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Autore: terryoscar    06/06/2018    11 recensioni
Autrici: Aizram e Terryoscar
“ Avventura sulle Alpi” nasce per caso.
Aizram ed io ci siamo conosciute grazie alla mia prima pubblicazione: ” Oscar storia di un grande amore.”
“Dopo averla portata a termine, Aizram mi ha contattata, chiedendomi di scrivere un’altra storia ma allegra e divertente riguardo ai nostri personaggi preferiti: Oscar e André.
Inizialmente le ho detto che non sapevo nemmeno cosa scrivere, e lei mi ha suggerito di fargli fare un bel viaggio verso le Alpi.
I primi tre capitoli li ho scritti da sola, prendendo spunto i suggerimenti di Aizram ma poi, grazie alla tecnologia di cui usufruiamo abbiamo scritto i capitoli successivi in tempo reale: tramite skipe.
Quindi questa storia è scritta a quattro mani da Terry e Aizram. Si sa due cervelli funzionano meglio di uno!
E così nasce “Avventura sulle Alpi!”
Qui avremo il generale che tenterà di convincere sua figlia a sposarsi, perché a suo dire ormai incontrollabile da quando frequenta i Soldati della Guardia e sopratutto pretenderà da lei un erede a cui tramandare il titolo nobiliare. Naturalmente Oscar di sposarsi non ne vorrà sapere, quindi si scontrerà con suo padre, e non solo con lui ….
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alain de Soisson, André Grandier, Generale Jarjayes, Madame Jarjayes, Oscar François de Jarjayes
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'IO SONO IL GENERALE JARJAYES'
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La Venaria Reale

Che strana notte che abbiamo passato, è successo di tutto: anziché fare turni di guardia o dormire, padre e figlia si sono scontrati come Titani, se qualcuno me l’avesse raccontato, avrei fatto fatica a crederci.
Alla fine della disputa, il Generale pazzo ha diviso la tenda con La Salle pur di non far dormire all’addiaccio il Comandante che, in fatto di testardaggine, non è da meno di suo padre, ma in questo caso ha avuto la meglio: ha dormito sola soletta, mentre noi ci siamo divisi i turni di Guardia.
L’ho pagata cara, la notte di bagordi, sono stanco morto, appena avrò modo di riposarmi, giuro che non penserò alle donne, almeno finché non mi sarò rimesso in forze. Cosa che avverrà con una bella dormita!

Ci rimettiamo in viaggio, superiamo Rivoli, proseguiamo sull’ampio viale alberato fino ad un bivio, svoltiamo verso nord e raggiungiamo un piccolo borgo: Collegno. Passiamo davanti ad un monastero, oddio….spero che il Generale non ci faccia fermare qui!
Poi proseguiamo verso le cascine, attraversiamo diversi campi fino a raggiungere la residenza dei Savoia.
“Andrè, siamo arrivati sul suolo Torinese, da qui riusciamo a vedere la Reggia della Venaria!”
“Soldati, saremo al cospetto di sua maestà Vittorio Amedeo III e dalla regina Maria Antonietta di Spagna.”
“Padre, non potremmo eludere questa visita?”
“Impossibile Oscar, sono stati già informati della nostra presenza sul loro territorio, il nostro è un atto dovuto, e poi i cavalli hanno bisogno di riposare, e a quanto ne so non sono gli unici ad averne bisogno…. Sei fortunato Sasson: se le bestie non avessero bisogno di riposo avremmo tirato dritto immediatamente!” 
“Generale non so perché mi parliate in questo modo, ma io non ho aperto bocca a riguardo.”
“No ce n’è bisogno Sasson, basta guardarti in faccia, per capire che tra un po’ caschi da cavallo, ma bada a te, se non ti comporti come si deve …”
“State Tranquillo signor Generale, è mia premura questa volta andare a letto … da solo, sono davvero stanco, non posso certo negarlo.”
“Meglio così Sassoin, così abbiamo chiarito la questione!”

