Libri > Percy Jackson
Segui la storia  |       
Autore: 283    04/06/2018    1 recensioni
essere un semidio è strano, essere Percy Jackson vuol dire buttare la normalità fuori dalla finestra.
perché non bastavano Dei, mostri e demoni, ora anche i maghi sono pronti a tutto per affrontare l'eroe dell'olimpo.
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Blackjack, Mrs O'Leary, Nico di Angelo, Percy Jackson
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
PERCY
Impiegai più tempo del previsto per tornare a casa. Evitai le strade affollate e le auto della polizia stando, attento ai mostri. Passai per i vicoli, spesso tornando sui miei passi, per poi imboccare strade secondarie, cercando di assicurarmi di non essere seguito. Dopo un percorso degno del Labirinto di dedalo, arrivai nel vicolo dietro il mio condominio. Salii la scala anti-incendio fino alla finestra della mia camera e entrai.
La mia camera era nel caos più totale: I vestiti erano sparsi sul pavimento, cartoni di pizza e lattine di coca-cola erano disseminate su ogni superfice disponibile, pezzi di armatura spuntavano da sotto il letto, magliette arancioni e viola erano ammucchiate sulla scrivania, molte macchiate di sangue, icore e polvere di mostro.
In breve la stanza era esattamente come l’avevo lasciata.
Entrai e buttai lo zaino sul letto. Per prima cosa controllai tutta la casa. Non sapevo se i mascherati avevano dei complici che erano venuti a perquisire l’appartamento mentre loro mi rapivano. Una volta accertato che era tutto libero crollai su divano in salotto.
  Chiunque fosse il Signore Oscuro non si sarebbe arreso così facilmente. Ero stato fortunato. Mi aveva sottovalutato e aveva mandato pochi dei suoi scagnozzi a prendermi. Ma non avrebbe fatto lo stesso errore due volte. Se aveva almeno altri due o tre tirapiedi forti come quella donna ero nei guai.
Con un gemito mi alzai feci la doccia e indossai de vestiti puliti: jeans, scarpe da ginnastica, una maglietta verde mare che si abbinava ai miei occhi, l’immancabile collana di perline del campo e l’orologio/scudo. Vortice era al sicuro nella mia tasca.
  Poi entrai nel bagno e creai un arcobaleno con il vapore del rubinetto.
Estrassi una Dracma dalla tasca e la gettai nella luce. “Iride dea dell’arcobaleno accetta la mia offerta e mostrami Annabeth Chase in Texas.” L’arcobaleno tremolò e comparve un’immagine di Annabeth seduta sotto una veranda circondata da un paesaggio desertico. Alzò lo sguardo dal libro che stava leggendo e esclamò “Cervello d’alghe” sorrisi vedendola così felice e risposi “l’unico e inimitabile”. Si avvicinò e chiese “cosa succede Percy perché mi hai chiamato?”.
Le raccontai ciò che era successo. la sua espressione passò da sorpresa a preoccupata a pensierosa. Alla fine disse “avevo sentito parlare dai figli di Ecate di varie comunità di maghi in giro per il mondo. Persone che hanno la capacità di imbrigliare la magia come un semidio, ma non posseggono parentele divine anche se il bronzo celeste può ferirli.” Sospirai “ottimo ma che cosa vogliono da me?” Annabeth si accigliò in quel modo tanto carino che adoro e rispose “non ne ho idea da quanto ne so la maggior parte di loro è ignara degli dei. Farò delle ricerche su questo Signore Oscuro ma forse è meglio se torni al Campo per qualche tempo fino a che non scopro qualcosa” feci un cenno di assenso. Ci salutammo con una serie di “ti amo” e “non morire” e tagliai la connessione.
Tornato in camera mia trovai un pacco incartato di azzurro e un biglietto sul mio letto. Lessi il biglietto “Figliolo molte difficoltà ti aspettano e spero che questi ti possano aiutare con amore Papà” era scritto nella decisa calligrafia di Poseidone e sul retro era disegnato un tridente. Impossibile sbagliare.
Eccitato aprii il pacco. Dentro trovai una pelliccia di leone che brillava come intessuta di bronzo. Era la pelliccia del leone Nemeo, che anni prima durante una missione avevo sacrificato a mio padre. Mi commosse che me l’aveva restituita. non avevo mai sentito di un dio che ridava i sacrifici indietro. Sotto la pelliccia in fondo alla scatola c’era qualcos’altro. Tirai fuori dalla scatola un pugnale con il suo fodero. Estrassi l’arma che scintillò alla luce del sole. Era d’argento con una lama a foglia e una scritta incisa sull’elsa “Ventus” Era un bel nome per un pugnale. Lo rigirai tra le mani poi lo rinfoderai e incominciai a prepararmi per partire per il Campo.
Presi uno zaino e vi infilai dentro: vestiti puliti, nettare e ambrosia, soldi mortali e dracme e altre cose che mi potevano servire. Poi indossai l’armatura e la pelliccia del leone Nemeo. Mi allacciai al fianco il pugnale e mi preparai a uscire.
Ero a pochi metri dalla porta quando il campanello suonò. Mi bloccai. Non potevano essere i miei genitori era troppo presto e avevano le chiavi. Il campanello suonò ancora. Mi arrovellai cercando di capire se dovevo rispondere o scappare. Poi dall’esterno una voce urlò “sappiamo che sei dentro esci subito!!”. Quello era un brutto segno. Cercai di ragionare in fretta. Avevano trovato l’appartamento, se me ne fossi andato avrebbero potuto aspettare mamma e Paul, catturarli o fagli del male. Ma se non me ne andavo avrei dovuto combattere e non sapevo quanti fossero. Se erano i rinforzi portati dalla strega mascherata allora sapevano cosa potevo fare e non si sarebbero fatti fregare così facilmente.
Prima che potessi prendere una decisione però il campanello smise di suonare. Si sentirono delle voci litigare fuori poi un urlo. “BOMBARDA” e la porta esplose.
 
