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Autore: Colarose    02/06/2018    1 recensioni
Quando si perde tutto, non si fa che rimproverarsi di non aver fatto di più per non perdere quel tutto.
E Harry ha perso tutto.
Ma gli verrà data un seconda possibilità.
Un viaggio nel tempo, 27 anni indietro nel passato.
Prima che Voldemort seminasse terrore, prima della Prima Guerra Magica, prima dei Mangiamorte e prima della fondazione dell’Ordine della Fenice.
Prima di quel 31 ottobre, prima di quell’esplosione.
Prima dei Malandrini.
Una nuova responsabilità si fa carico sulle spalle di Harry: vincere la Prima Guerra, prima che ce ne sia anche una seconda.
Ma ci sarà un piccolo imprevisto.
**********
Siete pronti per la lettura?
Ma soprattutto, siete pronti per la storia del quinto Malandrino?
Genere: Comico, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, Lily Evans, Marlene McKinnon, Mary MacDonald | Coppie: James/Lily
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Contesto generale/vago
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Smascherato
 

“James!” esclamò una voce. James si guardò intorno. Lui e Harry avevano appena finito di vestirsi per scendere in Sala Grande, togliendosi il pigiama che avevano tenuto fino a poco tempo prima e con cui erano scesi in Sala Comune. Lui e Harry si guardarono interrogativamente.
“Merlino James! Ma sei sordo??” parlò di nuovo la voce. Harry si voltò lentamente verso il letto di James, sentendo la voce provenire da lì.
“Lo specchio!” esclamò indicando l’oggetto in questione. James si girò di scatto e prese lo specchietto, mentre la voce continuava a chiamarlo. 
“Sirius!” esclamò James, guardando il riflesso dell’amico. Harry si affiancò a lui.
“Finalmente! Pensavo di dover aspettare altre due ore!” esclamò scocciato Sirius.
“Questo specchio è una figata!” disse James estasiato. Sirius lasciò perdere l’espressione scocciata, lasciando posto alla stessa espressione.
“Hai perfettamente ragione!” disse sorridendo. Harry intanto stava pensando a quanto fosse strano vedere lo specchio per intero, lui era abituato a vederlo spaccato. Pensò al suo specchietto, probabilmente in qualche stanza di Grimmauld Place (del futuro), dove era andato a vivere dopo la battaglia.
“Però, ti sei ribellato per bene vedo. Addirittura a farti un Potter come amico!” esclamò un'altra voce sconosciuta, divertita.
“Io non faccio mai le cose a metà, Reg!” rispose Sirius, muovendo lo specchio e inquadrando anche un altro ragazzino. Aveva gli occhi grigi come quelli di Sirius, dei capelli corti e neri e la pelle diafana.
“Oh, tu devi essere Regulus!” esclamò Harry.
“Sirius ci ha assillato di chiacchiere su di te. Siamo stati costretti ad ascoltarlo per mezz’ora!” disse James gettando un’occhiata canzonatoria a Sirius. Quest’ultimo gli gettò un’occhiataccia, arrossendo impercettibilmente.
“Davvero?” chiese Regulus.
“Certo!” rispose James ignorando i segnali di Sirius che gli diceva di smetterla.
“Ci ha raccontato quasi dieci anni della vostra vita! Per non parlare di tutti i pre…” iniziò Harry, intenzionato a mettere in imbarazzo Sirius.
“Ok, avete reso l’idea.” Tagliò corto Sirius, non notando lo sguardo colpevole che Regulus gli rivolse brevemente. Harry e James fecero spallucce.
“Quanto ci avete messo per fare pace?” chiese James.
“Voi sapete?” chiese Regulus, leggermente sorpreso.
“Harry sapeva che senza Sirius ti saresti fatto influenzare più facilmente dai vostri genitori.” Rispose James.
“Quindi l’ho convinto a tornare a casa” concluse Harry.
“Ah e poi Sirius mi ha mandato una lettera per spiegarmi la situazione” disse James “ A cui io ho risposto con dei consigli saggi e filosofici”  aggiunse compiaciuto. Sirius sbuffò divertito.
“Naturalmente copiati da tuo padre” disse.
“Intanto scommetto che sono stati utili” rispose James piccato “quindi se avete fatto pace è anche merito mio.”
“E anche mio! Se io non avessi detto a Sirius di tornare a casa non sarebbe successo niente di tutto questo!” si intromise Harry.
“Siete tutti uguali voi Potter! Il merito è soprattutto mio, che ho fatto la parte attiva” disse Sirius fintamente indignato.
“Voi Potter? Sono fratelli?” chiese Regulus aggrottando le sopracciglia.
“No no, non siamo imparentati.” Disse James.
“Certo, papà” pensò Harry ironico.
“Ha il padre babbano. Sai, da quel che ne so, il cognome Potter è piuttosto diffuso tra di loro”continuò James. Regulus storse leggermente il naso, inconsciamente infastidito dalla parola ‘babbani’, ma quando notò l’occhiata ammonitrice di Sirius, gli gettò un sorrisetto di scuse. Era diventata un'abitudine avere quella reazione.
“Per non essere imparentati vi somigliate molto” disse Regulus rivolto ai due, lasciando perdere il breve scambio di sguardi che era avvenuto tra lui e Sirius.
“Ce lo dicono in molti” rispose James sorridendo. “Il bello è che anche se non è imparentato con la mia famiglia, ha il marchio Potter!” continuò divertito.
“E qual è questo marchio?” chiese Sirius alzando un sopracciglio, anche lui divertito.
“Ma naturalmente i nostri indomabili capelli!” esclamò James scompigliandosi i capelli, disordinandoli ancor di più. Harry lo imitò sorridendo con una punta di finta arroganza.
“Sirius” Regulus chiamò il fratello “Credo che tra poco sia ora di pranzo. A momenti Kreacher verrà a chiamarci. Non penso sia saggio farti trovare con uno specchio che può metterti in contatto con i tuoi amici” continuò.
“Giusto” disse Sirius “Vi salutiamo ragazzi” disse frettolosamente, i due ricambiarono il saluto e la connessione si interruppe.
 
