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Autore: nouv84    06/06/2018    7 recensioni
Si guardò intorno: casa Tendo sembrava letteralmente distrutta. Come se un tornado si fosse abbattuto sulle struttura e l’avesse devastata.
Le decorazioni erano state strappate via, i vestiti erano sporchi, le facce erano desolate.
Dopo il matrimonio fallito si sedettero a tavola, in silenzio e con gli occhi bassi. Nessuno disse una parola.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome, ranma/akane
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Sono a casa! Papà, Nabiki, Kasumi potete venire di qua per favore?” urlò con tono sereno mentre si toglieva le scarpe.
“Signor Genma, Happosai, potete venire anche voi?”
Kasumi preparò del tè e si sedettero tutti attorno al tavolo del soggiorno. Soun, che sembrava essersi ripreso dallo shock del giorno prima, chiese alla sua figlia minore “Dicci Akane, cosa è successo?”
“Papà, ricordi che qualche settimana fa fui convocata dalla professoressa Hinako a scuola?”
“Sì, fu mentre Ranma e Genma si trovavano in Cina, poco prima che tu venissi rapita e portata lì da loro.”
Ranma strinse i pugni. Ripensare al coinvolgimento di Akane in tutta quella storia lo faceva tremare di rabbia. Avevano usato Akane per colpire lui, come un suo punto debole. Ebbe un flash di lei morta tra le sue braccia e per poco non tirò un pugno sul pavimento.
“Esatto papà. Allora non ebbi molto tempo per riflettere sulla cosa ma ecco… ero stata convocata perchè ho vinto una borsa di studio per la Ueno Senior High School di Tokyo. Non avevo intenzione di accettare e, sinceramente, non avevo più ripensato alla cosa ma, dati gli ultimi avvenimenti... stamattina ho consegnato la domanda, anche se in ritardo, ed hanno organizzato tutto per farmi partire la settimana prossima. Manca solo una tua firma papà, ho i moduli nella cartella.”
“Cosa?” Urlò Soun in un tono misto di sorpresa e disperazione “Te ne vai a Tokyo da sola la settimana prossima? E per quanto?”
“Almeno sei mesi papà poi, se riesco, cercherò di rimanere di più per finire l’anno scolastico.”
“Ma è tantissimo tempo bambina mia!” “Lo so papà ma è quello che voglio fare. Poi non è così distante, tornerei a trovarvi per le vacanze”
Kasumi e Nabiki guardarono furtivamente Akane e Ranma e, avendo capito perfettamente cosa stava facendo la sorella cercarono di rassicurare il padre “Papà si tratta solo di sei mesi, un anno al massimo, è una bella opportunità per lei. Akane è la migliore della sua classe, è un onore per noi che le abbiano dato questa borsa di studio.”
“Certo, certo” Ribattè Soun a Kasumi non del tutto convinto.
“Inoltre...” aggiunse Akane “Vorrei sciogliere il fidanzamento.”

Tutti gli occhi si catapultarono su Ranma, che continuava a stringere i pugni guardando le sue ginocchia. “Papà, signor Saotome, scusatemi ma non mi pare il caso di portare avanti questa farsa. Lasciateci liberi. Quello che è successo ieri è la prova lampante che tutto questo è stato un terribile errore.”
“Ne sei proprio sicura Akane?” chiese Genma, serio. “Assolutamente, signor Saotome.”
FARSA. TERRIBILE ERRORE.
A quelle parole Ranma scattò in piedi. “Errore Akane?! Siamo stati un errore? Una farsa?”
“E cosa siamo stati Ranma?” ribattè lei con tono pacato ma deciso.
Tacque. Non seppe risponderle. Non era mai stato così arrabbiato in vita sua.
Errore, farsa. Aveva definito così tutto il loro rapporto.

Soun placò gli animi dicendo “Va bene Akane, vista la situazione, hai il mio permesso. Dammi i moduli. Spero tu sappia cosa stai facendo, bambina mia.”
E guardò Ranma che tremava ancora per la rabbia. “Grazie papà” e si avviò verso camera sua, seguita dalle sorelle.

Happosai, che aveva taciuto per tutta la conversazione, posò la tazza e disse a Ranma “Cosa hai intenzione di fare tu?”
“Che?”
“Se ne sta andando. Tra qualche giorno lascerà questa casa e la rivedremo chissà quando”
“Ahhhhh la mia bambinaaaaaa” Soun scoppiò a piangere
“Che se ne vada! L’hai sentita, quello che fa non mi riguarda più!” ed uscì.
“Che situazione, vero Maestro?” ribattè Genma al vecchio mentre cercava di consolare Soun “Su amico mio, l’hai sentita, tornerà per le vacanze!”

