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Autore: Colarose    11/06/2018    2 recensioni
Quando si perde tutto, non si fa che rimproverarsi di non aver fatto di più per non perdere quel tutto.
E Harry ha perso tutto.
Ma gli verrà data un seconda possibilità.
Un viaggio nel tempo, 27 anni indietro nel passato.
Prima che Voldemort seminasse terrore, prima della Prima Guerra Magica, prima dei Mangiamorte e prima della fondazione dell’Ordine della Fenice.
Prima di quel 31 ottobre, prima di quell’esplosione.
Prima dei Malandrini.
Una nuova responsabilità si fa carico sulle spalle di Harry: vincere la Prima Guerra, prima che ce ne sia anche una seconda.
Ma ci sarà un piccolo imprevisto.
**********
Siete pronti per la lettura?
Ma soprattutto, siete pronti per la storia del quinto Malandrino?
Genere: Comico, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, Lily Evans, Marlene McKinnon, Mary MacDonald | Coppie: James/Lily
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Contesto generale/vago
Capitoli:
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L’altra parte di me

 
“Secondo me, è meglio la Shaw” disse Sirius, guardando attentamente la ragazzina. Aveva dei fluenti capelli neri e lunghi, un viso un po’ tondo, le labbra rosee e carnose e degli occhi azzurri. Era piuttosto formosa per la sua età.
Harry ascoltava annoiato il discorso. James e Sirius stavano discutendo delle ragazze più belle del loro anno. La Shaw, la tizia che aveva nominato Sirius, era un’oca. Tutti sapevano che lo era. Peccato però, la bellezza ce l’aveva, se fosse stata anche intelligente e con un cervello che non fosse di una gallina sarebbe stata perfetta. Non che a Harry interessassero le bambine. Se proprio doveva interessargli qualcuno a scuola sarebbero state di certo le ragazze dal quinto o sesto anno in su. Ma lui aveva ancora in testa Ginny. I suoi bellissimi capelli rossi, color carota, tipici dei Weasley. Le sue numerose lentiggini, la sua bocca rosea e un po’ carnosa, la sua carnagione pallida, i suoi caldi occhi marroni e il suo sorriso sghembo. L’umore di Harry calò precipitosamente a quei pensieri. Gli mancava, tanto. E l’amava ancora. Non avevano neanche avuto il tempo di vivere abbastanza la loro relazione. Harry credeva di non avere più lacrime da piangere, ormai. Era stato un mese in depressione, un mese terribile, e quell’ opportunità che gli era stata data era stata la sua salvezza . Aveva trovato un obbiettivo, e per compierlo aveva messo da parte tutto il dolore. Aveva altro da fare, non poteva perdere tempo a compiangersi. A volte in quel brutto mese gli era passato per la mente di lasciar perdere, magari lasciarsi andare, farsi accogliere dalle braccia della Morte. Ma non l’aveva fatto, non aveva tentato il suicidio. A parte il fatto che fosse decisamente una cosa non da lui: lui sceglieva sempre ciò che era giusto, non ciò che era facile. E poi si sentiva in colpa a farlo, insomma, tutti i suoi cari, Sirius, James, Lily, Hermione e Ron erano morti per salvarlo. Hermione si era sacrificata. Si ricordava che era di spalle, e un Mangiamorte, non sapendo che era Harry Potter (altrimenti non l’avrebbe fatto, Voldemort ci aveva tenuto a specificare che era suo, e solo lui doveva ucciderlo) gli aveva scagliato un Anatema che Uccide, e quando lui si era voltato, ormai il raggio era troppo vicino, non sarebbe riuscito a schivarlo. Ed Hermione si era messa in mezzo alla velocità della luce, prendendo il raggio verde il pieno.
E poi era caduta a terra, come un guscio vuoto.
Se si fosse ucciso, avrebbe fatto un torto a lei, ai suoi genitori e al suo padrino. Erano morti per salvarlo, e facendo così, avrebbe reso il loro sacrificio vano. Inutile.
“Harry? Harry! Per merlino Harry! Fai impressione” esclamò James agitato.
