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Autore: terryoscar    31/05/2018    11 recensioni
Autrici: Aizram e Terryoscar
“ Avventura sulle Alpi” nasce per caso.
Aizram ed io ci siamo conosciute grazie alla mia prima pubblicazione: ” Oscar storia di un grande amore.”
“Dopo averla portata a termine, Aizram mi ha contattata, chiedendomi di scrivere un’altra storia ma allegra e divertente riguardo ai nostri personaggi preferiti: Oscar e André.
Inizialmente le ho detto che non sapevo nemmeno cosa scrivere, e lei mi ha suggerito di fargli fare un bel viaggio verso le Alpi.
I primi tre capitoli li ho scritti da sola, prendendo spunto i suggerimenti di Aizram ma poi, grazie alla tecnologia di cui usufruiamo abbiamo scritto i capitoli successivi in tempo reale: tramite skipe.
Quindi questa storia è scritta a quattro mani da Terry e Aizram. Si sa due cervelli funzionano meglio di uno!
E così nasce “Avventura sulle Alpi!”
Qui avremo il generale che tenterà di convincere sua figlia a sposarsi, perché a suo dire ormai incontrollabile da quando frequenta i Soldati della Guardia e sopratutto pretenderà da lei un erede a cui tramandare il titolo nobiliare. Naturalmente Oscar di sposarsi non ne vorrà sapere, quindi si scontrerà con suo padre, e non solo con lui ….
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alain de Soisson, André Grandier, Generale Jarjayes, Madame Jarjayes, Oscar François de Jarjayes
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'IO SONO IL GENERALE JARJAYES'
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Sommersi dalla neve

La luce del giorno fa appena capolino, è l’alba.
Sono nel letto, ho dormito accanto ad Andrè, credo di aver dormito tutto il tempo dandogli la schiena. Nonostante fossi stanchissima, ho sentito più volte Andrè sfiorarmi; che emozione!!
L’ho sentito, l’ho guardato appena, l'ho visto accanto a me, mi emozionava vederlo con me … accanto a me … nello stesso letto, e soprattutto penso ai nostri corpi che si sono sfiorati.
Mi giro sul fianco, mi stiracchio, vedo il verde spalancato, mi ritraggo, tiro su di scatto la testa, vedo le sue labbra schiudersi che mi dicono: “Buongiorno Oscar, dormito bene?”
“A … Andrè … buongiorno …”

Lei si solleva dal cuscino, ma è ancora qui accanto a me, al mio fianco, nel nostro letto, mi guarda con i suoi occhioni azzurri, vorrei tanto dirle che è bellissimo svegliarmi accanto a lei, ma temo di essere precipitoso. Si muove, sinuosa come un felino….un felino, un gatto selvatico! Ecco cosa, sembra: bella, leggera, ma difficile da avvicinare!
Lei conosce i miei sentimenti, sa che l’amo, aspetto che faccia il primo passo, o magari un cenno, una sola parola ….
E’ smarrita, con le gote un po’ arrossite, dolce, bellissima …….
Andrè è qui , disteso sul letto, la testa appoggiata al cuscino, mi guarda con dolcezza, mi sorride, il suo volto emana tutto l’amore che sente per me. Come non capirlo, è così evidente!

Continuo a perdermi in quell’azzurro mare, che tanto mi fa impazzire, ho voglia di toccarla, di avvicinarla, non resisto, oso allungare la mano per cercare la sua, lentamente mi avvicino, sfioro le sue dita, non le ritrae, anzi, mi guarda e mi sorride.

“Andrè….. è ora di alzarci, il tempo di fare colazione e dobbiamo riprendere il viaggio.”
“Si Oscar, va bene!”

Sono dietro la porta dei miei compagni, busso, entro.
“Buongiorno …”
“Buongiorno a te Andrè, e stai tranquillo: il nostro giorno comincia meravigliosamente …”
“Immagino, ve lo leggo in faccia.”
“Sapessi Andrè che notte! … Non sai cosa ti sia perso.”
“Non lo so, e nemmeno mi interessa saperlo. Alain, Gerard sbrigatevi! Oscar ed io vi aspettiamo di sotto per la colazione.”
“Ehi Andrè, tutto bene, sei così strano?”
“Non sono strano Alain, è solo che dobbiamo muoverci, come hai detto tu ieri, il viaggio è lungo e non possiamo perdere tempo, io vado.”

