Capitolo I
31 ottobre 2018
Boston
Con grande
attenzione Sebastian fece scivolare la ventesima e ultima goccia di sangue di
Ungaro Spinato all’interno del calderone che gorgogliò per qualche secondo
prima di assumere come da manuale una delicata colorazione azzurrina.
L’ex Serpecorno si
concesse finalmente di rilassarsi, abbandonandosi contro lo schienale della vecchia
sedia ignorando il sinistro cigolio che seguì la sua azione.
A causa di un errore
di uno degli stagisti era stato costretto a ricominciare la pozione da capo,
dopo aver passato almeno due ore a ripulire il laboratorio impiastricciato di
una strana sostanza appiccicosa simile alla melassa. Probabilmente avrebbe
dovuto lasciare che fosse il ragazzo a sistemare ai propri errori ma,
considerando che non gli era sembrato un tipo esattamente sveglio, aveva
preferito evitare di litigare e aveva fatto uscire tutti quanti dal laboratorio
in modo da poter sistemare la faccenda da solo, prima che qualcuno creasse
danni peggiori.
Certo, passare la
giornata a sistemare i danni altrui non era sicuramente il modo migliore di
trascorrere il giorno del proprio compleanno, ma fortunatamente era riuscito a mandare
un patronus a sua sorella Lisa avvisandola del cambio di piani e di aspettarlo
quella sera nel suo appartamento con Sam. Quale modo migliore di festeggiare il
proprio compleanno che passare una serata tra fratelli a guardare vecchi film
mangiando uno dei suoi amati cheeseburger?
Sperava vivamente
che Lisa scegliesse un bel film…quella in effetti sarebbe stata la serata
giusta per vedere qualcosa di adrenalinico…era da così tanto che non guardava
più Blade Runner….
Honolulu
Con una gambata
decisa Hele scese in profondità seguendo con lo sguardo un pesce pappagallo
verde che vedendola arrivare si stava allontanando velocemente. Maledisse sé stessa
per aver dimenticato la bombola e il resto dell’attrezzatura da immersione: l’acqua
era limpida e ormai la stragrande maggioranza dei turisti stava finalmente
lasciando le isole e non si sarebbe fatta viva prima delle vacanze natalizie.
Per quanto le
facesse piacere che le sue isole fossero così famose e apprezzate, non poteva
fare a meno di provare fastidio nel vedere le spiagge invase da vacanzieri
chiassosi e spesso maleducati.
Espirò
profondamente e una volta risalita in superficie si diresse verso la riva con
qualche bracciata. Non appena ebbe recuperato la propria bacchetta si asciugò
con un incantesimo non verbale lasciandosi cadere poi sulla sabbia umida con
gli occhi chiusi.
Le lezioni non
sarebbero iniziate prima di un’ora e mezza e il sole era appena sorto
illuminando di una delicata superficie rosata le acque cristalline. Hele amava
il mare più di qualunque altra cosa al mondo e, non appena riusciva a trovare
un’ora libera cercava una spiaggia poco affollata o meglio ancora deserta in
cui rifugiarsi da sola o al massimo in compagnia del fratello e delle tavole da
surf.
Rimase almeno mezz’ora
sdraiata sulla spiaggia prima di decidere di alzarsi, legarsi velocemente i
capelli in una coda alta dopo averli scrollati dai granelli di sabbia e
radunare le sue cose pronta per smaterializzarsi nella piccola scuola
elementare per maghi nella quale insegnava. L’unica cosa in grado di far
passare il mare in secondo piano per lei era il pensiero di quelle ventidue faccette
allegre che ogni mattina l’attendevano in classe e che quella mattina le
avevano organizzato una sorpresa per il suo compleanno, anche se ovviamente
Hele, una volta arrivata a scuola, avrebbe finto di non essersi affatto accorta
del bigliettino di auguri che i bambini si erano fatti passare il giorno prima
per firmarlo.
New Orleans
Blaise drappeggiò
con un gesto elegante della bacchetta un festone di velluto scarlatto attorno
agli espositori della vetrina, prestando attenzione a non rovesciare le
numerose zucche esposte o i calderoni che emanavano sbuffi di fumo violaceo.
Quella sera le
strade della città sarebbero stata invasa da un’eccentrica folla scatenata di nomag e maghi con indosso costumi fastosi e assurdi e la
giovane voleva a tutti costi che la vetrina del suo negozio risaltasse tra le
altre di Bourbon Street.
«Lavorare il giorno
del proprio compleanno dovrebbe essere illegale» una famigliare voce alle sue
spalle la fece voltare e un ampio sorriso le colorò il volto mentre si sporgeva
per abbracciare il suo migliore amico «Ce l’hai fatta a venire!» esclamò
allegra.
