Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug
Segui la storia  |       
Autore: Shireith    28/05/2018    2 recensioni
{Marichat // raccolta mista di trentuno storie che partecipa alla challenge Marichat di maggio 2018 indetta dai fan su Tumblr}
#01 — Mentre fuori piove » Vestito d’una tuta nera che ricopre ogni centimetro del suo corpo, i capelli biondi e sbarazzini ora intrisi d’acqua piovana, la figura che vede distesa a terra sul balcone di casa sua non può essere altri che lui.
#13 — Il mio faro nella notte » Lo scenario che si presenta ora ai suoi occhi, tuttavia, gli sbatte in faccia la triste e crudele e realtà: che un individuo qualsiasi può, se quello è il suo volere, porre fine alla vita di tanti altri come lui.
#17 — Sul filo del rasoio » La pioggia, intanto, è fitta, malinconica: lo scenario ideale per una tragedia.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
#28. Ostaggio
(Sequel de Uno strano fastidio)


Salvataggio


 Chat Noir sapeva bene che se Ladybug non poteva essere lì non era colpa di nessuno dei due e che la collega aveva sicuramente ottimi motivi che giustificavano la sua assenza. Infatti non ce l’aveva con lei. No, lui ce l’aveva con se stesso: era lui l’unico supereroe attualmente disponibile a garantire sicurezza ai cittadini di Parigi, com’era potuto succedere? Perché proprio lei?
 Con l’animo in tumulto, Chat Noir lanciò un’altra occhiata all’akumizzato: costui, manovrato da Papillon per via dei suoi sentimenti d’amore nei confronti di Marinette, era riuscito a sottrarla alla protezione di Chat Noir e l’aveva condotta con sé sulla cima dell’edificio più alto.
 Per il giovane era difficile intervenire, perché il nemico l’avrebbe visto avvicinarsi e avrebbe cercato di impedirglielo, oppure sarebbe scappato. Chat Noir avrebbe volentieri cercato di contrastare l’akumizzato in uno dei due possibili scenari, tuttavia doveva tener conto della presenza di Marinette, e non voleva in nessun modo mettere a repentaglio la sua incolumità. D’altro canto il nemico teneva a Marinette, dunque non c’era il rischio che potesse farle del male. La ragazza doveva solo temporeggiare finché Chat Noir non fosse riuscito a trovare un modo sicuro per intervenire.
 Era sicuro che se si fosse avvicinato muovendosi tra i tetti come suo solito sarebbe sicuramente stato visto prima del dovuto, dunque ebbe un’idea. Scese dall’edificio su cui si era appostato per avere una visuale migliore e una volta a terra corse in direzione di quello in cima al quale si trovavano Marinette e l’akumizzato, deciso ad arrampicarsi sulla sua superficie grazie alle sue doti feline.
 Una volta in cima si sporse oltre il parapetto con una parte del viso, scoprendo quanto bastava per analizzare lo stato attuale della situazione con i suoi occhi.
 Marinette doveva essere spaventata, ma era brava a non darlo a vedere: stava conversando con il nemico in tranquillità, il che gli aveva dato tempo di raggiungerla e ora di trarla in salvo.
 Sfruttando l’elemento sorpresa, Chat Noir si palesò dal suo nascondiglio e attirò l’attenzione dell’akumizzato: costui, non aspettandosi la sua comparsa, non riuscì subito a processare l’avvenuto, e Chat Noir ne approfittò per coglierlo alla sprovvista. Riuscì a raggiungere Marinette e a prenderla tra le sue braccia prima che l’altro se ne rendesse conto, dunque cercò di allontanarsi il più lontano possibile sfruttando la sua velocità superiore.
 I due giovani tornarono a toccare finalmente terra nei pressi di un parco gremito di persone: Chat Noir, furbo, l’aveva scelto appositamente perché Marinette potesse confondersi tra la folla e non essere trovata.
 Alle sue indicazioni la ragazza annuì, e Chat Noir la lasciò con la promessa che avrebbe tenuto occupato il nemico finché non fosse sopraggiunta anche Ladybug. Dopodiché Marinette lo vide sparire nell’oscurità della notte.
 Assicuratasi che fosse abbastanza lontano, la giovane andò alla ricerca di un luogo appartato che le offrisse protezione da occhi indiscreti, e una volta qui richiamò a sé i poteri di Tikki e si trasformò.

