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Autore: gigliofucsia    28/05/2018    1 recensioni
Io mi chiamo Eco Rondòn, è la prima volta che ti scrivo in tutti i vent'anni della mia vita e sono molto nervoso. Qualche mese fa non avrei potuto nemmeno provandoci. Vedi; è proprio di questo che vorrei scriverti. Vorrei confidarti cosa è cambiato in un mese. So che forse non mi crederai visto quanto è incredibile; ma so che non mi negherai la tua attenzione. Sono felice di parlare con te, o meglio, di scriverti in questo caso.
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi chiesi chi mai, fosse. Adesso più di prima, non volevo più darmi false speranze. Se proprio dovevo tentare, volevo essere sicuro di non rimanere deluso, perché se avessi subito un altro colpo temevo che non sarei sopravvissuto.

– Dici sul serio? Non mi stai prendendo in giro! –

– Non ti farei mai uno scherzo simile, so quanto sei sensibile, lascia che ti racconti una storia –

Sentì un ticchettio dal tavolo e un odore di stufato stuzzicò le narici. Cercai il cucchiaio e cominciai a mangiare con calma. Anche con lo stomaco in subbuglio per l'agitazione.

– Fu tre anni fa, me lo ricordo come se fosse ieri. Un tale, muscoloso, abbronzato, eroe di guerra, entrò nella mia locanda. Era diretto dal re per una ricompensa ai suoi servigi. Ma, pensava che la sua figura non fosse adatta ad un eroe di guerra desiderava tanto riavere la gamba destra, perché sembrava un invalido. Io sapevo che al tempio del demone di inchiostro, era possibile chiedere di esaudire un desiderio. Tutti lo sappiamo, anche quest'ultimo, ma nessuno va chiedere favori, nemmeno per questioni di vita o di morte. Lui era arrivato a Nib solo nella credenza che il demone d'inchiostro potesse ridargli la gamba. Mi chiese la direzione, ci sarebbe andato il giorno dopo. Io gli dissi tutto e lo avvisai che il tempio era una zona riservata ai monaci, nessuno sapeva se lo avrebbero lasciato passare. Lui però mi ringrazio e mi disse che ci sarebbe andato comunque perché valeva la pena tentare. Il giorno dopo... lui è tornato qui alla mia taverna...

Il mio stupore e la mia ansia mi stritolarono il cuore.

– L'ha avuta indietro? Come? –

– Non ne ho idea, tornò camminando senza stampelle. Tutti ci chiedevamo il perché. Lui ha riavuto la sua gamba, è perciò che te lo dico, perché quel soldato non era diverso da te. Puoi tentare, che ne dici?

Sarei dovuto andare in una zona riservata ai monaci, e parlare davanti ad un dio per la mia vista. Senza sapere se avrebbe accettato.

– devo... devo pensarci un attimo – risposi

lei rispose: – va bene comunque, se vuoi sapere la mia, è un'occasione da non perdere –

Sentì la sedia strisciare e sentì i suoi passi allontanarsi. Quando finii lo stufato, cercai la strada per l'uscita e me ne tornai a casa pensieroso.

  
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