“Andiamo anche noi a mangiare?” chiese Harry, incamminandosi verso la porta. James annuì.
“Ho un certo languorino” disse toccandosi la pancia. Scesero giù e trovarono Marlene ad aspettarli ai piedi delle scale.
“Finalmente! E pensare che si dice che i ragazzi facciano meno tempo a prepararsi!” esclamò un po’ spazientita.
“Andiamo, ho fame!” continuò voltandosi per uscire dalla Sala Comune, seguita dai due ragazzi.
 
 
La giornata passò tranquilla, fino alla tanto attesa cena di Natale. I ragazzini (tranne Harry) restarono sorpresi dal notare che le quattro tavole delle Case erano scomparse, lasciando posto a un unico e grande tavolo rettangolare. Senza i tavoli, la Sala pareva ancora più grande, pensò Marlene.
“Perché hanno tolto i tavoli?” chiese James perplesso.
“Credo per cenare tutti insieme. Siamo pochi, dopotutto, ed è più bello fare la cena di Natale in compagnia, piuttosto che sparsi per la Sala, ognuno al proprio tavolo”  rispose Harry, entrando e prendendo posto. C’erano già seduti due studenti del settimo anno di Corvonero e un Tassorosso del terzo anno. Marlene e James presero posto ai suoi lati.
“Ma questo vuol dire che dobbiamo cenare con Mocciosus?” sussurrò James con una smorfia.
“Credo proprio di sì” sospirò Harry, benché difendesse sempre Piton, non lo sopportava neanche lui.
“Una volta l’ho salutato e non mi ha nemmeno risposto!” si intromise Marlene.
“Ma perché la Evans è sua amica?” chiese James un po’ curioso, non accorgendosi che un Serpeverde, l’ultimo degli arrivati fra gli studenti, si era ritrovato costretto a sedersi di fronte a loro a 3 posti di distanza, e questi non aveva problemi nel sentire anche involontariamente cosa stavano dicendo. Marlene sospirò, sorridendo leggermente.
“Lily è fatta così. Io credo… che riesce sempre a vedere del buono negli altri.”  Rispose.
“Vorresti dirmi… che c’è del buono in Mocciosus?” chiese James scettico.
“Non è che lo conosci tanto a fondo da poterlo giudicare” si intromise Harry contrariato. “Se io non ti avessi conosciuto per bene, ti giudicherei arrogante e pomposo, ma ti ho conosciuto e so che non sei solo questo” continuò, con quella punta di ingenuità che da sempre lo caratterizzava.
“Quando può essere buono un tizio che legge sulle Arti Oscure?” chiese James sarcastico.
“Non puoi basarti solo su questo!” ribattè Harry. James sbuffò divertito.
“Quando parli così mi ricordi tanto la Evans” disse sorridendo.
“Arti Oscure?” chiese Marlene perplessa “Lily non ci ha detto niente del genere!”. Ma si interruppero quando videro la Sprite e Vitious entrare in Sala e sedersi alla estrema destra del tavolo. Poco dopo vennero Lumacorno e Hagrid. Ognuno si sedette su una sedia (a eccezione di Hagrid, che si sedette su due). Infine, entrarono per ultimi Silente e la McGranitt che parlavano tranquillamente. Silente si sedette al capotavola, mentre all’ultimo posto sulla sinistra la McGranitt. Era strano ritrovarsi a tavola con loro.
“Miei cari studenti!” esclamò Silente gioviale “Spero che abbiate appetito, perché la cena di Natale inizia proprio ora!” continuò. Nei piatti e nei vassoi comparirono vari cibi e pietanze, come il tacchino ripieno, il purè di patate, il pasticcio di carne o le uova  fritte alla scozzese e tanto altro che fece venire l’acquolina in bocca a tutti, che presero a servirsi.
“Dimmi Potter, ti stai portando di nuovo avanti con il programma?” chiese la McGranitt a Harry, tagliando una coscia di tacchino, 
“Ehm...sì” rispose il ragazzino incerto, non si aspettava che la professoressa lo interpellasse.  
“E a cosa stai?”chiese di nuovo la professoressa.
“Sto… leggendo come trasformare un oggetto in un uccello, ma ho già imparato come trasformare un calice in un topo” si inventò Harry.
“Uhm, posso vedere?”
“Certo…” Harry estrasse la bacchetta e la puntò al calice “Snuflifflors” disse, benché ormai sapesse farlo anche senza dire la formula. Il calice si trasformò immediatamente in un piccolo topo bianco.
“Davvero notevole Potter” commentò la Mcgranitt, trattenendo un sorrisetto orgoglioso.
“Anche James lo sa fare” aggiunse Harry volendo distogliere l’attenzione della professoressa su di sé.
“Cosa?” James si voltò, avendo sentito il suo nome.
“Il signor Potter mi stava dicendo che sai trasformare un calice in un topo” spiegò la McGranitt.
“Oh si” James estrasse immediatamente la bacchetta e la puntò al calice “Snufflifors” disse, ottenendo lo stesso risultato di Harry.
“ Niente male, Potter. 10 punti a Grifondoro a testa” proclamò la McGranitt. James fece un sorriso arrogante, mentre Harry si limitò a fare un sorrisetto e a riprendere a mangiare. Sentì un pizzicore alla nuca, cercò di ignorarlo. Si sentiva osservato. Alla fine alzò la testa dal piatto e vide Piton guardarlo intensamente . Tanto intensamente da ricordargli il Piton-adulto. Si guardarono per un po’ negli occhi, ed Harry, decise che era arrivato il momento di vedere la faccia stupita di Piton. Fece un sorrisetto semplice, senza nessun tipo di beffa dietro. Sperava solo che Piton non lo prendesse per un sorriso arrogante. Quest’ultimo spalancò gli occhi fissandolo incredulo per po’, per poi distogliere lo sguardo e puntarlo sul suo piatto.
 “Scusi, Signor Potter, mi potresti passare per cortesia un po’ di purè di patate?” chiese Silente  a Harry. Quest’ultimo annuì e glielo passò. I loro occhi si incontrarono e Harry eresse immediatamente degli scudi mentali. VIGILANZA COSTANTE. E aveva ragione, sentì Silente fare leggermente pressione per poi smetterla.
“A proposito, Harry, mi farebbe un gran piacere se dopo cena venissi con me nel mio studio” disse il preside.
“Perché, signore?” chiese Harry, facendo un’espressione fintamente confusa mentre dentro di lui si scatenava il panico. Silente sapeva, non c’era altra spiegazione. Ma riuscì comunque a rimanere con quell’espressione, una perfetta maschera, ottimo attore. Tal volta si sentiva una serpe. Si ricordava ancora il suo smistamento quell’anno. 
 
