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Autore: Abby_da_Edoras    30/05/2018    3 recensioni
Questa è una storia in due parti legata alla mia versione AU della quarta stagione: Tristan ha salvato Elijah dal malvagio influsso di Inadu, ma questa volta è lui a soffrire per le malvagie arti magiche della strega. Elijah, con l'aiuto di Madame Angéle, riuscirà a liberarlo, ma Inadu non accetterà la sconfitta e pianificherà una vendetta terribile contro entrambi, che saranno destinati a grandi sofferenze.
Non scrivo a scopo di lucro e personaggi e situazioni appartengono a autori, registi, sceneggiatori e produttori di The Originals e a chiunque ne detenga i diritti.
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Elijah, Nuovo personaggio, Tristan
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Comme un ouragan'
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Seconda parte

Madame Angéle fissò per un lungo momento il volto di Elijah prima di parlare.

“Farò un incantesimo che le permetterà di entrare nei sogni di Monsieur De Martel, perché è lì che Inadu lo sta attaccando. Lei dovrà portarlo al sicuro, lontano da quella creatura malefica” disse.

“Va bene, sono pronto” dichiarò Elijah senza la minima esitazione.

Madame Angéle si concentrò profondamente e mormorò alcune parole misteriose. Passarono soltanto alcuni minuti, ma al vampiro Originale sembrarono eterni; poi la strega aprì gli occhi e sorrise a Elijah e Tristan.

“L’incantesimo sta già avendo effetto” spiegò soddisfatta. “Da questa notte toccherà a lei, Monsieur Mikaelson, proteggere il Conte De Martel dall’influsso nefasto di Inadu. La mia magia le permetterà di entrare nei suoi sogni e lei dovrà portarlo via da lì e condurlo in un luogo sicuro nella sua mente, un luogo in cui quell’essere non potrà penetrare.”

A parole sembrava facile, ma Elijah ricordava bene che Inadu era riuscita a forzare persino la porta rossa della sua mente, quella dietro la quale lui racchiudeva tutti i suoi ricordi e rimorsi più dolorosi. Sarebbe stato in gradi di creare una barriera tanto forte da tenere lontana la perfida creatura? Non lo sapeva, ma ciò che contava era che ci avrebbe provato in ogni modo, che questa volta non avrebbe lasciato solo Tristan. Già fin troppe volte lo aveva abbandonato e questa volta doveva sapere che poteva contare su di lui.

Per Madame Angéle era giunto il momento di congedarsi.

“Come le dicevo al telefono, Monsieur Mikaelson, la mia amica Selene sarà a Marsiglia domani pomeriggio e porterà con sé il diario con gli incantesimi della sua antenata, quelli che serviranno ad eliminare Inadu. Vi invito a cena nella mia villa per domani sera, così conoscerete Selene e potrete esaminare l’antico diario” disse la strega.

“Ne saremo molto lieti” rispose Elijah per entrambi. “Siamo impazienti di incontrare la sua amica e… non potremo mai esserle grati abbastanza per tutto ciò che sta facendo per noi.”

Madame Angéle sorrise.

“Inadu è una nemica anche per noi streghe di Marsiglia e sono fiera di poter fare qualcosa per liberare il mondo da una simile minaccia. Allora ci vedremo domani sera” concluse, porgendo a entrambi i vampiri la mano da baciare.

 

Elijah attese con ansiosa impazienza che arrivasse la notte. Si sentiva pronto ad affrontare Inadu per proteggere Tristan, ma da un lato temeva che non sarebbe stato forte abbastanza per tenerle testa…

L’unica cosa di cui era certo era che non avrebbe lasciato nulla di intentato.

Quando furono nella loro stanza, Elijah strinse tra le braccia Tristan, spogliandolo con lentezza e delicatezza. Lo accarezzava e lo baciava come se fosse una statuina di cristallo, come se avesse timore di romperlo, vedendolo così fragile.

Non sono una bambola di porcellana, Elijah, non sei mai stato così delicato con me prima d’ora…

Questo avrebbe voluto dirgli Tristan, una battuta tagliente per non far capire quanto fosse turbato.

Ma era talmente confuso e insieme felice di quell’insolita premura del suo uomo da non riuscire nemmeno ad aprire bocca, travolto più da quella delicatezza inconsueta che dalla frenesia e passionalità dei loro rapporti abituali. Il tocco leggero di Elijah lo faceva fremere e gli faceva tremare le gambe come non gli era mai accaduto prima e Tristan scelse di attribuire la colpa di questa fragilità alla spossatezza di quegli ultimi giorni…

Non poteva ammettere nemmeno con se stesso di essere tanto sconvolto da Elijah!

