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Autore: lmpaoli94    08/06/2018    2 recensioni
Correva l’anno 1917.
Mario aveva appena compiuto 21 anni.
Un compleanno destinato a trascorrerlo sulle pendici del Carso.
Il freddo pungente gli oltrepassava i capelli.
I ricordi di una famiglia destinata a rimanere tali.
Doveva combattere una guerra.
Doveva combattere per la patria.
Ma quella sera era diversa.
Diversa perché quella sera avrebbe trovato il suo “angelo caduto dal cielo”.
Ma cosa sarebbe successo se il suo angelo l’avesse portato a limiti che credeva di non oltrepassare mai?
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Guerre mondiali
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Mario rincasò quando stava spuntando l'alba.
Non aveva dormito per tutta la notte.
Prima l'incontro con Teresa.
Poi la crudeltà di suo padre.
Non poteva andarsene da quella terra ora che l'aveva ritrovata.
Una volta tornato nella sua camera, si gettò a capofitto sul letto.
Ma non riuscì ad addormentarsi definitivamente visto che Germano l'aveva svegliato.
«Mario, svegliati. È l'alba.»
«E quindi?»
«Dobbiamo partire al più presto prima che ci becchino.»
Ma a Mario non gli interessava.
Pensava solo a lei e a suo padre.
A come la poteva conquistare.
A come poteva sposare.
«Allora? Hai deciso di rimanere tutto il giorno su quel letto?»
«Germano... Devi sapere che l'ho incontrata...»
«Incontrato chi?»
«La donna della festa... Si chiama Teresa.»
Germano rimase allibito dalle parole dell'uomo.
«Accidenti! Allora è proprio destino. Devi raccontarmi tutto.»
«Non c'è molto da raccontare... Solamente che quando l'ho riaccompagnata a casa, suo padre mi ha fatto subito capire che non sono il benvenuto in quella famiglia.»
«E per quale motivo, scusa?»
«Perchè sono un povero soldato disertore.»
«Cosa?! Quindi lui ha capito che tu sei fuggito dalla guerra?! Questa non ci voleva!»
«Devo confessare che quell'uomo ha un occhio molto lungo...»
«Motivo in più per fuggire immediatamente da questo posto e tornarcene a casa... Mi dispiace dirtelo Mario, ma se vuoi salva la pelle, devi dimenticarti di lei.»
«È impossibile. Ormai mi sono innamorato.»
«Questo si che è un bel guaio» rispose Germano coprendosi gli occhi «Mica mi vorrai dire che vuoi rimanere qui e rischiare la tua vita per conquistarla, vero?»
«Infatti voglio fare proprio così.»
«Tu sei solo pazzo. Pazzo, pazzo e soltanto pazzo... Rischiare la vita per una donna. Inaudito.»
«Lo dici solo perchè tu non ti sei mai innamorato. Altrimenti lo sapresti come mi sento.»
«Mario, per una volta nella tua vita, perchè non cerchi di fare la persona intelligente?»
«Se solo non mi fossi arruolato in questa stupida guerra... Tutto questo non sarebbe successo.»
«Ti avrebbero condannato già in partenza per diserzione, morendo impunemente.»
«Lo so...»
Mario e Germano si guardarono fissi negli occhi.
«Quindi? Cosa vuoi fare? Vuoi davvero rimanere qui?»
«Sì.»
«Mario, cerca di ragionare. Non ne vale la pena.»
«Non m'interessa. Io la voglio... La voglio più della mia stessa vita.»
«E se lei non ricambia il tuo amore? E se non farà altro che disprezzarti e farti soffrire? Dopo cosa farai?»
«No... Lei mi ama... L'ho letto dai suoi occhi...»
«Smettila di fare il romanticone... E poi non scordarti di suo padre. Farà di tutto per spedirti alla corte marziale.»
«Ed è per questo che dovrò fuggire insieme a lei per sposarmela.»
«E credi che sia facile?»
«No. Ma credo di essere una persona determinata che non si ferma dinanzi a nulla.»
 