Oh,oh! Cosa abbiamo qui! Un viaggiatore temporale!”
“Ehm, si. Come va?”
“Bene, grazie. Non molti me lo chiedono. Ma passiamo alla smistamento. Vedo che il mio io del futuro ti ha smistato in Grifondoro… uhm, si, è una Casa che rispecchia molti tuoi aspetti. Il coraggio non ti manca, sei orgoglioso e hai una certa audacia. Ma la Guerra ti ha un po’ cambiato, ragazzo mio.”
“C-cambiato?!”
“Um, direi di si. Ti sei fatto più astuto e furbo. Intraprendente lo sei sempre stato. Per non parlare delle tue ambizioni… cambiare il futuro. Sai vero che è un grande compito?”
“Si, lo so. Ma io sono tornato soprattutto per questo”
“C’è tanta determinazione... Come nel futuro, mi ritrovo indeciso tra Serpeverde e Grifondoro, ma a differenza di quella volta, sono molto più incline tra i Serpeverde”
“Ti prego, ti prego, Grifondoro! Renderebbe tutto molto più facile, se vado a Serpeverde le cose si complicheranno soltanto”
“. Uhm… certo tra i Grifondoro staresti bene ma…”
“Ti supplico! Grifondoro, Grifondoro”
“Vabbè, se insisti. Ti auguro buona fortuna. GRIFONDORO!”
 
“Ne parleremo nel mio ufficio” rispose Silente risvegliandolo dai ricordi.
“Va bene, signore” rispose.
 