“Ehi Alain! Hai visto Andrè, mi è sembrato particolarmente strano.”
“Mah! Che dire Gerard, a questo punto non so cosa pensare, se è a causa della sua astinenza o ..." Ti riferisci al comandante?”
“Ma certo, a chi se no?!! Non scordare che il nostro fraticello si è arruolato per amore della bionda dagli occhi di ghiaccio, sono sicuro che sia riuscito in qualche maniera a scioglierla un po’.”
“Ne sei proprio convinto?”
“Convintissimo, però mi chiedo: nell’attesa, come diavolo avrà fatto a stare lontano da una donna, capisco l’amore …. ma l’esigenza è tutt’altra cosa, e lui con quella là, secondo me, ci ricava poco o addirittura niente. Bah! Sono affari suoi, peggio per lui, se così fosse, sta sprecando la sua vita inutilmente! Su Gerard andiamo di sotto, prima che il biondo comandante diventi intrattabile.”
“Alain, però dobbiamo ammettere che è molto bella.”
“Chi?”
“Il comandante, chi se no, è logico che il nostro amico standole dietro da una vita, se ne sia innamorato.”
“Certo Gerard non lo si può negare che è bella, ma ti immagini come sarebbe la vita di un uomo accanto a una donna simile? Nooo, non voglio pensarci …. si invertirebbero i ruoli, non si capirebbe chi sarebbe l’uomo e chi la donna.
Credimi solo un Santo potrebbe stare accanto con una così, e di Santi ne conosco solo uno ed è Andrè. Poveraccio!!”

Siamo tutti e quattro intorno al tavolo per la colazione, il comandante è insolitamente taciturno con la sua tazza di cioccolata in mano (curioso, non la facevo così golosa!), ci penso io a smorzare un sorriso.
“Comandante, ormai siamo ufficialmente nel Ducato Sabaudo , adesso dobbiamo passare dal valico di Monginevro?”
“E’ così Alain, quella zona, data l’altitudine, è particolarmente fredda sicuramente troveremo molta neve quindi, prepariamoci al peggio!”
“Dopo tanti giorni di viaggio, solo la notte passata siamo stati al calduccio, peggio di così!!”
“Io penso che il peggio debba ancora arrivare Alain, per quanto ne so in quei posti le tempeste di neve sono all’ordine del giorno, speriamo bene!”
“Ehi Andrè, non fare l’uccello del male augurio, mi spaventi.”
“Dico semplicemente la verità, è inutile ignorare la realtà.”
“Brrrr … comincio a sentire freddo!”

Abbiamo ripreso il nostro viaggio, anche oggi il tempo non è clemente, fa molto freddo, nonostante siamo muniti di maglia pesante, sciarpa, guanti e cappello, sotto i mantelli il freddo si fa sentire. Guardo la mia Oscar, la vedo provata, spero che non si ammali, che riesca a resistere, lei non ha l’abitudine di lamentarsi, ma le parole in questo momento non servono a niente. 

Riprendiamo a salire, il sentiero si fa ripido, i cavalli procedono lenti e rischiano di scivolare sulla neve ghiacciata, soprattutto il cavallo con i nostri bagagli. Abbiamo allegerito i nostri e caricato maggiormente quello di scorta, così da bilanciare i carichi tra tutti. Solo Oscar ha tenuto una sacca sul Cèsar: Lei è così leggera che per il cavallo non fa nessuna differenza.
“Andrè, abbiamo raggiunto il valico, tra non molto scenderà la sera dobbiamo cercare riparo e in fretta.”
“Va bene Oscar.”
“Comandante, dove pensate che dobbiamo trascorrere la notte?”
“Gerard cerchiamo un riparo, una malga o un qualche ricovero utilizzato dai pastori, manca ancora un po’ per arrivare al prossimo villaggio, e il tempo non promette nulla di buono. Il cielo è grigio, tra non molto cadrà la neve, dobbiamo sbrigarci!”

