa opporre resistenza.
Forse perché non voglio.
Forse perché uno scopo in realtà ce l’ho già, ma faccio fatica a concentrarmi.
Ed è il senso di impotenza che più mi fa male, è la consapevolezza che tutto questo è accaduto perché io ho conficcato Stormbreaker nel cuore e non nel cervello – bacato e corrotto - di Thanos.
Aveva ragione Loki: sono solo uno stupido, troppo impulsivo e poco riflessivo, non posso pensare di averla sempre vinta se sono in grado di agire solo tramite l’utilizzo della forza bruta.
 
Non essere così duro con te stesso, sei più saggio di quanto credi
Un grosso nodo si forma nella mia gola, e mi trovo in ginocchio, il viso tra le mani.
“Sei un pessimo fratello, Loki. Smettila di ingannarmi anche da morto” sussurro disperato mentre dal buio compare la sua figura.
Sorride, lui, scuotendo la testa, mentre i suoi occhi smeraldini mi guardano con affetto.
E’ stato bello sentirmi amato, prima di morire. Non te l’ho mai detto, Thor, ma… sei stato l’unico amico che io abbia mai avuto. Mi dispiace averti fatto soffrire, sono stato uno sciocco
“Finiscila!” mormoro stringendomi i capelli fino a farmi male “Mi manchi, mi manchi da far male, ti prego, esci dalla mia testa”
Il sole splenderà ancora su di noi, fratello.
 
Una piccola zampa si appoggia sulla mia spalla, e sento la voce di Rocket riscuotermi dal mio incubo personale. “Dobbiamo reagire” mi dice con tono grave.
“Fallo smettere” dico a Rocket, senza rendermi davvero conto che le parole che pronuncio siano udibili, quasi fossi ancora in trance “Ti prego, fallo smettere”
Rocket mi guarda compassionevolmente, il muso umido di lacrime. “Io non posso fare nulla per far smettere qualunque cosa ti stia facendo soffrire. Devi riuscirci da solo”
Sospiro, scuotendo la testa, poi gli accarezzo la testa. I suoi occhi si riempiono di nuovo di lacrime, mentre sussurra: “Ti prego, non farlo. Non fare come Drax. Io non… non riesco a…” scoppia a piangere e si stringe al mio petto.
“Va tutto bene, coniglio. Va tutto bene” mormoro, stringendolo come se fosse uno dei tanti peluche che ho avuto da bambino, mentre una serie di ricordi prende ad affollarmi la testa.
 
“Thor!” Loki ride mentre lo rincorro “Sei lento perché sei grosso e pesante!”
“Taci!” lo rimbecco “Ti sbatto nelle segrete se lo dici ancora”
Lui sghignazza, inciampa e cade, sbucciandosi un ginocchio.
“Loki!” lo raggiungo in poche falcate “Tutto okay? Oh, per gli dei, ti esce sangue!”
“Mi fa male” si lamenta con le lacrime agli occhi
“Caspita, devi stare più attento!” lo rimprovero, mentre gli porgo la mano per aiutarlo.
Non riesce a camminare, per questo me lo carico sulla schiena, come un koala, e correndo vado da mamma Frigga, che subito lo medica con delicatezza.
Sorridiamo entrambi, complici come non mai, poi ce ne andiamo a giocare a scacchi.
Eravamo così sereni, da bambini…
 
