Anime & Manga > Lupin III
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Autore: JigenS    30/05/2018    0 recensioni
'' Mi affretto a rovistare tra pile di trucchi e qualche banconota racimolata dalle ultime rapine di ''fortuna'', quando trovo il pacchetto, ma me lo ritrovo ovviamente mezzo spoglio. E io di solito le conto bene le sigarette.
E le ho contate bene anche qualche ora prima: ne ho fumate 15 in tre ore, ma ora ne rimangono solo due, perciò Fujiko deve essersene soffiate tre. Maledetta ladra…
... e che colmo. Già; beh chissenefrega, ormai. Io ho rubato di peggio, forse.
...
Volto di nuovo lo sguardo verso di lei e annuisco: decisamente di peggio. ''
Genere: Erotico, Introspettivo, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Verona, la Città degli Amanti, o almeno così si dice, visto che dovrebbe essere la città dove pare essere vissuta Giulietta col suo dramma per Romeo o per Shakespeare o chissà per chi; insomma, io non mi chiamo Lupin e non sono così colto per quanto riguarda storie o opere teatrali e arte in generale. Anzi, sono anche piuttosto sbronzo per capire parecchie cose, al momento, anche se una l'ho capita bene: Lupin si trova qui e probabilmente è riuscito a evadere dalla prigione di massima sicurezza che gli ha propinato Zenigata per l'ennesima volta e probabilmente ci vorrà tutti al completo per il prossimo colpo: il tesoro segreto di Giulietta, una pietra che dovrebbe valere una fortuna e certamente anche una doppia razione di sigarette, per me; e magari anche qualche cocktail che non sappia di supermercato...
  ...E sarebbe tutto così perfetto se solo non fosse altro che una farsa di… di… Di Fujiko?!

[...]
«Oh, avanti, credevi davvero che ci mettesse così poco tempo a evadere, Jigen? Lo sai che Lupin deve dare del filo da torcere a Zenigata e illuderlo un po’ di essere riuscito una volta per tutte a tenerlo fuori gioco, no?», dice Fujiko, apparendo davanti a me, che colto alla sprovvista faccio un passo all'indietro, ma del tutto barcollante; e d'altronde mica per caso ho accennato alla mia sfilza di cocktail da supermercato, anche se c'è da dire che non siano così tanto forti proprio per questo da ridurmi a uno straccio, ma se alzi il gomito lo alzi comunque e credo proprio di averlo alzato, stasera; e questo Fujiko lo ha intuito fin troppo bene, tanto da ridere.
«Ma guardati!», lei ride. «Nemmeno ti reggi in piedi! Che figuraccia che avresti fatto con Lupin, se fosse stato tutto vero!»
«Hai inscenato… tutto? E Goemon?»

Fujiko fa un passo in avanti; poi un altro ancora, finché non si ritrova quasi davanti a me, a un palmo dal mio naso.
«E bravo, Sherlock! Ahi, ahi, troppo alcol rovina quel poco di cervello che ti è rimasto, vedo. Ma per tua fortuna non ci sono né Lupin, né Goemon a vedere questo spettacolo...; e anzi, dovresti anche ringraziarmi proprio per questo! E poi, oh, non preoccuparti: per quanto riguarda il nostro caro Samurai non mi pareva semplicemente saggio distrarlo dalla sua Meditazione; è così che si chiama, mh? Ma cosa importa? Almeno tu sei qui, come avevo previsto. E fidati, che prevedibile lo sei sempre stato, ma in questo momento di più! Dovresti proprio vedere la tua faccia, Jigen!»

...
La mia pazienza, ora, sta raggiungendo il limite.
  ...Pensa Lei davvero che… che… «Avanti!»: sbotto di colpo, tornando a masticare malamente qualche parola, mentre la testa riprende un po’ a girare; e dopo due bottiglie e mezzo è anche normale.
«Dimmi perché credi che ti possa aiutare.» 
«Aiutare? Ma no, sciocchino!» Fujiko torna a ridere e io non la comprendo, né la sopporto, ma questo lo si sa da sempre. Incrocio le braccia al petto, «beh, sull'invito è citata la pietra di Giulietta o di Vanessa o di quel che è, ma non credere che io aiuti una come te. Potrai ingannare Lupin, ma non me. Se la vuoi ti aiuterò solo a condizione che si divida il ricavato.»
«Non esiste nessuna pietra, almeno che io sappia! Mi annoiavo, tutto qui!»
«Che diamine...», borbotto senza capire, né mi è possibile comprendere qualunque cosa, dal momento che la mia testa ormai sta cedendo definitivamente e in men che non si dica mi devo appigliare a un muro; e magari mi servirà pure da lezione, quando vorrò esagerare ancora con l'alcol… ¶

¶ ...anche se ora, ora che sono passati diversi giorni da quella notte in Via Cappello a Verona, mentre il cuore della città dormiva ed eludevo la sorveglianza del cortile verso il museo della Casa di Giulietta beh, ora mi farebbero proprio comodo un bel paio di altri drink, ma giusto per dimenticare l'idiozia che ho appena compiuto. E distrarrei anche le mie labbra da quelle di questa diabolica donna, per concederle al bicchiere, con una punta di ghiaccio e limone nel Bourbon. Tuttavia…