“Cosa?” chiese Harry risvegliandosi dal suo stato di trance trovandosi davanti gli sguardi preoccupati di Sirius, James e Peter.
“Stai bene?” sussurrò Sirius studiandolo.
“Sì” rispose Harry confuso. “Perché?”
“Come perché?!” esclamò Peter sorpreso.
“Il tuoi occhi… insomma erano così cupi e sofferenti…” esalò James, guardandolo attentamente. Harry iniziò a sentirsi a disagio.
“Sarà stata una vostra impressione” rispose Harry sorridendo forzatamente. “Comunque, avete deciso chi è la più bella?” chiese cambiando discorso. Sirius e James lo guardarono indagatori, per poi lasciar perdere.
“Io sono convinto che sia la Shaw” disse Sirius. James sbuffò
“Andiamo Sirius. La Shaw è stupida” Sirius lo guardò aggrottando le sopracciglia.
“E allora? Stiamo parlando di bellezza, mica di cervello” rispose.
“Ti dico che è molto più bella la Evans. È pure intelligente, questo è un punto bonus” rispose James convinto. Sirius sbuffò.
“La Evans non è per niente male, ma è insopportabile. “
“E allora? Stiamo parlando di bellezza.” Rispose James, usando quasi la stessa frase di Sirius.
“E poi ci sono ragazze più belle. Prendiamo la McDonald o la Shaw, loro sono meglio” continuò il Black ignorandolo “E poi la Evans fa la difficile. Non capisco proprio perchè insisti su una ragazza acida e con cui litighi sempre.”
“Lo sai che è più divertente se è difficile conquistare una ragazza? Se poi tutte cadono all’istante ai tuoi piedi diventa noioso” rispose James.
“Quindi vuoi conquistare la Evans?” chiese Sirius divertito.
“Esatto” confermò James.
“E secondo te ci riuscirai?” chiese Peter mettendo in bocca una caramella.
“Certo!” esclamò James sorridendo.  
“Scommettiamo?” chiese Sirius ghignando tendendo una mano. James la strinse con una sguardo di sfida.
“Scommettiamo” confermò.
“Allora scommetto 20 galeoni…” iniziò Sirius.
“Venti galeoni? Non sono un po’ pochi per una scommessa del genere?” lo interruppe Harry introducendosi.
“Facciamo 50 galeoni! “ esclamò James.
“Ok, allora scommetto 50 galeoni che non ci riuscirai” si corresse Sirius sorridendo.
“Io scommetto 50 galeoni che ci riuscirò!” rispose James convinto.
“Quando scadrà questa scommessa?” chiese Peter interessato. Sirius ci pensò per un attimo.
“Alla fine del settimo anno. Se James non ci riuscirà entro questa data, allora vinco io “disse Sirius.
“Bene!” esclamò James “Mi raccomando, metti da parte 50 galeoni, che poi me li devi dare” continuò ghignando.
“Mettili tu piuttosto.” Rispose Sirius con lo stesso ghigno.   
“Io vado in biblioteca” annunciò Harry, alzandosi dal tavolo della Sala Grande dove stavano facendo i compiti. O almeno, l’intento era quello, ma Harry aveva fatto solo il tema di Pozioni.
“Ecco a voi, signori e signore. Harry Potter! Il clone di James Potter e sostituto speciale di Remus Lupin” esclamò teatrale Sirius. Harry lo guardò infastidito, mentre Peter sghignazzava.
“Vado in biblioteca” ripetè Harry, per poi uscire dalla Sala.
In verità non stava andando in biblioteca, ma in infermeria. Ieri era il 15 febbraio. La Luna Piena. Remus era in infermeria e ormai ogni mese Harry andava a fargli visita rifilando qualche scusa agli amici.
Giunse davanti alla porta dell’ infermeria ed entrò. Si guardò intorno e vide un letto con le tende tirate. Si diresse lentamente verso quello.
Scostò lentamente le tende, e vide Remus con un libro in mano e l’avambraccio fasciato.
“Ciao Harry” lo salutò Remus sorridendo. Harry rispose al sorriso e si mise sulla sedia accanto al letto.
“Come stai?” chiese Harry preoccupato.