«Sono in missione
speciale al fine di costringerti a divertirti stasera» rispose Hunter ridendo
mentre la ragazza scuoteva la testa «No signorino, stasera mi aiuterai qui in
negozio»
«Blaise è Halloween e
soprattutto è il tuo venticinquesimo compleanno, non vorrai seriamente rimanere
dietro al bancone tutta la sera!»
«Proprio perché è
Halloween non posso permettermi di sprecare una giornata tanto proficua in un
bar! Andiamo, sarà divertente, mangeremo dolci tutta la sera, vedremo gli
individui più strani in circolazione e alla fine andremo in spiaggia a guardare
l’alba»
Hunter sbuffò «Ho speranze di farti desistere?» chiese
passandosi una mano sul volto
Blaise finse di
pensarci su grattandosi il mento «No,
no direi»
«Va bene, passami
quelle ampolle che ti do una mano…» non riuscì nemmeno a terminare la frase che
si ritrovò le braccia occupate da un pesante scatolone. Sarebbe stata una lunga
serata…
Rio de Janeiro
Rafael si rigirò
nel letto mugugnando infastidito quando un raggio di sole entrato dalle
persiane gli colpì il volto. La sera precedente era rimasto al bar fino a tardi
e non aveva intenzione di alzarsi prima di mezzogiorno quella mattina.
Ovviamente però il
destino sembrava avere altri piani.
Improvvisamente la
porta della sua camera si aprì e un profumo dolce gli invase le narici «Buon compleanno tesoro!» Anita Gomes entrò nella stanza e, dopo aver posato una piccola
torta sul comodino si chinò per abbracciare il figlio che continuava a
borbottare seccato e assonnato.
«Mamma ti prego sono
le sette di mattina…aspetta…come sei entrata in casa mia?»
La donna assunse
all’istante un cipiglio severo «Qualcuno
che oggi compie venticinque anni ma che evidentemente non è poi così maturo ha
lasciato la porta aperta. Ringrazia che non fossi un ladro»
Rafael si passò
una mano sul volto scuotendo la testa «Ora,
invece di lamentarti perché non dai un bacio a tua madre prima che vada al
lavoro e la ringrazi per la torta meravigliosa che ti ha portato» aggiunse la
donna con finta aria sostenuta.
Il ragazzo sbuffò
non riuscendo a trattenere un sorriso e lasciò un bacio sulla guancia della
donna che soddisfatta si allontanò «Domenica
mezzogiorno io e tuo fratello ti aspettiamo a pranzo»
«E’ solo una mia
impressione o quello non era un invito?»
«No, amorzinho, è un
ordine» commentò la donna prima di chiudersi la porta alle spalle.
Rafael si lasciò
cadere sul letto, senza riuscire a nascondere un sorriso spontaneo.
Londra
«Sono due galeoni e
sette falci, vuole un sacchetto per ritirare il libro?» chiese Margaret con un
sorriso cortese mentre l’anziana strega che aveva di fronte annuì allungandole
il denaro.
L’ex serpeverde
ritirò il libro in un sacchetto di carta che porse alla bambina dietro al
bancone che saltellava impaziente sul posto con una manina stretta il quella
della strega a fianco a lei «Sei
a fare spese con la nonna?» le chiese Margaret dolcemente mentre la piccola
annuiva facendo ondeggiare le sottili trecce bionde sotto lo sguardo intenerito delle due
donne «Spero di rivedervi
presto qui al Ghirigoro» aggiunse la ragazza porgendo il resto alle due che
salutarono allontanandosi.
Margaret rivolse
uno sguardo alle pile di libri al suo fianco sospirando: catalogare tutti i
nuovi arrivi era piuttosto faticoso e terribilmente monotono e soprattutto non
era certamente il modo migliorie di passare il proprio venticinquesimo
compleanno, ma non voleva rischiare di perdere il posto. Lavorare al Ghirigoro
le piaceva in fondo e soprattutto serviva a far innervosire i suoi genitori,
dettaglio per nulla insignificante dal suo punto di vista.
Armandosi di tutta
la pazienza che possedeva cominciò a tirare fuori i libri arrivati quella
mattina. Si rigirò tra le mani inarcando un sopracciglio una copia di Luna di Miele con il Lupo Mannaro di un
certo Gilderoy Allock
indecisa su come catalogarlo. Avrebbe dovuto inserirlo tra i libri sulle
creature magiche o tra i romanzi rosa? Ma soprattutto, come mai quel nome non
le suonava nuovo? Scosse la testa mettendo il libro da parte; probabilmente era
uno di quegli scrittori di romanzetti che piacevano tanto a sua madre.
