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Autore: Purelove    05/07/2009    10 recensioni
Edward, Alice e Emmet sono fratelli e per di più sono i principi della famiglia reale italiana.
Per la loro condotta vengono spediti in America, a Forks, per riscattarsi dalle bravate commesse sul suolo italiano, lontano dai lussi e dalle tentazioni, ma a Forks, i ragazzi continuano a comportarsi come prima vista l'assenza di paparazzi pronti ad immortalarli in ogni istante della loro vita...ma un incontro con una ragazza del posto può far cambiare i modi del principe ereditario?
Tutto inizia da una scommessa fatta tra i cinque ragazzi che li porterà a dividersi e fare di tutto pur di vincere ed è da questo gioco che forse si può trovare il vero amore ma come può nascere quando è stato costruito su pilastri instabili a causa di un gioco?
Perché alla fine si sà che prima o poi tutto viene a galla...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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PRIGIONIERA

EDWARD:


-Voglio Carlo!!-

Alice si sta lamentando da mezz'ora mentre Jazz cerca di farla ragionare.

-Alice! Non puoi...dovrebbe arrivare qui dall'Italia solo per organizzare una festa per i liceali.-ribatte Emmet passando di sfuggita per la cucina.

-Finchè prende soldi non credo che si lamenterà sul tipo di feste che deve organizzare.-

Alice è astuta. Sa giocare sempre bene le sue carte. Carlo è il suo personale organizzatore di feste. Lei ha un'idea e lui l'aiuta a migliorarla e la realizza nei tempi che vuole lei.

Anche nostra madre lo utilizza per i suoi ricevimenti. È molto bravo e diciamo che capisce i desideri delle donne della famiglia Cullen...ovviamente con tutti i soldi che prende questo è il minimo che può fare.

-Io ora lo chiamo...-dice Alice sfoderando il suo cellulare.

-Se aspetti il mio compleanno potremmo festeggiarlo in grande stile. Dopotutto siamo vicini a Las Vegas!-

Mi volto e sull'entrata della cucina c'è Rosalie accompagnata da Bella. Dalla loro tenuta penso che sono andate insieme a fare jogging insieme.

Il volto di Alice si illumina come quando era piccola e scartava i regali di Natale o del suo compleanno. Per un attimo rivedo quella scintilla di bambina nei suoi occhi. Sorrido.

-Oddio! Per poco non me ne scordavo con tutto il trambusto che c'è stato.-esclama Alice.

-Non ci credo nemmeno se me lo dici in giapponese...-commento prendendo una mela rossa dal portafrutta bianco sul bancone. Mia sorella si avvicina e mi si siede in braccio prendendo la mia male per darle un morso, piccolo folletto malefico!

-Fratellone! Fatti gli affaracci tuoi!-esclama schioccando un bacio sulla mia guancia.

-Io ci sto per Las Vegas!-dice Emmet alzando la mano per proporsi favorevole.

-Stabilirò io il budget!-mormora Jazz uccidendo per un'attimo l'atmosfera allegra sprigionata da Alice e Rose. Mia sorella si alza per avvicinarsi al suo ragazzo.

-Suvvia Jazz!-dice Alice per poi mormorargli qualcosa nell'orecchio. Ovviamente dal colore della faccia e dal risolino di Alice capisco che deve essere qualcosa di sessuale. È così che ottiene le cose che vuole da lui la mia sorellina.

Meglio che non ci penso troppo se no potrei vomitare in questo istante. Rose si siede accanto a me e fa sedere sulle sue gambe Bella. Lei mi sorride e mi strappa la mela dalle mani, evidentemente oggi mi è vietata mangiarla...prima mia sorella adesso lei. Però trovo estremamente sexy il fatto che sia lei a mordere la mela, la guardo attentamente mentre le sue labbra si posano sulla superficie liscia.

I nostri occhi non si staccano neanche per un secondo ma dietro di lei vedo lo sguardo divertito di Rosalie con accanto Alice. Per un attimo mi sono dimenticato della loro ingombrante presenza. Maledetta scommessa ma probabilmente non mi interesserei così tanto a lei se non fosse proprio per vincere. Il mio ego è stato eccessivamente ferito.

-Bisogna preparare la lista degli invitati e chi meglio di Bella può dirmi le persone da non invitare!- dice Alice trascinando via Bella che mi lancia la mela prima di andarsene su in camera. Rosalie si alza lentamente sorridendomi maleficamente.

-Qualcuno perderà...e anche molto presto.-mormora Rosalie per non farsi sentire da orecchie indiscrete, ad esempio quelle di Bella che non andrebbe proprio bene in questo caso.

-Ma ci hai visti un attimo fa? È cotta!-

-Credici Edward...credici! Ti sta solo prendendo in giro...-

Così dicendo segue Alice e Bella al piano di sopra. Emmet mi guarda e si trattiene dal rideremi in faccia.

-Ti diverti, eh? Meno male che mi dovresti aiutare...-

-Eddai Eddy! Tu sei la mente, io il braccio. Cosa pretendi da me!-dice sghignazzando.

-Dovevo scegliere Jazz, lui ha la mente più diabolica.-mormoro sbuffando.

-Probabilmente...ma come ho già detto lei è la mia ragazza e tu sei il futuro re.-

Balzo in un attimo vicino a Jazz tappandogli la bocca con la mano.

-Quella parola non si dice.-dico incazzato nero. Bella non lo deve sapere.

-Che parola?-chiede Emmet confuso. Scimmione.

-Quella che inizia con la R...-sibilo mentre Emmet mi guarda forse più confuso di prima.

-Allora... Ragazza?-

Guardo Emmet malissimo lasciando la presa su Jazz. Giuro che adesso gli salto addosso e lo massacro di botte.

-No Emmet...non è ragazza! L'altra...-dice Jazz esasperato anche lui. Certe volte mi sembra che mio fratello sia su un altro pianeta in alcuni momenti.

-Con la R?-chiede ancora Emmet.

Mio fratello ha l'aria pensierosa e Jazz allora cerca di farglielo capire senza compromettersi troppo ma bisogna dire che stiamo sempre parlando di Emmet.

-Allora....cos'è Edward?-chiede Jazz.

-Un pirla...-risponde convinto mio fratello.

-COSA?-urlo. Jazz mi blocca dicendomi che ci doveva arrivare da solo.

-Allora...se tu sei il secondo P....Edward è il primo P....cosa succede al primo P?-dice Jazz.

-Mi hai dato del pirla?-chiede Emmet incominciando ad arrabbiarsi.

-Emmet...se fossi un pò più sveglio capiresti che non è quello che intend...-

Troppo tardi. Emmet si è già catapultato su di lui atterrandolo, ovviamente come succedeva quando eravamo piccoli vengo tirato dentro anche io.

Come al solito finiamo con il fare la lotta. Niente è cambiato da quando eravamo piccoli.

   
 
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