“Oh bene. Avevo vari graffi sparsi per il corpo ma Madame Chips li ha curati in un attimo. Le ferite più gravi e profonde sono solo due. Una sull’avambraccio- e alzò leggermente il braccio sinistro- e una sul petto. Ma non resteranno cicatrici.” Rispose Remus.
“Quando ti vuole dimettere?”
“Domani o dopodomani, credo” rispose Remus incerto chiudendo il libro. Notò lo sguardo incuriosito di Harry.
“È solo il libro di Difesa Contro le Arti Oscure” disse Remus prima che Harry chiedesse “Poiché pretendere degli appunti è troppo da voi, allora leggo i capitoli che in teoria fate a lezione” continuò divertito.
“Posso chiedere a Lily. Lei prende sempre appunti” disse Harry.
“Non fa niente. Non disturbarla per uno che neanche conosce” rispose Remus. Harry aggrottò le sopracciglia, ma poi lasciò perdere e fece spallucce. Seguirono alcuni istanti di silenzio.
“Non ti senti ancora pronto?” chiese Harry, non voleva far pressione, ma sinceramente giudicava inutile tutta questa attesa. Dopotutto sapeva benissimo che i Malandrini l’avrebbero presa più che bene, certo, Remus non era sicuro se l’avrebbero presa bene perché giustamente non proveniva dal futuro. Ma sperava che la fiducia verso di loro fosse aumentata, in modo da mettere da parte le sue insicurezze. Questo era solo tempo sprecato, che si poteva usare per cercare di diventare Animagi. Harry ci aveva pensato, e avevo concluso che oltre ad aiutare Remus , diventare un Animagus si poteva rivelare molto utile in guerra. Per non farsi riconoscere, per avere più possibilità di scappatoia (soprattutto se si era piccoli. Anche se non sempre era possibile, ad esempio, suo padre che si sarebbe trasformato in un cervo, non sarebbe riuscito a scappare da una cella con un palco di corna in testa. A meno che non volesse sfondare la porta, facendo un baccano enorme. Se invece si trovava in un luogo aperto, le sue gambe agili e leggere gli avrebbero permesso di scappare veloce come una gazzella) e per avere un asso nella manica anche senza bacchetta.
Remus si agitò.
“Io… non lo so Harry. Ci ho pensato, ci penso sempre. Ma c’è sempre quel qualcosa che mi blocca” disse infine rassegnato. Harry lo guardò per un lungo momento.
“Quel qualcosa è la paura di non essere accettato, Rem. E devi superarla, altrimenti non riuscirai mai a dirlo. Smettila di pensare ai se o ai ma, non andrai da nessuna parte così. Se hai paura di non essere accettato persino dai tuoi amici, non immagino quanto sia grande questa paura”
“Sono cresciuto cambiando casa continuamente, sono sempre capitato con dei vicini che appena capivano cosa sono iniziavano ad avere paura di me! O a disgustarmi e disprezzarmi! Scusami se non voglio ripetere l’esperienza ed essere cacciato dalla scuola!” esclamò irritato Remus. Harry mandò al diavolo il pensiero di non fare pressione. Se non gliela avesse fatta sarebbero giunti a giugno e Remus lo avrebbe detto in treno, solo perché aveva promesso di dirlo entro quell’anno. O nel peggiore dei casi, avrebbe infranto la promessa.
“Ma quelli sono tuoi amici Remus! I tuoi migliori amici!  Non sono persone a caso che a malapena ti conoscono! Sirius si sta distaccando dalla sua famiglia per degli ideali Purosangue e sono sicuro che se è riuscito a fare un ragionamento decente e logico, ci riuscirà ancora, capendo perfettamente che essere un Lupo Mannaro non è stata una tua scelta e che non puoi farci niente se una volta al mese ti viene voglia di sbranare qualcuno! Per James non c’è niente di più importante degli amici, e non li abbandonerebbe mai, Peter accetterebbe la notizia e seguirebbe a ruota James e Sirius. Poi ci sono io, che ti ho dato il mio appoggio e ti ho accettato. Non tutte le persone sono uguali, non tutti hanno lo stesso cervello! E se quelle persone non ti hanno accettato è perché sono terribilmente stupidi! Hai bisogno dall’altro per farti coraggio e dire la verità?!” chiese infine Harry guardando Remus irritato.
