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Autore: Teddy_bear    11/06/2018    1 recensioni
In musica, un preludio (dal latino praeludium) è generalmente un brano piuttosto breve, di solito senza una forma codificata, collocato all'inizio dell'esecuzione di una composizione o di una sua parte. In anatomia, preludio, era il cuore di Shaoran. Ma Sakura sapeva benissimo ascoltare e salvare i cuori.
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AU fanfiction, dove Shaoran è un pianista con il cuore spezzato e Sakura è una studentessa di medicina, specializzanda in cardiologia.
[Se volete, per capirci meglio, ho pubblicato un’introduzione ed un trailer].
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Li Shaoran, Sakura Kinomoto, Un po' tutti | Coppie: Shaoran/Sakura
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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SAKURA

 

Ho trascorso l’intero viaggio verso Hong Kong con la testa appoggiata sulla spalla di Shaoran, e mi sono anche addormentata. Quando ho aperto gli occhi, eravamo arrivati. L’immensa città mi ha subito accolta, una volta messi i piedi fuori dall’aeroporto. Shaoran mi ha spiegato che, dopo esser stati in albergo a sistemare le nostre cose, ci saremmo diretti dalla madre, siccome abbiamo preso appuntamento con la clinica. Onestamente, non vedo l’ora di conoscerla. 

“Menomale che non hai portato molte valigie.” dice, entrando nella nostra camera. È molto carina e semplice, il letto è ricoperto da lenzuola color arancione; di fronte ad esso, c’è una specchiera. Il bagno è molto pulito, e non vedo l’ora di farmi una doccia stasera. 

“Non capisco perché hai voluto prendermele tutte tu. Ne avrei portata qualcuna anch’io.” gonfio le guance. 

“È fuori discussione, Sakura.”

Roteo gli occhi, sedendomi sul letto.

“Mi piace molto.” ammetto, guardandomi attorno.

“Sì, usufruisco spesso di questo hotel. Mi trovo bene.”

Nego con il capo.

“Intendevo Hong Kong. È una bella città.”

“Ah sì, lo è.” mi sorride. 

Mi butto sul letto a peso morto e contemplo il soffitto giallo. Non ci posso credere: sono davvero qui, con Shaoran, che è diventato il mio ragazzo. Cielo. Porto le mani in faccia, sentendomi arrossire. 

“Mh.” mugugna, il pianista. Si stende accanto a me, e mi rivolge la sua attenzione. 

“A cosa stai pensando, ragazzina?” mi accarezza i capelli, ed io mi metto più vicina a lui. Appoggio la testa al suo petto, stringendomi a lui, e cercando di nascondere il più possibile il mio viso. Sto pensando ad un sacco di cose; a quanto vorrei dimostrargli il mio amore in ogni forma possibile, a quanto di lui non ne ho mai abbastanza, a quanto è bello e speciale. A quanto gli sono grata: per come mi ha sempre trattata, per come mi è stato vicino sull’aereo, per aver composto una melodia per me. Mi fa sentire così protetta, amata, al sicuro ad ogni passo che muove, ad ogni passo che muovo. 

“A quanto sono felice di stare con te.” riassumo. Mi da un bacio sulla testa, tra i capelli. Sento il mio cuore aumentare di battiti, e ringrazio il fatto di essere sdraiata, perché sento le mie gambe farsi molli. Alzo lo sguardo verso di lui, sentendomi circondata dalla profondità dei suoi occhi castani. Sono scuri, ed intensi, ed io non riesco più a respirare. Mi scosta i capelli che mi sono ricaduti un po’ sulla guancia e, proprio lì, vi posa un bacio, per poi impossessarsi delle mie labbra, facendomi venire le vertigini. 

“Ti amo.”

