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Autore: Spensieratezza    31/05/2018    6 recensioni
Spin off della storia "il quinto mondo." e sesta storia del ciclo delle fiabe.
Castiel e Gabriel raccontano a Dean e Sam, lo sbocciare della loro storia d'amore, iniziata in Paradiso, ma non rivelata mai veramente, fino a quando non si sono rincontrati dopo la presunta morte di Gabriel, nel mondo delle fiabe
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Gabriel
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Incest | Contesto: Più stagioni
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Come nelle favole'
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Pov Castiel.


Quando Gabriel mi voltò le spalle, un senso assoluto di perdita e di quasi lutto, si impadronì di me. La mia mente, i miei pensieri, i miei ricordi, continuavano ad andare al cielo, al paradiso, ai momenti incantevoli che avevo passato insieme a lui. All’unico angelo che avevo mai sentito vicino.

Al dolore per averlo perso.

Fu così che lo ricercai…
 
 
Gabriel si trovava in un Night lussuoso e aveva appena finito di fare l’amore con due prostitute, nello stesso momento. Usciva appena da una serie di estasi e godimento , ma quando vide la sagoma di Castiel, con il suo impermeabile, il suo umore si abbassò nel raggio di due secondi.

“Per favore, andate, lasciateci soli.” Disse alle due bionde che erano con lui, nel privè

Loro obbedirono senza fare domande. Castiel le guardò sgattaiolare via, guardandole sdegnato.



Gabriel ridacchiò, cominciando a rivestirsi.

“Se sapessi l’estasi che si prova, non faresti quella faccia, caro fratello.”

“Non sapevo che l’estasi venisse paragonata al piacere, oggigiorno. Credevo fosse più simile alla felicità.”

Gabriel scosse le spalle. “Infatti il piacere è felicità.

“Credevo che la felicità risiedesse in un sentimento più duraturo, rispetto ad un’emozione effimera che si cancella dopo pochi minuti, a volte dopo pochi attimi.” Disse Castiel, guardandolo duramente.

Gabe scosse di nuovo le spalle.

“La felicità è fatta di momenti, infatti, la felicità perfetta non esiste. Perché sei qui, fratello?”

“Per capire il tuo concetto di felicità.”

“Quindi, adesso l’hai capito?”
“No.”
Gabriel lo guardò.

“Cioè, credo di sì, ma non lo condivido.” Disse Castiel, sedendosi sul divano.



“Dunque, fammi capire….non condividi le mie idee, i miei pensieri, allora perché sei ancora qui?”

“Sono qui perché mi manchi.
 
Silenzio.
“È un po’ tardi, adesso, non credi?” chiese Gabriel.
“No.”

“Possibile che..sei così ostinato! Non hai capito che quello che ci siamo detti durante il nostro ultimo incontro…era un addio?

“Per me non lo era. Bisogna essere in due per lasciarsi, non credi?”

Gabriel gli voltò le spalle e si grattò la nuca. Sentiva molto caldo sul collo.

“Sei..patetico. Patetico e imbarazzante.”



“Perché non vuoi parlarmi più, Gabriel? È per i Winchester, vero?”

“Ma dai! Sei così arguto, Cassie!”

“Se sei così geloso di me da non sopportare che possa avere altri amici, allora..allora dovresti stare al mio fianco!” sputò fuori Cas, rosso in viso.

Gabriel lo guardò paonazzo, se possibile ancora più rosso di lui.
 
“Quanta..quanta arroganza, Castiel! Io geloso di te? L’unica cosa di cui potrei mai essere geloso, è degli uccelli, perché hanno ali ma a differenza di noi angeli, non hanno fastidi e rompimenti di palle, ogni due per tre!”

“Ti stai autodistruggendo, Gabriel.”

“Cosa? Ma che stai dicendo?”

“L’alcool, la dissolutezza…gli angeli non sono come gli umani..un angelo che mette da parte il suo cuore, che va contro di esso, annienta sé stesso..” disse Castiel, facendoglisi più vicino.

“Non sai di cosa stai parlando..” sussurrò Gabriel, provato comunque dalla sua vicinanza.



“Nel tuo cuore, dentro di te, hai giurato di essermi leale, se perseguirai nel voltarmi le spalle, la tua anima cadrà.. e io non voglio che questo accada..” disse Castiel, appoggiando la fronte contro la sua.

“Quante sciocchezze. Credi di essere importante a tal punto per me?” sussurrò Gabriel, senza spostarsi.

“Che male ci sarebbe ad ammetterlo?” sussurrò Castiel, inspirando l’odore della sua giacca, l’odore del suo collo, ma senza appoggiarsi a esso.

“Ecco..il grande inganno delle relazioni sentimentali tra individui consenzienti..una continua lotta di potere, per prevaricare sull’altro, un ricatto emotivo continuo, un bisogno narcisistico continuo e patologico di appagare il proprio ego, godendo nel vedere l’altro, dipendere da te. Un continuo scambio di ruoli in cui prima è l’altro a sottomettere e manipolare e poi i ruoli si ribaltano..”

Dicendo queste frasi sprezzanti, si allontanò di nuovo dall’angelo, privandolo di quel calore in cui si stava beando.
 


