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Autore: Fisico92    08/06/2018    1 recensioni
In un prossimo futuro grazie ad un avanzato dispositivo tecnologico impiantato alla base del cervello la memoria non è più un problema per nessun essere umano. È infatti possibile salvare e accumulare una quantità di dati tali da superare abbondantemente quelli memorizzabili in una intera vita. Tuttavia questi straordinari dispositivi non sono infallibili, come avrà modo di scoprire una ragazza durante una giornata qualunque mentre è alle prese con un gelato e un ragazzo un po' troppo invadente.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La porta dell’appartamento si aprì. “Scusa il disordine” fece lei entrando “sai, non sono abituata a dover badare ad una casa mia, sono qui solo da poco.”

“Figurati, piuttosto è piccolino qui” ribatté Ealy varcando l’ingresso e guardandosi attorno. Pareva esserci solo un grande ingresso con annessa cucina e altre due camere che probabilmente erano una stanza da letto e un bagno, un monolocale per farla breve. Il ragazzo giunse sulla soglia della porta “la camera però è bella devo dire” disse entrando.

Sharfa colse uno sguardo fisso e, se aveva interpretato correttamente, languido da parte del ragazzo. Non gli rispose subito, si limito a studiarlo un po'. Non voleva per caso provarci con lei in quella situazione? Smise di guardarlo per non incentivarlo a farsi avanti. Che seccatura, non lo capiva l’inferno che stava passando? Probabilmente no, non poteva averne idea non essendo nella sua testa e non vivendo quell’atroce senso di impotenza e incapacità che stava vivendo lei ora. Per quanto avesse accennato qualche volta a descriverla non era una cosa che si poteva facilmente capire se non la si testava direttamente.

Infondo poi era stata una sua idea farlo salire. Era il minimo visto che l’aveva accompagnata fin lì, una gentilezza quasi scontata, che lui avesse frainteso? ‘ti prego non fare nulla’ pensò. Si volse di nuovo verso di lui “senti ascolta…” cominciò a dire prima di bloccarsi. Il ragazzo ora non sembrava più tanto sicuro di se, aveva anzi uno sguardo preoccupato e inquieto, inoltre non la stava più fissando.


“Ehi, ma che per caso è tua quella?” fece lui sbiancando velocemente.

La ragazza si girò per cercare di capire dove stesse puntando con lo sguardo. Poi la vide, quella cosa che faceva capolino da un cassetto mezzo aperto, tutta nera e luccicante, difficile da non notare per quanto semi coperta, una pistola. Anche lei reagì preoccupata scattando in piedi dal letto e allontanandosi: “no, non credo… non lo so.”

“Deve essere tua, è la tua camera, non ricordi…” accennò lui prima di tacere, come a rendersi conto che forse era meglio non parlare affatto.

“Non credo, non è che per caso vuoi prenderla per controllarla?”

“Io? No!” fece lui.

“Non credo di possedere un’arma, c’è qualcosa di strano.” Fece lei avvicinandosi a questa.

“Ehi aspetta, che fai?” urlò lui prima che lei prendesse in mano la pistola e con un rapido movimento della mano la aprisse, rivelandone il contenuto.

“Non so come, il movimento mi è venuto automatico. Guarda, non è una vera pistola, non sembra avere dentro un vero proiettile, non sono arancioni e con sopra questi pallini no?” chiese lei mentre cercava ancora di ricordare cosa ci facesse lì quella cosa.


“No, certo” disse Ealy, visibilmente tranquillizzato, poi, cercando di recuperare la pessima figura da codardo che aveva appena fatto, le prese la pistola dalle mani “credo che siano per il tiro sportivo, tipo a bersagli mobili, fai sport di tiro?”

“Boh… credo, mi pare di sì”

“Ecco prima io vedi, non è che avessi veramente paura, è che la cosa mi ha preso un po’ alla sprovvista e non sapevo come reagire, mi pare normale che uno resti un po’ interdetto vedendo una…”


“Ehi, cos’è quello?” fece lei, notando un post-it attaccato di fronte alla scrivania.

“Sta proprio di fronte al telefono, devi averci annotato qualcosa” fece Ealy prontamente.

“È questo che dovevo fare!” fece lei scattando dalla gioia per l’istantanea epifania.

“Davvero?” fece Ealy sorridendole “e di che si tratta?”

“Ecco, sul biglietto c’è scritto…” cominciò lei, accorgendosi però ben presto che nonostante il suo cervello fosse convinto di aver trovato la soluzione lei in realtà non era in grado di darla.

“Accidenti” sbuffò contrariata “no, non lo so ancora, l’unica cosa che ho capito è che evidentemente quell’appunto significa qualcosa.”

“Va bene, non perdiamoci d’animo” fece Ealy calmo e contento che la sua figuraccia precedente pareva essere subito stata archiviata “possiamo ricostruirlo forse, il biglietto dice ‘MG 2nd St. 17 e 30’, uhm, MG, che vorrà dire?”
 
“Non lo so, cioè, so di saperlo, ma non me lo ricordo!”

“2nd St. sarà Second Street? La via dei negozi! Forse hai prenotato qualcosa e devi passare a prenderlo?”

“Sì, sì… mi convince!”

“Però sono quasi le 18 e 30, mi sa che sei in ritardo.”