Sentiamo alle nostre spalle dei cavalli lanciati al galoppo delle grida, delle intimidazioni, mi volto e mi rendo conto che abbiamo cinque uomini alle nostre spalle, con le spade sguainate, vengono verso di noi, stanno per assalirci, questa è un’imboscata, la mia mente è lucida, urlo: “Sodati ci stanno attaccandooo ….”
Sguainiamo le spade, e in groppa ai nostri cavalli tentiamo di difenderci.
Uno di loro minaccia: “Consegnateci la lettera se non volete rimanere seppelliti qui, sotto la neve!”
Urlo ancora: “ Se siete capaci, prendetela …”
Le nostre spade si incrociano, in poco tempo ha inizio una vera e propria battaglia, nessuno risparmia nessuno. Tintinnio di spade, urla, nitriti di cavalli, dobbiamo sopraffarli, ne va della nostra incolumità.
La mia lama colpisce il primo assalitore, lo vedo a terra, un secondo mi si avvicina, nell’ intento di colpirmi, ma Gerard, che è accanto a me, lo colpisce con la sua lama ferendolo, adesso siamo tre contro quattro, Andrè colpisce l’avversario, sento la voce di Alain che dice: “Comandante, Andrè, a loro ci pensiamo noi, voi andate avanti, ci vedremo al prossimo villaggio…”
“Ma Alain ….”
“Andrè! Meno chiacchiere, ti ho detto di andare viaaa…”
“Oscar, Alain ha ragione andiamo.”
Andrè e io ci allontaniamo più in fretta possibile, mentre vedo Alain e Gerard battersi come due furie, all’improvviso si scatena l’inferno, si scatena una bufera di neve, Andrè ed io non riusciamo più a percorrere il sentiero con i nostri cavalli. Non si vede quasi nulla, saliamo ancora ma ho perso l’orientamento: è tutto bianco, non si distingue il terreno dal cielo, tutto uniforme.
Sento la voce urlata di Andrè: “Oscar dobbiamo trovare riparo, non possiamo resistere ancora a lungo.”
“Andrè non conosciamo la zona, non si vede nulla, possiamo solo proseguire e sperare!”
“Oscar, forse vedo qualcosa più avanti ….” Lo dico più per farmi, e farle, coraggio.
“Dove?”
“Vieni con me, seguimi …”
La tempesta incalza, i cavalli sono stremati, proseguiamo lentamente, si vede poco, sono dietro ad Andrè, in pochi minuti la bufera diventa sempre più violenta.

