Non
siete andati in Costa Smeralda solo per darmi fastidio?
Warning! Riferimenti a un episodio
presente in “5 volte in cui Sanji
provò a fare l’amore con Zoro (più una in cui ci riuscì)” il che comporta accenni di Vinsmoke twincest!
Sanji
si era assunto l’incarico di andare al bar della spiaggia per acquistare i
gelati richiesti da Nami e Robin (non sia mai che le
sue dee restassero senza un fresco dolce con quel caldo!). Lungo il percorso la
sua attenzione fu attirata da uno spettacolo che mai si sarebbe aspettato: una
parte della spiaggia affollatissima si era misteriosamente svuotata! Il cuoco,
stupefatto, decise di indagare sul fenomeno: rapimento alieno? Eppure i turisti
al di fuori del raggio di dieci metri sembravano tranquilli. Attacco
terroristico? Non si vedeva alcun danno agli ombrelloni e alle sdraio… dove
stavano stendendo i loro asciugamani quattro persone dalle capigliature
inconfondibili.
Mistero risolto: i Vinsmoke
avevano colpito ancora.
Con una vena ballerina in rilievo sulla fronte, Sanji marciò verso il quartetto di (suo malgrado) suoi
consanguinei e ringhiò: “Quanta gente avete ammazzato per ottenere tutto questo
spazio?”
Nonostante indossasse gli occhiali da sole, lo
sguardo glaciale di Ichiji manteneva il potere di trafiggerlo
come un raggio laser: “Abbiamo semplicemente offerto diecimila berry a persona purché si spostassero altrove” rivelò con
la massima indifferenza.
“Quei pezzenti ci hanno pure lasciato sdraio e
ombrelloni!” ghignò sardonico Niji.
Sanji
contò mentalmente fino a dieci per trattenere l’impulso di frantumargli gli
occhiali dalle lenti fotosensibili e sbottò: “Che diavolo ci fate su una
spiaggia pubblica? Non andate in vacanza in uno di quei posti per ricconi
spocchiosi tipo la Costa Smeralda o le Bahamas?”
Reiju
gli si avvicinò, massaggiandogli le spalle per allentare la tensione dei suoi
muscoli sul punto di spezzarsi: “Nostro padre ha alcuni improrogabili impegni
di lavoro in città e abbiamo dovuto rimandare la partenza per le isole Fiji; Yonji ha un appuntamento con Cosette qui alla spiaggia e noialtri…
non avevamo di meglio da fare, così lo abbiamo seguito.”
Solo allora Sanji si degnò
di lanciare uno sguardo all’insolita tenuta estiva in magliette senza maniche
dei suoi gemelli… e la mascella gli cadde così in basso che a momenti doveva
raccoglierla da terra:
“Che diavolo sono QUELLI? Quando ve li siete fatti?”
Il tatuaggio di Ichiji occupava
il braccio destro dalla spalla al gomito, e raffigurava un maestoso numero 1
artisticamente incoronato di fiamme; sul braccio sinistro di Niji campeggiava un tatuaggio molto simile, con il numero 2
che emanava una raggiera di fulmini.
“Li abbiamo fatti l'anno scorso. Non li avevi
notati, quando sei venuto a casa nostra con Zoro?”
Sanji
divenne all'istante del colore di un estintore: sentirsi rinfacciare
quell'episodio, in cui aveva beccato i due gemelli maggiori con meno vestiti
addosso di quanto ricordasse dai tempi in cui portavano il pannolone, rischiò
di mandarlo in autocombustione per l'imbarazzo.
“O forse non li avevi notati perché... distratto da
altro?” infierì Niji.
“Il mio buon gusto deve aver provveduto a eliminarne
il ricordo.” Glissò il biondo. Cercando qualcosa su cui posare lo sguardo che
non fosse la sacrilega coppia di fronte a sé, si voltò verso Yonji: le braccia del gemello minore sembravano salve... ma
quando si tolse la canotta, al centro dell'ampia schiena muscolosa campeggiava
un grande numero 4 circondato da un intreccio di catene.
Yonji
si stiracchiò come un grosso gatto, esibendo i suoi muscoli perfettamente scolpiti
(con grande gioia delle ragazze circostanti) e cercando con gli occhi Cosette
per il loro appuntamento. Il suo entusiasmo fu però smontato dal vedere Niji guardarsi intorno con l'espressione più schifata del
suo vasto repertorio: “E mentre tu ti diverti a pomiciare con la tua fidanzata noi
dovremmo passare la giornata QUI? Fa troppo caldo, il sole è troppo forte, la
sabbia è irritante e mi si infila dappertutto, e tutta questa gentaglia sudata
e puzzolente doveva proprio venire qua a fare baccano, portandosi dietro pure i
loro odiosissimi marmocchi strillanti?”
“Beh… ma qui si può fare il bagno in mare!”
Niji
lo guardò da dietro le lenti scure come se avesse appena insultato loro
madre: “Pensi che IO mi immergerei in quell'acqua dove chissà chi ci ha fatto chissà
cosa?”
Pur di sfuggire allo sguardo assassino del suo
secondo gemello, Yonji si voltò verso il maggiore, ma
perse ogni speranza di soccorso nel vederlo accomodarsi elegantemente su una
sdraio all'ombra ed estrarre un voluminoso librone dalla propria borsa.
“'Guerra e
Pace'? In RUSSO?” sbottò Sanji incredulo.
“Ho pensato di portarmi una lettura leggera.
Preferisco la versione in lingua originale, la traduzione non rende sempre al
meglio” spiegò Ichiji. “Se non hai altre domande, sei
pregato di andartene” la sua voce si abbassò diventando talmente gelida da provocare
brividi persino in quella giornata afosa “Non perdonerò chiunque osi disturbare
Niji e me. Sono stato sufficientemente chiaro?”
“Cristallino...” mormorò il cuoco con una gocciolina
di sudore in fronte.
Yonji,
abituato al temperamento dispotico dei suoi gemelli, si allontanò alla ricerca
di Cosette; non senza aver prima bisbigliato un prezioso suggerimento nell’orecchio
del biondo: “Meglio stare MOLTO alla larga da quei due, per oggi”.
Sanji
non sapeva se essere più allibito dalla poco velata minaccia del fratello
maggiore o dal sentirsi una volta tanto solidale con il minore, così si lasciò
condurre altrove da Reiju per riflettere sul dilemma,
lasciando soli i due sotto l'ombrellone e perdendosi (per il bene della sua
salute mentale) la scena che seguì.
OMAKE
(perché il mio headcanon
PRETENDE che io scriva questa conclusione)
Niji
si sedette ancora irritato nella sdraio accanto al gemello dai capelli rossi,
sentendolo sussurrare: “Sono lieto che tu abbia deciso di non fare il bagno.”
Il Vinsmoke dai capelli
blu lo guardò, vedendolo ancora apparentemente concentrato sull'opera di
Tolstoj; ma ciò non impedì alle successive parole mormorate da Ichiji di arrivargli ben chiare alle orecchie: “Non
gradisco affatto l'idea che altri oltre a me possano vederti senza vestiti.”
Niji
arrossì come una ciliegia e urlò sottovoce (come ci riuscisse era un mistero
noto solo a lui): “Beh, questo vale anche per me, quindi non azzardarti a
spogliarti o dovrò fare una strage! Cosa che” aggiunse lanciando
un'occhiataccia omicida verso i bambini che urlavano lanciando sabbia in giro “non
escludo in ogni caso”.
Ichiji
sorrise leggermente e senza farsi notare gli prese amorevolmente la mano con la
propria, che l'altro strinse con adorazione a sua volta.