Vincevo sempre io
Accanto ai bambini che vedo nei miei ricordi, compare di nuovo Loki, che li guarda con estrema nostalgia e rimpianto. Stavolta non cerco di cacciarlo, anzi mi avvicino a lui, e tendo una mano verso la sua spalla.
E’ inconsistente. La mia mano lo trapassa.
“Non sai cosa darei per tornare indietro e passare solo altri cinque minuti con te” mormora la proiezione di me stesso nella mia testa.
Piacerebbe anche a me, confessa lui guardandomi con affetto.
“Non potrò più riaverti indietro, vero? Niente risurrezioni, stavolta” abbasso lo sguardo per vedere le mie lacrime volare veloci verso terra.
Io sarò sempre accanto a te, fratello, ricordatelo sorride, lasciandomi una carezza che non percepisco se non grazie alla piccola elettricità che pare provenire dal suo spirito.
La cosa preoccupante è che tutto ciò sta accadendo nella mia testa.
Non vuol dire che non sia reale, mi fa l’occhiolino e scompare, mentre tutto attorno a me torna nero e mi ritrovo nuovamente nella realtà.
La cerimonia funebre è appena finita e tutti, lentamente, se ne stanno andando.
Okoye e Shuri invece si stanno dirigendo verso di noi.
“Avengers” ci chiama Shuri cercando di darsi un certo contegno, pur non volendo in alcun modo nascondere i segni delle lacrime sul suo viso giovane cresciuto troppo in fretta “Mi sento in dovere di ringraziarvi per tutto ciò che avete fatto per tentare di proteggere il Wakanda e il mondo intero. Chiedetemi qualunque cosa, e vedrò di accontentarvi”
“Non abbiamo il diritto di chiedere nulla” mormora Natasha “Abbiamo fallito”
Shuri serra le labbra, disapprovando la severità con cui Natasha considera le proprie – le nostre - azioni. “Ho deciso di darvi la cittadinanza onorifica del Wakanda. I vostri dati sono stati immessi nel database della barriera, avete libero accesso anche senza che io sappia nulla. Vi chiedo solo una cosa” respira profondamente “Se mai doveste trovare Thanos, uccidetelo. E fatelo soffrire più che potete”
“Ci puoi contare” ringhia Nebula, rimasta in disparte tutto il tempo “Lo ucciderò con le mie mani”
Okoye annuisce. “Tu saresti un’ottima Guardia”
Nebula abbozza un sorriso. “Magari, quando tutto questo sarà finito, se sarò ancora viva, potrò davvero farci un pensiero”
Tutti sorridiamo un po’.
“Il jet con cui siete arrivati ieri, Capitano” dice Shuri rivolgendosi a Steve che si è alzato e cerca di ricomporsi “E’ stato sistemato e migliorato, ed è pronto a partire in ogni momento”
“Grazie, Shuri” sorride Steve, gli occhi rossi e il viso pallido “Molto gentile da parte tua. Sarò per sempre in debito con te, per tutto quello che hai fatto”
La ragazza arrossisce, poi si rivolge a Stark: “Signor Stark” inizia “Vorrei venisse nel mio laboratorio, tra due ore esatte. Se non sa dove è, si faccia accompagnare dal capitano Rogers. Ho delle cose da farle vedere”
Stark annuisce e ringrazia, poi torna a guardarsi in giro, visibilmente a disagio.
Shuri se ne va, abbracciando brevemente Natasha, che ricambia un po’ sorpresa l’abbraccio.
Rimaniamo noi, all’ombra degli alberi che ci offrono riparo dalla calura di quel giorno di fine aprile.
In un muto accordo, ci sediamo tutti in cerchio.
Non c’è nessuno che non abbia gli occhi rossi, ma dentro lo sguardo di tutti riesco a notare che la scintilla di rabbia sta cominciando a divampare in un incendio estremamente grande e pericoloso per chiunque osi mettersi sul nostro cammino.
“Dobbiamo pensare a un piano per trovarlo” dice Steve incrociando le ginocchia al petto.
“Posso controllare se i radar di Milano funzionano ancora, magari scopro qualcosa di interessante” propone Rocket grattandosi il mento.
“Posso darti una mano” si aggrega Nebula “Non sono particolarmente brava a organizzare piani”
Rocket la guarda un po’ sospettoso. “Non mi vuoi fare arrosto, vero?”
Ridiamo tutti, eccetto il coniglio, che davvero non sembra affatto in vena di scherzare.
“No, Rocket” sospira Nebula “Non ne ho alcun motivo. Siamo dalla stessa parte”
“Bene” dice Steve con un sorriso sghembo “Andate pure e stasera a cena sulla terrazza ci troviamo per aggiornarci”
“Io non prendo ordini da te” protesta però Rocket “Li prendo solo dal ragazzone biondo qua accanto” e mi indica con eloquenza.
“Si dà il caso però che lui gli dia retta, quando parla, quindi credo proprio che tu debba obbedire” si intromette Rhodes storcendo un po’ il naso dinnanzi all’idea di aver appena parlato con un procione.
Rocket ringhia. “E’ vero?” mi domanda sospettoso.
“Sì” ammetto “Ascolta il Capitano. E’ più in gamba di quanto pensi”
“Non dire così” Nat mi dà un leggero schiaffetto sulla spalla “Che poi Steve si gasa”
Il diretto interessato alza gli occhi al cielo, ma non serve che dica niente: Rocket e Nebula si alzano e vanno a controllare la Milano.
“Okay” si schiarisce la voce Bruce “Ora cosa facciamo?” domanda
“Davvero un’ottima domanda, Dottor Banner” brontola Tony allungando le gambe e appoggiandosi sui gomiti, semidisteso sul prato verde.
Cominciamo a proporre qualche piano d’azione mentre il tempo passa senza che ce ne accorgiamo, ma nessuna idea pare degna della fiducia di tutti.
 