Sento ancora la voce di Andrè:“Su, ancora un po’ Oscar, ci siamo quasi …”
I passi dei cavalli rallentano sempre di più, ancora uno sforzo, e davanti a noi compare quella che sembra essere una piccola malga, certo non è molto, ma sempre meglio che restare fuori. Entriamo e portiamo con noi anche Cèsar ed Alexandre, anche loro sono stremati dal freddo e dalla fatica.
“Chi ha mai visto una cosa simile!!! …. Siamo salvi per un pelo!”
La vedo frugare tra le borse.
“Cosa stai cercando, Oscar?!!!
“Andrè siamo bagnati fradici, è ovvio che cerco dei vestiti asciutti! Ma no!! È tutto bagnato, forse una camicia….”
“Vestiti asciutti!!! … Non è l’unico problema, qui fa molto freddo, per fortuna che abbiamo viveri a sufficienza e qui ci sono delle coperte. C’è anche un poco di legna, provo ad accendere un fuoco, sempre che la legna non sia troppo umida….”
“Andrè se questa tempesta dovesse perdurare per giorni, allora si che diventerebbe un problema …. Non potremmo muoverci da qui, e il villaggio è ancora lontano”
Purtroppo tra i bagagli di Oscar c’è solo una camicia asciutta, e non possiamo di certo restare con questi abiti bagnati addosso: “Oscar, accendo il fuoco ma poi dovremo toglierci questi vestiti bagnati, così rischiamo di farci del male….ci sono delle coperte, useremo quelle!”
Oscar annuisce, seppure a malincuore ed in evidente imbarazzo, ma almeno Lei ha una camicia asciutta!
“Andrè mi chiedo come se la siano cavata Gerald e Alain?!!!”
“Sono sicuro che sono in salvo, i nostri amici sono ben addestrati, grazie a te, sono sicuro che avranno avuto la meglio”
“Oscar la prima cosa da fare è cercare di accendere il fuoco, ora vedo se ci riesco, intanto togliti i vestiti bagnati, potresti prendere un malanno.”
“Ssi si Andrè.”
Prendo l’unica camicia rimasta fortunatamente asciutta, e con non poco imbarazzo, mi allontano da Andrè, seppure non è poi così lontano, visto che la malga è piccolissima; comincio a levarmi la mantella, gli stivali, anche le calze sono bagnate fradice, la maglia di lana è diventata più pesante perché inzuppata, sono costernata dovrò togliermi anche le fasce: sono bagnate e troppo dolorose da tenere. 
Infilo velocemente la camicia asciutta; povero Andrè, nemmeno quella potrà avere. Mi sfilo i pantaloni spero che almeno la collottes sia asciutta, la tocco, è appena umida, ma non importa voglio tenere almeno quella.
Mi avvolgo bene nella coperta per asciugarmi e scaldarmi, e lentamente mi avvicino ad Andrè, che fortunatamente è riuscito ad accendere il fuoco, vedo che è tutto preso per preparare un giaciglio su cui passare la notte.
“Per fortuna Andrè, che sei riuscito ad accendere il fuoco!!”
“Si Oscar, ce l’ho fatta, nonostante la legna sia piuttosto umida …”
Vedo Andrè alzare lo sguardo, si sofferma a guardarmi, mi dice: “Mettiamo gli abiti davanti al camino, sperando che si asciughino prima, almeno per domani .”
“Tieni Andrè, eccoli.”
Con una mano stringo la coperta e con l’altra gli tendo i vestiti. Andrè li sistema davanti al camino, lo guardo, è di schiena, gli dico: “Andrè mi dispiace, ma l’unica camicia asciutta l’ho indossata io, dovrai coprirti solamente con la coperta. Scusami……”
“Non importa Oscar, starò bene lo stesso …. bene ora vado anche io a levarmi questi abiti, sono infreddolito.”
Andrè si mette in un angolo della stanza, gli volto le spalle, sento il fruscio del vestiti fradici cadere a terra, Andrè si avvicina al camino, mi dice: “Ho finito Oscar, puoi voltarti, ho messo anche i miei abiti ad asciugare.”
Con una sola mano mi stringo alla coperta e con l’altra predo la sacca delle vivande.
“Aspetta Oscar ti aiuto, per fortuna abbiamo da mangiare, spero solo che questa bufera di neve si plachi quanto prima, altrimenti saremo costretti a rimanere qui per giorni.”
“Andrè! Allora sarà meglio razionare il cibo, non vorrei che non bastasse.”

