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Autore: gigliofucsia    09/06/2018    1 recensioni
Io mi chiamo Eco Rondòn, è la prima volta che ti scrivo in tutti i vent'anni della mia vita e sono molto nervoso. Qualche mese fa non avrei potuto nemmeno provandoci. Vedi; è proprio di questo che vorrei scriverti. Vorrei confidarti cosa è cambiato in un mese. So che forse non mi crederai visto quanto è incredibile; ma so che non mi negherai la tua attenzione. Sono felice di parlare con te, o meglio, di scriverti in questo caso.
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sul momento non sarei riuscito a descriverlo a parole. Mi trasmise una un senso di, oscuro e misterioso. Era così curioso che mi misi a fissarlo, come incantato. Ero dentro ad un edificio alto, sembrava un tempio, era così ampio che i suoni rimbombavano ovunque. Un solo lampadario con delle candele dondolava dal soffitto e illuminava le colonne piene di incisioni. La mia prima pulsione fu quella di toccare tutto ma rimasi fermo. C'era una figura davanti a me che mi aveva ridato la vista. Era vestita di nero, il cappuccio le copriva il viso, riuscivo a vedere la pelle bianca come la neve e il viso scavato, non sembrava appartenere ad una persona viva.

Quello che illuminava le candele mi stupì ancora di più. Quante cose mi ero perso. In fondo alla navata c'era una statua che arrivava fino al soffitto, della stessa “persona che avevo davanti.

Il tempio era un antro buio ma ciò mi aiutò ad abituarmi. Senza guardare dove mettevo le mani tentai di raccogliere il bastone e attaccai la mia benda su di essa.

Anche se avessi potuto parlare non avrei saputo cosa dire. Per istinto cercai di ringraziarlo ma dalle mie labbra uscì un suono soffocato simile ad un soffio di vento. Fu allora che, mi domandai come fare.

Lui unì i palmi delle mani e fece un breve inchino e io lo imitai. Dopo ciò si voltò e andò alla sua statua. Quel suono trascinato rimbombò nel tempio e una luce bianca invase il posto. In quel momento mi parve la cosa più straordinaria del mondo. Vedere quella luce schiarire l'architettura così imponente era uno spettacolo.

Mi batteva forte il cuore solo a vederlo. Mi guardai intorno voltandomi verso la fonte della luce riuscivo a vedere un rettangolo luminoso come poche ombre umane. Sapevo che era giunto il momento di andare. Quando mi voltai vidi il Demone srotolare una pergamena sul leggio davanti alla sua statua. Una piuma venne estratta da un calamaio e volteggiò sulla pergamena creando un crepitio caratteristico.

Non vedevo l'ora di imparare a leggere e scrivere. Non ricordo di essere mai stato più felice in tutta la vita.

 

Uscii dal tempio e finalmente riuscii a vedere come appariva la foresta, il giardino. C'era l'erba verde, il sole sembrava farla risplendere. I monaci mi salutarono mentre mi dirigevo lungo il sentiero. Mai avevo avuto così tante domande come in quel momento. Lungo la strada non mi resi conto di ciò che avevo intorno finché non la toccai con mano, dovetti toccare la corteccia con la mano per rendermi conto che quelli erano alberi e mai mi sarei immaginato ciò che avevano in alto. Sembrava un uomo lato e magro con dei capelli ricci. Annusai l'aria e ascoltai i suoni per capire mentre guardavo la foresta. Finalmente conoscevo l'aspetto di animali che avevo solo sentito.

Quando vidi le casupole del villaggio da lontano il sole era alto. Le vidi in lontananza e temetti di perdermi nonostante conoscessi quelle strade alla perfezione. Pensavo che nemmeno il miglior pittore di tutti i tempi avrebbe potuto riprodurre tutta la bellezza del mondo che mi stava intorno. Mi sentì come immerso in un posto nuovo e mi persi tanto in ciò che ero in grado di vedere che non feci caso a dove stavo andando. Mi guardavo intorno con agitazione toccando qualsiasi cosa. Solo dopo aver vagato per le vie decisi di tornare a casa per dare la buona notizia ai miei.

  
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