***

 Era passato appena un quarto d’ora quando Marinette sentì qualcuno bussare alla botola di camera sua. Non solo capì immediatamente che si trattava di Chat Noir, ma già prima di allora era certa che avrebbe ricevuto una sua visita perché lui voleva sapere come stava.
 Quando Marinette aprì la botola, la pelle del suo viso fu accolta dal clima fresco e invitante di quella sera di maggio, perciò decise che invece di far entrare Chat Noir in camera sua sarebbe stata lei a raggiungerlo all’esterno.
 Il giovane, recepito il messaggio, andò a sedersi sulla ringhiera con movenze che a Marinette ricordarono quelle di un vero felino. «Non voglio disturbarti,» ci tenne a chiarire, «sono venuto qui solo per accertarmi che stessi bene.»
 L’altra gli sorrise con premura. «Lo so, e la risposta è sì.» Così dicendo lo raggiunse, sporgendosi oltre il parapetto e perdendosi un attimo nella contemplazione della ville lumière sotto il cielo blu scuro della sera.
 Se ci ripensava, ad Adrien dava ancora fastidio l’idea di Marinette interessata a un ragazzo in carne ed ossa di cui lui conosceva nome e volto. Tuttavia c’era una cosa che la ragazza doveva sapere, ed era giusto che glielo dicesse. «Sai, dopo che Michel è tornato alla normalità ha chiesto subito di te. Voleva dirti che era sinceramente dispiaciuto per quello che è successo.»
 Era un’informazione di cui Marinette non era a conoscenza, perché dopo che l’akuma era stata purificata l’uso del suo Lucky Charm aveva esaurito quasi del tutto le energie di Tikki, dunque Ladybug aveva dovuto dileguarsi con effetto immediato.
 «Inoltre non dovresti essere arrabbiata con lui» continuò Chat Noir. «Quello che è successo è solo colpa di Papillon, che sfrutta le emozioni delle persone quando sono più vulnerabili.»
 Marinette annuì. «Lo so, Michel è un bravo ragazzo.» «Quindi hai cambiato idea? Ci uscirai?»
 La giovane doveva ammettere che, quando l’aveva conosciuto tramite Alya, quell’idea l’aveva sfiorata, e allora aveva pensato che forse non sarebbe stato male dargli una possibilità. Nel momento della verità, però, aveva esitato, poi aveva risposto di no. Inizialmente, il perché di quel gesto sfuggiva anche a lei, ma ora gli appariva più chiaro che mai.
 «Come mai?»
 «Perché non è Adrien.»
Sì, era semplicemente quella la verità: Michel non era Adrien. Per quanti ragazzi sembrassero incrociare il suo cammino – Nathanaël, Michel, Chat Noir stesso –, Adrien era Adrien. Forse non sarebbe mai riuscita a diventare per lui più di una semplice amica, ma per il momento quello era un sentimento che niente poteva cambiare, se non, lentamente, lo scorrere stesso del tempo.
 Chat Noir strabuzzò gli occhi. «A... Adrien?» chiese, incerto. Era fortunato che Marinette fosse talmente presa dai suoi pensieri da non avere la possibilità di accorgersi della sua reazione.
 «Sì» confermò la ragazza, che a rivelare quell’informazione così intima a Chat Noir si sentiva completamente a suo agio. «Lo conosci?»
 «Sì, è piuttosto famoso» riuscì a stento a dire Adrien.
 Non avrebbe mai pensato che tra tutti i ragazzi, Marinette si fosse innamorata proprio di lui. Perché, poi? Era un’altra delle sue fan?
 «Come mai proprio lui? Perché è bello?»
 Con sua sorpresa, la ragazza scosse la testa.
 «No. Sai, all’inizio lo detestavo anche, perché mi ero fatta un’idea sbagliata di lui. Mi sono ricreduta quando mi sono resa conto della sua gentilezza» rivelò, un sorriso a velarle le labbra al pensiero del giorno di pioggia in cui Adrien le aveva fatto dono del suo ombrello, un gesto che con la sua semplicità era stato in grado di conquistare il suo cuore.
 Chat Noir era senza parole: non aveva mai sentito nessuno riferirsi a lui con aggettivi come gentile invece che bello o ricco.
 «E perché ti ha rifiutato?» Era genuinamente curioso di udire la risposta a quella domanda, perché non riusciva a pensare a un modo in cui la ragazza avesse capito che per loro due non c’era futuro.
 «Tecnicamente non l’ha fatto, in realtà. Non mi sono mai dichiarata, però l’ho sentito mentre diceva a un’altra ragazza che sono solo un’amica, per lui. E a questo punto non so le cose mai cambieranno.»
 Adrien dovette realizzare nella sua mente che ciò era dannatamene vero: voleva un bene dell’anima a Marinette, ma il suo cuore apparteneva comunque a Ladybug. Un giorno o l’altro Marinette avrebbe dovuto ricevere la stessa risposta che aveva ricevuto lui da Ladybug: scusami, ma nel mio cuore c’è un’altra persona. E solo ora che si trovava da quella parte realizzava che rifiutare era duro tanto quanto essere rifiutati.
 «Forse hai ragione tu,» tornò a dire dopo qualche minuto di silenzio, «ma in ogni caso non sarebbe colpa tua.»
 Marinette annuì. «Lo so.»
 «È meglio che vada, ora» disse Chat Noir, che in cuor suo era troppo scombussolato dalla rivelazione di Marinette per riuscire a rimanere lì ancora per molto.
 «D’accordo» rispose l’altra. «Ciao, allora.»
 «Ciao.»
 Quel saluto fu accompagnato da un sorriso, poi Chat Noir si lanciò nel buio e in brevissimo tempo era già sparito nell’oscurità della notte. E mentre faceva ritorno a casa sua a passo svelto, il ragazzo si ripromise più volte che le cose con Marinette non sarebbero finite lì. Qualsiasi fosse stata la conclusione di tutta quella storia, negativa o positiva che fosse, Marinette meritava di averne una.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug / Vai alla pagina dell'autore: Shireith