Più che udirlo, l’ho sentito dal modo in cui la sua bocca si è mossa sulla mia. È come se mi avesse appena restituito il respiro. Scende a baciarmi il collo, e la sua mano mi sfiora delicatamente un braccio. Sento la pelle d’oca, quando da quest’ultimo passa a sfiorarmi le punte delle dita, per poi scendere ancora, fino al mio polpaccio. Risale sulla mia coscia; sento il suo tocco appena accennato, impercettibile quasi, eppure mi sta spaccando ogni osso che possiedo. Non smette neanche un secondo di baciarmi, ed è come se gli importasse niente del posto dove deposita essi, lascivi come non mai. Passa dalla mia fronte, ai miei occhi, al mio collo, alle altre zone del mio viso in pochi secondi. Presto attenzione a tutto ciò che mi sta facendo e, quando la sua mano si posa sul mio fianco, sento i suoi polpastrelli premere di più su esso attraverso la stoffa del mio vestito leggero. A quel punto, si stacca. Ed io capisco che è il suo modo per dirmi che mi vuole dare tempo, tempo che non ho più bisogno di avere, perché io lo desidero. Non sono mai stata così sicura di qualcosa, come lo sono del mio amore per lui e del bisogno che ho di sentirlo vicino. 

“Shaoran.” lo richiamo, quando lui si alza. 

“È tardi.” è la sua risposta, mentre si sistema al meglio che può la camicia. Accidenti, credo di aver esagerato. 

“Ne possiamo riparlare, però?” 

Lui annuisce, mentre apre la porta della camera e mi chiede se andiamo. Sospiro.

 

***

 

Una volta giunti alla clinica dove vi presiede la madre di Shaoran, finalmente riesco a fargli cacciare fuori qualche parola dalla bocca. Per tutto il tragitto, le sue risposte sono state mugugni, o accenni a no e sì. Con il suo comportamento, mi sono chiusa anch’io. Non capisco perché si comporti così, dico davvero. Mi ha sempre spiegato di volermi dare spazio, di volermi dare tempo. Ha sempre tentato di dissuadermi, dicendo che secondo lui non ero pronta. Eppure, io mi ci sento, e dovrebbe fidarsi di me. Ma non capisco. Nella mia mente paranoica, giunge lampante porgermi un quesito: e se fosse lui, a non desiderarmi? Mi fermo sul posto, quando stiamo proprio per varcare la soglia dell’ingresso del centro ospedaliero. Egli si volta verso di me, aggrottando le sopracciglia, ma io quasi non lo noto. Mi sento persa nel vuoto. Se davvero fosse così, se lui non volesse vedermi sotto quell’aspetto per qualche motivo particolare? Se non gli piacessi abbastanza, se in questi giorni lui si fosse reso conto di quanto sono catastrofica e volesse, giustamente, qualcun’altra?

“Sakura, stai bene?” mi richiama all’attenzione. Alzo gli occhi verso di lui, e lo guardo inespressiva. Faccio cenno di sì, un po’ mogia. Lo sento schioccare la lingua al palato, e mi si avvicina. 

“Che succede?” 

“Sei sicuro di voler stare con me, Shaoran?” trovo il coraggio, prima un po’ nascosto. Il pianista spalanca gli occhi, e mi guarda come se fossi pazza. 

“Mi prendi in giro?”

Scuoto energicamente il capo. 

“Ma come ti salta in testa una domanda del genere?” il suo tono è quasi arrabbiato, ed ora mi sento in colpa. 

“È che… tu… io…” balbetto. Non so cosa dire. Shaoran mi si avvicina, e sospira. 

“Sono sicuro di voler stare con te. E non devi pensare a cose assurde.” posa le mani sulle mie spalle.

Annuisco. Tento di scacciare via ogni brutto pensiero, mentre lo sento prendermi per mano, facendoci entrare nell’edificio. 

Una volta entrata, un odore di medicine e di disinfettante molto famigliare invade le mie narici. È una clinica, eppure ha lo stesso odore di un ospedale. Se chiudo gli occhi, mi sembra di essere nel posto dove faccio tirocinio. Anche l’arredamento è molto simile, i toni sono tutti sul bianco. Ci avviciniamo ad una donna, che si trova dietro ad un lungo bancone da reception. Lascio parlare Shaoran e, questa, dopo qualche minuto, ci accompagna in una stanza, che è quella che viene usata solitamente per le visite. Dentro di essa, ci sono delle piccole poltrone, con dei tavolini davanti. Shaoran ringrazia la responsabile, che si allontana. Mi aggrappo ancor di più alla sua mano, quando ci avviciniamo ad una signora dalla carnagione chiara, i capelli scuri e gli occhi nocciola.