“Né tutti sono come te che accettano di buon grado un Lupo Mannaro!” rispose Remus. Harry si alzò.
“Bene, ho capito. Non ti fidi dei tuoi amici.” Remus abbassò lo sguardo. “ Gli stessi amici che si fidano di te e non fanno una domanda, né sospettano neanche un po’ che tu non vada da tua madre malata. Che hanno lasciato perdere i loro dubbi, anche se hanno pensato che un gatto non è di certo capace di fare tutte quelle cicatrici. Che vuoi fare? Non lo vorrai mai dire finchè loro non lo scopriranno?!” chiese Harry, aveva un tono di voce normale, ma lo sguardo era tutt’altro che calmo. La faccia era leggermente rossa e gli occhi scintillavano “Perché ci tengo a dire che lo scopriranno, non sono stupidi. E fidati, che quando succederà, saranno arrabbiati perché non l’hai detto, e non di certo per la tua condizione” concluse guardando intensamente Remus che torturava un lembo delle coperte. Harry si voltò e uscì dall’infermeria.  
“Maledizione!” esclamò Remus dando un pugno sul letto.
                                                                          *
Harry si era già pentito del suo sfogo. Anche lui stesso,  non sopportava che qualcuno gli facesse pressione. Quando succedeva gli veniva ancora meno voglia di dire o fare quel gli stavano dicendo. Sospirò e si rigirò nel letto. Come poteva convincere Remus? Cosa fare?
“Prima di tutto, devi chiedergli scusa” disse una vocina nella sua testa, troppo simile a quella di Hermione. Harry sobbalzò e si guardò intorno per poi sospirare e rimettere la testa sul cuscino. Perfetto, davvero. La sua testa si prendeva gioco di lui. E poiché ora sospettava che Voce-Hermione fosse diventata la sua coscienza, doveva sentirla ogni volta che fosse necessario. Non gli dispiaceva, era bello sentire la sua voce. Ma era anche doloroso.
Scacciò quei pensieri.
Sì, doveva chiedergli scusa. E doveva convincerlo.
Sbirciò nel letto accanto, alla sua destra. Riusciva a vedere la sagoma di James nell’oscurità, che dormiva profondamente.
Gli venne in mente un’idea.
Un ghigno nacque sul suo viso, che ormai da mesi aveva imparato a fare. Poi chiuse gli occhi, soddisfatto.
 

Il giorno dopo Remus fu dimesso,  e ora si trovava in dormitorio a finire il tema di Trasfigurazione. James e Peter giocavano a sparaschiocco, Sirius scarabocchiava qualche disegnino su un foglio e Harry sul letto a leggere un libro (“Creature Oscure: quali sono e come sono”).  
Erano appena tornati da cena, e i Malandrini (stranamente) tranquilli si erano diretti lì. Remus non si era illuso, sapeva benissimo che quando facevano così voleva dire che avevano programmato qualche bella malefatta, in cui lui sarebbe stato, come al solito, coinvolto.
Stamattina, appena dimesso, aveva trovato Harry ad aspettarlo fuori, in imbarazzo.
“Harry?” aveva domandato confuso. Il corvino si era grattato la nuca, a disagio
“Ciao Remus” aveva risposto, alzando lo sguardo con un po’ di sicurezza ritrovata ”Volevo chiederti scusa… sai per ieri” aveva continuato. Il licantropo lo aveva guardato per un attimo.
“Non ce n’era bisogno. Comunque, scuse accettate” aveva risposto sorridendo gentilmente. Harry gli aveva sorriso in risposta, e insieme erano andati a lezione.
“James” disse Harry rivolto al ragazzino, facendo tornare Remus al presente. Non ci prestò tanta attenzione, continuando a scrivere
“Hm?”
“Cosa ne pensi dei Lupi Mannari?”
Remus si irrigidì, teso come la corda di un violino.  Ma che prendeva a Harry? Era idiota?