“Signor Generale …”
“Dimmi Andrè.”
“Quanto tempo dovremo fermarci?”
“Un paio di giorni Andrè, e poi partiremo alla volta di Milano.”

Abbiamo appena varcato i cancelli della Reggia Venaria, non sembra tanto diversa da quella di Versailles, anzi, ho l’impressione che stia lì. È solo più piccola….per arrivarci, abbiamo attraversato tutto il piccolo paese di Venaria, una via principale, larga, lastricata, che ci conduce alla residenza Sabauda.
Ad accoglierci c’è una torre con orologio, sotto cui dobbiamo passare, per raggiungere la corte centrale, su cui si affacciano i corpi di fabbrica principali dell’edificio. Sembra davvero di essere in Francia!
Siamo di fronte al Capitano delle Guardie Reali, mio padre si presenta.
“Sono Augustin Reinyer Francois de Jarjayes, Generale dell’esercito Francese al sevizio di sua maestà Re Luigi XVI, sono qui per rendere omaggio sua maestà Vittorio Amedeo III.”
Scendiamo dai cavalli, che vengono condotti presso le moderne scuderie.

Davanti a noi si spalancano le porte della reggia, veniamo accolti dal Ciambellano di corte, ci presentiamo, ci dice: “Generale Jarjeyes, Vi aspettavamo, sono onorato di accogliervi, sua Maestà Vittorio Amedeo, presiede alle udienze nel pomeriggio, intanto Vi mostro i Vostri appartamenti: per Voi e Vostro figlio il colonnello, le stanze sono al piano nobile, invece il Vostro seguito alloggerà al piano di ingresso, naturalmente avranno a disposizione toilette e tutto il necessario per le loro esigenze.” .
Il ciambellano chiama un servitore e dice: “Accompagna il seguito del Generale nei loro alloggi.”

“Generale, Colonnello, da questa parte, prego.”

Oscar ed io abbiamo appena l’opportunità di scambiarci uno sguardo, capisco che vorrebbe dirmi qualcosa, ma negli ultimi giorni non abbiamo avuto modo di farlo, e so che sarà così finché non arriveremo a Venezia.
La vedo allontanarsi, il mio pensiero va a lei. Mentre percorriamo un lunghissimo corridoio, guardo i marmi della pavimentazione, gli alti soffitti, i saloni che si susseguono l’uno dopo l’altro. Dalle vetrate vedo il parco retrostante, con le fontane ed i piccoli templi. Oltre si stende un vasto bosco, utilizzato per la caccia.
La voce di Alain mi distrae: “Andrè, non tenertelo per te, dicci almeno cosa ha detto quel manichino imbellettato, e dove quest’altro fantoccio ci sta portando?”
“Il generale e Oscar andranno in udienza dal re Vittorio Amedeo nel pomeriggio, ed il fantoccio, come lo chiami tu, ci sta accompagnando nei nostri alloggi.”
“Ah, finalmente Andrè potrò riposare, chissà se ci daranno la camera singola, oppure ci faranno alloggiare tutti e tre insieme mah!….”

Arriviamo dietro la porta ed il servitore la spalanca, ci fa strada e spiega: “Signore, è una camera molto grande e confortevole, ci sono tre letti, alloggerete tutti insieme. Avrete tutti i confort: un piccolo salottino nell’anticamera, un’ampia stanza da letto, con comodi letti a baldacchino, ampi, ed annesso un piccolo bagno, con già l’acqua a scaldare nel grande camino.”
Tutti i locali sono dotati di finestre, da cui entrano i raggi del sole del mattino, e grandi camini per riscaldarli. I letti sono dotati di morbidi materassi e coperte. Per gli ambienti si spande un dolce profumo di vaniglia.

“Grazie signore!”