Ranma si rifugiò sul tetto, il posto migliore per pensare da solo. “Se ne va, ha rotto il fidanzamento, tutto questo senza neanche consultarmi! Errore, farsa! Ci ha definiti un errore!”
Stava per scaraventare una tegola di sotto quando sentì delle voci provenire dalla camera della sua ormai ex-fidanzata e si avvicinò stando attento a non fare il minimo rumore “Akane sei sicura di quello che fai?” “Nabiki hai visto quello che è successo qui ieri? Ti sembra una cosa normale? Ti sembra una vita normale la nostra? Io non ne posso davvero più. “
“Hai ragione sorellina ma tu stai scappando per non affrontare la situazione! Dimmi almeno che hai intenzione di chiarire con lui prima di partire.”
“Lo farò a tempo debito. E poi, ormai, non c’è più niente da chiarire. Mi pare che, entrambi, abbiamo sofferto abbastanza...” gli occhi le si riempirono di lacrime.
Kasumi si sedette vicino a lei e l’abbracciò.

Ranma le osservava dalla finestra. In quel momento la sua rabbia si trasformò in disperazione: Akane lo stava davvero lasciando.

Nei giorni che seguirono Akane era sempre la prima ad uscire di casa. Nessuno la vedeva o la sentiva sgattaiolare via. A scuola si tratteneva sempre con la professoressa Hinako. I tempi erano stretti e a scuola dovevano organizzare il suo viaggio: l’alloggio, i corsi, i trasferimenti.
Ranma riuscì a estrapolare qualche informazione a Nabiki (ovviamente non gratis): Akane avrebbe avrebbe frequentato i corsi sia al mattino che al pomeriggio; avrebbe alloggiato con un’altra studentessa in un dormitorio. Conoscendola, sicuramente avrebbe trovato una palestra per allenarsi nel poco tempo libero. Senza di lui.

“Ranma!” lo ammonì Nabiki “partirà domani e non vi siete ancora rivolti la parola! Hai intenzione di lasciarla andare così?” Non rispose niente.

La mattina seguente i bagagli di Akane erano già pronti sulla porta. “Grazie Dottore è molto gentile da parte sua accompagnare mia sorella” disse Kasumi al Dottor Tofu che si era offerto di aiutare Akane ad arrivare fino al dormitorio
“G-g-g-grazie Ka-ka-kasumi”
“Vieni Kasumi... andiamo a vedere se Akane ha preso tutto…” Genma trascinò via Kasumi in modo che Tofu potesse compiere un discorso di senso compiuto.
“Grazie davvero Dottore, è molto gentile!” “Nessun problema Nabiki” il dottore tornò in sé “Devo andare a Tokyo per lavoro e sarà un piacere far compagnia a tua sorella. Il viaggio non è così lungo: aiuterò Akane a sistemarsi e sarò di ritorno in nottata.”
“Akanucciaaaaaaaa!” Happosai scoppiò in lacrime “Su Happosai, tranquillo! Non vado mica dall’altra parte del mondo!”
“Akaneeeeee” “Dai papà, non piangere! Ti telefonerò tutte le volte che posso!” Akane abbracciò Nabiki poi corse dalla sorella maggiore.

“Quel Ranma” apostrofò Happosai cercando di non farsi sentire dalla ragazza “non è venuto neanche a salutarla!”
Akane tornò, salutò tutti i presenti e uscì col Dottor Tofu. “Buon viaggio sorellina! E cerca di non studiare troppo!” urlò Nabiki Akane si sforzò di sorridere e sparì dal vialetto di Casa Tendo.

Poco dopo Ranma e Nabiki si incamminarono verso la scuola. “Potevi almeno salutarla!” Ranma aveva una faccia terribile: sembrava non dormisse da giorni. Non riusciva a ammetterlo ma era come se il cuore gli si fosse frantumato in 1000 pezzi. Non aveva voluto vederla andare via anche se questo aveva significato non salutarla. Vederla varcare quella porta con le sue cose avrebbe significato la fine di tutto e non se la sentiva di affrontarla anche se si era già pentito di questo suo gesto così egoista.