                                                                            *

Quando la cena finì, e quasi tutti si erano congedati (tra cui un Hagrid sbronzo e una McGranitt eccessivamente ridente per i suoi standard), arrivò il momento per lui e Silente di andare nell’ufficio di questi. Disse a James e Marlene di non aspettarlo svegli e accompagnato da un’occhiata curiosa di Piton, seguì il Preside.
“Cioccoli Giganti” pronunciò Silente, facendo scattare il gargoyle. Salirono le scale fino a trovarsi di fronte a una porta in ebano che dava alla stanza, questa si aprì da sola permettendo ad entrambi di entrare.  Silente si sedette dietro la scrivania, mentre Harry sulla sedia di fronte. Non prese le caramelle al limone dalla ciotola sulla scrivania, né gliene offrì una. Questo non era un buon segno, pensò Harry  evitando di incrociare gli occhi del Preside.
“Allora, Harry disse scrutandolo con i suoi penetranti occhi azzurri “Mi vuoi raccontare qualcosa di te?” chiese.
“D-di me?” balbettò Harry. L’uomo sospirò.
“Appena ti ho visto, hai catturato subito il mio interesse, Harry. Mi sono accorto, qualche mese fa, che non conoscevo assolutamente niente di te.” Disse il preside prendendo una caramella al limone, evidentemente non aveva resistito alla tentazione. “Non so chi siano i tuoi genitori né dove abiti. Ho deciso di scoprirlo, e sono andato al Ministero per aggiustare questa  mancanza nei tuoi confronti. Ma ahimè, il tuo nome non c’era in nessun registro. Né britannico o/e  internazionale. Da quel che ne so io, non esiste un bambino di nome Harry Potter che sia un mago” concluse Silente guardando attentamente le reazione di Harry. Il bambino era sbiancato visibilmente e si muoveva in continuazione sulla sedia in preda al nervosismo.
“Quindi” continuò Silente “Vorrei che mi dessi una spiegazione plausibile per questo.”
Harry ormai aveva capito di essere stato messo alle strette, che non c’era nessuna scusa abbastanza plausibile da convincere Silente. L’unica cosa che poteva convincerlo, era la verità, doveva confessare. E sapeva che doveva dare almeno delle prove, quindi doveva sottoporsi a Legilimanzia. Sapeva che quel momento sarebbe arrivato, ma aveva sperato il più tardi possibile. Perché? Vi chiederete. Perchè Silente era maledettamente un abile burattinaio, e Harry non voleva far parte delle sue marionette. Non di nuovo, almeno. Sapeva di essere in vantaggio perché sapeva più di Silente, sapeva già degli Horcrux e più o meno dove erano nascosti alcuni di loro, o dove sarebbero stati nascosti, poiché ora dubitava fortemente che fossero dove lui sapeva. Ma Silente era bravo a estorcere informazioni, a giocare le situazioni a suo favore e sapeva riconoscere i punti deboli delle persone e questo, decisamente, non giocava a suo vantaggio. In verità aveva pensato, prima o poi, di dire tutto quanto al Preside di sua spontanea volontà, per magari chiedergli di aiutarlo. Harry era consapevole che tutti gli Horcrux, soprattutto l’anello nella casa dei Gaunt, erano protetti da potenti maledizioni che lui non sarebbe mai riuscito a sciogliere, ma solo un mago molto abile e potente. Quindi Silente, in poche parole.
Ritornando al presente, Harry gettò un occhiata azzardata al mago dietro la scrivania. Se ne stava a osservarlo tranquillamente, rispettando il suo silenzio. Harry sospirò e si decise a guardarlo, abbassando le sue difese mentali, per mostrare che quel che stava per dire era la verità e che poteva pure entrargli nella mente. Gli avrebbe fatto vedere solo lo stretto necessario, niente più.
“Signore, quel che sto per dirle ha dell’assurdo” cominciò. Lo sguardo di Silente si fece interessato.
“Ho viste e ho sentito così tante cose assurde nella mia vita, Harry, che sono pronto a tutto” rispose il Preside con una nota divertita.