“Sei..ingiusto. Io ti voglio bene  e questo lo sai.” Disse Castiel, guardandolo triste.

“A modo tuo, certo, così come io l’ho fatto a modo mio, ma mi chiedo..è abbastanza?”
“Certo che lo è!”

“Per te! Ma per me? Perché io mi dovrei accontentare, dopo essermi sentito abbandonato da te per due criceti,  di ricevere tutte queste amorevoli attenzioni da parte tua, solo ora che la situazione si fa così tragica per l’Universo?”

“BASTA CON LE STRONZATE! Sono stufo di pregarti! Ti voglio bene, sei mio fratello, ma non tirare troppo la corda!” sbottò Castiel.
 
Gabriel lo guardò, compiaciuto della gran gamma di sentimenti che riusciva a scaturirgli, tra i quali, la rabbia.

“Ma tirare la corda, ingannare la gente, è nel mio DNA. Sono il trickster, ricordi? D’altrocanto, tu cerchi di manipolare me, facendo presa sul nostro legame, per convincermi ad allearmi con te e i Winchester, nella vostra assurda crociata contro gli angeli e contro il diavolo. “
“Io non sto cercando di manip..”

“Ma ti capisco, sai. Ognuno usa le armi che può, soprattutto con Lucifero che è tornato e che non vede l’ora di approdare e bruciare tutto, vero? Però non sono irragionevole, sai, anzi direi che hai anche molto motivazioni convincenti, mi hai convinto, Castiel, quasi!”

“Cosa..cosa vuoi dire?”

“Saresti davvero disposto a tutto pur di volermi con voi? Devo saperlo. Ci sei quasi ma mi manca solamente questo pezzetto.”

Silenzio.



“C-certo..”

“Bene. Allora baciami!”
 
Altro silenzio. Gabriel si godette l’espressione di Castiel.Paonazza, leggermente imbarazzata, impaurito, la rigidità del suo corpo.

“é..uno scherzo?”

“Sono il re degli scherzi, ma so quando essere serio.”

“Ma..perchè?”

“Per dimostrarmi che sei davvero disposto a fare di tutto.”

Castiel si passò una mano sulle labbra, sconvolto.
 
“L’idea ti ripugna, eh? Di certo io non salto dalla gioia, ma è impagabile vedere che dopotutto, l’importanza di quello che dici, crolla come neve al sole, davanti alla prospettiva di un BACETTO.” Disse Gabriel divertito, seppur con le guance che erano diventate porpora.

“Io..io..e va bene!”

“Cosa?” chiese Gabe sorpreso.
“Fallo. Mi sta bene.”
“Puoi ripetere?”

“Maledizione, Gabriel! Baciami! Fai quello che vuoi, se ti serve per capire che parlo sul serio, fai tutto quello che vuoi!!”

Gabriel lo fissò serio.



“Quindi la tua devozione verso i Winchester, arriva a questo punto?”

“Non è della mia devozione A LORO, che stiamo parlando, ora, IDIOTA.”
 
Questo generò un silenzio più lungo degli altri. Castiel ora si rifiutava di guardare Gabriel in faccia, quest’ultimo sgranò appena gli occhi e ci mise un po’ a riprendersi.

“Molto bene. Allora facciamolo.”
 


Con uno scatto fulmineo, fu davanti a lui sul divano, anche se poi per avvicinarsi ulteriormente e salire sopra di lui, il processo fu molto più lento.

Castiel restò fermo,  ma non impassibile. Quando Gabriel si sedette sopra di lui, inarcò appena la schiena e la testa all’indietro e si mise a fissarlo in soggezione.

Gli occhi socchiusi, erano concentrati sul suo viso e poi sulle sue labbra. Il respiro affannato, il torace che respirava più velocemente, molto probabilmente per via dell’accelerazione del battito cardiaco.

Inclinò appena la testa nella sua direzione, in attesa. Un gesto che sapeva di attesa, fremente, di quello che sarebbe successo.

Gabriel ridusse ancora di più la distanza tra le loro labbra, provando quasi compiacimento di avvertire quasi materialmente la tensione dell’attesa negli occhi dell’angelo, avvertirla nel suo respiro.

E poi…

Si allontanò.
 
Gabriel lo vide deglutire e sospirare forte, quando lasciò il suo corpo.



“Quindi?” chiese l’angelo, un po’ irritato.

“Direi che basta così.”
“Cosa? Stai scherzando, vero??”

“Per niente.” Rispose Gabriel, ma non lo stava più guardando.

“Non doveva esserci un…”

“Un bacio? Ho detto che volevo una dimostrazione.  Ho visto che eri pronto a farlo e a me basta così.” Disse Gabriel, rigirandosi il colletto della camicia.

Non si aspettava che Castiel lo agguantasse per il colletto con uno scatto rabbioso.

“Quindi era solo una presa in giro?”



“Sta calmo, Castiel. Un patto è un patto. Lo rispetterò. Dovresti essere contento che non sia andato fino in fondo, se non sapessi che è impossibile, direi che quasi desideravi baciarmi.”