“Non importa, magari sono ancora in tempo. Senti, tu che fai…” incominciò lei, ma si bloccò vedendo che lui era titubante se continuare a darle una mano. “Non preoccuparti, posso cavarmela da sola” disse lei, fingendosi dispiaciuta.

“Andiamo pure” disse lui di nuovo carico.

“Oh, grazie grazie” fece lei dirigendosi verso la porta “sai, sei stato veramente carino ad aiutarmi per tutto questo tempo, un giorno o l’altro devo offrirti una cena per ringraziarti!”


I due raggiunsero la strada in questione. Cominciarono a percorrere a piedi su e già tutta la via. Sharfa scattava velocemente verso ogni negozio, si fermava davanti qualche secondo sperando di ricordarsi qualcosa, e poi riscattava verso il successivo, mentre Ealy cercava di tenere il suo passo.

“Questo mi dice qualcosa, ma no. L’ho già visto ma non c’entra con quello che devo ricordare… Quest’altro è carino. Ha un bel, ecco, un bel… no niente, non lo ricordo, ma sono certa che anche questo non c’entra… Quest’altro non credo di averlo mai visto.”
Sharfa continuava a saltellare rapidamente, parlando un po’ ad Ealy e un po’ a se stessa, come isolata nella sua frenetica ricerca.

“Niente, deve essere tra questi, ma non ricordo quale sia, accidenti, che fastidio” concluse dopo quasi un’ora la ragazza, avendo fatto più volte aventi e indietro per tutta la via.

“Dai su, torniamo alla moto, ti riporto a casa, domani saprai quello che devi sapere” gli fece Ealy, sembrandole un po’ condiscendente ma anche stanco di tutto quel via vai.

Si rendeva conto di avergli già chiesto troppo per la loro conoscenza superficiale “Si, scusa, andiamo pure.” Disse lei pentita, mentre prendeva il suo dispositivo di comunicazione.


“Cosa guardi?” le chiese Ealy, notando che da parecchi minuti ci stava armeggiando senza sosta.

“Sto andando sulla pagina del centro assistenza” fece Sharfa scrollando il dito sul suo dispositivo “voglio sapere quando riaprirà domani mattina, per essere subito lì”

“Oh certo, capisco”

“Le 8 di mattina, diavolo, è così tanto tempo!”

“Be, sono le 20 ormai, sono appena 12 ore, cosa ti costa aspettare?”

“Non capisci” fece lei alzando la voce “sono sicura che la cosa importante che devo ricordarmi ha a che fare con oggi, domani è troppo tardi, accidenti perché non riesco a ricordarmelo!”

“Si, ho afferrato” fece lui non sapendo come rispondere, ancora qualche minuto e sarebbe andato via. Non voleva più aver nulla a che fare con quella storia.

“Aspetta, aspetta...”

“Cosa?”

“Qui, sulla pagina del centro. Ci sono molte persone che si complimentano con chi ci lavora, e sotto questi complimenti, ci sono delle risposte di ringraziamento per gli apprezzamenti! Sono sempre dello stesso utente, deve essere uno che lavora lì, non pensi?”

“Si, potrebbe essere, e con questo?” fece Ealy non capendo

“Proviamo a cliccarci sopra, vediamo se ha il profilo personale collegato a questo.” Fece la ragazza tutta presa da quella operazione, prima di esultare subito dopo “Si, eccolo. Avevo ragione, lavora al centro assistenza questa tipa, Ranya Murphy, e tra le informazioni c’è anche l’indirizzo di casa!”

“Aspetta, non vorrai per caso…”

“Potremmo andare da lei, magari ripristinare questo stupido affare che ho in testa è una cosa semplice, di qualche minuto, magari una cosa che può anche fare a casa sua, cosa costa tentare…”

“Ecco, capisco che la cosa per te sia seccante, voglio dire, il vuoto di memoria e tutto il resto, ma credo che andare a disturbare qualcuno a quest’ora e nella propria abitazione sia veramente troppo” fece Ealy visibilmente a disagio, tentando di tirarsi via.

Sharfa, per tutta risposta, si aggrappo con entrambe le mani al giubbino del ragazzo e prese a fissarlo: “ti prego, ti prego, ne ho davvero bisogno” fece supplichevole “so che è difficile da capire, ma non ce la faccio più a non ricordare. La mia testa non prova a fare altro, non riesco a pensare ad altro, eppure ancora non ci sono riuscita, è diventata una tortura!”

Ealy rimase pensieroso a lungo. “E va bene, proviamo a farlo” le concesse.

“Grazie, grazie, grazie” fece lei, scattando verso la moto. Sapeva di stare agendo in maniera molto strana e poco educata, e che si stava rendendo ridicola, ma l’unica cosa che voleva ora era riacquistare la sua memoria. Poi dopo, tornata finalmente in se, avrebbe avuto tutto il tempo e i modi per chiedere scusa per le sue azioni.


“Ti… il tuo comunicatore, hai un messaggio” le fece notare il ragazzo mentre si preparava a partire.

“Oh sì, è mia madre, dice che non inizia a cenare senza di me.”

“Forse dovresti tornare a casa…”

“No, non preoccuparti, le dico che faccio tardi e che può mangiare senza problemi” fece lei sistemandosi e preparandosi a partire.

 

Ringrazio chi ha letto fin qui, spero stiate apprezzando la storia. Se volete lasciare un commento e/o una critica la cosa mi farebbe molto piacere.
   
 
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