«Perché ti fermi? Non mi dire che non ti piaccio più. Prima non sembravi così dispiaciuto...»
«Perché me lo stai facendo fare?»
«Fare cosa?», domanda lei con uno sguardo quasi innocente; e forse ad altri lo sguardo potrebbe benissimo apparire ignaro e innocente, ma io conosco bene Fujiko Mine e non mi pare proprio il tipetto adatto a essere definito in modi così generosi.
«Ahh, sai benissimo a cosa mi riferisco, Fujiko.»
«Eppure non ti sei fermato… Oh, oh, Jigen: non dare a una donna tutte le colpe del caso! Non è molto corretto! Lezione numero 1!»
«Non c'entra niente questo...», provo a dire, mentre un senso di strana e bruciante vergogna mi sfiora le guance. E mi sfiora è solo dire poco, perché più che sfiorarmi mi percuote e anche molto forte. E forse in questo caso non solo sulle guance.
 ... «Ma quante sorprese, Jigen Daisuke!» Eppure esclama lei con malizia, intuendo tutto: ma come fa, ogni santa volta? Ora mi sente. Ora...
«Ora… Smettila.» Le dico schietto, ma queste parole sono riferite più a me, che ancora non riesco a trovare il modo di alzarmi e lasciarla lì a vantarsi da sola come meriterebbe; ma in parte ANCHE a lei.
...
«E va bene, e va bene~!»
Dice Fujiko dopo qualche istante, con quel solito sguardo che di certo non mi occorrerà più descrivere, né voglio rivedere, per avvicinarsi un'ultimo istante alle mie labbra. E un'altra volta, maledizione a me, ne vengo rapito.

Che diamine mi prende? Che diamine mi è preso? Questa volta non sono neppure sbronzo. O, insomma, non come qualche sera fa…
...Ho bevuto solo tre bicchierini e giuro: mi reggo ancora in piedi!
Datemi un bersaglio e vi dimostro che posso fare ben altro; e poi sono Jigen Daisuke e questa volta non sono… ubriaco. Sono solo matto da legare, ma non ubriaco. E Fujiko è…


[...]
«...Sei una serpe.»
«La migliore! A meno che il tuo non fosse un insulto… Potrei offendermi, sai?»
«Bah.», bofonchio qualcosa e mi levo dal divano per fumarmi una sigaretta rollata. «Scoprirò cosa mi hai messo nel bicchiere, sappilo.»
«Sono una ladra, ma non arrivo a questi livelli! Ah, che faccia tosta!»
«Sì, come no… Almeno posso capire il perché?»

Lei mi guarda e sorride. «Chissà! Magari stanno iniziando a piacermi quelli col cappello!»



Chi le capisce, le donne? Anzi: chi la capisce, Fujiko Mine?

«Senti...», la guardo di sfuggita, «io non tradirò MAI Lupin.»
«Lo hai fatto, però.», si ostina lei. «E non ti ho certamente obbligato.»
«Beh, magari è solo un brutto sogno.»
«Se mi sogni così, però, stai tradendo comunque il tuo amichetto, non trovi?»


Non so cosa mi prenda e specialmente cosa prenda a lei o dove voglia arrivare, ma mi do un forte pizzicotto; e dico forte, perché lo sto sentendo e ora sta iniziando a fare male. Perché, poi, mi sarà saltata in testa l'idea del pizzicotto?

«Sei ancora sicuro di sognare?» Riprende la serpe.
«Non importa.» Dico io.
«Oh, quanto la fai lunga! Puoi anche non dirglielo! E poi lui è sposato con la Rossellini, ora, non ricordi?»
«Io ricordo solo che sei pazza.»
«Un altro mio pregio!» MA dopo questa sua risposta ne ho abbastanza ed esco a fumarmi una sigaretta in terrazzo; la luna brilla appena, mentre alcune nubi si avvicinano e forse daranno un po’ di pioggia; e beh, non che sia una cosa che mi cambi la vita, perché pioggia o non pioggia io me ne dormirò qui. E poi non ho intenzione di dormire su quello stesso divano per stanotte: non con quella voce, «Ti è piaciuto, ammettilo!» che torna a scalfirmi dentro, anche se lei in questo momento ha già abbandonato il rifugio, per mia fortuna. Ma...
''Mi è piaciuto, serpe. Purtroppo mi è piaciuto. Ah, se pensi però che io te lo dica... te lo puoi scordare. E poi qualsiasi uomo te lo direbbe se tu… se tu…''
«Se io~?»

Ancora quella maledetta voce.

Almeno lasciami in pace, ora che sono in terrazzo!” ¶

¶ [...]
¶ «Bukowski, sei un pivello, comunque.
E uno sbarbato; o quello era Lupin? Beh, non importa molto: entrambi avete conosciuto lati della donna ben più docili e forse meno pazzi. A parte la strega
[ *1 ]...
O anche tu, caro Hank
[ *2 ], ti sei fatto Fujiko Mine? Sai, potrei iniziare a ingelosirmi.»

 
NOTE:
*1: personaggio che appare in ''Storie di Ordinaria Follia'' di Bukowski; strega sta a indicare la natura di tale personaggio che si chiama Cass e che Jigen paragona un po' a Fujiko, in grado di manipolare come poche donne al mondo gli uomini e in particolare Lupin, ma a quanto pare ora anche Jigen stesso ;

*2: Jigen chiama Charles Bukowski Hank, come a riferirsi a un amico, sebbene in realtà ''Hank'' sia proprio uno dei vari soprannomi-pseudonimi spesso utilizzati dallo scrittore, ma qui appunto Jigen lo utilizza più come termine amichevole-sarcastico. 
   
 
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