“Quindi il fatto che un mago diciassettenne, proveniente dal futuro, abbia viaggiato nel tempo di circa ventisette anni attraverso un sogno e si sia ritrovato nel corpo di se stesso undicenne, non è niente di cui sorprendersi?” domandò Harry ironico. Silente lo osservò confuso.
“Attraverso un sogno?” chiese. Harry annuì.
“Sapevo che si potesse viaggiare nel tempo di tanti anni addietro attraverso complicati incantesimi mortali e di elevatissima potenza, oppure usando le rune e un’altissima concentrazione di magia. Ma nessuno, che io sappia, ci è ma riuscito. Richiedeva troppa magia, di cui un mago non dispone. Ma che si possa viaggiare nel tempo attraverso un sogno, questa mi è nuova” rispose interessato.
“Si, ha dell’assurdo. Come sempre sono sempre il primo a mettere in dubbio le leggi naturali del Mondo Magico” borbottò Harry contrariato.
“Perché cosa altro è successo?” chiese Silente aggrottando le sopracciglia.
“Sono sopravvissuto a due Avada Kedavra, signore” rispose Harry.
“Straordinario” gli occhi di Silente avevano preso a luccicare più del solito “Ma di questo parleremo quando sarà il momento, posso sapere perché hai deciso di viaggiare nel tempo?” chiese.
“Per sconfiggere Voldemort” disse Harry con occhi determinati.
“Tom Riddle?” chiese Silente. Si ricordava che Tom intorno al sesto anno aveva iniziato a farsi chiamare così dai suoi, per così dire, ‘ammiratori’.
“Esatto” confermò Harry “Diventerà il mago oscuro più potente di tutti i tempi, anche più di Grindewald” continuò.
“E come puoi tu, riuscire a sconfiggerlo? Non sei un po’ troppo giovane?” chiese Silente perplesso. Harry scrollò le spalle.
“Non sarà facile, ma se ci sono riuscito una volta, ci riuscirò di nuovo” affermò sicuro. I loro occhi si incrociarono e a Harry tornò immediatamente in mente la battaglia finale, e seppe che Silente gli stava leggendo nella mente.   
“Sono ammirato dalla tua determinazione, Harry.” Disse con un luccichio negli occhi, ma poi si fece serio “Ma spero che tu sappia che stravolgere il futuro è pericoloso, potrebbe finire peggio di come è finita nella linea temporale originaria” disse.
“Farò di tutto per non far morire altre vite innocenti per ideali stupidi come la purezza del sangue” sibilò Harry un po’ irritato. Silente lo studiò attentamente per poi sospirare.
“Va bene, sappi che sarò sempre disposto a aiutarti in questa impresa” disse “Ma vorrei che risolvessi un mio dubbio” al cenno di Harry continuò “Tom ha cercato di sconfiggere la Morte, vero?” chiese.
“Si” rispose asciutto Harry.
“E come?” chiese Silente.
“Penso che sia inutile dirglielo ora, signore.” Replicò Harry impassibile, difendendo la sua mente da possibili intrusioni del Preside. Silente chiuse gli occhi ma non insisté, dopo aver provato un attacco di Legilimanzia fallito. Harry stesso era sorpreso dal fatto che si era scoperto piuttosto abile in Occlumanzia senza l’influenza di Piton.
“Immagino che conoscevi il me più vecchio” disse Silente.
“Si, la conoscevo. Mi è stato molto vicino e mi ha aiutato a sconfiggere Voldemort” rispose Harry brevemente. Silente era anche stato un po’ come un nonno in verità, ma questo voleva tenerselo per sé.
“Credo che non vuoi dirmi altro” disse Silente guardandolo, ma non sembrava irritato. Era un po’ affranto in verità. Harry annuì.
“Allora puoi tornare dai tuoi amici” disse gentile, sorridendo leggermente. Harry si alzò e lo salutò, dirigendosi verso la porta. Aveva giusto posato la mano sulla maniglia, quando sentì di nuovo la voce di Silente.
“Ah Harry, non mi hai detto chi sono i tuoi genitori” disse, il ragazzino si voltò.
“James Potter e Lily Evans” rispose sorridendo.
“Lo immaginavo” rispose divertito il Preside.
Harry, congedandosi, uscì dalla stanza, chiudendo la porta dietro di sé.
 
