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Autore: MielChan    04/06/2018    1 recensioni
[Newtmas AU]
Thomas non riusciva a capire un sacco di cose, perché lui era l'unico a non sognare la propria anima gemella!? perché i suoi sogni al riguardo erano così confusi? Eppure in questo mondo era normale sognare la persona con cui si è destinati a stare.
Ma lui no! A lui non accadeva.
L'unica cosa certa nella vita di Thomas, era il fatto che odiava...
il suo odiosissimo cugino!
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Newt, Newt/Thomas, Thomas, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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                                                                          CAPITOLO 2
                                                                             10 anni
Gli anni passarono in fretta, Thomas da allora tagliò ogni minimo contatto con Newt, a 10 anni la sua vita procedeva come prima, i suoi fastidiosissimi genitori gli ripetevano ogni volta la stessa cosa, Newt eccelleva su ogni materia e Thomas lo odiava, lo odiava troppo, ma soprattutto odiava il fatto che lo capiva, capiva il perché dei suoi gesti e quando si allontanò definitivamente da lui, Thomas percepì solo una grande tristezza da parte sua, e di tutta quella tristezza non ne trovava il senso, non doveva esserci!
Detestava troppo Newt.
E il suo odio quell’anno crebbe ancora di più, quell’anno in classe arrivò una nuova compagna, una ragazzina timida con gli occhiali e un po’ bassina, si chiamava Alexia.
Alexia fu messa nel banco di fianco a Thomas, dato che quello, da quando si era allontanato da Newt, era sempre libero, appena scoprirono di avere in comune lo stesso cartone animato preferito, tra loro nacque una bella amicizia.
 Alexia era la classica ragazzina timida con gli sconosciuti e vivace con le persone che conosceva, era questo il lato che tanto apprezzava Thomas.
Thomas ricorda ancora un giorno, quando una forte tempesta improvvisa mandò in blackout l’intero viale, ed insieme ad esso la propria scuola, quella ragazzina anziché piangere come le sue coetanee si mise a raccontare storie, delle storie di fantascienza, delle storie magiche, e quelle storie fecero tornare di buon umore praticamente tutti, e Thomas ne rimase affascinato.
Presto Thomas iniziò ad apprezzare ogni piccolo lato di lei, il fatto  che le piacesse il colore rosa, che le piacessero i pappagalli, ogni più piccolo e prezioso tratto, ed era curioso, sempre di più,  quando ne aveva la possibilità si sedeva sempre affianco a lei, durante la mensa le teneva il posto libero, e le teneva perfino il posto dell’autobus durante le gite.
Alexia presto divenne un’ottima amica praticamente con tutti, e a molti piaceva, ma a Thomas piaceva di più!
‘’Dopo le vacanze estive mi dichiaro!’’ E’ questo ciò che si ripeteva ogni giorno.
Non avendo una propria anima gemella Thomas non ne capiva nemmeno l’importanza, di coppie ne aveva viste tante, qualche volta incontrò persone stare insieme nonostante non fossero anime gemelle, se sono poi durate, questo non lo sa, ma sta di fatto che comunque ci sono state…  forse aveva una piccola possibilità anche lui.
Thomas era convinto di piacere altrettanto ad Alexia, lei con lui era costantemente gentile ed educata, si divertivano  parecchio assieme.
Thomas, nonostante tutto, però non riusciva ad essere felice, una piccola parte di lui soffriva, e non ne capiva il perché, alla fin fine gli stava andando tutto bene, ma allora perché sentiva tutta quella tristezza? Quando arrivarono le vacanze estive si impose di non pensarci, e un po’ funzionò
Le vacanze estive, come sempre, venivano accompagnate dai voti di fine anno, se erano positivi, si poteva passare al prossimo anno, ma se così non fosse, bhe.. allora toccava ripetere, a molti spaventava questa cosa, non a Thomas però, lui è sempre andato bene, Thomas era per lo più era elettrizzato, i suoi genitori gli avevano promesso un cucciolo se i suoi voti si fossero rilevati alti.
Un cucciolo, ne ha sempre voluto uno, ma non quei classici cagnolini di piccola taglia, no! Lui voleva quei cani grandi  e fieri, quelli che incutono terrore solamente a guardarli ma che in fondo sono i più affettuosi, Thomas pertanto era entusiasta nel ritornare a casa, aveva pronto già tutto: il nome, la cuccia dove stare, i giochini, quel che Thomas non si aspettò è che, anziché un cane grande e fiero, come ad esempio  un alano, un pastore tedesco o tant’altro, si ritrovò un barboncino, un barboncino  femmina con un collare rosa tutta scodinzolante.
‘’Non sei contento?’’ Gli chiesero i genitori appena entrò in casa..
‘’Ehm.. sì.’’ Mentì pur di non vederli stare male o fare sceneggiate su quanto fosse ingrato o robe simili, sta di fatto che di ‘contento’ in quel momento non avesse nulla.
‘’Hai già deciso il nome?’’ Gli chiesero infine, certo che aveva deciso il nome! Ma quel nome non si addiceva di certo ad un barboncino.
‘’Non ancora…’’
‘’Bhe pensaci in fretta però, d’accordo?’’ Annuì velocemente e si mise a guardarla, quel cane non gli piaceva, così come non gli piaceva Newt.
Ecco sì! Newt!
‘’Newtie!’’ Esclamò. ‘’La chiamo Newtie!’’