Barcellona
Camila accarezzò
con mano leggera il muso di Hector, il suo cavallo, allungandogli un pezzo di
mela che l’animale sembrò gradire parecchio. Amava passare del tempo nelle
scuderie, i cavalli erano la sua passione fin da quando era una bambina e
quella mattina era riuscita a ritagliarsi qualche ora libera, grazie anche ai
suoi colleghi che erano stati così gentili da modificare i turni e lasciarle la
mattina del suo compleanno tutto per sé.
Il lupo cecoslovacco
ai suoi piedi abbaiò indispettito dalle attenzioni che stava ricevendo il
cavallo facendo ridere la ragazza «Suvvia
Sherlock non c’è alcun bisogno di essere geloso» il cane uggiolò nuovamente
sfregando il naso contro i pantaloni della ragazza che lo accontentò
grattandogli il capo «Andiamo a casa, su, tra tre ore devo essere al Ministero»
Sherlock scodinzolò allegro saltellando verso l’uscita seguito da una
sorridente Camila che rallentò il passo per guardarsi intorno.
Trascorreva la
maggior parte del suo tempo libero in quelle scuderie da quando ne aveva
ricordo, conosceva tutti coloro che vi lavoravano e aveva cavalcato
praticamente ogni cavallo che fosse stato lì. La proprietaria ciclicamente le
propinava il solito discorso riguardo la possibilità di partecipare a delle
gare e quella mattina, in onore del suo venticinquesimo compleanno le aveva
rinnovato l’offerta che, come da tradizione, la giovane maga aveva rifiutato.
Dopo aver lanciato
un ultimo sguardo ai box la ragazza si allontanò, accelerando il passo per
avere il tempo di tornare a casa e cambiarsi o sarebbe stata costretta ad
andare al lavoro circondata da un alone di stalla ben poco gradevole.
Mariestad
Åke si grattò indeciso
la punta del naso con la piuma prima di tirare con decisione una riga sulle
parole appena scritte sul blocco, tornando poi ad osservare il lago Vänern.
Quando aveva bisogno di stare da solo a riflettere non c’era per lui luogo
migliore delle sponde del lago vicino al quale era cresciuto.
Gettò uno sguardo
distratto alla lettera aperta abbandonata al suo fianco nella quale Bastian ed Edzard, i suoi due migliori amici dai tempi della scuola
promettevano, o forse sarebbe più corretto dire assicuravano minacciosamente,
che quella sera l’avrebbero portato volente o no a fare un giro a Göteborg in
quanto, a loro parere, festeggiare il proprio venticinquesimo compleanno in una
baita in riva al lago era scandaloso.
Da quando era
tornato in Svezia i suoi amici l’avevano preso in giro bonariamente sostenendo
che andare a ritirarsi sulle sponde di un lago immersi nel silenzio avrebbe
dovuto essere legale solo dopo i sessant’anni, ma avevano finito per
rassegnarsi all’idea, approfittando della situazione per farsi qualche giro
nella zona di tanto in tanto, lasciandogli nella maggior parte dei casi una
discreta privacy.
Tutto sommato la
prospettiva di uscire e per una sera non pensare a nulla in ricordo dei bei
vecchi tempi non era poi tanto male, si disse lo spezzaincantesimi facendo
evanescare la lettera, il blocco e la piuma.
A venticinque anni
aveva tutto il diritto di divertirsi per una sera con i suoi amici, no?
San Pietroburgo
Andriy si alzò il
colletto della giacca, infastidito da un’improvvisa folata di vento freddo
mentre due ragazze truccate pesantemente lo superarono, affrettandosi verso
l’entrata di un locale da cui proveniva una musica assordante. Il giovane
medimago corrugò le sopracciglia infastidito; come facessero le persone a
sopportare o addirittura ad apprezzare qual baccano per uno come lui abituato
alla musica classica o al silenzio dei laboratori dell’ospedale era a dir poco
inconcepibile.
Alzò lo sguardo e
sorrise istintivamente non appena vide la sagoma del teatro stagliarsi in
lontananza: sua madre si trovava a San Pietroburgo per una serie di spettacoli
in quei giorni e gli aveva fatto giurare di farsi vivo almeno il giorno del suo
compleanno.
Arrivato al teatro
fece il giro, ritrovandosi davanti all’entrata degli artisti; quando aprì la
porta avvertì una strana sensazione, ma prima che potesse tirare fuori la
bacchetta le luci si accesero «Sorpresa!»
una serie di voci lo fece sobbalzare ma sorrise non appena vide quattro volti
famigliari che si avvicinavano a lui.