La giornata passò lenta e a Ranma sembrò di vivere fuori dal suo corpo: osservava gli altri vivere tranquillamente mentre lui si sentiva svuotato, completamente sfinito.
Avvertì Kasumi che non avrebbe cenato e si fiondò in palestra. Cominciò ad allenarsi come un matto: correre, saltare, tirare pugni e sudare era l’unico modo che aveva per allontanare quello strappo che sentiva nel cuore e nello stomaco. Se ne era andata davvero, lo aveva lasciato solo.

Dopo un paio d’ore estenuanti fece un bagno e andò in camera sua. Provò a dormire ma capì immediatamente che non sarebbe riuscito a chiudere occhio perciò si arrampicò sul tetto sperando di poter allontanare qualche brutto pensiero.
Una volta sul tetto trovò una busta rosa incastrata sotto una tegola. C’era un pulcino disegnato sopra e sul retro la scritta “Per Ranma, da Akane Tendo”
Il cuore di Ranma perse un battito. Per un attimo tutti gli orribili pensieri di quella giornata di trasformarono in una flebile speranza.
Aprì la lettera stando attendo a non strappare il contenuto e si sedette a leggere
Caro Ranma,
ho nascosto qui sul tetto questa lettera perché so che in questo modo sarai l’unico che riuscirà a leggerla.
Quando la troverai probabilmente io sarò già arrivata a Tokyo e sarò nel mio dormitorio.
Ci sono tante cose di cui avrei voluto parlarti in questi giorni ma non ho mai trovato il coraggio di affrontarti di persona. Ricordi quello che è successo in quella grotta in Cina? Quando pensavi fossi morta e credevo di averti sentito dire che mi amavi? Sai, ci avevo creduto sul serio.
Quando è arrivata la Nan Nichuan dalla Cina e papà si è inventato quello stratagemma per farci sposare all’inizio l’ho trovata una cosa folle, poi ho pensato “ma lui mi ama” e la cosa mi è sembrata avere un senso. Povera illusa, non avevo fatto i conti con la realtà.
Sapere che niente di quello che avevo sentito era vero, che me lo ero immaginato, mi ha spezzato il cuore. Penso sia stato un bene che tutta quella gente sia venuta a rovinarci le nozze: ti immagini che crudeltà obbligarti a sposarmi pur non amandomi? Per questo ti chiedo scusa.

Non avevo intenzione di partire per Tokyo, non volevo farlo ma rimanere a casa con te sarebbe stato devastante per noi e per tutta la nostra famiglia. Ho dovuto implorare la professoressa Hinako di riproporre il mio nome alla Commissione e, fortunatamente, hanno acconsentito.
Non ti darò più fastidio, te lo prometto. Ho fatto in modo di non intromettermi più nella tua vita. Ricordi lo shampoo cinese 110 per perdere la memoria? Ho chiesto aiuto a Shampoo. Lei non voleva farmi un favore ma quando Obaba le ha spiegato che c’era solo da guadagnarci ha acconsentito.
Ho spiegato tutta la situazione al Dottor Tofu e ha deciso, anche se con un po’ di riluttanza, di supportarmi.

Domani mattina usciremo da casa in anticipo e prima di prendere il treno per Tokyo andremo nel suo studio dove lui e Shampoo faranno in modo che non mi ricordi di te mai più. Lui si occuperà di spiegare tutto alle nostre famiglie in modo che al mio ritorno per le vacanze siano preparati alla cosa.

Ho fatto tutto questo perchè il mio cuore non poteva tollerare più tutta questa sofferenza. Probabilmente, mentre stai leggendo, io non ricorderò più né il tuo nome, né la tua faccia, né la tua voce e questo ti renderà libero di affrontare la vita senza questo fardello di fidanzata da molti considerata il tuo punto debole.

Ti avrei sposato Ranma, davvero: lo avrei fatto con tutta la felicità del mondo se anche tu avessi provato per me le stesse cose. Perché sì, io ti amo davvero e mi scuso per non avertelo detto in quella grotta.

Ps: vai in camera mia. Quando è arrivata la Nan Nichuan e ho capito che papà non aveva buona intenzioni ne ho nascosta un po’ sotto al mio letto.
Quella dovrebbe bastare a farti guarire dalla tua maledizione. Prendilo come un mio ultimo regalo per te.

Buona vita, Akane Tendo


Ranma finì di leggere, strinse la lettera tra le mani e iniziò a piangere.
   
 
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