Newtie alla fine non si rilevò poi così disastrosa, Thomas, inizialmente, non la calcolò più di tanto, ma lei continuava ostinata ad andargli incontro, solo dopo un po’  si arrese ed iniziò ad addomesticarla per bene, era intelligente dopotutto, in pochi mesi aveva già imparato ad abbaiare a comando, a stare seduta, a rotolare e molto ancora! 
Non era il cane grande e fiero che si aspettava, ma si affezionò lo stesso, l’unica cosa di cui si pentì,  fu il nome, cercò un sacco di volte di cambiarglielo, ma lei ubbidiva al solo sentire ‘Newtie’, alla fine, però, si arrese anche a quello.
 Thomas prestava abbastanza attenzione a Newtie, evitava che mangiasse troppo, evitava che si facesse male, la teneva sempre d’occhio, a parte un giorno, che per distrazione andò a ritirare la posta lasciando la porta aperta e Newtie ne approfittò per correre fuori, a Thomas salì il panico, mollò la posta a terra e iniziò a seguirla, solo che lei era più veloce.
La cercò dappertutto, al parco vicino casa, in piazza dove passeggiavano spesso, ma di lei non c’era nessuna traccia, era sul punto di una crisi quando qualcuno preoccupato non lo notò.
‘’Tom- ehm, Thomas?’’
‘’Newt….’’ Proprio lui doveva trovarsi davanti in un momento come quello?
 ‘’Ti vedo preoccupato.. . è successo qualcosa?’’  Chiese con calma, certo che gli era capitato qualcosa! Se no non stava lì a correre come un disperato.
‘’Non sono affari tuoi.’’ Tagliò corto sprezzante.
‘’Senti.. lo so che non ti piaccio, ma in fondo siamo cugini, no? Quindi permettimi di aiutarti, vedo che c’è qualcosa che non va..’’
‘’Eh va bene!’’ Si arrese, Newt sapeva essere testardo a volte, poi Thomas non voleva e non aveva nemmeno il tempo per controbattere. ‘’Il mio cane è scappato e lo sto cercando.’’
‘’Posso aiutar-’’
‘’Non serve.’’ Lo zittì immediatamente.
‘’Thomas, non lo faccio con doppio fine o altro, voglio solo aiutarti.’’ Cercò di farlo ragionare. ‘’Dimmi come si chiama, sentendo il suo nome magari arriva.’’
‘’Va bene…’’ acconsentì sospirando. ‘’Si chiama New-‘’ Eh no! non poteva di certo dirglielo. ‘’Ehm.. Newton, è un barboncino.’’ Si inventò il nome velocemente.
‘’Oh.. ehm, d’accordo, andiamo.’’
Ci misero tutto il pomeriggio a cercarla, Newt la trovò infine in un piccolo vicolo cieco spaventata e tremolante,  Thomas fu costretto quindi a ringraziarlo, cosa che sperò non accadesse mai più, appena finì se ne ritornò subito a casa, ma per un tratto di viaggio fu costretto a stare con Newt visto che i due abitavano più o meno vicini.
‘’Lo hai da poco? Non risponde al suo nome.’’ Chiese Newt cercando di conversare un po’, cosa che Thomas non voleva affatto.
‘’Ehm, sì, giusto un mese fa.’’ Non poteva certo dirgli che non rispondeva perché in realtà quello non era il suo vero nome.
‘’E’ un nome particolare.’’
‘’Già.’’ Rispose con noncuranza e Newt sembrò rattristirsi.
 ‘’Uhm, bhe io  vado, ciao Thomas.’’ Lo salutò con dispiacere e si diresse verso la propria abitazione, Thomas sapeva che in fondo non era colpa sua, ma quel ragazzo tormentava troppo la sua mente!
La fine delle vacanze estive arrivò in fretta, e Thomas era più agitato che mai, si era imposto di dichiararsi ad inizio anno scolastico, si era preparato un sacco di discorsi e un sacco di frasi carine, le riprovò più e più volte da solo, e finalmente era giunto il giorno di metterle in pratica, arrivò in classe in anticipo e quando vide Alexia entrare in classe la chiamò in disparte fuori nel corridoio, prese tutto il suo coraggio ed infine si dichiarò.
‘’Mi dispiace Thomas, io prossimo anno dovrò partire.. e poi bhe, a me piace Newt.’’
Newt.
Newt.
Newt.
Sempre colpa di quell’odiosissimo cugino!
 
Non fu tanto il rifiuto a dargli fastidio, era Newt quello che gli dette fastidio, quel ragazzino che tormentava la sua mente giorno e notte!
La sua testa era un totale contrasto, lo odiava eppure si preoccupava, specialmente un giorno, maggio probabilmente, la loro insegnante chiamò Newt all’interrogazione e Thomas capì all’istante che Newt non era preparato, riusciva a cogliere l’ansia, la paura di sbagliare, la paura di deludere, riusciva a cogliere ogni più piccola emozione, e senza pensarci lo salvò, scattò in piedi, si offrì volontario al posto suo e disse alla propria insegnate che Newt non si sentiva bene da quella mattina.
E Newt gli sorrise.  
‘’Non ringraziarmi, tu mi hai aiutato con Newt- Newton, ora siamo pari!’’ E’ questo ciò che gli disse quando il più grande lo ringraziò, ma Newt semplicemente sorrise di nuovo.
   
 
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