La porta si chiude alle nostre spalle, rimaniamo soli, Alain non perde tempo e si getta sul letto.
Gerard comincia a ridacchiare e dice: “Alain, adesso hai tutto il tempo di riposare.”
“Non vedo l’ora Gerard, non ce la faccio più, sono distrutto! …. Ehi Andrè, anche se non ho capito una parola, ho capito che il fantoccio ci ha mostrato la stanza, e la toilette, beh quello è l’ultimo dei miei pensieri, sono così stanco, che mi farò prima una bella dormita, poi penserò al bagno … e tu Andrè cosa fai, rimani lì impalato?!!
“Farò prima il bagno e poi riposerò.”
“A già dimenticavo, tu hai delle abitudini del tutto diverse da noi altri.”
“Non dire idiozie Alain, tutti abbiamo bisogno di un bagno caldo prima di riposare, compreso tu!”
“Alain, Andrè ha ragione, immagina poi se dovesse arrivare il Generale a fare un’ispezione, sai cosa succederebbe? Che ti sveglierebbe, con un bel paiolo d’acqua addosso ahahah! Magari fredda!!!”
“Oh ti prego La Salle …. Lasciami …. Dormir …”
“Andrè, guardalo è cascato dal sonno, forse meglio così, almeno non dirà altre stupidaggini.”
“Si, ma per quanto tempo Gerard?!! Appena si sarà svegliato, vedrai cosa combinerà!”
“Te lo dico io Andrè, correrà dietro alla sottana di qualche cameriera … vedrai ahahah!”

Ho fatto il bagno, e sono qui sdraiato sul letto, sono un po’ stanco, questo viaggio comincia ad essere lungo e faticoso, non vedo l’ora di arrivare.
Non posso fare a meno di pensare ad Oscar, mi chiedo se davvero, quando saremo a Venezia, avremo l’opportunità di stare un po’ assieme e parlarle?!! …. E’ diventato quasi impossibile, nemmeno stanotte è stato possibile parlare con lei, dopo che si è scontrata con suo padre … sono davvero stanco … ho sonno …..


Ho appena fatto il bagno, mi sono rilassata nell’acqua calda, facendomi accarezzare dalla spugna sulla pelle. 
HO profumato l’acqua con l’essenza di rosa che la nonna mi ha preparato per il viaggio. 
Finalmente ho indossato l’uniforme, visto che tra meno di un’ora, io e mio padre saremo al cospetto dei sovrani.
Mi aggiro per la reggia, mi rendo conto ancora una volta, che non c’è alcuna differenza tra qui e Versailles: stesso sfarzo, stessi cortigiani, stessi atteggiamenti ipocriti.
Mi aggiro per i saloni, molte donne si girano al mio passaggio, basta poco per capire che non sono un frequentatore abituale della reggia; troppi sguardi curiosi.
Desidero vedere Andrè, e se qui funziona esattamente come a Versailles, Andrè e gli altri dovrebbero pranzare nella sala della servitù, vado a cercarlo.
“Ehi Alain guarda là, quella cameriera fa la sdolcinata con Andrè, da quando l’ha visto non lo ha mollato un attimo, è davvero incredibile! … Sai che penso?!! Che se lo vedesse la fidanzata, qui scoppierebbe il finimondo!”
“Io mi preoccuperei non solo del Colonnello, ma anche del Generale! Ahahah, su dai Gerard, cosa vuoi che combini Andrè, con quella sgallettata?! Il comandante Oscar è in una botte di ferro con il nostro Andrè, ma non hai visto?!! Non la guarda nemmeno, quello nel cervello ha solamente il diavolo biondo, quella donzella non ha alcuna possibilità, nemmeno se si spogliasse nuda e gli direbbe: sono qui, prendimi ahahah!”


“Allora Andrè non mi hai detto ancora da quale parte della Francia arrivi!”
“Da Parigi.”
“Uaooo che bello! Dicono che sia stupenda, mi hanno detto che la Senna è un fiume molto grande, è vero?”
“Si …”
“Come mi piacerebbe vederlo …”

“Gerad, ma guarda Andrè com’è rimasto impassibile, non riesce a liberarsene, senti, sai che ti dico ?!! Andiamo via di qui che se la sbrighi da solo, intanto io vado a cercarmi un po’ di compagnia.”