Si sicuramente era idiota, Remus non aveva dubbi. E sapeva, che lo stava chiedendo per lui. Ma poi saltarsene con una domanda così insolita, a nessuno viene voglia d’un tratto di chiedere cosa ne pensa qualcuno dei Lupi Mannari. Si voltò lentamente a guardarlo e notò il libro che aveva in grembo.  
Non ci poteva credere.
Aveva programmato pure quello.
Si trattenne da scuotere la testa incredulo. Si voltò verso James: questi continuava a giocare a sparaschiocco.
“Oh, beh. Ho sempre pensato che fossero fighi” rispose semplicemente. Harry si trattenne dallo scoppiare a ridere di fronte alla faccia sconvolta di Remus.
“E come tratteresti un Lupo Mannaro?” si costrinse a chiedere
“Come dovrebbe trattarlo, Harry?” chiese Sirius lanciandogli un’occhiata inquisitoria. Remus deglutì, ma nessuno lo notò, tranne Harry.
“Sinceramente lo tratterei come farei con tutti. Il fatto che sia un Lupo Mannaro non cambia l’idea che ho di lui, antipatico o simpatico che sia” rispose James facendo spallucce “Non pensi anche tu, Sirius?”
“ Sono totalmente d’accordo con te, fratello.” Esclamò Sirius, per poi allontanare il foglio da sé, per guardare meglio la sua opera. Remus li guardava con gli occhi spalancati che brillavano come stelle.
“Sì però… le notti di Luna Piena diventa…” sussurrò Peter spaventato.
“Peter!” esclamò Sirius sbuffando “nessuno è così stupido da andare a trovare un Lupo Mannaro quando è trasformato! Basta che non lo incontri quelle notti e non ti succede un bel niente!” continuò.
Peter tacque. Remus si voltò velocemente, riprendendo a scrivere, non volendo far vedere la sua felicità. Eppure non riuscì a non sorridere.
                                                                                              *
“Domani un’altra ora in punizione” sbuffò James mentre si dirigevano a Storia della Magia.
“Ringrazia che non la fai ogni giorno invece di lamentarti” lo rimproverò Remus “Per uno scherzo del genere potevate avere l’espulsione” continuò.
“Silente ci adora, non lo avrebbe permesso” affermò James. fieramente. Sirius sorrise divertito.
“Uffi, potevate rimandare lo scherzo all’anno prossimo. Così c’ero pure io” disse Sirius ghignando.
“Mi dispiace Siry” si scusò James fintamente dispiaciuto.
“Non chiamarmi Siry, Jam!” ringhiò Sirius.
“Io mi chiamo J-A-M-E-S  o se proprio vuoi accorciare il mio nome chiamami Jamie, ma non Jam!” esclamò indispettito James.
“Ok J-A-M-E-S” Disse Sirius facendo lo spelling con un ghigno canzonatorio mentre Peter ascoltava il battibecco divertito. James lo fulminò. Remus approfittò del battibecco fra i due per sussurrare qualcosa di nascosto a Harry.
“Credo che... oggi glielo dirò” Harry sorrise. Era ora, erano passati due giorni da quando aveva chiesto dei Lupi Mannari ai Malandrini. Non sapeva perché, ma Remus aveva voluto aspettare ancora.
Entrarono nell’aula del Professor Ruff e si sedettero.
 
Erano tutti e cinque in dormitorio. Remus era in bagno, James e Sirius giocavano a scacchi, Peter mangiava caramelle assistendo alla partita  mentre Harry era steso sul letto a fissare il soffitto sovrappensiero. Poco dopo Remus uscì dal bagno. Era teso e scrutava attentamente tutti quanti. Harry lo adocchiò e capì che era arrivato il momento. Remus si schiarì la voce, deglutì e poi si rischiarì di nuovo la voce.
“Ragazzi” li chiamò Remus con tono serio, che fece voltare tutti quanti.
“Devo… dirvi una cosa” continuò, Harry gli fece un sorrisetto rassicurante, cosa che oltre a essere notata da Remus, fu notata anche da Sirius.