Castiel lo lasciò andare. La furia dipinta sul suo volto.

“Sei uno sporco ingannatore.”

“Lo so. Sono il trickster. Ingannare è la mia specialità.”

“Come ti pare, adesso me ne vado.”

“è stato un piacere fare affari con te!”

E riservandogli un’ultima occhiata astiosa, Castiel se ne andò.



In realtà Gabriel aveva agito sotto uno specifico suo desiderio.

Da tanto tempo si era immaginato la faccia che Castiel avrebbe fatto se avesse tentato di baciarlo.

Aveva voluto simulare quell’azione, solo per godersi quell’espressione, per non doverla più immaginare.

Per vedere finalmente con i suoi occhi, sentirlo ansimare sotto di lui, per vedere come ansimava, durante l’attesa di un bacio, che comunque non gli avrebbe dato.

MAI in quel modo.

Era l’angelo dell’inganno, ma… rubare un bacio con l’inganno?

Mai. Tantomeno con LUI.
 


“Castiel!” lo richiamò prima che se ne andasse definitivamente.

Castiel si fermò.

Io vi aiuterò. Ma loro non dovranno mai saperlo.”

Per un attimo, lo rabbia di Castiel, lasciò spazio al suo stupore.

“Cosa stai dicendo? È normale che debbano saperlo, se siamo alleati.”

Gabriel però, sorrise al suo stupore.

“Fino a che non riusciranno a mettermi all’angolo, io fingerò di continuare sulla linea del sfuggire ai problemi famigliari, poi, se dovessero costringermi a fare una scelta, cederò, facendo credere di star compiendo un grande sacrificio, che poi, non dovrò fingere molto.”

Perchè?”

Gabriel scrollò le spalle.

“Non si deve sapere che lo faccio perché me l’hai chiesto tu.”

“Sarebbe una cosa tanto orribile?”

“Ne andrebbe della mia reputazione.” disse Gabriel, ignorando la sua espressione ferita.
 
Castiel era tornato ad afferrargli la maglia.

“Perché devi essere così? Perché vuoi far credere a tutti che non ti importa di niente e di nessuno? Perchè ti ostini ad indossare questa maschera di cinismo e freddezza e insensibilità, dimmi perché!!”



Gabriel sorrise sotto la sua presa.

“Perché quando mostri il tuo vero io, il tuo CUORE, la tua anima a qualcuno, sei destinato ad un destino di dolore e sofferenza, peggiore della MORTE.

Castiel lo lasciò andare, sgomento dalle sue parole.

Gabriel stufo di quella conversazione, decise di smaterializzarsi e tornare nella sua stanza.
 
 



Quello che però era inimmaginabile, sia per Gabriel che per Castiel, era che Lucifero aveva ascoltato il loro colloquio e sapeva quindi, che Gabriel aveva accettato di essere suo alleato.

Si materializzò in quel momento nella sua stanza, visualizzando una sfera di fuoco, mentre galleggiava sul soffitto.

Gabriel era seduto sulla scrivania, con la faccia immersa tra le mani.

Allargò le dita, scoprendo il volto. Era in lacrime.

C’era uno specchio davanti a Gabriel e grazie a quello, vide Lucifero.

Lucifero, che rimase allibito nel vedere Gabriel piangente.
 
Il tempo sembrò fermarsi un momento.

 
 
Lucifero corrugò appena la fronte, stranito da quelle lacrime.

Stranito dalla strana e surreale immobilità di Gabriel, che guardava nello specchio, senza voltarsi.
Conscio della presenza di Lucifero dietro di lui.

Conscio del fatto che avesse con sé una sfera di fuoco.

Conscio del fatto che stava per ucciderlo.
Ma non fece niente.

Restò fermo così, senza neanche voltarsi, solo guardandolo.

Non c’era terrore nel suo volto, solo rassegnazione, peggio: accettazione.
Una cosa a cui Lucifero non era abituato.

Assieme a qualcos’altro a cui era abituato da troppo tempo.

Disperazione.
 


La sfera di fuoco che aveva tra le mani, si dissolse lentamente, subito dopo accompagnata dalla sua presenza, scomparì come era apparso. Sempre guardandolo con sospetto.

Quando sparì, solo allora, Gabriel si voltò.

Costernato.

Lucifero era venuto lì con il proposito di ucciderlo e non l’aveva fatto!
 
 
 






















Note dell'autrice:  Scusate per il fatto che allungo la fanfiction, ma capitemi, non ho mai scritto fanfiction su Cas e Gabe (eccetto negli au, ma di loro due originali - poi magari dimentico qulacosa ma non credo - non mi pare di aver mai scritto nulla, soprattutto in maniera così approfondita ) e quindi è un'emozione così rara xd

non ho dimenticato i commenti di Sam e Dean ma li riservo per domani, sia per lasciarvi respirare, sia per cercare di far un buon lavoro ^^

nel prossimo capitolo di qui, parleremo di come vive Cas, la morte di Gabriel

EDIT: la citazione, è "loro non dovranno mai saperlo" mi ha ispirato la frase "lui non dovrà mai saperlo" di piton a silente, riferendosi ad harry *_*
   
 
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