Io e Gerard lasciamo la cucina e ci imbattiamo nel Comandante.
“Comandante Oscar, Voi qui? Cosa ci fate?”
“Cosa c’è Sassoin, ti disturbo forse?”
“Noo è che …”
“Dov’è Andrè?”
“Beh … ecco …”
“Insomma cos’hai da farfugliare, ti ho fatto una domanda ben precisa. Dov’è Andrè? …. Non volete rispondermi, va bene chiederò di lui in cucina.”
“U .. un momento Comandante …….”
“Troppo tardi Alain, è già entrata, adesso chissà cosa succederà?!!

Vedo una cameriera che sta col fiato sul collo di Andrè … non è possibile, l’atteggiamento è inequivocabile, quella vuole il mio Andrè.
Sento che gli dice: “Su Andrè perché non mi porti a Parigi, vedrai non ti pentirai …”
Sento salire la rabbia, sono furiosa, e perché no, sono gelosa, irrompo a passo deciso nella cucina e con tono alto e severo dico: “Buona sera signora, è questo il modo di lavorare nelle cucine ? Circuire gli uomini che appartengono ad altre? Distrarre i soldati dai loro compiti? Non hai faccende da sbrigare?
La ragazza è in evidente imbarazzo e ribatte: “Sc … scusate signore … io … ora vado …”


La ragazza esce in tutta fretta, Gerard e io da fuori dalla cucina assistiamo alla scenata di gelosia del Comandante.
“La Salle, adesso comincia lo spettacolo tra l’uomo in divisa ed il soldato; che dici litigheranno in italiano o in francese? Io spero per loro che discutano nella nostra lingua, almeno se qualcuno passa e li vede non capirebbe un bel niente e non correrebbero il rischio di essere scambiati per due sodomiti ahahah meglio andare La Salle! O forse vorresti assistere alla rabbia del Comandante?!”

“Andrè, cosa significa? Cosa voleva quella donnetta da te?”
“Niente Oscar, è solo che mi ha visto e si è messa a fare la stupida, tutto qui!”
“E a te da quanto ho visto non dispiaceva affatto …”
“E no Oscar, non voglio che tu faccia queste insinuazioni, cosa potevo fare se quella …”
“mandarla via Andrè, dimentichi che diventerai mio marito? E come ti salta in mente di farti corteggiare da un’altra donna Andreè! …”
“Oscar, sei gelosa? ….”
“Chi chi io?”
“Si tu Oscar, sei gelosa, perché?”
“Co .. come perché? Diventerai o non diventerai mio marito?”
“Si certo, ma io ti ho fatto una domanda ben precisa, sei gelosa? E perché?”
“Se Andrè…. se il tuo è un modo per eludere ….”
“Sentiamo Oscar.”
“Perché mi guardi così, e sorridi, mi stai per caso prendendo in giro?”
“Assolutamente, non vedo perché dovrei, tu sai per certo che ti amo, e la cameriera che è appena uscita neanche ho visto come era fatta, ma tu cosa provi per me, se sei gelosa evidentemente qualche sentimento ti spinge ad esserlo … quale? E non dirmi che il tuo è solo un sentimento fraterno …”
“Basta, smettila Andrè … io .. io …”
“Io che?”
“Vado, mi aspetta mio padre, dobbiamo presiedere innanzi al re, ma con te non ho finito, dovrai spiegarmi a … ancora.”
“Va bene Oscar come vuoi!”


Adesso ne sono sicuro, mi ama, ma dovrà essere lei a dirmelo. Quel diavoletto biondo mi farà impazzire! Ma io non demordo, dovrà sciogliersi e dirmi che mi ama!
   
 
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