“Ecco… penso che sia importante che voi lo sappiate. C’è una parte di me che non conoscete e che avete il diritto di sapere. Capirò se dopo aver saputo questa cosa non volete più stare-“
Sirius sbuffò.
“Remus, vai dritto al punto” disse, James gli gettò un’occhiataccia. Era evidente che Remus era nervoso, voleva mettergli ancora più ansia?
Remus sospirò, poi si sedette sul tappeto.
“Esattamente sette anni fa, in una notte di Luna Piena, un bambino, con addosso il pigiama, si era rimboccato le coperte per andare a dormire. Ma il bambino quella sera aveva una brutta sensazione. Aveva come l’impressione che di lì a poco sarebbe successo qualcosa di davvero brutto. Ma andò a dormire lo stesso, ignorando quella sensazione. Circa a mezzanotte, il bambino fu svegliato da un fracasso proveniente dalla finestra. Un grossa bestia con degli occhi iniettati di sangue l’aveva rotta. La bestia balzò sul bambino, mentre il piccolo urlava. Spalancò le sue fauci, mostrando i suoi denti affilati. Morse il bambino sul collo. La porta si spalancò, e i genitori del bambino piombarono nella stanza. Il padre, che era un mago, prese a lanciare incantesimi su incantesimi, finchè l’animale non se ne andò ululando. La bestia era un Lupo Mannaro e dal quel giorno il bambino fu affetto da licantropia. E ora, quello stesso bambino, vi sta raccontando questa storia” concluse Remus in un sussurro, abbassando lo sguardo.
“Quindi tu sei…” esalò James.
“Un Lupo Mannaro” completò Sirius. Seguirono alcuni istanti di silenzio e tensione.
“Beh, secondo me avere un amico Lupo Mannaro è una figata” se ne uscì Sirius ghignando, smorzando la tensione. Remus alzò di scatto lo sguardo, mentre si tratteneva dallo scoppiare a ridere.
“Concordo, fratello. Tu che ne dici, Pete?” chiese James a Peter. Peter lo guardò un attimo, era sbiancato. Fece un sorrisetto incerto.
“Certo, James. Proprio una figata” confermò, cacciando da chissà dove una Cioccorana.
“Quindi voi non avete paura, non mi disgustate, non mi chiederete di fare i bagagli e volete restare miei amici?!” esalò incredulo Remus. James e Sirius lo guardarono confusi, mentre Peter si stava auto-convincendo che Remus era sempre Remus. Quando ci riuscì, si unì anche lui agli sguardi confusi. Harry sbuffò divertito.
“Sei sempre il solito” disse.
“Certo che continuiamo a essere amici. I Malandrini non si separano per una sciocchezza del genere” rispose James con fare ovvio.
“Insomma, siete sicuri? Capite, io potrei uccidervi-“ James, Sirius e Peter scoppiarono a ridere.
“Ucciderci Rem?!” chiese James ridendo, poi si voltò verso gli altri tre “Secondo voi stiamo parlando dello stesso Remus? Perché il nostro non farebbe male a una mosca” disse.
“Mi sa che questo qui sta parlando di un altro Remus, fratello” rispose Sirius fintamente preoccupato.
“Per Morgana, e come facciamo a parlare di un Remus se non sappiamo di quale Remus si parla?” chiese James, Harry e Peter stavano iniziando a perdere il filo del discorso.
“Non lo so… che ne dici se il Remus di questo qui lo chiamiamo ‘Remus 1’ e il nostro ‘Remus 2?’ ” chiese Sirius fingendosi meditabondo.
“Non sono un po’ banali?“ chiese James.
“Hai ragione. Allora chiamam-“ incominciò Sirius.
 “Ragazzi smettetela! Sono serio!” esclamò Remus. Sirius lo guardò, poi si mise una mano sul petto in modo drammatico, facendo una faccia indignata.
“ No! IO sono Sirius!*” esclamò  con voce stridula. James, Peter e Harry scoppiarono a ridere. E poco dopo anche Remus si ritrovò a ridere.
Non rideva solo per l’assurdità di quella conversazione, ma anche per altro. Gli occhi si fecero lucidi mentre rideva, ma anche quello era per altro.