Stark, ti prego, salta fuori con una delle tue geniali proposte, sto perdendo la pazienza
 
A un tratto, Nat, che è stata in silenzio tutto il tempo, si dà una manata spaventosamente forte sulla fronte, tanto che la pelle delicata rimane rossa appena toglie la mano.
“Capisco che ci siano le zanzare” scherza Tony “Però non mi pare un valido motivo per farti uscire il cervello dal naso, Romanoff”
Nat però non lo ascolta, ha gli occhi spalancati e mi pare di vedere il suo cervello lavorare così velocemente da non riuscire a farla parlare.
“Il piano Marvel!” sbotta all’improvviso “Ma certo, ma certo!”
Di fronte agli occhi interrogativi di tutti, non sa fare altro che risponderci: “Devo mettermi in contatto con Clint”
“E se fosse morto?”
“Non è un’opzione che ho intenzione di prendere in considerazione” risponde parlando velocemente
“Nat, calmati e ragiona, non stiamo capendo niente di ciò che ci stai dicendo” cerca di placarla Banner, ma lei si alza velocemente mentre si allaccia gli anfibi.
“Non importa. Devo fare una telefonata” e muove i primi passi di corsa.
“Natasha!” la richiama Steve, e solo allora si ferma.
 
E’ incredibile quanto ancora la sua sola voce riesca a rimetterci tutti in riga.
 
“Preparate il jet. Domattina dobbiamo partire” dice, poi si volta e ricomincia a correre, veloce come il vento, silenziosa come un predatore.
 
Ma cosa ha in mente?
 
Stark la guarda stranito, poi si massaggia la testa. “Okay, allora, io tra… mezz’ora devo essere dalla regina, e Cap, mi dovrai accompagnare, perché non ho la minima idea di come quel palazzo sia fatto. Rocket e Nebula finiranno entro stasera di eseguire il controllo della navicella di Quill. Thor, sai dirci altro riguardo alle Gemme dell’Infinito?”
“Dovrei avere un attimo di tranquillità per richiamare alla memoria tutto ciò che potrebbe tornarci utile”
“Ti do due ore” interviene il Capitano dandomi una pacca sulla spalla prima di aiutare Stark a rialzarsi in piedi, non senza un po’ di orgogliosa resistenza da parte di quest’ultimo.
Ti darò una mano io, sorride Loki, e non posso fare a meno di sorridergli di rimando, in quello che sembra essere una sorta di palazzo mentale. Quello ferrato nello studio e nei libri era sempre stato lui, quindi, perché rifiutare un aiuto?
“Basteranno?” domanda Bruce con delicatezza.
Vedo Loki sorridermi con sguardo furbo. “Sì, basteranno” rispondo a Bruce pieno di fiducia.
“Bruce, vedi di risolvere il tuo problema con il tuo amico verde. Potrebbe servirci in un futuro non troppo lontano” prosegue Stark, voce pacata e sicura.
“S-sì” balbetta il dottore.
“Rhodes, Cap, con me. Andiamo a preparare il jet per la partenza”
Tony non è affatto abituato a dare ordini, né noi siamo abituati a prenderli da lui, ma nessuno oppone resistenza e, in men che non si dica, le armature ricoprono Stark e Rhodey.
“Cap, spero tu non soffra eccessivamente di vertigini” scherza Tony mentre lo tira a sé e spicca il volo.
Lo sento ridere di un’imprecazione poco usuale di Steve, poi li perdo di vista.
“E’… strano vederli così rilassati l’uno con l’altro” riflette Bruce ad alta voce.
Annuisco. “E’ un bene che non si stuzzichino più come una volta. Probabilmente non avremmo concluso nulla, se tutto questo fosse successo ai tempi di Ultron”
Bruce sospira. “Finalmente si comportano da adulti. Io… Devo… Meglio che vada in un luogo tranquillo a cercare di parlare con Hulk”
Strabuzzo gli occhi quando vedo la sua faccia tingersi di verde e vedo Hulk urlare un “NUOH! HULK NON PARLA!” per poi tornare al suo posto e lasciar spazio a Bruce.
“Avanti, Hulk, dobbiamo risolvere questa situazione!” implora Banner guardandomi in cerca di aiuto.
“Huuulk!” chiamo allora “Dove sei? Il tuo compagno Revenger vuole parlarti!”
Ed ecco che Hulk appare di nuovo.
 