 
Il sole era spuntato in alto.
Germano era pronto per partire.
«Mario, allora sei davvero sicuro?»
«Sì, Germano.»
Germano era profondamente triste.
Non voleva lasciarsi dal suo amico.
Sarebbe voluto rimanere insieme a lui.
Ma l’amore per il suo paese d’origine lo spingeva a partire.
«Se avrai bisogno di un rifugio o di qualsiasi altra cosa, non indugiare a chiedermi aiuto. So che sto molto lontano da qui, ma la porta della mia casa sarà sempre aperta.»
«Ti ringrazio, Germano. E’ bello aver trovato un amico come te.»
Commosso, Mario abbracciò il suo amico.
Non l’avrebbe mai dimenticato.
Non avrebbe mai potuto scordare tutte le giornate combattute durante quell’estenuante guerra.
Germano si allontanò piano piano con il zaino e le sue poche cose che gli erano rimaste salutando il suo amico.
Mario lo fissava con gli occhi pieni di lacrime.
Il suo amico partiva per tornare a casa.
E chissà se lui ci sarebbe mai tornato…
«Ehi, perché tu non sei partico con lui?> gli domandò il padrone dove stava alloggiando.
«Perché l’amore per una donna mi spinge a rischiare la vita> spiegò l’uomo.
«L’amore per una donna? Non so se sei stupido o ignorante. Ma lasciando stare, ammiro gli uomini coraggiosi come te… Facciamo pranzo insieme?»
«Con molto piacere.»
 
 
Prima che spuntasse la sera, Mario aveva deciso di riprovare con Teresa.
Doveva oltrepassare l’ostacolo di suo padre.
Un uomo severo e irremovibile.
Si trovava dinanzi alla sua casa.
Bussò ripetute volte.
Nessuno apriva.
“Non capisco…”
«Teresa! Teresa sono io, Mario. Aprimi ti prego.»
Mario credeva che non voleva parlare con lei.
Ma non era così.
Gli impedimenti dei genitori di Teresa erano più forti del loro incontro.
«Se ne vada immediatamente» fece la madre di Teresa appena aprì la porta.
«La prego signora, mi faccia parlare con Teresa. È molto importante.»
«Mio marito sarà qui a momenti… Se la troverà dinanzi a questa casa, la farà arrestare immediatamente.»
«E con quale accusa? Perché amo sua figlia?»
«Lei lo sa bene per quale motivo può arrestarla…»
«Non mi farò condizionare da questo peso. Io amo sua figlia.»
«Lei non vi ama!» tuonò la donna.
«Tu cosa nei vuoi sapere dei miei sentimenti, mamma.»
La giovane donna, con le lacrime agli occhi, era scesa da camera sua per vedere il giovane soldato.
«Teresa, tornatene subito in camera tua. Altrimenti assaggerai la furia di tuo padre» tuonò la donna.
«Non m’interessa. Non ho paura di mio padre.»
Mario fissava la disperazione e la sofferenza di Teresa.
Non poteva vederla in quello stato.
Avrebbe voluto abbracciarla.
Avrebbe voluto baciarla e rimanere insieme a lei.
Il suo amore e il suo istinto non poterono più trattenersi.
Mario si gettò contro di lei baciandola con passione.
La madre della donna era allibita.
Per poco non svenne da quella visione.
«Teresa, dobbiamo scappare immediatamente.»
«Aspettami qua. Preparo le mie cose e ce ne andiamo.»
Teresa corse verso la sua camera inseguita dalla madre.
«Teresa, tu non te ne andrai da questa casa! Mi sono spiegata?»
«Tu non mi comandi, mamma. Ho ventuno anni e sono capace di badare a me stessa.»
«Ti avverto Teresa: una volta che uscirai da questa casa, non farai più parte di questa famiglia.»
«E’ così che mi volti le spalle? Come mio padre?» fece Teresa con la voce che gli tremava.
«Tuo padre fa tutto questo per il tuo bene. Non scordarlo.»
«Mamma, io lo amo…»
«L’amore è solo un sentimento stupido che ti porterà solo alla rovina.»
«Mi dispiace che tu pensi questo… Ma ormai ho deciso. Andrò via con lui. E non ci sarà nessuno che mi farà cambiare idea.»
Dopo aver sistemato le sue poche cose nel borsone, Teresa si gettò fuori di casa.
Ma quello che vedette subito dopo, gli si gelò il sangue.
Mario era stato arrestato da alcuni soldati.
«Mario…»
«Lasciatemi!» tuonò Mario.
«Mario Cerrosi. Sei accusato di diserzione dall’esercito italiano. Domattina ti troverai dinanzi alla corte marziale. Prega solo che il signore abbia pietà della tua anima perché i giudici non l’avranno.>
La voce scura e riprovevole del padre di Teresa fecero provare un senso di ribrezzo e di paura a Teresa.
La loro fuga d’amore era finita prima che iniziasse.
Era stato lui a farlo arrestare e ad impedire che sua figlia fuggisse per sempre.
Il loro amore era destinato ad infrangersi.
Ma adesso il problema era uno solo: Mario sarebbe sopravvissuto? O l’avrebbero condannato a morte?
   
 
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