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Autore: la_pazza_di_fantasy    15/06/2018    0 recensioni
La città di Luxor e quella di Ombrax sono sempre state rivali e da molti secoli condividono una specie di pace.. ma cosa accadrebbe se nella città di Luxor si insediassero persone poco propense alla pace? E cosa farebbe Ombrax?
Nove ragazzi, 5 di Luxor e 4 di Ombrax non sanno ancora che toccherà a loro risolvere la situazione e riportare la vera pace.
----prima storia che pubblico, vorrei molto volentieri che chi leggesse questa storia lasciasse anche un commento così che io possa migliorare-----
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Elizabeth non odiava Ginevra, odiava suo fratello. Ginevra era dolce e gentile,sempre disponibile e non si sentiva superiore agli altri solo perché era la fidanzata del principe. Elias evitava il più possibile la sorella e, quando si trovavano nella stessa stanza, le rivolgeva la parola il meno possibile. E questo ad Elizabeth andava più che bene. la ragazza non era riuscita a trovare Samuel e questo la preoccupava molto. Aveva paura che quel pazzo avesse fatto qualche cavolata. Voleva parlare con lui e tentare di organizzare un'imboscata al fratello. Elias non gliela raccontava giusta visto che Elizabeth non aveva trovato nessuna lettera nella sua camera e Ginevra rispondeva sempre in modo vago alle sue domande.
Era passata una settimana dall'arrivo di Ginevra quando, Elizabeth, trovò la risposta a tutte le sue domande e si diede mentalmente della stupida per non esserci arrivata prima. Visto che si trovava nella biblioteca doveva correre per arrivare in tempo ed essere sicura della presenza del fratello nella sua camera. Corse a perdifiato e più volte rischiò di scontrarsi con i camerieri e le guardie. Arrivata davanti alla camera del fratello la trovò semiaperta e poté constatare l'assenza di Elias. Sbuffò esasperata e chiese a una cameriera se avesse visto il fratello. La donna rispose negativamente  e Elizabeth iniziò a camminare per i corridoi guardandosi intorno. Dopo 10 minuti buoni sentì un rumore assordante provenire dai ponti sospesi che portavano ai giardini. Corse verso il terrazzo e trovò suo fratello con le doppie spade che combatteva contro due guardie reali, e non era il solo. Lungo tutti i ponti sospesi erano scoppiate lotte tra EDA ed Esercito reale e persone che non aveva mai visto.
-Eli ritorna dentro e chiuditi in camera!- gridò il ragazzo notando la sorella.
-cosa sta succedendo?- Elias fece per rispondere, ma dovette fermare un fendente della spada del suo avversario.
-fai come ti ho detto!- gridò il ragazzo senza rispondere alla domanda della sorella e infilzando la guardia con la spada che aveva nella mano sinistra. Elizabeth fece per rientrare nel castello, ma fu spinta fuori, per precisione addosso al fratello, da una guardia che le puntò la spada alla gola.
-due piccioni con una fava. Posso uccidervi entrambi senza problemi-
-tu non toccherai mia sorella- disse Elias facendo volare via la spada dal collo della sorella.
-El sei stato costretto vero? Non volevi tu tutto questo!- disse la ragazza sorridendo. Elias si girò verso di lei perplesso. E fu proprio quel momento di distrazione  ad essere fatale. Un'altra guardia arrivò e spinse la principessa giù dal ponte. Elizabeth appena se ne accorse sgranó gli occhi consapevole che stava per morire. Elias cercò si afferrare la mano della sorella, ma non ci riuscì ed il suo urlo di disperazione si sentì in tutta Luxor. Si girò velocemente, arrabbiato e con le lacrime agli occhi, e iniziò a fendere l'aria con le spade. Li uccise tutti. Tutti quelli che si trovavano su quel ponte. Poi cadde in ginocchio e continuò a far uscire le lacrime. Sua sorella non c'era più.

 
...QUALCHE MINUTO PRIMA DELLA BATTAGLIA....

 
Caroline sorrideva vittoriosa bevendo un calice di vino rosso, il migliore di tutta Luxor. Aveva spinto le guardie reali, a lei fedeli, ad addentrarsi nel territorio di Ombrax per far muovere guerra a quest'ultima. Poi con il favore del caos della guerra avrebbe ucciso entrambi i suoi nipoti lasciando la corna a suo figlio che stava aspettando il suo momento di gloria nell'ombra. Con suo figlio come futuro re avrebbe marciato verso Ombrax e conquistato i suoi territori. Luxor avrebbe dominato su tutto e su tutti e si sarebbe riscattata dalla sconfitta di mille anni prima.
Prese un altro sorso di vino e guardò fuori dalla grande vetrata della sala del trono. Sembrava tutto molto calmo, ma è proprio dopo la calma che arriva la tempesta. Caroline notò un piccolo movimento vicino il pino alla sua destra. Sorrise vittoriosa, tutto stava per iniziare. E proprio mentre il ghigno della donna iniziava a crescere, un mare di persone vestite con colori scuri entrò dentro Luxor. La battaglia iniziò feroce e violenta. Gli EDA, l'esercito di Luxor e i combattenti di Ombrax cadevano uno dopo l'altro sporcando di sangue il verde che circondava la città.
La guerra non si stava consumando nella grande pianura, ma sugli alberi dando grande vantaggio agli EDA che potevano combattere con più facilità. Quelli però che avevano la peggio erano i cittadini di Luxor non addestrati. Diversamente da Ombrax non tutti i cittadini di Luxor avevano voglia di maneggiare armi e quindi non sapendo come difendersi perivano uno dopo l’altro.
Caroline lasciò la sala del trono per farsi un giro in cerca di due nipoti. Li trovò nel terrazzo dei giardini mentre Elizabeth veniva spinta giù dalla ringhiera. Il ghigno della donna si ampliò, sembrava quasi spaventoso, nascondendo dietro esso sentimenti di vendetta. Ma il suo sorriso svanì quando vide diventare gli occhi azzurri del ragazzo chiari, quasi a raggiungere il bianco. Spaventata Caroline corse via dalla terrazza. Quegli occhi così chiari le ricordavano qualcosa, ma non sapeva cosa. Il ricordo era nascosto nel profondo della sua memoria. Quando, dopo qualche minuto le venne in mente quella legenda che aveva studiato quando era ancora una bambina, si fermò di colpo e cadde in ginocchio terrorizzata.