Oh, dei, datemi la forza
 
“Amico!” mi saluta con un sorriso storto “Hai di nuovo due occhi!”
“Sì, a quanto pare… E tu come te la passi?”
“Hulk è stato sconfitto. Hulk non vale niente” dice pieno di tristezza.
“Ma cosa te lo fa pensare?” lo consolo “Tu, Hulk, sei fortissimo! Thanos…”
“AAAAARGH! THANOS BRUTTO!”
“Sì, sì. Brutto, davvero, davvero brutto. Ma ti ha battuto solo perché aveva due gemme dell’Infinito! Lo avresti battuto tranquillamente, se non avesse avuto quel vantaggio!”
Hulk mette il broncio. “Hulk è ancora il più forte?”
“Certo che sì!” annuisco convinto.
Hulk sospira, poi dice: “Allora Hulk tornerà. Quando ci sarà bisogno. Banner debole. Ora Hulk deve riposare”
Sorrido. “Riposa, maschione. Il sole sta calando”
Annuisce, sorride, poi si ritira in Banner, che dopo un momento di shock mi abbraccia. “Non avrei mai pensato che mi sarebbe mancato, ma… è bello sapere di poter contare di nuovo sul “Codice Verde”, dico davvero. Grazie, Thor”
Gli do una energica pacca sulla spalla. E’ bello sapere di essere utile, almeno in qualcosa.
“Vado a Palazzo. Magari i ragazzi hanno bisogno di aiuto” annuncia congedandosi con un sorriso mite.
Bruce si incammina e mi lascia solo. Appoggio la testa sul tronco dell’albero spezzato, stendendomi come se fossi su un letto, perdendomi per un po’ nei riflessi dorati e smeraldini delle foglie del boschetto in cui mi trovo.
Sono immerso nel silenzio, rotto solo dal canto di qualche uccello e dal fruscio dei cespugli mossi dalla brezza calda che mi scompiglia i capelli.
 
Pronto a ragionare, fratello?
 
 
I don’t wanna be an island, I just wanna feel alive and get to see your face again
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolino disagiato
Ooookay, le cose cominciano a movimentarsi -  non solo per quanto riguarda l’azione (non staranno con le mani in mano per sempre, no?), ma anche per quanto riguarda i nostri personaggi (non sono i tipi da piangersi troppo addosso, o sbaglio?) -.
Ovviamente CREDITS alla J.K.Rowling per la frase di Loki. Ci stava troppo, scusatemi.
Da ora in avanti anche le canzoni cominceranno ad essere un po’ meno tristi, quindi… Allacciate le cinture, si parte!
Alla prossima (spero) domenica! In caso contrario, ci si becca tra due settimane!
Un abbraccio e buona settimana,
_astronaut_
   
 
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