Eppure si lasciò prendere in braccio, spogliare e deporre sul letto, lasciò che Elijah entrasse dentro di lui con lentezza e tenerezza. Sentì che il suo corpo si fondeva sempre di più con quello del suo amante e che ogni spinta li trasformava in una cosa sola, perduti in un universo tutto loro di amore e dolcezza.

Alla fine scivolarono insieme in un riposo sereno, conciliato dalla vicinanza reciproca e dall’appagamento dei sensi, i loro corpi ancora allacciati come se non volessero dividersi mai più.

Elijah fu subito ben cosciente di essere entrato nel sogno di Tristan, grazie all’incantesimo di Madame Angéle. Ciò che lo stupì, piuttosto, fu notare quanto la tattica di Inadu con lui fosse stata più subdola e velenosa. Si era aspettato di trovarsi nel container, oppure al party della Strix, in un sogno agitato e turbolento del giovane Conte… e, invece, con malefica astuzia, la strega cullava Tristan nei sogni e nei ricordi più felici che aveva mentre gli risucchiava ogni goccia di energia vitale.

Elijah si ritrovò abbigliato come quando viveva nella Corte di Marsiglia sotto falsa identità e vide davanti a sé il parco antistante il palazzo, dove Tristan stava parlando a voce alta con la sorella Aurora e con alcune delle sue guardie.

“Vi ho detto che non voglio alcuna scorta per la mia passeggiata nei boschi” diceva il Conte in tono annoiato. “Non corro alcun pericolo nelle foreste che mi appartengono e, se anche qualcuno volesse attaccarmi, so difendermi benissimo senza bisogno di soldati. Mi credete forse un inutile damerino?”

Elijah sorrise tra sé ricordando quella scena: era stato un palese tentativo, da parte di Tristan, di spingerlo ad avvicinarsi a lui nella solitudine dei boschi e infatti aveva parlato a voce più alta del necessario e proprio quando il vampiro Originale passava di lì…

“Certo, trascorrerò il pomeriggio completamente solo nella foresta, cosa c’è di strano? Anch’io ho bisogno di riposarmi e allontanarmi per un po’ dai miei doveri” insisteva il giovane.

Sì, quella scena era avvenuta davvero mille anni prima e, al tempo, Elijah non aveva avuto interesse alcuno nel cercare di sedurre il ragazzino viziato nella foresta solitaria… questa volta sarebbe stato ben diverso.

Il vampiro Originale si ritrovò in una radura e, ben presto, vide Tristan passeggiare solo e senza scorta, proprio come aveva richiesto, ma non sembrava affatto rilassato, anzi sfoggiava un’espressione corrucciata mentre guardava tra gli alberi in attesa di qualcuno che non arrivava.

Elijah lo colse alle spalle facendolo sussultare.

“Milord, non temete che qualcuno possa aggredirvi in questi boschi remoti? Nessuno udrebbe la vostra voce se chiedeste aiuto” gli disse con un sorriso malizioso, premendosi contro di lui.

Tristan si voltò di scatto. Aveva un lampo di trionfo e di soddisfazione negli occhi azzurri, ma ostentò un altezzoso sdegno.

“E chi dovrei temere? Voi, forse? So difendermi meglio di quanto pensiate e…”

Elijah non lo lasciò finire, lo afferrò e si gettò sull’erba con lui, inchiodandolo a terra col suo corpo e baciandolo profondamente e prepotentemente.

“O forse era proprio questo che volevi, piccolo nobile spocchioso” lo canzonò, tra un bacio e l’altro, senza dargli il tempo di rispondere a tono. Poi, stringendolo più forte a sé, cambiò atteggiamento e si fece premuroso. “Non è me che devi temere, ma un nemico molto più insidioso. Vieni con me dove potrò proteggerti.”

A quel punto Tristan parve ricordare e comprendere che quello era solo un sogno. Non disse niente, ma il suo sguardo azzurro parlò per lui. Annuì e si dispose a seguire Elijah… e, non appena lo fece, entrambi si ritrovarono in un altro sogno, nella mente dell’Originale. Adesso erano ritornati al tempo presente e i loro abiti e acconciature lo dimostravano…

“Dove siamo?” domandò Tristan.

“L’incantesimo di Madame Angéle ha funzionato” gli spiegò Elijah. “Ti ho portato via dal tuo sogno, dove Inadu poteva colpirti. Adesso siamo nel mio sogno, nella mia mente e in un luogo che lei non potrà raggiungere.”