“Ciao, mamma.” 

Mi viene spontaneo spalancare di poco la bocca, che richiudo immediatamente dopo. La osservo bene, e ci ritrovo, infatti, dei tratti somatici molto simili alle sorelle di Shaoran. Lui, invece, non le assomiglia. Credo abbia preso più dal padre, a questo punto. 

“Shaoran!” esclama. Solo ora noto che ha in mano un blocco da disegno, e che stava raffigurando quello che sembra essere il mare al tramonto. La donna si alza e lo abbraccia, chiedendogli non so quante domande di seguito. Il mio moroso, piano piano, risponde a tutte. Poi, l’attenzione della madre, passa a me. 

”Lei chi è?” 

“Sakura, te ne avevo parlato la volta scorsa.” risponde, il pianista. Piego la testa di lato, guardandolo. Aveva parlato di me?

“Oh, ma certo! Caspita, hai degli occhi bellissimi.” mi sorride. 

“Grazie. È un piacere conoscerla.” sentenzio, allungando la mano. 

“Il piacere è mio, sono Yelan.” 

Sorrido. Poi ci sediamo sulle poltrone, proprio di fronte a lei, che si rimette composta. 

“Vedo che hai ripreso a disegnare.” le dice, Shaoran. Ella conferma. 

“Mi aiuta a stare meglio, non capisco proprio perché avevo abbandonato.” ridacchia. 

Il mio ragazzo storce la bocca. 

“Quindi…” inizia, Yelan “tu sei la sua ragazza?”

Il cuore mi arriva in gola, colta alla sprovvista. 

“Sì.” bofonchio. 

“Ah, come ne sono felice. E sei un medico, giusto?”

“Mi sto specializzando in cardiologia.” specifico. 

“Be’, hai già curato il cuore del mio bambino.” allunga un po’ il braccio, scompigliando i capelli a Shaoran. 

“Mamma! Per l’amor del cielo!” è in imbarazzo, lo posso ben capire. Ma non deve vergognarsi. 

“Come stai, piuttosto?” 

“Meglio, Shaoran. Meglio, davvero. In questo periodo mi sento più tranquilla.” 

Vedo il moro sospirare di sollievo.

“Menomale.”

“Voi, invece?”

“Stiamo bene.” 

“Ah, Shaoran. Hai portato quello che ti avevo chiesto l’ultima volta che ci siamo sentiti?” gli domanda, ottenendo una risposta affermativa. Il mio ragazzo poi, prende il suo zainetto che si era portato con sé, e tira fuori da esso un CD.

“Ah, che bello! C’è anche la registrazione di -smarrito nel verde-, giusto?” 

Mi sento avvampare di colpo. 

“Naturalmente. In più, ci sono i brani di Mozart e Beethoven che mi avevi chiesto.” sentenzia, con un sorriso gentile. 

“Lo ascolterò di sicuro stasera. Poi, appena riesco, ti chiamo per dirti il mio giudizio.” 

Lo vedo annuire. 

“Lo psicologo cosa ti dice?” si interessa. Io non sto dicendo nulla, ma è meglio così. La situazione è molto delicata. 

“Ah, lo psicologo. Non so, dice che ho meno crisi, e che sembro migliorata. L’altro giorno abbiamo parlato per tutta la seduta del futuro, di sogni e di speranze.” 

Mi sembra una cosa molto positiva!

“Hai dei progetti, quindi?”

“Tantissimi, voglio andare al mare, ad esempio.” sorride. Poi ci mostra il suo disegno, porgendolo al figlio. 

“Molto bello.” le ripassa il blocco. 

Discutono ancora un po’, su come Yelan passa i giorni, dice un sacco di frasi a Shaoran circa quanto sia felice di vederlo. Ed io ne sono felice, anzi. Felicissima. Quando il tempo della visita finisce e noi ci dobbiamo allontanare, prima che io possa muovermi di un passo, lei mi ferma per un braccio. Shaoran sta parlando con la responsabile, quindi non può raggiungermi. 