‘Questo, è stato un Natale particolare’ pensarono tre persone quel giorno. La prima trattenendo a stento le lacrime, la seconda sorridendo , e la terza sospirando.
Sì, lo era stato decisamente.

 


Angolo Autrice
Ecco un nuovo capitolo! Sono successe un bel po’ di cose questo 25 dicembre 1971: Sirius ha fatto pace con il fratello, Lily ha litigato con Petunia ed Harry è stato scoperto. Eh si, Silente ha smascherato Harry in pochi mesi, ma dopotutto a quest’uomo non sfugge mai niente. Harry è piuttosto diffidente nei suoi confronti e quindi non gli rivela tutto.  E come avete letto, ho scritto anche lo smistamento di Harry, che nel capitolo 3 (‘Semplicemente Hogwarts’) non abbiamo visto, poiché tutto era visto dal punto di vista di James. Attraverso questo flashback veniamo a scoprire che Harry è un po’ più serpe di prima. Inoltre, vi è piaciuto almeno un po’ il dialogo tra James, Harry e i fratelli Black? Spero vivamente di sì. Per di più, una notizia scioccante! Harry che fa un sorriso a Piton, credo che anche al nostro futuro professore sia venuto un colpo XD. Vi saluto e al prossimo capitolo!
Bye Bye!
P.S. Mi scuso per eventuali errori grammaticali o/e battitura 





Capitolo gentilmente revisionato da lilyy, grazie!
   
 
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