Siamo davanti al fuoco, mangiamo un pezzo di formaggio e ciò che rimane del pane, dato che anche quello è bagnato, tiro fuori una bottiglia di vino e gliela porgo.
“Tieni Oscar, per lo meno con un sorso ci riscaldiamo un po’!”
“Grazie Andrè!”
I nostri sguardi, cadono sulla legna scoppiettante.
“Andrè, quando ci siamo accampati la prima sera, ho avuto la sensazione di essere osservata, ma non credo che fossero gli stessi che ci hanno assaliti: non avrebbero aspettato tanto per farlo; evidentemente gli ordini sono partiti da qui, precisamente subito dopo che abbiamo lasciato la locanda, hanno aspettato che fossimo lontani e isolati, in modo di agire indisturbati.”
“Già Oscar, sicuramente saranno del luogo, sapevano come muoversi.”
“Andrè, mio padre aveva ragione …”
“Riguardo a cosa?”
“Alle probabili spie a corte.”
Vedo Oscar tremare.
“Oscar non riesci a scaldarti nemmeno davanti al fuoco?”
“Credo di avere preso tanto freddo, che adesso è difficile scaldarsi, e poi abbiamo solamente queste indosso.”
“Oscar, con quel poco di paglia che ho trovato, ho fatto un piccolo giaciglio, forse è meglio che ti stenda, magari riesci a stare meglio.”
“E tu Andrè, non senti freddo?”
“Certo che si … credo che sia il caso che lo faccia anch’io … ma prima devo attenuare il fuoco, comincia a fare fumo, era prevedibile, i ceppi sono umidi.”
Vedo Andrè stringersi nella coperta, si avvicina al camino, con l’attizzatoio affievolisce il fuoco.
Mi appresto a raggiungere quello che sarà il nostro giaciglio, mi stendo, sento terribilmente freddo.
Andrè mi osserva, si avvicina.
“Oscar, staremo un po’ stretti ma è tutto quello che sono riuscito a fare con la paglia che c’era, dovremo stringerci un po’…”
“Non fa niente Andrè, non preoccuparti, e poi non sarebbe la prima volta ….. ricordi da bambini quando siamo caduti nella fontana di casa per pescare i ranocchi? Ci finimmo dentro …”
“Si eravamo in pieno inverno, e per non farci vedere dalla nonna, ci nascondemmo nelle scuderie, se ci ripenso …. quanto freddo! Certo che da bambini siamo stati veramente tremendi.”
Vedo Oscar sorridere, mi dice “Ricordo che ci togliemmo i vestiti, e ci coprimmo con quelli lasciati da Marcel: lo stalliere, erano così grandi che era impossibile scaldarci …”
“Ricordi Oscar cosa facemmo allora? Ci mettemmo sulla paglia e ci abbracciammo per non sentire freddo.”
“Certo che me lo ricordo Andrè, quanta nostalgia …. allora eravamo spensierati … senza problemi … adesso ci ritroviamo qui in questo posto, fuori incalza una bufera di neve.”
Mi stringo sempre di più nella coperta, tremo.
Andrè mi guarda, mi dice: “Comincia a fare più freddo, il fuoco ormai è quasi spento.”
“Anche tu ne stai risentendo, vero Andrè?”
“Si Oscar, è inevitabile …”
“Andrè non rimanere li, è meglio che venga anche tu a sdraiarti qui sulla paglia, starai decisamente più comodo e più caldo.”
I nostri sguardi si incontrano, vedo Oscar arrossire, mi avvicino, e mi sdraio accanto a lei.
“Andrè, fatti più vicino, sei fuori dal giaciglio.”
“Oscar … vedi … io …”
“Non preoccuparti Andrè, in questo momento dobbiamo affrontare il disagio del freddo, e la notte è lunga”.
Andrè si avvicina, sento il suo contatto, il suo calore, non resisto, è tanta l’emozione che sento il cuore battere forte, non riesco più a guardarlo, mi giro sul fianco, gli do le spalle, tremo e non solo per il freddo.
Lo sento ancora più vicino, sento la sua voce calda, rassicurante: “Oscar stai tremando, continui a sentire freddo, vero?! ….
“Si Andrè, ho freddo …”
“Oscar … io … io… vorrei … se vuoi … posso abbracciarti come allora …”
Rimango in silenzio.
Lui non può vedermi, ma alle sue parole spalanco gli occhi, vorrei dirgli che è ciò che desidero, vorrei mi scaldasse non solo il corpo, ma anche l’anima, vorrei ritornare a quando eravamo bambini ed era tutto più semplice.
Continua il mio silenzio, tremo, ma stavolta per l’emozione.
“Oscar … Oscar, ti sei addormentata?”
“No Andrè, sono sveglia …”
“Stai tremando ancora …”
Alzo il braccio vorrei posarlo su di lei, stringerla, ma non oso farlo, aspetto il suo consenso, un segnale per capire se è quello che desidera, non voglio forzarla in un abbraccio.