 
Annabel camminava avanti e indietro nella sua camera preoccupata. Elias appena aveva sentito il rumore aveva chiuso a chiave lei e Ginevra nella sua camera ed era corso via a controllare la situazione e la provenienza del rumore.
-cosa sta succedendo la fuori?- chiese Ginevra cercando di spiare dalla finestra senza però riuscire a scorgere anima viva.
-di sicuro niente di buono. Ho un bruttissimo presentimento- non appena Annabel finì di parlare le due donne sentirono l’urlo di Elias che le fece spaventare.
-Dov’è Elizabeth?- chiese poi Ginevra con gli occhi che iniziavano a diventare lucidi.
-no, ti prego, tutto ma non la mia Eli!- disse la donna coprendosi il volto con le mani.
 
 
Gustav e tutti gli altri EDA che erano ancora in prova non potevano uscire durante la battaglia che i veterani stavano affrontando in quel momento. Erano rimasti nella camerata anche perché gli avevano chiusi a chiave li dentro, anzi, Erick Wittemberg li aveva rinchiusi li dento dicendo che era per impedire ad alcuni soggetti di scappare durante la battaglia con riferimenti puramente casuali a Gustav che Erick aveva guardato intensamente per fargli capire di stare fermo. Gustav dal canto suo non aveva intenzione di muoversi dalla camerata per controllare le condizioni di Frederick. Il ragazzo dopo la caduta si era ritrovato con la febbre altissima, forse l’aveva anche prima dell’arrampicata, e non si era mosso dal letto per un’intera settimana. Dopo Gustav, Frederick era l’unico che aveva svolto l’esercizio dell’albero bene. Gli altri non erano nemmeno riusciti a scalare interamente l’albero.
-ti ha guardato per tutto il tempo, cos’hai combinato?- la voce di Frederick gli arrivò ottavata . Il rosso era ancora malato e a volte riusciva malapena a parlare.
-ancora con questa storia? Pensa a riposare e rimetterti che quei tizi mi danno fastidio.- Frederick si mise a ridere per poi iniziare a tossire. Gustav, dopo il primo momento di antipatia, era diventato suo amico e Frederick era l’unico degli EDA che il biondo riusciva a sopportare.
-Erick mi ha sempre odiato, non mi può proprio vedere, e il sentimento è reciproco. Sono stato io a fargli la cicatrice in un impeto di rabbia, mi volevano uccidere per il gesto, ma Erick mi ha fatto solo regredire di grado- Frederick sgranò gli occhi. L’unico che aveva sentito quelle parole era lui, visto il tono basso che aveva utilizzato il biondo.
-ma sei pazzo? Ti rendi conto di aver rischiato molto?-
-si, e non mi interessa. Vivere o morire per me non fa differenza.- Gustav degludì allo sguardo severo che il rosso gli stava lanciando.
-io sono stato tradito dalla persona cha amavo di più al mondo, ma non voglio morire per questo-
-e allora che sei entrato a fare negli EDA? Sai che potresti morire da un momento all’altro?-
-si, ma non sarò morto invano. Avrò protetto la persona che amo.- Gustav annuì pensando a quanto fosse grande l’amore del ragazzo, poi fece due più due e sgranò gli occhi.
-ti piace la pricipessa?- gli chiese sussurrando per non farsi sentire dagli altri.
-no, però ci sei vicino-
-la madre della principessa?-
-no, sei fuori strada- Frederick scoppiò a ridere alla faccia perplessa del ragazzo. Gustav dal canto suo non riusciva a capire chi fosse la persona che amava Frederick.
Caroline era troppo vecchia e la futura moglie del principe Elias era arrivata dopo l’entrata di Frederick negli EDA. Il biondo si tartassò il cervello per qualche altro minuto, prima di arrivare alla risposta più ovvia e iniziare a sorridere in modo inquietante e strano.
-perché stai facendo quella faccia?- chiese Frederick guardandosi intorno, ma nessuno aveva sentito la loro conversazione-
-ti piace Elias- disse Gustav con voce abbastanza alta, ma l’unico che lo sentì fu Frederick perché dall’esterno arrivò un boato che fece scattare in allerta quasi tutti i presenti nella sala.
-cos’è successo?- chiese Frederick cercando di alzarsi dal letto con scarsi risultati e poi bloccato da Gustav.
-tu non puoi muoverti, qui dentro stiamo al sicuro e non hai ancora risposto alla mia affermazione-
-si mi piace Elias, contento ora?- Gustav sorrise felice all’affermazione del ragazzo prima che la porta della stanza venne aperta con l’entrata di Erick e altri EDA.
-la battaglia è finita per il momento. Curate i feriti e rendetevi utili all’umanità senza stare in questa stanza a poltrire-
Uno dei ragazzi presenti si schiarì la voce -Abbiamo vinto?-
-No, non direi. È più un pareggio che una vittoria- la faccia funeraria dell’uomo fece capire ai ragazzi che le brutte notizie erano appena iniziate.

 
   
 
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