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Autore: Shireith    31/05/2018    3 recensioni
{Marichat // raccolta mista di trentuno storie che partecipa alla challenge Marichat di maggio 2018 indetta dai fan su Tumblr}
#01 — Mentre fuori piove » Vestito d’una tuta nera che ricopre ogni centimetro del suo corpo, i capelli biondi e sbarazzini ora intrisi d’acqua piovana, la figura che vede distesa a terra sul balcone di casa sua non può essere altri che lui.
#13 — Il mio faro nella notte » Lo scenario che si presenta ora ai suoi occhi, tuttavia, gli sbatte in faccia la triste e crudele e realtà: che un individuo qualsiasi può, se quello è il suo volere, porre fine alla vita di tanti altri come lui.
#17 — Sul filo del rasoio » La pioggia, intanto, è fitta, malinconica: lo scenario ideale per una tragedia.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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#31. Reincarnation!AU


Come un ciclo che si ripete


 È notte. La luna, fuori, è alta nel cielo, un faro nella notte che si oppone al buio più totale.
  Nel silenzio che quell’oscurità porta con sé, un lamento strozzato si leva dalle labbra di un giovane che colpe non ha. «Non puoi chiedermi di farlo…» geme.
  «William» ripete lei, calma nonostante la situazione.
  «No…» Singhiozza mentre si aggrappa stretto al corpo dell’amata, attirandola a sé intanto che le lacrime che gli rigano il volto s’infrangono contro il suo abito.
  Lei lo guarda con le labbra velate di un sorriso: non è così che desiderava morire, ma un potere come quello porta con sé responsabilità che il cuore le impedisce di ignorare. Lei questo lo sa – l’ha sempre saputo –, e ha fatto una promessa. Ha promesso che avrebbe adempiuto ai suoi doveri, non importa quali ostacoli avrebbe dovuto superare o quali sacrifici avrebbe dovuto compiere lungo il cammino.
  La giovane donna tossisce, sputa sangue.
  «Elizabeth…» geme l'altro. «Elizabeth, rimani con me…»
  «Lo sai che non posso.» La ferita che si apre all’altezza del petto, lì dove il cuore ha quasi smesso di battere, la sta velocemente conducendo oltre la linea da cui, se sorpassata, non c’è più ritorno.
  William non si cura del fluido denso e rosso che, originatosi lì dove la morte reclama la sua amata, fluisce copioso lungo le pieghe dell’abito che indossa – s'infiltra tra le sue mani, s’infrange sul terreno. «Mi dispiace…»
  La principessa sorride di nuovo, zittendolo con uno «ssh» appena sussurrato – lo soffia piano sulle labbra, così piano che assume quasi la forma di un normale sospiro.
  William riesce appena a coglierlo, tuttavia non vuole darle ragione, non questa volta: vuole incolparsi di non aver fatto abbastanza, perché se la sua negligenza non può spiegare quell’atto di crudeltà che Dio gli ha rivolto, allora cosa può?
  I due kwami, intanto, levitano a mezz’aria, silenti come due statue. Non fiatano, non vogliono farlo, perché sanno che le parole non servono. Nessuna emissione di voce può rendere meno doloroso ciò che l’amara sorte ha scelto per i loro portatori – così giovani, così innamorati.
  «William… al fronte… ti aspettano… Devi andare, Primo Cavaliere del re.»
  Anche ora, Elizabeth non potrebbe essere più bella. Fa correre le dita tremanti lungo i lineamenti del suo viso, soffermandosi poi sulle sue labbra ancora morbide.
  «Lo so. Solo un attimo.»
  Attende con lei che la morte si stanchi di aspettare di giocare e dia la sua sentenza definitiva, e intanto le scosta di lato qualche ciocca di capelli e preleva i suoi orecchini. Prima che giunga la fatidica ora, William si china su di lei e schiude le sue labbra in un ultimo bacio d’addio, che porta con sé l’amarezza di un amore che ora, lo sa, non vivranno mai più.
Addio, mia principessa.
  In lontananza, il silenzio della notte è spezzato da urla concitate di uomini, esseri umani che forse di umanità ora hanno ben poco, perché la guerra e il massacro di anime innocenti che essa porta con sé gliel’hanno strappata via senza alcun riguardo.
  Plagg e Tikki vi sono così abituati che di nuovo non dicono niente.
***