 
 
HARRY
Harry era attonito. Gli era sembrato strano che l’Ordine della Fenice si riunisse ha Hogwarts. Così lui, Ron e Hermione si erano infilati sotto il mantello dell’invisibilità, avevano preso delle orecchie oblunghe e si erano nascosti fuori dall’aula dove si trovava l’incontro di emergenza. Dopo aver atteso per molto tempo che tutti i membri dell’ordine entrassero finalmente la riunione cominciò.
Silente si schiarì la gola e parlò “grazie per essere venuti con poco preavviso ma ciò che sto per dirvi potrebbe cambiare il corso degli eventi”. Harry fremeva dall’eccitazione finalmente avrebbe saputo cosa succedeva. Il Preside fece una pausa poi disse “grazie ha fonti recenti sono venuto a sapere che Voldemort ha una figlia e un nipote”. Silenzio. Harry era sconvolto. Come poteva quel mostro. L’essere più malvagio e spregevole del mondo. Avere una famiglia?
 Subito attraverso le orecchie oblunghe sentì che nella stanza erano iniziate urla e proteste. Alla fine Silente li zittì e riprese. “anche io ero ignaro della cosa fino a poche ore fa, e lo stesso Voldemort non sapeva dell’esistenza della figlia e del nipote fino a ieri. Ora l’importante è trovarli prima che i Mangiamorte li catturino e li costringano a unirsi a loro. La figlia di Voldemort è una Maga-no ma il nipote ha un incredibile potere magico e sarebbe terribile se si unisse alle forze di suo nonno”.
Ci fu un silenzio lugubre poi la voce di Lupin chiese “quando andremo a prenderli?” Silente gli rispose “partiremo stasera per New York così saremo lì la mattina presto” seguì un mormorio. Poi la signora Weasley chiese “come si chiamano?”
Il Preside si prese un momento per rispondere “i loro nomi sono Sally e Perseo Jackson”.           
      
 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: 283