Inadu, infatti, aveva compreso quello che Elijah aveva fatto e immediatamente si era proiettata nel suo sogno, ma non era riuscita a raggiungere i due perché una porta l’aveva fermata.

Non era la porta rossa che racchiudeva i ricordi più dolorosi e vergognosi di Elijah.

No, quella che le impediva il passaggio era una porta molto più solida, robusta e dipinta di una sfumatura di azzurro che ricordava gli occhi di Tristan.

Inadu capì che non avrebbe mai potuto oltrepassare quella porta e, come una bambina offesa, tentò di convincere Elijah con le minacce.

“Sei un folle, Elijah Mikaelson!” esclamò con la sua voce giovanissima e priva di espressione. “Rischi la tua stessa vita per proteggere quel ragazzo, mentre lui progetta di fare del male al sangue del tuo sangue, alla tua preziosa Hope!”

“Non cadrò nelle tue sporche trappole” replicò Elijah, in tono severo. Non aveva intenzione alcuna di cedere alla perfida creatura, eppure, involontariamente, la sua stretta su Tristan si fece meno decisa… Era possibile che Inadu sapesse qualcosa che lui ignorava? Del resto era stata nella mente di Tristan e avrebbe potuto anche venire a conoscenza di qualche oscuro piano per… ma no, cosa stava pensando? Era davvero disposto a credere alle parole di un essere tanto abietto? La perfida strega voleva distruggerlo e, per farlo, usava ogni più turpe menzogna a sua disposizione!

Elijah non poteva sapere che Inadu, offesa e indignata per essere stata sfidata e vinta da lui e da Tristan con la forza dell’amore, aveva deciso di vendicarsi nel modo più terribile, ossia disintegrando tutto ciò che li legava attraverso il sospetto e la sfiducia…

“Credi pure a ciò che vuoi, arrogante Mikaelson. Ti accorgerai troppo tardi di ciò che succederà alla piccola strega… che ironia, vuoi proteggere Hope da me, ma non sarai in grado di tenerla lontana dalle mire del perverso Conte De Martel, che la trasformerà in un mostro. Cosa avrai guadagnato allora?” riprese Inadu, con una risata maligna da adolescente che la rendeva ancor più spaventosa. “Addio, Elijah Mikaelson, o forse dovrei dire… arrivederci? Magari preferirai lasciare che sia io a reincarnarmi in Hope piuttosto che vederla diventare un membro corrotto della Strix, proprio come il giovane che ti affanni tanto a proteggere!”

Mentre l’eco della risata di Inadu si spegneva, sia Elijah sia Tristan si svegliarono di soprassalto. Era il giorno fatidico in cui avrebbero incontrato la strega Selene e, grazie a lei, venire a conoscenza del modo per eliminare la creatura che li tormentava.

Tristan si era ripreso completamente, la debolezza che lo affliggeva era scomparsa… ma Elijah non se ne accorse, il volto grave, lo sguardo perso in pensieri remoti.

“Dobbiamo fermare Inadu al più presto” fu tutto ciò che l’Originale disse, senza nemmeno voltarsi a vedere come stava il giovane Conte. “Non appena avremo parlato con l’amica di Madame Angéle, faremo subito ritorno a New Orleans e distruggeremo quell’essere una volta per tutte.”

Tristan assentì, chinando il capo.

Il sogno era finito, anche lui doveva tornare alla realtà.

L’Elijah che aveva conosciuto in quei mesi, dolce, premuroso e attento solo a lui, era stata una breve quanto splendida illusione; adesso era tornato Elijah Mikaelson, colui che aveva dedicato ogni istante della sua vita alla famiglia… e che avrebbe ripreso a fare lo stesso senza riguardi per nessuno, tanto meno per lui.

Tuttavia nemmeno nei suoi incubi peggiori Tristan avrebbe potuto immaginare quello che tormentava la mente di Elijah in quel momento: il veleno che Inadu aveva versato nelle sue orecchie durante la notte stava iniziando a fare effetto e il vampiro Originale cominciava di nuovo a sospettare del giovane Conte, a spiarne ogni sguardo, ogni mossa, chiedendosi fino a che punto la malvagia strega avesse detto il vero. Per mille anni era sempre stato pronto a credere il peggio di Tristan ed ora, nonostante tutto ciò che avevano passato assieme, era bastato il piccolo seme della calunnia gettato da un essere perfido e privo di sentimenti per riportare Elijah indietro nel tempo, a quando vedeva nel Conte De Martel nulla più di un manipolatore pronto a fare del male alla sua famiglia.

 

FINE

 

 

 

 

   
 
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