«Sarò il tuo cavaliere per il ballo di stasera, principessa.»
  Queste sono tra le prime parole che Chat Noir rivolge a Marinette nel loro primo incontro in quelle vesti. Non appena giungono all’udito di Tikki, ben nascosta all’interno della borsetta di Marinette, il kwami quasi non perde un battito.
  Le parole cavaliere e principessa sono per lei fin troppo familiari, perché riportano alla memoria il ricordo di due giovani portatori che, come quelli a cui lei e Plagg sono stati ora affidati, si sono perdutamente innamorati l’uno dell’altro, e di quell’amore ne hanno tratto i momenti più belli della loro vita. Elizabeth e William, tuttavia, sono tra i portatori più giovani che i due kwami abbiano mai perso: entrambi devoti alla loro causa, hanno visto in faccia la morte molto prima del tempo – prima Elizabeth, e quella stessa notte anche William.
  In Marinette e Chat Noir Tikki rivede molti tratti della loro persona che li accomunano a William ed Elizabeth, con la differenza che Marinette e Chat Noir sono ancora più giovani. Eppure, nonostante la loro età, sono due portatori tra i più degni e più meritevoli. Sono così simili a William ed Elizabeth che Tikki quasi ha paura – e probabilmente anche Plagg è dello stesso avviso, pensa.
  Il kwami della fortuna sa che i tempi sono cambiati e che la realtà attuale offre prospettive più rosee di quelle di una volta, ma nel suo cuore v’è sempre il timore che ogni volta si tratterà di una di quelle volte in cui lei e Plagg hanno dovuto dire addio ai loro portatori prima del tempo. Ormai ha cominciato a credere che sia destino che i portatori della fortuna e della sfortuna di ciascuna generazione si innamorino l’uno dell’altra, ma Tikki non vuole che sia destino che di nuovo finisca come con William ed Elizabeth e tutti quegli altri che prematuramente hanno perso la vita in nome della salvezza del genere umano.


 Il prompt di oggi mi è piaciuto e non mi è piaciuto al tempo stesso. Mi è piaciuto perché sono dell’idea che il passato dei kwami sia un argomento molto, ma molto interessante, soprattutto perché, a seconda del luogo geografico e del periodo storico in cui si trovano i portatori, il contesto varierebbe parecchio. Seconda cosa, lo so che Miraculous è un programma pensato principalmente per i più piccoli, tuttavia non è da dimenticare che i kwami, avendo vissuto sin dai tempi dell’antico Egitto – se non tutti almeno Plagg, siccome lui e Tikki sono rappresentati come lo yin e lo yang –, avranno sicuramente assistito in prima persona a ingiustizie di tutti i tipi, in primis le guerre, perdendo così alcuni portatori a una giovane età. E si fosse anche trattato di cause naturali, ci vuole comunque una grande forza per andare avanti e ripetere ogni volta lo stesso schema: avere un nuovo portatore, affezionarvisi e poi perderlo. È sicuramente tra gli aspetti più brutti – se non l’aspetto più brutto – dell’avere duemila anni.
  L’aspetto del prompt che mi faceva meno gola era il fatto della reincarnazione: poiché il concetto mi ispira ben poco, non ho mai letto né tantomeno scritto storie di questa tipologia, di conseguenza è il primo tentativo in quanto scrittrice e non so quanto sia convincente il risultato finale. Ho cercato di affrontare la sfida esplorando un mio headcanon personale secondo il quale Plagg e Tikki sono sempre – o quasi – affidati in coppia, perché, ripeto, nella serie stessa rappresentano lo yin e lo yang, e dunque per me ha senso che coesistano insieme. Inoltre mi piace pensare anche che la Ladybug e lo Chat Noir di ogni generazione finiscano inevitabilmente per innamorarsi l'uno dell'altro ogni singola volta.
  E con questa storia si conclude ufficialmente la raccolta. Devo ammettere che un po’ sono sollevata, perché pubblicare una storia al giorno per un intero mese è stato un po’ sfiancante: i tempi erano quelli che erano, e ogni volta avevo un chiodo fisso che mi tormentava ricordandomi di pubblicare in tempo. Però chiaramente l’ho voluto io, e questo non vuol dire che non sia stata una bella sfida.
  In ogni caso la raccolta si è guadagnata un piccolo seguito, quindi grazie, ma grazie davvero a tutti quelli che l’hanno aggiunta alle proprie liste e/o recensita nel corso di tutto il mese! Grazie anche per le recensioni ricevute in quest'ultima settimana, a cui prometto di rispondere il prima possibile.
  E niente, ora non mi resta altro da fare se non darvi l’ultimo saluto della raccolta!
   
 
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