“Lo ami molto, te lo si legge in faccia, e questo mi rende serena. Quindi, grazie.” 

Sorrido, dicendole che è proprio così, e che lo amo tantissimo. 

“Ma cosa ancor più importante, Sakura…” fa’, fermandosi un attimo “lui è innamorato di te, e questo mi rende orgogliosa.”

 

***

 

Eccoci, siamo arrivati. Uno dei cimiteri di Hong Kong, uno tra i più piccoli, da quello che ho capito. Ho chiesto a Shaoran di portarmici e lui, dopo essersi accertato che io ne ero certa, ha assecondato la mia richiesta. Sono davanti alla tomba di suo padre, e riesco solo a stringergli la mano, lasciandoci sopra delle carezze. 

“Lei è Sakura, la mamma l’ha già conosciuta, anche le mie sorelle. Ora toccava a te.” ridacchia. Mi alzo in punta di piedi, e gli do un piccolo bacio sulla guancia di incoraggiamento. 

“Sono felice di conoscerlo.” parlo a bassa voce, appoggiando la mia fronte sulla sua guancia. 

“Sei molto simile a lui, sai?” dichiaro, confermando i miei pensieri: è tutto suo padre. 

“Mia madre dice che lo siamo anche di carattere.” 

“Allora lui era una persona bellissima.” gli accarezzo i capelli, vedendo che lo rilassa. 

“Grazie, Sakura. Oggi è stata… dura. Lo è sempre.”

“Lo so.”

“Ma tu sei qui.” dice, stringendomi di più la mano. 

“Sono qui.” affermo.

“Questo basta per farmi reggere tutto il peso del mondo.” 

Sento il mio cuore commuoversi. 

“Be’, anche tu sei qui.” inizio “E questo è ciò che basta per reggermi in piedi.” 

Lui si volta verso di me, e mi da un bacio sulla fronte. Ci abbracciamo e restiamo così, stretti, senza dirci nulla, per chissà quanto. 

 

***

 

“Devo capire perché tutti i docciashampoo degli alberghi sono sempre così buoni e profumati.” 

Ho appena terminato di fare la doccia e mi dirigo in camera, dove Shaoran è seduto sul letto a fare qualcosa con il cellulare. 

“Perché sono pagati per renderci lindi e puliti.” ridacchia, il mio ragazzo. Sorrido. Prendo la spazzola per capelli dalla mia valigia, e mi posiziono davanti alla specchiera. Vedo Shaoran attraverso lo specchio scrutarmi. 

“Tutto bene?” inizio a spazzolare i miei capelli già asciutti. Lui annuisce, poi si alza e viene verso di me. 

“Mai stato meglio. Oggi è stata una giornata intensa, ma è andata bene.” mette le sue mani sulle mie spalle, ed inizia a fare di massaggi. Mi viene spontaneo abbandonare la spazzola, e chiudere gli occhi. 

“Hai un profumo buonissimo.” mi bacia il collo, delicatamente. Emetto un risolino, non sapendo cosa rispondergli. 

“Shaoran.” poi, lo richiamo, intenta a fargli presente una volta per tutte la decisione che ho preso. Spero che, ora, comprenda davvero. 

“Li hai portati come ti ho chiesto?” alludo a qualcosa. Qualcosa che lui capisce di sicuro, visto il modo in cui spalanca gli occhi.

“Sì, ma cosa…”

“Dove li hai messi?” deglutisco, tesa. Ma sono al tempo stesso sicura. 

“Sono nella mia valigia, nella tasca anteriore.”

Annuisco alla sua spiegazione e mi metto all’opera. Armeggio con la tasca anteriore della sua valigia nera, finché non trovo un oggetto di forma perfettamente quadrata ricoperto da della carta argento lucida.

“Oh, Sakura, ascolta…”

Scuoto il capo energicamente, porgendogli ciò che ho in mano. Mi posiziono davanti a Shaoran, dandogli le spalle, e lo guardo attraverso lo specchio.