«Buon compleanno
fratellone!» Anastasia e Svetlana corsero ad abbracciarlo con due sorrisi
enormi sui volti identici.
Andriy le strinse
a sé ancora stupito dalla situazione «Oh…questa
sì che è una sorpresa» mormorò imbarazzato prima di posare nuovamente lo
sguardo sulle due ragazze «Di chi è stata l’idea?»
«Di mamma ovviamente»
rispose svelta Anastasia «Sostiene che ultimamente stai lavorando troppo e hai
bisogno di svagarti un po’» aggiunse la gemella «Quindi ti abbiamo fatto una
sorpresa» conclusero in coro. Il ragazzo lanciò uno sguardo carico di
gratitudine alla madre che osservava con orgoglio e commozione i figli,
abbracciata al marito.
Guardando la sua
famiglia riunita in quella piccola stanza Andriy sentì la tensione accumulata a
causa del lavoro scivolargli via. In quel momento aveva tutto ciò di cui aveva
bisogno.
Entroterra keniano
Un rumore alle sue
spalle fece bloccare JB che rizzò le orecchie: un inconfondibile scalpiccio
sembrò avvicinarsi velocemente ai suoi piedi e sul volto del ragazzo si aprì un
ampio sorriso. Quando fu abbastanza certo di avere la sua preda vicina con un balzo
fulmineo si girò agguantando un piccolo snaso che cominciò a divincolarsi tra
le sue mani.
«Credevi di farmela stavolta,
vero?» commentò grattando l’addome dell’animale che aveva visto più volte
girovagare nella riserva di famiglia «Mi piacerebbe proprio saper che cosa cerchi
qui da noi piccoletto, forse dovrei essere io a venire a sgraffignare qualcosa
nella tua tana» commentò scoppiando a ridere e facendo accoccolare lo snaso che
continuava ad osservarlo dubbioso sul proprio brava.
«Ragazzo che
sussurrava agli snasi perché non lasci in pace quella povera creatura e vieni
da darmi una mano? Sono proprio una povera vecchia rimbambita per aver pensato
che a venticinque anni saresti finalmente maturato» l’inconfondibile voce acuta
di Baba Magia lo fece voltare e trovò l’anziana sulla
porta della sua piccola casa che lo guardava fintamente arrabbiata.
«Suvvia vecchietta mi
sono distratto solo un secondo» le rispose con un sorriso smagliante «Vado
subito a prendere gli ingredienti per i tuoi intrugli»
La donna agitò la
mano annuendo profondamente rientrando in casa «Sarà
anche meglio» prima di chiudersi la porta alle spalle si girò verso il ragazzo puntandogli
contro un dito ossuto «Cerca di tornare entro tre giorni o potrei iniziare a
preoccuparmi e pensare che un qualche serpente ti abbia scambiato per un baobab
alto come sei e ti abbia strozzato arrampicandotisi sopra»
Il rumore della
porta che si chiudeva alle spalle fu sovrastato dalle risate del ragazzo che,
con lo snaso ancora abbarbicato sul braccio si incamminò fischiettando senza
alcuna fretta.
Andriy Mikhail
Kolisnychenko – ex studente di Koldovstoretz
Åke Sandstrom – ex
studente di Durmstrang
Blaise Mather – ex
studentessa dell’Istituto delle Streghe di Salem
Camila Gabriela
Rodriguez – ex studentessa di Beauxbatons
Hele Mihara – ex
studentessa di Mahoutokoro
Jamal Bahari “JB” Akili – ex studente
di Uagadou
Margaret Eleanor
Powell – ex Serpeverde
Rafael Alves – ex studente di Castelobruxo
Sebastian Anthony
Baker – ex Serpecorno
Eccoci qui con la selezione dei personaggi! Sì, sono in
ritardo tragico e mi dispiace tantissimo!!! In questo capitolo ho dato
solamente una velocissima presentazione degli oc selezionati mentre nel
prossimo (che arriverà agli inizi di luglio) li vedrete cominciare a interagire
tra loro.
Mi sono arrivate tantissime schede e ho fatto veramente fatica
a scegliere quali personaggi tenere e quali eliminare, al punto che, per un
paio di scuole, ho dovuto praticamente fare ambarabaciccicoccò
o non ne sarei mai venuta a capo!
Invito chi non è stato scelto a non prendersela e sono
disponibile per eventuali chiarimenti via
mp.
Chiedo agli autori dei personaggi selezionati di partecipare
attivamente anche perché, considerando che i personaggi non sono moltissimi e
che non possono essere eventualmente sostituiti, sarebbe davvero un peccato
doverne eliminare qualcuno.
Okay ora la finisco di tediarvi con le mie note chilometriche.
Buona notte a tutti,
Em