I suoi amici gli volevano bene nonostante fosse un Lupo Mannaro. Volevano restare con lui comunque e non lo avevano abbandonato. Era così felice, gli sembrava che la testa galleggiasse.
Quando aveva saputo che sarebbe venuto a Hogwarts, non avrebbe mai immaginato di trovare amici del genere. Non avrebbe immaginato di incontrare Harry, così leale e altruista, James arrogante ma con un cuore d’oro e una gran propensione a vedere sempre il lato positivo, Sirius ribelle e  sempre pronto a difendere la sua opinione, e poi Peter ingenuo e con una semplicità che era capace di non far sembrare le situazioni ingarbugliate anche se lo erano. E non si sarebbe neanche immaginato di poter essere loro amico senza maschere, senza segreti, senza bugie, ma poteva essere semplicemente lui. Remus quello calmo, quello studioso, quello più responsabile, ma anche il Lupo Mannaro.
Aveva degli amici matti, fuori dal comune. Che riuscivano a passare sopra la sua licantropia, e solo dei matti potevano farlo. E ci tenne a dirlo.
“Voi siete matti” esalò riprendendosi dalle risate, asciugandosi gli occhi. Evidentemente capirono che quella lacrima era sfuggita per altro.
“Meglio essere un po’ matti che tremendamente e noiosamente sani di mente.” Rispose Sirius ghignando, ripetendo la frase che aveva detto al suo fratellino.
“E mi andate bene così” disse Remus.
“Ooooh! Il nostro lupastro!” esclamò James civettuolo, buttandosi sopra Remus stendendolo a terra, in quello che doveva essere un abbraccio. Sopra di lui si buttò Sirius (Remus fece un verso strozzato).
“Su! Venite! Questo è un abbraccio di gruppo!” esclamò Sirius
Harry con un ghigno si buttò su di loro, e sopra di lui si buttò Peter.
“Questo è un tentato omicidio” ci tenne a chiarire Remus a fatica.

 


*in italiano questo gioco di parole non ha molto senso, ma in inglese è più che perfetto. Sirius e serious (serio)  hanno quasi lo stesso identico suono! Quindi, la battuta sarebbe “Guys stop it! I’m serious!” “No! I am Sirius!”
 

Angolo Autrice
Ehi gente! Ecco a voi un nuovo capitolo! Si lo so, ho saltato l’intero mese di Gennaio U.U .
James e Sirius hanno fatto la fatidica scommessa, e proprio a causa di essa Jamie inizierà ad andare dietro la nostra rossa. Abbiamo anche scoperto la circostanza in cui è morta Hermione, e cioè sacrificandosi per Harry. E secondo me, la cosa è molto da lei. Tra Harry e Remus ci è stato un piccolo litigio, ma alla fine hanno fatto pace. E niente, avere un amico Lupo Mannaro è una figata XD! Spero vi sia piaciuta la reazione dei Malandrini. L’ho scritta due volte, poiché non sapevo proprio che fare. Non volevo essere troppo sdolcinata, ma né troppo frivola. Volevo fare una scenetta degna dei Malandrini!  
Quando Remus ha voluto rivelare di essere un Lupo Mannaro lo ha fatto raccontando la sua storia, tipo favola. Ho pensato che Remus lo facesse per ammorbidire la notizia ai suoi amici, temendo che avrebbero avuto un attacco cardiaco. All’inizio la storia era diversa, infatti raccontava che era uscito fuori da solo di notte per prendere un giocattolo dimenticato, ma poi mi sono informata e ho scoperto che Grayback era piombato in camera sua. So che in questo capitolo come personaggi ci sono solo ed esclusivamente i Malandrini, spero che la cosa non vi sia pesata. La questione degli Animagi sarà nel prossimo capitolo, non vi preoccupate. Ero indecisa sul titolo del capitolo, e neanche sono molto soddisfatta con questo che ho messo. Ma la mia mente non riusciva a partorire di meglio! Alla prossima!
P.S mi scuso per eventuali errori di grammatica o/e battitura

 





Capitolo gentilmente revisionato da lilyy, grazie!  
   
 
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