“Ne avevamo già parlato, era meglio essere previdenti. E, credimi, ci ho riflettuto a lungo. Quindi, ora, ne sono certa.” prendo un respiro profondo, mentre lui mi accarezza delicatamente le braccia. 

“Voglio fare l’amore con te, Shaoran.” dichiaro. Vedo che trasale, scosso da un lieve tremore che gli invade le dita con cui mi sta accarezzando. Ferma la scia dei suoi tocchi, per prendermi le spalle in modo deciso, e voltarmi verso di lui. Giocherella con la spallina della mia maglietta intima, e sospira fortemente. 

“Io non voglio che tu lo faccia perché ti senti obbligata a causa di qualche tuo pensiero.” sentenzia.

“Non è così. Tu non hai mai insistito con me, sono sempre stata io ad insistere, anche per comperare…” indico ciò che ha in mano, e lui ridacchia. 

“Si chiamano…”

“Lo so!” lo interrompo, arrossendo. Shaoran rotea gli occhi. 

“Io sono sicura. Io voglio te. Ho sempre voluto solo te.” porto le mie mani sulle sue guance, e gliele accarezzo. Mi alzo sulle punte dei piedi, per raggiungere le sue labbra. Gli lascio un bacio leggerissimo. 

“Solo te.” ripeto, e lo ribacio un’altra volta. 

“Sakura…” sussurra a malapena “aspetta.” bofonchia, allontanandomi un po’.

“Sto facendo una fatica allucinante a farti questo discorso perché ti desidero più di qualunque altra cosa, ma ho paura che tu possa pentirtene, capisci? Non voglio scombussolarti. Per questo sono stato così restio in questi giorni, sforzandomi in un modo che non si può spiegare nemmeno.” posa la fronte sulla mia e mi da un bacio sulla punta del naso. 

“Shaoran, tu mi hai già scombussolata. Non posso pentirmi di niente, perché tu sei il vero motivo per cui io ho aspettato tanto.” pronuncio, guardandolo negli occhi.

“Io non so se riesco ancora tanto a resisterti, se mi parli così.” 

Ridacchio.

“Non devi.” dico. Inizio a sbottonare il primo bottone della sua camicia, e lui mi guarda le mani come rapito. 

“Non devi perché mi sono innamorata del modo in cui mi proteggi.” continuo il mio percorso, fino ad arrivare alla fine della sua camicia bianca. Deglutisco, quando trovo davanti agli occhi il suo petto. Ce la puoi fare, Sakura. 

“Perché mi sono innamorata del modo in cui mi parli, del modo in cui mi fai sentire, del modo in cui ti comporti, del modo in cui mi parli.” la faccio scivolare delicatamente dalle sue braccia “Del modo in cui mi tocchi. Mi sono innamorata di te e del tuo modo, del tuo mondo.” ammetto, guardandolo negli occhi. Lui sembra essere perso in qualcosa, dalla maniera in cui mi osserva. 

“Per questo, Shaoran, fai l’amore con me.” mi alzo sulle punte, e gli do un piccolo bacio sulle sue labbra, staccandomi subito. Lui, torna sulle mie subito dopo. In modo decisamente più passionale del mio.

“Sei bellissima. Bellissima.” le sue dita si infilano sotto la mia maglietta. Sento i suoi polpastrelli sulle mie costole, è come se me le rompesse: sento il dolore di chi ha bisogno di più e non ne ha mai abbastanza di questo amore. 

“Tu ti sarai anche innamorata del mio mondo.” dice, privandomi delicatamente dell’indumento “Ma tu sei il mio.” conclude, riprendendo a baciarmi. Sento le sue carezze su tutto il mio corpo e, ad ogni tocco che mi riserva, io fiorisco. Ora so cosa significa fare l’amore, ora so cosa significa creare qualcosa di così bello: significa sbocciare a vicenda, diventando primavera.

ANGOLO AUTRICE: ragazzi, ce l’abbiamo fatta. Yaaaay! Mancano due capitoli alla fine TwT ditemi cosa ne pensate! Grazie di tutto. Bacioni x.
   
 
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