Sento il braccio di Andrè che aspetta ad avvolgermi, lui attende una sola parola da parte mia, un gesto, ma io non ho il coraggio di dirgli di parlare o muovermi.
Anche se le mie estremità sono gelate, il mio corpo si infiamma, mi sento avvampare, la stanchezza che avvertivo, ora non c’è più, l’emozione sale prepotentemente, tremo ancora di più, ora ne sono certa, non è soltanto il freddo a farmi tremare, ma il contatto con Andrè, la sua vicinanza, il suo calore.
Sento la sua voce: “Oscar io …”
“Andrè, ho bisogno di scaldarmi … del tuo calore.”
Ormai il mio cuore è irrefrenabile, non riesco più a controllarmi, sono in balia delle mie emozioni.

Avvolgo Oscar tra le mie braccia non ci posso credere, è qui accanto a me, stretta a me, riesco a sentire il suo cuore batte forte, il suo profumo mi inebria, mi stordisce, il pensiero di dormirle accanto, così stretta a me, mi sento di impazzire dalla felicità. Vorrei che il tempo si fermasse, non mi importa della burrasca che imperversa, non mi importa del freddo pungente, non mi importa se rimarremo qui prigionieri, prigionieri dei miei sentimenti e vorrei che i miei fossero anche suoi…… Oscar amore mio…..
“Oscar …”
“Si?!! Dimmi Andrè …”
“Sento che non tremi più!”
“Sto meglio Andrè, grazie …”

Sento Andrè appoggiare il viso sulla mia testa, sento il suo caldo respiro sul mio collo, sento che mi bacia con tenerezza, o Dio le mie difese, le mie barriere cedono: ora ne sono certa gli appartengo, sarò sua e di nessun altro, mi addormento tra le sue braccia con un ultimo pensiero: “Ti amo Andrè”

E’ quasi l’alba, tre uomini a cavallo, si aggirano tra le montagne: il generale, preoccupato dalle condizioni climatiche, ha messo da parte la prudenza ed ha raggiunto Alain e Gerard, ed ora insieme sono alla ricerca dei due dispersi.
“Signor Generale, con tutta la neve che è caduta ieri notte è improbabile che abbiano raggiunto il villaggio, di sicuro si saranno rifugiati da qualche parte, speriamo non troppo lontano.”
“Hai ragione soldato, ma temo che non siano riusciti a trovare nessun rifugio, la tormenta di neve che si è abbattuta è stata violenta, per fortuna si è placata altrimenti non avremmo potuto iniziare le ricerche.”
“Generale state tranquillo, voi la conoscete meglio di noi, e sapete che è un soldato ben addestrato anche in queste situazioni, è il miglior comandante che sia passato dalla nostra caserma, e poi non dimenticate che con lei c’è Andrè!”
“Già Andrè! …. Hai ragione, staranno senz’altro bene!”

Continuiamo a pattugliare senza sosta, vedo il generale preoccupato, è in testa alla spedizione, scruta ogni angolo della montagna, non si da per vinto, finché non sento la sua voce grave: “Soldati! Laggiù vedo una malga! …”
“Dove signor Generale?”
“Ma come non ci vedi? Ma che razza di soldati sono al servizio di mia figlia?!!”
Guardo il generale interdetto, mi dico: ora mi spiego perché il comandante è una fiera indomabile, con un padre simile non poteva essere altrimenti.
“Soldato …”
“Sasson, signore.”
“Sasson, lo vedi almeno il comignolo?”
“Sissignore!”
“Avviciniamoci, volesse il cielo che siano lì dentro!”
Siamo in prossimità della piccola malga, udiamo appena un nitrito di cavallo, i nostri cavalli faticano ad arrivarci, gli zoccoli degli animali sprofondano nella neve, ma ormai manca poco.
Gerard ed io leghiamo i cavalli alla staccionata e il generale in tutta fretta fa irruzione nell’edificio senza neanche bussare, entra e sento un urlo.

Io, il Generale Jarjayes, sono abituato alle situazioni più impensabili, ma ciò che vedono i miei occhi ha dell’incredibile: mia figlia e Andrè sono nudi e dormono abbracciati, avvolti soltanto dalle coperte, è accaduto ciò che temevo … maledizione ……

   
 
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